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Dietro il blocco della cessione del credito
Il taglio del superbonus 110%, ridotto a 90% (nei fatti meno se si considera il blocco della cessione del credito), ha provocato perplessità e sconforto. Ma non per questo si deve nascondere sotto il tappeto la polvere che i bonus, in generale, hanno generato a causa della pessima applicazione, specialmente per quanto riguarda le facciate. Giusto guardare le cose come stanno. E un bagno (gelato) di realtà è quello che, ahinoi, inducono i dati resi noti in Senato dalla Guardia di Finanza. Da novembre 2021 al dicembre scorso, in un anno circa, le indagini hanno portato a sequestrare crediti fiscali per oltre 3,6 miliardi, per un valore complessivo di frodi smascherate che viaggia intorno ai 6 miliardi di euro, con il blocco preventivo di oltre 1 miliardo di euro di crediti. Attenzione, però, a non buttare il bambino con l’acqua sporca. In realtà il superbonus 110% ha prodotto una quota residuale di frodi, circa del 3%. Il vero pozzo di frodi è legato soprattutto ad altri due sconti fiscali: il bonus facciate e l’ecobonus, con circa l’80% degli illeciti. Secondo la Guardia di Finanza, alla base delle frodi c’è la cessione dei crediti fiscali, che ha portato a congegnare complesse forme di evasione fiscale a base soprattutto di lavori mai realizzati e cessioni a catena con l’idea di complicare la vita di chi deve controllare. C’è, poi, il caso di lavori edili incompatibili con le dimensioni o con il curriculum dei soggetti che dicono di averli realizzati, con imprese improvvisate, messe insieme da soci o amministratori nullatenenti, irreperibili o con gravi precedenti penali. Anche in questo caso alla base, secondo le Fiamme Gialle, c’è (o c’era) la facilità di cessione del credito. Denaro che, una volta incassato, è finito all’estero e reinvestito in attività economiche, finanziarie o speculative. A Rimini, hanno raccontato i finanzieri, è stata smascherata un’operazione di frode dal valore di 440 milioni: gli indagati, dopo essere sfuggiti alle misure cautelari, sono stati arrestati a Santo Domingo e in Colombia. Morale: giusto lamentarsi del blocco della cessione del credito, ma altrettanto giusto capire le cause che hanno indotto il precedente e l’attuale ministro dell’Economia a pigiare il piede sul pedale del freno.
Franco Saro giornalista