Acqua risorsa per la vita

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AttivitĂ interdisciplinare


L’ACQUA FONTE DI VITA! IL NOSTRO PIANETA E E’ IL PIANETA ACQUA


La terra è avvolta dall’atmosfera. Le acque degli oceani e dei mari formano l’idrosfera. L’insieme L insieme delle terre emerse costituiscono la litosfera, che, accogliendo la vita, formano la biosfera, lo speciale ambiente popolato dalle più diverse forme di esseri viventi.


L’ idrosfera è formata da tutte le acque presenti nel nostro pianeta sia allo stato li id liquido, sia i allo ll stato solido, lid sia i allo ll stato aeriforme. È allo stato liquido nei mari, nei laghi,nei fiumi e nelle acque sotterranee, allo ll stato solido lid neii ghiacciai, negli iceberg e nelle calotte polari; allo stato aeriforme nel vapore acqueo dell’atmosfera.


L idrosfera del pianeta terra è L’idrosfera basata sul Ciclo delle acque.

La disponibilità totale di acqua è di 1350 milioni di chilometri cubi ( un chilometro cubo corrisponde a un milione di metri cubi) ripartita in acque oceaniche ,ghiacciai, falde acquifere sotterranee, laghi, fiumi, vapore acqueo. Di questi il 97% è salato. Inoltre, su tutta l’acqua dolce, oltre il 72% è bloccata nei ghiacciai delle calotte e dei ghiacciai. U Un altro l 24% % è sotto terra. L’acqua dolce superficiale( laghi, fiumi) ammonta al 4%. Soltanto lo 0,3% è disponibile per il consumo da parte dell’uomo.


IL CICLO DELL’ACQUA LE CYCLE DE L’EAU THEN WATER CYCLE

Tutta l’acqua T l presente sulla Terra si mantiene invariata nel tempo grazie al ciclo i l d ll dell’acqua, un continuo processo di cambiamenti di stato messi in azione d ll dall’energia i solare l e che consente il continuo “ riciclo” dell’acqua. Questo permette lo l scorrere dell’acqua sul pianeta e l’approvvigionamento id idrico i per lla vita it dell’uomo e degli altri esseri viventi.


Nel ciclo dell’acqua contemporaneamente.

le

EVAPORAZIONE

fasi

non

sono

in

EVAPORETION

sequenza,

ma

avvengono

tutte

ÉVAPORATION

L’acqua sulla superficie terrestre( mari, fiumi, laghi), per azione del calore del Sole , in buona parte evapora, una grande quantità di vapore acqueo che p p , formando f g q p q ritroviamo nell’atmosfera.

CONDENSAZIONE

CONDENSATION

CONDENSATION

Il vapore acqueo, trasportato dalle correnti d’aria, sale e, incontrando temperature più fredde condensa, in minuscole goccioline che formano le nubi.


PRECIPITAZIONI

PRECIPITATIONS

PRÉCIPITATIONS

Sospese nell’aria,le nuvole,quando diventano dense e pesanti, rilasciano il loro contenuto d’acqua sotto forma f di d precipitazioni atmosferiche, f h cioè pioggia, neve e grandine d che h riportano l’acqua l sulla ll terra.

SCORRIMENTO SOTTERRANEO

GROUNDWATER FLOW

ÉCOULEMENT SUPERFICIEL

Una parte dell’acqua che cade sulla terraferma si infiltra nel terreno e va ad alimentare le falde acquifere. Qui può rimanere per tempi molto lunghi, ma prima o poi riemerge in superficie, alimentando corsi d’acqua.


SCORRIMENTO SUPERFICIALE

SURFACE RUNOFF

ÉCOULEMENT SOUTERRAIN

Una parte dell’acqua che cade sulla terraferma scorre in superficie, si raccoglie nei corsi d’acqua insieme a quella che deriva dalle falde acquifere e dallo scioglimento dei ghiacciai, e raggiunge i mari e gli oceani .

L acqua è così tornata al punto di partenza ed è pronta a L’acqua ricominciare senza interruzione un altro ciclo, creando così quel flusso continuo d’acqua tra cielo e terra che è indispensabile per la vita.


IL FIUME ORETO: UNA RISORSA DA RIVALUTARE


La valle dell’Oreto si sviluppa a sud della città con una forma allungata (lunghezza circa 20 km. ampiezza 6 km). È compresa tra i monti di Palermo ed il Mar Tirreno; i “Monti di Palermo” costituiscono un frammento della catena Appenninico – Maghrebide. I terreni affioranti ff nella Valle dell’Oreto hanno raggiunto gg il loro attuale assetto g geomorfologico f g in seguito a varie vicissitudini geologiche. I più vistosi fenomeni orogenetici si sono verificati circa 1 milione e 600 mila anni fa (Quaternario Inferiore). Circa 800 mila anni fa i dintorni di Palermo avrebbero avuto già il loro aspetto attuale con il modellamento della “Conca d’oro”.


Schema strutturale della Sicilia ai) Avampaese Ibleo; cam) Catena Appenninico- Maghrebide; ckc) Catena Kabilo-Calabride; cs) Catena Sicana; e) edificio vulcanico etneo;

AGC) Avanfossa Gela – Catania; SIM)) Scarpata Ibleo-Maltese; bl l SMF) Sistema Messina – Fiumefreddo.


La Sicilia occupa un settore del Mediterraneo centro-occidentale ed Ê un segmento del sistema alpino che si sviluppa lungo il limite di placca Africa AfricaEuropa. Questo segmento di catena collega le Maghrebidi africane con l’Appennino meridionale, attraverso il cuneo di accrezione della Calabria.

La catena ed il suo prolungamento sommerso occidentale e settentrionale si estendono dal blocco sardo attraverso la Sicilia, fino al settore ionico ionico-pelagiano pelagiano ed in parte sono affioranti nel Mar Tirreno centro-meridionale


L’ ORETO, lungo circa 19 km, nasce tra Monte Matassaro – Renna e Cozzo Aglisotto. L’ L’asta principale, i i l denominata d i V ll Vallone di Fiumelato Fi l di Meccini, M i i riceve i l acque da le d numerosi affluenti di destra (Torrente dei Greci e Vallone Piano di Maglio) e, più a valle, dal Vallone della Monaca. Da Ponte della Grazia alla foce, che si trova alla periferia sud-occidentale di Palermo, prende il nome di Fiume Oreto e presenta rari affluenti ffl ti di d destra. t Oggi, il disordinato sviluppo urbano ha compromesso l’ambiente fluviale portando alla rovina del paesaggio, alla riduzione delle aree verdi e all’inquinamento del corso d’acqua.


Torrente dei Greci Vallone Piano di Maglio Vallone della Monaca

Tra le sorgenti ricordiamo API, ALLORO A VIGNA D’API, VILLA RENDA, S. MARIA, FONTANA LUPO ed altre minori


La valle dell’Oreto da Altofonte al Ponte Ammiraglio in un’incisione del XVIII secolo




Dalla sorgente alla foce


Il termine “fontana” indica in geografia una risorgenza di acqua, un affioramento idrico dalle rocce del terreno. È un fenomeno idro-fisico che induceva un tempo gli uomini del passato a ritenere simili luoghi come dimore delle divinità delle acque. Per tale motivo, ormai nei secoli p più vicini al nostro tempo, p il ffiume Oreto fu rappresentato dagli artisti come un Dio, la cui dimora era Fontana Lupo, perché da questo luogo il torrente, che da qui passa dopo p aver raccolto le acque q del suo ampio p bacino, diventa ffiume.


Le acque piovane e fluviali che, trovando terreno molto permeabili, penetrano t in i profondità f dità nell sottosuolo, tt l possono ttornare in i superficie fi i in corrispondenza di terreni impermeabili. Una risorgiva, U i i o fontanile, è una sorgente di acqua d l di origine dolce i i naturale, talvolta fatta emergere dall'uomo dall uomo

Le acque piovane e fluviali trovando un suolo molto permeabile formato da materiali grossolani, vengono assorbite per p poi p tornare in superficie p f una volta incontrati gli strati impermeabili della bassa pianura (2) formati da limo ed argilla. g




A dispetto del presente, la valle del fiume Oreto in passato presentava un enorme potenzialità ed un ecosistema molto ricco. Un tempo, tempo quando il grado di inquinamento non era rilevante,il rilevante il fiume era in grado di autodepurarsi e le sue acque limpide erano popolate da abbondante fauna acquatica(Anguille,Cefali e Tinche),da rapaci,quali,(gufi,civette,barbagianni)e flora (Felci,Ginestra,Edera Muschi, Licheni,Capelvenere,Pioppi,Euforbia).Nella parte alta, alla vegetazione naturale si aggiungevano ll’originaria originaria macchia mediterranea e la foresta sempreverde che costituivano il parco di caccia dei sovrani Normanni.

Pare che h fino f a poco più di d I secolo l fa, f alla ll foce del fiume Oreto ci fossero Storioni lunghi quasi 2m protagonisti di attente osservazioni da parte dello zoologo di origine i i Dalmata l Pietro i Doderlein d l i a cuii è dedicato il museo di Zoologia di via Archirafi. Oggi le acque sorgive sono per la quasi totalità li i incanalate l ed d utilizzate ili per usii civili(Amap) ed irrigui e quindi per lo più sottratte all’alimentazione idrica del fiume, comportando, in tal modo, una drastica riduzione id i d ll portata.. della


Inoltre,il disordinato sviluppo urbano ha compromesso l’ambiente del fiume,portando alla rovina del paesaggio,alla riduzione delle aree verdi e all’inquinamento all inquinamento del corso d d’acqua acqua, soprattutto per lo sversamento degli scarichi fognari delle località che attraversa, di liquami e fertilizzanti apportati dai comuni di Pioppo, Monreale e dal torrente Cannizzaro. Purtroppo ll’inquinamento inquinamento da scarichi è presente fino alla magica fontana Lupo, luogo degno di venerazione. La schiuma di sostanze inquinanti è abbondantemente diffusa a pelo d’acqua sulla superficie della fonte. Segno che qui giungono gli scarichi di case o abusive o comunque non allacciate alle pubbliche fognature.

Nonostante gli elevati valori di inquinamento delle acque e il notevole disturbo dell’uomo,, infatti al suo interno il bacino del fiume Oreto è sede di svariate attività potenzialmente inquinanti come: fabbriche, fabbriche aree industriali con relativi depositi, impianti di prelevamento e scarico di fognature abusive, discariche a cielo i l aperto, t aree cimiteriali, i it i li aree coltivate, allevamenti animali, oltre agli interventi di cementificazione che hanno cancellato qualsiasi q forma f di vita sia vegetale che animale, specie nel tratto posto in corrispondenza della foce; il tratto posto a monte della foce costituisce un Sito di Importanza Comunitaria (SIC) con rare specie sia floristiche che faunistiche


La fauna presente in questo luogo è associato all’ambiente umido, si segnala, infatti, la sosta di alcuni uccelli acquatici migratori per lo più appartenenti alla famiglia delle Ardeidi,, oltre ad una ventina tra rettili ed invertebrati. EGRETTA GARZETTA

Appartiene alla famiglia delle Ardeidi, di colore bianco, è presente in Sicilia. Si nutre di pesci, anfibi , rettili ed insetti. insetti


LARUS MELANOCEPHALUS (Gabbiano corallino)

Appartiene pp alla ffamiglia g dei Laridi


•ARDEA PURPUREA (Airone Rosso)

Ardeide , frequenta acque dolci costeggiate da canneti.


•PLATALEA PLATALEA LEUCORDIA (Spatola Bianca)


•CETTIA CETTI ( USIGNOLO DI FIUME) specie protetta.


GALLINULA CHLEORUPUS ( gallinella di Acqua dolce)

il suo habitat è rappresentato pp dalle zone umide,, si nutre di insetti.


Disegno realizzato da Giovanna Oliva


Nel fiume Oreto ci sono anche PESCI, tra cui la CARPA COMUNE

…da qui la presenza di Aironi.

La CARPA COMUNE presente nel fiume Oreto è un pesce di media grandezza ricoperta di scaglie. Ha grande capacità di adattamento ai vari ambienti compresi quelli molto inquinati. Poiché la carpa ricerca il cibo sul fondo, mettendo il muso nel fango, la sua carne prende il sapore del fango.


ANFIBI

DISCOGLOSSUS PICTUS

(Discoglosso dipinto , bruno- verdastro)


Disegno realizzato da Giovanna Oliva


Disegno realizzato da Giovanna Oliva


Disegno realizzato da Giovanna Oliva


Inoltre l’esistenza di pareti rocciose in cui il fiume risulta incassato, segnala la presenza di piante rupicole di notevole interesse ecologico come:

CAREX PANORMITANA( Carice Palermitana)

la cui p presenza è segnalata g solo in Sicilia ( Fiume Oreto) ed in Sardegna. Nel sito dell’Oreto è l’unica popolazione nota che conta una cinquantina di esemplari, l si trova in ambiente b rupestre ombreggiato, ai margini del fiume ( località Ponte delle Grazie), a quote comprese tra 50 e 90 m. s.l.m. l


DIANTHUS RUPICOLA ( Grofalo G f l delle d ll R Rupi) i)

Pianta perenne , dal fusto l legnoso, f li foglie verdi di raccolte a rosetta. Fiori di colore rosa intenso, con calice ricoperto da squame verdi. di Fiorisce i i d da maggio a settembre. Endemica della Sicilia.


ARUNDO DONAX (Canna comune)

pianta erbacea perenne, d l fusto dal f t lungo, l cavo e robusto che cresce in terreni anche poveri. Forma dense macchie in t terreni i umidi idi di ambiente ripariale, lungo argini di fiumi, stagni e anche vicino al mare.


ADIANTUM CAPILLUS VENERIS (Capelvenere) (C l )

il suo habitat è rappresentato da luoghi umidi e ombrosi, predilige terreni calcarei, calcarei vicino alle cascate, all’imboccatura delle grotte e dei pozzi.


EUPHORBIA ARBOREA


LEONTODON SICULO (Dente di leone siciliano)

Pianta dall’aspetto di p piccole erbacee annuali o perenni dalla tipica infiorescenza a margherita g g gialla.


La valle fluviale rappresentava un'importante 'i t t risorsa i economica per il suo territorio

I mulini ad acqua per la macina del grano, di altri cereali, del sale e, anche, delle polveri da sparo; in questi ti mulini li i il “salto “ lt dell’acqua” o meglio “a scaffa” si creava artificialmente f con canali in muratura su archi che prendevano l’acqua dell’Oreto a monte t per la l spinta i t motoria su pale.

Numerosi mulini e cartiere utilizzavano le q dell'Oreto e g giardini di origine g araba acque si spingevano fino al mare


Verso la fine del Settecento si scelse di utilizzare una parte del territorio meridionale prossimo alla cittĂ e al fiume Oreto per realizzare la prima area a verde pubblico cittadino extra moenia: nacquero cosi la Villa Giulia e ll'Orto Orto Botanico.

Schema villa Giulia


Al suo interno il bacino del fiume Oreto è sede di svariate attivitĂ potenzialmente inquinanti come: fabbriche, aree industriali d l con relativi l depositi, impianti di prelevamento e scarico di fognature abusive abusive, discariche a cielo aperto, aree cimiteriali, aree coltivate, allevamenti animali, i li oltre l agli li interventi di cementificazione dell’alveo dell alveo che hanno cancellato definitivamente qualsiasi forma vitale d l fi del fiume.

Le plafoniere dell'illuminazione pubblica in una discarica sul ffiume p Oreto


Oggi, il disordinato sviluppo urbano ha compromesso l'ambiente l ambiente fluviale, portando alla rovina del paesaggio, alla riduzione delle aree verdi e all'inquinamento del corso d'acqua. Le acque dell'Oreto sono oggi prive di vita


Scarico fognario proveniente da un condominio a pochi metri dal fiume Oreto, quartiere Brancaccio, Palermo


Foce del fiume Oreto: un'oasi di degrado e desolazione ... che tristezza vedere tanta sporcizia, grazie anche all'incuria di molti nostri concittadini incivili e ineducati che lasciano a marcire i propri rifiuti, rifiuti come elettrodomestici di ogni genere, genere lĂŹ all all'abbandono abbandono... dove invece dovrebbe esservi un'oasi di bellezza naturalistica.


Anche se nel suo tratto finale l’Oreto ha perso tutte le caratteristiche di naturalità , per via della cementificazione cementificazione, con cancellazione dell’aspetto dell aspetto meandri forme, forme tuttavia conserva ancora dei piccoli ambienti naturalisticamente da preservare.




Paesaggio naturale e Paesaggio antropizzato


Un ambiente è uno spazio fisico, di terra, acqua e aria, in cui vivono vegetali, animali ed esseri umani. Quando consideriamo le caratteristiche naturali cioè climatiche naturali, climatiche, vegetali vegetali, animali e del territorio, parliamo di ambiente naturale. Un ambiente antropizzato (parola che deriva dal greco ánthropos, á th “ “uomo”) ”) o umanizzato i t è un ambiente naturale che l’essere umano ha modificato p per renderlo p più adatto alle sue esigenze. Per questo vengono tagliati boschi, coltivati terreni terreni, costruite case case, strade strade, ponti e dighe dighe.


È importante tenere presente che un paesaggio è sempre in evoluzione, l i cioè i è cambia bi nell tempo, t perché hé gli li esserii umanii e la l natura continuano a modificarlo. Possiamo quasi sempre rintracciare i segni lasciati dall’uomo: infatti le società che si sono succedute su un territorio lo hanno continuamente modificato per soddisfare le proprie esigenze. Spesso questi cambiamenti sono visibili anche dopo molti secoli. Perciò, nel “leggere” un paesaggio, bisogna ricordare (e saper vedere) che quello che c’è ora è il risultato di un lungo processo storico.


Oggi le acque sorgive della valle dell dell'Oreto Oreto sono per la quasi totalità, incanalate e sfruttate per fini civici ed irrigui e quindi per lo più sottratte all'alimentazione idrica del fiume, ciò fa supporre che la sua portata fosse un tempo ben maggiore, tanto da giustificare le dodici arcate del Ponte dell'Ammiraglio, edificato nel 1125, che oggi gg non avrebbero ragion g d'essere neanche in caso di forti piene.


Fatto costruire lungo l'odierno corso dei Mille nel 1113 da Giorgio di Antiochia, ammiraglio i li di Ruggero R II è il più II, iù antico ti dei d i ponti ti sull fiume. fi

Schizzo del 1792 in cui è rappresentato schematicamente l’intero sistema di passaggio del fiume


Per la monumentalità del progetto p g e la perfezione esecutiva questo non può essere certo qualificato come semplice p infrastruttura funzionale ma, al contrario elemento in grado di sottolineare g l’ingresso alla grande e nobile città attraverso l’antica via consolare.

Oggi il fiume non lo attraversa più e si trova all'interno di un'area verde. Dal 3 luglio 2015 fa parte dei beni Patrimonio dell'umanità dell umanità protetti dall'Unesco dall Unesco nell'ambito nell ambito dell'"Itinerario Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale".


Ponte delle Teste mozze

La formazione dei nuovi rami fl i li ttalvolta fluviali, l lt anche h di notevole t l portata invernale, determinava l’insufficienza del grande ponte che via via andava perdendo di i importanza t ffunzionale i l ed doveva integrarsi con altri ponticelli per consentire l’accesso alla città dall’unica via percorribile nei mesi piovosi. i i Dif Difatti, tti osservando d con attenzione la cartografia di fine Cinquecento, a poca distanza ed in direzione nord-ovest della struttura normanna, è visibile i ibil il segno di un ponticello che soprapassa un grosso ramo del fiume e dà continuità alla strada principale.


Il ponte prende il nome dal vicino cimitero per i condannati a morte e d ll piccola dalla i l piramide i id iin muratura t realizzata al suo fianco fra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo e usata per appendere, appunto, le teste dei condannati

Un ponte, quello delle Teste mozze, che è stato e continua ad essere protagonista di alcuni rituali e leggende. Secondo una credenza popolare, le anime degli g innocenti che per p errore di giustizia g umana furono sacrificate, sono credute dispensatrici di grazie e di miracoli, in cambio di una preghiera


L’alluvione che ffunestò nel febbraio f 1931 la città di Palermo e la campagna p g limitrofa mise in luce le deficienze del sistema di smaltimento delle acque nel caso di picco di precipitazioni. In quell’occasione il ponte delle Teste si era rivelato un ostacolo per il flusso di piena piena, sia per la ridotta dimensione delle sue arcate arcate, sia soprattutto per la insufficiente manutenzione degli argini e dell’alveo al di sotto del ponte stesso.


Ill ponte bimodale, b d l in acciaio ad d arco di d via inferiore, f è lungo l 32 metri per 30 di larghezza e possiede 6 corsie: 2 centrali destinate ai binari del tram, e ai lati le carreggiate per le auto. t D Demolito lit completamente l t t nell'estate ll' t t 2014, è stato t t ricostruito nel corso del 2015


L’originario ponte delle Teste Mozze diventerà un monumento visitabile da cittadini e turisti.

Ricostruito più volte nella storia, si pensava che la struttura originaria fosse ormai perduta. d Invece, durante d gli l scavi per ill tram, tra corso d dei Mille ll e piazza Scaffa, ff da d una buca è venuta alla luce l’antica arcata originaria di quella che un tempo fu l’uscita principale della città verso la costa settentrionale.



L’acqua L acqua nel mito

Una rappresentazione grafica a inchiostro dell’Oreto di V. Auria (XVIII secolo)


I fiocchi bianchi

Ai tempi della creazione si erano formati: Terra, Sole e Acqua. Il Sole, però, non riscaldava la parte più a nord della Terra che, quindi... era sempre fredda f dd e ghiacciata. h Qui Q viveva una famiglia f l con dei d bambini b b molto l curiosi e la più piccola si chiamava Neve. Un giorno i genitori decisero di andare in un posto più caldo e si spostarono verso sud. d Neve, N però, ò non voleva l llasciare i lla sua casa e, per ricordo, i d portò tò con sé una scatola di aria molto ma molto fredda. Così la famiglia si mise in viaggio. Durante il cammino che la portava sempre più lontana da casa, Neve apriva la sua scatola dei ricordi e lasciava cadere l’aria l aria fredda che che, una volta caduta giù, si trasformava in tanti piccoli cristalli di ghiaccio, soffici e candidi. E questo per tutta la notte notte. Alla vista di quei fiocchi bianchi che scendevano giù dal cielo, la mamma, stupita, li chiamò come la sua bambina. Ecco come gli uomini ebbero la neve. Ilenia Bronzino 1° I


Una bimba “particolare” p

Un giorno una signora si accorse di essere in dolce attesa. Più passava il tempo e più la pancia cresceva ma più cresceva e più diventava molto ma molto fredda. Dopo nove mesi nacque una bambina e tutti si accorsero che era fatta di tanti piccoli cristalli di ghiaccio, soffici e bianchissimi. La bambina non poteva uscire di casa perché fuori non c’era mai freddo ma c’era sempre il sole e, perciò, si sarebbe sciolta; quindi era costretta a rimanere in casa. La sua mamma desiderava tanto che il sole non ci fosse più così la sua bambina b b sarebbe bb potuta uscire di d casa senza paura di d sciogliersi. La mamma, allora, decise che la sua creatura doveva t i l E cosìì fu: f la l bi b visse i iin cielo i l e, appartenere all cielo. bimba quando voleva andare a trovare la sua mamma, scendeva giù sotto forma di neve. Giovanna Oliva, Martina D’Amico 1° I


Zeus e Dollon e …

Tanto tempo fa Zeus passeggiava per l’Olimpo ed incontrò la bellissima Dollon, figlia del Dio del freddo. Il supremo Dio si innamorò subito della bella fanciulla la quale, però, non solo non ricambiava l’amore ma lo prendeva in giro per via dell’aspetto: “brutto e ciccione”. Zeus non poteva permettere a nessuno di prenderlo in giro e si infuriò tanto da decidere di scontrarsi con la fanciulla; ma durante lo scontro Dallon riuscì a pietrificarlo ed a trasformarlo in un grosso pezzo di ghiaccio. Accadde che il sole fece sciogliere il Dio in tante piccole palline di colore l bi bianco che, h cadendo d d sulla ll tterra, lla iimbiancarono bi ttutta. tt Da allora gli uomini conobbero la “neve”.

Mirko Di Benedetto 1° I


Le fleuve Oreto L'Oreto est un fleuve côtier de Sicile, long de 19 9 km et qui traverse la Conca d'Oro « la coquille d’or », vaste plaine d’ orangers et citronniers, et l quartiers les ti sud d de d Palerme P l avant de se jeter dans la mer Méditerranée. Son cours a été modifié f dans le temps p et avant il passait sous le pont de l’Amiral, érigé par Georges D’Antioche, amiral de Roger II. II Le pont est aujourd’hui un magnifique monument sans eau, englobé par la circulation. p

The River Oreto The River Oreto has its source in the Mountains of Palermo and flows into the Mediterranean Sea. Sea It is about 19 Km long and crosses the ‘Conca D’Oro’ and the southern neighbourhoods of Palermo. Its origins are very old. old It is said that Oreto was the name of a God who lived in the River. In the past the river was used for watering the fields and to power the water mills along its course. There were different kinds of animal species and plants. Fish such as ‘eels’ eels were caught in the mouth of the river. It was a place of beauty and peace. Today it is a symbol of desolation and urban decay. The main sources of the river pollution are: chemical waste, pesticides and sewage.


Le insegnanti

GLI ALUNNI – CLASSE 1 I AROMATICO RAUL

LIPARI FRANCESCO

C. Onorato

BRONZINO YLENIA

MINOLFO VITTORIO G.

Z. Cirri

CANALE EMMANUEL

MONDI' SERGIO

R. Pendino

D'AMICO MARTINA

OLIVA GIOVANNA

D'AMICO MARTINA GIULIA

RAPA ALESSANDRA

DE LUCA MARIANNA

SPATA AURORA

DI BENEDETTO MIRKO

SUCAMELI O. FRANCESCO

FUSCHI SARA

VITRANO MARINA C.

T. Lo Curto Varisco M.L. Trapani L. Bennici

LA CORTE MARTINA

S. Montante

Lavoro svolto nell’anno scolastico 2016 - 2017 I.C.S. "Silvio Boccone" - Palermo Via del Vespro, 72 - 90127 Palermo (Pa) - Tel. +39 091 6164215 Fax +39 091 6168129 - Cod. Cod Univoco: UF2G4C MAIL: paic8a2004@istruzione.it - PEC: paic8a2004@pec.istruzione.it Cod. Mecc. paic8a2004 - C.F. 80020000826 - Cod. iPA: icssb


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