La nostra impronta ambientale (Tibone, Tarasco - Scopri perchè - vol 3)

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UNITÀ B11 L’Antropocene e lo sviluppo sostenibile

Audiolibro

2

Lezione interattiva

I

L’impronta ecologica è una misura del nostro impatto sull’ambiente

La nostra impronta ambientale L’epoca in cui viviamo è caratterizzata da una pressione sull’ambiente senza precedenti. La popolazione mondiale è cresciuta molto e sfrutta sempre più le risorse ambientali, producendo enormi quantità di rifiuti. Il nostro pianeta è grande, ma non infinito: le sue risorse sono limitate. L’acqua che estraiamo dalle falde sotterranee, i pesci che peschiamo e il legname che tagliamo sono risorse che l’ambiente rinnova continuamente. Non è detto però che la natura riesca a tenere il passo, cioè a rigenerare le risorse a un ritmo sufficiente per soddisfare le nostre crescenti richieste. Come possiamo valutare quanto è sostenibile il nostro stile di vita? Quando stai poco bene, ti misuri la febbre. Se scopri che la tua temperatura è 39,5 °C, ti preoccupi di più che se fosse 38,2 °C. La misura della temperatura corporea non risolve di per sé i problemi di salute, ma aiuta il medico a riconoscere il malanno e a trovare un rimedio. In modo simile, per valutare il nostro impatto ambientale serve un qualche «termometro» che lo misuri in modo quantitativo. Per questo è stato ideato il calcolo della impronta ambientale, o impronta ecologica, che indica quanto è profonda la traccia che lasciamo nell’ambiente I .

◗ LA BIOCAPACITÀ E L’IMPRONTA AMBIENTALE

Perché dobbiamo ridurre la nostra impronta di carbonio ? Perché questa parte dell’impronta ecologica oggi supera di gran lunga la capacità della biosfera di assorbire dall’aria la CO2 che emettiamo. si sta accumulando nell’atmosfera e provoca il riscaldamento globale in atto sul nostro pianeta.

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I terreni si misurano usando come unità l’ettaro (ha), che è l’area di un quadrato con lato di 100 metri: 1 ha = 10 000 m2. Per analogia si misura la biocapacità dell’ambiente, cioè la capacità del territorio di produrre e rinnovare le risorse naturali, esprimendola in ettari globali (gha). La nostra impronta ambientale, o ecologica, misura in gha l’area di territorio necessaria per rinnovare le risorse che consumiamo e per assorbire i nostri rifiuti. È quindi un indicatore che permette di valutare il consumo di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle. Nel calcolo dell’impronta ambientale ogni risorsa che usiamo viene convertita in un’area, che rappresenta l’estensione di territorio necessaria per soddisfare in modo sostenibile quella particolare richiesta umana. Dell’impronta ecologica fanno parte l’impronta idrica, che riflette il volume di acqua dolce necessario per ottenere un prodotto, e l’impronta di carbonio, che tiene conto della massa di CO2 emessa per produrlo. Così, per esempio, 1 kg di pane ha un’impronta ambientale di 55 metri quadrati: servono infatti 24 m2 di terreno agricolo per coltivare il frumento, ma anche altri 31 m2 di terreno che corrispondono all’acqua usata, alla

Per la stessa ragione, l’impronta ambientale di una nuova casa deve

re l’energia per il riscaldamento.

LEZIONE 2

La nostra impronta ambientale

◗ QUANTI PIANETI CI SERVONO? Se l’umanità usasse le risorse dell’astronave Terra in modo sostenibile, la nostra impronta ecologica non dovrebbe superare la biocapacità del pianeta. Oggi invece non è così. Secondo le stime fatte nel 2018, infatti: ■

l’impronta ambientale dell’umanità è di 2,7 ettari globali pro capite: in media cioè ogni persona che vive sulla Terra usa 2,7 gha; la biocapacità globale, che corrisponde a tutte le risorse ambientali disponibili, è invece molto minore: vale circa 1,6 gha per persona.

impronta ambientale media = 2,7 gha per persona = 1,7 1,6 gha per persona biocapacità globale

&

stiamo usando

Dunque, l’impronta ambientale umana supera di 1,7 volte la biocapacità. Ciò significa che stiamo usando l’ambiente, per soddisfare le nostre richieste di risorse, come se avessimo a disposizione un pianeta e due terzi. Invece di pianeti ne abbiamo – e continueremo ad averne – soltanto uno. È come dire che ogni anno nei primi 7 mesi, da gennaio a luglio, usiamo risorse che l’astronave Terra è in grado di rigenerare, ma poi da agosto in avanti ne usiamo altre che invece non saranno rinnovate: impoveriamo così il capitale di risorse del pianeta. Questi sono dati globali, relativi al mondo intero; ma naturalmente i Paesi che oggi godono di maggiore benessere, come il nostro, hanno un’impronta ambientale più grande. Come puoi vedere nella tabella, se tutti vivessero come noi in Italia, di pianeti ne servirebbero quasi 3. E se tutti consumassero risorse come gli abitanti degli Stati Uniti, servirebbero ben 5 pianeti! Inoltre anno dopo anno l’impronta ambientale globale sta aumentando, perché Paesi molto popolosi come l’India e la Cina sono in una fase di intenso sviluppo economico, che richiede una quantità crescente di risorse. L’impronta ecologica è un indicatore approssimativo, perciò non va preso alla lettera. Tuttavia da questi dati emerge una chiara indicazione: il nostro standard di vita odierno non è sostenibile dal punto di vista ambientale.

PER L’INSEGNANTE L’analogia con i mesi può essere lo spunto per un semplice esercizio aritmetico: (7 mesi) × 1,7 = 11,9 mesi, cioè praticamente un anno. Gli anglosassoni chiamano overshoot day quello con cui inizia il nostro uso non sostenibile delle risorse; nel 2019 è stato il 29 luglio. Di quanti pianeti avremmo bisogno se tutti al mondo vivessero come: USA

5,0

Russia

3,5

Germania 3,0 Italia

2,6

Cina

2,2

Brasile

1,8

India

0,7

Perché la carne è un cibo poco sostenibile ? Perché la sua impronta idrica è molto maggiore di quella dei cibi vegetali. Per fare 1 kg di carne bovina servono più di 10 000 litri d’acqua (usati principalmente per irrigare i campi in cui crescono le piante che forniscono il mangime per l’animale). Per produrre 1 kg di riso bastano invece 2500 litri d’acqua: l’impronta idrica è 4 volte minore.

A FINE LEZIONE 1. Che cosa si misura con l’impronta idrica? ..........................................................................................................................................

2. La biocapacità globale oggi è maggiore o minore dell’impronta ecologica umana? .....................................................

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