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Editore Fge Srl Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F 14040 Moasca (AT) Tel. 0141 1768908 - Fax 0141 1768900 info@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Nicoletta Tobia n.tobia@fgeditore.it Grafica e impaginazione Meloria Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N 16163 Genova (GE)
Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio
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B2TRADE Editoriale I Fab Four della formazione 3 Attualità Ravazzoni: non scendete sul terreno delle catene, ma… 5 La “tecnica dello scalatore”: vendere con successo le progressive 6 Netcity riparte da Schmitt 10 New York: nel 2016 Vision Expo si sposterà di un mese 12 Caradonna: l’arte come via d’uscita dalla crisi 16 Oxo: con il vista-sole incrementeremo il sell out 18 Amarcord Madesani e l’optometria: in aula, in studio, a casa 20
B2STYLE Moda Mood Parade 24 B2EXPERT Education Zaccagnini: dotazioni innovative per gli ottici di domani 30 Practice Management L’impresa, prima di tutto 34 Il nuovo capitale Crescere ancora, si può 38 Spilli Metafore 40 B2TECH Lenti oftalmiche Zeiss Academy: la cultura tecnica rende gli ottici più forti 50 Hoya Sensity: ancora viaggi da sogno 52 Eyezen, per uno stile di “vista” digitale 62
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Editoriale
I FAB FOUR DELLA FORMAZIONE di Angelo Magri
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rima ancora del Jobs Act o degli altri recenti e controversi provvedimenti che dovrebbero dare finalmente impulso all’occupazione, in Italia c’era un settore che ha sempre mostrato equilibrio tra domanda e offerta di personale specializzato: l’ottica. Merito di una distribuzione tradizionale ma vivace, radicata sul territorio ma anche aperta a nuovi format, professionale ma pure attenta agli aspetti commerciali e imprenditoriali. Merito, altresì, di un sistema formativo, delegato principalmente a una serie di scuole private che abilitano alla professione di ottico, in grado di soddisfare le esigenze a valle e persino a monte della filiera. Già, le migliori scuole… Per definirle tali occorrono parametri quantitativi (numero degli iscritti e dei diplomati, numero e tipologia dei corsi, livello delle attrezzature e del personale docente, ecc), ma anche qualitativi: la loro storia, il loro prestigio nel comparto, l’autorevolezza di chi le guida. Escludendo dal confronto, per ragioni di natura giuridica, le università con i corsi di laurea in Ottica e Optometria e gli istituti professionali pubblici, pressoché tutti i lettori saranno concordi nell’individuarne quattro al top. Due, l’Irsoo di Vinci e lo Zaccagnini di Bologna, sono quelle “storiche”, le più conosciute e stimate. Le altre due, il Fermi di Perugia e la Sioo di Firenze, devono il loro appeal principalmente a chi ne dirige oggi i corsi di Ottica e Optometria. Queste quattro grandi realtà della formazione ottica e optometrica in Italia, capaci di rispondere all’intera domanda anche in termini geografici, data la loro collocazione sul territorio e, almeno in un paio di casi, anche grazie alla facilità dei collegamenti ferroviari o viabilistici, sono tutte partner della nostra testata. Da qui la scelta di avviare una nuova rubrica, nella sezione dedicata all’expertise del centro ottico e di chi vi lavora: sulle novità formative che da queste scuole provengono, sulle innovazioni in fatto di dotazioni strumentali, sulla ricerca in ambito clinico e su tutto il valore aggiunto che possono garantire ai professionisti di domani, ma anche a quelli di oggi con seminari, corsi di aggiornamento o congressi. Non è l’unica nuova rubrica a partire da questo numero, ma è sicuramente quella che caratterizza meglio il timbro che B2eyes sta assumendo con la nuova gestione editoriale: contribuire alla crescita professionale, culturale e manageriale degli ottici italiani, tenendo in debita considerazione, inoltre, gli aspetti interdisciplinari, principalmente quelli sul campo, cioè nelle sale refrazione e negli studi optometrici. Proprio come fanno le migliori scuole.
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Attualità
RAVAZZONI: NON SCENDETE SUL TERRENO DELLE CATENE, MA… All’ultimo Congresso dell’AdOO l’economista e docente emiliano ha proposto alcune soluzioni innovative per i centri ottici indipendenti di Angelo Magri
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sugli sconti, ma sulla capacità di offrire una soluzione visiva a qualsiasi tipo di cliente, anche a quello che ha una disponibilità di spesa contenuta», ha suggerito Ravazzoni. Il confronto con le catene, del resto, non va assolutamente sottovalutato, secondo l’economista emiliano, che ha mostrato una tabella in base alla quale dal 2002 al 2013 la quota di mercato dei negozi italiani di ottica specializzati è scesa intorno al 63%, perdendo circa il 20% a favore della grande distribuzione, che in certi casi, come quello dei punti vendita ottici Conad, si presenta con politiche di prezzo molto aggressive. «Bisogna invece prendere spunto dalla direzione in cui sta andando parte della Gdo non ottica, che oggi sta cercando non solo di servire la diversità, ma addirittura l’unicità – ha spiegato Ravazzoni – Alcuni attori di rilievo dell’industria, ad esempio Mulino Bianco, Danone o Pinko, stanno inoltre coinvolgendo direttamente il consumatore finale secondo i suoi gusti e persino nella scelta condivisa di nuovi prodotti da immettere sul mercato». A detta del docente, l’ottico può benissimo seguire questa linea, «perché da anni è già sul cliente, lo conosce fin nei particolari e ha un vantaggio rispetto agli altri esercizi commerciali: la gente sceglie prima l’ottico di fiducia che la marca, elemento praticamente unico nel panorama distributivo italiano».
rofessionalità, prodotto e location: sono i tre fattori chiave del successo per un centro ottico. «Sul primo non ci sono dubbi per quanto vi riguarda, sul secondo dovete attrezzarvi per non coprire solo la fascia media e alta, lasciando così alle catene il primo prezzo: dovete essere in grado di dare un occhiale a tutti. I vostri negozi, infine, sono molto belli, ma anche molto simili: non solo nelle marche trattate, persino nei colori e negli arredi. Una parte della vostra attività deve rimanere fisica, ma un'altra dev'essere virtuale: oggi il consumatore finale vuole il negozio da casa, lo vuole emozionale o che sia luogo d'incontro». Lo ha detto Roberto Ravazzoni nella giornata d’apertura del quarantunesimo Congresso dell’Albo degli Ottici Optometristi, che si tenuto dall’11 al 13 aprile a Firenze. Ravazzoni è docente di Economia e Gestione delle Imprese presso Scienze della Comunicazione e dell'Economia all'Università di Modena e Reggio Emilia e, come lui stesso ha ricordato, da quasi trent’anni conosce e segue il settore dell’ottica. All’evento di Firenze ha persino citato lo scrittore Milan Kundera, secondo il quale la lentezza è sinonimo di riflessione, mentre la velocità di oblio. «Siate slow nel senso migliore e più professionale del termine, non mettetevi in competizione con le catene, cioè con l'offerta fast,
La sala plenaria del Grand Hotel Mediterraneo di Firenze, l’11 aprile scorso, in occasione dell’intervento di Roberto Ravazzoni al quarantunesimo Congresso dell’Albo degli Ottici Optometristi
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Attualità
LA “TECNICA DELLO SCALATORE”: VENDERE CON SUCCESSO LE PROGRESSIVE Presentata negli ultimi mesi in due occasioni pubbliche, ha suscitato l’interesse degli imprenditori ottici, che vengono così coinvolti a livello individuale, ma anche insieme ai propri collaboratori di Nicola Di Lernia
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tivo da raggiungere e immaginare lo stadio precedente, poi lo stadio precedente ancora, sino a giungere al punto di partenza. Ho proposto questa tecnica in un mio speech a fine febbraio al Mido 2015, all’interno del programma formativo Vision up-to-date, e al workshop della Business Academy di Free Optik a Monopoli, a metà aprile, con l’obiettivo di aiutare gli ottici a vendere con successo le lenti progressive, per due motivi. Innanzitutto la tecnica è prettamente individuale, ogni soggetto definisce la propria soluzione e il punto di partenza, ovvero la situazione attuale. Normalmente in dieci mosse o passaggi si arriva dalla testa alla coda e viceversa. In secondo luogo il lavoro in-
uella dello scalatore è la tecnica che prende il nome da ciò che fanno le guide esperte alpine per progettare la scalata di una montagna. Invece di partire dalla base della montagna (attuale situazione), prendono avvio dalla vetta (la soluzione) e andando a ritroso tracciano la rotta e le sue tappe fino all’attacco. Questo procedimento si è dimostrato empiricamente in grado di evitare la progettazione di percorsi fuorvianti rispetto all’obiettivo, permettendo di realizzare il tragitto più agevole fino alla cima. Quando si ha un problema complesso da risolvere, al fine di costruire una strategia efficiente oltre che efficace, risulta utile partire dall’obiet-
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Attualità
10. Successo progressive (+20%) 9. Facciamo CRM sul cliente singolo 8. Facciamo ogni giorno qualcosa per lui 7. Individuiamo i target diversi e agiamo diversi o 6. Chiedi amoci dei soldi e diamoci un tempo massim
5 . La nni nciamoci u na sfida economica stimolante a uno-tre a 4. C ttate osa non possiamo più trascurare e le mancate soluzioni ado ziali bene i conti in casa sul parco clienti disponibile e sui poten so 2 . Ne v l succes ale la pena? Il m ercato degli over 45 sarà in grado di darci i
3. Facc iamo
i 1. N an n e vale l iù di 45 p a pena? Nella popola a h e u d u s o t t e g zione italiana un sog
dividuale diventerà collettivo, in una discussione tra l’imprenditore ottico e il suo team. Il collettivo potrà godere dell’intelligenza del singolo e tutti troveranno la sintesi perfetta per il gruppo. Ogni ottico, insieme al proprio staff, potrà così inquadrare una soluzione e una situazione ideale condivise da tutti, costruendo 10 step a ritroso per il migliore avvicinamento all’obiettivo finale. Il feedback che ho avuto dalle due, peraltro differenti, platee è stato molto caldo. La tecnica è affascinante, le persone si mettono in gioco e condividono con il proprio staff gli obiettivi più ambiziosi con una maggiore forza interna per affrontarli. Come disse Albert Einstein, “abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi causati dal vecchio modo di pensare".
Nicola Di Lernia durante il suo intervento alla Business Academy di Free Optik a Monopoli, in Puglia, davanti a una cinquantina di ottici: alla sua sinistra Stefano Mele, presidente della cooperativa
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Attualità
NETCITY RIPARTE DA SCHMITT L’ex manager Essilor è entrato come azionista di maggioranza e amministratore delegato nella società di servizi: il primo risultato è la partnership avviata con Acuitis di Angelo Magri
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inquantasei anni, francese, Laurent clienti e recuperando quelli che da un po’ di tempo Schmitt ha alle spalle una carriera pro- non entrano, ma anche avvicinando nuove fasce fessionale interamente dedicata all’otti- di clientela, ad esempio quella più giovane, che ca: dopo l’inizio in Essilor Portogallo ha spesso preferisce altri canali, come gli store fashion guidato, dal ’91 al ’99 la filiale italiana della mul- o le catene». E sono proprio le catene il competitor tinazionale oftalmica; quindi una parentesi con numero uno per Netcity. «Contiamo di portare nella il progetto di Grand Optical nel nostro paese, pri- società dati e know how sul retail, nonché rapporti ma del ritorno in Essilor, a capo del Brasile, poi in consolidati con l’industria, così da sviluppare insieFrancia in veste di presidente Bbgr, infine, dal 2010 me a essa importanti programmi di business», ricorda Schmitt. sino al dicembre scorso, come reLa collaborazione con Acuitis, ansponsabile del sud Europa. «Avevo nunciata nel novembre scorso in bisogno di stimoli nuovi e di una occasione dell'evento presso la Vilsfida importante, come quella di la Medicea La Ferdinanda, ad ArNetcity, che si è concretizzata gratimino, nei pressi di Firenze, è il prizie soprattutto al rapporto di amicimo risultato raggiunto dalla nuova zia e di stima che mi lega ai suoi struttura alla guida di Netcity. Dopo fondatori», spiega Schmitt. Insieme una prima fase test saranno almea lui, nella compagine societaria e no una settantina i centri ottici asmanageriale è entrato anche Paolo sociati a proporre un corner dell’inFonelli, che oggi riveste l'incarico segna monomarca francese con 48 di direttore commerciale, andanLaurent Schmitt, da gennaio 2015 nuovo ad di Netcity modelli da vista e la possibilità di do così ad affiancare il presidente Roberto Marlazzi e i consiglieri d'amministrazione realizzare un occhiale completo da 40 a 150 euro. Carlo Cecchini e Gianni Meneghetti. «Vogliamo che «L'ottico ha così l'opportunità di offrire al proprio lo spirito di Netcity, incarnato in coloro che l’hanno cliente un occhiale da vista di qualità a un prezzo fatto nascere e poi sviluppare fino a collocarlo tra i che ci piace definire trasparente, oltretutto chiavi in primi tre gruppi in Italia sia come numero di punti mano, ricevendolo già montato da Essilor, che forvendita associati sia come fatturato, rimanga intat- nisce le lenti – afferma Schmitt – Questa è una delto – dice il manager transalpino – Con il nuovo as- le opportunità concrete per allargare la base della setto intendiamo supportare i nostri ottici nel crea- clientela dei punti vendita Netcity, coinvolgendo re maggiore traffico nei loro negozi, facendo nuovi così il target più giovane».
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La laurea inglese in Optometria e Pratica Clinica è conferita dalla Aston University di Birmingham ed è proposta in Italia, in collaborazione con IBZaccagnini Vision Sciences Department di Bologna. Aston è un’Università di vertice del Regno Unito con un primato universalmente riconosciuto nell’insegnamento e nella ricerca in Optometria. Il piano di studi conferisce le conoscenze e le competenze optometriche al più alto livello europeo. La Laurea rilasciata dall’Aston – cod. UCAS B510 - vale 360 crediti universitari equivalenti a 180 crediti ECTS.
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Attualità
NEW YORK: NEL 2016 VISION EXPO SI SPOSTERÀ DI UN MESE Il salone americano modifica il proprio calendario: dalla classica collocazione in marzo, l’anno prossimo aprirà i battenti il 14 aprile con la formazione, mentre dal 15 al 17 darà il via all’esposizione. Un altro cambiamento per la fiera, dopo il nuovo layout, novità di questa edizione a cura della redazione
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ision Expo East 2015 si è chiusa lo scorso con Ice. Circa il 33% dei partecipanti erano “Milmarzo dopo quattro giorni tra formazio- lennials” (i nati tra gli anni Ottanta e il Duemila, ne e salone: i dati diffusi dagli organiz- più propensi all’utilizzo delle tecnologie digitali, zatori hanno indicato che più di 22 mila ndr), tra cui più di 700 studenti e giovani profesoperatori, tra visitatori e aziende in mostra, prove- sionisti che hanno frequentato i corsi di aggiornienti da oltre 90 paesi, hanno partecipato all’e- namento in programma. Secondo Tom Loughran, vice presidente di Reed Exhibitions, l’interesse vento, beneficiando del nuovo layout. per questo ambito prefigura «Dopo due anni di ricerca e prola direzione verso cui il setgettazione, la Galleria e l’Untore è diretto. Il programma derground sono stati trasferiti al educativo ha anche affronterzo piano, creando un polo di tato il nuovo tema professioalta moda – dichiarano in Reed nale nelle quattro giornate Exhibitions, la società che si di formazione. «L’aggiunta occupa della fiera di New York di argomenti su tecnologia – Vision Expo ha, infatti, rispoindossabile, business retail sto alle esigenze dei buyer che e attenzione al cliente ha dichiedevano una soluzione mimostrato l’interesse di Vision gliore per visitare questi padiExpo a guardare al futuro», glioni: la nuova disposizione ha concludono gli organizzatoanche reso più facile per i prori. Circa cento ore, sulle olfessionisti prendere contatti con tre 300 previste, sono state, le centinaia di aziende all’ininvece, dedicate a “Business terno dei padiglioni Medical & solutions”, con tematiche che Scientific e Lenses & Processing hanno analizzato, tra le altre, Technology». Presente, inoltre, il rapporto con il cliente e il un padiglione completamente futuro della professione con destinato alle aziende italiane, Alcune immagini di Vision Expo East 2015 oltre 50 eventi. organizzato in collaborazione
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VISION GROUP AL FIANCO DEI GIOVANI: AL VIA LA SECONDA EDIZIONE DEL “VISIONOTTICA AWARD” Vision Group S.p.A è la società nata per garantire agli Ottici Optometristi e ai Centri Ottici affiliati un insieme di competenze specifiche, di modelli organizzativi e di servizi commerciali e professionali per sostenerli nell’interazione con il pubblico ai massimi livelli di efficienza e di efficacia. Vision Group S.p.A, in collaborazione con ALOeO, l’Associazione Laureati Ottica e Optometria, Albo degli Ottici Optometristi (Federottica) e le Università italiane con Facoltà o Scuole di Ottica e Optometria, nell’intento di incoraggiare e sviluppare la ricerca e gli studi inerenti la professione di Ottico Optometrista, bandisce un concorso annuale e nazionale denominato VisionOttica Award. Il VisionOttica Award 2014 era stato dedicato alla Memoria del Prof. Dott. Armand Bastien, padre scientifico dell’optometria in Europa, Optometrista e Docente dell’Università di Montreal. Il VisionOttica Award 2015
è dedicato alla memoria di Jean Thiriart, padre politico della nostra professione, fondatore e Presidente della Società d’Optometria d’Europa. Potranno partecipare, con la loro Tesi di Laurea, tutti i neolaureati in Ottica e Optometria delle sette Università Italiane: Torino, Milano, Padova, Firenze, Roma, Napoli e Lecce. Saranno premiate le Tesi di Laurea, discusse nell’anno solare 2014, di particolare interesse scientifico legate al mondo dell’Ottica, dell’Optometria, della Contattologia, del Visual Training e della Visione in generale. Al primo classificato andranno una Borsa di Studio per un Master in una Università Europea e uno stage retribuito di 2 mesi presso un centro pilota VisionOttica.
Al secondo e al terzo classificato uno stage retribuito di 2 mesi presso un centro pilota VisionOttica. I principali criteri di giudizio saranno: - originalità dell’argomento rispetto alla letteratura scientifica già disponibile in materia - organicità, chiarezza, rigore nell’esposizione - credibilità e fondatezza dei dati utilizzati a supporto della tesi. La premiazione avverrà all’Università degli Studi di Milano-Bicocca in occasione della sessione di tesi autunnale. Per info. Vision Group S.p.A. Ufficio Marketing VisionOttica Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02.92885.300 (centralino) Fax 02.92885.348
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Attualità
CARADONNA: L’ARTE COME VIA D’USCITA DALLA CRISI Nato in un momento non facile sia sul piano personale sia economico, MyPerception, il progetto artistico e culturale dell’ottico pugliese, si è rivelato uno strumento efficace per intendere la professione in modo diverso: grazie a un sapiente utilizzo dei social ha coinvolto i clienti acquisiti e ne ha conquistati di nuovi di Nicoletta Tobia
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è andato definendosi in corso d’opera – afferma Caradonna – MyPerception è nato in un momento particolare della mia vita, in cui avevo perso il lavoro in ospedale a causa dei tagli alla Sanità e volevo trovare un’idea per rimettermi in gioco, ma in modo diverso. Ho pensato di focalizzarmi su ciò attorno cui ruota tutto quello che faccio ogni giorno e che so fare meglio: la percezione visiva, intesa in senso sia pratico sia teorico. Ho deciso così di utilizzare il canale dell’arte per esprimere concetti che fino a quel momento mi era capitato di trasmettere soltanto in negozio e con le modalità che un ottico utilizza per comunicare con
i è concluso il 2 aprile scorso, con un evento presso il Fortino di Sant’Antonio a Bari, MyPerception, il progetto ideato da Nico Caradonna che, tra giugno 2013 e settembre 2014, ha animato il punto vendita VisionOttica Caradonna di Modugno con una serie di esposizioni artistiche. Ma se con i precedenti appuntamenti il professionista pugliese aveva proposto un percorso incentrato sui cinque sensi, in cui la chiave d’accesso era sempre la vista, con l’ultima mostra ha approcciato il tema della percezione in maniera più globale, introducendo la “percezione aumentata”, connubio inscindibile tra reale e virtuale, intesi come aspetti della stessa realtà. Un concetto che ha rappresentato attraverso una sua installazione, che i presenti hanno potuto ammirare attraverso un visore 3D. Indefesso utilizzatore delle nuove tecnologie, Caradonna ha costantemente comunicato l’intera iniziativa attraverso il web, i canali social, il suo blog, radunando un pubblico che va al di là dei clienti consolidati e che non si limita a fare da spettatore, ma interagisce con lui in maniera continuativa. Data la complessità del progetto, sorge spontanea una domanda: l’obiettivo finale di tutto questo era ben chiaro fin dall’inizio? «Sì, anche se il cammino
Un momento della mostra MyPerception dello scorso aprile. A destra, Nico Caradonna
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Attualità di MyPerception, non rappresenta solo un nome, ma è anche un mio modo di vedere il business e la vita: se punto a emozionare me e gli altri, nella vita e nel lavoro, sicuramente andrà bene, perché la gente si abituerà a questo modo di comunicare e sarà contenta di viverlo e di condividerlo assieme a me. E se sei in grado di coinvolgere le persone e di farle stare bene, figurati se non ti daranno fiducia, almeno una volta. Poi devi essere bravo a tenerle legate a te». Non molto diverso è il discorso se si parla dei colleghi. «I colleghi che hanno apprezzato questo approccio diverso in particolare sono giovani, perché hanno più dimestichezza con i nuovi media e sono più orientati a pensare che la tecnologia sarà il fulcro del nostro futuro lavorativo - afferma il professionista pugliese - Però anche ottici di 50-60 anni mi hanno manifestato il loro consenso e questo mi ha fatto piacere, significa che non tutti i colleghi della vecchia guardia la pensano allo stesso modo, sono restii ai cambiamenti. Ben vengano, chissà quante cose posso imparare io dalla loro esperienza! Sono il primo a essere una “spugna” quando mi trovo davanti a persone affermate nel settore». Ora che il progetto si è concluso, Caradonna sta già pensando al dopo. «Il tempo di ricaricare le batterie e sono pronto a ripartire – conclude Caradonna - Per quel che riguarda l’esportare MyPerception in altri contesti, si tratta di capire come creare il format, che sia chiaro e preciso per tutti. Stabilito questo, potrò richiamare chi mi ha contattato e rendere questa iniziativa un percorso itinerante. Sarei davvero felice di condividere tutto ciò con i colleghi che hanno una mentalità aperta. In questo momento la nostra categoria sta subendo tantissimo: io non credo di aver trovato la soluzione al problema, ma penso che lavorando in questa maniera tutti noi potremmo risollevarci. E per farlo è bene che si entri in una logica di collaborazione e di condivisione delle idee degli altri. Se non sei in grado di cambiare rotta nella tua attività, se non ti muovi per cercare nuovi mercati, nuovi modi di interagire con un pubblico che ancora non hai conquistato, allora vuol dire che il motivo della tua crisi, in qualche misura, sei anche tu. So che costa fatica, ma non possiamo adagiarci e pensare di vivere di rendita».
Un invitato all’evento MyPerception ammira l’installazione di Caradonna attraverso un visore 3D
i propri clienti. Quando si parla con loro di percezione visiva, infatti, si mira a fargli capire come attraverso una lente possano raggiungere una qualità del benessere visivo alta. Attraverso MyPerception ho voluto comunicare gli stessi valori, perché al primo posto c’è stata sempre la vista, ma con un codice espressivo differente. Non ho snaturato il mio campo, sono rimasto sempre Nico, l’ottico che si occupa del benessere visivo dei suoi clienti». Naturalmente questo ha portato anche a un modo diverso di comunicare verso il pubblico e verso il settore. «Mi ha fatto piacere la condivisione che c’è stata da parte di molti colleghi che mi hanno anche chiesto di portare fuori da Modugno l’esperienza di MyPerception, perché hanno compreso che alla gente interessa essere coinvolta con situazioni nuove – prosegue l’ottico pugliese – Ormai portare le persone in negozio solo per correggere i difetti visivi è una cosa superata. Se vogliamo lavorare bene, dobbiamo farlo “intorno” al nostro cliente, perché se riusciamo a fargli percepire di più, a farlo stare meglio, quindi a farlo venire da noi per vivere un’esperienza diversa, di sicuro non ci abbandonerà più anche dal punto di vista professionale puro». Dato lo stretto legame con mezzi e linguaggi nuovi e innovativi, c’è da chiedersi però come abbiano accolto le persone di un’altra generazione il progetto e la sua connessione con i social. «Alcuni sono perplessi, non capiscono il nesso con la mia professione di ottico e forse è anche giusto che all’inizio sia così. Bisogna spiegarglielo, c’è un lavoro quotidiano che devo mettere in pratica nei confronti dei miei follower, o se vogliamo dei miei clienti fidelizzati, che consiste proprio nel rieducarli a una visione che sarà il futuro della mia attività - puntualizza Caradonna - Anche #VisionEmotion, che è il nome del mio blog dedicato all’occhiale di design e nato sulla spinta degli stimoli
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Attualità
OXO: CON IL VISTA-SOLE INCREMENTEREMO IL SELL OUT Anche quest’anno il Consorzio Optocoop Italia ha previsto nel suo piano di comunicazione una campagna dedicata ai filtri solari graduati a cura della redazione
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chiara comunicazione e dal vantaggio commerciale, sia dal punto di vista dell’associato Oxo che vede incrementare il proprio sell-out. «L’attenzione al benessere visivo quotidiano rappresenta, da sempre, una delle nostre priorità - dichiara Luca Sangalli, direttore generale di Optocoop Italia-Oxo - È per questo motivo che da diversi anni la campagna vista-sole gode di grande successo e continua a essere una delle attività più attese. L’attenzione al benessere visivo, alla qualità, al servizio e alla professionalità: ecco la combinazione vincente».
l concept della nuova campagna è in linea con la cifra stilistica 2015 di Oxo ed è caratterizzato dai toni vividi e caldi della primavera, mentre il claim è immediato ed efficace. Quest’anno la comunicazione viene veicolata, oltre che con i materiali pop che ogni punto vendita Oxo ha a disposizione, anche attraverso l’allestimento vetrina che, con la struttura e gli emotional realizzati ad hoc, rappresenta il primo messaggio per il cliente. La campagna ha tradizionalmente ottenuto un buon riscontro sia dal punto di vista del consumatore, interessato dalla
L’allestimento delle vetrine dei centri ottici Oxo per la nuova campagna vista-sole
LAVERMICOCCA: CON OXO IN STILE HIPSTER PER SVILUPPARE IL BUSINESS Il punto vendita, unico associato del Consorzio a Bari, ha ospitato in aprile un evento a forte connotazione social che ha portato un incremento dello scontrino e nuovi clienti. Al centro dell'iniziativa "Don't worry be hipster" c'era la collezione #WLP - We Love People di Oxo, ispirata allo stile che oggi individua un movimento culturale variegato, ma che inizialmente identificava i ragazzi bianchi appassionati di jazz. Farfallino, baffi e occhiali erano i loro tratti distintivi e sono proprio gli elementi con cui è stata decorata la vetrina di Ottica Lavermicocca in occasione dell'evento. «Questo marchio di design e produzione tutti italiani ci ha colpito subito: abbiamo, quindi, accettato con entusiasmo la proposta della divisione marketing di Oxo di ospitare l'iniziativa – spiega Marilena Manginelli, responsabile amministrativa di Ottica Lavermicocca – L'azienda ci ha supportato occupandosi di ogni aspetto dell'organizzazione, dagli steward al materiale espositivo fino alla vetrina dedicata ». Il centro ottico barese ha inoltrato inviti diretti ai propri clienti. «L'evento ha avuto un riscontro al di sopra delle nostre aspettative – prosegue Manginelli – L'aumento dello scontrino è stato del 20% e anche l'inserimento delle nuove anagrafiche è stato eccezionale». Marilena Manginelli, seduta a sinistra, accanto a Daniela Poletti, responsabile marketing e comunicazione di Oxo, e a Ruggiero Lavermicocca, in piedi al centro, con lo staff del punto vendita e gli animatori dell'evento
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MADESANI E Lâ&#x20AC;&#x2122;OPTOMETRIA: IN AULA, IN STUDIO, A CASA Spesso, nel ricordare una persona, la si definisce dedita esclusivamente alla famiglia e al lavoro. Nel caso del noto docente, cremonese di nascita ma toscano di adozione, scomparso nel maggio di due anni fa, questa affermazione corrisponde pienamente alla veritĂ di Angelo Magri
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uando si conobbero, Antonio era un giovane studente di Chimica all’Università di Pisa. «Molto presto prese a frequentare la mia casa e il negozio di ottica e fotografia di proprietà dei miei genitori e ad aiutare mio padre nel laboratorio di montaggio degli occhiali: ecco come si avvicinò al mondo dell’ottica, che fino ad allora non conosceva». Così di Madesani, classe 1948, la moglie Lori ricorda gli anni in cui già la vita privata, che sarebbe poi trascorsa interaAntonio Madesani con una delle sue prime classi all’Irsoo: siamo agli inizi degli anni ‘80 mente in Versilia, a pochi chilometri da Forte dei Marmi, e quella che sarebbe colleghi ne ricordano soprattutto la pacata irostata la sua attività professionale iniziavano a nia e la signorilità, centinaia di allievi hanno intrecciarsi. «Nel 1979, anno della scomparsa di potuto apprezzare la sua gentilezza, la sua dimio padre, dopo un’esperienza come responsa- sponibilità, il suo modo di fare a volte apparenbile amministrativo in un’azienda produttrice e temente troppo rigoroso, ma mai prevaricante, distributrice di impianti d’amplificazione voce mai eccessivo, mai privo di umanità – sottolinea Antonio, per poter continuare l’attività di fami- Alessandro Fossetti, attuale direttore dell’Irsoo glia, insieme a mia madre, cominciò a frequen- e collega di Madesani nell'attività didattica tare il corso di Ottica e Optometria a Vinci: da – Io voglio ricordare anche il suo entusiasmo quel momento nacque in lui la passione per gli per l’Optometria, nato tra i banchi delle aule studi, che completò nel 1983, e per la professio- di Vinci quando, già trentenne, aveva deciso di ne optometrica», ricorda la signora Madesani. prendere l’abilitazione all’esercizio della proUna passione che il marito riuscì brillantemen- fessione di ottico e successivamente il diploma te a concretizzare a differenza dell’altro suo so- di optometrista. Iniziò subito l’attività di insegno nel cassetto. «Antonio ha sempre deside- gnamento, sempre a Vinci, e in quel periodo si rato che la professione optometrica e il profilo appassionò profondamente alla professione opdell’optometrista venissero riconosciuti in Italia tometrica, alla quale ha dedicato poi la sua vita al pari di altri paesi europei e per raggiungere lavorativa, sia con l’insegnamento sia con l’atquesto obiettivo si impegnò moltissimo – dice tività clinica, e parte della vita di relazione, con ancora la moglie Lori – Un impegno che legò la partecipazione a congressi, con la fondaziosoprattutto all’insegnamento, con un vincolo ne di società professionali e scientifiche, con la affettivo particolare nei confronti dell’Irsoo, an- creazione e collaborazione a riviste del settore. che quando la sua collaborazione professiona- Recentemente, dopo una lunga parentesi di insegnamento all’Istituto Zaccagnini e dopo aver le venne destinata ad altre realtà formative». Dall’82 al ’93 all’Istituto di Vinci fu docente di ottenuto l’incarico di docenza al corso di laurea materie professionali al corso di Ottica e do- in Ottica e Optometria dell’Università di Torino, cente di pratica clinica, contattologia e visione Antonio aveva deciso di ritornare dove tutto era binoculare nel corso di Optometria. «Amici e nato: a Vinci. Qui aveva ritrovato i vecchi al-
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se - In questo lungo e importante periodo di collaborazione è stato coinvolto in molteplici attività, tra cui i corsi di Optometria, fin dalla prima edizione nel Congresso Interdisciplinare, ora giunto al diciottesimo anno di attività, dal 2002 nei corsi Ecm e nel primo Master universitario in ipovisione, svoltosi a Bologna nel 2003 grazie alla collaborazione tra l’Istituto Zaccagnini e il Dipartimento di Scienze Rianimatorie e dei Trapianti dell’Università di Bologna». Dal 2009-2010 fu anche professore a
lievi divenuti insegnanti e un ambiente che lo avrebbe stimolato a portare avanti ancora tanti progetti, con l’entusiasmo di sempre». Dopo un decennio abbondante d’insegnamento all’Irsoo, infatti, Madesani decise di attraversare l’Appennino e di portare le proprie abilità didattiche a Bologna. «Antonio Madesani ha svolto la maggior parte dell’attività d’insegnante all’Istituto Zaccagnini, presso cui ha operato dai primi anni ‘90 fino al 2011 – ricorda Giorgio Righetti, direttore dell’Istituto bologne-
ANTONIO SAPEVA ANCHE SDRAMMATIZZARE (PURCHÉ NON GIOCASSE IL MILAN…) «Ho mantenuto tutte le sue cose di là, i suoi strumenti, le sue lenti a contatto, come se dovesse tornare da un momento all’altro…». Così Daniela Righi, titolare di due centri ottici a Prato, ricorda commossa Antonio Madesani, con cui ha collaborato per circa quindici anni. «Abbiamo studiato insieme a Vinci, poi lui ha seguito la strada dell’insegnamento e della professione, io quella più commerciale con i punti vendita aperti nella mia città – spiega l’ottica toscana – Ecco perché ho affidato ad Antonio tutta l’attività e l’immagine professionale dei centri ottici, in cui lui veniva quando insegnava a Bologna, di solito al sabato, e ci portava, oltre che un contributo concreto fondamentale, anche informazioni, notizie, curiosità sull’ottica e sull’optometria. Il suo ruolo era così importante che ancora non l’ho rimpiazzato». Daniela Righi precisa che Madesani era prima di tutto un amico, tranne…quando c’era di mezzo il Milan. «Da milanista appassionato organizzava serate davanti alla tv, con amici o colleghi, per seguire la sua squadra e se si disputava MilanJuventus partivano reciproci e bonari sfottò, vista la mia simpatia per i colori bianconeri», afferma. Per Sergio Cappa, altro noto docente del panorama optometrico italiano, i ricordi sono velati dal tempo, ma uno spicca sugli altri. «Tranne fugaci incontri successivi al Mido, quel lunedì del 2004 fu una delle ultime volte che ci incontrammo. Eravamo insieme ad altri amici italiani e stranieri, a un corso per insegnanti organizzato da Essilor sulle lenti progressive. Noi tutti, e i colleghi d’oltralpe in particolare, un po’ ingessati nel ruolo avevamo preparato il nostro intervento con puntuale professionalità, come tutti coloro che avvertono la difficoltà di essere sotto esame, ancor più se insegnanti già affermati. Inaspettatamente ad Antonio toccò la relazione introduttiva che svolse con la consueta sottile ironia e con la puntuale leggerezza di colui che mostra di non aver dovuto preparare nulla – racconta Cappa – La lineare semplicità con la quale espose temi di alta professionalità non mancò di destare qualche imbarazzo, ma ebbe il merito di polverizzare le tensioni di ruolo e di porre le premesse per una serena giornata di studio fecondo; Antonio rimase per tutto il giorno il regista divertito e divertente di un incontro di utilissimo approfondimento professionale, che una gioiosa foto di gruppo (Madesani è il terzo da destra in piedi) ha impresso nella memoria».
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Madesani accanto all’oftalmologo Francesco Fasce al Congresso Interdisciplinare dell’Istituto Zaccagnini nel 2010
contratto al corso di laurea in Ottica e Optometria all’Università di Torino. Tra i fondatori della Società Italiana di Optometria, di cui è stato presidente nel biennio 2004-2006, della Low Vision Academy e della Società dei Docenti di Optometria, cofondatore della rivista L’Oroptero edita dall’Irsoo, tra l’88 e il ’98 ha collaborato con la Rivista Italiana di Optometria e con Ottica Italiana. Con l’editore di questa testata ha pubblicato “Mille domande per l'ottico-optometrista”, nel 1998. Ha lavorato come optometrista nel centro ottico di famiglia di Forte dei Marmi, ceduto a metà degli anni ’90, successivamente ha svolto attività professionale in proprio e in collaborazione con medici oculisti: in particolare con l’Ottica Daniela Righi di Prato e con uno studio oftalmologico di Marina di Pietrasanta. Ha praticato consulenza con aziende del settore ottico e optometrico ed è stato esperto del ministero della Salute per il Programma di Educazione Continua in Medicina. «Alla sua famiglia, a me e ai nostri due figli, Antonio ha dato tanto e ha lasciato tanto – ricorda ancora la moglie – A noi e alla sua professione di insegnante e ricercatore nell’ottica e nell’optometria ha veramente dedicato tutta la sua vita».
Antonio parla a studenti, ex-alunni e insegnanti al primo “Rivediamoci all’Irsoo”, nel 2011
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Lâ&#x20AC;&#x2122;occhiale sale in passerella insieme ai capi della primavera estate 2015: tra ispirazioni e richiami va alla ricerca dellâ&#x20AC;&#x2122;abbinamento perfetto pagine a cura di Francesca Tirozzi e Nicoletta Tobia
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Education Esercitazioni di contattologia all’Istituto Zaccagnini con strumentazione diagnostica di ultima concezione
ZACCAGNINI: DOTAZIONI INNOVATIVE PER GLI OTTICI DI DOMANI In un contesto sempre più interdisciplinare, seguendo la traccia avviata alla fine del secolo scorso con il suo Congresso, l’Istituto bolognese propone una serie di strumenti innovativi per l'insegnamento del controllo dell’efficienza visiva a cura della redazione
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’Istituto Zaccagnini ha messo a punto, sia come programmi didattici sia come attrezzature, un piano d'investimenti che oggi gli consente di dispor-
re di molti strumenti, alcuni dei quali innovativi per il panorama didattico dell’ottica in Italia e provenienti direttamente dall’esperienza del mondo anglosassone. «Aule, ambulatori
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e laboratori sono attrezzati con strumentazione oftalmico-diagnostica per immagini digitali, connessa a internet e a sistemi di videoproiezione ad alta risoluzione che consentono di-
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Education mostrazioni pratiche con videoproiezione – spiega Giorgio Righetti, direttore della struttura bolognese - I laboratori sono costantemente aggiornati e arricchiti con strumentazione di ultima generazione per consentire tempi più lunghi di pratica agli studenti e migliore qualità delle esercitazioni pratiche e cliniche. Di recente alle dotazioni didattiche si sono aggiunti nuovi strumenti non convenzionali, tra cui i simulatori digitali per oftalmoscopia». Secondo Righetti, infatti, l’uso delle lenti a contatto, che coinvolge un numero sempre maggiore di persone, ha diffuso un livello crescente di conoscenze della contattologia e dell’optometria che hanno migliorato le tecniche di controllo della refrazione. «Soprattutto le nuove generazioni di ottici sono consapevoli che una prescrizione di occhiali o di lenti a contatto efficace parte da una constatazione della funzionalità dell’occhio che gli strumenti di ultima generazione consentono, con i relativi vantaggi che da una valutazione precoce e più tempestiva possono trarre gli utenti finali e i medici oculisti cui l’ottico li indirizza». Sull’ingresso dell’edificio che a Bologna ospita l’Istituto Zaccagnini è, idealmente, appeso il cartello “lavori in corso” e, anche, viste le intense relazioni con il mondo anglosassone “work in progress”, almeno dal 2000, quando «con lo staff dell’Istituto compimmo un’ampia
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L’ISTITUTO IN PILLOLE Biblioteca - Gli studenti possono usufruire di una biblioteca con testi in italiano e in inglese e di sale studio. Ambienti wi-fi e virtual learning - La biblioteca e le aule studio sono inserite in un ambiente cablato, dotato di wi-fi e informatizzato anche per il virtual learning. Collaborazioni internazionali - I legami con i mondi professionali e accademici anglosassoni negli anni sono andati stringendosi, fino alla realizzazione di una laurea triennale inglese in Optometria residente in Italia, nata dalla collaborazione con la Aston University di Birmingham, un’eccellenza del mondo accademico inglese. Tirocini formativi ed esperienze di lavoro in Italia e all’estero - Gli studenti possono compiere tirocini formativi ed esperienze lavorative nel nostro paese e in quelli dell’Unione Europea. Lingua inglese – Gli studenti hanno diverse opportunità per imparare l’inglese, tra cui una, modulo del corso di laurea, comporta la permanenza di quattro settimane alla Aston University di Birmingham, per sviluppare le abilità cliniche e optometriche ed esercitarsi nell’attività clinica. Attività extrascolastiche ed eventi organizzati dall’Istituto - Gli studenti hanno l’opportunità di ampliare le proprie conoscenze e di compiere esperienze attraverso un intenso calendario di eventi extrascolastici. Attività di relazione con gli studenti e le loro famiglie - Con cadenze regolari l’Istituto organizza Open Day di presentazione della scuola: i prossimi sono in programma sabato 24 e domenica 25 maggio e sabato 6 e domenica 7 giugno. Partecipa, inoltre, agli incontri di orientamento promossi da molti enti scolastici, in particolare a Verona al Salone dello studente Job&Orienta. Scuola per Ottici a Bologna - È la prima scuola italiana di ottica per numero di studenti. Corso di laurea inglese in Optometria e Pratica Clinica - È l’ultima arrivata fra le attività dell’Istituto: completamente di area sanitaria, è realizzato in collaborazione con la Life & Health School Sciences della Aston University di Birmingham. Corsi di Optometria e Master - L’attività di formazione si svolge in più ambiti scientifici per consentire ai professionisti, con i suoi corsi di specializzazione e con quelli monotematici, di approfondire, a più livelli, le conoscenze e le pratiche dell’Optometria a livello professionale. I corsi si svolgono anche nelle sedi di Torino e Venezia e in versioni separate per studenti e per chi è già impegnato nel lavoro. Corsi di Formazione e Seminari di Marketing e Strategia Aziendale - Con la divisione Zaccagnini Business School offre corsi che coprono tutti i problemi dell’impresa ottica e corsi customizzati su singole esigenze. Congresso Interdisciplinare – Giunto alla diciottesima edizione, rappresenta l’occasione congressuale interdisciplinare più partecipata dell’ottica e dell’optometria italiana: riunisce ogni anno a Bologna specialisti internazionali di tutte le discipline della visione.
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Education
Esercitazioni di oftalmoscopia con gli esclusivi simulatori digitali in dotazione alla struttura bolognese
analisi sui cambiamenti che la riforma avrebbe prodotto nel rapporto tra scuola e lavoro, prendendo atto di quanto era accaduto nell’Unione Europa in materia di disciplina delle professioni e di quanto sarebbe, inevitabilmente, accaduto da noi – dice Righetti - Abbiamo così potuto studiare e verificare quello che facevano i paesi più evoluti d’Europa ed elaborato una profonda riflessione che ci ha indotto a ripensare la nostra visione della funzione della scuola, a imprimere una svolta
alla didattica e ai programmi dei corsi, ad ampliare la gamma delle nostre attrezzature didattiche, le relazioni con gli studenti e con i nostri partner del mondo delle imprese». Da allora la mission dell’Istituto bolognese è stata quella di «mettere a disposizione degli studenti, desiderosi di acquisire un titolo professionale e dei professionisti che vogliono conferire maggiore qualificazione alla propria attività, la nostra offerta formativa, gli eventi di cultura professionale che promuovia-
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mo, le intense attività di laboratorio e di esercitazioni cliniche, rese possibili dal numero, attualità e completezza delle attrezzature tecnico-professionali – sottolinea ancora Righetti - Tutto ciò è stato fatto per trasmettere agli studenti il più ampio bagaglio di conoscenze e, contemporaneamente, rendere loro familiari le pratiche e gli strumenti richiesti dall’esercizio della professione per consentire, tra l’altro, un più facile e rapido insediamento nel posto di lavoro».
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Practice Management
L’IMPRESA, PRIMA DI TUTTO Ripensa la tua impresa dell’ottica: potrebbe essere il titolo non solo di questo capitolo, il primo di nove, ma dell’intera rubrica che guiderà gli imprenditori ottici a confrontarsi con l’evoluzione del mercato e con le rinnovate esigenze che esso impone su un arco di tempo di almeno un quinquennio
di Nicola Di Lernia Esperto del mercato dell'ottica
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voro alle spalle. Quindi è necessario che l’immagine, la storia corrispondano ai fatti e alle dichiarazioni di oggi. Allo stesso modo è l’imprenditore o l’imprenditrice dell’ottica a doversi rimettere in discussione sul piano personale prima di mettere mano sugli altri. Sapete quanto importante sia essere in forza con se stessi, quanto questo sia in grado di provocare il cambiamento o riaffermare i punti di forza. Ecco, ritornare a coltivare il proprio giardino resta il consiglio migliore che io possa darvi. Necessario a qualsiasi rinascita. Da qui il rapporto con la squadra di cui si dispone diventa non dico una strada in discesa, ma almeno più facile da
l primo dei fattori critici della crescita di un’impresa ottica nel prossimo quinquennio è il fattore impresa. Ovvero quanto l’imprenditore sia in grado di valorizzare i fattori interni ed esterni e di renderli ancora appetibili a un pubblico che ha rimesso in discussione le regole del gioco commerciale. Quello dell’impresa è un lavoro di fondamenta. Si parte dagli elementi che si sono sedimentati quasi inconsapevolmente negli anni (il nome, l’immagine, la reputazione) per dare loro nuovamente lustro e vigore. Non basta, come si è fatto giustamente nel recente passato, aggiungere l’anno di fondazione di un’impresa o la mission aziendale, se non è stato fatto un la-
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Practice Management affrontare. Voi stessi avete provato i principi della riconversione, dell’autoanalisi e siete in grado di proporli ai vostri collaboratori nella logica del miglioramento dell’impresa e di loro stessi. Quando tutto questo ha preso il suo corso si può affrontare il mondo esterno ed esercitare quelle azioni che ci portano a fare il nostro business o a potenziare la cerchia di relazioni che indirettamente lo compongono. Bene, torniamo a coltivare prima il nostro giardino e poi quello degli altri. L’impresa tornerà a rifiorire e a essere ambita. Heritage, identity, coaching, team: ecco i quattro punti di partenza per ripensare un’impresa ottica per i prossimi cinque anni. Heritage Come può aiutare una strategia di heritage un’impresa di ottica che abbia un passato da raccontare? L’heritage utilizza il patrimonio storico dell’impresa come risorsa strategica di cui permeare le azioni di branding e comunicazione. La crisi ha demolito e indispettito i consumatori che si trovano a rincorrere certezze difficilmente rintracciabili a occhio nudo. L’heritage aiuta l’azienda a far riferimento a un periodo storico più positivo per tutti, a garantire originalità e qualità alle proposte, dà la sensazione della resistenza al tempo e alle mode e offre sinergia con il territorio attraverso immagini passate riconducibili alla memoria collettiva. Un leader dell’heritage? Gucci, tra i primi 50 brand più conosciuti al mondo. Grazie ai suoi colori istituzionali, verde e rosso, tratti dalla tradizione cavallerizza e alla sua borsa bamboo, icona degli anni ‘50, immortalata nel meraviglioso museo di Firenze che Gucci si è dedicato a due passi da piazza della Signoria.
un’impresa. Se paragonassimo l’impresa a una persona, potremmo affermare che quest’ultima non si contraddistingue solo per la sua fisionomia e il suo abito ma anche per i segni che lascia dietro di sé. Direi quindi che una corporate identity che si rispetti, come le persone, si differenzia nella sua evidenza e nei suoi segnali di passaggio. È il connubio tra l’elemento fisico e quello immateriale, a volte spirituale, che ci fa innamorare di più di una cosa o di una persona rispetto ad altre. Prendiamo un esempio emblematico e allo stesso complesso come quello di Chanel. Se mostrate la camelia sull’asta di un occhiale a una “fashionista”, questa vi risponderà subito Chanel senza neppure osservare il marchio… Coaching Ogni cambiamento, qualsiasi processo di rivitalizzazione necessita della figura di un coach che lo conduca. Siamo partiti dalla storia, dalle sue immagini, dal valore che i segni rappresentano per noi e gli altri e ora ci troviamo di fronte a noi stessi. A chi vuole riaffermare i propri principi in mezzo a un mare di approssimazione. Josè Mourinho, il grande allenatore di calcio, afferma: “la mia vita consiste sempre nell’essere un passo avanti”. Mourinho è uno che prepara tutto mi-
Identity Il vestito fa il monaco. Un’azienda alla conquista del mercato del prossimo quinquennio non può prescindere da una corretta impostazione della propria corporate identity. Passiamo ora a una traduzione semplice ma non scontata dell’affermazione aziendale. Stiamo parlando dell’identità aziendale ovvero del timbro di riconoscimento di
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Practice Management
sui successi e gli insuccessi. Certo, molto dipendeva da lui ma godetevi queste piccole indiscrezioni che ci fanno capire il rapporto coach-team. Jobs aveva un team di 100 persone che chiamava tutte per nome. Un team che lavora per 3 anni 90 ore la settimana ovvero quasi il doppio di un normale team. Un team che lavora fino al mattino del giorno di lancio dell’iPod per realizzare un’importante variazione richiesta dal coach. A volte non tutto è perfetto all’inizio, serve testare, lavorare e valutare le persone che ci accompagnano. Ma ricordate che il vostro ruolo è quello del selezionatore, dello scopritore di talenti. Non sorprendetevi delle vostre capacità di portare tutti a un risultato insperato. Ce la potete fare benissimo. Basta essere riconosciuti leader, dare valore al team passo dopo passo, condurlo oltre la siepe e condividere con loro il vostro successo tanto da renderli fedeli per i prossimi anni e orgogliosi di “appartenere” a voi. Senza un grande team, presente o da formare, non raggiungerete mai nei prossimi anni le vette che questa rubrica intende sottoporvi nei prossimi numeri.
nuziosamente. Conosce vita morte e miracoli non solo dei giocatori avversari ma, soprattutto, dei suoi colleghi allenatori. Sa come ragionano, sa cosa pensano, sa le mosse che faranno e quando le faranno. Questo è fondamentale per essere credibile agli occhi dei suoi giocatori. Perché quando lui dice “adesso l’allenatore toglierà quel giocatore e metterà dentro quell’altro” e puntualmente questo accade, la sua credibilità schizza alle stelle e i suoi giocatori non possono fare a meno di seguirlo, perché si fidano e sanno di essere guidati da una persona competente. Team Anche un genio necessita di un team all’altezza. Nessuno di noi è in grado di raggiungere un grande successo da solo. Se oggi dovessimo fare il nome di un genio, la maggioranza direbbe Steve Jobs. Ci viviamo tutti i giorni con le sue invenzioni e godiamo della sua creatività, ogniqualvolta ascoltiamo musica, navighiamo o semplicemente telefoniamo. Eppure anche Jobs aveva un team con cui confrontarsi
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Il nuovo capitale
CRESCERE ANCORA, SI PUÒ Sapete qual è il segreto degli ottici di successo, quelli che hanno sempre il negozio pieno? Sapete come fanno ad avere i magazzini vuoti e le tasche piene, a essere felici di andare al lavoro ogni mattina, a non beccarsi mai neanche un raffreddore, ad andare in vacanza e continuare a guadagnare?
di Michaela Gariboldi e Paolo Valentini*
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umane. Aiutiamo molti vostri colleghi ad avere successo con la loro attività e, di conseguenza, a migliorare la loro vita. E lo facciamo partendo dal mettere in comune con loro il segreto del successo, che ha un nome ben preciso: capitale umano. Abbiamo verificato, infatti, che il vero fattore che fa la differenza in un’attività, decretandone il successo o il fallimento sono le persone che lavorano al suo interno: in altri termini, voi. In questa rubrica, che si articolerà in cinque puntate, vi racconteremo gli aspetti di tale segreto per aiutarvi a fare anche del vostro negozio un negozio di grande successo.
on sono tantissimi i vostri colleghi che oggi, nei giorni della crisi, sono cresciuti e hanno aumento il loro fatturato. Certo è che alcuni ci sono e noi molti di questi li conosciamo, abbiamo lavorato con loro e con loro abbiamo condiviso quel “segreto” che oggi abbiamo deciso di rivelare anche ai lettori di questa rivista. Siamo due consulenti che da anni si occupano del settore dell’ottica, in particolare di risorse * Michaela Gariboldi, socia di Open Source Management, è specializzata in risorse umane e management per le Pmi italiane. Paolo Valentini, esperto in marketing e gestione delle risorse umane, con un focus pluriennale sul mercato ottico italiano, è titolare di I-Profile Venezia. Open Source Management opera nel mondo della consulenza aziendale. I-Profile Venezia è l'azienda franchisee di Osm per le province di Rovigo e Venezia.
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Il nuovo capitale
mis un leader e diventare una guida per voi stessi e Lo faremo dandovi consigli per i vostri collaboratori. utili e con un focus specifiDovete saper ispirare fiduco: come voi e i vostri uocia e tracciare un percorso mini potete davvero fare la che i vostri uomini e i vostri differenza? Potete davvero clienti possano abbracciacrescere ancora, dovete re con entusiasmo. I cliensolo tornare a pensarla in ti, come i collaboratori, vi grande, come quando avedaranno il massimo della te iniziato a muovere i prilealtà se saprete ispirarli e mi passi nel vostro negozio. spiegare loro la causa in cui Di seguito trovate una brecredete. Abbiamo chiesto ve anticipazione di quanto a diversi clienti finali che vi racconteremo nel corso cosa considerino veramente dei prossimi numeri. importante in un negozio di Le vostre idee, ottica: tutti cercano nell’otla base del successo tico qualcuno che li sappia imprenditoriale Albert Einstein sosteneva La copertina de “Il nuovo capitale”, scritto da Paolo Ruggeri davvero ascoltare e consiche “soltanto uno stolto po- di Osm e pubblicato da Engage Editore, che ha ispirato il gliare nel trovare la giusta nome di questa nuova rubrica soluzione al loro problema. trebbe pensare di ottenere risultati migliori, continuando a fare le stesse La ricchezza è proporzionale cose”. La rivoluzione epocale che stiamo viven- alla capacità do come persone, consumatori e imprenditori di far vincere gli altri ci impone un cambio radicale di rotta. Ma non Molti concetti che portano alla prosperità sono otterremo grandi risultati se non cambieremo le controintuitivi e uno di essi è proprio questo. Otidee che stanno alla base del nostro agire. Di- terremo successo nella misura in cui sapremo versi ottici che abbiamo aiutato a crescere in far vincere gli altri, collaboratori e clienti, attraquesti anni non riuscivano a raggiungere i pro- verso la nostra offerta di prodotti e servizi e atpri obiettivi perché convinti che fosse sufficiente traverso la nostra impresa. Nessun imprenditore avere un’ottima preparazione professionale. Ma è diventato grande senza avere validi collabooggi tutto questo non è più sufficiente (o forse ratori. Per questo dovete diventare bravi nel non lo è mai stato), poiché oltre che esperti nel fare qualcosa in cui sapete di poter essere unici vostro settore è indispensabile che siate anche e nel trovare il modo di moltiplicare questa uniesperti come imprenditori, imparando a fare tut- cità attraverso il supporto di altre persone. Molti te le azioni necessarie a diventarlo: avere uno ottici in questi anni ci hanno ascoltato in questo scopo ben preciso, conoscere i costi e i margi- paradigma e hanno visto crescere le loro azienni dei prodotti, saper ascoltare il cliente, saper de molto di più di quanto avessero mai sperascegliere e motivare i propri collaboratori, fare to di poter fare. Nei prossimi numeri parleremo dell’importanza strategica della formazione vomarketing in via continuativa. stra e del vostro team e delle abilità che potete Essere un leader Come imprenditori dovete saper essere in pri- sviluppare e far sviluppare ai tuoi collaboratori.
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METAFORE Cosa hanno in comune un puzzle, un romanzo e una collezione di occhiali? Tutte le tessere devono essere al posto giusto per vedere l’immagine completa, per leggerne il racconto, per comprenderne l’idea
di Laura Rattaro*
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leggere la prima pagina: l’incipit. Dipende tutto da questo. L’incipit di un romanzo è come l’apertura di una couvette. Se forma, colori, equilibrio e coerenza di una collezione suscitano curiosità, allunghiamo le mani e tocchiamo gli occhiali, apriamo le aste, ce li proviamo e in una manciata di secondi ne siamo conquistati oppure no. È una fase che, volenti o meno, non controlliamo con la razionalità e affidiamo a quella sfera di sensazioni la decisione inconscia di continuare a “sfogliare” anche le altre pagine di quel racconto oppure di chiudere la couvette proprio come se fosse la copertina di un libro. Nel caso in cui il prodotto ci catturi, chiediamo, questa volta con coscienza, di conoscere prezzo, qualità, provenienza e altro per decidere se quegli occhiali siano adatti al nostro negozio e alla nostra clientela e se ci consentiranno di fare un buon business. Se
n occhiale è come un romanzo: ha sempre una storia da raccontare. E come un romanzo va costruito seguendo una trama, rispettando regole, sintassi, forma, ritmo, coerenza stilistica ed equilibrio, così anche un occhiale, per essere venduto, deve convincere. Siamo abituati a giudicare il prodotto finito e a farci conquistare a prima vista, proprio come succede quando in libreria veniamo attratti da una copertina o da un titolo. Se la curiosità si è accesa leggiamo i risvolti per capire se la storia o l’argomento possono interessarci e, se l’attenzione non crolla, arriviamo a
* Nasce a Genova, si diploma in ottica e trascorre i primi anni nel centro ottico del padre Armando. A Parigi impara a progettare montature per occhiali e a realizzarne i prototipi, avvia l’attività di progettista di occhiali prima per piccole aziende italiane, poi per medie e grandi imprese tedesche. Oggi collabora dall’Italia come freelance con medio-piccole aziende di nicchia.
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un’azienda che decide di mettere sul mercato un pro- catori, dare il proprio contributo con coerenza, scridotto (e questo vale per tutte le aziende, produttrici vere la propria pagina di storia seguendo la trama, di occhiali comprese) è consapevole dell’importanza accordandosi sullo stile e armonizzando il prodotto di quella manciata di secondi in cui i prodotti si sve- con tutte le sue necessarie appendici, allora cominleranno alle sensazioni di chi deve comprarli, allora cio a credere che la magia si avveri e che tutto il lavoro fatto insieme possa rivelarsi per quello che è progetterà all’origine un racconto convincente. Come ho avuto già occasione di affermare in que- nell’istante in cui i coperchi delle couvette si alzano, sta rubrica, tutto nasce da un’idea che non per forza come quando la copertina di un romanzo si apre e deve essere un’idea di fantasia o rivoluzionaria. Può l’incipit scatena l’emozione. essere anche la più semplice e collaudata, conosciu- Paragonare la stesura di un libro alla realizzazione ta e, perciò, tranquillizzante; ma se è coerente, com- di una collezione di occhiali è, mi rendo conto, un po’ pleta, intonata e armoniosa, sarà sempre percorribi- un azzardo. Le analogie costruttive sono assai diverle e degna di attenzione. Così come esistono romanzi se a cominciare dagli artefici: un romanzo lo si scrive in gran “perfetti” con parte da soli, trame commentre per plesse e perprodurre sonaggi inteuna colleressanti, uno zione di ocstile sublime, chiali sono un ritmo imnecessarie peccabile e molte figure un carico di professiosignificati nali. Ma mi che suscitapiace penno profonde sare al mio riflessioni lavoro come nel lettore, al racconto ci sono andi una stoche libri che ria o come raccontano alla tessera storie forse Puzzle, immagine di Laura Rattaro di un puzzle, meno grandiose, i cui personaggi sono più comuni e lo stile e il perché è proprio così. Tolte le aziende che non hanritmo più tranquilli, ma per come sono scritti o per- no nulla da dire, alle quali non sono certo dedicate ché toccano alcune corde sensibili del nostro senti- le mie riflessioni, altre hanno storie da raccontare, re, ci fanno arrivare all’ultima pagina e ci regalano sempre e comunque. Sono le aziende costituite da persone che hanno un sogno, una visione, una pasun’emozione. In una parola: funzionano. Ecco, nel momento in cui progetto una collezione di sione da condividere. Non concepiscono il profitto occhiali, lo faccio con più piacere e passione quan- come un’ansia da placare o un’idea fissa da persedo capisco che il mio intervento non è altro che una guire con accanimento, ma come ovvia e naturale delle pagine del romanzo che l’azienda ha deciso di conseguenza di un processo pregno di significato, raccontare. Quando osservo tutte le parti in causa, competenza, creatività, gioia di dare un senso al dagli artigiani ai manager, dagli agenti ai comuni- proprio lavoro e, perché no, alla propria vita.
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Lenti oftalmiche
ZEISS ACADEMY: LA CULTURA TECNICA RENDE GLI OTTICI PIÙ FORTI Sopravvivere ai cambiamenti del settore e aumentare il traffico nel punto vendita: sono gli obiettivi del programma di formazione dell’azienda di lenti oftalmiche e strumenti, giunto alla quarta edizione e caratterizzato da approfondimenti sulle tecnologie a cura della redazione
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e costante nel tempo. L’obiettivo è fornire tutti gli strumenti necessari per innalzare gli standard di servizio all’interno del punto vendita, creare i presupposti per la costruzione di un rapporto duraturo con la clientela e accrescere la competenza in termini di consulenza e vendita. L’iniziativa, nata nel 2011 e giunta alla quarta edizione, prende le mosse dalla consapevolezza che, per vincere le numerose sfide di un mercato in costante evoluzione dove il valore della professionalità assume un ruolo sempre più rilevante per conquistare la fiducia del cliente finale, un continuo aggiornamento è il primo importante passo in risposta a queste esigenze. Soddisfa, inoltre, la volontà di creare un vero e proprio indirizzo di cultura tecnica e manageriale per garantire l’eccellenza dei nostri partner: un percorso formativo completo e continuo che conferisce all’ottico imprenditore un importante valore aggiunto alla propria crescita professionale. Tramite l’Academy, Zeiss vuole puntare sulla costante formazione dei centri ottici: perché è così importante per voi? La formazione continua e l’aggiornamento professionale dei centri ottici favoriscono la conoscenza e la condivisione. Per comprendere meglio il valore che attribuiamo alla formazione, prendiamo in prestito le parole di Charles Darwin che, in tempi non sospetti,
iù di 30 giornate di formazione suddivise in quattro corsi, 14 città toccate in tutta Italia: è il percorso formativo proposto dalla Zeiss Academy 2015. Come avvenuto negli anni precedenti, i corsi sono tenuti da Lucia Castano, Gian Andrea Ianese e Giancarlo Montani, affiancati dai trainer Zeiss. Chiara Mordente, customer development manager di Carl Zeiss Vision Italia, spiega i presupposti e gli obiettivi dell’iniziativa. Cos'è la Zeiss Academy e come è nata l'iniziativa? Zeiss Academy è un progetto formativo che guida l’ottico attraverso una crescita professionale interattiva
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Lenti oftalmiche affermava che in un sistema in evoluzione non sopravvive la specie più forte, ma quella capace di adattarsi al cambiamento. Dunque, formazione continua come possibilità di adeguarsi al cambiamento e migliorare la propria competitività. L’aggiornamento professionale è, inoltre, da intendersi anche come mezzo per conquistare nuova clientela, fidelizzare quella attuale e distinguersi dalla concorrenza. Occorre differenziarsi disponendo di plus in termini di qualità e innovazione e sapendo sempre sorprendere piacevolmente i clienti con conoscenze aggiornate, idee nuove, proposte uniche e un servizio sempre più personalizzato e qualificato. Quali sono stati i risultati raccolti in questi anni di attività della Zeiss Academy? I risultati raccolti in questi anni sono molto incoraggianti e sempre migliori: ci spingono a continuare a investire in questo progetto con fiducia sempre crescente e a realizzare una proposta formativa che continui a creare interesse nei potenziali partecipanti. Nello specifico, abbiamo registrato un’importante crescita
Nelle foto in queste pagine, due tappe della Zeiss Academy 2015
di fatturato nella relazione commerciale con gli ottici che hanno preso parte alle nostre sessioni formative, oltre a un generale apprezzamento per i corsi proposti e per le informazioni di volta in volta condivise. A conferma di ciò ci sono vari indicatori: buoni giudizi nei questionari di valutazione dei corsi, la presenza di nuovi professionisti e di un gruppo ormai numeroso di ottici che continua, anno dopo anno, a intervenire e che, soprattutto, ci chiede di far partecipare il proprio staff al completo, con l’obiettivo di essere tutti allineati e ugualmente informati. Quali sono, invece, le novità della Zeiss Academy 2015? Non parlerei di novità in senso stretto. Diciamo che, in linea generale, nel momento in cui andiamo a ragionare sull’offerta formativa dedicata ai nostri partner, siamo sempre guidati dall’obiettivo di proporre contenuti e approcci nuovi. Rappresentativo di questo orientamento è il corso introdotto quest’anno, “Delighting Customer Game”, completamente costruito su nozioni di marketing e commerciali, finalizzate a massimizzare l’efficacia della proposta al consumatore finale, con una metodologia pratica e partecipativa attraverso la facilitazione di modelli comportamentali, attività di gruppo e momenti di riflessione individuale. A questo si aggiungono incontri dedicati alla conoscenza e all’approfondimento della strumentazione Zeiss. Si tratta di veri e propri open day durante i quali, alla presenza di personale Zeiss qualificato, gli ottici avranno l’opportunità di provare la strumentazione o, per i possessori, di chiarirne l’utilizzo. In particolare, gli strumenti a disposizione saranno i.Profiler Plus, i.Terminal 2, VisuScreen, i.Com Mobile.
ZEISS MANDA GLI OTTICI IN BUCA L’azienda presenta Invitational Zeiss Golf 2015, dedicato a tutti gli ottici e ai loro clienti appassionati di questa disciplina sportiva: sono previste tre tappe che toccheranno il 18 maggio l’Olgiata Golf Club di Roma, l’8 giugno l'Asolo Golf Club di Cavaso del Tomba, in provincia di Treviso, e il 22 giugno il Golf Club Varese di Luvinate. Un'opportunità per incontrare l’azienda sul green, partecipare a una competizione e scoprire le novità che Zeiss ha lanciato nelle ultime settimane. Pagina 1
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Lenti oftalmiche
HOYA SENSITY: ANCORA VIAGGI DA SOGNO Fino a luglio, acquistando le lenti fotocromatiche della multinazionale giapponese, i centri ottici italiani potranno partecipare all’estrazione settimanale di un week end in note località turistiche a cura della redazione
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La locandina del concorso
i conoscono i primi vincitori della nuova edizione del concorso legato alla lente Sensity di Hoya: Ottica Maestrutti di Udine, avviata nel 1966, Foto Ottica Max di Genova, punto vendita aperto negli anni Ottanta dalla famiglia Angius, e Ottica Abc di Sergio Sgalla, centro ottico indipendente di Ancona. Dopo il successo dell’autunno scorso, torna, infatti, l’iniziativa che premia con «mete sempre ricche di fascino, suggestive e soprattutto adatte a testare l’efficacia delle lenti Sensity in qualsiasi condizione – spiegano alla Hoya Lens Italia – Hoya Sensity è veloce nell’attivazione in tutte le condizioni climatiche: grazie alla Stabilight Technology, raggiunge massima percentuale di scurimento, ha toni di colore intensi e naturali, più piacevoli sia per il marrone sia per il grigio in quanto non tendenti al rosso e al violaceo; infine assicura ottima qualità visiva e lunga durata garantite dalla Photochromic Precision Technology». Lanciate un anno fa, le lenti Hoya Sensity sono disponibili in un’ampia gamma, studiate per lenti evolute free form e vengono proposte in tutte le geometrie con tutti i trattamenti top Hoya, inclusa la gamma Hoyalux iD. Per l’edizione primavera-estate 2015 sono in palio
un week end a scelta tra Courmayeur, uno dei luoghi più rinomati delle Alpi in ogni stagione, e in una masseria in Puglia, ricca di tradizione, storia, natura e di atmosfere mediterranee. Il super premio finale: un viaggio a Marrakech, la città più famosa del Marocco.
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A PROPOSITO DI ROSE K La famiglia di lenti Rose K è stata inventata da Paul Rose, un optometrista di Hamilton, Nuova Zelanda. Paul si domandava cosa si potesse fare per i pazienti affetti da cheratocono, una condizione progressiva nella quale la superficie della cornea prende la forma di un cono. Una volta compreso che il problema con le lenti tradizionali consisteva nel fatto che non si adattavano alle cornee con forma irregolare o alla forma dell’occhio, ha cercato di sviluppare una lente a contatto che fosse più confortevole per i pazienti, che fosse più facile da applicare e che fornisse una visione migliore per coloro che sono affetti da cheratocono. Paul Rose ha iniziato lo studio delle lenti per Cheratocono Rose K nel 1987. Dopo averne testate 700 e 12 differenti design, ha prodotto un set diagnostico di 26 lenti che potevano essere applicate su tutti i pazienti. Ci sono voluti ulteriori due anni per il perfezionamento del design
prima che fosse lanciata sul mercato neozelandese nel 1990. Nel 1995 le lenti Rose K hanno ottenuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA) per la commercializzazione negli Stati Uniti. Da quel momento il progresso tecnologico ha portato all’introduzione della lente Rose K2, con la superficie anteriore a controllo delle aberrazioni fornendo una visione migliore; Rose K2 per Cornea Irregolare (IC), lente per più ampie aree di distorsione corneale; Rose K2 Post Graft (PG), una lente per i trattamenti post chirurgia; Rose K2 NC, una lente specifica per i coni puntiformi. Infine nel 2013 Rose K2 XL, una lente corneo-sclerale concepita per l’applicazione su pazienti che non tollerano lenti corneali RGP più piccole: degenerazione marginale pellucida, cheratoglobi, anelli intrastromali e per pazienti con una significativa distorsione corneale dopo trapianto.
Le lenti Rose K oggi sono prodotte in 18 paesi e distribuite in oltre 88 stati: sono divenute il marchio prescritto più frequentemente in tutto il mondo per le cornee irregolari. A PROPOSITO DI MENICON: Menicon Co., Ltd (www.menicon.com), fondata dal Signor Kyoichi Tanaka nel 1951, è la prima e la più importante azienda di produzione di lenti a contatto del Giappone, rappresentata oggi in più di 30 paesi. Menicon è il solo produttore al mondo che dedica tutte le sue attività alle lenti morbide e rigide, incluso lo sviluppo dei materiali, la concezione delle lenti e la fabbricazione delle lenti a contatto e delle soluzioni per la manutenzione. Menicon è un leader mondiale per lo sviluppo delle lenti rigide hyper-trasmissibili (Menicon Z) e morbide (Menicon PremiO, gamma Miru 1 Month e Miru 1 Day Flat Pack).
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Gamma ROSE K per cheratoconi e cornee irregolari La scelta delle geometrie in materiale Z o EX Paul Rose spiega le caratteristiche della lente Rose K Optometrista neozelandese, Paul Rose è il padre della lente Rose K e dello sviluppo della geometria Rose K2 con il controllo delle aberrazioni per dare un maggior comfort e una migliore qualità di visione ai portatori di cheratocono. La gamma è stata in seguito completata con altre due geometrie: Rose K Post Graft e Rose K IC per applicare su post trapianto e Post Lasik. Da quando Menicon ha acquisito la società Rose K nel 2008, Paul Rose prosegue il suo impegno nella divulgazione nel mondo del marchio Rose K insieme ai distributori presenti in oltre 60 paesi. Quali caratteristiche rendono le lenti Rose K diverse dalle altre lenti per cheratocono? a. La semplicità dell’applicazione: le lenti Rose K si applicano secondo un protocollo applicativo articolato in 5 punti chiave con un tasso di successo pari all’80% a livello internazionale. b. La geometria segue parallelamente la progressione dello stadio del cheratocono: non si rende necessario cambiare la geometria con l’evoluzione del cono. c. La zona ottica ed i raggi periferici non sono da tenere in considerazione: questi parametri sono definiti et modificati automaticamente quando si stringe la lente per mantenere una buona applicazione sulla cornea. d. Le aberrazioni sferiche: sono ridotte al minimo per apportare una miglior acuità visiva grazie alla faccia posteriore e anche anteriore. e. La facilità di aggiustamento in periferia: grazie alla flessibilità di scelta dell’Edge Lift. Quale sarebbe secondo lei il punto più importante da sottolineare? L’Edge Lift rappresenta sicuramente il fattore chiave per la riuscita di un’applicazione su cheratocono. Se l’Edge Lift scelto non va bene, la lente non sarà confortevole. Gli applicatori prediligono spesso l’ap-
plicazione nella zona centrale, ma forse non considerano abbastanza la zona periferica.
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Il marchio Rose K è riconosciuto a livello internazionale. Come spiega questa “Success Story”? Per rispondere a questa domanda, bisogna citare e combinare varie ragioni: - Innanzitutto il tasso di successo immediato fin dalla prima lente nell’80% dei casi. - La facilità per l’applicatore di utilizzare un set di prova di 26 lenti. - La refrazione complementare minimizzata dal fatto che il potere negativo delle lenti di prova aumenta man mano che i raggi dimiIRREGULAR CORNEA nuiscono. - La vastità della gamma e dei parametri disponibili. - La semplicità del concetto applicativo. - Le molteplici presentazioni in ogni paese e la pratica applicativa. - I supporti e gli aiuti all’applicazione. - Il piggy back. - L’approvazione FDA per il mercato americano. - Il livello mondiale di distribuzione. - Le informazioni ai portatori attraverso Internet. - Il riconoscimento a livello mondiale come marchio di lenti per cheratocono.
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I 5 punti importanti nell’applicazione delle lenti Rose K (iniziando da un set di prova) 1 Applicazione zona centrale 2 Applicazione in periferia 3 Diametro 4 Posizionamento 5 Movimento
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Edwin Erbert Land: ecco il nome di un inventore americano che ha cambiato per sempre il “modo di fissare”. Negli anni ‘30, nel corso dei suoi studi universitari, Land mette a punto un foglio di plastica che integra dei cristalli di solfato, dando alla luce la pellicola POLAROID. Abbandonata l’università, lo scienziato decide di utilizzare il proprio garage come sede di Polaroid Corporation, dove impiega la scoperta per la realizzazione dei primi occhiali che tengono conto del principio della polarizzazione della luce. L’impiego del foglio Polaroid si traduce per Land in un processo irreversibile di intuizioni che lo porterà ad altre tappe storiche, una su tutte la macchina fotografica in grado di sviluppare le immagini in 60 secondi. Dal primo occhiale da sole con filtri polarizzanti a oggi sono passati parecchi decenni, durante i quali il marchio Polaroid si è confermato quale prodotto di punta nel mercato nell’ottica. Oggi più che mai la sensibilizzazione verso la protezione visiva rende le lenti Polaroid un irrinunciabile punto di riferimento. La luce polarizzata è generata dal riflesso della luce: quando un fascio luminoso cade su una superficie riflettente, può creare una sorta di alone che rende la visione meno nitida e meno rilassata. Il riverbero sull’acqua, i bagliori sulla sabbia o sull’asfalto mentre siamo alla guida sono le più comuni situazioni visive in cui tutti, prima o poi,
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ci imbattiamo. Si tratta di effetti che possono costituire anche un pericolo, interferendo con la qualità delle immagini. Una lente con filtro polarizzante, che si frappone tra il raggio luminoso e l’occhio, riesce a schermare la distorsione, rendendo la visione nettamente più piacevole e precisa. Le lenti Polaroid raccontano una storia che è nata nel 1937 e che ha confermato nel tempo un sodalizio con la gamma solare tradizionale. Oggi si vestono di una nuova opportunità: la linea vista-sole permette a tutti coloro che hanno necessità di correzione di beneficiare di un marchio altamente tecnologico che si occupa e si preoccupa del benessere visivo. In seguito al connubio professionale con il brand tutto italiano Oftalmica Galileo che porta con sé un’altra grande storia nell’ottica, da maggio sono disponibili nella declinazione monofocale e progressiva. Le polarizzate presentate al mercato in partnership con Galileo si avvantaggeranno anche dell’ottima prestazione del trattamento Neva Max Solaire UV realizzato sulla superficie interna, che incrementerà ulteriormente le performance delle lenti e la difesa dai raggi ultravioletti. Neva Max Solaire UV: la garanzia per una totale protezione. L’expertise di Polaroid e di Galileo sarà un motivo in più per scegliere la soluzione vista-sole polarizzata, protetta e fedele.
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Le lenti Filab sugli occhiali Billionaire Italian Couture Filab nasce una ventina di anni fa su iniziativa di Andrea Bernardini e si dedica alla costruzione di lenti oftalmiche minerali e organiche. L’azienda ha avuto una crescita costante grazie agli investimenti fatti sia in formazione del personale sia in dotazione strumentale sempre più avanzata e di ultima generazione, permettendo di garantire alta qualità produttiva a prezzi competitivi. Il reparto di produzione è in grado di costruire qualsiasi tipologia di lenti (da vista, da sole e vista-sole), il reparto trattamenti e colorazioni interno è in grado di eseguire qualsiasi tipo di lavorazione riuscendo così a ottimizzare i tempi di evasione dell’ordine. Non meno importante, in un’ottica di offrire al cliente un servizio completo, il reparto montaggi è in grado di eseguire tutti i tipi di montaggio, di riparazione o saldature e telebisellatura. L’intera produzione, a partire dalla costruzione fino agli ultimi trattamenti che possono rifinire la lente dandogli un maggior valore aggiunto, vengono eseguiti rigorosamente ed esclusivamente nei reparti ubicati presso la sede di Lucca. In un orizzonte di un mercato completamente globalizzato, la Filab ha mantenuto la connotazione italiana senza mai rinunciare alla qualità del prodotto. Da qui è nato il motto “Mani, Mente e Cuore Italiani”, accompagnato dai colori della
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nostra bandiera. L’azienda è oggi particolarmente attenta alla prevenzione e protezione oculare, ai problemi di invecchiamento cellulari e ai danni derivanti dalla “luce blu”, causa di reazioni fotochimiche ritenute corresponsabili di danni retinici. Anni di studi eseguiti dal reparto di ricerca e sviluppo hanno permesso di realizzare un im-
portante progetto, la nuova linea di lenti fotoselettive Floox, che, grazie a un’innovativa tecnica di colorazione, sono in grado di assorbire oltre il 95% della radiazione luminosa, causa delle princi-
pali patologie oculari, fino a una lunghezza d’onda di 520 nm senza alterare la percezione visiva del portatore. Tale assorbimento produce un sensibile miglioramento della visione, aumento del contrasto, aumento della percezione spaziale e della profondità, aumento dell’acuità visiva e diminuzione dell’abbagliamento. Queste lenti sono disponibili, oltre che nei classici tagli da 450 a 540 nm, anche e solo in esclusiva Filab nei colori Fashion, Transitions e nel nuovissimo Polarizzato idoneo alla guida. A rendere ancora più prestigioso questo progetto è la collaborazione con il marchio di alta moda uomo Billionaire Italian Couture. La capsule collection di occhiali da sole del marchio per la primavera estate 2015 porta, infatti, il top della gamma di lenti Filab, in una varietà di colori e sfumature. Il lusso, unico e ammirevole, obiettivo di Billionaire Couture, si unisce dunque al savoir faire nel campo della protezione oculare alla quale Filab è molto attenta. Questo ha permesso la realizzazione di un occhiale di lusso altamente protettivo, adatto per qualunque attività e stagione: per chi ama il mare, le gite in barca, le lunghe passeggiate e per chi invece ama la montagna, lo sci e il relax pomeridiano in un rifugio a prendere il sole che riflette sulla neve.
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L’ECCELLENZA ITALIANA PROMUOVE EXPO 2015 Optovista omaggia i biglietti per EXPO ai clienti che acquistano le nuove lenti progressive individuali AQT4U Optovista, azienda produttrice di lenti oftalmiche che da sempre coniuga l’innovazione tecnologica con la massima qualità, in occasione del lancio del nuovo catalogo, ha deciso di promuovere EXPO 2015 nei migliori centri ottici. Fino al 30 giugno a tutti coloro che acquisteranno un paio delle nuove lenti progressive individuali AQT4U, Optovista omaggerà un biglietto di entrata per l’evento mondiale dove poter
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scoprire e far conoscere le eccellenze italiane. Con le nuove lenti progressive AQT4U, gli ottici optometristi avranno un’occasione unica per promuovere nel proprio centro ottico la qualità del vero made in Italy attraverso un prodotto altamente innovativo. Le lenti AQT4U riconoscono lo stile di vita del cliente finale proponendo quattro disegni differenti a seconda dello stile di vita di chi le indossa e hanno il più alto grado di personalizzazione fra le lenti
progressive Optovista. In più per gli ottici optometristi italiani Optovista presenta la APP AQT4U, disponibile gratuitamente su APP store. Un test semplice e intuitivo che, sulla base delle abitudini lavorative e delle passioni nel tempo libero del portatore, è in grado di identificare quale delle 4 lenti AQT 4U sia ideale.
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Lenti oftalmiche
EYEZEN, PER UNO STILE DI “VISTA” DIGITALE Le ultime lenti nate in casa Essilor innovano creando il segmento multischermo. Per i centri ottici italiani è partita un’attività di formazione e informazione sul nuovo prodotto per spiegarne le opportunità di crescita in un mercato molto potenziale a cura della redazione
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li stili di vita sono in costante evoluzione, rispondere perfettamente alle nuove esigenze visive di le persone presentano modalità ed esi- portatori sempre più legati a uno stile di vita e di “vista” genze sempre più diverse, anche in am- digitale e multischermo. Si tratta delle nuove lenti Eyebito visivo. È partendo da questi presup- zen, in grado di contrastare l’affaticamento visivo e non posti che Essilor ha pensato a una doppia famiglia solo. Il cuore delle lenti Eyezen è la nuova tecnologia di lenti oftalmiche, Eyezen. Ne parlano Alessandra Eyezen Focus che, insita nella struttura della lente, soBarzaghi e Roberto Tripodi, rispettivamente marke- stiene grazie a uno specifico extra potere presente nella parte inferiore della superficie, gli sforzi accomodativi ting manager e product manager di Essilor Italia. dell’occhio. Questa straordinaria peculiarità favorisce Quali sono le caratteristiche tecniche la messa a fuoco delle immagini ravvicinate in modo di Eyezen? «Smartphone, tablet, computer e Tv sono ormai divenuti semplice e confortevole, assicurando un enorme vanstrumenti quotidiani nella vita di tutti i giorni e mezzi in- taggio per il portatore che sentirà gli occhi meno standispensabili per restare sempre connessi con gli altri e chi e più rilassati a fine giornata e dopo un utilizzo procon ciò che ci circonda – commenta Barzaghi - Tutto ciò è lungato di device digitali. Inoltre, nella versione Varilux l’inevitabile sintesi di come gli occhi siano continuamen- Eyezen l’extra potere Eyezen Focus, integrato nella lente sotto stress, perché sempre più condizionati da una te, si trova al di sotto della zona di visione dedicata al vivita multischermo che ha cambiato le abitudini visive cino e permette ai presbiti di assumere una postura più di tutti. Ovviamente anch’io mi sento chiamata in causa naturale nell’uso degli smartphone. La famiglia Eyezen e ritengo che, di fronte a questa realtà, divenga sempre è disponibile con tutti i trattamenti di gamma Crizal, ma è particolarmente consigliata con Crizal più importante far conoscere le nuove soluPrevencia che beneficia di Light Scan, una zioni visive che Essilor introduce sul mercato tecnologia antiriflesso selettiva che filtra la proprio in risposta a un’esigenza dei portatori luce blu-viola dannosa per gli occhi emessa e della società molto specifica». dai moderni dispositivi elettronici, lascianLe fa eco Tripodi. «È proprio così – afferma il do passare quella blu-turchese essenziale product manager di Essilor Italia – I nostri ocper l’organismo. Un ulteriore plus di Eyezen chi sono "in balia" degli schermi e per questo è il nuovo parametro di personalizzazione dobbiamo rivolgere loro un’attenzione paresclusivo per la versione Varilux Eyezen, lo ticolare. Essilor ha introdotto sul mercato un Roberto Tripodi, product prodotto fortemente innovativo e in grado di manager di Essilor Italia Screen Distance che permette ai presbiti di
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Lenti oftalmiche adattare la lente in funzione della personale distanza di comodativo dell’occhio. Inoltre, sono disponibili anche visione. Sarà così favorita una postura più naturale per in versione f-360° per integrare i parametri della monil portatore per un massimo comfort di utilizzo e di bene- tatura e in quella Eyecode, personalizzata in funzione ficio per gli occhi. Questo nuovo parametro di persona- dei parametri individuali e della montatura». lizzazione è stato messo a punto grazie all’importante Quando partirà la distribuzione? È prevista Ricerca Essilor condotta proprio sui nuovi comporta- su tutta la rete Essilor? menti visivi dei presbiti. Da qui è emerso come ogni «Le lenti Eyezen sono già disponibili per i nostri clienti persona abbia atteggiamenti visivi e posturali differenti partner dal 20 aprile scorso – commenta Barzaghi – Abin base alla tipologia di device e schermi che utilizza. E biamo ottime aspettative nei confronti di questo prodotqueste nuove abitudini portano a un uso dei disposi- to che ben si distingue per la sua peculiarità e il livello tivi sempre più in mobilità, aspetto fondamentale per di personalizzazione che riesce a definire. Ancora una la progettazione di questa nuova generazione di lenti. volta la competenza da leader di settore qual è EssiE con l’innovativa lente Varilux Eyezen, ultima nata in lor e di tutti i suoi professionisti e tecnici che sono stati coinvolti nello studio e nella creazione di questa lente casa Essilor, ciò è possibile». ha portato sul mercato una soluzione visiva in grado di A quali portatori è dedicata? «Da precisare innanzitutto che stiamo parlando di rispondere pienamente alle esigenze dei portatori». una doppia famiglia dedicata a due target specifici di Sono in programma in merito corsi portatori: Varilux Eyezen e Essilor Eyezen – sottolinea di formazione dedicati agli ottici? Tripodi - Varilux Eyezen rappresenta per i presbiti la «L’attività di formazione e informazione presso i nosoluzione specifica per il secondo occhiale e per le at- stri clienti è già iniziata ed è in fermento. Abbiamo tività che impegnano il vicino, l’ultra-vicino e la media organizzato in fase pre lancio degli appuntamenti di distanza. Varilux Eyezen Near è adatto per una priori- approfondimento one-to-one: a oggi si contano circa tà di utilizzo da vicino, ovvero tutte le attività statiche; 30 incontri su scala nazionale per oltre 450 parteciVarilux Eyezen Mid è più adatta per un uso “interme- panti – spiega Barzaghi – Per i centri ottici partner dio”, mentre Varilux Eyezen Room è dedicata a tutte le Essilor continua a rappresentare un supporto strateattività dinamiche indoor. Grazie alla tecnologia Eye- gico al business di vendita e una grande opportunizen Focus verrà fornito un extra aiuto nel vicino, per tà per promuovere attraverso le lenti Eyezen le lenti una postura naturale della testa e degli occhi nell’uso monofocali. Inoltre, le lenti Eyezen sono di fatto un’ocmultischermo. Questa tipologia di lenti è disponibile casione imperdibile per sensibilizzare ulteriormente personalizzata in funzione della propria distanza di i portatori verso il mondo delle lenti Varilux. E, non lavoro grazie al nuovo parametro Screen Distance, ultimo, costituiscono una leva in più per incrementanella versione f-360° e nella versione top di gamma re le vendite del secondo equipaggiamento. Eyezen Eyecode. Con Essilor Eyezen i nostri ricercatori hanno sarà, inoltre, protagonista in uno dei momenti formaindividuato tre profili dedicati all’ametrope, proponen- tivi degli esclusivi eventi “Mangiare con gli occhi”, do una soluzione visiva evoluta che sostituisce la len- con quattro appuntamenti a Roma, Milano, Firenze te monofocale nella vita di tutti i giorni: Essilor Eyezen e Bari, che abbiamo studiato per raccontare in veste unconventional tutte le novità del mondo Initial 0.4 per i giovani adulti (20-34 anni), Essilor regalando un momento speciale ai Essilor Eyezen Active 0.6 per i pre presbiti nostri clienti. Insomma, con la nuova pro(35-44 anni) ed Essilor Eyezen Active +0.85 posta Eyezen, Essilor sostiene i centri ottici pensata per i giovani presbiti (45-50 anni) partner, valorizzandone ulteriormente la senza correzione da vicino. Queste lenti professionalità e sostenendone la diffeportano indiscutibili benefici poiché conrenziazione con un’offerta innovativa e trastano l’affaticamento visivo quotidiano, personalizzata che ben risponde alle risono confortevoli nelle attività da vicino riAlessandra Barzaghi, marketing chieste dei nuovi profili di portatori». petute e prolungate e aiutano lo sforzo acmanager di Essilor Italia
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