B2eyes magazine 04-2013

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Aprile 2013 numero 4 www.b2eyes.com In copertina Essilor

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Editore B2VISION SRL UNIPERSONALE Via Ripamonti, 44 - 20141 Milano Tel. 02 3668601 - Fax 02 3668600 info@b2vision.com Amministratore Delegato Luciano Cristiano l.cristiano@b2vision.com Cell. 334 6970786 Direttore Responsabile Angelo Magri a.magri@b2vision.com Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Nicoletta Tobia n.tobia@b2vision.com Pubblicità e Media Planning Raffaele De Lucia r.delucia@b2vision.com Art Direction Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD)

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

B2TRADE Editoriale Il presidente di tutti 3 Il punto Informazione e linguaggi 5 Strategie e mercato Design, Milano, Salone del Mobile e occhiali 6 Mercato del lusso, crisi e occhiali 9 Attualità VisionOttica degli Archi: l’opportunità d’essere al passo con il settore 13 Romano: così Allison cambierà il modo di fare business 16 Out of Mido: l’eyewear esce dalla fiera per entrare in città 19 Altamura, uno spartiacque tra vecchio e nuovo? 25 Silmo: vogliamo riportare i grandi gruppi in fiera 28 Amarcord Così il gruppo dei 10 contribuì ad "aprire gli occhi" su quel bambino 30 B2EXPERT Consulente Congedi parentali: le nuove agevolazioni per i papà 34 Meditazioni Il cigno e i gabbiani 36 Formazione L’ottica ha bisogno di un rinnovo culturale costante 40 Lab Visione binoculare: cosa offre il metodo Mkh 42 B2TECH Lenti oftalmiche Essilor: un impegno per risolvere i problemi socioeconomici legati ai disturbi visivi 48 Hoya: una “squadra” per contrastare la luce blu 52 Galileo: funzionali e non opzionali le… opzioni per gli ottici 56 Rodenstock: apre in Sardegna il primo See Better Center 59 Zeiss: l’ottico si trasforma in consulente 60

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Sono un ottico. Porto avanti il mio centro da anni, ma penso al futuro, a come nella mia professione

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EDITORIALE

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IL PRESIDENTE DI TUTTI

ncora una volta l’attualità ci viene in soccorso per parlare del nostro settore. La rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, al di là delle drammatiche circostanze in cui è avvenuta e delle perplessità che sia una vera risposta alla sete di cambiamento presente nel paese, porta con sé almeno una certezza: l’anziano politico ha rappresentato nel settennato precedente un punto di riferimento per tutti gli italiani o, almeno, per una grande maggioranza. E oggi viene addirittura considerato l’unica àncora cui appigliarsi. Alla fine di giugno è in agenda l’elezione del nuovo presidente di Federottica per il prossimo quinquennio. Fatte, ovviamente, le debite differenze, anche in questo caso c’è bisogno di una guida capace di unire i professionisti italiani, mai come oggi divisi da ipotesi e prospettive diverse sul futuro della loro professione. Divisioni alle quali ha contribuito la stessa Federottica. Nel decennio di presidenza di Giulio Velati sono stati ottenuti risultati importanti e combattute battaglie significative: con uno sforzo di sintesi citiamo lo sviluppo e il consolidamento del corso di laurea in Ottica e Optometria in diversi atenei nazionali, la difesa del canale di vendita, il confronto-scontro con la classe medica. Non si è arrivati, tuttavia, alla riforma e al riconoscimento del profilo professionale dell’ottico optometrista laureato, nonostante diverse azioni di lobby, l'ultima delle quali due anni fa, all’interno del cosiddetto Decreto Milleproroghe. Nel frattempo è stata approvata una legge, la 4/2013, che rischia di

cambiare radicalmente l’orizzonte delle professioni non regolamentate, tra cui quella dell’optometrista. Federottica rimane la principale associazione professionale e sindacale del settore in Italia, vanta un’organizzazione di livello e un radicamento territoriale invidiabile. Dispone, inoltre, di un mensile che, unico in Italia insieme a b2eyes magazine, si appoggia a una redazione strutturata e competente e viene realmente consegnato nella maggior parte dei centri ottici italiani. Federottica, poi, vive ancora dell’entusiasmo trasmesso dalla generazione che ha fatto la storia non solo dell’ottica, ma soprattutto dell’optometria nel nostro paese. Federottica, tuttavia, non può trincerarsi dietro tutto questo per negare una realtà sotto gli occhi di tutti i professionisti, iscritti o meno: cioè che oggi in Italia la distribuzione di prodotti ottici non è cristallizzata, che la formazione non è univoca, che persino il rapporto con i fornitori sta cambiando. In altre parole, non può evitare un dialogo o almeno un confronto con i soggetti che sugli stessi argomenti la pensano in maniera diversa, quasi si sentisse il nume tutelare della professione ottica e optometrica in Italia. Questa è la sfida che avrà davanti il successore, chiunque egli sia, di Velati. Al quale va riconosciuto il merito di non aver sfruttato l’opportunità, suggeritagli da più persone, di modificare lo Statuto per prorogare il proprio mandato. Angelo Magri A differenza di Napolitano…

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IL PUNTO

INFORMAZIONE E LINGUAGGI

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’adozione del linguaggio binario e il computer rivoluzionarono il mondo dell’informazione e i loro derivati sono entrati in tutti gli aspetti della nostra vita, ma la diffusione planetaria iniziò con la semplificazione introdotta da Microsoft con Windows, che rese accessibile il suo utilizzo a tutti e in tutti i campi. Di fronte alle difficoltà che l’ottica ha di far accettare a tanta parte della popolazione gli strumenti di correzione della visione, che renderebbero migliore la vita, e al compiacimento che si rileva nella comunicazione, anche quella di natura commerciale, ma soprattutto quella che proviene dal mondo dell’oftalmologia, viene il dubbio che proprio il linguaggio usato nelle relazioni con il consumatore sia una delle cause di queste difficoltà. Tutto comincia, probabilmente, con l’impiego del vocabolo “visione” - che ha più significati, anche figurativi – al posto di quello “vista”, uno dei cinque sensi, che nel linguaggio corrente ha un’accezione del tutto diversa. Naturalmente, il linguaggio è lo strumento di comunicazione di contenuti che, quanto più sono complessi e specialistici, tanto più rendono difficile fare arrivare messaggi di carattere universale, quali quelli che dovrebbero coinvolgere il mondo della salute e del benessere. Nella comunicazione esiste, quindi, un problema di primo livello, che è quello di far comprendere ciò che si vuole che gli interlocutori comprendano, e uno di secondo livello, che è quello di colpirne l’interesse. Proprio rivolgendosi a chi non è tecnico, ma semplicemente potenziale utilizzatore, il mondo della produzione e, in parte, anche quello della distribuzione mi pare facciano troppo spesso ricorso a linguaggi tecnici che rappresentano una barriera fra prodotto e consumo. I tecnicismi sono a volte necessari, ma arrivano a destinazione quando l’interlocutore è “tecnico” o quando è spinto da un forte interesse a capire; in tutti gli altri casi, come detto, sono un ostacolo. La diffusione di occhiali e lenti a contatto (ho evitato di cadere nella trappola di citare “strumenti di correzione della visione”) inizia a trovare difficoltà di comprensione da parte del consumatore già quando si parla separatamente di montature e di lenti. Figuriamoci quando si presentano in termini medico/scientifici/tecnici, come accade ogni volta che medici, industria ottico/oftalmica, ottici e optometristi si mettono insieme, prodotti i cui benefici per il consumatore sono difficili da decifrare e, quindi, non li compra. La grande popolarità del professor Zichichi non deriva solo dai suoi meriti scientifici, ma anche dalla sua capacità di semplificare concetti e informazioni complesse. Perché non Danilo Fatelli proviamo a imitarlo?

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STRATEGIE E MERCATO

La cosiddetta fontana di De Chirico, all’interno dello splendido giardino botanico della Triennale di Milano, uno dei luoghi simbolo del design meneghino

DESIGN, MILANO, SALONE DEL MOBILE E OCCHIALI La recente fiera milanese dell’arredamento è stata l’occasione, con l’Out of Mido, per la prima presenza in un fuori salone dell’occhialeria

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ella seconda settimana di aprile, come accade dal 1965, anno del suo debutto, si è tenuta a Milano la 52° edizione del Salone del Mobile. Nato per promuovere la produzione locale di mobili (quelli della Brianza), si è trasformato nel salone mondiale del design, dell’arredo e di tutti i prodotti che vi ruotano intorno. Questa edizione, soprattutto nella versione “Fuori Salone”, che ha coinvolto

di Danilo Fatelli tutta la città e abbattuto la rigidità degli schemi di settore per trasformarsi in un festival del design tout court, ha avuto un travolgente successo. Oltre 320.000 visitatori sono transitati nel polo fieristico di Rho, di cui il 68% proveniente da tutto il mondo, e una massa incontrollabile di presenze si sono riversate nei punti caldi del Fuori Salone – via Tortona e via Savona – e nelle tante iniziative pubbliche e private, impossibili da citare tutte. Ciò ha determinato una grande ricaduta economica per la città: conteggiato e preso atto dell’im-

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porto del giro d’affari indotto dal Salone, vale la pena di ricordare le 35.000 presenze, record di visite, all’amato Museo del 900. Tutto questo non poteva che accadere a Milano, riconosciuta come una delle capitali mondiali del design, radicato nella sua cultura industriale e diventato icona della città in cui è nato il primo premio di design, il Compasso d’oro. La città è stata la culla della Domus di Giò Ponti e di gran parte dei grandi designer italiani, è sede della scuola di design del Politecnico e vede la presen-

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STRATEGIE E MERCATO za permanente di iniziative nel Museo della Triennale. Milano, dunque, è sede internazionale di creazione, progettazione di idee per la realizzazione di oggetti in serie industriale con qualità estetico funzionali differenziali. L’Out of Mido Tutto ciò premesso e celebrato, debbo dire di aver affrontato la giungla umana del fuori salone per visitare l’Out of Mido e verificare un paio di cose che mi erano venute in mente, visitando il Mido, a proposito di nuovi stimoli e nuove formule organizzative necessarie per contrastare l’invecchiamento della formula fieristica e le tendenze a utilizzarla come semplice momento di aggregazione per dar vita a iniziative private. Ero attratto anche dall’opportunità di verificare se gli occhiali, per i quali si parla sovente a sproposito di design, erano come qualità creative e industriali in grado di reggere il confronto con i grandi produttori di design dell’arredo casa e di affrontare alla pari, con gli altri settori e prodotti, il contatto con un pubblico così numeroso ed eterogeneo, composto da operatori economici e semplici visitatori potenzialmente attirati al Fuori Salone dall’avere fra i loro

interessi professionali, o le loro curiosità culturali, il design. Sono stati sedici i marchi che hanno accettato questa sfida che si è giocata nell'ingresso di un hotel di design come il Nhow, ma credo che siano stati ripagati dalla grande chance offerta dal contatto con un pubblico così numeroso e internazionale e anche, per chi si era attrezzato correttamente, dalle vendite fatte. L’altra verifica che mi ero proposto di compiere visitando gli stand nello spazio allestito da Mido era se l’occhialeria inserita nella formula del fuori salone, che ha bisogno di un forte richiamo per essere efficace e non ridursi a un meeting di tipo privato o a una

convention aziendale, fosse in grado di affrontare occasioni di confronto con il grande pubblico e non solo con gli addetti all’ottica, di cui non è protagonista, riuscendo comunque a farsi notare e apprezzare proprio per i requisiti che un buon prodotto di design dovrebbe avere in termini di creatività, qualità estetiche e funzionali (non secondarie per un prodotto che supporta il più delicato dei nostri sensi) e per la qualità industriale, resistenza e affidabilità. Mi pare che l’Out of Mido, grazie alla qualità della location, dell’allestimento e dei prodotti di molti degli espositori presenti, abbia superato a pieni voti l’esame.

Due momenti dell’Out of Mido, svoltosi dall’11 al 14 aprile all’Hotel Nhow di via Tortona, a Milano: sono state sedici le aziende di eyewear, italiane ed estere, che lo hanno animato

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STRATEGIE E MERCATO

MERCATO DEL LUSSO, CRISI E OCCHIALI Mentre le difficoltà per la distribuzione dei beni di largo consumo e per l’ottica proseguono, le vendite di molti prodotti posizionati nell’alto di gamma crescono a due cifre di Ario Terzi

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no dei settori in cui gli esperti finanziari consigliano di investire è quello del cosiddetto mercato del lusso che spesso viene, ma non sempre, a sovrapporsi a quello della moda. In realtà definire e circoscrivere il mercato del lusso è difficile, sia perché non è una categoria economico-merceologica ben definita, anche se esistono organizzazioni nazionali e internazionali - Altagamma ed ECCI A ( European Cultural and Creative Industries Alliance) che ne rappresentano le aziende più importanti, sia perché gli stessi protagonisti del segmento spesso vendono prodotti che appartengono a questo mercato insieme ad altri che di lusso non sono. La Mercedes classe A o le profumerie Sephora appartengo -

no ad aziende leader del mercato del lusso ( Mercedes appunto o LV HM ), ma l'auto o l ’ insegna citata non appartengono al mondo dei consumi di lusso. L’andamento di questo mercato, in forte e continua crescita a due cifre, sembrerebbe contraddittorio rispetto a quello di quasi tutti gli altri in sofferenza da anni, perché, nonostante l ’apporto decisivo dei mercati in via

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di sviluppo, è sempre il mondo occidentale, Europa e Stati Uniti, a rappresentare lo zoccolo duro dei consumi ( 65%), nonostante le loro economie crescano a tassi inferiori a quello del resto del mondo o non crescano del tutto come nel caso del nostro paese. La contraddizione si spiega in due modi: con il diverso livello di reddito individuale che ancora esiste fra occidente e altre latitu-

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STRATEGIE E MERCATO

Lu s so e occhiali Fra le aziende protagoniste del mercato del lusso è inserita di diritto anche Luxottica per la sua posizione dominante nell’occhialeria, anche se il peso degli occhiali nel paniere del lusso è molto modesto. Gli occhiali, però, insieme ad altri “complementi dini e con il peso relativamente modesto (tipico dei prodotti di nicchia) che questi beni hanno sui consumi totali e la numerosità dei settori e delle merceologie cui questi beni appartengono. Si tratta, quindi, di un mercato dai contorni non perfettamente definiti, al quale si ascrivono le vendite di prodotti non solo per la loro natura, ma anche per il fatto di provenire da gruppi che appartengono al mondo del lusso come i francesi LV HM (quello di marchi eterogenei ma prestigiosi come Louis Vuitton o Hennessy e Moet & Chandon) e Kering, la nuova holding del lusso del gruppo PPR di Bernald Arnault, che ha rastrellato molti marchi italiani da Gucci a Bottega Veneta fino alla recente acquisizione di Bulgari.

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STRATEGIE E MERCATO

«Gli occhiali con prezzi dai 200 euro in su hanno mantenuto un ritmo di crescita interessante, se confrontato con l’andamento generale, e una quota in valore che può essere anche superiore al 10% »

moda”, rappresentano l’entry level del mercato del lusso, quei prodotti cioè che soddisfano il piacere di possedere (soprattutto per chi non può permettersi il lusso vero) ed esibire prodotti di marche alto di gamma. Nei paesi occidentali sotto la pressione della crisi che sta inducendo i consumatori a comportamenti di acquisto più attenti al rapporto prezzo-qualità, questa funzione, con le dovute eccezioni, è andata perdendo d’importanza, pur conservando nelle marche più prestigiose, ma anche con i materiali più pregiati, una quota delle vendite di montature (modesta) e di occhiali da sole significativa. Gli occhiali da sole confermano la tendenza che contrappone alle difficoltà delle vendite dei beni di largo consumo l’andamento positivo di quello dei prodotti di lusso. In un clima di generale flessione, occhiali con prezzi dai 200 euro e più hanno mantenuto un ritmo di crescita interessante e una quota di vendite in valore che può essere anche superiore al 10% . Questo è un dato da tenere presente nella ristrutturazione dell’offerta che i diversi profili del mercato richie-

dono, tenendo però conto che il segmento del lusso ha andamenti positivi laddove esistono i presupposti di posizionamento della location e della sua collocazione nel bacino d’utenza. Si registrano quindi andamenti di vendita soddisfacenti per i punti di vendita di livello situati nelle vie dello shopping elegante, nei mall dei centri commerciali con merchandising che comprende anche negozi

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posizionati nell’alto di gamma e in quelli presenti nelle grandi località turistiche. Per tutti gli altri questo segmento è ad alto rischio di invenduto, perché se è vero che acquirenti in numero significativo di occhiali di alta gamma possono annidarsi fra i clienti di tutti i centri ottici, è anche vero che non è ragionevole puntare su pochi clienti della categoria “vorrei ma non posso”.

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VISIONOTTICA DEGLI ARCHI: L’OPPORTUNITÀ D’ESSERE AL PASSO CON IL SETTORE Da gennaio 2013 il centro ottico trapanese è diventato VisionOttica degli Archi. I titolari Tommaso Caito e Adriana Fazio spiegano le motivazioni che hanno determinato il cambio d’insegna e l’adesione al nuovo format

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naugurata nel 2011 a Trapani, Ottica degli Archi è un centro dotato di strumenti altamente innovativi e prodotti di ottima qualità. Posizionato nel cuore di Trapani e disposto su una superficie di 120 metri quadrati con tre vetrine che affacciano sulla via, il punto vendita propone alla propria clientela un’ampia offerta di montature da sole, sportive e fashion, e di lenti a contatto disposable.

di Nicoletta Tobia Da pochi mesi il centro è diventato VisionOttica degli Archi, avendo adottato a gennaio di quest’anno l’insegna VisionOttica, nata dall’esperienza di Vision Group, gruppo leader nella distribuzione ottica in Italia con oltre 1500 centri ottici affiliati. «Abbiamo maturato questa decisione a fine novembre del 2012, spinti dalla considerazione che essere appoggiati da un grande gruppo a livello nazionale rappresenti un’occasione preziosa per non

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rischiare di rimanere fuori dal mercato e per essere sempre al passo con gli sviluppi del settore – spiegano Tommaso Caito e Adriana Fazio, titolari del centro ottico – Abbiamo visto, nell’affiliazione a VisionOttica, l’opportunità di usufruire di un servizio marketing davvero importante e gestito in maniera professionale, che ci dà la possibilità di partecipare a iniziative di comunicazione e promozioni studiate in modo efficace, con tutto il corredo

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di materiali e di strumenti atti a renderle assolutamente incisive». VisionOttica infatti, attraverso un’assistenza di key account dedicati che forniscono una consulenza approfondita, supporta gli affiliati con una comunicazione a 360° declinata in maniera coerente su una vasta gamma di canali: dal digital (Facebook, website locali e sito ufficiale, video vetrine) al materiale per il punto vendita, passando per attività di direct marketing con sms e mailing e campagne locali. Ma non è questo l’unico beneficio preso in considerazione dai titolari del centro ottico trapanese. «Uno degli aspetti che abbiamo valutato più positivamente, in

questo cambiamento – proseguono Caito e Fazio - è stata anche la possibilità di effettuare una accurata pianificazione degli assortimenti. Un aspetto fondamentale per chi gestisce un punto vendita, perché è importante contare su un magazzino “razionale”, che corrisponda alle reali necessità di un centro». Nel passaggio alla nuova insegna il centro ottico è stato trasformato anche al suo interno, caratterizzato dai classici elementi di colore bordeaux che contraddistinguono VisionOttica, acquisendo un’immagine distintiva che ne sottolinea i valori professionali. Il materiale coordinato infatti, studiato per comunicare diretta-

Nelle foto in queste pagine, le vetrine e l’interno di VisionOttica degli Archi a Trapani

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Uno dei post della pagina Facebook ufficiale di VisionOttica, dedicato a VisionOttica degli Archi

mente al consumatore i servizi esclusivi dell’insegna, determina un ambiente moderno ed elegante, scandendo spazi definiti a seconda di aree specifiche. Con i suoi 220 centri ottici in tutta Italia, VisionOttica è l’insegna nazionale in cui l’elevata professionalità dell’ottico è rafforzata dalla tripla certificazione UNI ENI ISO 9001, ISO 13485 specifica sui dispositivi medici e sulla qualità del servizio. Grazie al SOS (Servizio Occhiali Sicuri), offre anche un esclusivo programma di servizi e assistenza su occhiali vista, sole e lenti a contatto che permette di seguire il cliente dopo la vendita.

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ROMANO: COSÌ ALLISON CAMBIERÀ IL MODO DI FARE BUSINESS Il nuovo amministratore delegato, che da febbraio guida l’azienda padovana insieme a un rinnovato team di collaboratori, punta con decisione sul mercato italiano

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febbraio, in occasione dell’approvazione del bilancio 2012, il Cda di Allison ha insediato Jacopo Romano come nuovo amministratore delegato. Subentra a Giorgio Antichi, alla guida dell’azienda padovana dall’estate 2011. La nomina di Romano, peraltro, s’inserisce all’interno di una più ampia strategia che prevede, tra l’altro, anche l’ampliamento della struttura commerciale, il rafforzamento delle partnership distributive e l’arricchimento del portfolio marchi. Oltre alla già annunciata nuova licenza con Replay, infatti, il gruppo padovano ha presentato all’ultimo Mido anche i brand Hally & Son e Opposit, interamente concepiti da un nuovo team di professionisti dell’eyewear: in quest'ottica si è inserita la collaborazione con Massimiliano Zegna Baruffa, avviata già a inizio 2012, che ha coordinato il team di prodotto dal concepimento alla realizzazione di questi nuovi progetti. Senza dimenticare che l'azienda ha individuato in Roberto Bazzara la figura che, in qualità di international sales executive, darà la spinta necessaria alla finalizzazione del processo in atto. Jacopo Romano è in Allison dal 2009: già presente nel Cda dell'azienda, vanta una precedente esperienza in Paladin Capital Partners, il fondo che controlla il gruppo padovano. «Ora per Allison cambierà completamente il modo di fare business – spiega Romano – Dopo

di Angelo Magri

aver azzerato il debito, ci ritroviamo con l’impossibilità di accedere al credito, per cui dobbiamo impegnarci a fare un business molto più “sano”, che passerà dal vendere gli occhiali soltanto a chi li paga nel modo e nei tempi corretti, a chi li mette in vetrina nella maniera più adatta e così via». Quale sarà il futuro del mercato interno, che oggi per

Jacopo Romano, il nuovo amministratore delegato di Allison

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Allison vale il 20% del proprio fatturato? «Si tratta di un mercato per noi strategico – afferma l’ad del gruppo padovano – Abbiamo, infatti, un dna italiano, crediamo nella partnership con gli ottici del nostro paese e vogliamo metterci a loro disposizione, personalizzando il più possibile l’offerta in termini di modelli o di calibri. E anche per quanto riguarda

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anno siamo entrati in Salmoiraghi & Viganò con il progetto Benetton Junior, oltre ad aver stretto una partnership con il gruppo Randazzo per le new entry Iceberg e Hally & Son e per un’attività di private label». L’Italia, comunque, non è l’unica area su cui Allison intende svilupparsi. «Finora non eravamo presenti nel nord America, dove oggi abbiamo messo in piedi una rete di agenti per il mercato canadese – spiega ancora Romano – Negli Stati Uniti, invece, entro giugno realizzeremo una joint venture con un’azienda locale leader, per avviare la distribuzione su ottici indipendenti, key account e department store, sulla scia di quella in via di finalizzazione in Brasile, in termini di produzione e distribuzione, che fungerà da piattaforma logistica per l’intera area del Sud America. In Europa, invece, mercato che oggi rappre-

L’esterno della sede dell’azienda, nella zona industriale di Padova

il rafforzamento della nostra rete vendita sul mercato interno, stiamo avviando un recruiting di figure commerciali di primissimo livello». Secondo Romano i primi riscontri sono già positivi: l’ultimo scorcio del 2012 e il primo del 2013 hanno fatto registrare un andamento in crescita sull’Italia, che al 31 dicembre dell’anno in corso è previsto a doppia cifra. «I centri ottici indipendenti e i migliori gruppi rappresentano oggi il nostro target di riferimento – sottolinea il manager – Allison è stata colpevolmente assente dalle tre principali catene nazionali, ma dalla fine dello scorso Alcuni modelli di Hally & Son e Opposit, i due brand lanciati da Allison all’ultimo Mido

senta il 30% del nostro volume d’affari, continueremo a lavorare con le filiali, mentre in Far East, pari al 25% delle vendite totali, con distributori: anche in queste due aree contiamo di crescere nel 2013, seppur a singola cifra». Guardando un po’ più in là, il nuovo numero uno di Allison anticipa un’importante novità. «Dal 2014 potrebbero entrare nel portafoglio marchi di Allison altri due brand in licenza», dice Romano.

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OUT OF MIDO: L’EYEWEAR ESCE DALLA FIERA PER ENTRARE IN CITTÀ Positivo il bilancio delle 16 aziende che si sono immerse nell’atmosfera dinamica, eclettica e cosmopolita della Settimana del mobile milanese, ritagliandosi uno spazio tutto proprio nell’ambito del Fuori Salone. Ecco alcuni dei modelli di punta che hanno presentato di Nicoletta Tobia

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stand “chiusi” dove le persone erano poco invogliate a entrare. Dalla possibilità di sperimentare una formula espositiva più innovativa all’idea di creare eventi che richiamino l’attenzione, per arrivare a uno spostamento della location in un punto più centrale della via Tortona, dove il movimento è ancora maggiore: i suggerimenti sono stati tanti e sicuramente verranno tenuti in considerazione. «L'obiettivo fondamentale dell'iniziativa era proprio quello di ottenere visibilità presso il grande pubblico – ha sottolineato Cirillo Marcolin, presidente di Mido e Anfao, a conclusione della manifestazione - In tal senso la prima edizione di Out of Mido è solo un primo passo ed è importante che sia stato fatto. Come tutti gli inizi è sicuramente migliorabile, ma l'entusiasmo con cui siamo stati accolti e la positiva redemption da parte delle aziende è uno stimolo per continuare in questa direzione e migliorare questo strumento di promozione». Le sedici aziende, italiane ed estere, che hanno esposto le loro creazioni nella galleria dell’Hotel Nhow di via Tortona sono state Alain Mikli, Oliver Peoples, Mazzucchelli 1849, Charmant, Deseye, Epos, Giorgio Fedon 1919, Jplus, Lara D’, Look The Concept Factory, Nicodesign, ArtFrameTotalArt, Silhouette, Simon Says, The Quiet Before e Traction–Productions. In queste pagine, una carrellata delle creazioni che hanno presentato a Out of Mido.

mmergersi nel dinamismo degli eventi collaterali al Salone del mobile milanese, per dare prova al grande pubblico della propria capacità di innovare e creare, e ricevere input e ispirazione da uno degli eventi a più alto tasso di creatività che il panorama italiano offra. È stato questo lo spirito con cui sedici aziende dell’occhialeria italiana hanno aderito al primo Out of Mido, manifestazione pensata dagli organizzatori proprio per "traghettare" la fiera dal b2b al b2c. Allettati dalla possibilità di intercettare un pubblico dissimile da quello delle tradizionali fiere del comparto, hanno avuto così modo di entrare in contatto con un target “delicato” e importante di consumatori maturi, curiosi e molto esigenti, attenti all’innovazione e alla creatività. L’afflusso di pubblico, numerosissimo proprio grazie alla folla multicolore e cosmopolita che si è riversata nelle strade del Fuori Salone e in via Tortona in particolare, ha lasciato soddisfatti i partecipanti, che finalmente hanno potuto far toccare con mano, conoscere e valutare i propri prodotti all’uomo “della strada”, cioè a colui che si recherà dall’ottico cercando uno specifico occhiale che forse non avrebbe altrimenti conosciuto. Certo, qualche modifica i partecipanti la apporterebbero, soprattutto per quel che riguarda l’allestimento, ritenuto quasi unanimemente ancora “troppo fieristico”, suddiviso com’era in

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ALTAMURA, UNO SPARTIACQUE TRA VECCHIO E NUOVO? Non solo i valori di riferimento e le modalità operative, ma anche il programma di relazioni e incontri di Design Your, il 12 e 13 maggio nella località pugliese, sottolineano la necessità di una svolta anche per la filiera dell’ottica

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di Angelo Magri

n workshop sulla capacità di comprendere, scegliere e proporre al consumatore finale una nuova categoria di occhiali; una tavola rotonda aperta a produttori, distributori e ottici sui temi portanti dell’evento, idee etica e cuore, nel mondo dell’eyewear; la presentazione del primo libro che studia le montature come oggetti di design, attraverso l’esperienza di chi in questi anni li ha pensati, costruiti e poi realizzati. Di questo e altro ancorasi compone il programma di Design Your, l’iniziativa che si terrà all’Anteprima Concept Store di Altamura il 12 e 13 maggio, seconda edizione di un progetto lanciato nel settembre scorso e proseguito da tre professionisti locali, Sabino Bux, Costantino Gesualdo e Michele Cassano: saranno almeno una sessantina i marchi di occhiali, italiani ed esteri, in mostra nelle due giornate, che si rivolgono a Due scorci di Anteprima Concept Store, l’elegante palazzo dei primi del ‘900, oggi adibito a boutique e show room di alto livello, che ospita la seconda edizione di Design Your

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ottici previsti in arrivo da tutte le regioni del nostro paese. Perché un evento simile proprio in questa fase economica, ma anche politica, tanto delicata quanto foriera di cambiamenti? «Perché oggi siamo di fronte a un bivio tra ciò che è vecchio e ciò che invece si presenta come nuovo – spiega Luisa Redaelli, che fin dal debutto segue il progetto Design Your per quanto riguarda la comunicazione a ottici e imprese del settore - La crisi è passata: siamo a un cambiamento epocale di usi e consumi, consuetudini, attitudini. La crisi era il legame con il vecchio modo di pensare, oggi è necessario accettare che le cose

sono cambiate. Inesorabilmente, il quadro di lavoro, società, gusti e desideri è diverso. Bisogna muoversi da "un passato che non passa mai" e tende a riportare indietro, per aprirsi alla comprensione delle dinamiche attuali, elaborando nuove iniziative, nuove forme di comunicazione, nuove attuazioni progettuali, nuovi scenari, nuove relazioni collaborative, nuovi soggetti protagonisti». Secondo Redaelli, quindi, vanno seguiti e premiati tutti gli sforzi in tal senso, sia che vengano da associazioni o fiere sia che nascano da idee di singoli professionisti. «Onore al merito di chi "butta il cuore oltre" e impegna le

Da sinistra: Michele Cassano, Costantino Gesualdo e Sabino Bux, i tre ottici pugliesi che hanno ideato e promosso l’evento del 12 e 13 maggio

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energie per cercare di far qualcosa di utile – dice l’esperta di comunicazione, che ad Altamura terrà il workshop in programma il primo giorno dell’evento – È importante e significativa l'iniziativa di coloro che creano eventi dinamici, per aprire al mondo le proprie attività: chi realizza momenti di festa, d'incontro e relazione in negozio, proponendo vari temi coinvolgenti, chi genera importanti appuntamenti d'incontro e scambio culturale su temi di fondamentale attualità, come, appunto, Design Your». Redaelli definisce l’appuntamento pugliese l'intelligente invenzione di tre colleghi, ottici professionali, che per la passione e la voglia di offrire un contributo al settore, per evolvere, stanno dando grande impegno e realizzando qualcosa di veramente importante. «Sono iniziative che nascono dal cuore, senza tornaconto alcuno di natura egoistica o politica, solo con l'intento salubre di dare un impulso pro-attivo alla professione, dove tutte le componenti sono chiamate a unire le forze, a collaborare in modo sinergico e positivo – afferma - Questo è il nuovo e non possiamo, non vogliamo ignorarlo: chi decide di unirsi a questi progetti operativi e ci crede avrà l'opportunità di assaporare la brezza pulita dei cieli sereni e tersi; chi resta fuori, resta nel vecchio stagnante».

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ATTUALITÀ

SILMO: VOGLIAMO RIPORTARE I GRANDI GRUPPI IN FIERA È il principale obiettivo del salone parigino: il suo general manager, Eric Lenoir, spiega quali sono i progetti in cantiere, anche per attirare più ottici dall’Italia di Angelo Magri

S

econdo E r i c L e n o i r, segretario generale di Silmo, la cui prossima edizione è in programma dal 26 al 29 settembre, per riconquistare i big player dell’occhialeria il salone parigino proporrà «soluzioni nuove, non gli stand tradizionali, bensì formule originali che offrano loro l’opportunità di puntare su immagine e comunicazione a fronte di un investimento ridotto». Lenoir tiene a precisare che anche i big player delle montature, assenti dalla fiera ormai da un quinquennio, hanno comunque bisogno di farsi vedere. «Lo dimostrano gli eventi che ogni anno organizzano fuori salone in concomitanza con il Silmo - sottolinea - Il nostro obiettivo, quindi, è riconquistarli, Eric Lenoir, segretario generale di Silmo

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affinché stiano dentro la fiera e non più al di fuori. Peraltro, dopo il calo del 2008-2009 abbiamo stabilizzato la situazione in termini di espositori e non abbiamo perso visitatori. Siamo, perciò, convinti che il ritorno dei grandi gruppi dell'eyewear contribuirebbe a incrementare la significativa quota del 35% di punti vendita francesi che oggi già vengono al Silmo». E per gli ottici italiani, ci sono iniziative in cantiere? «Silmo è un luogo di lavoro, un momento per vedere nuovi prodotti: siamo sempre stati contrari, quindi, a invitare i b u y e r, r i s c h i a n d o c o s ì d i confondere il business con il turismo - afferma Lenoir - La fiera può, tuttavia, studiare una serie di servizi personalizzati per gli ottici dei singoli paesi, in base alle loro specifiche esigenze: con l'associazione professionale del Belgio, dove una manife-

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ATTUALITÀ

L’ingresso di Paris Nord Villepinte, il quartiere fieristico dove la rassegna parigina si è trasferita nel 2010

stazione fieristica settoriale non esiste, abbiamo un consolidato rapporto di partnership, ad esempio. Inoltre facciamo leva sui 50 uffici di rappresentanza sparsi in tutto il mondo. Per quanto riguarda l'Italia, il nostro target rimangono gli ottici indipendenti: vogliamo attirarli facendo un lavoro di promozione che possa utilizzare tutti i canali attivi». Gli organizzatori della mostra parigina contano, inoltre, di consolidare Silmo Acad e m y, l a n c i a t a t r e e d i z i o n i fa, appuntamento ricco di contenuti, ma non ancora realmente decollato. «È vero, sinora abbiamo lavorato molto soprattutto sui contenuti d i S i l m o A c a d e m y, o r a d o b biamo comunicarli meglio ed elevare il livello professionale dell’offerta formativa agli standard europei, che sono sicuramente più alti di quelli f r a n c e s i » , p r e c i s a L e n o i r.

DOPO L’INDIA, IL BRASILE? Due saloni storici da una parte, uno più giovane e molto “aggressivo” dall’altra. Si presentano così oggi Silmo, Mido e Opti, le tre manifestazioni fieristiche in Europa di riferimento per la filiera ottica internazionale. Al momento i rapporti fra le tre strutture sono poco più che istituzionali: si può fare qualcosa per renderli più concreti? «Con le segreterie organizzative delle fiere di Milano e di Monaco di Baviera possiamo lavorare sulle date e agevolare, quindi, il lavoro delle aziende espositrici e, di conseguenza, dei visitatori – dice Lenoir – L’obiettivo, comunque, è mantenere tre grandi poli fieristici in Europa». Fuori dai confini comunitari, invece, Silmo ha tentato, nel febbraio scorso, l’esperimento di un’iniziativa in India con alcuni espositori del Village, tra cui anche aziende italiane. «Silmo è un brand che va sviluppato con nuovi progetti: l’evento all’interno della fiera In-Optics di Nuova Delhi è stato soltanto un primo approccio a un mercato dalle interessanti potenzialità come quello indiano, per cui abbiamo intenzione di proseguire la partnership con la rassegna fieristica locale – afferma Lenoir – Di certo al Silmo di settembre a Parigi verranno visitatori indiani che hanno contattato le aziende per la prima volta a Nuova Delhi». Nel complesso gli organizzatori parigini valutano positiva la prima esperienza di Silmo Village in India, alla quale hanno partecipato una ventina di imprese di eyewear di design europee. «Tutte hanno registrato molti contatti e tutte vogliono tornarci – spiega il manager – Nel 2014 potremmo bissare l’iniziativa in un altro paese, sicuramente non in Europa però: potrebbe essere il Brasile».

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COSÌ IL GRUPPO DEI 10 CONTRIBUÌ AD "APRIRE GLI OCCHI" SU QUEL BAMBINO Istituto psicopedagogico di Caldirola, pochi chilometri da Tortona, cuore della pianura padana: nessuno se n’era mai accorto, per loro quei piccoli e sfortunati ospiti avevano soltanto un quoziente intellettivo troppo basso. Ma per quegli optometristi non era proprio così...

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on è poi molto cambiato il locale da allora. La classica trattoria di provincia, semplice ma curata negli arredi, cibo sano e genuino, come il clima che si respira quando entri. Da

di Angelo Magri

allora, da quegli incontri quasi carbonari di più di 40 anni fa, insomma, poco è cambiato. Solo il nome del locale, ora Del Ciccio, prima Il Cavallino, e, inevitabilmente l’età dei protagonisti. Ma non il loro spirito, combattivo, entusiasta e polemico come allora. «Era questo il luogo, per certi versi sacro,

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delle nostre prime riunioni: Tortona rappresentava il centro ideale del triangolo formato da Milano, Torino e Genova, le città da cui venivamo mossi dalla passione verso l’optometria e dal desiderio di costruire qualcosa d’innovativo per la nostra professione. Con qualche eccezione geografica, come

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Gianni Rehak nel suo studio di optometria a Tortona, presso Ottica Ginocchio, il punto vendita di famiglia, e, in mezzo, durante una riunione nella vecchia sede di Federottica, in viale Beatrice d’Este a Milano

Sergio Berti che veniva da Roma». Così Gianni Rehak ricorda quelle sere, tra le nebbie piemontesi o l’afa della pianura padana, a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, che hanno messo le basi per le prime scuole professionali di optometria: queste, di lì a poco, si sarebbero realizzate a livello regionale e, un paio di decenni più tardi, anche a livello nazionale, con i corsi di laurea universitari. Rehak è stato uno dei protagonisti di quell’epoca, insieme a Ugo Frescura, Jeff Longoni e Marco Menegazzi. «Ma sono stati tanti altri i colleghi che hanno partecipato concretamente per dare vita all’optometria italiana, sulla spinta dei congressi, delle iniziative, delle traduzioni di testi importanti e, in generale, del lavoro della Società d'Optometria d'Europa», raccontano tutti e quattro, quasi in coro. I quattro, in realtà, diventarono dieci, anzi il Gruppo dei 10, quando decisero di dare vita a un’esperienza che al volontariato unì grandi motivazioni professionali. «Siamo alla fine degli anni ’70 e questo gruppo nasce per fare screening visivo ai bambini di un istituto psicopedagogico di Caldirola, località montana a una quarantina di chilometri proprio da Tortona», spiega

Menegazzi, che insieme a Renzo Gualducci si occupa della dominanza visiva di ogni piccolo ospite dell’Istituto e di come viene da lui vissuta, utilizzando una terminologia e una strumentazione adatte a questo tipo di test. Sergio Berti, Giuseppe Bigotti, Ugo Frescura, Umberto Garra, Renzo Gualducci, Jeff Longoni, Marco Menegazzi, Riccardo Perris, Armando Rattaro e Gianni Rehak: sono loro i componenti dell’Equipe 10 o Team 10, la scritta che campeggia su un manifesto della SOE. «L’idea nasce al termine di una personale esperienza a Verona, presso un istituto di bambini cerebrolesi e down, vissuta a fianco di Danielski Vanderlei, psicologo brasiliano, che cercava di capire le origini di alcuni comportamenti da parte di

Alcuni momenti di Congressi SOE tra gli anni ’70 e gli anni ’80; in basso, al centro, Rehak è con Jeff Longoni al Congresso organizzato presso l’Hotel Metropole di Bruxelles

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questi ragazzi», spiega Rehak. I risultati del Gruppo dei 10 optometristi italiani sono sorprendenti: certe dinamiche, certi atteggiamenti dei bambini della struttura di Caldirola non dipendono assolutamente dal loro quoziente intellettivo, in maniera troppo spesso superficiale considerato al di sotto della media. In realtà – questa è la grande scoperta dei nostri professionisti – certi comportamenti o problematiche motorie, ad esempio, sono determinate da deficit visivi, più o meno acuti, ma fin

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AMARCORD Alcuni divertenti ed educativi disegni di Mario Bortolato, tratti dalla pubblicazione “Opto per l’opto”, realizzata dalla Società Italiana Optometria nel 1979

lì assolutamente trascurati. Tanto che i risultati definitivi degli screening, che per quell’epoca sono rilevanti in termini quantitativi e qualitativi, vengono consegnati al responsabile del centro medico psicopedagogico di Caldirola, don Francesco Remotti, da lui avviato nel 1966, perché possano essere studiati e possano essere fornite ai bambini le soluzioni compensative più adatte, per migliorare la loro qualità della vita. «Durante uno di questi test ricordo che un collega, credo fosse Perris, mi avvicina e mi dice: vieni da questo bambino, tu cosa riesci a vedere…? Prendo l'oftalmoscopio e guardo: cataratta a cavaliere, neonatale, in entrambi gli occhi. Chiamo tutti gli altri e insieme, tra lo sgomento e l’incredulità, ci chiediamo se e quali visite mediche abbiano mai fatto a questi bambini, per non accorgersi di una patologia simile. Il bambino avrà all’incirca 7 anni e da tutti viene considerato ai limiti della capacità d’intendere e di volere, con un QI di 50: in realtà è solo semicieco. Intuendo che noi siamo gli unici a capire finalmente il suo problema, il piccolo non mi lascia mai la mano…», racconta

Longoni. Quel bambino verrà successivamente operato e potrà finalmente vivere una vita diversa, sicuramente migliore. «Se l'Equipe 10 avesse fatto anche solo quello, contribuire a ridare la vista a quel bambino – dice Frescura - basterebbe e avanzerebbe per

Da sinistra, Gianni Rehak, Ugo Frescura, Marco Menegazzi e Jeff Longoni, oggi, al ristorante di Tortona che oltre 40 anni fa, sotto l’insegna Al Cavallino, ospitava i primi incontri tra optometristi italiani

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simboleggiare il successo di un’attività che pochi ricordano, nei libri di scuola o nelle interviste, ma che invece ha rappresentato una tappa fondamentale per il percorso di crescita, professionale e umana, di un’intera generazione di optometristi».

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CONGEDI PARENTALI: LE NUOVE AGEVOLAZIONI PER I PAPÀ Un nuovo decreto introduce il congedo obbligatorio di un giorno e quello facoltativo, per un massimo di due giorni, del padre lavoratore dipendente, in occasione della nascita di un figlio. E la possibilità di sostituirlo con un contributo economico per pagare la baby sitter o l'asilo

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di Tobia Chiesurin Consulente aziendale

ella normativa dei congedi parentali si deve distinguere tra periodo pre parto e periodo post parto. Permessi pre parto Nel periodo antecedente la nascita, i permessi spettano esclusivamente alla madre, in quanto è la sola a necessitare di cure. Il datore di lavoro sarà obbligato a concedere permessi retribuiti e queste ore di assenza (“per esami prenatali, accertamenti clinici ovvero visite mediche specialistiche”) saranno aggiuntive alle ore per riduzione di orario di lavoro eventualmente previste dalla contrattazione collettiva di riferimento. La lavoratrice dovrà farne richiesta direttamente al proprio datore di lavoro e consegnare i certificati che giustifichino l’assenza: in questo caso le spetterà una retribuzione come se fosse stata presente sul posto di lavoro. Permessi post parto: riposi per allattamento L’assenza post parto è riconosciuta a entrambi i genitori. In particolare, le lavoratrici madri hanno diritto, durante il primo anno di vita del bambino, a periodi di riposo giornalieri, anche cumulabili durante la giornata, di una o due ore a seconda dell’orario di lavoro svolto. Tali orari di permesso sono considerate ore lavorative e pertanto danno diritto al 100% della retribuzione: nel caso in cui la madre non li utilizzi, invece, non

lew spetta alcun rimborso economico. La normativa prevede riposi differenti a seconda del numero di ore lavorate: • due riposi giornalieri per orario di lavoro pari o superiore a sei ore al giorno; • un riposo giornaliero per orario inferiore alle sei ore giornaliere; • in caso di part-time verticale (ovvero quando l'attività lavorativa è svolta a tempo pieno, ma limitatamente a giorni predeterminati) le ore di riposo spettano in

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relazione all’orario di lavoro svolto, solo nelle giornate lavorate; • in caso di part-time misto (misto tra part time verticale e part time orizzontale, cioè limitazione dell’orario di lavoro rispetto al tempo pieno), invece, spettano due ore di riposo giornaliere nei giorni con orario pari o superiore alle sei ore, mentre spetta un solo riposo giornaliero nelle giornate con orario inferiore alle sei ore. Come e quando utilizzare i permessi dovrà essere accordato tra lavoratrice e datore di lavoro: se tale accordo non viene trovato, sarà la Direzione Territoriale del Lavoro a stabilire le modalità di fruizione dei riposi. A quale tipologia di lavoratrice sono concessi i permessi post parto? I permessi per allattamento spettano all’apprendista, operaia, impiegata, dirigente: in linea generale, quindi, alla lavoratrice dipendente. Non spettano invece alla lavoratrice autonoma, qual è la commerciante, la parasubordinata e la libera professionista. I congedi per le malattie dei figli Oltre ai congedi relativi al periodo immediatamente successivo alla nascita del bambino, la legge stabilisce che entrambi i genitori (alternativamente) hanno diritto di astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ciascun figlio di età non superiore a tre anni: non viene stabilito a questo riguardo un limite di tempo. Dai tre agli otto anni, invece, i genitori potranno astenersi dal lavoro nel limite di cinque giorni lavorativi all’anno. I permessi del padre Anche al padre spettano dei riposi giornalieri, ma solo in particolari e specifiche situazioni: • quando il figlio è affidato al solo padre; • in alternativa alla madre lavoratrice dipendente che non se ne avvale, anche quando la stessa non si può avvalere dell'astensione facoltativa perché appartenente a categorie non aventi diritto; • nel caso in cui la madre non è lavoratrice dipendente, ma autonoma avente diritto a un trattamento di maternità dall'Inps o da un altro Ente previdenziale; • in caso di morte o di grave infermità della madre indipendentemente dalla sua condizione di lavoratrice o meno. In relazione alla disciplina dei congedi del padre, la legge n.92 del 28 giugno 2012 è intervenuta apportando delle importanti novità. Antecedentemente all’introduzione della legge in esame, il padre che non ricadeva nelle situazioni precedentemente previste, qualora fosse stato necessario

essere presente a eventuali appuntamenti legati al suo status di genitore, era costretto a utilizzare il proprio monte ore permessi. Dal primo gennaio 2013, invece, viene introdotto a suo favore il diritto a un giorno di congedo obbligatorio e due di congedo facoltativo, quest'ultimo alternativo al congedo di maternità della madre. Per queste giornate di assenza gli è comunque riconosciuta e garantita un’indennità pari al 100% della retribuzione. Tale indennità: • è anticipata dal datore di lavoro; • successivamente verrà conguagliata dall'Inps; • vengono fatti salvi i casi in cui è previsto il pagamento diretto da parte dell’Inps, come previsto per l’indennità di maternità in generale. L’utilizzo da parte del padre lavoratore dipendente del congedo facoltativo è condizionato alla scelta della madre lavoratrice di non usufruire di altrettanti giorni del proprio congedo di maternità, con conseguente anticipazione del termine finale del congedo post partum della madre per un numero di giorni pari al numero di giorni fruiti dal padre. Come fare a richiedere il congedo? Il padre lavoratore, qualora voglia fruire del periodo di congedo obbligatorio, deve comunicare con un preavviso di almeno quindici giorni e in forma scritta al datore di lavoro le date in cui intende disporre. Deve, inoltre, allegare alla richiesta una dichiarazione della madre di non utilizzo del congedo di maternità a lei spettante per un numero di giorni equivalente a quelli richiesti dal padre, con conseguente riduzione del congedo di maternità. La stessa dichiarazione di non godimento deve essere presentata anche al datore di lavoro della madre a cura di uno dei due genitori. Sarà poi onere del datore di lavoro, comunicare all'Inps le giornate di congedo fruite. Ulteriore novità, compresa nella norma, è la possibilità per la madre lavoratrice, sperimentalmente per il periodo 2013 -2015, al termine del periodo di congedo di maternità, per gli undici mesi successivi e in alternativa al congedo parentale, di ottenere la corresponsione di voucher (da richiedere al datore di lavoro) per l’acquisto di servizi di baby sitting o per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati.

BENI IN GODIMENTO AI SOCI È slittato al prossimo 15 ottobre il termine per la comunicazione dei beni in godimento ai soci, precedentemente fissata al 31 marzo 2013: tale rinvio è stato attuato in un’ottica di semplificazione della norma.

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IL CIGNO E I GABBIANI Di fronte a una fase di “crisi” l’uno è vigile, attento, studia la situazione e agisce con misura, ponderatezza e intelligenza; gli altri invece si scompongono, vanno in panico, hanno una reazione non efficace, non utile, anzi distruttiva e deleteria

di Luisa Redaelli Communication consultant

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avanti alla nostra casa, in mezzo al lago, ci sono due isolotti rocciosi, con i ruderi fatiscenti e affascinanti di un castello medievale e del suo torrione. Gli edifici sono stati costruiti da geniali architetti del XII secolo, che hanno avuto l’intuizione di proseguire linee e volumi delle rocce e, ancora oggi, manifestano un’armonia di natura e di costruito inattaccabile da intervento umano o evento naturale. Raggiungibili solo con la propria barca, sono in stato di abbandono e pertanto possono emanare il loro fascino in modo completo, avvolti dagli elementi della natura: le acque del lago, il vento, il grande cielo. Alberi di fico e cespugli di more si contendono la poca terra fra le rocce e, a parte i fastidiosi motoscafi che per un paio di mesi l’anno li sfiorano, rarissime sono le persone che vi si avvicinano. Da sempre li considero il mio regno, ci

vado appena ho il tempo disponibile, me li vivo, sono il mio luogo elettivo: in questo spazio di acqua e cielo, architettura e roccia, ritrovo me stessa, mi rigenero pienamente. Soprattutto nei mesi invernali e primaverili siamo solo i cigni, i gabbiani, l’Homo Faber e io. Questo luogo è una riserva naturale di energie pulite, dove ogni essere vivente, noi compresi, si sente libero e rispettato. In primavera la natura si rigenera, nuova vita pulsa e si manifesta e già questo è bellissimo; il ciclo della natura compie puntuale il suo corso e accompagna il tempo delle nostre vite, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri. Sui nostri isolotti, indisturbati e protetti dalla natura stessa, i gabbiani e i cigni fanno i loro nidi e portano a termine la cova delle loro uova. Quando ci avviciniamo, nel periodo della cova, appunto, accade un fatto che m’induce a riflettere. I gabbiani, nella percezione di una minaccia di pericolo, si alzano in volo e gridano, garriscono e stanno lontani,

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sempre più in alto, sopra le nostre teste, girando. Lasciano i nidi e le uova alla nostra mercé, abbandonano ciò che hanno di più prezioso al pericolo. Il cigno non si allontana, rimane accovacciato nel suo nido, apre un occhio e ci osserva. Se ci avviciniamo, alza appena il capo, ci avviciniamo ancora di più e allunga il bellissimo lungo collo, ma non si muove dalle sue uova. È pronto a reagire al pericolo, però valuta bene, prima di muoversi. Prima di qualsiasi azione, studia bene la situazione. Conosce per natura la priorità, quella di difendere il suo nido, la sua cova, prima di tutto, ed è pronto a far fronte al pericolo nella misura in cui si fa minaccioso. Non reagisce a priori, non corre il rischio di creare situazioni ancor più perigliose, è attento e totalmente presente in quell’istante, in quella circostanza. Non si lascia prendere dal panico, resta in un ben calibrato “qui e ora”, che renderà efficace il suo intervento, ma solo se e quando sarà necessario. Il cigno e il

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gabbiano gestiscono la fase di “crisi” con due modalità differenti. Il cigno è vigile, attento e studia la situazione e agisce con misura, con ponderatezza, con intelligenza. I gabbiani si scompongono, vanno in panico, hanno una reazione non efficace, non utile, anzi distruttiva, deleteria. La fase che stiamo vivendo tutti insieme non è una fase di “crisi”, è un cambiamento epocale, di economia, di pensiero, di socialità, di relazioni, di attitudini e atteggiamenti. Compreso e accettato ciò, capito che l’ambiente si è modificato e i tempi passati non tornano più, impegniamoci a studiare bene cosa c’è in atto e cerchiamo soluzioni adeguate. Non possiamo più lavorare come qualche anno fa, dobbiamo fare scelte e prendere decisioni. Il professionista indipendente che desidera mantenere la libertà d’azione e di pensiero può rimanere nelle posizioni scelte solo se saprà svincolarsi da situazioni pregnanti e rendersi autonomo, facendo gruppo con chi è simile a lui, con chi esprime esigenze analoghe. È chiaro che le “grandi aziende” ragionano per “grandi numeri”; la “grande distribuzione” funziona con “grandi sistemi”. Se scegliamo di essere identità uniche e riconoscibili cercheremo di lavorare con chi ci riconosce queste qualità, andremo a creare collaborazioni con coloro che riscontrano in noi e per noi queste peculiarità identificative uniche e irripetibili. Dovremo pertanto ampliare una cultura di sensibilità e buon gusto, che sia in grado di orientare i nostri “clienti” verso scelte di consapevolezza, di coscienza. Per l’ottico che vuole esprimere una personalità professionale evoluta e qualificata, con

onestà e serietà, la scelta non sarà per forza verso i non meglio identificati “prodotti di nicchia”, quanto piuttosto verso aziende e collaboratori, servizi e opportunità che definiscano campi operativi dove certi valori trovano modo d’esprimersi e confermarsi. La cosiddetta “nicchia” rappresenta un settore che resta chiuso, che continua a chiamarsi così perché si ritiene auto-riferita a pochi “intenditori”, che, in teoria, dovrebbero essere anche “ricercatori”, ma a volte sono piuttosto personaggi che si sono semplicemente

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ritagliati un modo d‘esistere parallelo alle esigenze reali del mondo. Per l’ottico che vuole continuare a essere espressione di un valore professionale riconosciuto, alla cui definizione ciascuno di noi darà il significato che meglio trova calzante, sorge impellente la necessità di approfondire la cultura non solo sulla scienza ottica, ma anche sul prodotto, sulla psicologia delle persone, su tutti quegli aspetti finora trascurati, che oggi fanno la vera differenza. Differenza da che? Differenza fra sopravvivere, continuare

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MEDITAZIONI

a vivere in un mondo di realizzazione e soddisfazione, oppure essere travolti da scontisti, catene commerciali, ottici da supermercato. Differenza fra uscire o rimanere schiacciati dal giogo dei grandi numeri, nelle macroeconomie, o invece rendere concreta un’economia alla propria scala, insieme con i propri simili. Nei miei lavori di consulenza, mi trovo spesso a dover “formare” su quegli aspetti che riguardano lo studio della psicologia delle persone, clienti o collaboratori, da gestire nel quotidiano, con motivazioni, argomenti, affinamento delle capacità di comunicazione e di comprensione. Mi trovo anche a intervenire sulla gestione del magazzino e delle scorte, sulla qualità e la “densità” dei famosi “cassetti”. Sulla formazione di conoscenza psicologia, di profondità personale abbiamo ampliamente parlato, sappiamo quanto sia utile e importante. Per quanto riguarda la conoscenza del prodotto, mentre c’è un sicuro approfondimento degli aspetti dell’oftalmica, si sono perse (quasi) totalmente la conoscenza delle montature, la capacità di proporre la montatura giusta e adatta alla persona e la capacità di gestire con consapevolezza tutti gli aspetti del magazzino. La cultura da formare, oggi, non è la vendita dei “prodotti di nicchia” per essere slegati dalle logiche aberranti dei grandi sistemi. È importante che ci sia una formazione culturale, solidi parametri di riferimento per riconoscere la qualità, la padronanza delle necessità, delle caratteristiche dei prodotti, delle vere identità delle aziende, delle affidabilità delle

collaborazioni. La conoscenza rende liberi: è verità quanto mai adatta al nostro oggi, al nostro quotidiano. Per vivere in questo mondo nuovo, bisogna conoscere, ovvero trasporre la stessa bellissima curiosità che fa studiare e approfondire tutto il vasto, interessante mondo scientifico dell’ottica anche al mondo del prodotto montatura e delle persone con le quali siamo chiamati a interagire. Solo grazie a questa consapevole maturità l’ottico indipendente sarà in grado di essere anche libero, mentre gruppi, consorzi, associazioni hanno un compito importante in questo percorso, perché possono davvero essere lo strumento che offre la formazione, che offre il prodotto, che offre gli strumenti per emanciparsi da una situazione impervia, verso nuove e assolate isole da colonizzare, da salvaguardare. La capacità di selezionare, prodotti, collaborazioni, situazioni lavorative, non si improvvisa, bisogna essere preparati, avere conoscenza, metodo e argomenti. La capacità di gestire gli strumenti professionali in modo adeguato ai tempi deve essere appresa con nuova determinazione, che porti a una gestione attenta e consapevole di tutte le risorse. Non occorre volare via, di qua e di là, e gridare al cielo i nostri problemi. Meglio tenere la posizione, osservare con concentrazione e attendere il momento adeguato per agire, dopo aver ben conosciuto la realtà che ci avvolge. C’è anche quella bella favola che vede un brutto anatroccolo diventar un meraviglioso cigno, ci può suggerire qualcosa?

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VOCAZIONE TERRENA Non sono venuto a burlarmi di questo mondo ma ad amare di cuore tutti gli esseri. Non sono venuto a ridere degli uomini ma a vivere con loro l'avventura terrena. Non sono venuto a parlare male degli insetti a scoprire le ferite del tramonto a incarcerare la luce in una gabbia. Non sono venuto a seminare sale nei campi. Non sono venuto per dire che la giraffa vuole imitare il cigno, che i pini servono solo di ornamento alle rocce. Non sono venuto per deridere i nidi. Sono venuto a guardare il mondo da dentro e ad amare le cose semplici il patrimonio unico degli uomini. Non sono venuto per deridere la morte. JORGE CARRERA ANDRADE (1903-1978), uno dei massimi poeti dell’Ecuador, amava mescolare l’universale al locale: metteva in pratica, come si può apprezzare da questa lirica, il motto di Publio Terenzio Afro: “Homo sum, nihil humani mihi alienum puto” (“Sono un uomo, niente di umano considero a me estraneo"), la condivisione di una sorte con altri umani. Senza distinzioni di razza e religione, senza confini. Perché ognuno di noi è solo un componente di quell’umanità che ci accomuna alla natura e a tutti i suoi elementi, di cui siamo parte integrante

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ISPIRAZIONE

DINAMISMO INNOVAZIONE

Mondiale dell’Ottica

PARIGI


FORMAZIONE

L’OTTICA HA BISOGNO DI UN RINNOVO CULTURALE COSTANTE A conclusione del ciclo di studi di scuola superiore, studenti e famiglie affrontano la scelta dei percorsi che offrono le migliori opportunità occupazionali: ecco l’opzione proposta dall’Istituto B. Zaccagnini di Bologna

A

di Giorgio Righetti*

gli studenti e alle loro famiglie, che a conclusione del ciclo di studi di scuola superiore affrontano il loro futuro occupazionale, l’Istituto Zaccagnini propone il diploma di abilitazione della professione di ottico e, a chi sta per abilitarsi ottico, i corsi di specializzazione in optometria. Il sistema della distribuzione specializzata di occhiali da vista, da sole e lenti a contatto è imperniato da sempre e per legge sulla figura dell’ottico abilitato che ha l’esclusiva della vendita di strumenti di correzione della vista su misura (R.D. 27 luglio 1934 n. 1265, D.M. 23 luglio 1998 e D.M. 3 febbraio 2003). Il diploma di ottico, l’unico che abilita per legge alla professione e si consegue in due anni dopo aver acquisito il titolo di scuola media superiore, conferisce tutte le competenze e le conoscenze che vengono richieste per l’esercizio della professione e immette direttamente al lavoro. La distribuzione ottica propone alla popolazione che ha problemi di vista, cosiddetta ametrope, prodotti che rientrano fra i consumi obbligati essendo la vista utilizzata in

molti ambiti, dal lavoro manuale e all’uso del computer, alla guida e così via, in cui ne viene richiesta un’efficienza minima e garantita. Per questi motivi la distribuzione ottica specializzata non ha subito una flessione dei consumi così importante come quella che ha toccato altri settori e, quindi, ha patito meno di altri il calo delle vendite e dei livelli occupazionali che, viceversa, si sono mantenuti ai livelli degli anni precedenti e necessitano di rinnovo costante. La Direzione dell’Istituto Zaccagnini ha seguito negli ultimi anni con attenzione e interesse l’evoluzione del sistema di formazione delle professioni che è avvenuto in Europa ed è stato recepito nel nostro paese a cavallo tra il 2012 e il 2013, basato sul riconoscimento effettivo, oltre che delle conoscenze, anche delle competenze. Questa attenzione si è concretizzata in un percorso scolastico e di formazione in cui, grazie alla dotazione di ambulatori e laboratori dotati delle più recenti e aggiornate attrezzature, gli studenti possono dedicarsi a esercitazioni che li porteranno a essere in grado di affrontare positivamente l’ingresso nel mondo del lavoro. Carl Zeiss Vision, CSO, Espansione Marketing, Nikon e Optikon 2000; gli ambulatori e i laboratori sono attrezzati e gestiti in collaborazione con l’industria del settore,

Qui sopra e nella pagina seguente, alcune delle attrezzature ottico-oftalmiche di cui sono dotati gli ambulatori e i laboratori della scuola bolognese

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FORMAZIONE

LE ATTIVITÀ DIDATTICHE DELLO ZACCAGNINI anno scolastico 2013/2014 ATTIVITÀ

CORSO

SEDI

Corso biennale di Ottica

Bologna

Corso annuale di Optometria

Bologna

Corso biennale di Optometria

Bologna, Ancona, Catania, Mantova, Torino, Venezia

Corsi di Contattologia

Bologna

Corso di Terapia Visiva funzionale

Bologna

Corsi di Visione e Postura

Bologna

Scolastica

Formazione specialistica

GLI OPEN DAY A BOLOGNA Il 27 e 28 aprile, il 25 e 26 maggio e il 7 e 8 settembre si sono tenuti e si terranno gli incontri di orientamento e di informazioni preliminari all’iscrizione al corso biennale di abilitazione alla professione di ottico e ai corsi di specializzazione post abilitazione in optometria. «L’Istituto apre per tre fine settimana le proprie porte agli studenti e alle loro famiglie che vogliono conoscere da vicino gli ambienti e l’organizzazione formativa da frequentare in vista del conseguimento del diploma di abilitazione all’esercizio della professione di ottico e agli ottici che desiderano migliorare le loro conoscenze optometriche – spiega Giorgio Righetti - I visitatori saranno accolti dalla Direzione e dai docenti che forniranno tutte le informazioni sui corsi scolastici e post scolastici e faranno visitare le aule, le attrezzature scolastiche e i laboratori. Durante la visita agli ambulatori si potranno ottenere informazioni sulle apparecchiature ottico-oftalmiche più recenti di cui sono dotati e sul loro impiego nella pratica della professione di ottico e in quella di optometrista. Nel corso delle giornate si svolgeranno presentazioni della scuola e dei programmi alle ore 11 e 16».

Il direttore dello Zaccagnini, Giorgio Righetti al termine di un ciclo di studi per l’abilitazione alla professione di ottico

che ne garantisce l’aggiornamento e l’efficienza. L’Istituto, per poter prestare un servizio formativo in linea con l’evoluzione delle professioni, è entrato a far parte del Consorzio del Registro dell’Optometrista Magistrale che, in simmetria con i principi della legge 4/2013 e del D.L. 13/2013, consente di ottenere una certificazione di parte terza delle competenze ottico-optometriche degli ottici e degli optometristi, fornendo una qualificazione distintiva per lo sviluppo delle loro carriere. L’Istituto Zaccagnini opera nel campo della formazione professionale dal 1977 e ha sede a Bologna in un edificio a destinazione scolastica che accoglie le aule, i laboratori e gli ambulatori che costituiscono la dotazione di base e l’attività didattica, oltre a disporre di biblioteca, aula magna, ecc. Lo scorso anno scolastico presso l’Istituto, che è il più grande d’Italia per studenti iscritti e numero di diplomati, hanno conseguito l’abilitazione di ottico 74 studenti del corso biennale e 23 privatisti provenienti dai corsi quinquennali. Lo Zaccagnini svolge un’intensa attività di formazione post-scolastica, grazie al livello del suo corpo docente, e fa

ricorso a docenti esterni in aree diverse dall’ottica: questo consente agli ottici un continuo aggiornamento della propria qualità professionale e all’Istituto un raccordo continuo tra scuola, mondo del lavoro e della professione. *Direttore Istituto B. Zaccagnini

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LAB

VISIONE BINOCULARE: COSA OFFRE IL METODO MKH L’optometrista spesso si confronta con soggetti che con la correzione prescritta non raggiungono una visione confortevole o continuano ad avere sintomi astenopici: questa situazione può essere ricondotta al funzionamento motorio-sensoriale del sistema visivo in condizione binoculare e alla disparità di fissazione

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di Salvatore Pintus docente a contratto dell’Università di Torino Coordinatore del corso di Optometria dell’Istituto Zaccagnini sede di Torino Iscritto al Registro dell’Optometrista Magistrale

uante volte nella pratica clinica ci siamo trovati di fronte a soggetti che, dopo aver rilevato un difetto di refrazione, non ottengono una visione confortevole o continuano ad avere sintomi astenopici? Tralasciando le considerazioni sulle capacità, le abilità, le competenze optometriche e la preparazione tecnica di chi

Il kit strumentale della Carl Zeiss Vision per applicare il metodo MCH (ex-MKH)

esegue le misurazioni, questo fenomeno può essere, spesso, ricondotto al funzionamento motorio-sensoriale del sistema visivo in condizione binoculare e alla disparità di fissazione. La prescrizione di lenti a soggetti con vizi refrattivi o problematiche visive in visione binoculare richiede l’esecuzione di una sequenza optometrica che prenda in considerazione il funzionamento motorio-percettivosensoriale del sistema visivo in condizioni binoculari. Per poter valutare anche questi aspetti della funzionalità visiva occorre ampliare le competenze profes-

Il “corredo” optometrico-strumentale necessario per realizzare la sequenza di Haase

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LAB

sionali e la gamma degli strumenti che l’optometrista deve utilizzare nell’esame visivo. In pratica, oltre alla cassetta delle lenti di prova, a menisco e con il trattamento antiriflesso, sono indispensabili: la cassetta dei prismi di prova, l’occhiale di prova predisposto con i filtri polarizzati, l’ottotipo digitale con schermo polarizzato e il tablet per il controllo dei test e per l’esame per vicino. Per poter verificare il comportamento del sistema in visione binoculare è necessario presentare al paziente delle sequenze di test, che permettano di controllare e valutare la visione binoculare attraverso stimoli fusionali centrali e paracentrali crescenti. Il paziente esaminato deve essere, quindi, in condizioni di visione binoculare (cioè con uno stimolo alla fusione); al tempo stesso, dobbiamo essere certi che la mira vista dall’occhio destro non possa essere vista con il sinistro. Queste condizioni possono essere ottenute e valutate attraverso il metodo studiato e codificato da H. J. Haase (MKH, Mess Und Korrektionsmethodik secondo Haase; dal settembre 2012, in accordo con IVBS, la procedura viene denominata MCH Measuring and Correcting Methodology after H. J. Haase). Questa specifica metodica di "misura e correzione" si avvale, appunto, di test polarizzati, per individuare l'esatta posizione dell'immagine formatasi sulla retina in condizione di visione binoculare singola. L'applicazione di tale metodo e i fenomeni osservati durante l'esecuzione portano l'optometrista a definire la correzione con prismi della foria associata, cioè il valore prismatico che annulla la disparità di fissazione. Problemi di tipo oculare (sensazione di contrattura collo-spalla, sensazione di deviazione di un occhio durante la lettura, sensibilità alla luce, ecc) e di tipo visivo (visione incostante o salto di righe durante la lettura, sdoppiamento delle immagini lontano-vicino, difficoltà a valutare le distanze alla guida, ecc) sono

sintomi che, raccolti in anamnesi, possono essere oggetto di valutazione attraverso il metodo MCH (exMKH). In passato risultati non soddisfacenti da parte di metodiche optometriche e sistemi di prescrizione di prismi (Sheard e Percival) hanno portato l'optometria internazionale, soprattutto di estrazione anglosassone, a ritenere i prismi, su pazienti con visione binoculare, una pratica da utilizzare in casi rari e con molta cautela. Dal 1998 diverse ricerche hanno esaminato le teoria dell'MCH (ex-MKH) sulla disparità di fissazione validandone l’efficacia, diminuendo così il divario tra oppositori e sostenitori di tale metodo nell'optometria tradizionale.

LO “INVENTÒ” HAASE

Hans-Joachim Haase (nella foto), nato il 3 luglio 1915 a Parchim e scomparso il 20 dicembre 2001 a Berlino, è stato un ottico e anche un orologiaio. Ha insegnato tecnologia ottica e refrazione, dal 1953 al 1981, presso il Collegio di Stato di Ottica e Fotografia a Berlino e contemporaneamente si è dedicato con grande passione allo studio della visione binoculare. Insieme al fisico Helmut Goersch ha sviluppato un modello teorico dettagliato per la comprensione dei processi coinvolti nei disturbi della visione binoculare

Serie di test polarizzati per l’esecuzione della procedura del MCH (ex-MKH)

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ADATTAMENTO DELLA LENTE A CONTATTO SAPHIR IN CORNEE IRREGOLARI di Jesús Carballo, O.C. 6367, contattologo esperto in cornea irregolare, professore presso la Clinica Universitaria di Optometria dell’Università Complutense di Madrid, e Beatriz Fernández Valencia, O.C 13638, responsabile servizi professionisti Mark’ennovy

CORNEA IRREGOLARE E LENTE A CONTATTO La cornea irregolare è quella che presenta differenze significative dei propri parametri topografici, sia sulla superficie anteriore sia su quella posteriore, in molti casi pregiudicando la propria integrità e, in quelli più avanzati, con la comparsa di segni come perdita di trasparenza, striature, depositi di ferro, ecc. Diverse cause possono dar luogo a una cornea irregolare, come traumatismi, interventi chirurgici o infezioni, essendo le ectasie quelle più comunemente trattate dal contattologo. Tra le ectasie, la più frequente è il cheratocono, senza dimenticare la Degenerazione Marginale Pellucida e quella che in alcuni casi si genera in seguito alla chirurgia refrattiva. Con una maggiore irregolarità superficiale aumentano i valori di aberrometria ottica sia di basso sia di alto ordine. Quelli di basso ordine, come la sfocatura o l‘astigmatismo, si compensano con occhiali graduati o lenti a contatto, mentre quelli di alto ordine, come il coma ottico o l'aberrazione sferica, richiedono l'adattamento delle lenti a contatto per ottenere la migliore qualità ottica. L’aberrometria di alto e basso ordine si quantifica di solito con i cosiddetti coefficienti di aberrazione, come il RMS (Root Mean Square), MTF (Modulation Transfer Function) o PSF (Point Spread Function).

Figura 1: i coefficienti di aberrazione

In generale si ritiene che a fronte di un maggior coefficiente aumenti la necessità di adattare una lente a contatto per

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compensare l’aberrometria di alto ordine; e che le lenti Rigide Permeabili al Gas (RPG) siano l'opzione più comune per molti contattologi. Nonostante questo, diversi studi hanno dimostrato che in alcuni casi l'acutezza visiva è maggiore di quanto previsto dal coefficiente aberrometrico e che la compensazione parziale dell’aberrometria può generare un grado di acutezza visiva migliore della compensazione totale, come l'interazione tra i diversi valori aberrometrici o l’interazione tra la superficie anteriore e posteriore della cornea. Per quanto riguarda l'interazione tra valori aberrometrici, Gracia et al.1, 2 hanno mostrato che la qualità ottica in presenza di astigmatismo può essere incrementata se esiste coma in un determinato valore e angolo, specialmente con astigmatismo non compensato abitualmente. Inoltre hanno sottolineato l'importanza del neuroadattamento al sistema aberrometrico abituale del paziente. Nello stesso senso Sabesan et al.3 hanno evidenziato l'esistenza del neuroadattamento al modello aberrometrico irregolare degli occhi con cheratocono. McLellan et al.4 hanno indicato, inoltre, che la presenza di aberrazione monocromatica naturale minimizza l'effetto negativo dell’aberrazione cromatica longitudinale. Applegate et al.5, invece, studiando l'interazione tra diverse aberrazioni in tre pazienti senza patologia oculare, hanno dimostrato che l'aberrazione sferica e la sfocatura possono interagire positivamente per ottenere la migliore immagine. D'altra parte, alcuni studi hanno indicato che nella cornea irregolare può essere significativa la compensazione tra l’aberrometria della superficie anteriore e quella posteriore, in modo tale che, dopo la compensazione totale dell’aberrometria nella cornea anteriore, può apparire un'aberrometria residua importante. Così Chen e Yoon6, su un campione di 82 occhi affetti da cheratocono, hanno notato che il coma della superficie posteriore era orientato verso la posizione nasale superiore e che compensava una media del 22%, 24% e 14% del coma della superficie anteriore, rispettivamente nello stadio avanzato, moderato e lieve. Effetto che non si verifica in cornee non irregolari.

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Sono notevoli anche i valori aberrometrici generati dal decentramento delle lenti. Ad esempio, Guirao et al.7 hanno dimostrato che, se si compensa pienamente l'aberrazione sferica accompagnata da un decentramento significativo, si genera un valore di coma residuale che riduce la qualità visiva, essendo migliore quella ottenuta per una compensazione parziale. Riguardo all’adattamento delle lenti idrofile, Jinabhai et al.8 hanno mostrato, all’interno di un gruppo di 22 pazienti con cheratocono, che le lenti idrofile toriche riducono 7 su 8 termini aberrometrici di alto ordine; e che l'acutezza visiva ad alto contrasto non è significativamente diversa rispetto all’uso di lenti RPG, con un risultato migliore in stadi meno avanzati della malattia. La nostra esperienza clínica mostra risultati simili con pazienti operati con anelli intrastromali, essendo l'adattamento soddisfacente con maggior frequenza in pazienti con grado non avanzato di cheratocono prima dell’impianto. INDICAZIONI E VANTAGGI L'uso di lenti idrofiliche tornite, con un'ampia gamma di parametri, consente adattamenti con una buona centratura della lente, senza significativa rotazione o traslazione, che pregiudicherebbero la qualità ottica risultante9. L'uso di diametri maggiori rispetto a quelli convenzionali è una strategia utile che può contribuire a stabilizzare la lente. Nello stesso modo l'ampia disponibilità di parametri permette di ottimizzare l'adattamento sia riguardo al diametro sia riguardo al raggio base e al potere. Inoltre l'uso di materiali di ultima generazione, come silicone hydrogel con alti livelli di DK e idratazione, insieme a un basso modulo di elasticità e ai vantaggi della sostituzione frequente, offre al contattologo un'alternativa valida e soddisfacente nei casi di cornea irregolare specialmente in: • casi leggeri e moderati di irregolarità; • integrità superficiale compromessa; • elevato modellamento della superficie corneale per l’uso di lenti di contatto; • intolleranza alle lenti RPG.

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CARATTERISTICHE DI SAPHIR Saphir è una lente silicone hydrogel disponibile in sostituzione trimestrale o mensile. Le sue caratteristiche di alta permeabilità all’ossigeno (DK=60), basso modulo di elasticità (0.13mpa), alta idratazione (75%) e gli infiniti parametri disponibili ne fanno un'opzione fattibile per pazienti con cornea irregolare. CASI CLINICI A seguire si presentano diversi casi clinici di pazienti con cornea irregolare adattati con lente a contatto in silicone hydrogel Saphir. • 1 Ectasia post-lasik Paziente maschio di 35 anni, con ectasia post-lasik Intollerante a lenti RGP. Raggi cheratometrici calcolati: 7.84@175 // 8.54@85 Refrazione: +2.00esf -5.00cil a 75º. AV 0,6 decimale

Figura 2: carta topografica

Le grandi differenze tra i valori cheratometrici in ogni punto non permettono una stima del raggio idoneo, calcolando il raggio cheratometrico medio + 0.7mm, come si farebbe in una cornea regolare. Si sono adattate due curve con raggi 8,60 e 8,30 mm ottenendo un comportamento stabile con Rb 8,30 mm, con rotazione antioraria di 5º che è stato compensato posteriormente con rotazione dell’asse nella lente.

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Figura 3: adattamento LCH

Figura 4: tintura con fluoresceina

LENTE A CONTATTO DEFINITIVA: SAPHIR RX 8.30 14.50 +3.00 SPH -4.50 CYL 70º AV=1.0

Il paziente ha riferito un uso soddisfacente di 12 ore giornaliere, con sostituzione mensile della lente. • 2. Cheratocono Donna di 33 anni con cheratocono grado I in OD (Classifica di Amler-Krumeich). Intollerante a lenti RPG. Raggi cheratometrici calcolati: 6.89 @79 // 7.59 @ 169 Rifrazione: -2,50 sph -1,50 cyl a 95º. AV 0,74 decimale

Figura 7: mappa topografica

Figura 8 e 9: adattamento LCH Saphir in paziente con impianto di segmento intrastromale

LENTE DEFINITIVA: SAPHIR 3-MONTHLY 8.30 14.00 -0.50ESF -3.75CIL 55º AV= 0.8

In questo caso si è optato per una lente Saphir a sostituzione trimestrale, indossata in media 8 ore giornaliere con manutenzione dell’integrità superficiale, con risultato soddisfacente. CONCLUSIONI

Figura 5: mappa topografica tangenziale

Per le sue caratteristiche la gamma di lenti Saphir in silicone hydrogel di ultima generazione è una delle alternative che possiede il contattologo per l’adattamento della cornea irregolare. Con un maggior successo in gradi non avanzati e con un alto rispetto per l’integrità della cornea, si è constatata un’accettazione eccellente da parte del paziente per quanto riguarda il suo comfort e l'acutezza visiva. In definitiva, migliorando la sua qualità di vita. RIFERIMENTI

Figura 6: immagine stabilizzazione Saphir Rx

LENTE A CONTATTO DEFINITIVA: SAPHIR RX 8.30 14.50 -2.50 SPF -1.50 CYL 100º AV=1.0

L’adattamento è stato realizzato con modalità di sostituzione mensile con un uso soddisfacente medio di 10 ore. • 3. Anelli intrastromali Donna di 39 anni con cheratocono grado II (Amsler-Krumeich) e successivo impianto di un segmento Intrastromale nell’OD. Raggi cheratometrici calcolati: 7.14 @143 // 7.71 @ 53 Rx in occhiali: -4,00 Cyl a 55º AV: 0,64 decimale

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1. de Gracia P, Dorronsoro C, Gambra E, Marin G, Hernandez M, Marcos S. Combining coma with astigmatism can improve retinal image over astigmatism alone. Vision Res. Sep 15 2010;50(19):2008-2014. 2. de Gracia P, Dorronsoro C, Marin G, Hernandez M, Marcos S. Visual acuity under combined astigmatism and coma: optical and neural adaptation effects. J Vis. 2011;11(2). 3. Sabesan R, Yoon G. Neural compensation for long-term asymmetric optical blur to improve visual performance in keratoconic eyes. Invest Ophthalmol Vis Sci. Jul 2010;51(7):3835-3839. 4. McLellan JS, Marcos S, Prieto PM, Burns SA. Imperfect optics may be the eye's defence against chromatic blur. Nature. May 9 2002;417(6885):174-176. 5. Applegate RA, Marsack JD, Ramos R, Sarver EJ. Interaction between aberrations to improve or reduce visual performance. J Cataract Refract Surg. Aug 2003;29(8):1487-1495. 6. Chen M, Yoon G. Posterior corneal aberrations and their compensation effects on anterior corneal aberrations in keratoconic eyes. Invest Ophthalmol Vis Sci. Dec 2008;49(12):5645-5652. 7. Guirao A, Cox IG, Williams DR. Method for optimizing the correction of the eye's higher-order aberrations in the presence of decentrations. J Opt Soc Am A Opt Image Sci Vis. Jan 2002;19(1):126-128. 8. Jinabhai A, Radhakrishnan H, Tromans C, O’Donnel C. Visual performance and optical quality with soft lenses in keratoconus patients. Ophthalmic & Physiological Optics. 2012;32:100–116. 9. Guirao A, Williams DR, Cox IG. Effect of rotation and translation on the expected benefit of an ideal method to correct the eye's higher-order aberrations. J Opt Soc Am A Opt Image Sci Vis. May 2001;18(5):1003-1015.

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LENTI oftalmiche

Essilor: un impegno per risolvere i problemi socioeconomici legati ai disturbi visivi L’azienda ha lanciato il Vision Impact Institute, la prima organizzazione dedicata all’impatto sociale ed economico delle problematiche legate ai disturbi della vista, per sensibilizzare l'opinione pubblica e incentivare la ricerca

a cura della redazione

L

a disabilità oggi più diffusa, i disturbi visivi, riguarda ben 4,2 miliardi di persone nel mondo, 2,5 miliardi delle quali non hanno accesso a misure correttive. Il Vision Impact Institute raccoglierà, con tutto il supporto da parte di Essilor, conoscenze, dati e soluzioni a livello globale, in sintonia con la missione aziendale di offrire a un numero sempre crescente di persone una vita migliore attraverso una miglior vista. La finalità dell'istituto è quella di sensibilizzare l'opinione pubblica in merito all'impatto socio-economico dei problemi visivi e incentivare la ricerca, laddove necessario, sollecitando l'adozione di misure nel campo della correzione visiva. Questo problema di salute pubblica ha, infatti, conseguenze economiche a livello sia individuale sia collettivo: ogni anno si

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LENTI oftalmiche

verifica un’ingente perdita di produttività sebbene le soluzioni, quali esami e correzioni, siano disponibili (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità). «Si tratta di un processo in corso e l'istituto incoraggerà la ricerca per garantire una migliore valutazione dei costi correlati ai disturbi visivi in tutte le regioni e le popolazioni del mondo - afferma Jean-Félix Biosse Duplan, presidente del Vision Impact Institute - Oggi stiamo invitando gli scienziati e gli opinion leader di ogni paese a essere maggiormente coinvolti nella sfida globale della lotta ai disturbi visivi».

Un impatto economico sottovalutato Sebbene siano una delle disabilità più diffuse al mondo, i disturbi della vista e il loro costo sono ancora sottostimati nei paesi industrializzati ed emergenti: il 30% dei giovani in tutto il mondo di età inferiore ai 18 anni soffre di disturbi refrattivi non corretti e spesso non diagnosticati a causa di una mancata informazione o di uno scarso accesso alle cure. Questa proporzione sale al 33% nella forza lavoro, al 37% tra gli anziani e raggiunge il 23% tra gli automobilisti ( Fonte: Banca Mondiale, Boston Consulting Group ).

L'impatto economico è rilevante a livello globale. Ogni anno infatti si stima una perdita di produttività quantificabile in 269 miliardi di dollari, di cui 50 miliardi in Europa, 7 miliardi in Giappone e 22 miliardi negli Stati Uniti (vedi tabelle). Il costo globale annuale della perdita di produttività corrisponde al costo di una visita oculistica per metà della popolazione mondiale. Sebbene misure semplici possano ridurre drasticamente le conseguenze economiche dei disturbi alla vista e quelle sociali, il loro costo, il livello di accesso alle cure e la consapevolezza variano considerevolmente da paese a paese. La mission del Vision Impact Institute Il Vision Impact Institute raccoglie e condivide conoscenze, dati e

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soluzioni a livello globale per ridurre l'impatto dei disturbi visivi. L'idea dell'istituto nasce dalla consapevolezza che i dati disponibili su questi disturbi siano scarsi e non coordinati a livello più ampio, e che non si riesca a stimare correttamente la portata del problema. Gli studi condotti in tutto il mondo sono stati raccolti in collaborazione con il Boston Consulting Group per essere messi a disposizione della comunità scientifica e dei responsabili politici, creando un centro di accesso alle risorse online. Ideato come una piattaforma web interattiva, visionimpactinstitute.org ha l’obiettivo di unire una comunità di esperti e dare vita a un movimento mondiale per promuovere la ricerca di dati e la lotta ai disturbi alla vista in tutto il mondo.

internazionali autorevoli e indipendenti hanno deciso di far parte del Consiglio di sorveglianza dell'istituto. Si tratta di Kevin Frick (Stati Uniti), Clare Gilbert (Regno Unito), Arun Bharat Ram, (India) e Wu Jianmin (Cina), personalità eminenti che divulgano i risultati raggiunti dai ricercatori e sono i protagonisti della campagna di sensibilizzazione nelle rispettive aree di influenza. «Siamo molto orgogliosi che

Un Consiglio di sorveglianza indipendente ed esperto Per sostenere e guidare il lavoro dell'istituto, esperti

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Essilor abbia creato un Istituto come il Vision Impact Institute in grado di analizzare in modo oggettivo e critico le problematiche socioeconomiche derivanti dai disturbi della vista per promuovere la prevenzione - afferma Marco Caccini, direttore generale di Essilor Italia - Inoltre, grazie agli studi desunti dall’istituto, Essilor potrà migliorare sempre più il proprio ruolo di educatore favorendo la crescita di mercato».



LENTI OFTALMICHE

HOYA: UNA “SQUADRA” PER CONTRASTARE LA LUCE BLU È quella che comprende oftalmologi e centri ottici, elementi fondamentali, secondo l’azienda, per veicolare al consumatore finale il nuovo trattamento antiriflesso BlueControl di Angelo Magri

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lasse medica e professionisti della visione insieme contro la luce blu. È, in estrema sintesi, il messaggio lanciato a Milano da Maurizio Veroli, presidente e amministratore delegato di Hoya Lens Italia, in occasione Il tavolo dei relatori all’incontro con la stampa organizzato da Hoya a Milano alla metà di aprile: da sinistra, Maurizio Veroli, Lucio Buratto e Rossella Fonte

della presentazione alla stampa e agli addetti ai lavori di BlueControl di metà aprile, il nuovo trattamento antiriflesso del gruppo giapponese, dopo il debutto al FuoriSalone presso l’unità produttiva di Garbagnate Milanese, in concomitanza con l'ultimo Mido «Proprio in Giappone la casamadre ha lanciato BlueControl un anno fa e i risultati sono stati molto positivi, grazie anche al coinvolgimento

Un altro momento del meeting milanese dedicato alla presentazione di BlueControl

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della classe medica e dei professionisti della visione: la stessa formula che intendiamo utilizzare sul mercato interno», ha detto Veroli durante l'incontro non soltanto con i media professionali, ma anche con quelli di consumo. «Speriamo che su un argomento così importante per la salute oculare e il benessere visivo ci sia molto interesse a parlarne pure sui giornali - ha auspicato il numero uno della filiale nazionale di Hoya – Il nostro trattamento antiriflesso, applicabile a qualsiasi tipologia e geometria di lente oftalmica di ricetta, avrà un costo aggiuntivo di appena 10 euro al pubblico. Siamo partiti solo un mese fa e i primi riscontri da parte dei nostri clienti sono molto buoni, abbiamo già avuto ordini e acquisti regolari per tutti coloro che utilizzano dispositivi digitali. A breve, inoltre, daremo il via a un piano di formazione e d’informazione non soltanto agli ottici italiani, ma anche alla classe medica». Dopo le app sulla realtà aumentata, che Hoya per prima ha lanciato poco più di un anno fa sul mercato domestico, seguita a ruota da tutti i maggiori fornitori oftalmici, ora anche nel trattamento per la protezione dalla luce blu l'azienda di matrice nipponica ha anticipato tutti i competitor. «Da quanto ne so, siamo i primi – ha ricordato Veroli – Ben venga, comunque, se su un argomento tanto delicato quanto la protezione dalla

luce blu molti altri produttori ci seguiranno, così da incrementare il livello di educazione del consumatore finale». L’oftalmologo Lucio Buratto ha spiegato alla platea dell'incontro organizzato a Milano da Hoya i rischi cui ci sottopone la luce emessa da tablet, smartphone, pc e televisori, ma soprattutto dalle fonti luminose a led bianchi. «In chirurgia utilizziamo già da tempo lenti intraoculari a protezione dalla luce blu e

PROTEZIONE, COMFORT ED ESTETICA: TUTTO IN UNA LENTE I tentativi per contrastare l’energia prodotta dalla luce blu non nascono ora: anni fa, tuttavia, le soluzioni erano filtri solari non sempre efficaci e, spesso, con colorazioni poco gradevoli. «Protezione, comfort ed estetica sono, invece, i punti di forza del nuovo trattamento di Hoya: poterli racchiudere in un’unica lente trasparente è il principale vantaggio che offre BlueControl – ha spiegato Veroli – Secondo una ricerca commissionata da Hoya e condotta da Millward Brown nel novembre scorso, su 1.204 portatori di occhiali in 6 paesi europei, è emerso che in Italia il 91% lamenta fastidi durante l’utilizzo di dispositivi digitali: dopo la presentazione di BlueControl l’87% di questi è interessato a visitare un centro ottico per ulteriori informazioni e il 76% è addirittura disposto a pagare di più per un trattamento che protegge dalla luce blu». Secondo Gianmario Reverdy, presente all’incontro organizzato da Hoya a Milano, il futuro delle lenti oftalmiche si giocherà sempre più sul benessere visivo, «cioè su quella serie di caratteristiche che possono trasformare la nostra lente da elemento di correzione di un difetto visivo a strumento di comfort, protezione e, perché no, anche di piacevole estetica - commenta il docente milanese La continua crescita dell'utilizzo di strumenti digitali, con illuminazione a led, normalmente bianchi, ha indotto l'azienda giapponese a studiare e a produrre un trattamento di superficie che, affiancato al trattamento antiriflesso, riduce gli effetti della radiazione del campo blu visibile. La gamma blu della radiazione è, infatti, quella con lunghezza d'onda fra 400 e 500 nm, ritenuta dagli esperti corresponsabile sia della regolarità del ciclo circadiano della nostra vita giornaliera sia dell'aumento delle degenerazioni maculari dovute all'età».

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proprio Hoya è stata la prima a produrle – ha ricordato Buratto - Ora tocca a un trattamento sulle lenti oftalmiche, che non possiamo che accogliere favorevolmente: riuscire a limitare l'arrivo della luce blu all'occhio è sempre un risultato molto positivo». Come ha spiegato l'oculista milanese, infatti, è stato recentemente dimostrato che la luce emessa dai nuovi dispositivi digitali possono

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Due immagini che illustrano le attività quotidiane maggiormente “a rischio” di irradiazione della luce blu

incidere negativamente sul ciclo veglia-sonno. Rischi che si vanno ad aggiungere a quelli già noti e confermati della luce blu nella degenerazione maculare senile. Impiegati e professionisti, utilizzatori di console game, studenti, ma anche over 60: Rossella Fonte, docente all'Università Bicocca, ha ricordato, in occasione dello stesso meeting, quali sono le categorie più a rischio oggi nei confronti della luce blu. «Il 30% delle persone utilizza

smartphone, tablet o pc per almeno 6 ore al giorno, ma per il 14% questa quota sale fino a 12-14 ore, senza dimenticare che anche nel tempo libero è diventato sempre più frequente il loro uso – ha detto Fonte, citando dati di un survey sulla popolazione americana, effettuato da The Vision Council nel 2012 – Fermo restando che le fasce più a rischio della luce blu rimangono, come per i raggi ultravioletti, i bambini fino a 12 anni e chi ha

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superato i 45, a causa di una mancanza o di un abbassamento della protezione, è importante sottolineare che i dispositivi digitali in costante diffusione emettono fino al 40% di luce blu in più e sono utilizzati a una distanza più ravvicinata rispetto ad altri dispositivi». Ne deriva che «per noi ottici optometristi è importante proporre, dopo un'accurata analisi dello stile di vita dell'utente, soluzioni a lui mirate e personalizzate», ha affermato Fonte.

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GALILEO: FUNZIONALI E NON OPZIONALI LE… OPZIONI PER GLI OTTICI L’azienda di Sesto San Giovanni, oltre che sulla sinergia con BBGR, il gruppo di cui fa parte, punta su un più elevato livello d’informazioni per i propri partner, coinvolgendo pure la classe medica

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di Angelo Magri

più avvincente e a un nuovo slogan "abbiamo i mezzi per prenderci cura di te", vogliamo lanciare questo messaggio: chi sceglie prodotti Galileo può farlo sia con l’ottimo rapporto prezzo-qualità dell’offerta base sia puntando sull’offerta premium». Accanto all’ampia gamma di prodotti e servizi, nel 2013 l’impresa lombarda ha deciso di investire con ancora maggiore determinazione sulla formazione e l’informazione degli ottici. «Dopo il tour che lo scorso anno ha toccato alcune città italiane, cui hanno partecipato molti nostri clienti, ora abbiamo deciso di coinvolgere pure la classe medica –

aggiori informazioni e una più ampia gamma di opzioni per l’ottico: sono i punti di forza su cui intende far leva Oftalmica Galileo Italia in questa difficile fase congiunturale. «Se proprio adesso, nell’innegabile recessione attuale, tagliassimo l’offerta di prodotti, peggioreremmo ulteriormente la situazione – afferma Paolo Fonelli, direttore generale dell’azienda con sede a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, che nel 2010 ha dato vita alla fusione con Atr-Mec Optical sotto l’egida della capofila francese BBGR – Puntiamo, quindi, sul valore aggiunto che deriva dall’integrazione in una realtà come BBGR, che a sua volta fa parte del più grande gruppo oftalmico mondiale». Questo significa, per Galileo, utilizzare sul mercato domestico sinergie in termini di ricerca e sviluppo, nuove tecnologie e lancio di prodotti innovativi: fattori che vanno a integrarsi con un elemento di distinzione tutto proprio. «Ancora oggi il nostro è uno dei pochissimi brand di lenti oftalmiche spendibile presso il consumatore finale in termini di notorietà – sottolinea Fonelli – il che ci consente di rivolgerci a un’ampia fascia di consumatori, posizionati tra il segmento medio e medio-alto del mercato, in pratica quelli che oggi più di altri necessitano di rassicurazioni al momento di acquistare». Da qui l’esigenza di proporre tipi di offerta capaci d'interpretare le aspettative dell’attuale momento storico. «Con il nuovo catalogo, oltre alla grafica

Paolo Fonelli, direttore generale di Oftalmica Galileo Italia, con il totem della lente progressiva Selective Lady

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Uno dei seminari, all'interno del programma “Galileo Incontra”, organizzati dall'azienda milanese all’Università di Padova

spiega il numero uno di Galileo – Così il 18 marzo scorso, presso l’aula Rostagni dell’Università di Padova, il nostro responsabile Operations Marco Tappainer e il nostro responsabile Prodotto, Andrea Ravizza, hanno tenuto un seminario tecnico, che ha visto inoltre un’approfondita relazione di Edoardo Midena, oculista e docente di Fisiopatologia Oculare presso la medesima Università, il quale ha trattato a fondo i rischi dei raggi ultravioletti a livello retinico e corneale e le patologie connesse. Ravizza ha affrontato l’importanza del fattore di protezione dai raggi UV come l’E-SPF, mentre Tappainer ha illustrato le normative internazionali che definiscono la protezione dai raggi ultravioletti: hanno partecipato a questo incontro molti studenti del corso di laurea in Ottica e Optometria di Padova, nonché numerosi ottici locali». Questo appuntamento rappresentava, di fatto, la tappa di partenza del ciclo 2013 di seminari denominati “Galileo Incontra”, che va ad aggiungersi all’attività del “Galileo Club”, lanciato un paio d’anni fa, per risultare sempre più vicini ai centri ottici partner. Già, ma quale tipologia di ottici? «Alcune realtà della distribuzione organizzata in questo momento supportano più di altre il lavoro dei propri affiliati, con l’obiettivo di una maggiore remuneratività: sono quelle con cui cerchiamo alleanze commerciali, di marketing e di sviluppo – spiega ancora Fonelli – E questo concetto intendiamo applicarlo anche ai centri

ottici indipendenti nostri clienti, poiché oggi è quanto mai necessario investire le proprie risorse intellettuali e finanziarie in modo efficace e supportate da concreti progetti condivisi».

UN ORIZZONTE SUL SERVIZIO DI TELESAGOMATURA E APP Il nuovo trattamento antiriflesso NevaMax Uv, presentato da Galileo su tutta la gamma di lenti oftalmiche, la progressiva Selective Lady pensata per il pubblico femminile, le fotocromatiche Signature VII di nuova generazione in collaborazione con Transitions e ora le lenti della gamma Easy Work per l’ufficio e la linea Sport prodotta dalla consociata tedesca Rupp&Hubrach. È lunga la lista delle novità lanciate nel giro di pochi mesi da Oftalmica Galileo Italia, che tuttavia non si fermano qui. «Investiremo ulteriori risorse nei servizi di telesagomatura, un plus particolarmente apprezzato dalla nostra clientela, oltre ai supporti per il punto vendita, in particolare le app per tablet», ricorda Fonelli, che spiega anche la decisione di partecipare all’ultimo Mido, a differenza di molte altre realtà dell’industria oftalmica. «Non volevamo un vero e proprio stand, ma una sorta di salotto in cui incontrare gli ottici – dice il direttore generale della Galileo – Così è stato e i risultati si sono rivelati positivi. Tornarci anche nel 2014? Ora è presto per stabilirlo: gli organizzatori del salone devono riflettere su ciò che è meglio per gli espositori e insieme si valuterà come muoverci».

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Gregory W. DeNaeyer, OD, FAAO

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EAGLE: Un’inedita esperienza di formazione al servizio della salute degli occhi Bausch + Lomb, azienda leader nella salute degli occhi, apre una nuova frontiera per la formazione degli ottici-optometristi assolutamente all’avanguardia. Si tratta di EAGLE, acronimo di Exploring hAbits and Goals: a New Learning Experience, un evento di formazione esperienziale, unico e interattivo, alla scoperta di abitudini in optometria. Un viaggio multisensoriale all’interno dell’occhio per esplorarlo in tutte le sue parti e toccare ‘con mano’ il concetto di qualità della visione. Cell Explorer, questo è il nome della stazione tecnologica deposta ad ospitare EAGLE, attraverserà tutta la Penisola, da Nord a Sud, per formare attraverso tecnologie all’avanguardia gli otticioptometristi in tema di lenti a contatto e salute oculare. Questo, affinché siano sempre di più un punto di riferimento nell’offrire le soluzioni tecnologicamente più avanzate per garantire la miglior qualità della visione. «Il progetto EAGLE è una novità

assoluta nel campo dell’aggiornamento professionale degli Eye Care Professionals. Non più solo teoriche o pratiche lezioni frontali, ma un nuovo concetto di formazione professionale basato su nuove tecnologie interattive con avvolgimento sensoriale a 360° del Professionista» – dichiara Guido De Martin, Ottico-Optometrista a Trento. «L’ottico viene catapultato direttamente in un mondo di realtà apparente, dove la conoscenza clinica si interseca

direttamente con la gestione emotiva e comunicativa del paziente, con l’obiettivo di una massima cura e salute visiva del paziente stesso». «Bausch + Lomb, da sempre impegnata verso i professionisti nel settore della salute oculare - afferma il Dott. Riccardo Carbucicchio, Amministratore Delegato di Bausch + Lomb Italia - ha voluto seguire con questo programma un approccio assolutamente innovativo, all’avanguardia e, ci auguriamo, più formativo per l’ottico». Cell Explorer si sviluppa su due piani ed è composto da tre sale. Una sala accoglienza, una sala corsi, chiamata Sala Elettra, che può ospitare fino a 30 persone, una sala chiamata Calypso dedicata alla formazione esperienziale. Nella Sala Elettra i professionisti possono imparare e aggiornarsi avendo a disposizione un iPad e la possibilità di interagire in tempo reale con i colleghi presenti al corso e un docente. Nella Sala Calypso, i partecipanti possono manipolare un occhio tridimensionale, esplorarlo e vedere come cambia la visione in base alla lente applicata.

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L’interno di Ottica Perella a Sassari

RODENSTOCK: APRE IN SARDEGNA IL PRIMO SEE BETTER CENTER È Ottica Perella di Sassari il primo punto vendita in Italia a ospitare tutti gli elementi del Sistema Better Vision dell’azienda tedesca

È

a cura della redazione lo porterà alla consegna del nuovo occhiale. Un percorso professionale che, dall’esame oggettivo della refrazione, passa attraverso l’esame soggettivo, la scelta della montatura, la determinazione dei parametri di centratura e individuali, fino all’utilizzo dei sofisticati software di consultazione e consulenza per coinvolgere il cliente nella scelta della migliore soluzione oftalmica. «La riconoscibilità dei See Better Center da parte dei consumatori è un elemento molto importate del Sistema Better Vision, che mette al centro di tutto proprio il consumatore e la sua soddisfazione innescando il circolo virtuoso del passaparola, oggi più che mai lo strumento di marketing più efficace, che mettiamo a disposizione dei nostri partner - commenta Grazia Livia, responsabile dello sviluppo dei Concept Shop Rodenstock in Italia – Il concept shop di Ottica Carlo Perella è il perfetto coronamento di una partnership fortissima basata sulla fiducia e sulla professionalità, con l’obiettivo di offrire sempre il massimo in termini di qualità, tecnologia e servizio al consumatore».

un’anteprima nazionale di eccellenza nel mondo dell’ottica oftalmica, che porta in Sardegna l’esperienza e la filosofia del mondo Rodenstock e del suo percorso verso la creazione del cosiddetto Occhiale perfetto. «La nostra attività di famiglia nasce nel 1926, prima come negozio di fotografia per poi specializzarsi nel corso degli anni nelle lenti e conseguentemente nell’optometria qualificata - dichiara Carlo Perella, titolare del negozio, dove opera con uno staff di quindici professionisti – Avere Rodenstock come partner ci ha dato da sempre la possibilità di esprimere al meglio la nostra professionalità e la qualità del nostro servizio, per altro riconosciuto già come eccellenza nel nostro territorio». All’interno di questo esclusivo punto vendita, “pioniere” nella diffusione della cultura del Sistema Better Vision by Rodenstock, il consumatore avrà la possibilità di vivere un’esperienza di acquisto emozionale che

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Il cartello vetrina per i centri ottici con la campagna lenti vista-sole 2013 Zeiss, nella pagina successiva declinata in un’affissione esterna

ZEISS: L’OTTICO SI TRASFORMA IN CONSULENTE Al via la campagna lenti vista-sole del brand, per supportare i propri partner nell’attività sempre più importante di assistenza al consumatore finale: un compito che accresce la loro professionalità e ne legittima ulteriormente la credibilità

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'estate porta con sé la richiesta inevitabile di un occhiale da sole che sia, al tempo stesso, protettivo e di tendenza. Ma spesso accade che il ruolo della lente venga sottovalutato. Con questa campagna, attiva per tutti i centri ottici partner da maggio a luglio, Zeiss vuole sottolineare proprio l’importanza della scelta della giusta lente oftalmica, fornendo, inoltre, una

a cura della redazione rinnovata gamma di colorazioni che possa soddisfare qualsiasi esigenza dell’utente finale. «Accompagnare il cliente nella scelta dell’occhiale è sempre molto importante, tanto più in questo momento dell’anno in cui la protezione diventa un must per la salute degli occhi: con l’arrivo della primavera, infatti, il sole torna a splendere e a essere, al tempo stesso, anche un pericolo per gli occhi. Raggi UV e riverberi luminosi sottopongono gli occhi a stress e rischio visivo, che

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possono danneggiarli - ricordano dall’azienda - I consumatori, però, non sembrano essere pienamente al corrente di questi pericoli, dal momento che solo il 57,4% della popolazione italiana, secondo una recente ricerca, si prende cura adeguatamente del proprio benessere visivo, proteggendolo con gli occhiali da sole. Inoltre soltanto il 7% di questa quota di popolazione utilizza occhiali da sole forniti di lenti graduate». Tali dati attestano quanto sia impor-

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«Secondo una ricerca, solo il 57,4% degli italiani si prende cura adeguatamente del proprio benessere visivo, proteggendolo con gli occhiali da sole: di questi appena il 7% utilizza montature con filtri solari graduati» tante il ruolo dell’ottico anche dal punto di vista informativo, di relazione e comunicazione con il cliente. L’obiettivo è quello di colmare una carenza informativa che rischia di portare i consumatori a una scelta non adeguata della lente, con conseguenze che possono andare oltre l’aspetto estetico e implicare problemi visivi. In tale contesto la campagna Zeiss vista-sole si inserisce come valido strumento per accrescere l’attività di consulenza dei centri ottici partner. «La vetrina rappresenta spesso il primo contatto con il cliente potenziale, il biglietto da visita di un centro ottico, che trasferisce informazioni e spesso emozioni: la campagna Zeiss si pone a complemento dei tradizionali allestimenti previsti con l’obiettivo di riportare l’attenzione sull’importanza della scelta di una lente di qualità - spiegano alla Zeiss - La campagna potrà essere sostenuta anche con l’iniziativa promozionale suggerita, grazie alla quale il centro ottico potrà incentivare l’acquisto di una seconda coppia di occhiali, omaggiando una lente del secondo paio». La comunicazione non si ferma, però, al solo punto vendita, visto che i centri partner avranno la possibilità di affiancare un’attività di comunicazione sul territorio con operazioni dedicate, come campagne mailing, eventi, affissioni e comunicazioni su web, radio e carta stampata. «La campagna si inserisce nel piano di comunicazione previsto a supporto del lancio della nuova gamma colorazioni: Zeiss è da sempre attenta a fornire le soluzioni più performanti

per la migliore esperienza visiva e, per la nuova stagione estiva, propone nuovi colori tinta unita e sfumati per venire incontro ai bisogni dei consumatori moderni, molto sensibili alla moda, ma non disposti a scendere a compromessi in fatto di quali-

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tà - concludono dall’azienda di lenti oftalmiche - Completano la gamma le conosciute linee Skylet e SkyPol, colorazioni ad alte performance, esclusive Zeiss, per gli amanti dello sport e per chi dal proprio occhiale chiede sempre qualcosa in più».

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