Fabiano Group srl – Via Cesare Battisti, 19 -12058 Santo Stefano Belbo (CN) – nr.13/2009 – Anno 5 - pubblicazione mensile
PERIODICO INFORMATIVO SUL MONDO DEGLI OCCHIALI DELLA VISTA DELLA VISIONE E DELLA PERCEZIONE VISIVA novembre 2009 numer0 13
attualità
Una catena “lega” le nostre città d’arte
moda
Un’estate romanticamente rock
Lac su misura
Realizzare un progetto oggi?Facile e avvincente
fare la differenza
Una poesia di negozio
angolo pratico
Giovane ipermetrope con difficoltà da vicino
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FAbIANO GROUP SRL – VIA CESARE bATTISTI, 19 -12058 SANTO STEFANO bELbO (CN) – NR.13/2009 – ANNO 5 - PUbbLICAZIONE MENSILE
PERIODICO INFORMATIVO SUL MONDO DEGLI OCCHIALI DELLA VISTA DELLA VISIONE E DELLA PERCEZIONE VISIVA novembre 2009 numer0 13
editoriale
5 Crisi o no, la lente a contatto va! attualità
Una catena lega le nostre città d’arte
moda
Un’estate romanticamente Rock
lac su misura
Realizzare un progetto oggi?Facile e avvincente
fare la differenza
Una poesia di negozio
angolo pratico
attualità
Giovane ipermetrope con difficoltà da vicino
8 UNA CATENA “LEGA” LE NOSTRE CITTa’ D’ARTE 11 IRRITUALE, IRONICA E… UN PO’ IRRITANTE!
12 ESCHENBACH: COME MIGLIORARE IL VISUS DEGLI ANZIANI Notiziario informativo dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Novembre 2009 numero 13 www.b2eyes.com Redazione Danae de Stefano d.destefano@b2vision.com B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Pubblicità Luciano Cristiano cell. 334 6970786 l.cristiano@b2vision.com Collaboratori Alessandra Iannello a.iannello@b2vision.com Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Editore B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Direttore Responsabile Angelo Magri Progetto grafico b-channel Impaginazione Sandro Moschino Stampa Fabiano Group S.r.l. Reg. San Giovanni, 40 14053 Canelli (AT)
moda
14 UN’ESTaTE ROMANTICAmENTE ROCK lac su misura
20 REALIZZARE UN PROGETTO OGGI? FACILE E AVVINCENTE fare la differenza
23 UNA POESIA DI NEGOZIO angolo pratico
26 Giovane ipermetrope con difficoltà da vicino dalle aziende
32 ET-OPTIX LABORATORIES: LENTI OFTALMICHE PRONTE IN UN’ORA 33 Compliance: una soluzione chiara 34 PRIMA LAMPADA A FESSURA PER MECCANOTTICA MAZZA 35 QUANDO IL COMFORT INCONTRA UNA GEOMETRIA torica AVANZATA IN UNA LENTE A CONTATTO
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vetrina
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editoriale stimolare il consumatore finale all’utilizzo delle disposable determina effetti positivi, ma presenta anche un risvolto della medaglia che l’ottico non vede di buon occhio
Crisi o no, la lente a contatto va!
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e un segmento di mercato cresce di oltre il 12% nella fase più acuta della congiuntura negativa, mentre in tutta Europa la media di incremento è 6 volte inferiore; e se quello ad esso strettamente legato fa registrare un’impennata di oltre il 20% rispetto alle vendite dell’anno precedente, allora significa che si tratta di un comparto, anzi due, in buona salute. I due soggetti “misteriosi” sono le lenti a contatto e i liquidi e soluzioni per la loro manutenzione. Questi dati, di fonte Gfk, sono stati ricordati all’ultimo Convegno Assottica, l’associazione che raccoglie i principali produttori di lenti a contatto, tenutasi a inizio ottobre a Torino. Anche in quell’occasione è emersa una certa fiducia da parte dei relatori e degli operatori intervenuti: studi di mercato, ricerche a campione, analisi di marketing, progetti di comunicazione viaggiano tutti nella stessa direzione, quella di sensibilizzare l’ottico su prodotti in continua evoluzione, in fatto di business e innovazione, ma non solo. «Le promozioni e le campagne pubblicitarie del retail e dell’industria danno impulso a questo mercato, sia in termini di volumi sia di valore», ha scritto su queste pagine un paio di mesi fa Carlo Abbiati di Gfk. Stimolare il consumatore finale all’utilizzo delle Lac disposable determina effetti certamente positivi, ma presenta anche un risvolto della medaglia: questa politica, infatti, messa in atto da alcuni dei top player del comparto, procede solitamente in parallelo con una distribuzione molto allargata, dalle farmacie agli ipermercati. Gli ottici non la vedono di buon occhio, perché rischia di dilapidare il patrimonio di know how che un applicatore investe e di non fidelizzare il cliente una volta istruito sul migliore utilizzo della lente a contatto. Ottici che, per contro, appaiono soddisfatti dei recenti investimenti da parte delle maggiori case produttrici nella ricerca e lo sviluppo di novità importanti, soprattutto nel campo delle usa e getta toriche, dove però va aumentata la gamma degli assi a disposizione. Contattologia, comunque, non significa soltanto prodotti a uso frequente. Oggi gli studi e la professionalità di laboratori e applicatori sono in grado di risolvere anche casi particolari, in fatto di cheratocono, presbiopia o altro ancora. Ecco perché b2eyes magazine, proprio da questo numero, dà voce alle principali problematiche e soluzioni nel mondo delle lenti a contatto di prescrizione con una nuova rubrica, curata da uno dei maggiori esperti in ambito nazionale, Marco Tovaglia.
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UNA CATENA “LEGA” LE NOSTRE CITTa’ D’ARTE
È la Guidoreni, nata 30 anni fa a Firenze e poi sviluppatasi a Venezia e Roma, che punta su turismo e sole come fattori di un successo che l’ha portata a possedere 18 punti vendita in quattro regioni diverse
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attualità Da sinistra: Vincenzo, Rosa e Bruno Guidoreni
Diciotto negozi in tutto: la metà a Firenze, 4 a Venezia, uno, l’ultimo aperto nel maggio scorso, a Roma e gli altri 4 tra Viareggio, Sassuolo e due centri commerciali, sempre in Emilia. Con questi numeri, che si sommano alla settantina di dipendenti, Guidoreni è oggi una della family chain leader nel settore ottico in Italia. La sua storia è ormai trentennale e già sogna di ambire alla terza generazione. L’Ottica Guidoreni, infatti, nasce a Firenze nel 1979, per opera del fondatore Bruno Guidoreni e della moglie, Felicia Guerriero. Inizialmente vengono gestiti due punti vendita nelle centrali via dei Cerretani e Piazza San Giovanni. Successivamente vengono aperti altri due negozi nella strada che conduce al Ponte Vecchio, via Por Santa Maria. Date le dimensioni aziendali, nel 1999 la famiglia Guidoreni procede al cambiamento della natura giuridica, conferendo le imprese individuali in una società a responsabilità limitata di nuova costituzione. La passione e la professionalità prima del padre, della madre e poi dei figli, tutti diplomati ottici, hanno consentito un’importante affermazione nel settore dell’ottica-optometria e della contattologia. «A oggi possiamo permetterci di definire la Guidoreni Firenze come un progetto, che, grazie a un team ben selezionato professionalmente e guidato da una solida capostruttura, con gli anni ha portato avanti un’idea nata anni prima della sua stessa costituzione – spiega Vincenzo Guidoreni, seconda generazione della famiglia e presidente della società - Con grande entusiasmo e sacrificio i soci fondatori hanno compreso quali dovessero essere le esigenze che una città a richiamo fortemente turistico come Firenze potesse chiedere a tale tipologia di attività». Negli anni le esperienze maturate hanno così portato alla creazione di una catena di punti vendita tutti organizzati nel medesimo modo e con competenze ben suddivise all’interno della famiglia. I tre figli, infatti, si occupano ognuno di un settore diver-
Vincenzo è a capo dell’ufficio acquisti, Rosa guida l’ufficio del personale, mentre Bernardino si occupa dell’amministrazione
so: Vincenzo è a capo dell’ufficio acquisti, Rosa guida l’ufficio del personale, mentre Bernardino si occupa dell’amministrazione. «Tale struttura così organizzata ha permesso di creare conoscenze e competenze ben diversificate che ogni anno consentono di valutare positivamente il lavoro svolto», sostiene il presidente della family chain toscana. Turismo e sole: ecco i denominatori comuni della strategia commerciale di Guidoreni. «Firenze e Venezia sono due città d’arte, due località turistiche per eccellenza, per cui la nostra esperienza con la clientela estera o anche italiana in visita nel capoluogo toscano ci ha portati ad avviare diversi centri ottici anche nel cuore della Serenissima e ora persino a Roma, nella centralissima via Nazionale, con una netta prevalenza di vendite delle montature da sole – dice Vincenzo Guidoreni – La presenza nelle altre località, invece, ci consente di differenziare la stagionalità, proponendo più occhiali da vista. Sta cambiando anche il nostro modo di esporre gli occhiali da sole, principalmente le griffe commerciali in licenza ai grandi gruppi, ma anche i loro house brand più richiesti: nei negozi ubicati nelle città d’arte stiamo progressivamente puntando sul free service, con le montature lasciate libere sulle rastrelliere, sistema di vendita cui il turista straniero è già abituato, molte delle quali dedicate a rotazione ai singoli brand». La famiglia Guidoreni conta di incrementare il numero attualmente raggiunto di negozi, non subito e non altrove però. «Nei prossimi sei mesi il nostro assetto rimarrà stabile, pur continuando a guardarci intorno e a valutare eventuali opportunità di un certo interesse – afferma ancora Vincenzo – L’obiettivo è consolidare le località in cui siamo già presenti e decidere comunque tutto insieme, noi tre fratelli con nostro padre, secondo una cultura e una logica che fin qui ci hanno premiato e soddisfatto, sia come imprenditori sia come persone».
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Angelo Magri
attualità
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ESCHENBACH: Angelo Magri
COME MIGLIORARE IL VISUS DEGLI ANZIANI
Benché il processo di deterioramento non sia percepito subito, la visione peggiora progressivamente con l’età: dai 60 anni, infatti, l’acuità visiva di solito scende al di sotto del 100% e spesso non bastano dei nuovi occhiali per ristabilirla
È la combinazione dell’ingrandimento più occhiali a restituire la qualità visiva. Così, con il nuovo concetto Easy Vision, Eschenbach offre una migliore qualità della vita e una maggiore indipendenza a un’ampia fetta della popolazione, con soluzioni semplici e innovative per una migliore visione. «I prodotti Easy Vision sono caratterizzati da un’eccellente qualità, design accattivante e particolarmente facile da utilizzare: non sono protesi per gli occhi e non sono da stigmatizzare come per non vedenti – spiega Emanuele Gedda, responsabile per il mercato italiano di Eschenbach Optik - Gli occhiali multifocali possono solo correggere i “normali” difetti della vista. La riduzione dell’acuità visiva, causata dal processo d’invecchiamento, e un aumento del fabbisogno di luce in età avanzata possono essere invece compensati solo con l’ingrandimen-
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attualità
A sinistra Emanuele Gedda, responsabile per il mercato italiano di Eschenbach Optik. Sotto e nella pagina accanto gli ausili Easy Vision e un’immagine di campagna
to e la luce. Quando si è giovani, con le migliori lenti per occhiali, si può spesso ottenere un’acuità visiva pari al 125-150%, mentre a 60 anni si ha un’acutezza visiva del 95%, a 70 del 77% e a 80 di appena il 55%. La richiesta di luce delle persone anziane, inoltre, a causa di cambiamenti nella dimensione delle pupille, è fino a 14 volte superiore rispetto a quella dei giovani». Gli ausili Easy Vision di Eschenbach vanno, dunque, in questa direzione. Quali sono i vantaggi per il centro ottico? «Easy Vision è un mercato che si somma a quello già esistente – dice Gedda - In altri termini, non compromette la vendita di occhiali, anzi aiuta proprio la vendita. Inoltre gli ausili Easy Vision possono essere proposti a tutte quelle persone che, per lavoro o per hobby, necessitano di un ingrandimento aggiuntivo: dentisti, gioiellieri, controllo qualità, filatelici, numismatici, decou-
page, incisori, tipografi e così via». Poi c’è il discorso della fidelizzazione della clientela. «Questa, trovando soluzioni ai propri problemi, non avrà necessità di provare nuove strade – afferma il manager - Un cliente soddisfatto è, come ben sappiamo, la migliore pubblicità che possiamo avere. Infine va considerato l’aspetto dell’immagine professionale. Purtroppo alcuni ottici pensano che si tratti di vendere una semplice lente d’ingrandimento, ma non è così: si propone la soluzione a un problema di un cliente offrendo un ausilio ottico». Il progetto Easy Vision di Eschenbach rientra in una più ampia operazione dedicata al benessere visivo delle persone oltre i 60 anni di età, di cui fa parte anche la lente a filtro di protezione di Eschenbach, denominata
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questi ausili sono adatti a tutti coloro che, per lavoro o per hobby, necessitano di un ingrandimento aggiuntivo: dentisti, gioiellieri, controllo qualità, filatelici, numismatici, decoupage, incisori, tipografi
“wellness protect”. «L’obiettivo è la protezione e il benessere per gli occhi anche dai raggi solari nocivi, per una vista migliore, più riposante, nitida e ad elevato contrasto, con una protezione supplementare della retina – spiega Gedda – Questa lente riduce l’abbagliamento intraoculare ed extraoculare, filtrando la banda blu della luce visibile. Così, bloccando un’ampia parte della luce blu ad alta frequenza di energia, l’abbagliamento si riduce notevolmente, la visione a elevato contrasto viene aumentata notevolmente e la riconoscibilità delle luci di segnalazione viene mantenuta (rosso, verde, giallo e blu). Pertanto i filtri sono idonei per l’uso durante la guida, dato che le parti blu non vengono assorbite completamente».
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alessandra iannello
moda
È una moda ottimista quella che è salita sulle passerelle per la prossima stagione estiva. Gli stilisti sfidano la crisi e i tempi bui spruzzando di colore abiti corti e leggeri. Il nero non manca in un gioco optical col bianco È estate sulle passerelle delle fashion week che si sono tenute in giro per il mondo. E, nonostante la stagione inviti a disegnare abiti succinti, gli stilisti hanno dato il meglio per proporre collezioni eleganti e sofisticate. I tessuti sono leggeri e fluttuanti per rendere ancora più eterea e sognante la donna. Un esempio è la collezione Etro dove fiori e natura delineano un’aria di leggerezza e di dolcezza. Non mancano in passerella abiti stampati declinati sui toni del rosa cipria, dell’avorio e del beige. A questi si alternano le monocromie, sia per tailleur pantalone con giacca avvitata e pantaloni ampi, sia per fluidi trench con revers a petalo, per piccole bluse o maglie indossate su ampi pants o su svolazzanti gonne. La donna firmata Giorgio Armani si libera del superfluo e così, dai tessuti alle lunghezze, l’ispirazione di questa collezione si rifà a Oskar Schlemmer e alla sua teoria del Balletto triadico o al film cubista Ballet mécanique del pittore Fernand Léger. Abiti, tutti corti, ben sopra il ginocchio, anche quelli per la sera, spesso interrotti da una cintura alta in vita, scarpe ultraflat, ballerine e
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ROCK
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moda
tendenza rock L’alter ego della donna romantico-sofisticata è la signora del rock. Torna prepotentemente il mood anni ’80. Così le spalle diventano sempre più importanti e “mai più senza” le borchie all over a decorare abiti, scarpe e borse. Come da Just Cavalli che vive la città con abiti dal look molto rock, quasi aggressivo che riprendono atmosfere di strada stemperandole però con colori e materiali. Trovano quindi spazio giubbini biker, pants in pelle nera, camicie stampate lunghe e gilet o lunghi pull sdruciti e bucati alternati a abiti in chiffon in rosa baby o verde fluo o a T-shirt dalle scritte ironiche. Decisamente rock anche la collezione firmata da Ennio Capasa per C’N’C Costume National, una collezione anni ’80 nello spirito e nelle silhouette. Abiti senza mezze misure dall’anima ecologista interpretati da rock kids d’eccezione: il figlio Anton, Pixie Geldof (figlia di Bob), Tali Lennox (figlia di Annie) e Daisy Lowe (figlia di Pearl Lowe). È off-limits la donna di Gucci amante dell’estremo e intrappolata in imbragature, cinghie e tiranti su abiti dal taglio anatomico e scattante. Se la palette cromatica gioca sull’alternanza di bianchi, neri e grigi, gli accessori si distinguono per l’audacia sandali e stivali estivi tutti cinghie e tacco a stiletto, la nuova Bamboo Bag con il classico manico fatto a mano, ma ornata da catene e interpretata anche con neoprene, e le maxi bag in cocco. Sempre cuori, ironia e buon gusto sono gli ingredienti della passerella firmata Moschino e così insieme a i trompe -l’oeil, il simbolo della pace, la stampa dei frutti multicolor e i cuori b/w compare la T-shirt con lo slogan “niente”.
E CAmENTE sandali rasoterra, ma anche blazer pantalone e gonne veloci per una donna davvero contemporanea e “as usual” tres chic. Sicuramente Armani le proposte di Emporio che, come da tradizione, ruotano intono alla coppia giacca-gonna, vero must per rispondere alle esigenze di una donna che lavora. È romantica la femme Sportmax senza dimenticare la sua anima super sportiva. Protagonisti della collezione, in continuo movimento tra i Cinquanta e i Sessanta, parka morbidi e rimborsati impreziositi da dettagli iper-femminili e tessuti preziosi.
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Face à Face
FRANCESCO SCOGNAMIGLIO
Aquascutum
JUCCA
BALLY
Brunello Cucinelli
FIRETRAP
Alessandro Dell’Acqua
moda
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Moi Multiple
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ROCHAS
Parah Noir
HAUTE
GABRIELE COLANGELO
Gaetano Navarra
moda
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Mykita
18 Ermanno Scervino
Pin Up Stars
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Just Cavalli
Vivienne Westwood Gold Label
Miss Bikini Luxe
Mocinha
love sex money
Liu Jo
moda
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Marco Tovaglia
REALIZZARE UN PROGETTO OGGI? FACILE E AVVINCENTE Quante volte vi sarà capitato, come applicatori, di dover affrontare un caso particolarmente complesso non avendo a disposizione, nella vostra dotazione di trial sets, la lente RGP più idonea alla ricerca di un appoggio mirato? È l’argomento che dà il via a una nuova rubrica sulla contattologia di prescrizione
Ecco come si presenta la “Lente Pilota”, innovativo progetto della TS Lac di Vittuone, in provincia di Milano, storica azienda di lenti a contatto di prescrizione, guidata da Giovanni Tinti e Silvana Sirini
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lac su misura
Molto spesso si rischia di attingere a campioni che abbiano caratteristiche particolarmente lontane da quelle desiderate, conducendo così una prova valutativa non attendibile e rischiando una scarsa soddisfazione del soggetto visitato. La tecnologia diagnostica ha compiuto, nell’ultimo decennio, passi da gigante e ciò permette oggi di progettare lenti a contatto molto particolareggiate a differenza di una unicità di scelta del passato, legata ad assortimenti di prova basati su geometrie già definite. La possibilità di progettare virtualmente un proprio design è veramente interessante e rende la contattologia più avvincente; oltre alla fondamentale necessità di allineare tra loro la superficie corneale e profilo lente, poter percorrere nuovi e azzardati criteri applicativi rappresenta la nuova sfida per il professionista. Ovvio, però, che nell’intraprendere strade audaci, molto spesso, si può incontrare un antagonista alla fantasia che è l’aspetto economico, a causa del quale la ricerca può essere influenzata. Per questo motivo io stesso ho apprezzato molto le nuove opportunità che l’industria della contattologia di prescrizione oggi offre, grazie alla creazione di percorsi di prova basati sulla produzione di lenti a contatto diagnostiche dal costo estremamente basso, realizzate secondo tutte le indicazioni più estreme trasmesse dal professionista e che, dopo
un breve periodo di verifica, possono essere trasformate in un esemplare definitivo. Questa grande opportunità è sicuramente duplice e offre un’occasione interessante sia per lo specialista sia per il potenziale portatore: il primo può vedere concretizzarsi una propria idea e avere la possibilità di verificarne in vivo l’efficacia, il secondo può valutare la portabilità di una lente “dura” ribaltando in alcuni casi dei preconcetti a essa attribuiti. Le aziende stesse hanno molto interesse a promuovere la preliminare scelta di lenti di prova di basso costo perché, in questo modo, offrono un maggior incentivo a un riavvicinamento nei confronti di una contattologia rigida gas permeabile, consci di una maggiore fidelizzazione. Come professionista contattologo ho trovato molto interessante il progetto “Lente Pilota” della TS Lac di Vittuone (Milano) che offre, a un costo estremamente contenuto, la possibilità di veder realizzata ogni geometria, compresa anche una sofisticata multifocale, in un polimero fluoro-siliconico acrilato a medio di Dk e, soprattutto, in un singolare pigmento: il rosso. È proprio quest’ultima prerogativa ad avermi stimolato, poiché ho la possibilità di far provare una lente RGP con tutte le caratteristiche di quella che potrà divenire la definitiva, ma trasmettendo tangibilmente al portatore la sensazione di un prodotto provvisorio. A con-
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correre, inoltre, verso la decisione del cliente di non perseverare oltre i tempi suggeriti di adattamento è anche la lieve tendenza a trasferire una marcata cromaticità all’aspetto estetico dell’occhio: questa caratteristica, pur alterando minimamente la percezione dei colori, non è tale da compromettere la capacità visiva. Geometrie da cheratocono, toriche interne, esterne, bitoriche, inverse-post chirurgiche, nonché profili asimmetrici settoriali sono tutte realizzazioni che è possibile richiedere senza alcuna maggiorazione di costo rispetto a una banalissima tricurva sferica. Ciò, indubbiamente, è un contributo molto utile nella delicata scelta dell’appoggio ideale, permettendo un notevole risparmio rispetto alle modalità di verifica che si conducevano fino a pochi anni fa. Mi piacerebbe poter definire la “Lente Pilota” di TS Lac, oltre a quanto già accennato, una lente “didattica”, in grado di permettere, anche a un applicatore alle prime armi, di approfondire tangibilmente la teoria studiata tra i banchi di scuola. La mia speranza, e con questo credo di potermi allineare al pensiero di molti miei colleghi, è quella di poter vedere le giovani leve interessarsi sempre più a una contattologia che, se ben condotta, potrà portare ad avere grande soddisfazione professionale e rendere merito alla categoria che rappresentiamo.
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Nicola santini
UNA POESIA DI NEGOZIO
fare la differenza
Fare la differenza, oggi, significa anche progettare negozi, spazi, show room con il dono della poesia: se questa convive con l’architettura i risultati sono sorprendenti; ed ecco come un punto vendita può diventare un’opera di cui gli occhiali sono i motivi che cambiano, si abbinano, colorano
Conversazione colta al volo tra l’architetto e il proprietario (committente) di un negozio di occhiali, esistente già nella fine dell’Ottocento, che oggi desidera proiettarsi nel nuovo millennio. Da un lato l’esigenza di non tradire le origini pur rinnovando, dall’altro l’estro creativo di un professionista con la macchina del tempo in grado di tradurre i desideri in muri, luci, espositori. Ed eccoci dal caffè a uno degli ingressi di Ego, negozio cult di Udine, che è la versione 21esimo secolo di Emilio Giacobbi Ottica. Emilio oggi, Emilio ieri: nonno ieri, nipote oggi. Ego, a scanso di equivoci, non è l’esaltazione dell’io, ma un gioco di iniziali. L’architetto è Franco Falzari, ma guai a chiamarlo solo architetto. È un poeta della forma, sia questa forma scritta o architettonica. Ama tanto l’architettura quanto la poesia, che scrive, pubblica, legge. Nel progettare il suo primo negozio di occhiali ha voluto far confluire tutte le sue passioni: la funzionalità, perché è uno pratico; la bellezza, perché è un’esteta; la poesia, perché è un poeta: così anche l’insegna può essere usata come lettering, forma d’arte, gli occhiali esposti come installazioni, gli spazi divisi in base alla destinazione, ma anche con il compito di accompagnare il cliente-ospite nel percorso visivo fondamentale quando si tratta di vista o di cornice per lo sguardo. A lui B2eyes ha chiesto qual’è il segreto dei nuovi negozi di ottica, per essere attuali ma non schiavi del rinnovo a tutti i costi. Architetto, come è arrivato alla progettazione di un negozio di occhiali lei che viene da altri ambiti? (ha progettato abitazioni, ospedali, grandi opere in Africa, ndr). È successo perché con il mio committente ab-
biamo iniziato una conversazione che ha avuto esito nella decisione di creare qualcosa di speciale. Conoscevo Giacobbi da tempo e quando abbiamo parlato di un nuovo concetto non scontato per un negozio di ottica sono svaniti i luoghi comuni ed è scaturito un desiderio che pian piano ha preso forma. Anche per me è stato uno sperimentare piacevole. Mi spieghi bene questo nuovo concetto… I negozi sono cambiati. Tutti. E piano piano sono cambiati anche i negozi di ottica. Il negozio oggi è uno spazio dove si misura anche l’aria che si respira, dove non sono sufficienti la merce, il servizio e l’estro con il quale i prodotti sono esposti. È essenziale comunicare qualcosa. Come si comunica attraverso l’architettura? Per fare un negozio che comunichi bisogna sapere cosa vuole comunicare al cliente il suo proprietario e per far questo anche l’architetto deve comunicare con il proprietario. E per comunicare, prima deve poter ascoltare. È fondamentale, perché solo conoscendo a fondo l’idea che deve reggere la vita nel negozio si arriva a poter concepire qualcosa di più “parlante” di un negozio tradizionale. Il disegno viene dopo. L’allestimento di conseguenza. Come ha concepito questo negozio? Come un percorso funzionale tra volumi, sensazioni e uso: c’è una grande entrata priva delle vetrine tradizionali, ma sufficientemente esposta e spaziosa da lasciar vedere gli occhiali in una parete contenitiva minimale dove i pezzi forti ci sono tutti: una grande installazione visual per mostrare tutto quello che la moda propone. Si può entrare anche da un’altra strada: un ingresso più soft, discreto, quasi un salotto dove B2EYES MAGAZINE novembre 2009 numero 13
c’è addirittura un caminetto, delle candele, poltrone e sedie imbottite: lì, il regno dell’esclusivo. Uno spazio progettato per accogliere Tiffany, Bottega Veneta, i marchi che richiedono spazio e tempo. L’uso funzionale degli spazi di collegamento che una volta sarebbe stato destinato a pubblicità o poco altro, in questo caso diventa ulteriore spazio espositivo, dove l’occhiale è a portata di mano anche per i bambini, considerata l’altezza degli espositori, la luce è soft e c’è spazio anche per altro. In che senso? Arte: scultura soprattutto, ci sono opere, esposte con la dovuta luce, in modo da accentuare l’aspetto emozionale senza il terrore di sacrificare lo spazio per il business. In questo è stato bello riscontrare la disponibilità e l’apertura di vedute dei committenti. Dulcis in fundo, lo spazio, importantissimo, dedicato alla misurazione della vista. Un tempo la sterilità necessaria in qualche modo influenzava anche gli spazi dedicati alla vendita e alla moda. Oggi nessuno è attratto dai negozi che sembrano anticamere di una stanza di ospedale, per cui è necessario scindere nettamente le due aree ed è così che ho fatto: se la parte del negozio dedicata alla scelta delle montature è un inno alla forma, alla geometria, al colore e alla moda, la zona dedicata alla misurazione della vista deve essere interamente dedicata alla tecnologia, alla privacy, deve essere silenziosa e discreta, in modo da favorire il lavoro con il cliente e le successive fasi di laboratorio. Farà ancora progetti come questo? Sto terminando un libro di poesie, al momento sono concentrato su quello…
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LENTI PROGRESSIVE FREE-FORM A INSET VARIABILE
Non una semplice evoluzione di Sky®, ma un grande passo avanti nella completa personalizzazione delle lenti progressive. SKyvario viene infatti costruita con un canale di progressione interno e un INSET VARIABILE: il software sviluppato calcola l’inset in funzione della distanza interpupillare, con variazioni possibili da 0 a 4 mm, considerando in modo automatico il potere per lontano e l’addizione. Le altre variabili che vengono considerate nel calcolo dell’inset sono la distanza apice corneale-lente e la distanza di lettura. Il risultato è una lente progressiva sempre più vicina alle esigenze del portatore.
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Luca Giannelli optometrista – ortottista formatore ECM Intervision
angolo pratico
Giovane ipermetrope con difficoltà da vicino Analisi di un caso con gestione del lamento principale e scelta della geometria lente Nell’articolo precedente abbiamo descritto il caso della Signora G., ipermetrope e presbite, che riferisce affaticamento visivo dopo l’aggiornamento dei poteri, dove le nuove progressive vanno bene ma non l’occhiale da lettura. Oggi ne descriviamo uno complementare al precedente, dove l’uso della lente asferica da vicino è preferibile a quella a geometria sferica.
Introduzione Nell’approntamento dell’occhiale da vicino la scelta della geometria della lente da utilizzare ricade sulle tipologie sferica ed asferica. Come per il materiale in vetro che è stato sostituito da quello in materiale organico anche la lente sferica, seppur in entità molto minore, sta per essere sostituita dalla geometria asferica. Le motivazioni di tale sostituzione sono a noi note, rinforzate anche dalle modalità di costruzione delle montature che a volte obbligano il professionista ad utilizzare quella asferica per una difficoltà di inserimento in curvature dell’anello sempre più piatte. Nell’articolo precedente abbiamo visto però che la lente sferica non deve essere scelta come seconda soluzione, ma fa parte del parco sistemi di compensazione per l’ametrope e che l’orientamento verso l’una o l’altra geometria è funzione dell’equilibrio visivo e tipologia di lavoro. Oggi analizziamo il caso del Signor Cesare di 36 anni, ipermetrope manifesto dall’età di 14 anni e che ora ha bisogno di un paio di occhiali dedicato da vicino.
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angolo pratico Informazioni sul Signor Cesare Cesare è un venditore di capi di abbigliamento e negli ultimi anni, quando non ci sono clienti da servire, si dedica alla compravendita di prodotti su internet tramite i portali di aste online e shopping a prezzo fisso. Mediamente dedica 3 – 4 ore al giorno su un computer con monitor piatto di 17” posto davanti a lui ad una distanza di 50cm e ad un’altezza appena sotto la linea di sguardo in modo tale che, alzando la testa, possa vedere chi entra in negozio. Da circa tre mesi riferisce pesantezza oculare e dolenzia bulbare dopo circa 1 ora di uso continuativo e se l’attività si prolunga per altro tempo, insorge cefalea sovraorbitaria e tempiale. Circa sei mesi fa, prima dell’insorgenza della sintomatologia astenopica, ha fatto un controllo oftalmologico di controllo che è risultato negativo sia per il fondo oculare, sia per il tono. All’età di 14 anni ha iniziato a portare gli occhiali con i quali si è trovato bene, solo ai cambi delle lenti riferisce di doversi adattare alla nuova prescrizione per dover gestire la nuova percezione visiva che risulta essere lievemente ingrandita. Il tempo di adattamento è stimato circa in quattro giorni. Il Signor Cesare è un soggetto particolarmente sensibile e preciso. E’ un giocatore di calcio a 5 e quando è in campo non utilizza occhiali e non ne sente il bisogno né avverte riduzione di performance visuo-motorie come la precisione della percezione delle distanze. Lo stato di salute generale non ha nulla di rilevante. Occhiale in uso Attualmente porta su un metallo rettangolare 50-20 con altezza 32mm: OD sf. +1.50D OS sf. +1.75D Distanza Assi Visuale: 32/33mm Distanza centri ottici dell’occhiale 32/32mm Asse bipupillare orizzontale (occhi alla medesima altezza) Altezza centro pupilla – bordo inferiore montatura 22mm perché è abituato a portare gli occhiali bassi sul viso. Gli ha sempre portati così e si trova bene. Non presenta posizioni anomale del capo al test visuo-posturale* di IntervisionTM E’ pienamente soddisfatto del suo occhiale nell’attività dinamica di negozio e riesce a leggere bene i cartellini che identificano il capo di abbigliamento anche in condizioni di scarso contrasto.
Quadro funzionale Con l’occhiale abituale Cesare presenta: Acuità ODV = 12,5/10 cc OSV = 12,5/10 cc OOV = 12,5+/10 (binocularmente) Da vicino risolve il 1DW* sia in monoculare (meglio OD), sia binocularmente. La dominanza motoria e sensoriale sono a carico dell’occhio destro. Binocularità La foria abituale da lontano è +2dp di esoforia; a 50cm la foria è di +3dp di esoforia, così come da vicino a 40cm (metodo Von Graefe* e foriametro Intervision* . Fig.2). Presenta visione binoculare singola alle luci di Worth sia da lontano sia da vicino. La convergenza volontaria ha il valore di rottura a 4cm e il recupero della fusione a 6cm. L’occhio che devia è l’OS. La stereopsi da vicino è presente, buona e risolvere i 20” (20 secondi d’arco) al Random Dot Stereo Test.
di esoforia. L’equilibrio delle vergenze fusionali* è spostato verso la base esterna; le vergenze compensanti a base interna sono nella norma rispetto ai valori esoforici riscontrati. La qualità binoculare rimane invariata. La convergenza non presenta variazioni significative. Gestione del caso Cesare è pienamente soddisfatto dell’occhiale che utilizza, ma è consapevole che da vicino e a distanza di computer l’attività visiva prolungata promuove astenopia visiva e cefalea. La sintomatologia riferita benché non sia patognomonica* dell’ipocorrezione ipermetropica, ovvero può essere l’effetto di una multifattorialità nella difficoltà di adattamento del sistema visivo o di altra natura, ha delle specifiche indicazioni: - La dolenzia bulbare se è localizzata nel primo terzo della palpebra superiore (Fig.3) è spesso sintomo di una contrazione prolungata del muscolo ciliare che “manifesta” sovrattivazione ed è riferita maggiormente nei soggetti con riduzione dell’efficienza accomodativa1 - La cefalea sovraorbitaria con insorgenza dopo un’attività visiva prolungata da vicino è spesso manifestazione diretta di un affaticamento accomodativo, di una ipocorrezione di un difetto refrattivo ipermetropico o astigmatico o, semplicemente perché il soggetto non sposta mai lo sguardo dal computer per rilassare la visione verso distanze più lontane1.
Fig. 2. Valutazione della foria da vicino a 40cm con foriametro Intervision
Esame della vista All’esame della refrazione Cesare presenta un soggettivo binoculare (lente di emmetropizzazione) di ODV = 12,5/10 con sf. +1.75D OSV = 12,5/10 con sf. +2.25D L’anisometropia è di sf. +0,50D confermata con il test #21 monoculare a massimo annebbiamento*. L’eteroforia da lontano con la lente di emmetropizzazione è invariato a +2dp di esoforia. Da vicino la lente che garantisce la miglior percezione e confortevolezza è di: ODV = 1DW con sf. +2.25D OSV = 1DW con sf. +2.75D L’eteroforia da vicino con la nuova lente ossia con un aumento di potere sferico di sf. +0.75D in Od e di sf +1.00D in OS, è di +2dp
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Fig. 3 Area dolente spesso riferita come espressione di sovrattivazione del muscolo ciliare durante le attività visive
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Fig. 4. L’oculomotore comune, innervazione motoria ai muscoli extraoculari e nuclei EdingerWestphal (sistema parasimpatico) che innervano il muscolo ciliare dei due occhi, producendo il riflesso accomodativo positivo. (Wilson-Pauwels et Al. 2002)[3]
Come gestire il lontano? Nell’attività professionale spesso non esiste una sola indicazione corretta, per cui vi espongo cosa ho pensato di fare e attendo il Vostro confronto al mio indirizzo mail. Cesare presenta una lieve sottocorrezione ipermetropica con accettazione di sf. +0.25 in OD (occhio dominate) e sf. +0.50 in OS. Vediamo i pro e i contro per consigliare l’eventuale rinnovo dell’occhiale da lontano. Elementi a favore per una nuova prescrizione - E’ consapevolezza che la sottocorrezione ipermetropica aumenta il tono di base del muscolo ciliare che deve sopperire al deficit refrattivo quindi deve, permettete il termine, consumare più “energia” ad ogni istante anche se il sistema visivo guarda in lontananza. Ciò si ripercuote nella visione prolungata da vicino che può risultare affaticante già nei primi periodi di attività. Ne sono esempio i soggetti ipermetropi presbiti portatori di progressive che riferiscono difficoltà da vicino dove è sufficiente aumentare il potere da lontano senza modificare l’addizione, per dare nuova confortevolezza a tutte le distanze. - L’occhio sinistro presenta un aumento dell’anisometropia di sf. +0,25 rispetto l’adelfo e ciò fa pensare che, in visione binoculare, l’immagine retinica di OS sia lievemente sfuocata rispetto l’occhio destro. A conferma di ciò la neurofisiologia viene in aiuto: il riflesso di accomodazione a partenza dal nucleo viscero-effettore
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parasimpatico del III paio di nervi encefalici (nervo oculomotore comune), innerva i muscoli ciliare di entrambi gli occhi con la stessa intensità2; per cui l’aumento del tono è identico e non differenziato in funzione della diversa richiesta accomodativa. Garantire una normovisione in entrambi favorisce l’efficienza binoculare quindi di visione nitida e confortevole.
Cosa è stato fatto Cesare è stato informato che da lontano il suo sistema visivo accetta un potere lenti lievemente superiore ovvero durante l’esame a distanza gli è stato fatto notare che c’è una soluzione che migliora il comfort visivo, ma che ora è presto per prescriverla e verrà presa in considerazione al prossimo controllo.
Elementi contrari alla nuova prescrizione Con occhiale l’acutezza visiva è di 12,5 decimi. Cesare è pienamente soddisfatto dell’occhiale che porta ai cambi di prescrizione riferendo solo una diversità di percezione d’ingrandimento dell’immagine. Dagli insegnamenti di mio Padre, non dimentico mai che soddisfare l’utente è gestire sempre prima il lamento principale riferito. Cesare è venuto a visita per eliminare la sintomatologia da vicino e non ha messo in discussione la bontà dell’occhiale che utilizza nelle attività di negozio e da lontano. Intraprendere la scelta della modifica del suddetto occhiale, benché possa essere utile per le motivazioni sopracitate, non è la prima strada da prendere nemmeno se si consigliasse un occhiale multifocale con addizione da vicino inferiore alla diottria. A tal proposito, Cesare è abituato a portare l’occhiale molto basso, sul naso, per cui l’eventuale adozione di una lente a variazione di potere, prevedrebbe un adattamento sia posturale, sia di modifica delle proprie abitudini e questo lo si può fare se il vissuto dell’occhiale in uso non è più gradevole.
Prescrizione da vicino e scelta lente Si concerta insieme a Cesare di dedicare un occhiale specifico per le attività da vicino e computer. La nuova prescrizione: OD. Sf. +2.25, OS sf. +2.75D garantisce una buona efficienza sia alla distanza di 40cm, sia a quella maggiormente utilizzata per l’osservazione del monitor a computer. La scelta di aumentare il valore anisometropico da vicino è sostenuta dai dati optometrici che ne evidenziano la richiesta da parte del sistema visivo (#21 mono) e perché uniforma la nitidezza d’immagine a parità di effetto accomodativo. E’ stata scelta una lente a geometria asferica rispetto ad una sferica per i seguenti motivi: Cesare utilizza dai 14 anni occhiali per ipermetropia. Tutti gli occhiali fin’ora utilizzati hanno le centrature per lontano sia per le attività dinamiche sia per vicino. La scelta ricade sulla lente asferica perché tale geometria prevede che la distanza dei centri ottici corrisponda con la Distanza Assi Vi-
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angolo pratico
Appendice (in ordine alfabetico)
Fig. 5 Effetto prismatico prodotto da due lenti positive durante la fissazione per vicino con centrature delle lenti montate per lontano (∞). Si osservi che il raggio rosso (asse di sguardo) passa attraverso le zone nasali della lente sostenendo un prisma a base tempiale. Si noti inoltre che l’effetto a base tempiale costringe gli occhi a sovraconvergere per mantenere la fissazione sulla mira di interesse (linee rosse tratteggiate). Con la centratura da lontano viene rispettata però la performance ottica migliore.
suale (DAV) da lontano come richiedono le Aziende costruttrici. In questo modo si ha il miglior compromesso tecnico funzionale[4] ossia il centraggio che garantisce la performance ottica migliore è quando l’asse ottico della lente passa attraverso il centro di rotazione dell’occhio[4]. Nel contesto specifico, lasciare l’abitudine alla centratura da lontano favorisce l’adattamento. I dati eteroforici da vicino e a computer mostrano una tendenza esoforica (con la nuova prescrizione passa da +3dp a +2dp di esoforia) e la centratura da lontano agevola il riflesso fusionale di compensazione perché il soggetto guarda da vicino attraverso due prismi a base esterna dovuti, appunto, alla centratura da lontano. In un occhiale per vicino con lenti positive, la centratura da lontano fa si che gli assi visivi passino attraverso aree fuori dal centro ottico con potere vicino a quello nominale e con una componente prismatica a base tempiale (esterna) Fig. 5. Durante la fase anamnestica, Cesare riferisce d’essere sensibile alle minime variazioni di ingrandimento indotte dal cambio di lenti. A parità di potere e indice di rifrazione, le lenti asferiche presentano una curvatura anteriore più piatta rispetto quelle a geometria sferica. La prima superficie delle lenti è responsabile delle variazioni d’ingrandimento tramite il fattore di forma. Appiattendo la curva base, il fattore d’ingrandimento indotto è meno accentuato per cui maggiormente accettato percettivamente dal soggetto.
Conclusioni Il lamento principale è il motivo che spinge l’utente a visita e il Signor Cesare si è presentato per difficoltà visive a distanza prossimale e non per un problema con l’occhiale in uso a distanze maggiori. Benché da lontano esiste una soluzione di potere che riduce l’attività accomodativa, si è pensato di procrastinare l’adeguamento dei poteri da lontano focalizzando l’attenzione su una nuova correzione da vicino. Le lenti scelte per distanza di lettura e computer sono a geometria asferica perché, nel caso specifico, aiutano l’equilibrio del sistema visivo ad adattarsi alla nuova prescrizione.
- 1DW: 1 De Wecker. Unità di misura della qualità di visione da vicino utilizzata in ergoftalmologia. 1DW corrispondono a 40cm a circa J2-J3 (Jaeger), 0.65 (tabella decimale). A tutt’oggi sono ancora diverse le unità di misura utilizzate e non c’è una linearità tra le une e le altre, per cui quando si relazionano, si può solo approssimarle. - Ampiezze fusionali di compensazione: o test delle vergenze fusionali compensanti. I test delle vergenze compensanti valutano la capacità fusionale in base interna e in base esterna che il sistema visivo è in grado di esprimere a parità di stimolo accomodativo perché la mira di fissazione ha distanza fissa. Nel risultato è sempre compreso il valore eteroforico perché il test viene eseguito in condizioni di visione binoculare. - Foriametro IntervisionTM: il Foriametro Intervision (in dotazione con corsi ECM Intervision dedicati) è un test di valutazione dell’eteroforia creato specificatamente per l’adozione e/o il controllo delle lenti progressive nell’area dedicata al vicino alla distanza standard di 40cm. - ODV: Occhio Destro Visus - OSV: Occhio Sinistro Visus - Patognomonico di evento o sintomo, che è specifico di una determinata malattia e ne consente pertanto la diagnosi (Vocabolario De Mauro) - Test #21 monoculare a massimo annebbiamento. Test da vicino eseguito in monoculare al forottero a distanza di 40cm con anteposizione di lenti positive fino alla lente precedente il massimo annebbiamento. Il valore di differenza tra i due occhi indica il valore anisometropico. Tale valore viene confrontato con il test di bilanciamento effettuato da lontano e che valuta la differenza di lenti che equilibra la percezione tra i due occhi. - Test Visuo-posturale IntervisionTM: in presenta di PAC è necessario fare una distinzione tra un torcicollo di tipo oculare da altra eziologia come ad esempio quello derivante dall’azione di un muscolo, lo sternocleidomastoideo spesso coinvolto nelle PAC. Il test visuo-posturale di Intervision orienta il clinico ad una valutazione differenziale tra le diverse cause. Il test viene discusso e presentato nei corsi di visione e postura. E’ scaricabile un estratto su www.intervisionitalia.com: “Centratura delle lenti in soggetti con Posizione Anomala del Capo”. - Vergenza fusionale: Movimento prodotto dal sistema binoculare come reazione alla diplopia. - Von Graefe: Test per la quantificazione orizzontale dell’eteroforia che è stato approfondito nel primo numero di B2yes Magazine 2009.
Bibliografia
- Intervision Istituto Scientifico; Giannelli M.; Giannelli L.: Ricerche ergoftalmologiche ed ergoptometriche sugli operatori VDT in Italia – 1996/2008’’. Milano. www.intervisionitalia.com - Kandel E., Schwartz J., Jessell T.: “Principi di neuroscienze”. CEA, 1988 – 2a ed. 1994 – parte VI - Wilson-Pauwels, Akesson, Stewart, Spacey: Cranial Nerves in Health and Disease. B C Decker INC. 2002 - Tabacchi M. in: Rossetti A. e A.A. V.V.”Lenti & occhiali” Ed. Medical Books, 2003. 6.4 637-640 B2EYES MAGAZINE novembre 2009 numero 13
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dalle aziende
ET-OPTIX LABORATORIES: LENTI OFTALMICHE PRONTE IN UN’ORA Monofocali asferiche anche atoriche, bifocali e multifocali FreeForm
La divisione ET-Optix Laboratories di Eye Technologies Group realizza laboratori ready to edge. Del gruppo fa parte ETgroup Ophthalmics che distribuisce lenti oftalmiche in Italia e in Europa. La sinergia con Optical Dynamics ha permesso di creare Rxdirect Digital Lens Sistem Lab, il sistema grazie al quale è possibile realizzare in un’ora lenti perfette, trattate antiriflesso e pronte per essere sagomate, e produrre lenti multifocali a geometria a fronte d’onda anche atoriche, lenti monolocali e bifocali. Per i trattamenti si può scegliere tra indurente, antiriflesso e svariate specchiature. Con questo sistema si tagliano immediatamente i costi relativi al laboratorio almeno del 30/50%. La tecnologia casting digitale computerizzata elimina, infatti, dall’attuale canale di distribuzione i produttori di semifiniti, di trattamenti AR e i laboratori, aumentando i profitti e riducendo i tempi di consegna. Inoltre, la produzione di lenti di ricetta per casting, inclusi i trattamenti antiriflesso a nanopolimeri, azzera il rischio di realizzare lenti aberrate o con difetti di superficie. Infine, questa tecnologia impiega solamente 25 minuti per avere una lente non trattata e poco più di 50 minuti per lenti con antiriflesso, eliminando così l’attesa di
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consegna dal laboratorio. Per soddisfare la necessità dei centri ottici indipendenti di differenziarsi dai vari concorrenti con una sempre più ampia varietà di prodotti di qualità e marchi, ETgroup Ophthalmics realizza le lenti Free Form, sia multifocali che monofocali. Inoltre, ClearLIGHT, materiale innovativo realizzato e certificato nelle Università del Kentucky e di Louisville, fa di questa lente la scelta ottimale per occhiali rimless e nylor. SmartShades, è la versione fotocromatica grigia e marrone di ClearLIGHT che si distingue dalle concorrenti per la sua longevità, per la sua particolare rapidità nel deattivarsi e dalla sua possibilità di essere colorabile e di poter essere facilmente trattata con antiriflesso e specchiatura flash. ClearLIGHT ha un peso specifico di 1.20, una resistenza di oltre 4 volte superiore a quella del CR (2.5 ANSI), un numero di Abbe 40 e un coefficiente di trasparenza 37 (rispetto ai 24 delle lenti attualmente in commercio). I trattamenti offerti da ETgroup Ophthalmics sono realizzati con le moderne nano tecnologie, come nanoClear, novità assoluta, un film a nano polimeri che è parte integrante della lente e non semplicemente depositato sulla sua superficie e risulta estremamente resistente al crazing e alla delaminazione. B2EYES MAGAZINE novembre 2009 numero 13
ETgroup O P H T H A L M I C S
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PRIMA LAMPADA A FESSURA PER MECCANOTTICA MAZZA L’azienda lombarda, specializzata in riuniti oftalmici, amplia la sua gamma di prodotti
«L’idea di ampliare la nostra gamma di prodotti da offrire ai nostri clienti ci accompagna da sempre – spiega Romeo Cremascoli, titolare di Meccanottica Mazza - Questa volta però, diversamente dal solito, il nostro interesse e i nostri sforzi si sono rivolti a un prodotto complementare, un prodotto “verticale” rispetto al nostro riconosciuto know how: la lampada a fessura». La progettazione e la realizzazione di questo articolo è stato un passo molto importante per una realtà
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produttiva come Meccanottica Mazza. «L’input iniziale è stato quello di produrre una lampada a fessura che seguisse gli stessi dettami con cui costruiamo i nostri riuniti oftalmici: qualità, affidabilità e design ricercato – dice Cremascoli - Caratteristica fondamentale che ci ha accompagnato nella realizzazione del progetto è stata la volontà dichiarata di produrre, montare e collaudare questa lampada a fessura all’interno della nostra azienda per farne un prodotto made B2EYES MAGAZINE novembre 2009 numero 13
in Italy e far prevalere la qualità rispetto al prezzo. Il risultato che abbiamo ottenuto con il modello MM3/MM5, considerando il prodotto e la nostra esperienza, è positivo e il mercato è già interessato a questa novità. L’obiettivo di Meccanottica Mazza è consolidare e, se possibile, incrementare la propria presenza sul mercato ed è anche attraverso questi nuovi prodotti che pensiamo di ottenere i risultati che ci prefiggiamo».
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dalle aziende
QUANDO IL COMFORT INCONTRA UNA GEOMETRIA torica AVANZATA IN UNA LENTE A CONTATTO Jonathan Walker, consulente di servizi professionali globale di CooperVision, presenta la nuova lac torica Biofinity Toric che coniuga la brevettata geometria dell’azienda e il rivoluzionario silicone hydrogel Aquaform CooperVision, leader mondiale nel segmento delle lenti toriche, ha deciso di sviluppare la propria lente torica in silicone hydrogel (nella foto) coniugando il nuovo materiale silicone hydrogel Aquaform, usato con successo nelle lenti Biofinity, e le sue provate geometrie toriche. L’esperienza di CooperVision in campo di materiali silicone hydrogel risale alla fusione con Ocular Sciences Inc (OSI) nel 2004. Quattro anni prima, OSI aveva siglato un accordo di collaborazione congiunto per attività di R&S con una società giapponese chiamata Asahikasei Aime. Nel nuovo centro di ricerca e sviluppo di Pleasanton (California), gli scienziati, sotto lo sguardo attento del Dott. Arthur Black, hanno sviluppato la tecnologia Aquaform e, nel 2006, CooperVision ha lanciato Biofinity nel mondo. La tecnologia Aquaform che da vita al materiale con cui è composta la gamma Biofinity rappresenta un significativo passo avanti nei confronti dei siliconi hydrogel di vecchia generazione, grazie alla diversa correlazione tra contenuto idrico e permeabilità all’ossigeno (Dk). Le lenti a contatto toriche devono essere stabilizzate per prevenire l’orientamento nasale tipico di tutte le lac morbide e, tale stabilizzazione, ispessisce la lente. In presenza di uno spessore accresciuto, la trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t) di tutte le lenti diminuisce nell’area del prisma e ciò, a sua volta, può produrre potenziali cambiamenti nell’ossigenazione all’interno della cornea. Secondo gli studi di Harvitt e Bonanno, basati sull’utilizzo della fluorofotometria, è dimostrata l’esistenza di un legame tra il pH dello stroma e la trasmissibilità all’ossigeno della lente sulla superficie della cornea. Pertanto più basso sarà il Dk/t, maggiore sarà la tendenza all’acidosi da parte dello stroma. Nel porto giornaliero, quindi, per evitare il verificarsi di tale acidosi, si ha bisogno di una lente con almeno un Dk/t pari a 35. Gran parte degli hydrogel tradizionali non raggiungono questo livello di ossigenazione e ciò può dare luogo a cambiamenti ipossici cronici della cornea e
nei casi più gravi all’iperemia limbare. Papas ha mostrato che quest’ultima è direttamente correlata a stati ipossici aggravatisi nel tempo fino al punto in cui il portatore nota un rossore oculare in serata. Grazie all’alto Dk di Aquaform, spesso i portatori di Biofinity e Biofinity Toric affermano che i loro occhi rimangono bianchi tutto il giorno, sino a tarda sera (Figura 1). Il materiale Comfilcon A di Biofinity Toric ha infatti un valore di Dk pari a 128 x 10-11, e anche nella zona del prisma di ballast, dove è localizzato il punto più spesso della lente, il Dk/t si riduce solo a 44 x 10-9, un valore superiore al criterio di porto giornaliero di 35 x10-9 di Harvitt e Bonanno. Questa combinazione tra l’elevato valore di Dk di Biofinity Toric, il più alto di tutte le toriche in silicone hydrogel attualmente disponibili, e la completezza di gamma (poteri sferici da +8.00 a -10.00D, int. 0.50 dopo +/- 6.00D, con poteri cilindrici -0.75, -1.25, -1.75, -2.25 assi da 0° a 180°, int. 10°) ne fanno un prodotto di sicuro interesse per il professionista. Biofinity Toric contro il drop out Oltre sei anni fa, in uno studio multicentrico su portatori di lac che avevano interrotto l’uso, Graeme Young ha mostrato che gli astigmatici costituivano un gruppo molto ampio. Perché esiste una percentuale così elevata di astigmatici in drop out? Lo studio di Young ha evidenziato che il 44 % dei portatori era astigmatico, ma solo il 22% veniva corretto con lenti toriche. Nel corso degli ultimi 3-4 anni, la maggioranza di produttori di lenti ha aggiunto un cilindro di -0.75 alle loro gamme. Pertanto, un paziente con basso grado di astigmatismo che, in passato, avrebbe indossato una lente sferica adesso può indossare una lente torica per correggere questi bassi livelli di astigmatismo e migliorare la visione da vicino. Un altro motivo addotto da Young a giustificazione del basso numero di portatori di toriche rappresenta il disagio causato dalle lenti, un problema risolvibile con i nuovi materiali oggi in commercio. Non va dimenticato che molti casi di drop out in passato erano asintomatici, per cui per prevenirlo è importante concentrarsi su portatori con bassi cilindri non corretti che usano materiali hydrogel obsoleti. B2EYES MAGAZINE novembre 2009 numero 13
La gamma Biofinity fa parte di una nuova generazione di lenti in silicone hydrogel che per mantenere alto il livello di comfort non richiede trattamenti superficiali o additivi. Vanta una permeabilità all’ossigeno molto elevata che consente un porto flessibile (Biofinity è stata approvata dalla FDA per porto continuo sette giorni/sei notti). Le lenti Biofinity sono disponibili di un’esauriente gamma di poteri e per far sì che il professionista possa correggere il maggior numero possibile di portatori. Ora, grazie a Biofinity Toric, è possibile offrire un nuovo prodotto ai portatori di toriche esistenti e correggere la visione dei pazienti con bassi cilindri anche obliqui. Nel prossimo numero: Biofinity Toric e i fattori del comfort, la geometria e come applicare Biofinity Toric. Materiale Comfilcon A Raggio base 8.70 mm Diametro 14.50 mm Potere sferico da +8.00 a -10.00D (int. 0.50 dopo ± 6.00D) Potere cilindrico -0.75; -1.25; -1.75; -2.25 Assi da 0° a 180° (int.10°) DK 128 DK/t (@ -3.00D) 116 Modulo (MPa) 0.75 Coefficiente di frizione 0.015 Trattamento superficiale Nessuno Classificazione FDA Gruppo 1 Ricambio Mensile
Figura 1 Un Dk elevato è associato a un minor rossore
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