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È ora di buttarsi dal Ponte?
Le opere pubbliche, grazie ai soldi dell’Europa, sono ripartite alla grande, come documentano i dati del ministero delle Infrastrutture. Secondo il Cresme, nel 2021 il valore degli appalti ha superato il valore delle gare (44 miliardi di euro contro 39 miliardi di euro). Premesso questo, e tenendo conto che per i prossimi anni il problema sarà realizzare quanto previsto dal Pnrr, c’è davvero urgenza di tornare a parlare del ponte sullo Stretto di Messina? La domanda è lecita. E lo è ancora di più se si pensa che il progetto ha oltre 50 anni ed è già costato un sacco di soldi dei contribuenti. Più che un ponte, sembra un incubo. Il primo passo, giova ricordarlo, data 1971, quando è stata approvata una legge per collegare Calabria e Sicilia, con la costituzione di una società per azioni incaricata dello studio e della costruzione. In realtà questa società è entrata in funzione solo nel 1981. Visto che il progetto, in un territorio considerato ultra sismico dai geologi risultava fuori dalla portata delle finanze pubbliche, nel 2013 la società è stata messa in liquidazione. Ma, attenzione: dieci anni dopo la Spa in liquidazione è ancora attiva, anche per gestire i contenziosi tuttora aperti con l’associazione temporanea di imprese incaricata e capitanata da Impregilo, oggi parte di Webuild. E sono contenziosi d’oro. Il progetto preliminare approvato dal
Chiacchiere In Cantiere
Cipe ad agosto 2003, stimava i costi al 2006 in poco meno di 4 miliardi di euro (tra progettazione ed esecuzione). Ma oggi il ponte costerebbe probabilmente almeno il doppio. Già ora, in ogni caso, il ponte che non c’è è costato un sacco di soldi: la Corte dei Conti nel 2013 quantificava gli oneri già sostenuti in oltre 300 milioni. Già, ribattono i favorevoli, ma ora parte dei costi è già ammortizzata, gli studi sono stati fatti il progetto c’è. Ma è un miraggio: quale impresa di costruzioni oggi si metterebbe a realizzare un’opera così grande, costosa e con enormi rischi (do you remember Morandi bridge?) sulla base di analisi condotte 20 anni fa? Ovviamente se si vuole costruire il Ponte sullo Stretto bisogna ripartire da zero. D’altra parte, lo scriveva nel 2021 il Gruppo di lavoro dello stesso ministero delle Infrastrutture. Quindi, che si fa?
Federico Mombarone Giornalista