Trilogia delle emozioni... tristezza, speranza e gioia

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Prefazione

Questo libro nasce al contrario, non sono gli alunni a farlo ma le insegnanti! Perché? Quest’anno abbiamo proposto ai nostri alunni delle classi III A e III B della Scuola Primaria di Arbia (I.C. “Sandro Pertini” di Asciano Siena) un progetto sulle emozioni dal titolo “Trilogia delle emozioni … tristezza, speranza e gioia”. Il progetto è iniziato con la lettura guidata di due libri di Luis Sepùlveda “Trilogia dell’amicizia” (composto da tre racconti: “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” e “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”) e “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà”. Da entrambi i testi abbiamo estrapolato alcune frasi e i bambini si sono divertiti a disegnarle sul piano in gomma (Disegno in rilievo per i ciechi) e a scrivere qualche piccola didascalia in Braille! Il punto cardine del progetto è stato quello di incoraggiare comportamenti volti al rispetto della diversità e per entrambi i testi la finalità è stata questa. Nel corso delle attività che abbiamo svolto sono intervenuti l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, l’Ente Nazionale per la Protezione e l’Assistenza dei Sordi di Siena e il Signor Regoli Giorgio che ha contribuito attivamente allo svolgimento del progetto con il Suo grande contributo artistico. Le attività da svolgere non sono mai state pianificate prima, poiché abbiamo volutamente lasciato agli alunni la “direzione dei lavori”. Durante questi percorsi sono venute fuori tante emozioni, all’inizio la paura è stata la più ricorrente! Piano piano i bambini si sono aperti e hanno iniziato a fare domande a raffica e a conoscere! Questa conoscenza ha creato momenti fantastici e meravigliosi! Le emozioni hanno subìto una metamorfosi diventando … felicità!


La nostra più grande sfida all’interno del progetto è stata proprio quella di andare oltre le apparenze per far comprendere loro che il diverso non esiste, perché lo siamo tutti, e i bambini, a differenza degli adulti, lo sanno benissimo! Abbiamo provato una grandissima emozione nel vederli giocare soddisfatti e sereni con una palla sonora, non c’è stata nessuna differenza per loro, per noi si: giocavano bendati, schiamazzando e … litigando! Oppure silenziosi e incantati a riprodurre le parole che Barbara, esperta della Lingua dei Segni Italiana, ha insegnato loro; o ancora guardare incantati il Signor Giorgio mentre rappresentava su un grande cartellone bianco, una frase del nostro libro! Ebbene questo è il motivo per cui nasce questo libro, perché “I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta”! Allora siccome i nostri bambini diventeranno grandi, e adesso si sono spiegati benissimo, a loro doniamo questo sentito ricordo! Un grande ringraziamento per tutte le sensazioni che ci avete trasmesso in questo meraviglioso ed emozionante anno scolastico! Una grande riconoscenza va anche ai genitori per la fiducia che ci hanno dato.

GRAZIE “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi” (Antoine De Saint-Exupery)

Le Maestre Rosalba e Mariella



Questo libro è dedicato ai nostri alunni, alle emozioni che ci hanno suscitato, alla loro semplicitĂ , al ricordo per il loro domani‌ Con grande affetto la Maestra Rosalba Cirri la Maestra Mariella Coppola



STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNÃ’ A VOLARE


Sono stata raggiunta da un’onda nera. Dalla peste nera. La maledizione dei mari. Morirò” Stridette accorata la gabbiana… “Non morire! Riposati un po’ e vedrai che ti riprendi…” pregò Zorba. “Voglio deporre un uovo. Con le ultime forze che mi restano voglio deporre un uovo. Amico gatto, si vede che sei un animale buono e di nobili sentimenti. Per questo ti chiedo di farmi tre promesse… Promettimi che non ti mangerai l’uovo … Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo… E promettimi che gli insegnerai a volare” stridette guardando fisso negli occhi il gatto. “… Prometto che gli insegnerò a volare …” miagolò Zorba. Kengah guardò il cielo, ringraziò tutti i buoni venti che l’avevano accompagnata e, proprio mentre esalava l’ultimo respiro, un ovetto bianco con delle macchioline azzurre rotolò accanto al suo corpo impregnato di petrolio.


“Mamma! Mamma!” tornò a stridere il piccolo ormai fuori dall’uovo. Era bianco come il latte … “Mamma! Ho fame!” stridette beccandogli la pelliccia… Zorba saltava da una parte all’altra del balcone. Aveva preso cinque mosche e un ragno …



“Sei una gabbiana … Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana, una bella gabbiana . Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. Non abbiamo potuto aiutare tua madre, ma te sì. Ti abbiamo protetta fin da quando sei uscita dall’uovo. Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. E’ molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l’effetto tra esseri completamente diversi”.


“Ora volerai” miagolò Zorba. “Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono” stridette Fortunata… “Volo! Zorba! So volare!” … Col fiato sospeso si affacciarono alla balaustra … e allora la videro … molto più in alto della banderuola dorata che corona la singolare bellezza di San Michele … girando più volte attorno al campanile della chiesa … Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto.




STORIA DI UN GATTO E DEL TOPO CHE DIVENTÃ’ SUO AMICO


Mix, il gatto cieco dal profilo greco, smise di salire la scala della botola sul tetto, ma pur essendo un po’ più lento per via della cecità continuava a spostarsi dentro casa. Con l’aiuto dell’olfatto e della buona memoria …, trovava senza problemi la strada …


“Mex, dimmi che cosa c’è sopra il termosifone” … chiese Mix. Il topo rispose che c’era una finestra con due piante molto verdi sul davanzale e che dietro i vetri c’era la strada. Allora Mix gli chiese di arrampicarsi lassù e di raccontargli tutto quello che vedeva fuori dalla finestra … I veri amici condividono anche le piccole cose che allietano la vita.


“Sali, amico mio. E tieniti forte.”…. Fu un volo breve, ma Mix sentì l’aria passargli sul muso, l’eleganza delle proprie zampe anteriori pronte ad atterrare, l’inebriante libertà di sapersi ancora capace di balzare da un tetto all’altro, e quando avvertì di nuovo una superficie solida sotto i cuscinetti ringraziò il topolino che gli prestava gli occhi.


“Ribelle, mi piace questo nome!” sussurrò la lumaca. “A te gli umani hanno dato un nome?” “Si, visto che non ho mai dimenticato la strada di andata né quella del ritorno mi hanno chiamato Memoria … ma poi sono stati loro a dimenticare me.”



STORIA DI UN CANE CHE INSEGNÒ A UN BAMBINO LA FEDELTÀ


Disegno su piano in gomma

Il cucciolo d’uomo ed Aufman, cane leale e fedele, crescevano insieme …


Disegno su piano in gomma

I winga li separarono, rendendo il cane prigioniero e il bambino un fuggiasco ‌.


Mi stringe fra le braccia e nella lontana lingua della Gente della Terra mi dice che non mi ha mai dimenticato, che ha sempre saputo che un giorno sarei tornato da lui ‌


Disegno su piano in gomma

Il destino li fece rincontrare ed il cane Aufman riuscĂŹ a salvare il bambino pur essendo ferito.


Corro. Non sento le zampe toccare terra. “Aufman!” esclama abbracciandomi e io lascio andare la scatola con il disegno di una linea verticale attraversata da un’altra orizzontale



(Cartellone realizzato con il disegno del cane in rilievo e la trama del libro in Braille)


È dura per un cane lupo vivere alla catena, nel rimpianto della felice libertà conosciuta da cucciolo e nella nostalgia per tutto quel che ha perduto. Uomini spregevoli lo hanno separato dal suo compagno Aukamañ, il bambino indio che è stato per lui come un fratello. Per un cane cresciuto insieme ai mapuche, la Gente della Terra, è odioso il comportamento di chi non rispetta la natura e tutte le sue creature. Ora la sua missione – quella che gli hanno assegnato gli uomini del branco – è dare la caccia a un misterioso fuggitivo, che si nasconde al di là del fiume. Dove lo porterà la caccia? Il destino è scritto nel nome, e questo cane ha un nome importante, che significa fedeltà: alla vita che non si può mai tradire e anche ai legami d’affetto che il tempo non può spezzare.


LE ATTIVITÀ IN CLASSE












… E LE VISITE DIDATTICHE

Genova, Porto Vecchio Percorso “Dialogo nel buio”










I DISEGNI DEL SIGNOR GIORGIO



PEER EDUCATION






IMPARIAMO LA LIS

















DISEGNIAMO LA LIS





GLI ALUNNI





Gli Alunni della III A Abbate Federica Ballolli Jelena Bazda Zemir Boumarouane Jaafar Bramato Serena Casini Ilaria Fortunati Eva Militello Francesco Paja Sara Parasiliti Rantone Samuele Raveggi Alice Sanna Martina Sciacca Antonino Salvo Taricco Gabriel Vardoni Diego

Gli Alunni della III B Cannoni Elvira Fanetti Giulia Fantozzi Chiara Gamberucci Giulia Ili Michelle Lotti Jonathan Menchiari Mirco Nocini Mattia Regoli Lorenzo Travagliante Emily Tusa Giuseppe Vagnoni Ginevra



LAVORO REALIZZATO NELL’ANNO SCOLASTICO 2017 – 2018 SCUOLA PRIMARIA “G. RODARI” DI ARBIA ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PERTINI” DI ASCIANO - SIENA CLASSI III A E III B

Un vivo ringraziamento all’Ente Nazionale per l’Assistenza e la Protezione dei Ciechi di Siena (ENS) e all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sez. prov.le di Siena

Un grazie speciale al Presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sez. prov.le di Siena, Dott. Vita Massimo e alla Psicologa Dr.ssa Ferroni Elena, alla Sig. Bredice Nadia, alle accompagnatrici, Sig.ra Pelosi Samanta e Sig.ra Zappullo Angela; al Sig. Carlo Corbini, con la viva speranza che non sia più il cieco dell’Arbia, Ma Carlo!

Disegni realizzati dagli alunni delle classi III A, III B, e da Elia Catanzaro classe II A Illustrazioni realizzate dal sig. Giorgio Regoli nel corso delle attività




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