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I ferri del mestiere Il bello della tempesta
I FERRI DEL MESTIERE
Il bello della tempesta
Siamo nel bel mezzo di una tempesta perfetta? Anche se gli analisti prevedono una normalizzazione dell’andamento dei prezzi e della piena disponibilità dei materiali nei primi mesi del 2022, non ho sentito nessuno escludere un prolungamento dei tempi. È vero, gli affari per il comparto edile vanno a gonfie vele, gli incentivi hanno messo le ali alle vendite e gli operatori volano sopra il pelo dell’acqua come Luna Rossa. Ma che cosa accadrebbe se gli equipaggi si trovassero ad affrontare i frangenti di una Tempesta perfetta? Nell’omonimo film in cui George Clooney interpreta il capitano dell’Andrea Gail, il peschereccio sorpreso dalla tempesta, mentre tentava di rientrare con le stive traboccanti per la ricca battuta. Dopo una notte in mezzo alla tormenta, proprio quando il bel tempo apparve all’orizzonte, un’onda più alta e più potente delle altre, li travolge e la nave affonda con tutto l’equipaggio. L’esito sarebbe stato diverso, se il capitano avesse valutato i rischi delle sue decisioni, condizionate dalla prospettiva di un ricco guadagno. Il film è tratto da una storia vera ed è una metafora interessante, per capire se rischiamo di essere travolti da una tempesta perfetta. I fatti si riferiscono al Nor’easter di Halloween del 1991, una correlazione temporale da far accapponare la pelle. Il Nor’easter è un ciclone atlantico frequente in questa stagione nel Nord-Est degli Stati Uniti, generalmente di forte intensità. Nell’ottobre del 1991 una serie di circostanze trasformò l’uragano Grace in una tempesta perfetta: la fusione di due aree di depressione, la confluenza simultanea di forti correnti di aria calda dal Sud e fredda dal Nord, infine un’elevata umidità generata dalla corrente del golfo. Tutti fenomeni normali, se presi uno per uno, ma quando si danno appuntamento nello stesso posto alla stessa ora, generano una tempesta perfetta, senza i segnali di preallerta tipici di un uragano. Secondo voi, in questo frangente, a livello globale, esistono almeno tre fenomeni in grado di generare una tempesta perfetta sui mercati? Eccome! Ce li abbiamo sotto il naso ogni giorno. Ovviamente, il primo è l’andamento dei prezzi delle materie prime, un vero e proprio uragano, degno di essere battezzato con un nome proprio. Il secondo è il cambiamento climatico, un tipetto irascibile con superpoteri, capace di scatenare gli elementi della natura e di mettere a ferro e fuoco l’intero pianeta. Il terzo è il covid e le sue varianti: un serpente velenoso, al quale non siamo riusciti a schiacciare definitivamente la testa. Se non bastassero, mettiamoci dentro le tensioni internazionali o i fenomeni migratori e il gioco è fatto. Dunque, la risposta è sì, il rischio di una tempesta perfetta è concreto, anche se sottovalutato. Le economie di tutto il mondo sono in netta ripresa, l’Italia era da tempo immemorabile che non andava così forte e nessuno immagina una battuta di arresto,
proprio in questo momento. Invece, immaginare di essere travolti da una tempesta perfetta può essere propedeutico. Per due motivi, entrambi espressi senza mezzi termini da Giuliano Noci al convegno nazionale YouTrade. Il primo è l’euforia da superbonus, un aiuto con la data di scadenza stampata sulla confezione. Quando il conto alla rovescia finirà, l’edilizia dovrà superare un forte stato di astinenza. Il secondo riguarda i cambiamenti in atto sul mercato, forieri di importanti trasformazioni per il mondo della rivendita edile. Un’eventuale tempesta perfetta non farebbe altro che accelerarli, come sempre accade dopo una crisi. Per superarla e sopravvivere, servono il coraggio di osare oltre i propri limiti e le risposte a una domanda fondamentale: che cosa farei se dovessi partire da zero adesso? È sempre il mercato a decidere quali cambiamenti premiare. Sono quelli in grado di soddisfare nuovi bisogni o vecchi bisogni in maniera nuova. I nuovi prodotti non bastano, senza i servizi che li fanno funzionare. Pensate che iPhone avrebbe avuto lo stesso successo senza Apple Store? Oppure, Tesla avrebbe rivoluzionato l’industria dall’auto, senza la rete dei Supercharger e l’upgrade delle auto via Ota (Over-the-air)? La vera rivoluzione nel mondo delle auto non è stata l’introduzione del motore elettrico, ma la digitalizzazione di un prodotto diventato obsoleto. Il nuovo modo di abitare richiederà sempre più domotica e illuminazione, mentre la transizione ecologica non si fermerà certo con il superbonus. L’uso più o meno razionale di energia farà aumentare la richiesta di case energeticamente autonome, senza sottostare alle fluttuazioni dei prezzi dell’energia, in grado di coprire i consumi e di ricaricare le auto elettriche. Se un rivenditore edile decidesse di soddisfare questi bisogni, iniziando a fornire prodotti e servizi con un network di produttori e imprese, inserendo nel pacchetto anche un servizio di manutenzione della casa. Darebbe prova, anche nel bel mezzo di una tempesta perfetta, di saper cantare e ballare sotto la pioggia.
di Marco Buschi Marco Buschi si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale.