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Leandro Greco: Zero alibi! Leandro Greco: Keine Alibis
from FCS News Sommer
Leandro Greco
Leandro Greco
Il 34enne centrocampista romano, autore di due reti in Champions League, vanta 118 presenze in serie A con le casacche di Roma, Genoa, Livorno e Verona, 24 nella massima divisione greca con l’Olympiacos e 121 in B con Verona, Pisa, Piacenza, Bari, Foggia, Cremonese, Cosenza e Perugia.
Il curriculum calcistico di Leandro Greco è di quelli importanti. Di quelli che fanno strabuzzare gli occhi. Il 34enne centrocampista romano, autore di due reti in Champions League, tra serie A e serie B nazionali è arrivato alla soglia dei 240 gettoni, a cui si aggiungono le gare nella massima divisione ellenica. In sintesi vanta 118 presenze in serie A con le casacche di Roma, Genoa, Livorno e Verona, 24 nella A greca con l’Olym
piacos e 121 in B con Verona, Pisa, Piacenza, Bari, Foggia, Cremonese, Cosenza e Perugia. Al centrocampista mancino l’esperienza non manca. Con l’FC Südtirol ha sottoscritto un contratto biennale, quindi fino al 30 giugno 2022. Un’operazione importante quella portata a termine dal d.s. Paolo Bravo, capace di vincere la concorrenza di diverse squadre -alcune anche di serie B- nell’immediato post lockdown.
Leandro Greco non nasconde emozione e soddisfazione: contento di essere arrivato in biancorosso? “Sono entusiasta di essere approdato in una società in cui c’è grande organizzazione e strutture di alto livello. Qui c’è tutto per fare professionismo. Ho una grande voglia di cominciare a pieno regime e sono felicissimo di mettermi in gioco in una piazza che ha tanta voglia di crescere sotto tutti i punti di vista. E’ motivo di orgoglio pensare che abbiano scelto me”.
Con quali propositi arrivi in biancorosso? “Mi metto al servizio della causa con la ferma volontà di fare tutto il meglio possibile. Sono abituato a guardare avanti piuttosto che pensare al passato, quindi focalizzo i miei obiettivi sui prossimi impegni”.
Come ti descrivi? “Dal punto di vista tecnico, più che un incontrista mi considero un regista che imposta il gioco”.
Come hai trascorso il difficile periodo del lockdown? “E’ stato un momento difficile per tutti. In quella situazione particolare e surreale la cosa più bella è stata la generosità della gente comune, la solidarietà che si è instaurata tra le persone. Personalmente ho trascorso quel periodo soffrendo la lontananza dai miei figli, allenandomi con cyclette per mantenere il tono muscolare e l’abitudine alla fatica, facendo allenamento come meglio potevo, dedicandomi alla lettura e allo studio. Ho messo a fuoco e ripassato concetti che mi stanno a cuore come quelli di Julio Velasco”.
Julio Velasco oltre che grande allenatore di volley è un grande formatore: i suoi appassionati discorsi su come funzionano o non funzionano le squadre sono da tempo fonte di grande ispirazione e riflessione non solo in ambito sportivo, ma anche aziendale. Su quali concetti hai concentrato i tuoi approfondimenti? “Sulla cultura dell’alibi, tanto cara a Velasco. Il mago argentino ne ha fatto un suo marchio di fabbrica: è soprattutto negli
Mi piace leggere e studiare: durante il lockdown ho approfondito i concetti di Velasco sulla cultura dell alibi. E soprattutto quando si lavora in gruppo e sorgono delle difficolta che si tende a scaricare le responsabilita e a non guardarsi dentro. Anche nella vita quotidiana e cosi.
Leandro
Soprannome Leo Leo Altezza 1,84 m Peso 74 kg Ruolo Regista Squadra preferita AS Roma Calciatore preferito De Jong Piatto preferito Pizza Bevanda preferita Vino Rosso Film preferito Sette anni in Tibet
Macchina Audi Scarpe da calcio Adidas Abito a Roma Stato Convivente con tre fi gli
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sport di squadra che si tende a scaricare le responsabilità e a non guardarsi dentro. Ma anche nella vita quotidiana è così. Ogni atleta, nelle difficoltà, tende a crearsi un alibi, una spiegazione esterna ai propri comportamenti, anziché affrontare il problema e assumersi le proprie responsabilità. Riportando la responsabilità sotto la gestione di ogni singolo individuo, le persone iniziano a dare il meglio di sé indipendentemente dalle circostanze esterne e questo genera uno straordinario circolo virtuoso all’interno del gruppo”.
Il suggestivo video che hai interpretato all’arrivo a Bolzano, con gli scacchi come metafora, è dunque calzante? “Concetti importanti e ricorrenti, negli scacchi, nella vita, nel calcio: “Sono le nostre scelte, le nostre mosse a far la differenza”; “Avanti e indietro, attacco e copertura”; “Leggere la partita, anticipare l’avversario e sacrificarsi per l’obiettivo” e una nuova partita da cominciare, puntando allo scacco matto!”. Alle spalle hai una carriera importante: quali sono i ricordi più belli? “Non mi piace parlare di quello che ho fatto, non sono abituato a guardarmi indietro. Sono molto rigido con me stesso. Probabilmente avrei potuto fare meglio. Quello che mi importa di più è il presente e il futuro. Sono le nuove sfide che mi stimolano: ora sono proiettato l’avventura all’FC Südtirol”.
Stagione 2004-2005: memorabile scudetto Primavera, l’esordio in serie A con la Roma e tanto altro … “Un anno particolare, in cui sono successe tante cose. Non dimenticherò mai quella stagione da cui tutto è partito”.
In giallorosso un rapporto stretto con De Rossi, padre e figlio: sono stati due punti di riferimento? “Con Alberto ho trascorso gli anni più belli e spensierati. Daniele è un ragazzo splendido, capitano vero dal quale ho imparato molto”. Alla Roma hai giocato con diversi calciatori importanti, cosa ti hanno insegnato? “Tutti hanno di base grande umiltà e la capacità di mettersi in discussione.”
Hai avuto tanti allenatori, quali sono quelli che ti hanno insegnato di più sia dal punto di vista tecnico che da quello umano? “Ho avuto la fortuna di avere tanti allenatori molto bravi e importanti. Da tutti ho potuto imparare tanto. Se proprio devo citarne un paio dico Luis Enrique, con il quale ho lavorato in un momento importante e particolare della mia carriera e poi Giovanni Stroppa, che è stato anche qui e al quale devo molto”.
Cosa ti senti di dire ai tuoi nuovi tifosi? “Oltre alle frasi di rito mi sento di dire che c’è tanta voglia di lavorare per cercare di fare qualcosa di bello per questa società”.
Leandro Greco
Ende Juli gab der FC Südtirol den wohl wichtigsten Transfer der 25-jährigen Vereinsgeschichte bekannt: Leandro Greco. Der 34-jährige Römer bringt mit seinen über 100 Serie A-Einsätzen reichlich Erfahrung mit nach Südtirol. Der 2-fache Championsleague Torschütze soll nun im Team von Coach Vecchi die Fäden im weißroten Mittelfeld ziehen.
Leandro Greco
Ende Juli gab der FC Südtirol den wohl wichtigsten Transfer der 25-jährigen Vereinsgeschichte bekannt: Leandro Greco. Der 34-jährige Römer bringt mit seinen über 100 Serie A-Einsätzen reichlich Erfahrung mit nach Südtirol. Der 2-fache Championsleague Torschütze soll nun im Team von Coach Vecchi die Fäden im weißroten Mittelfeld ziehen.
Leandro Greco. Ein Name, der noch vor der offiziellen Ankündigung für großen Enthusiasmus unter den Fans sorgte. Denn ein Spieler mit 118 Serie A- und 9 Champions League-Einsätzen, das gab es in Südtirol noch nie. Mit Roma, Livorno, Genoa, Hellas Verona und dem griechischen Traditionsverein Olympiakos Piräus war Greco jahrelang erstklassig unterwegs. Hinzu kommen noch 122 Einsätze in der Serie B. Sportchef Paolo Bravo gewann Grecos Vertrauen, indem er ihm das Projekt des FC Südtirol in all seinen Facetten vorstellte. Wenig später kam es zur Unterzeichnung des Zweijahresvertrags, der den Routinier bis Juni 2022 an den weißroten Club bindet.
Leandro, man sieht dir deine Zufriedenheit förmlich an. Freust du dich auf dieses neue Abenteuer? „Ich bin sehr glücklich, beim FC Südtirol unterschrieben zu haben. Der Club macht aus der Planung und der Organisation seine große Stärke und verfügt über hervorragende Infrastrukturen: die perfekten Voraussetzungen für jeden Profifußballer. Ich fühle mich geehrt, dass der Verein sich für mich entschieden hat und blicke mit großer Vorfreude auf die neue Saison.“
Was hast du dir für diese neue Herausforderung vorgenommen? „In erster Linie will ich einen wichtigen Platz im Team einnehmen und stets meinen Beitrag zum Allgemeinwohl leisten. Ich lebe nicht gerne in der Vergangenheit, sondern konzentriere mich immer auf das was auf mich zukommt.“
Wie würdest du den Fußballer „Leandro Greco“ beschreiben? „Ich bin keine defensiver ‚6er‘ der eine Unmenge an Bällen zurückerobert. Ich sehe mich er als Playmaker, der das Spiel gestaltet.“ Geschäftsführer Dietmar Pfeifer und Leandro Greco
Wir alle verbrachten in diesem Jahr gute zwei Monate zuhause. Wie erging es dir während dieser schwierigen Zeit? „Es waren keine einfachen Wochen. Trotzdem finde ich, dass die Menschheit seither einen gewissen Grad an Solidarität zurückgewonnen hat. Aus persönlicher Sicht litt ich darunter, die Isolation getrennt von meinen Kindern absitzen zu müssen. Individuelle Trainings und interessante Lektüren verhalfen mir dabei, die Tage bestmöglich zu überbrücken. Insbesondere nutzte ich die Zeit, um die Konzepte von Julio Velasco aufzufrischen und zu studieren.“
Die Lehren des Italo-Argentinischen Volleyballtrainers finden nicht nur im Sport, sondern auch im Unternehmer
tum immer mehr Anhänger. Auf welchen Konzepten lag dein Hauptaugenmerk? „Ich finde seine Alibi-Theorien äußerst faszinierend. Denn im Mannschaftssport ist es oft so, dass man eigene Verantwortungen auf die Mitspieler abschiebt. Weiters tendiert ein Sportler dazu, äußere Einflussfaktoren für seine Misserfolge verantwortlich zu machen. Im Alltag ist das nicht anders. Wenn man mit einer Situation unzufrieden ist, muss man das eigene Verhalten überdenken und nach möglichen Lösungen suchen. Die Mitmenschen, in unserem Fall die Teamkameraden, kriegen diesen Mentalitätswechsel mit und man kann sie damit inspirieren und motivieren.“
Das bei deiner Ankunft in Bozen veröffentlichte Präsentationsvideo, in der das Schachspiel als Metapher verwendet wurde, passt dann ja perfekt zu deiner Sicht der Dinge… „Ganz bestimmt. Da ging es um Konzepte, die im Schach, im Fußball sowie im alltäglichen Leben einen großen Einfluss auf uns haben. ‚Vor und zurück‘, ‚Angriff und Deckung‘. Wir sind ständig auf der Suche nach dem entscheidenden Zug, in jeder unserer Herausforderungen.“
Du sprichst zwar nicht gerne über die Vergangenheit, doch einige deiner Erinnerungen wirst du doch sicherlich mit uns teilen wollen… „Die Gegenwart und die Zukunft sind mir viel wichtiger als die Vergangenheit. Ich bin immer sehr streng zu mir selbst und gib offen zu, dass in meiner Karriere vielleicht noch etwas mehr drinnen gewesen wäre.“
Die Saison 2004/05 wirst du wohl kaum vergessen haben: der Italienmeistertitel mit den Junioren und das Debüt in der Serie A… „Ein besonderes Jahr, in dem sehr viel geschah. Sagen wir mal so: Jene Saison war wohl der Startschuss meiner Karriere.“
Während deiner Zeit beim AS Rom kreuzten sich deine Wege sowohl mit Alberto (Trainer der Junioren) als auch mit Daniele De Rossi. Welchen Einfluss hatten sie auf deine Karriere? „Unter Coach Alberto De Rossi erlebte ich die wohl schönsten und sorgenfreisten Fußballerjahre meines Lebens. Auch über Daniele kann ich nur Positives berichten. Ein cooler Bursche und ein wahrer Kapitän. Von ihm konnte ich wirklich sehr, sehr viel lernen.“
In der Hauptstadt hattest du neben Daniele De Rossi viele weitere hochkarätige Mitspieler. Was konntest du dir von diesen Stars abschauen? „Allem voran die Bodenständigkeit. Man darf sich zufriedengeben und muss immer neue, höhere Ziele ins Visier nehmen.“
Auch was deine früheren Trainer anbelangt, lesen wir einige wichtige Namen. Wer gab dir am meisten mit auf den Weg? Sowohl fußballerisch als auch menschlich… „Ich hatte das Glück, mit vielen kompetenten Übungsleitern arbeiten zu dürfen. Jeder gab mir eigentlich etwas mit auf den Weg. Wenn ich jedoch zwei nennen muss, sage ich einmal Luis Enrique. Ihn lernte ich in einem wirklich wichtigen Moment meiner Karriere kennen. Der zweite ist Giovanni Stroppa, der auch hier tätig war und mir viel beibrachte.“
Deine erste Botschaft an alle Fans des FC Südtirol? „Ich bin kein Fan der üblichen Floskeln. Es besteht der Wille hart zu arbeiten um mit dem Club große Erfolge zu feiern.“