LA PESCA MOSCA E SPINNING N°1 FEB-MAR 2015

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www.lapescamoscaespinning.it

n. 1 • FEBBRAIO - MARZO 2015 € 5,90

Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma - anno XV, numero 1 - FEBBRAIO-MARZO 2015

Fiera di Vicenza, 7-9 febbraio 2015

Fagiano Apertura B u g i a Ne n Lambswool Canne switch Fil -Tek Buzzer Lucius in fabula Rio Javae S p i n ne r b a i t Sw i m m i n g j i g Persici in laghetto Pendolino Rig System I l ra p p o r t o d i re c u p e r o Luccio: big baits, big emotions


Direttore responsabile Eugenio Ortali redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscanews.it www.lapescaspinningnews.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.youtube.com/user/MoscaeSpinning www.flickr.com/photos/moscaespinning

Hanno collaborato a questo numero Moreno Bartoli, Claudio Carrara, Fabrizio Cerboni, Luca Dal Cer, Stelio Di Manno, Fabio Federighi, Paolo Germani, Claudio Giagnoni, Massimo Ginanneschi, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Armando Quazzo, Federico Renzi, Boris Salnicoff, Marco Sammicheli

Amministrazione, pubblicità e abbonamenti Zona Franca Edizioni srl Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/321.02.42 segreteria@lapescamoscaespinning.it

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SWIMMING JIG

IL GIOCO VALE LA CANDELA

di Luca Dal Cer

di Claudio Carrara

Ancora una volta Luca propone una novità proveniente dagli USA, una tecnica che stravolge in parte la visione tradizionale dei jig e del loro impiego, che diventano esche dinamiche per battere velocemente molta acqua. Con qualche adeguamento strutturale, naturalmente.

«L’apertura della pesca alla trota nei nostri giorni. Lettura di una tradizione profondamente radicata nella cultura del pescatore, anche del pescatore a mosca, un momento che riporta a emozioni vissute in un passato di cui conservo un intenso ricordo». Tecniche e strategie.

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2° WEST VALLEY FLY FISHING

BIG BAITS, BIG EMOTIONS

di Massimo Ginanneschi Il resoconto della seconda edizione dell’evento piemontese, con il Trofeo Bugia Nen di costruzione mosche, organizzato da IFTA e vinto anche quest’anno da Fabio Mauri, affiancato dal Memorial Albano Barbiani, gara di lancio tecnico.

Un invito a osare. Questo il messaggio dell’articolo: non aver paura di usare artificiali grandi e grandissimi (in media dai 20 ai 30 cm) nella ricerca del luccio. Ambienti, utilizzo, recuperi, attrezzature. Con una panoramica fotografica di recenti modelli rigidi e morbidi.

di Claudio Giagnoni

Pubbliche relazioni e pubblicità Elena Dall’Armi elena.dallarmi@gmail.com

Pubblicazione periodica Disponibile anche come App per iPad e dispositivi Android Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29 settembre 2014

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Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl

IL RAPPORTO DI RECUPERO NEI MULINELLI DA SPINNING

FIL-TEK BUZZER

Direttore editoriale Giulio Fascetti

Un gruppo di pescatori del nord Italia domandava da tempo un articolo sul tema del rapporto di recupero e la richiesta, affidata alle spiegazioni e alle esemplificazioni di Fabrizio, trova qui una risposta utile per tutti.

Stampa: Arti grafiche Boccia spa, Salerno Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano

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di Fabrizio Cerboni

di Fabio Federighi Il Fil-Tek, un sintetico elastico e flessibile di recente commercializzazione, offre a Fabio l’opportunità di mostrare una serie di buzzer e chironomi, nelle varie fasi della loro transizione evolutiva, che sono il frutto delle sue prime utilizzazioni del materiale. Con due sequenze di montaggio.


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PENDOLINO RIG SYSTEM

LAMBSWOOL

di Paolo Germani

di Stelio Di Manno

SPINNERBAIT A PALETTA SINGOLA

«Un vero e proprio sistema di pesca, estremamente versatile, composto da soft bait, pesi e moschettoni. Che consente di imparare a ‘chiamare, citofonare, bussare’ a casa dei pesci, cercandoli anche in posti e in situazioni ritenuti finora difficili o impossibili».

«La lana è un materiale leggero, facile da lavorare e che in acqua non oppone resistenza, adattandosi alle correnti e grazie a queste donando agli artificiali che lo utilizzano un movimento naturale e adescante». Stelio propone sei imitazioni, di cui una con fasi di montaggio.

di Moreno Bartoli

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LUCIUS IN FABULA

PERSICI IN LAGHETTO: LA GOMMA

FAGIANO

di Giorgio Montagna

La nuova serie di articoli di costruzione legati al Contest parte con il fagiano, materiale che offre numerose opportunità. Federico descrive le caratteristiche generali e le varie parti utilizzabili, proponendo impieghi più o meno classici. Egidio Castellani si aggiudica il primo set Elite.

di Ivano Mongatti Tutti i migliori ambienti nei quali insidiare lo sfuggente luccio a mosca, insieme a sei artificiali che hanno un onorato servizio alle spalle: due streamer, due Deceiver, un’imitazione di cavedano e una di pesciolino, dotata del micidiale falcetto di Paolo Pacchiarini.

Dopo aver recentemente esaminato la pesca del persico nei grandi laghi, Giorgio si sofferma ora su tecniche e artificiali siliconici validi per la ricerca del reale in laghetti privati e non, in particolare con due categorie di pesciolini in gomma.

Primo articolo della nuova serie di autocostruzione, che affianca la presentazione dell’artificiale e di un suo montaggiobase alle intepretazioni costruttive offerte dai lettori che hanno partecipato al Contest.

di Federico Renzi

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RUBRICHE

A MOSCA E A SPINNING SUL RIO JAVAE

CANNE SWITCH: MODA O NUOVA FRONTIERA?

di Boris M. Salnicoff

di Armando Quazzo

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Nella copertina di questo numero, Francesco Gargantini ha fra le mani un arowana, pesce che più di ogni altro desiderava catturare. Leggete in quest’articolo il resoconto dello straordinario viaggio di pesca che gli ha consentito di coronare un sogno.

Lo stile scandinavo, lo stile Skagit e la nascita delle canne switch. La loro reale utilità nelle nostre acque e le code da abbinarvi. Con l’intervista a sei personaggi eccellenti, sei professionisti con ampia esperienza in materia.

NOTIZIE SHOW ROOM MERCATINO

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tecnica bassfishing

Swimming jig 14 •

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LUCA DAL CER [ luca.dalcer@gmail.com]

na tecnica non troppo considerata dai pescatori nostrani, almeno rispetto a quanto accade negli Stati Uniti, è quella denominata ‘swimming jig’. Per capire il grado di importanza che gli americani attribuiscono a questa tecnica, basta dare un’occhiata ai negozi di vendita on line a stelle e strisce, nei quali alla voce jig si trova una sottocategoria espressamente dedicata a questa particolare ‘variante’, dedicata sia ai campioni che partecipano ai tournament, sia a coloro che si limitano a uscite di ‘fun fishing’. Si tratta di una valida alternativa alla pesca con lo spinnerbait o con il crankbait, da inserire pertanto fra le tecniche ‘veloci’ o da ‘ricerca’. Il che può naturalmente destare perplessità parlando di jig, normalmente associati a modalità di pesca non troppo dinamiche. La traduzione letterale di swimming jig è naturalmente ‘jig che nuota’. Il che fa anche capire quanto importante sia la scelta del trailer, che determina il modo in cui l’esca viene recuperata. Ma è forse il caso di fare un passo indietro, specie a vantaggio dei lettori più giovani, per riprendere alcuni concetti base della pesca con il jig. Com’è noto, si tratta di una tecnica impostata sulla presentazione verticale, caratterizzata da un recupero molto lento. Una volta individuata la zona da ‘battere’, sia questa ricca di canneto o con singoli alberi isolati e affioranti, ma anche sommersi, oppure ancora con repentini salti di profondità in ‘open water’ (esistono infatti jig con forme della testa dedicate a ogni tipo di ambiente), si effettua il lancio, lasciando il jig scendere pigramente verso il fondo. Nella maggior parte dei casi è proprio in questa fase che il bass aggredisce l’esca; se ciò non avviene, si attende qualche istante, quindi si inizia il recupero, che potrà essere compiuto con piccoli colpi della canna, in modo da sollevare leggermente il jig dal fondale, oppure trascinandolo, tenendo la canna con la punta bassa, a seconda dello spot che ci si trova ad affrontare. Per trasformare la tecnica tradizionale del jig in quella del swimming jig, esca dinamica che permette di battere molta acqua, e che potrebbe addirittura far pensare al Power Fishing, è stato quindi necessario creare modelli specifici, il cui particolare più evidente è la forma della testa, molto idrodinamica, che ricorda vagamente quella dell’ogiva di un proiettile, per creare meno attriti possibile e per attraversare al meglio gli ostacoli. Altro elemento distintivo dei jig di questo tipo è il posizionamento dell’occhiello, che può essere orizzontale rispetto alla punta dell’amo (horizontal line), oppure verticale (vertical line), ovvero perpendicolare alla punta dell’amo. Personalmente preferisco quest’ultimo, perché consente un miglior passaggio attraverso le cover. Alcune aziende hanno poi deciso di aggiungere, per aumentare l’attrattività, alcuni ‘optional’, come avviene ad esempio con la piccola paletta che si trova nel Southern Flash Swim Jig di Gambler, posizionata appena sopra la curva dell’amo mediante un gommino di tenuta e una girella, che permette di ricreare i flash che emettono i pesci foraggio mentre scappano. Per gli altri elementi che compongono la struttura dell’esca tradizionale, come il gonnellino (skirt) e l’amo, non ci sono particolare innovazioni.

FOTO DI NICOLA BARBIERI

Occorre comunque considerare che all’occorrenza, in mancanza di un modello ‘specifico’, ogni jig può essere impiegato per questa tecnica, con le modalità che descriveremo, anche se non sarà possibile ottenere la medesima qualità nel nuoto: di necessità virtù!

tecnica e spot La tecnica swimming jig è semplice: individuata la zona da esaminare, si compie una serie di lanci per battere più acqua possibile; l’importante è che una volta effettuato il lancio e che l’esca è entrata in acqua si avvii immediatamente il recupero. Gli spot che si prestano maggiormente sono le zone di acqua bassa, ricche più o meno di vegetazione, le sassaie di contenimento di rive e ponti (rip rap), le rive più o meno ricche di strutture come alberi, cespugli ecc. Ottimi sono anche i manufatti costruiti dall’uomo, come ad esempio piloni dei ponti, i dock per le imbarcazioni ecc. Grazie alla forma molto idrodinamica e alla completa assenza di appendici, come ad esempio le ancorine per il crank, questi jig sono ideali per essere impiegati nell’attraversamento di vegetazioni acquatiche. Quello che fa la differenza, come preannunciato, è il trailer, la cui scelta è essenziale nel swimming, oltre naturalmente a far variare il tipo di recupero. 1/2015

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tecnica spinning

B ig b a its

«

C’

era una volta il Martin»: così potrebbe cominciare una moderna favola sulla pesca ai grandi lucci. Chi di noi, appassionati cacciatori di esocidi, non ha mai lanciato almeno una volta il mitico rotante, sperando di ingaggiare il combattimento con un lucciosauro? Eppure, fermo restando che ha catturato e catturerà sempre molti lucci, il Martin è un artificiale con determinati limiti tecnici, oggi superati da tutta una serie di esche che, per caratteristiche di peso, dimensioni e azione, hanno molte marce in più e, se usate correttamente, possono aumentare le nostre chance di successo

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con i grandi lucci. D’altronde lo spinning si evolve in continuazione. Pescando da molti anni i grossi lucci e avendo avuto anche la fortuna di pescare in Minnesota in cerca di musky, ho sviluppato una deformazione ‘professionale’ che mi porta a considerare esche da 30-40 cm come assolutamente normali. Tornando sul pianeta terra, è possibile cominciare a parlare di big bait dai 20 cm in su o, impiegando misure di derivazione anglosassone, dagli 8 pollici a salire. Le misure utilizzate con maggiore frequenza sono quelle da 8 pollici (20 cm), 10 pollici (25 cm) e 12 pollici (30 cm). A volte vedo facce sbalordite quando apro la mia cassetta degli artificiali, che per inciso somiglia di più a una valigia. Ormai ribatto sempre con la solita frase: «Mai paura con il


crank, nei quali la paletta direzionale, posta sotto la gola dell’artificiale, ne determina il grado di affondamento. È allora possibile avere esche da 20-25 cm che pesano anche 150 g ma che scendono solo a 1 m, o anche meno. Nei crank è possibile anche giocare con la velocità di recupero e l’inclinazione della canna per lavorare all’altezza desiderata: con un crank galleggiante e shallow, la canna alta e un recupero lento e con delle pause potrete addirittura pescare topwater. Il Musky Armor Krisko Jr, ad esempio, è lungo 19 cm e pesa 3 oz (84 g circa) ma scende solo 30-50 cm e Joe Bucher, un famoso pioniere della pesca al musky americano e produttore di grandi esche dedicate, produce il suo crank più famoso in due versioni, lo Shallow Raider e il Depth Raider, a seconda dell’impiego in acque basse o profonde.

Vicious Depth Charge 20 col. Orange Flash

Vicious Sucker Extreme 20 col. Walleye Flash

recuperi Abbiamo visto che le big bait permettono sia di raggiungere le zone di stazionamento dei grossi lucci, spesso fuori portata delle esche ‘normali’, sia, e soprattutto, di stimolarli a dovere per indurre l’agognato attacco. Ma come si recuperano esche così poco convenzionali per farle rendere al meglio? Spesso e volentieri il tanto bistrattato recupero dritto si rivela un’arma vincente con gli esemplari più grossi, per cui, dopo un bel lancio lungo, si lascia affondare l’esca alla profondità desiderata e si comincia a macinare acqua con il mulinello. Potrebbe sembrare la cosa più facile del mondo, ma in realtà l’unica cosa facile Vicious Sucker 20 col. Firetiger Flash nella pesca al luccio è fare cappotto... La velocità del recupero gioca un ruolo fondamentale nella cattura del pesce: spesso un recupero troppo lento produce solo inseguimenti, mentre uno anche molto allegro fa scattare la molla che scatena la mangiata. A volte accade l’esatto contrario. Purtroppo solo l’esperienza sull’acqua insegnerà a riconoscere ciò che il pesce preferisce in quella particolare giornata, anche se personalmente ho notato che molto più spesso di quello che non si creda il recupero veloce (o anche molto veloce) paga più di quello lento. Specialmente con i crank bait, infatti, recuperare, o anche Musky Armor Krusher Jr 5” col. Halo Perch WB New trainare, a grande velocità produce, in media, molti più attacchi che usando la solita esca ma a velocità ridotta; probabilmente la rapidità d’azione non dà al pesce il tempo di Musky Armor Krave Jr 8“ col. studiare troppo la situazione, inducendolo a mordere quella preda così veloce e sfuggente. Parlando di grandi gomme, un altro tipo di recupero assolutamente micidiale è quello jiggato, sia in verticale che in diagonale. È un sistema ottimo quando si vogliono sondare tutti gli strati di acqua o quando ci si trova in presenza

Tony Tiger


show room due ottime soluzioni per l’apertura

BOMBIX E SUPERPINKY L’apertura alla trota in fiumi e torrenti è ormai alle porte e per insidiare il trofeo dei propri sogni alieutici Pelican snc propone il Super Pinky, un minnow studiato e sviluppato per questo scopo. Il Super Pinky è l’esca principe per insidiare le grosse misteriose e smaliziate trote marmorate dei fiumi del nord Italia. Il Super Pinky unisce le caratteristiche del classico grosso minnow a quella del crank: la sua particolare sagoma e il peso elevato, infatti, permettono un affondamento elevato, unito a movimento e vibrazioni inimitabili. Super Pinky, visto l’uso indirizzato principalmente ai grossi predatori, è disponibile in tre misure 9, 11 e 13 cm per un peso rispettivamente di 22, 30 e 40 g, arricchito il solo 13 cm di una versione galleggiante del peso di 20 g, disponibili tutti in 11 varianti di colore. Il Super Pinky, benché sviluppato per le grosse trote, si è rivelato ottimo per tutti i grossi predatori di acqua dolce (lucci, perca e bass) e piacevolmente sorprendente per i predatori marini (leccia, spigola e pesce serra). Costruito in legno di balsa con armatura passante in acciaio inox, ancorine WMC barbarian molto resistenti, robusti split ring, Super Pinky è verniciato con i migliori prodotti reperibili sul mercato, con una finitura superficiale brillante e resistente al morso del pesce dei vostri sogni.

Pelican ha poi completato il rinnovamento della gamma Bombix nelle misure di 4, 6, e 8 cm per rispettivamente 8, 15, e 24 g. Si tratta di un artificiale lipless (senza paletta) che raccoglie l’eredità del precedente modello con alcune migliorie a livello strutturale, di design e movimento. Un artificiale studiato principalmente per insidiare i predatori di lago e mare dalla riva, ma ottimo per fiumi e torrenti in buche e correnti profonde, e quando il nostro predatore non si vuole muovere dalla sua tana. Infatti, sfruttando la sua particolare sagoma, il legno di balsa con cui è costruito e il favorevole rapporto peso volume, Bombix arriva dove altri artificiali restano al palo e più in fretta mantenendosi comunque adescante. Bombix è un artificiale compatto e dal peso notevole ma caratterizzato da un marcato movimento durante il recupero anche nelle misure più piccole e un effetto wobbler inimitabile in caduta. È un artificiale che non può mancare nelle scatole portaesche di ogni spinner da usare con fiducia in ogni situazione, l’asso nella manica che può risolvere una giornata non particolarmente favorevole. Bombix è adatto a un uso sia in acqua dolce che in mare vista la sua robustezza, costituita da armatura passante in acciaio inox, ancorine WMC di provata affidabilità e nuovi split ring più robusti, è presentato in ben 11 varianti di colore verniciato con i migliori prodotti reperibili sul mercato e una finitura superficiale brillante e resistente a prova di predatore. Per maggiori informazioni: Pelican snc, via Pasubio 34, 36034 Malo (VI), 0445/607518, mobile 328/1494293, 338/ 4083623, www.pelican-fishing.com.


STELIO DI MANNO • LAMBSWOOL

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