Monti s p a z i o
MeNSILe dI CULtURA, INFORMAZIONe e INtRAtteNIMeNtO anno I • # 01 GIUGNO • pubblicazione mensile gratuita
Perchè
Spazio Monti
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R IONE
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DE ONTI M
ONTI M
uando tanti anni fa passai per le prime volte su via dei Serpenti in macchina mi sembrò di entrare in un paesino, con tante vecchie botteghe, la gente seduta fuori i “bassi”, la piazza piena di gente, i bambini che giocavano DEa pallone! Chissà per quale motivo non ho più utilizzato le strade del Rione Monti per tagliare il centro, fino ad un anno fa, quando alla ricerca di un piccolo tavolo dell’ 800, ho passeggiato in lungo e in largo per Monti,ho ritrovato l’aria di un paese con le stesse caratteristiche, ma con più traffico, molti stranieri, tanti locali, boutique particolari, enoteche, ristoranti indiani e una forte vibrazione artistica, con gallerie d’arte, scuole di musica, librerie! Eccolo Monti con i suoi forti contrasti, i suoi abitanti originali “Tosti”, senza peli sulla lingua, che saputo che nasco a trastevere, mi hanno ricordato le coltellate tra Trasteverini e Monticiani, e i suoi nuovi “occupanti” tutti ai piani alti, molti stranieri, un po’ “Radical Chic”, ma felici di abitare in questo vecchio Rione; e poi ci sono i commercianti che collaborano finalmente alla rinascita di questo angolo di Roma, ma hanno la vita difficile, con ZTL senza senso che gli ha tolto tanto lavoro di giorno e di notte, con alcuni residenti che pensando di vivere in campagna pretenderebbero il silenzio assoluto, con certi influenti “ Lei non sa chi sono io” che alzano barriere a difesa della loro proprietà! Oggi nasce “Monti” senza nessuna pretesa se non quella di far conoscere il Rione per quello che realmente oggi è, per quello che vorrà essere in futuro, per sentire le opinioni di tutti (residenti e commercianti) per aprire le sue pagine (poche per ora) a tutti coloro che vorranno scriverci, per prestare un servizio promuovendo tutto quello che di buono si fa a Monti! E allora tagliamo il nastro e buona fortuna S.P.
PRONtI PARteNZA VIA APRe I BAtteNtI LA V edIZIONe dI CONteMPORANeA MONtI. BeN tReNtASette Le LOCAtION 2008 PeR tReNtUNO ARtIStI
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l via la festa della cultura a Monti. Cresciuta in numeri e prestigio Contemporanea Monti trasforma per due settimane Monti nel centro della cultura e dell’arte contemporanea della città con molti dei suoi esercizi che mettono a disposizione i propri spazi per i giovani artisti emergenti. Non mancano le finalità sociali. Quest’anno il ricavato delle offerte dei visitatori sarà devoluto all’Unità Spinale del CTO di Roma. (pag. 2)
CONNUBIO FRA
I CONFINI
CLASSICO e MOdeRNO
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’ il Vintage che nella moda a Roma è sinonimo di Rione Monti. Il nostro quartiere è pieno di boutique di abbigliamento e quasi tutte hanno capi vintage. Non fanno di certo eccezione neanche gli accessori a volte pezzi unici. Sei stilista di te stesso? Tutte le curiosità a pag.3
ttualmente il rione Monti (superficie di 1650mq.) è delimitato dai seguenti confini: Porta di S. Giovanni, piazza di S. Giovanni in Laterano, via Merulana, piazza S. Maria Maggiore, piazza Esquilino, via Depretis, via delle Quattro Fontane, via del Quirinale, piazza del Quirinale, via
XXIV Maggio, via IV Novembre, via Magnanapoli, foro Traiano, via dei Fori Imperiali, via Nicola Salvi, via di S. Giovanni in Laterano, via di S. Stefano Rotondo, via della Navicella, via della Ferratella, via dei Laterani, via Amba Aradam e infine piazza di S. Giovanni in Laterano.
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GLI ARtIStI 2008 Alessandra Fiordaliso Alessandra Pedonesi Alessandro Bellucco Andrea Bonaventura Anna di Prospero Annabel Briger Chara Caselli Chiara Rapaccini Chriss Lemiro Davide Dormino Elena Nonnis Fabrizio dell’Arno Fernanda Veron Irene Jorno Jeremy Stigter Lucianella Cafagna Maicol e Mirco Maurizio Valdarnini Michelle Duarte Nordine Sajot Ocilum Paolo Angelosanto Pierluigi Rossi Raquel Gomes Ratigher Rocco Dubbini Serena Intilia Silvia Garau e Massimo Liotti Valentina Lucari Vincenzo Rulli Zaelia Bishop
Le LOCAtIONS Open Colonna Rap Design Colors Kokoro Le Gallinelle Fly High Boschetto 3 Nanà For Sandergard Essenza Casa del Cachmire Mia Aire Eliodoro Centoventisette Di Vini Sputini B Il Grappolo Io sono un Autarchico Caffè Leonina La Cicala e la formica Ciuri Ciuri Super Lol Opificio Charlie’s Urbana 47 Dop Moka Dom Novintage Yu Miss Contestarockhair Store Contesta Rock Hair Arredamento d’Interni Ultrasuoni Records I PROMOtORI: Giovanna Dughera nata a Torino, responsabile di B arte moda design, laureata in marketing e comunicazione, esperta d’arte. Filippo Leserri, responsabile di ContestaRockHair marchio italiano che si occupa di organizzare eventi nel campo della moda, arte e musica.
C ONteMPORANeA MONtI AL VIA
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uindici giorni interamenti dedicati all’arte, alla musica e alla cultura in un contesto unico. Questa è Contemporaneamonti che si appresta a vivere la sua V Edizione. Il rione più antico di Roma apre le sue strade e le sue attività commerciali agli artisti diventando così una unica grande vetrina a disposizione della città dedicata ad un target ampio che abbraccia una larga fascia di pubblico delle più svariate fasce d’età, sfruttando l’arte è come occasione di festa e di promozione di tutto il quartiere. Come già apprezzato in passato, attraverso la manifestazione si presenta un quartiere che ha voglia di mostrare a tutta la città il fervore del suo spirito locale e la sua vocazione metropolitana e internazionale. Si riprende dunque il filo conduttore delle passate quattro edizioni, quello di un progetto culturale che ha con migliaia di visitatori e che nasce proprio qui, nel Rione, dove l’arte e lo shopping ‘tradizionale’ e di qualità sono ancora una realtà molto viva e genuina, e che, proprio per questo rappresentano la vera l’avantgarde cittadina non contaminata dalla necessità di dover strizzare l’occhio a tutti costi ai turisti. La V edizione, attraverso le parole degli ideatori ed organizzatori Filippo Leserri per ContestaRockHair e Giovanna Dughera, mira a rinnovare ulteriormente l’evento facendo vivere a tutti l’atmosfera dell’arte più “moderna” in piena sinergia con la storia e le
CONteMPORANeA
SOLIdALe
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nche per l’edizione 2008 si rinnova l’impegno nel sociale. L’obiettivo è quello di aiutare il Professore Claudio Pilati - Primario dell’Unità Spinale del CTO di Roma - per l’acquisto di attrez-
L’ASSOCIAZIONe e Le SUe FINALItÀ :
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’Associazione Paraplegici di Roma e Lazio ONLUS (AP) nasce circa 30 anni orsono per salvaguardare i diritti delle persone con disabilità in particolare il diritto alla salute delle persone con para e tetraplegia. Il nostro lavoro è stato basato inizialmente sulla possibilità di creare un reparto dedicato alla cura, riabilitazione e inclusione sociale del lesionato al midollo spinale, ovvero una “Unità spinale unipolare” (Usu). Dopo 15 anni di duro e per-
tradizioni del luogo. Nulla cambia per quanto riguarda la formula della manifestazione che per due settimanale a giugno coinvolgerà le principali attività commerciali del quartiere che apriranno le loro porte per accogliere le esposizioni di artisti contemporanei. Con la quinta edizione la rete degli spazi espositivi aumenta da 18 della quarta edizione del 2007, a 37 location e la manifestazione propone un itinerario ancor più articolato fra le strade del quartiere fra moda, arte e design e, quindi, ancor più variegato nelle suggestioni. Tra le location che hanno aderito, una d’eccezione: “Open Colonna”, Ristorante all’interno del Palazzo delle Esposizioni, dove, giovedì 5 giugno, si inaugurerà il suo nuovo e prestigioso bar. La Direzione Artistica di questa edizione è curata da Claudio Libero Pisano, Paola D’Andrea e Piera Peri, critici e curatori che si occupano di arti visive con una particolare attenzione all’approfondimento del contesto contemporaneo in rapporto alla giovane arte italiana e straniera. Organizzano, curano e promuovono mostre e eventi di arte contemporanea presso spazi pubblici e privati. La scelta degli artisti presenti a Contemporaneamonti è stata indirizzata su giovani emergenti (trentuno quelli coinvolti), artisti già affermati, italiani e stranieri, che hanno già sviluppato una preciso codice linguistico nel panorama della ricerca contemporanea. G. R.
zi necessari per la riabilitazione dei pazienti e, in particolare, per donare computer e stampanti che serviranno allo staff e ai pazienti. I proventi raccolti nei quindici giorni della manifestazione saranno devoluti all’Associazione Paratetraplegici di Roma Lazio , collaborando con il suo Presidente,
Dott. Fabio Casadei. In ogni location che partecipa all’evento, sarà esposto, un apposito box per poter raccogliere offerte ed il 21 giugno, giorno di chiusura, grazie alla collaborazione di Antonello Colonna, verrà organizzata una cena benefica nella sede prestigiosa di “Open Colonna”
vicace lavoro con e contro le istituzioni, in buona misura effettuato dai miei predecessori, abbiamo visto coronare il nostro sogno nel 1995 con l’apertura del reparto Usu all’interno del cto di Roma A. Alesini. Dopo un trauma vertebro-midollare sembrerebbe del tutto normale, per quello che riguarda l’area romana e laziale, essere ricoverati presso l’Usu del C.t.o. ed avere un trattamento adeguato, ma siate sicuri che ancora oggi in Italia per avere un ricovero che risponda alle molteplici esigenze derivanti da questa patologia si deve essere fortunati vista
la cronica mancanza di posti letto specialmente a sud di Roma. Per un così complicato quadro clinico come la lesione al midollo spinale la differenza tra un reparto appropriato (Usu) e un reparto non adeguato significa ancora oggi continuare a vivere o morire. Ci sembrava doverosa una premessa del genere, perché purtroppo ancora ci sono enormi barriere culturali tra la “normalità e la disabilità” e molte persone non conoscono nulla o quasi di queste tematiche. Con questo entro nel merito della splendida iniziativa “contemporaneamonti” alla quale l’Ap
ha l’onore di partecipare con la possibilità di raccogliere fondi per dare più evidenza al lavoro della stessa associazione e soprattutto per dare più efficacia ed efficienza al lavoro già egregiamente svolto dal reparto Usu del Cto diretto dal Prof. Claudio Pilati. Da non dimenticare la cornice naturale in cui questa iniziativa prende forma, ciò darà ancora più slancio alle persone dell’Ap presenti all’iniziativa per colmare quel vuoto di conoscenza di cui abbiamo parlato prima, e mettere le basi per un futuro nel quale non ci saranno più barriere di nessun genere.
GIUGNO
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MARZO Moda e Vintage a Rione Monti
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e la moda è fatta per passare di moda, il vintage assolutamente no. E’ un fenomeno sempre sulla cresta dell’onda, probabilmente perché indossare un capo vintage vuol dire avere lo scettro dell’esclusività. Si perché anche se il modello è simile a tanti altri, ci sarà sempre quel dettaglio, quella paillette o quella scucitura che fa la differenza. E allora via alle ritualizzazioni, alle riedizioni d’epoca, al costumizing e al Vintage, archetipo del contrasto nuovovecchio. E’ questa la specialità di chi contribuisce a rendere le cose “di moda”: mettere mano su qualcosa di vecchio, rivisitarlo in maniera creativa e in chiave moderna, e innalzarlo a prodotto unico, fatto a posta per chi li indossa. Ed è questo il trend di Rione Monti, quartiere vintage (= antico letteralmente) per eccellenza. E vintage sono quasi tutte le boutique di abbigliamento, che pullulano nel quartiere. Usato e produzione artigianale, sono queste le chiavi del successo. Questo è il miele che porta le api a fare shopping qui: la chance di rivivere gli anni passati e sentirsi moderne. Dive di Hollywood, pin up o figlie dei fiori, in ogni caso, incredibilmente glamour. Come anche le ragazze di Iù, che prima di mettere le basi qui a Monti, venivano a fare shopping nel quartiere attirate proprio da questo. Se penso al retrò, infatti, mi viene subito in mente la pochette che ho visto ieri nel negozio di queste nuove figlie di Via degli Zingari: Betta, Chiara e Francesca. Rimanendo fedeli allo stile del Rione, ma allo stesso tempo avendo ben fissa l’idea della donna elegante e dinamica come vuole la moda moderna, hanno soffiato freschezza in una via tanto antica, proponendo maglieria artigianale su misura, oltre che vari capi di pelletteria e beachwear. Senza parlare delle borse, piacere per gli occhi, non solo perchè sono incantevoli, ma perché nel momento in cui ne compri una, sai che sei la sola a indossarla. E non è una cosa da poco! La cliente, inoltre, ha la possibilità di diventare la stilista
di se stessa: predendo spunto da un modello che è in negozio, fa la sua richiesta: “La vorrei più grande, rossa, con le frange…” per esempio. Ragazze, un sogno che si avvera, come quando da bambine si giocava a Gira la Moda, ma ora i vestiti sono reali e le modelle siamo noi. Il motivo per cui Rione Monti è alternativo è anche grazie alla moda dunque, grazie a tutti quei negozi come questo e alle botteghe dell’usato, o del rivisitato, come mi piace chamarle. Tipo Pulp in Via del Boschetto, in cui Fabio e Fabrizio addirittura fanno la rivisitazione del vintage: comprano gli abiti da Napoli a Bari, li acconciano e li rendono pieni di dettagli particolari, di franzulli che diventano l’abito. Il negozio è sempre pieno di nuova roba perché i ragazzi riforniscono 2 volte la settimana. L’unica cosa veramente original che si può trovare sono le scarpe, giunte direttamente dagli anni 70 ai piedi delle clienti che settimanalmente vanno a vedere i nuovi arrivi. Ma se il vintage vuol dire antico, le Gallinelle sono il posto adatto
dove poterlo trovare. Sono vent’anni che è lì, è la storia, si può dire, dell’abbigliamento a Monti. Le Gallinelle è un ex-polleria che ospita gli abiti originali, colorati e dal gusto un po’ sartoriale-retrò della collezione omonima, firmata da Wilma Silvestri. Nel negozio di Via del Boschetto si possono trovare abiti da cerimonia, da cocktail, giacche, gonne a pieghe in viscosa dalle fantasie
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Libreria Il locale su due piani propone una collezione di libri da consultare e da acquistare, sulla storia del cinema, del teatro, della musica, della moda. Una libreria / Champagneria che propone le migliori marche di Champagne Francese, anche al bicchiere.
Happy Hour tutti i giorni dalle 18:00 in poi, con Champagne, vini e cocktails accompagnati da appetizer, tortine, formaggi e spiedini di frutta fresca. Il Dom è aperto fino alle 2 di notte, con una selezione musicale soul e new jazz, e proiezioni di film classici bianco /nero anni 50.
Via degli Zingari, 49 Rione Monti _ Roma www.domchampagneria.it 0645426401
very seventies e pezzi della collezione “Le Gallinelle” che Wilma realizza ex novo con le sue figlie Giorgia e Carlotta, spesso con originali tessuti vintage. Poi ci sono gli accessori: sugli scaffali del negozio di via del Boschetto c’è anche una bella serie di vecchie borse di Gucci, cinture di Valentino, occhiali Dior, selezionati con gusto da Wilma, che del genere è grande appassionata ed esperta. Tanto per curiosare, il nome del negozio, oltre a fare riferimento alla vecchia polleria, della quale rimane un bancone di marmo con decoro di pollo in rilievo, richiama quello della costellazione delle Pleaidi, dette anche le Gallinelle. Non voglio dilungarmi troppo in recensioni in questa prima rubrica, perché altrimenti diventerebbe un bottone pubblicitario che non ha intenzione di diventare. Senz altro di posti dove fare shopping a Monti ce ne sono tanti, e tutti più o meno trattano il vintage. A mio avviso, la realtà di Monti non è modaiola, bensì uno spazio che fa la moda, che produce tendenze. Può essere dunque considerato un osservatorio privilegiato per cogliere il cambiamento di un’epoca, che soprattutto in questi tempi, porta con se l’incertezza del futuro. Da qui la voglia di guardare a un passato ricco di glamour. E alla storia del Rione, che di mode ne ha viste e ne ha fatte a bizzeffe.
moda arte design
Piazza Madonna dei Monti uno
Tel. 06 47826335
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MUSeI/GALLeRIe Ashanti Galleria Via del boschetto 117 Complesso dei dioscuri al Quirinale Via Piacenza, 1 Galleria Acta International Via Panisperna, 83 Galleria Aurora Pallavicini Via XXIV Maggio, 43 Galleria Autori Cambi Via di San Martino ai Monti, 21 a/b Galleria Forum Interart Via della Madonna ai Monti, 30 Galleria Il Bulino Via Urbana, 148 Palazzo delle esposizioni Via Nazionale, 194 Museo della Società Geografica Italiana Via della Navicella, 12 Mercati di traiano Via IV Novembre, 94 Utopia Viadegli Zingari, 39 Neoartgallery Via Urbana, 122
editore e redazione Gruppo Peroni Race srl Via E. Pessina 1 - 00196 Roma tel. 06 45441335 - fax 06 45441336 direttore editoriale: Sergio Peroni direttore responsabile: Marco Dela Monica Vice diretore: Giulio Rizzo Art director: Laura Del Valle Responsabile Commerciale: Marzio Papi Collaboratori: Desirè Nardone, Ilaria Riccardi Autorizz. Trib. Roma n. 189/2008 del 02/05/2008
PeRSONAGGI INTERVISTA A LUCReZIA LANte deLLA ROVeRe
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ome prima intervista per questo numero 1 di Spazio Monti abbiamo scelto un personaggio cardine del Rione, che più di tutti, forse, vive il quartiere. Un personaggio con uno charme invidiabile, una gemma di Monti. Lucrezia Lante della Rovere è un personaggio mediatico a 360 gradi, che nella sua lunga e nobile carriera ha percorso le varie tappe del cinema, della televisione e del teatro. Un’attrice talentuosa, oltre che mamma di due gemelle e monticiana aquisita. Ben felice di scambiare due chiacchiere con lei, l’ho trovata inaspettatamente disponibile. da quanto tempo vivi a Monti? Sono circa 3 anni, forse poco meno, che vivo in questa casa senza ascensore. Si perché a Monti le case sono tutte così, bellissime, ma poco pratiche. Perché hai scelto Rione Monti come dimora fissa? In realtà non sono stata io a scegliere il quartiere, ma è il quartiere che ha scelto me. La verità è che avevo comprato questa casa come investimento, per sistemarla e successivamente darla in affitto. Ma in poco tempo mi sono innamorata del Rione e non sono più voluta andar via. Non avrei mai pensato di vivere qui! E soprattutto non avrei mai pensato di vivere senza ascensore! Cos’è che ti ha trattenuta qui? Beh sai, in questo periodo, nonostante i continui spostamenti per motivi di lavoro, mi sento molto svincolata: le figlie sono grandi e io sono sola e Monti è il posto adatto a farti rivivere quel senso di spensieratezza che hanno le ragazzine. Mi sento una ragazzina qui e questo mi rende felice. Diciamo che in questo periodo di piena autonomia, il quartiere si plasma bene ai miei bisogni e desideri.
La cosa che ti ha colpito subito di questo quartiere quale è stata? Una cosa che mi ha colpito è la semplicità delle persone, il contatto immediato che hai con loro, come se vivessi in un paesello. Ho conosciuto tanta gente simpatica, a partire da Philippe, quel ragazzo del negozio di antiquario, che un giorno, mentre facevamo i lavori a casa, mi prestò tutte le lampade che aveva in negozio. Tutti mi viziano e questo non può che far piacere come puoi immaginare. Come si è evoluto secondo te il quartiere negli ultimi anni? Direi che si è evoluto molto. Da quartiere popolare è diventato radical-chic, stra-ambito e an-
che molto vivo. Tutti vorrebbero avere una casa qui, è una fortuna non da poco. Quando non lavori, capita che trascorri l’intera giornata nel Rione? Si, spesso. Tante volte ho rischiato di essere assorbita fin troppo, perdendo di vista anche i doveri! Amo passeggiare per le stradine e per i vicoli di Monti, fermarmi nei negozi, fare due chiacchiere con le persone che incontro, pranzare al baretto in piazza. Amo l’aria di storia che si respira qui e quando posso ne approfitto. Insomma Lucrezia, è chiaro che Monti ti piace, ma ci sarà qualcosa che non ti va a genio, qualcosa che cambieresti? O addirittura che odi? Odio nulla. Ma forse una cosa che eliminerei è il traffico: renderei la zona esclusivamente pedonale, perché è una parte di Roma che merita davvero di essere scoperta a piedi, di essere passeggiata e non inquinata dai fumi e dai rumori delle macchine. Beh, in questo potresti fare la portavoce della circoscrizione visto che è un problema che affligge un po’ tutti gli abitanti e i commercianti! Bene, siamo giunti al termine di questo back to back davvero interessante. L’ultima curiosità prima di congedarti, non riguarda Monti, ma te. A cosa stai lavorando in questo periodo, in cosa ti stai cimentando? Ho appena finito di girare un film per la Rai in Thailandia “Ovunque tu sia”. E’ la storia di una madre che va a cercare le prove per scagionare il figlio che è stato arrestato per droga. Cosa molto comune dalle quelle parti. Uscirà in ottobre. Beh, non male direi, sembra una sorta di denuncia a un sistema un po’ troppo crudele e intransigente… Speriamo dunque che oltre a riscuotere un grosso successo, possa essere di buon auspicio per futuri cambiamenti. tante grazie Lucrezia, ci vediamo in giro per il Rione!
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I MONtICIANI IN CUCINA
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orse sarà a causa dell’ombra che i Mercati Traianei gettano, idealmente, sul primo Rione di Roma. Forse sarà perché i turisti vi si affacciano senza invaderlo, mentre i romani ci vivono e lo assaporano con spirito libero. Forse non è nemmeno tanto importante saperlo, fatto sta che quando cibo e gastronomia finiscono nella stessa frase assieme con Rione Monti, a completare il discorso non può che essere una parola moderna: fusion. Sì perché, se da una parte il quartiere che fu l’antico rivale di Trastevere, è costellato di caratteristiche osterie, bottiglierie e locali più o meno popolari; dall’altra non gli sono estranei raffinati ristorantini internazionali, dove si può andare alla ricerca di sapori meno tipici. È peculiare di Monti, questo essere un luogo che galleggia tranquillo e beato sulle sue contraddizioni, dove la vita accade; e fermarsi a mangiare non è mai, solo, una questione di fame. Forse c’è, come dicevo in apertura, un retaggio storico nel fatto che i locali più antichi e gli alimentari più tipici spicchino, da queste parti, per l’incredibile scelta di salumi, formaggi e prodotti essenziali, basici. È una questione da ricercare nella Roma dei Cesari, ai tempi della Suburra, quando Monti era un quartiere popolato da lupanari e plebei. Allora, i carri provenienti
dai Castelli rifornivano le locande del Rione, o i banchi del Mercato di Traiano. Oggi, quegli odori prima ancora che i sapori, vengono serviti in grandi piatti candidi, mescolati tra di loro e accompagnati, sempre, da un buon bicchiere di vino. D’altronde i proprietari delle osterie monticiane sono spesso quegli stessi personaggi, dal sapore mitico, che hanno vissuto in famiglie “ruspanti”, dove non si usava bere altro che vino, durante i pasti. Racconti di uomini che giocavano a zecchinetta in taverna bevendo er vino de li Castelli in effetti, riempiono i libri di Pasolini quanto le cronache dei nostri nonni; e quindi ecco svelato un altro importante punto, quando si parla di gastronomia a Monti: non c’è cibo senza vino. Ma se l’oste vi consiglia “quello della casa che è er mejo”, date retta a me, glissate e domandate una bottiglia della vostra etichetta preferita. Noi, al contrario dei vecchi romani, accusiamo quel nettare casereccio con potenti e devastanti mal di testa del giorno dopo. Hangover, dicono i turisti. Non di solo salame vive il popolo, questo è chiaro. A Monti troviamo anche mozzarelle di bufala portata direttamente da Fondi (si sa che la bufala migliore è quella “burina”); pasta all’uovo come se ne mangerebbe solo ar paesello e piatti caldi da lacrime di com-
VOI e RIONe MONtI
mozione e stomaco d’amianto: dagli enormi involtini al sugo, alle zuppe di baccalà, alle lasagne, alla porchetta al sugo. Spesse fette di pane casereccio sempre fresco, e croccanti taralli, completano il pasto. Perché sebbene Monti sia divenuta una zona raffinata e popolata prevalentemente da artisti e studenti di architettura; siamo pur sempre a Roma, e non c’è sugo senza scarpetta! Non manca ovviamente, il pesce fresco cucinato secondo tradizione, come i calamari in umido o ripieni; gli immarcescibili filetti di baccalà, che ti lasciano l’unto addosso per tre giorni. E tutte le rivisitazioni del caso, variazioni attuali sul tema del piatto classico. Dolce, poi, è il lavoro delle piccole botteghe; che in ambito di gusto si esprimono al meglio quando sfornano il cioccolato artigianale o qualche dolcetto tipico. Immancabili i classici maritozzi con la panna, che fanno tanto pranzo della domenica. E poi c’è la facciata fusion, che non rappresenta di certo né la Capitale né le sue tradizioni; ma lo spirito dei monticiani, quello sì. Lungo via dei Serpenti e stradine limitrofe, ci si imbat-
te facilmente in un raffinato ristorante giapponese, come nel più puzzolente e gustoso venditore di kebab take away; si trovano l’indiano e il cinese; e si finisce con un bicchiere di champagne (francesissimo) poco più in là. Terminando il nostro viaggio nei sapori monticiani, sempre in ordine cronologico, segnalo l’ultima scoperta del Rione: l’erboristeria. Sarà un caso, ma dopo secoli di pantagrueliche scorpacciate, le botteghe odierne più in voga sono quelle che vendono tisane, tè e caffè artigianali. In fondo è bello, dopo mangiato, entrare in questi piccoli templi pagani della salute e rimettersi in pace con il fisico; scegliere la tisana digestiva, il caffè aromatico o il tè deteinato rilassante. Tornare a casa, mettere su il pentolino con l’acqua e infine porre in infusione (come facevano le nonne!) le erbette acquistate. Un convincente effetto placebo vi illuderà che state dando una mano alla digestione. Insomma, siamo arrivati in fondo, è ora di chiudere. Perché, come si dice, “la panza è fatta pe’ i maccheroni, e le chiacchiere pe’ i minchioni”! I. R
Raccontateci il vostro rapporto con questo angolo della Capitale. Scrivete a: adv@zrmag.com
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a prima volta che arrivai a Monti fu quasi un caso. Ero arrivata a Roma da due settimane per un nuovo lavoro ed ero alla ricerca di un tetto da mettere sulla testa. Essendo da sola e lavorando in centro cercavo qualcosa di non troppo lontano dal mio ufficio così da potermi muovere facilmente. Degli amici mi segnalarono un mini appartamento su Via Urbana. Arrivai a piedi dal centro percorrendo via Panisperna prima nel suo tratto in salita e poi in discesa, ma il momento che mai scorderò fu quella sospensione tra il salire e lo scendere, quel prendere fiato che mi lasciò senza respiro con il rampicante d’edera che attraversava la strada e il sole calante che illuminava in un modo del tutto particolare il fianco della Basilica di Santa Maria Maggiore in lontananza. Sono passati cinque anni da quel giorno e ogni volta che percorro quel tratto di strada il mio sguardo corre lontano al fianco della Basilica e ogni volta è un’emozione nuova che si colora di una sfumatura mai notata prima. Il bello di Monti è che accoglie tutti senza storcere tanto il naso. Camminando per le stradine sgangherate si percepisce una commistione di età, razze, estrazioni sociali, pro-
fessioni diverse, ma tutte perfettamente integrate. Il vecchio e il nuovo, le botteghe artigiane e i negozi di tendenza, le botteghe alimentari storiche e quelle rivisitate in chiave extracomunitaria, una piazza sempre uguale, ma ogni volta diversa nell’accogliere set pubblicitari e cinematografici, feste popolari e comizi politici o semplicemente gente dedita all’ozio. Se mi chiedessero di definire Monti, direi che è una bella sorpresa, come quelle che trovi inaspettatamente in un uovo di pasqua industriale fatto in serie, da cui non ti aspetteresti più del solito ciondolo in finto silver. Così, tra due vie importanti come Via Cavour e Via Nazionale, che conducono dritto al cuore della Capitale, ecco che si trova ben nascosto questo intreccio irregolare di piccole vie capace di regalare scorci unici senza far sentire il peso dell’importanza storica del luogo in cui ci si trova. Anche a monti però c’è un neo. La bellezza architettonica e l’atmosfera piacevole sono in parte rovinati dal cattivo stato in cui sono tenute le strade, soprattutto dal punto di vista della pulizia. Sarebbe troppo provare a rendere Monti un insieme di sentieri e aiuole prive di sporcizia? A. P.
INFO IL MUNICIPIO Ufficio Relazioni con il Pubblico Via Petroselli, 50 - Piano Terra tel.: 0669601332-3 Fax: 0669601334 e-mail: ld.municipio01@comune.roma.it Responsabile: Tiziana Piersimoni Orari: Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 8:30 alle 12:30 Martedì dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:00 Giovedì dalle 8:30 alle 17:00
UFFICIO POStALe Via Cavour, 277 00184 06.46207427
FARMACIe Via dei Serpenti 177 (no stop) Via dei Serpenti 125 Via Nazionale 72 (no stop) Via Urbana 11c Via dello Statuto 35° (no stop)
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MeNSILe dI CULtURA, INFORMAZIONe e INtRAtteNIMeNtO
PReSI PeR LA GOLA Cucina internazionale e cucina romana, tradizionale e moderna: qual’è il connubbio? Prima di tutto dobbiamo intenderci sui termini. Partiamo dalla cucina romana. La mia è una romanità tradita a ogni istante. Per me il tradimento è l’unico modo per conservare, preservare, purificare e far rivivere tutto ciò che mi è stato consegnato dalle mie radici profondamente romane. La romanità sta nel desiderio di trasmettere con i miei piatti l’emozione di cose perdute o dimenticate, di profumi e sapori antichi. Internazionalità è, invece, la ricerca, la conoscenza, la curiosità e l’anarchia, la capacità di aprirsi al nuovo restando se stessi. Non sono internazionale se uso la salsa di soia ma se, dopo un viaggio in Giappone ne assorbo una filosofia, che può essere quella della lentezza del rito e poi gioco con i miei ingredienti per farti rivivere la stessa emozione. La tradizione a volte diventa abitudine e spesso cattiva abitudine, mentre la si fa rivitalizza e perpetua se si riesce a tornare al passato con tutte le potenzialità che offre il presente. E ancora, la romanità è nei miei ingredienti, l’internazionalità in quell’alchimia che viene dalla ricerca ma anche dall’esperienza fatta di viaggi e volti, capacità ludica ed estro creativo. Romanità e internazionalità, modernità e tradizione, non vanno distinte, non sono scelte alternative e rivali. Assistiamo al continuo scontro tra fautori della globalizzazione e sostenitori del campanilismo e localismo, tra fanatici dell’innovazione a qualsiasi costo e difensori di radici e tradizione. Ecco, io sono per una sintesi felice. Che significa abbattere gli spazi e nello stesso tempo ricostruirli attraverso l’emozione e il riconoscimento; essere nel presente e allo stesso tempo far sì che ricordi, storia, racconti galleggino in una sorta di magma senza spazio e tempo. La creatività, la modernità non stanno nell’esasperare la diversità e rinnegare la propria storia ma nel reinterpretarle. È creativo e moderno chi riesce a immaginare qualcosa che gli altri non riescono a vedere e e renderlo prodotto, oggetto che non perde la sua funzione reale, che nel mio caso è quella del gusto pieno e opulento. La mia è una battaglia di anarchico per l’identità. Qualche esempio di questo connubbio nella sua cucina? Sono i miei piatti moderni dal sapore antico, ricette nate dal gioco e dalla ricerca, che recuperano cibi dimenticati. Le faccio un esempio: i ravioli di trippa. Da una parte il raviolo, la pasta ripiena che non è propriamente laziale ma appartiene più alla tradizione piemontese o emiliana. Poi la trippa, ingrediente della tradizione romanesca. Avrei potuto fare dei ravioli ripieni di trippa con una salsa al pecorino. Scontato. Io non ripropongo, non rivisito, per me quel che conta è restituire la percezione, il ricordo legato a quel sapore, a quel profumo. E allora ho fatto il contrario di quello che ci si aspetta e ho messo il pecorino dentro e la trippa fuori. La cucina è artigianato, guidata da storia, territorio, ingredienti ma poi c’è anche la destrutturazione per caso. Così si sublima il passaggio alla modernità e all’internazionalità passando per le radici. Il risultato è una “cucina per non vedenti”: sapori schietti, veri, freschi e al tempo stesso incisivi e complessi, ancestrali. Cosa mangiano i monticiani? Purtroppo o per fortuna io sono uno chef anarchico, controcorrente, che non segue le mode ma, al contrario, cerca gli strappi, le provocazioni. Oggi esiste un consumo disegnato, ossia un cliente modellato dalle tendenze, strutturato dalle mode. Io non ci sto, non l’ho mai fatto e ho sempre vinto, sfidando mercato e consumatore. I miei piatti non assomigliano a nessun altro piatto. Chi mangia una mia creazione deve avere l’espressione certa di ciò che io voglio dire. Poi
MARZO
OPeN COLONNA
farà viaggiare dentro di sè aromi e sapori, li interpreterà e incasellerà nella sua storia. Le mie armi di seduzione sono nel mettere in ogni mio piatto la mia visione del mondo, non tento di sedurre assecondando, di dare ciò che il cliente si aspetta. Poi, certo, le idee e i concetti, anche in cucina, si formano e trasformano nel contatto con la gente, nelle stesse passeggiate tra i vicoli del Rione Monti. E l’affinità con i gusti monticiani è innata, naturale. Perché con loro condivido i caratteri della romanità verace, l’anima profondamente romanesca. L’indole po’ sbruffona, istrionesca e allo stesso tempo burbera, l’estro empirico ed empatico. I monticiani conservano e fanno rivivere tutti gli elementi dell’identità terrigna di questa città moderna ed eterna allo stesso tempo, leggera e pesante, colta e ignorante, nobile e popolare, po’ ciarliera e ciarlatana ma anche saggia a profonda. Perchè Open Colonna a Monti? L’ennesima scommessa. Vede, credo che oggi il lusso non sia il caviale ma lusso è star bene e farsi del bene e io volevo offrire questa mia interpretazione del lusso a una platea più ampia di “gaudenti”. Per questo dal mio rifugio di Labico sono sbarcato a Monti, al Palazzo dell’Esposizioni. Qui offro il “prêt-à-porter”. Voglio dimostrare ai romani che esiste un’etica del mangiar bene, che può essere quella di poter vivere un’esperienza fuori dal comune a 15 euro. E poi Open mi consente di vivere a piene mani la mia indole di ristoratore. All’Open, per esempio, ho riprodotto il mio concetto di “anarchitettura”: un luogo che viene dall’istinto dell’immaginario, che diventa e si trasforma, si consegna al desiderio e alla concretezza, che non stupisce con la banalità degli eccessi ma dà la sensazione di essere interpretati; un ambiente dove tutti i sensi sono attenti ma non violentati e si resta quasi sospesi tra l’ospitalità di un abbraccio e la franchezza di una stretta di mano. Il 5 giugno presento Open Colonna ai romani e non è un caso che abbia scelto questa data. È il mio omaggio ai monticiani, visto che il 5 giugno si apre Contemporanemonti, a cui ho aderito sin da subito con entusiasmo. Lo slogan che ho pensato per l’occasione è: “Sorry We Are Open”. Uno claim semplice ma in cui sta tutto il senso di questo posto: spazio aperto in tutti i sensi. Open dal punto di vista architettonico: cosa di più luminoso, arioso, liquidamente trasparente di una serra circondata da terrazze che dominano i tetti di Roma? Ecco, Open è tutto questo è molto altro, è una habitat mentale in moto perpetuo, che i monticiani ameranno, perché è lo specchio della loro identità in eterno e immobile divenire.
“Open Colonna” è il Ristorante+Bar frutto del genio creativo, della ventennale ricerca, esperienza e filosofia di uno chef di fama internazionale come Antonello Colonna. Open Colonna è il “luogo-non luogo” polivalente ed eclettico che campeggia nello spazio serra, nuovo e avvenieristico segno architettonico del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Dettagli di design e spirito cosmopolita e d’avanguardia sono la cifra stilistica di un’atmosfera che fonde impalpabile eleganza e contagiosa informalità. Verace romanità e disinvolta internazionalità, sono il marchio di una proposta gastronomica che spazia dall’alta ristorazione a un “mozzichi e bocconi” di rara raffinatezza e creatività. L’Ambientazione deve il suo grande effetto scenografico allo spazio serra, ideato dall’architetto Paolo Desideri: una copertura in travi metalliche ad arco ribassato, completamente trasparente. Un effetto sorprendente d’inversione luminosa e simbolica tra il funzionamento diurno e notturno. Di giorno, la trasparenza dei materiali offre inedite possibilità percettive. Di sera, il prisma smaterializzato e luminescente della serra vetrata diventa una sorprendente “lanterna urbana”, che amplifica le funzioni espositive e le potenzialità comunicative del Palazzo delle Esposizioni. La scenografia di suggestivo impatto emotivo trova sublimazione nella sicura mano di Antonello Colonna, che si rivela in ogni particolare: dall’arredo minimalista fino ai dettagli di una cucina firmata in cui la romanità si sposa con la modernità, la tradizione con l’internazionalità, in un matrimonio di eterno appagamento dei sensi. Open Colonna è il “prêt-à-porter di un brand di lusso, un luogo dove scoprire una pienezza percettiva low cost, dove fa riposare gli occhi e appagare il palato, riscoprendo le emozioni di una Roma dimenticata e moderna, l’anima di una città eterna e cosmopolita. Open Colonna è aperto 7 giorni su 7, dalle 12 alle 24. Open Colonna è una colazione d’autore, un city lunch low cost o un brunch “molto italiano”, un happy hour fuori dagli schemi, una cena ricercata, in pieno stile Colonna, un dopocena al chiaro di luna. Open Colonna è un mondo, un universo, un microcosmo che si fa macro, da scoprire e inventare. Open Colonna Palazzo delle Esposizioni Scalinata di Via Milano 9
GIUGNO
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MUSICA A MONtI
IL CUORe JAZZ dI ROMA PULSA A MONtI
(I PARTE)
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el 1976 l’Umbria Jazz è alla sua III edizione. Sui palchi salgono mostri sacri come George Coleman, Art Blakey e Dizzy Gillespie. Arrivano migliaia di persone, il clima è influenzato dalla contestazione crescente, dalla tensione degli anni di piombo: disordini, pranzi sociali, fischi ai jazzisti bianchi e borghesi. Il
da un incendio. Ne vogliono fare un jazz club: c‘è da rimboccarsi le maniche. Negli anni ’50 e ’60, molti grandi del jazz erano passati per Roma: Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Johnny Griffin, Don Byas. Si esibivano al Brancaccio, al Sistina dove gli spettacoli potevano arrivare ad avere un pubblico di duemila paganti, inferociti quando le jam session venivano interrotte perché andate oltre i tempi previsti. Spesso la polizia è costretta ad intervenire per raffreddare gli animi. Poi ci furono i concerti radiofonici alla Sala A di via Asiago, i corsi all’Accademia di Santa Cecilia (sospesi dopo poche settimane) e infine i primi locali dedicati alla musica Jazz. Erano la cooperativa Murales a Trastevere, Il Mississippi, vicino il Vaticano e infine il Music Inn di Pepito Pignatelli, il più frequentato di tutti. Si trattava per lo più di locali piccoli, umidi, si ascoltavano i concerti stando seduti su delle panche di cemento o delle sedie fradice. Non erano nient’altro che scantinati riadattati a club per venire incontro alla domanda sempre crescente di esibizioni live. Mario Ciampà è un architetto, ascolta jazz, ma non è un patito, sente però che quello del Saint Louis è un progetto che può andare in porto come siti positivi. I suoi compagni di avventura, quelli che invece di jazz se ne intendono, non hanno i soldi per pagarlo, così in cambio del suo lavoro gli offrono di diventare socio. Ci sono subito dispute sulla direzione artistica: jazz classico in stile New Orleans o d’avanguardia, orientato verso il bop e l’hard bop. Liti, crisi, pausa. Il Louis chiude, anzi, non apre, fino a quando Ciampà decide di rilevare le altre quote e di mettere su una programmazione che copra tutte le diverse correnti chiamando musicisti si nazionali che internazionali. Funziona. Il Saint Louis Jazz Club è il
primo club ad avere un spazio ampio, ben arredato e con un buon impianto. A molti sembra quasi un miracolo poter vedere un esibizione sprofondando in una poltroncina, senza dover rischiare contratture muscolari per essere rimasto un paio di ore su dei gradini umidi in calcestruzzo… I. R.
po’ diversa dai canoni, sia da quelli dell’Accademia Sant Louis, sia delle varie realtà musicali che ogni tanto bazzicano lì attorno. Parlo dei live del Dom o della fisarmonica del ragazzo della piazzetta che gira a chiedere l’elemosina. Marcolino e Max Lsp sono i 2 proprietari di questo negozio di vinili, appassionati di bit elettronici da una vita e fedeli ad un’idea già nata a Torino: quella di vendere musica di qualità e soprattutto averla prima degli altri, grazie ad un’efficiente
distribuzione. Proprio perché Ultrasuoni batte nei tempi gli altri mezzi di reperire l’ultima traccia uscita, e anche grazie alla cultura musicale e alla simpatia dei proprietari, il vinyl shop monticiano è diventato la meta preferita da tutti i dj romani e anche di quelli che passano per Roma per suonare nei club. Da Locodice a Pedro Radoo e Raresh, da Martin Buttrich a Tania Vulcano a tanti altri, che affettuosamente hanno anche firmato e lasciato dediche sui muri del negozio. Ultra-
suoni, oltre che un record shop, è anche un ritrovo per molti ragazzi, per i dj-promessa e per gli amici che a casa hanno una consolle da strimpellare. Ed è anche il mio posto, diciamo la base da dove parte la mia vita monticiana, o talvolta la mia sala d’attesa di Contesta Rock. Sono davvero felice che questo quartiere sia tanto bello quanto aperto a nuove prospettive, persino a nuove realtà musicali come questa. Innovazione e tradizione, un’altra volta a braccetto.
via Nazionale via Panisperna via Agostino De Pretis piazza dell’Esquilino largo Corrado Ricci via dei Fori Imperiali largo Magnanapoli
posteriore dell’autoveicolo. I contrassegni per persone con disabilità danno diritto alla circolazione in tutta la ZTL e alla sosta nei posti auto risevati e in tutti gli altri spazi consentiti. I contrassegni per la ZTL danno diritto al transito (solo attraversamento della ZTL) o alla circolazione (accesso nella ZTL e sosta su strada negli spazi consentiti) secondo le diverse tipologie di permesso. La sosta sulle strisce blu nelle ZTL Centro Storico.La sosta tariffata nelle Strisce Blu è in vigore da lunedì a sabato dalle 18.00 alle 23.00, esclusi i festivi. I residenti del settore F (Monti) possono parcheggiare liberamente e gratuitamente, 24 ore su 24, indistintamente in tutte le strade dei settori B-C-D-E-F in cui sia consentita la sosta, comprese quelle tariffate, ad eccezione dell’area del settore A (Tridente) dove possono sostare solo i residenti del settore A.
jazz ha ormai oltrepassato le barriere degli intenditori colti ed è diventato oggetto di ascolto diffuso, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione, quelle che nei licei e nelle università parlano di lotta e rivoluzione. Nel 1976 Mario Ciampà sta camminando per il centro di Roma, tra la stazione Termini e via dei Fori Imperiali, nel Rione Monti. Ha un appuntamento in via del Cardello, lì lo aspettano alcune persone per mostrargli uno stabile da rilevare: è un teatro ridotto in pessime condizioni
ULtRASUONI NeL RIONe
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ai battiti del jazz passiamo a quelli molto più veloci dell’elettronica. Monti è soprattutto questo: contaminazione di generi. E Via degli Zingari ne è davvero la conferma, se si pensa che poco più di un anno fa, accanto ad Antonio, un falegname che è lì da 30 anni, è nato un record shop che vende musica elettronica techno e house. Ultrasuoni Records Roma è una realtà ormai affermata nella capitale e conosciutissima nel rione, che si è dovuto abituare ad una musica un
VIABILItA’ A MONtI Orari e controllo degli accessi nella ZtL (diurna) La Zona a Traffico Limitato (ZTL) del centro storico è chiusa alle automobili nei seguenti orari: nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 6.30 alle 18.00 - il sabato dalle 14.00 alle 18.00 Moto e ciclomotori hanno libero accesso alla ZTL tutti i giorni, in tutte le ore del giorno e della notte, e possono sostare al suo interno negli spazi per i veicoli a due ruote. Orari e controllo degli accessi nella ZtL (Notturna) la notte di venerdì e sabato dalle 21.00 alle 3.00 (dal 10 al 22 dicembre dalle 23.00 alle 3.00) Divieto di transito per le autovetture nell’area all’interno dell’area delimitata dalle seguenti strade e piazze:
via Milano via Cesare Balbo via Cavour Foro Traiano via Magnanapoli via IV Novembre
Sono esclusi dal divieto di transito: le categorie di legge, i taxi, le auto a noleggio con conducente (NCC), i residenti possessori di contrassegno ZTL Centro Storico. I permessi per le ZTL Centro Storico I residenti ed altre categorie aventi diritto al permesso per la ZTL, nonché le persone con disabilità in possesso di contrassegno speciale di circolazione, possono accedere liberamente utilizzando le automobili autorizzate ed esponendo il contrassegno in evidenza sul parabrezza o sul lunotto
LINee BUS C3. Urbana. Cimitero Flaminio – Stazione Tiburtina 16. Urbana. Costamagna (Tuscolano) – Via XX Settembre 40. Espressa. Termini – Castel Sant’Angelo 60. Espressa. L.go Pugliese (Nomentana) – P.le Partigiani (Testaccio) 84. Urbana. Baseggio (Prati Fiscali) – Piazza Venezia 70. Urbana. Piazzale Clodio – Via Giolitti 71. Urbana. Staz. Tirburtina – San Silvestro 75. Urbana. Piazza Indipendenza – Poerio (Portuense) 117. Urbana (elettrica). P.zza San Giovanni – P.zza del Popolo 714. Urbana. Palazzetto dello Sport - Termini
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