Dalla casa dei matti alla città. Aree intercluse, infrastrutture e sistemi urbani è un workshop nazionale di progettazione architettonica bandito nell'ambito delle attività di ricerca del PRIN 2008 dal titolo: Atlante del patrimonio storico –architettonico dei complessi manicomiali ai fini della conoscenza, conservazione e riutilizzazione, per il quale la sezione del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Palermo elabora le parti relative a Sicilia e Sardegna. Nell'ambito delle attività del Dipartimento di Architettura, il workshop si inquadra in relazione alle azioni di ricerca svolte dal Dottorato di ricerca in Progettazione Architettonica.
Partecipanti Giuseppe Borzellieri, Luigi Cafiero, Dario Cottone, Isabella Daidone, Cinzia De Luca, Saura Gargiulo, Luciana Macaluso, Irene Marotta, Monica Merra, Fosca Miceli, Vincenzo Minutella, Rosa Maria Pecoraro, Sara Nam Sook Rampoldi , Glenda Scolaro, Fabio Sedia, Vincenzo Simanella, Clara Francesca Sorrentino 1
Informazioni generali Il pernottamento avrĂ luogo presso la Casa Sant'Uffizio 1 (Piazza Marina)
del Goliardo, Vicolo
Tel 091 6096000
Per gli spostamenti verso il sito di progetto e la FacoltĂ di Architettura i non
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Introduzione Il workshop riguarda l'ex-ospedale psichiatrico di Palermo, costruito da Francesco Paolo Palazzotto tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, un grande e molto interessante complesso a padiglioni costruito in sostituzione della Real casa dei matti ubicata non molto lontano, sempre nella parte a monte del centro storico. Oggi l'ospedale si trova nelle immediate adiacenze della Circonvallazione, la via larga che funge da raccordo tra le autostrade di Messina/Catania da un lato, Trapani/Mazara dall'altro: tra l'ospedale e la Circonvallazione ci sono quasi soltanto dei campi di calcio, che dovrebbero essere sostituiti e costituire un tema di progetto. Il complesso fu eseguito secondo i criteri allora più avanzati, provvisto dei servizi necessari, tra cui una parte di terreno da coltivare: i padiglioni sono uniti tra essi da un passaggio coperto, e tra i padiglioni esiste una cospicua quantità di verde. Il sistema architettonico si conclude a monte con una esedra, mentre l'esedra prevista originariamente a valle fu poi sostituita da un corpo rettilineo lungo la strada, via Pindemonte. Il lotto è diviso da una strada longitudinale, che separa il gruppo dei padiglioni uguali da un gruppo minore, posto lungo via La Loggia. A monte dell'esedra esistono un edificio cubico seicentesco, in origine dei Gesuiti, la Vignicella, di grande interesse storico e architettonico, che fu utilizzato come parte dell'ex- ospedale, una cappella barocca a croce greca e altri edifici coevi in grave stato di degrado, che non dovrebbero essere demoliti. Si ipotizza invece di demolire l'incongruo nuovo edificio del Padiglione Geriatrico, posto tra la Vignicella e l'esedra. Esiste una rete sotterranea di canali di origine araba (qanat) che passa proprio sotto la Vignicella e ne determina l'altezza rispetto al suolo. Attualmente l'ospedale, dopo l'applicazione (lenta) della legge Basaglia, è in realtà in gran parte ancora occupato dalla ASL. La nostra ipotesi di lavoro è che una parte, quella a monte fino alla Circonvallazione, sia utilizzata per altri scopi (il PRG prevedeva un museo scientifico, ma la scelta è dei progettisti), mentre il resto rimanga della ASL. Rispetto alla ricerca PRIN, che riguarda gli ex-ospedali psichiatrici di tutta Italia costruiti a cavallo dei due secoli, questo gruppo di lavoro si intesta anche una parte di proposta progettuale che può avere un valore generale, rispetto al futuro di questi complessi nella città contemporanea. Quindi il progetto riguarderà la parte alte del complesso, a partire dalla clinica neurologica su via La Loggia (possibilmente esclusa) fino alla Circonvallazione, prendendo in esame le relazioni a Nord e a Sud, che costituiranno dei temi. Infatti, i cinque organizzatori (Cesare Ajroldi, Francesco Cannone, Giuseppe Di Benedetto, Renzo Lecardane, Zeila
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TEMI di progetto
procedendo, per esempio, tra gruppi di alberi di ricostituiti giardini, attraverso superfici pavimentate, elementi di delimitazione destinati a racchiudere o limitare, segnando direzioni di percorrenza o momenti di stasi contemplativa, in riferimento alla lettura del preesistente. A questo potrebbe aggiungersi l'introduzione di nuove architetture, a basso impatto volumetrico, la cui destinazione dovrebbe legarsi a forme aggregative collettive particolarmente qualificate. Architetture che, in ogni caso, dovranno mostrare una feconda elaborazione del rapporto tra la loro tangibile modalità del sussistere e il conseguente impianto sul suolo, la collisione e il radicamento con i vincoli topografici. Non meno rilevante sarà la capacità di interpretare in termini progettuali un aspetto immanente ma al contempo latente e recondito dell'intera area, costituito dalla presenza di percorsi, cavità e spazi ipogei (dai qanat alla galleria sotterranea con impianto di ferrovia decauville ideata da Palazzotto). Gerarchie e rapporti simbolici tra le forme architettoniche nuove ed esistenti e gli intervalli spaziali interposti riconfigurati dovranno essere assunti come indici del senso “monumentale”, essenzialmente ideologico, proprio di quegli spazi che dovranno concretizzarsi in forme di particolare e alto valore espressivo. Alla sensibilità contemporanea per i materiali dovrebbe associarsi l'utilizzo dei linguaggi dell'astrazione e del distanziamento metafisico. Ciò che viene definito come spazio aperto all'interno dell'area di intervento non deve essere immaginato e interpretato, astrattamente, come vuoto risultante dalla disposizione sul suolo dei piani dell'architettura, ma come cosa concreta che richiede, in termini progettuali, di segnare e costruire lo spazio con una precisa finalità estetica. Da ciò la necessità che le proposte progettuali esprimano una sensibilità topologica che ideologicamente serve a liberarsi da una concezione spaziale omogenea e immobile, prossima a una tautologia morfologica, residuo concettuale dello spazio assoluto newtoniano.
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Dall'Ex Ospedale Psichiatrico all'Ecoquartiere progetti a Palermo
Renzo Lecardane
Il Workshop assume fra i temi principali la valorizzazione e la trasformazione del patrimonio della città consolidata, in accordo con le attuali riflessioni sulla città sostenibile, proponendo di definire e operare i procedimenti propri dell'attività progettuale nell'ambito urbano in cui insiste il complesso dell'ex Ospedale Psichiatrico di Palermo, caratterizzato dalla presenza di risorse storicoambientali. I criteri di sostenibilità ambientale e la scelta consapevole di pratiche progettuali e costruttive virtuose sono alla base di tale ipotesi che attraverso gli Ecoquartieri costituisce il repertorio di esempi concreti di riqualificazione che mirano a integrare le trasformazioni con lo spazio pubblico. La tutela del paesaggio naturale e costruito, la valorizzazione delle risorse ambientali, la trasformazione del tessuto urbano e degli edifici obsoleti, la combinazione di attività miste (mixité), il progetto dello spazio pubblico con le relative connessioni urbane, l'elaborazione di progetti flessibili al cambiamento sono fra gli obiettivi principali finalizzati ad avviare un più generale processo di risignificazione dello spazio costruito nella città. I pressanti equilibri della contemporaneità e il tema più generale della città sostenibile spingono la ricerca architettonica verso forme di urbanizzazione più dense e condivise, dove risulta fondamentale definire la dimensione dell'area minima di intervento del quartiere. Nei quartieri si possono riqualificare o costruire edifici, spazi pubblici e servizi di prossimità. Luogo, territorio e abitare sono le parole chiave attorno alle quali le ipotesi progettuali dovranno interrogarsi, proponendo in particolare l'accento sugli spazi in transizione che possono divenire i luoghi da cui partire per una ridefinizione della città (Boeri, 2011). Consapevoli che l'architettura risponde allo scopo di migliorare la qualità dell'ambiente abitato, il Workshop si indirizza ai temi che riguardano il luogo e il territorio della città costruita, con un'attenzione specifica al progetto di un Ecoquartiere. Tale proposta, che opera a diversi livelli, si indirizza al potenziale di trasformazione del tessuto urbano e degli edifici esistenti, attraverso la combinazione di programmi e funzioni. Accogliere una definizione condivisa di città sostenibile e con essa di Ecoquartiere sulla base di una pluralità di parametri relativi alla dimensione sociale, ambientale e culturale è stato l'obiettivo principale della mostra « Green Life: costruire città sostenibili » della Triennale di Milano 2010 che, dagli esempi più noti di Vauban a Friburgo e di Kronsbergad Hannover (Germania), di Hammarby Sjostad a Stoccolma e di Augustenborg a Malmö (Svezia), di SolarCity a Linz (Austria) e di S. Rocco a Faenza, fino a quelli meno noti di La Confluence a Lione, di La Courrouze a Rennes (Francia) e di CasaNova a Bolzano, ha presentato alcune operazioni architettoniche e urbane esemplari
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oggi il complesso deve essere considerato al centro di un vasto e eterogeneo sistema urbano, in cui è necessario attivare relazioni e connessioni in particolare con la nuova infrastruttura. Assumendo quindi la circonvallazione come punto di vista principale, le relazioni potenziali con il sito dell'ex ospedale mostrano con chiarezza che, all'interno della città, ove intercettato da aree con caratteri precisi, il nastro senza fine dell'autostrada urbana diventa sufficientemente segmentato perché si possa prestare attenzione alle sue parti, anziché essere concentrati sulla continuità del suo tracciato. In relazione a questo brano urbano specifico, quindi, il progetto di un impianto complesso sperimenterà un'intensificazione delle valenze morfologiche del perimetro della circonvallazione, definendo nuovi sistemi di relazioni e ruoli fra parti costitutive della città a lungo ritenute incompatibili: le aree intercluse, l'architettura e l'infrastruttura. Esito di approcci selettivi e esclusivi (solo tecnicoingegneristico, o strutturale, o immobiliare – speculativo … ), queste materie potranno modificarsi, ibridarsi, e produrre un nuovo processo di trasformazione di cui la città ha bisogno. Tale nuovo processo di urbanizzazione della circonvallazione si attuerà quindi de-frammentando il rapporto fra le aree interne e il loro affaccio sull'infrastruttura. Si propone quindi di progettare un edificio complesso e a densità variabile (o anche un insieme di edifici) nella parte alta del grande quadrilatero che contiene l'ex Ospedale, in riferimento al tracciato della circonvallazione e con attenzione particolare all'incrocio fra l'infrastruttura e le via Altarello e Pitrè, l'unico in tutto lo svolgimento urbano del viale. In continuità con le attività terapeutiche e di sostegno psicologico oggi ancora attive nell'ex Ospedale, il progetto disporrà un Hotel Sociale, prevedendo una varietà di usi e alcune residenze specializzate per alloggi temporanei. La gradazione delle scale di intervento e la capacità interpretativa e critica dei progettisti condurrà a individuare luoghi e modalità di apertura del recinto dell'ex ospedale psichiatrico, disponendo dei sistemi di transizione e confronto con l'intorno costruito. Sarà in particolare preso in esame il fianco dell'area all'incrocio con la via Altarello, ove la condizione di bordo costruita dall'adiacenza di due – talvolta tre - tratti stradali aventi quote poco differenti conforma un margine esteso e percorribile su più quote, di larghezza e caratteri variabili. Lungo tale margine, la continuità fra quote interne e esterne al recinto dell'ospedale consente in alcuni punti di disporre l'ingresso all'area dalla via Altarello. Ciò è praticabile, in particolare, in corrispondenza del complesso di edifici che, a partire dal Settecento, si sono sviluppati intorno all'antica casa gesuita della Vignicella. Il volume prismatico del Noviziato, la chiesa a croce greca, l'insieme di masserie circostanti, sono contenute fra la pineta cresciuta sul costone roccioso dell'ex proprietà De Caro e l'esedra terminale del complesso di Palazzotto. Esse si
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