L'Ego

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L’ E G O FABIO MARINI

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IED- CAGLIARI AR TI VISIVE E MULTIMEDIA ANNO ACCADEMICO 2013/14 S T U D E N T E: FA B I O M A R I N I RELATORE: ANDREA MACCIONI COORDINATORE: ANGELA COTZA 5


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A mia madre Graziella e Roberto, che ci sono sempre e hanno reso possibile tutto ciò. A mia nonna Assunta, che sarebbe senz’altro fiera di me. A Filippo e Daniele, inseparabili amici di una vita, che mi accompagnano giorno dopo giorno. E infine a Francesco che ha incrociato il mio cammino, cambiandolo per sempre.

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PREFAZIONE Moda e Tecnologia sono le tematiche che più mi appassionano, la passione è proprio ciò che mi ha convinto ad intraprendere un percorso di tesi di questo genere. Ciò che farò è introdurre entrambi gli argomenti, per poi scendere nello specifico e analizzare le tecnologie più recenti e innovative, esattamente come farò per l’argomento Moda, ripercorrendo le pietre miliari che hanno cambiato e innovato l’industria del lusso. Analizzerò l’importante ruolo svolto da personaggi simbolo di varie tematiche. L’obiettivo che ho è rendere l’essere umano protagonista: vivendo in una società nella quale le cose vengono prescelte da altri ho deciso di rendere art director di se stesso il singolo individuo. Ciò verrà fatto mostrando l’idea attraverso i supporti grafici a mia disposizione per creare un interfaccia software, nella quale l’utente, inserendo dei parametri, quali colori, età, sesso e simboli, otterrà un pattern personalizzato.

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INDICE

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CAPITOLO 1

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PERSONALIZZAZIONE

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ANTROPOCENTRISMO

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UNICITÀ E MODA

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UNICITÀ E PERFORMANCE

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UNICITÀ E DESIGN

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CAPITOLO 2

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UNICITÀ GENETICA

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TARGET

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CAPITOLO 3

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NUOVE TECNOLOGIE

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ARTE GENERATIVA

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PROCESSING

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CAPITOLO 4

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IDEAZIONE

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CASI STUDIO

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PROGETTO

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GLOBAL MAP

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CAPITOLO 1 Nelle pagine seguenti dedicate alla prima fase della ricerca, verrà analizzata dal punto di vista sia psicologico che umano, la tendenza che negli ultimi secoli ha portato il genere umano in una posizione di centralità rispetto ad ogni altro essere vivente; Verrà spiegato il significato di personalizzare, e verrà analizzato nelle sue forme più svariate; la mia ricerca di questa prima fase si pone come obiettivo quello di scavare nella mente umana, traendo conclusioni da fatti concreti, quali quelli presi in considerazione come casi studio. Inoltre verrà analizzata la vita di personaggi attentamente selezionati e verrà spiegato il loro bisogno di unicità.

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PERSONALIZZAZIONE “It’s about personalization. And it’s very easy, so anyone can do it and not be intimidated.” Neil Stern

Detta anche “Mass Customization”, la personalizzazione è

prima ciò che potrebbe renderlo appartenente ad un grup-

una strategia di produzione di beni che cerca di soddisfare

po, come particolari fisici, capelli, piercing o tatuaggi, per poi

i bisogni individuali dei clienti, mantenendo però la produ-

influenzare aspetti psicologici, come il modo di pensare e di

zione di massa.

parlare. Questa tendenza è talmente radicata nel modo di es-

Si tratta di un servizio fornito dalle imprese produttrici, usato

sere degli individui, che diventa, a sua volta, protagonista an-

come punto di interazione con i clienti: questi comunicano le

che di forme d’arte, come la moda, il design, le performance

loro preferenze e l’impresa le soddisfa.

e la generative art.

Questa tendenza ha preso piede da qualche anno in qualsiasi settore di commercio, essa caratterizza diversi ambiti: moda, cibo, mezzi di trasporto sino ad arrivare all’arte. E’ una strategia commerciale vera e propria, che ha come scopo far si che il cliente si senta “privilegiato” nei suoi acquisti, ottenendo in questo modo un prodotto creato “apposta per se”, ma che mantenga le caratteristiche di base predisposte dall’azienda; l’utente potrà, in questo modo, decidere, ad esempio, il colore, il taglio, la forma, la fantasia e così via, comunicarlo all’azienda e quest’ultima si adopererà per soddisfare la richiesta. Possiamo quindi dire che si tratta di un patto tra il produttore e il fruitore, che venendo in contro alle proprie esigenze raggiungono un accordo finale. Il voler assecondare il cliente e renderlo partecipe delle scelte di mercato è una tendenza che si è sviluppata indirettamente nei secoli, ha come incipit la filosofia di vita antropocentrica, che pone l’uomo, anthropos, al centro, kentron. La personalizzazione inizia dal singolo individuo che, modifica se stesso in base all’ambiente che lo circonda, alterando

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ANTROPOCENTRISMO

L’antropologia studia l’essere umano e i suoi comportamenti,

tologica su tutta la realtà, in quanto si intende l’uomo come

dal punto di vista sociale, culturale, morfologico, psico-evo-

espressione dello spirito che è alla base dell’Universo. Con

lutivo, artistico-espressivo, filosofico-religioso, il tutto in re-

l’avvento del Medioevo l’antropocentrico si rafforza, per il

lazione alla società.

fatto che i maggiori filosofi dell’epoca erano teologi, si ten-

Storicamente si inizia a parlare di “Antropocentrismo” dai

de a vedere l’universo in modo teocentrico, quindi Dio viene

tempi di Socrate e dei sofisti (V secolo a.C.).

posto al centro dell’universo, ma l’uomo è considerato come

La filosofia dei presocratici si occupava di studiare tutto ciò

maggiore creazione di Dio, per tanto si tratta del primo per

che riguardava la creazione dell’universo e il perché delle

importanza rispetto ad ogni essere vivente. Si suppone che

cose, prevalentemente dunque della natura circostante, infat-

l’antropocentrismo caratterizzi le civiltà euroasiatiche, le cul-

ti c’era una visione filosofica di tipo cosmocentrico.

ture africane, aborigene e precolombiane non hanno questa

I sofisti guidati dal loro maestro si soffermano per la prima

visione del cosmo, perciò è probabile che tale pensiero sia do-

volta nell’esplorazione di un ambito della filosofia del tutto

vuto all’evoluzione tecnologica, in altre parole che il progres-

nuovo e sconosciuto, che è quello dell’uomo.

so tecnologico va di pari passo con l’importanza dell’uomo su

Protagora disse: “L’uomo è la misura di tutte le cose”; questa

ogni altro essere vivente. L’essere umano ha intriso dentro di

frase diede il via al pensiero antropocentrico nella filosofia,

se il desiderio di aspirazione alla perfezione, intesa come ap-

ci si rende conto che per poter conoscere il perché dell’uni-

pagamento del bisogno di essere protagonista e l’Umanesimo

verso e delle cose è necessario conoscere prima l’essere uma-

è il periodo della storia dove prende piede questa necessità,

no, dunque è necessario riconoscerlo come criterio centrale

infatti quest’epoca storica è caratterizzata proprio dalla va-

dell’universo.

lorizzazione dell’uomo, perché gli umanisti credevano nella

Socrate disse: “Conosci te stesso”, questa frase sta a signifi-

libertà di esso, e ciò non significa che non credevano in Dio,

care la superiorità della conoscenza dell’uomo stesso, rispetto

ma anzi pensavano che la loro libertà fosse voluta proprio da

alla conoscenza della natura. Infatti da quel momento tutti i

Lui, proprio come i filosofi teologi del Medioevo. Quest’idea

filosofi si occuparono di studiare l’essere umano, quasi tra-

si sviluppa meglio nel 1700 con l’avvento dell’Illuminismo,

lasciando lo studio di come sia nato l’universoe il mondo

nel quale la religione viene in un certo senso messa da parte,

terreno. La centralità in cui viene posto l’uomo può essere

si ha dunque una visione laica della vita e dello stato e tutto

intesa secondo diversi accenti e sfumature: semplice superio-

viene pensato e costruito in funzione dell’uomo, rendendolo

rità rispetto al resto del mondo animale o preminenza on-

protagonista della vita stessa. Il secolo dei lumi nacque in

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Inghilterra, ma prese piede soprattutto in Francia e in seguito

dono tanti modi di fare e di agire in relazione a noi stessi e

in tutta Europa. Gli illuministi hanno come scopo il raggiun-

alla società, una di queste è il “protagonismo”. Protagonismo

gimento della pace e considerano la storia come il prodotto

significa mettere in mostra le proprie doti, le proprie capaci-

dell’uomo. Si ha una visione pessimistica nei confronti del

tà, il proprio aspetto e in generale qualsiasi cosa risulti utile

passato, infatti si ritiene che in quel periodo la ragione sia sta-

nell’essere stimati. Questo comportamento ai nostri occhi ap-

ta oscurata dalla religione e dalla non curanza nei confronti

pare normale, perchè viviamo in un’epoca che è il prodotto di

dell’uomo, l’unica soluzione sembra dunque essere quella di

anni e anni di antropocentrismo, ma tuttavia in alcuni casi

liberarsi del passato e delle tradizioni non “moderne”, in que-

può essere considerato una patologia: la mania di protago-

sto modo nel futuro si potrà riscattare la vita e gli anni persi a

nismo. In medicina questo modo di agire è inteso come un

pensare al perchè delle cose e di Dio.

disturbo sessuale del comportamento, che provoca il bisogno

Gli illuministi vedono la soluzione nella politica che sarebbe

ossessivo di denudarsi, mettersi a nudo, in pubblico; ciò ha

l’unico mezzo in grado di cambiare il mondo; Le azioni poli-

origini molto antiche, basti pensare alla società romana, nella

tiche sono le uniche che possono avere un effetto positivo nei

quale si svolgevano i “baccanali”, essi sono dei giorni festi-

confronti dell’umanità, perchè le nazioni sono controllate dai

vi dedicati al dio Bacco, queste festività erano inizialmente

politici, e se i politici vedono il mondo illuministicamente,

di carattere esclusivamente orgiastico e in seguito assunsero

allora possono contrastare le guerre, e far si che venga rag-

una valenza propiziatoria; questo tipo di esibizionismo lo ri-

giunta la pace esteriore, dalla quale conseguirà quella inte-

troviamo anche in epoche nettamente più recenti, come ad

riore. Per raggiungere la pace si deve prima trovare la vera

esempio il famoso carnevale che ogni anno si svolge a Rio De

felicità, che sarebbe il soddisfacimento dei bisogni materiali

Janeiro.Oggi esiste una forma di esibizionismo virtuale, resa

e spirituali, l’uguaglianza che è una condizione naturale che

possibile grazie ai “social network”.

lega tutti gli individui, che sono uguali in quanto dotati di

“Social Network” significa rete sociale, e per rete si intende

ragione, la libertà espressa sottoforma di libertà di parola e

relazione, cioè quella rete di relazioni che si instaurano fra

di stampa, che sono fino a quel momento negate da una so-

gruppi di persone; nel 1930 l’antropologo Jacob Levi Moreno,

cietà autoritaria; la tolleranza, che si può perseguire una volta

analizza i rapporti sociali all’interno di gruppi di persone, in

liberati dal fanatismo religioso; e infine una nuovo piano spi-

ambito lavorativo e di studio, scoprendo così il meccanismo

rituale, che afferma che si può raggiungere Dio tramite l’in-

che permette i rapporti interpersonali; egli lo chiama psico-

telletto e non tramite la fede. Dall’antropocentrismo discen-

dramma. Lo psicodramma è un tipo di terapia di gruppo,

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nella quale i soggetti sono posti a confrontarsi fra di loro, formando un cerchio e parlando a turno uno dopo l’altro, in questo tipo di terapia emerge che ogni paziente tende a drammatizzare la propria esperienza, trasformandola in un qualcosa di tragico a costo di ricevere attenzione, si tratta dunque di un metodo infallibile per la libertà di espressione, che da occasione alla singola persona di “mettersi in mostra” e raccontare di se. I social network sono nati proprio grazie allo psicodramma, infatti uno qualsiasi di essi presenta, una cerchia di amicizie, e un profilo personale, personalizzabileche va dalle foto all’orientamento politico, dagli studi compiuti alla propria età; ogni social network ci permette inoltre di scrivere un nostro “status”, quindi di esternare un pensiero o uno stato d’animo, e far si che venga letto e conosciuto dalla nostra cerchia, in questo modo si ottiene un piccolo spazio di notorietà o semplice attenzione; naturalmente ciò ha subito delle evoluzioni comportamentali da parte degli utenti, sono diventati un’efficace mezzo che può permettere il successo, accessibile ad ogni rango sociale, basta avere una connessione ad internet, uno smartphone e il gioco è fatto, tutti possono gareggiare nella continua lotta alla popolarità. Ciò accade anche nel mercato, infatti le tecniche di vendita, in qualsiasi campo produttivo, sono orientate nel venire in contro al cliente e soddisfare i suoi bisogni, mettendolo al centro dell’attenzione, e intuendo il bisogno del singolo, non trascurando quello della massa; un caso emblematico in questo campo fu la Apple, azienda portata al successo da

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Steve Jobs. Apple è considerata l’azienda che ha subito una

lascia Apple, e Steve Jobs riprende pieno possesso della sua

crescita produttiva e di fatturato maggiore nella storia delle

azienda, divenendo l’unico CEO possibile di essa, in quanto

aziende, nonostante la sua esperienza sia stata discondinua

l’unico a conoscere veramente ciò di cui Apple aveva bisogno

dagli albori fino ad’oggi. Nel 1975 Steve Jobs e Steve Woz-

per risollevarsi dalla crisi. Così Jobs decide di eliminare dal

niak, sono due giovani studenti squattrinati, appassionati di

mercato tutti i prodotti da lui considerati non fondamentali,

elettronica e informatica, inizano a progettare il primo com-

concentrandosi sulle nicchie, o meglio andando ad intuire i

puter a casa di Jobs e tentano di attirare l’attenzione di HP,

bisogni della singola persona, progettando in un modo che

azienda a quel tempo leader nel settore, ma il loro progetto

gli altri competitors non avevano ancora pensato fino a quel

viene rifiutato e considerato inadatto al pubblico, in quan-

momento, in quanto pensavano che la produzione dovesse

to la gente non avrebbe mai avuto bisogno di possedere un

avvenire per la massa, per le aziende e grossi gruppi di per-

computer; battezzano questo primo computer con il nome di

sone; Steve immagina un computer che possa venire incon-

“Apple 1”. I due lavorano subito al perfezionamento di “Apple

tro ai bisogni del singolo, che sia personalizzabile e di facile

1”, trasformandolo in “Apple 2” con nuovi aggiornamenti, e

comprensione da parte di tutti, così da vita al “Mac” il com-

un processore migliore; l’”Apple 3” non riscuote successo in

puter dal design impeccabile, usabile da tutti perchè è facile

mercato, perchè era troppo costoso. Nel 1983 si ha la svolta

intuirne il funzionamento, e in più ha un rapporto qualità

per Apple, Steve Jobs assume come CEO John Sculley, e lo

prezzo perfetto. Nel 2001 arriva in mercato L’”I-Pod”, un pic-

spot dei computer Apple va in onda durante il diciottesimo

colo marchingegno che permette di immagazzinare 5 gigabi-

SuperBowl, divenendo così conosciuto da tutti, l’anno suces-

te di musica, piccolo e leggero, è il successo meglio riuscito

sivo però è segnato da dei forti contrasti fra Jobs e Sculley,

di Apple, che risolleva le vendite e fa ottenere in monopolio

tanto che nel settembre del 1985 Steve Jobs lascia la Apple

all’azienda nel mercato mondiale, in seguito Jobs continua a

Computer inc.; da quel momento la strada per l’azienda è

seguire questa strada, intuendo e testando in prima persona i

tutta in salita, e discesa aperta verso la banca rotta, perchè

bisogni dei singoli, e progetta l’”I-Phone”, lo smartphone che

Sculley mise in commercio prodotti non di prima qualità, e

racchiude una libreria musicale al suo interno, scatta foto, ed

commettendo degli errori determinanti, come quello di la-

è dotato di “app”. Il caso Apple è determinante per il successo

sciar ottenere a Microsoft, azienda rivale, delle concessioni

economico di un’azienda, pensare al singolo e non alla massa

di tipo grafico dell’interfaccia Macintosh, tutto ciò continua

si è dimostrata una carta più che vincente.

fino alla prima metà degli anni 90, durante i quali Sculley

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ESSERE UNICI

L’egocentrismo senza renderci conto ci guida nei nostri modi

in sé è banale: un atleta tra i più ricchi e dotati del mondo,

di fare e di essere; la realtà dei nostri giorni ci pone davanti a

tradisce la moglie. Fatto che, normalmente, non meriterebbe

un bivio e porta a scegliere fra due tendenze:

commenti. Dopo il “fattaccio”, però, sono saltate fuori diverse

1. quella del conformismo, che ci fa sentire in perfetta sinto-

donne pronte a farsi intervistare per parlare dei loro rappor-

nia con una maggioranza, si tratta spesso di un guscio che ci

ti extraconiugali con Tiger. Naturalmente, non c’è posto per

ripara dall’essere diversi e ci aiuta a non essere, in un certo

il pudore in un mondo costruito attorno all’importanza di

senso, derisi per l’eventuale diversità.

apparire. Quelle che in altri tempi sarebbero state definite

2. l’altra strada è il rifiuto del conformismo, l’anti-conformi-

“donne poco per bene”, invece di vergognarsi si sono vantate

smo, cioè il volersi diversificare da quella che viene chiamata

per avere i loro quindici minuti di celebrità. Questo genere

“massa”. Secondo gli psicologi il voler sembrare diversi nasce

di comportamento provoca negli esseri umani il bisogno ir-

da un astio rispetto ai gusti di massa a prescindere, avviene

refrenabile di godere di fama anche solo per poco tempo, di

un disprezzo nei confronti di tutto ciò che è di moda, e si

sentirsi unici, ammirati e qualche volta invidiati. Ognuno ha

vuole ad ogni costo manifestare la propria diversità, come

il bisogno naturale, di sentirsi diverso dagli altri, di fare la dif-

ha espresso, nei suoi studi, l’antropologo francese René Gi-

ferenza, ciò succede anche in molti ambiti lavorativi, nei quali

rad: “Dietro ogni pretesa di anticonformismo si nasconde un

le persone, cercano di avere idee sempre nuove per risultare

altro comportamento conformista”. L’anti-conformista non

innovativi e vincenti: succede sicuramente nel campo della

sopporta ammettere la propria somiglianza con gli altri esse-

moda, dell’arte e del design, vediamo come.

ri umani, e dunque si appoggia alla massa, ponendo se stesso al di sopra di essa, ma per far ciò si lascia ispirare, e dunque imita e si conforma, ad altri anticonformisti che lo hanno preceduto, dunque non fa altro che dimostrare la sua dipendenza dalla massa. Questa necessità si rispecchia nella società in cui viviamo, infatti, Andy Warhol disse: - “nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”. La celebre frase, è entrata a far parte del linguaggio comune, e si fa sempre più strada nel nostro presente. Un esempio di questo meccanismo può essere quello del campione di golf Tiger Woods. L’episodio

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UNICITÀ E MODA La personalizzazione e il bisogno di personalizzare, cioè rendere proprio e unico un qualcosa, parte dal proprio corpo. Ciò oggi avviene seguendo le mode conformiste o cercando di rifiutare le mode ed essere anticonformisti; La moda è un chiaro esempio che aiuta a rendere unico chi la indossa, seguire le mode significa scegliere una tendenza, sia dal punto di vista dell’abbigliamento che del comportamento, essa è capace di appagare i bisogni degli esseri umani, e farli sentire a proprio agio, con loro stessi e col gruppo. Gli esempi di personalizzazione seguendo le mode sono i più svariati: si può partire dalla personalizzazione di se stessi e del proprio corpo, fino a quella del proprio abbigliamento, arrivando anche alla personalizzazione degli ambienti in cui viviamo, e delle persone a noi care. Partendo dal proprio corpo, gli esseri umani sono soliti seguire la moda del tatuaggio, che rappresenti un fatto speciale, o sia puramente a scopo estetico.

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DAPHNE GUINNESS

Daphne Guinness è conosciuta per essere un manichino vi-

noiata, che fa di tutto per comparire nelle riviste, al contrario

vente, è nata a Londra il 9 novembre 1967 e discende dalla

ella rimane sempre in disparte analizzando la moda, proprio

prestigiosa famiglia che inventò la famosa birra Guinness.

come si fa con l’arte.

E’ un’ereditiera irlandese con la passione per la moda, che

Collabora con stilisti emergenti, finanzia e produce pellicole

cresce dentro di lei da quando era una bambina.

cinematografiche si occupa di design e sono famose le sue

Da molti è considerata un’artista, perchè il suo stile nel vestir-

performances, nelle quali si esibisce in una vetrina come un

si è diventato iconico e noto in tutto il mondo dagli esperti

manichino, indossando abiti delle sue collezioni.

di moda. Lei stessa si considera una “fashion addicted” e non

Ciò che fa Daphne Guinness è giocare con la moda, e perso-

perde occasione per creare degli abbinamenti e degli stili da

nalizzare il suo modo di vestire e di essere, per essere apprez-

sfoggiare in ogni occasione. Con l’avanzare dell’età Daphne

zata e conosciuta nel grande campo della moda.

ha sviluppato una passione comune a tutti, quella del collezionismo; è comune collezionare francobolli, bambole, monete o fumetti, ma lei da sempre colleziona vestiti, ella è infatti la donna che possiede la collezione più grande di vestiti in tutto il mondo. Gli amici raccontano delle sue innumerevoli case sparse in Inghilterra e Stati Uniti, stracolme di abiti. ciò fa di lei una grande intenditrice e conoscitrice di moda di tutti i tempi. Di recente in un’intervista alla famosa testata “Harper’s Bazaar” ha confessato che il suo rapporto con gli abiti è un’espressione del suo essere, e della sua passione e bisogno di apparire mostrando tramite un vestito il suo potere seduttivo. Daphne Guinness è una donna camaleontica, riesce a passare da una semplice t-shirt ad un’importante abito di “haute couture”, con una facilità estrema che stupisce le “fashion victim” più accanite; considera la moda un’eccentricità e uno strumento capace di mettere in mostra se stessi. Non si tratta di una “fashion icon” o di una donna ricca an-

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IL TATUAGGIO Si teorizza che i tatuaggi venivano fatti agli esseri umani

chi, se prima avere un tatuaggio era considerata una cosa da

come terapia dovuta a delle lesioni ossee, come testimonia

emarginati, ora è visto come diverso chi non li ha, quindi c’è

il ritrovamento avvenuto nel confine italo austriaco, di un

stato un passaggio da anticonformismo a conformismo, per-

corpo congelato risalente a 5300 anni fa, che appunto ha dei

ché il tatuaggio ha assunto un valore lasciandone un altro;

tatuaggi sulle braccia, in corrispondenza di lesioni evidenzia-

è stato in parte dimenticato il valore intrinseco di esso, per

te grazie ai raggi X.

lasciar spazio al valore puramente estetico.

Altre popolazioni come i celti e gli egizi dettero ai tatuaggi una valenza diversa: le danzatrici dei faraoni presentavano dei tatuaggi come decoro sulla pelle, mentre le tribù celtiche si tatuavano animali ai quali erano devoti. Nei primi anni del 1700 i marinai europei sbarcano nelle isole del sud Pacifico e scoprono le popolazioni indigene che hanno fra le loro usanze proprio quella del tatuaggio, praticato tramite delle conchiglie affilate. In Giappone le leggi restrittive del 1870 proibivano ai giapponesi poveri di usare i kimono, perciò loro praticavano dei grandissimi tatuaggi sul loro corpo, a scopo di protesta. Il tatuaggio assume un’importanza sempre maggiore, infatti nel 1891 viene creata la prima macchinetta elettrica per fare tatuaggi; e negli anni ‘70 e ‘80 il tatuaggio diventa una forma di ribellione alla società conformista dell’epoca, adottato dai punk e i bikers. Oggi il tatuaggio viene fatto per mantenere un ricordo o un momento importante impresso sulla propria pelle, oppure per esprimere una volontà di ritorno a valori antichi e profondi che la società di oggi sembra aver dimenticato. Il vero significato attuale del tatuaggio, lo conoscono in po-

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RICK GENEST

Un esempio che riguarda la personalizzazione del proprio

fa un’apparizione nel video di Lady Gaga “Born This Way”,

corpo è Rick Genest, ventisettenne originario di un paese in

divenendo conosciuto in tutto il mondo. Nella primavera del

provincia di Montreal in Canada. Prima di ricoprire il suo

2012 Rick Genest lancia in commercio il suo brand chiamato

corpo di tatuaggi, quando aveva 17 anni gli venne diagno-

“Zombie Boy the Brand” e continua la sua carriera da model-

sticato un tumore al cervello, e gli fu comunicato che il suo

lo di beauty con L’Oreal per la campagna “Dermablend”, che

intervento sarebbe stato possibile solo al termine di una lista

si occupa di trucchi coprenti per la pelle. La sua ossessione

d’attesa, di 6 mesi. Durante questi sei mesi Rick fa delle rifles-

per i tatuaggi ha portato Rick a diventare un modello famo-

sioni sulla vita, o sulla ipotetica morte che nel suo caso era

so in tutto il mondo, e questo suo modo di personalizzare

possibile anche per la minima complicazione post intervento.

il proprio corpo ha fatto parlare tantissimo i tabloid e lo ha

Decise quindi di scappare via di casa e di vivere alla gior-

condotto alla fama. Personalizzando il suo corpo si è messo

nata, dormendo alcune volte sotto un ponte; quad o compì

al centro dei riflettori.

19 anni decise di iniziare con i tatuaggi, scegliendo di far assomigliare il suo corpo ad un cadavere in decomposizione, per questo motivo assunse il soprannome di “Zombie Boy”. Iniziò a lavorare in un circo di stile underground, facendo numerosi show, poté completare i suoi tatuaggi che ormai divennero un unico tatuaggio che ricopre tutto il suo corpo. La sua fama data dai suoi tatuaggi attira l’attenzione di Nicola Formichetti, lo stilista personale di Lady Gaga nonché direttore artistico del marchio francese “Mugler”, che un giorno sfogliava una rivista a caccia di nuove tendenze, vedendo la foto di Rick ne rimane affascinato, e decide di informarsi di più sul suo conto. Una settimana dopo, Formichetti vola a Montreal per incontrare lo “Zombie Boy”, e decide di invitarlo come modello alla sfilata di “Mugler” a Pargi, nel autunno 2011. La sfilata riscuote un successo clamoroso, il pubblico è in delirio durante l’uscita in passerella di Rick; in seguito

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UNICITÀ E PERFORMANCE La necessità di essere unici è molto frequente anche nella forma d’arte della performance; è comune fra gli artisti fare degli show, per mostrare al pubblico il loro intento e cosa vogliono rappresentare; si tratta di una forma d’arte nella quale gli artisti usano il proprio corpo come forma di espressione. Solitamente le performance arts, nascono come denuncia a un problema della società, ma da sempre i problemi che vengono denunciati non riguardano solo il sociale, ma bensì il singolo individuo, che si mette a nudo, e si racconta per ciò che è con tutti i suoi disagi e modi di essere. La volontà di essere unici e speciali, è un bisogno insoddisfatto di molti artisti, che ricorrono ai mezzo alloro disposizione, e si danno da fare per raccontarci il motivo del loro problema, che spesso rimane sconosciuto, ma è ben visibile nei loro comportamenti, e nelle loro arti. Il compito che hanno loro è proprio questo, cioè esprimere sentimenti, nei quali gli esseri umani si rispecchiano, vediamo alcuni esempi.

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YAYOI KUSAMA

Yayoi Kusama è un’artista giapponese, nata nel 1929 a Matsu-

nascono dal suo interno e si moltiplicavano assorbendo tutto

moto, città che lascerà per andare a New York con la ferma

e intrappolandola in una rete infinita che si ripete, questo ha

convinzione di diventare un’artista.

dato vita ad una delle sue opere più importanti, le “Infinity

E’ nota a livello mondiale come “la sacerdotessa dei pois”, la

Rooms” stanze fatte di specchi o altre superfici riflettenti, che

sua fama è legata alle “Infinity Nets”, opere intessute di reti

esasperano la percezione dello spettatore, proiettandolo fuori

che si allargano all’infinito in un enorme pattern che si ripete

dal tempo e dallo spazio. Yayoi Kusama è nota anche per altre

subendo delle variazioni cromatiche. «Quanto era profondo

opere, come le “Soft Sculptures” che sono dovute all’attrazio-

il mistero dell’infinito oltre lo spazio?», si era chiesta l’artista,

ne-repulsione nei confronti dell’educazione sessuale che le fu

«Sulla base di questa percezione volevo osservare la mia vita,

impartita quando era una bambina. L’intento della sua arte

la vita di una goccia d’acqua. Una goccia d’acqua in mezzo

è quello di condurre un’indagine sul concetto di come l’es-

a milioni. Il candido nulla di una rete tenuta insieme da un

sere umano percepisce l’infinito e il cosmo, e i kaleidosco-

corpo celeste di gocce, che avrebbe cancellato me, gli altri e

pici pattern a pois rappresentano l’annullamento dell’essere

l’intero universo».

in uno spazio finito. L’artista è affetta dalla sindrome della

Ma quale è il suo pensiero artistico? Cosa ha portato la Ku-

depersonalizzazione, una malattia mentale che comporta l’e-

sama ad approdare a questa forma d’arte? La risposta non è

sperienza della perdita della personalità, dovuta a un rifiuto

semplice, ma è noto che la sua arte è intrisa di ansie, angosce

che il sistema nervoso degli esseri umani mette in atto per

e paure; scavando nella sua vita passata troviamo la chiave del

annullare la realtà quando causa troppa sofferenza, si tratta

suo percorso artistico. Fin da piccola Yayoi soffre di disturbi

di un meccanismo di autodifesa, che la costringe dal 1977 a

ossessivo-compulsivi e allucinazioni plurime, che sono dovu-

risiedere nell’ospedale psichiatrico di Seiwa per continuare a

te a delle violenze domestiche subite quando non era ancora

realizzare la su arte.

adolescente. Ella stessa raccontò in un’intervista, che durante una crisi, all’età di 12 anni, dovuta ai suoi problemi psicologici accadde che il motivo a fiori rossi di una tovaglia da tavola, cominciò a riprodursi all’infinito nella stanza fino ad assorbire e rivestire tutto ciò che ci fosse intorno; ciò le dava la sensazione di essere “annullata”, cancellata, lei stessa e la realtà che la circondava. La Kusama sostiene che queste particelle

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LA PERFORMANCE Quando si parla di performance (in inglese, performing arts),

tratta di qualcosa di unico e non vendibile per una collezione,

si fa riferimento a forme espressive in cui l’artista “agisce” e

come invece accade per le arti visive. Molti artisti degli anni

si esprime usando il proprio corpo, il proprio viso, la propria

70 decidono di usare come motivo delle loro performance il

presenza.; le performance si differenziano quindi da tutte

sociale e si fanno portavoce delle minoranze, denunciando e

quelle forme d’arte in cui l’artista realizza oggetti o compo-

raccontando i fatti attraverso loro stessi; spesso si tratta anche

ne testi scritti che non vengono immediatamente tradotti in

di mettere a nudo situazioni considerate “tabù” e “fastidiose”

comportamenti reali. Essa nasce come volontà da parte degli

da vedere, mettendosi al centro dell’attenzione facendo cono-

artisti di incontrare il pubblico e raccontare o denunciare un

scere e confrontandosi con il pubblico.

qualcosa attraverso loro stessi a volte in maniera improvvisata, composta in ogni minimo particolare e a volte prevede l’interazione con il pubblico. A partire dagli anni Settanta è entrato in uso il termine “Performance Art” per indicare un ambito più ristretto di pratiche performative adottate da artisti dediti a forme di ricerca e sperimentazione, nonostante gli storici collocano la nascita delle performance all’inizio del ventesimo secolo, quando i poeti dadaisti esprimevano le loro poesie in modo non convenzionale e del tutto inusuale. Oggi il termine intende più svariati tipi di espressioni artistiche: dalle installazioni interattive nei musei enelle gallerie alle esibizioni multimediali dei Dj nei club. La performing art si sviluppa quando gli artisti decidono di sperimentare, uscendo dalle gallerie e portando la loro arte nelle piazze, nelle strade e nei giardini, usando come forma d’arte proprio loro stessi e il loro corpo, senza richiedere il pagamento di un biglietto o qualunque altra cosa riguardasse la mercificazione dell’arte stessa. La forza delle performance sta nel fatto che si

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FRANKO B

Un artista chiave di queste tendenza, volta a diversificarsi è

come protesta e ribellione, in quanto lui da ragazzo era un

Franko B, artista di “Body Art” inglese di origini italiane, ce-

“Punk” interventista e spesso era preso di mira dalle forze

lebre in tutto il mondo per le sue performance, che sono il

dell’ordine da molti altri giovani che lo picchiavano fino a la-

risultato della sua insoddisfazione personale, riguardo il suo

sciarlo sulla strada privo di sensi e in un lago di sangue. Ma

aspetto fisico; per tale motivo nelle sue performance percorre

Franko B non è solo questo, in una recente intervista rilascia-

una lunga passerella, sfilando in un lungo tappeto di coto-

ta alla rivista “Rolling Stone” si “lamenta” del fatto che tutti si

ne bianco, con le vene tagliate, e lasciando scorrere il sangue

ricordino di lui per le sue prime forme d’arte e per le - come

lungo il suo corpo nudo, la sua performance termina quando

le chiamerebbe lui - “Passerelle”; afferma di essersi evoluto e

il suo corpo non resiste più a tale sofferenza che cade a terra

di aver cambiato la sua visione del mondo e della vita, ha ab-

privo di sensi, lasciando gli spettatori letteralmente a bocca

bandonato le idee interventiste e rivoluzionarie, affermando

aperta. Il motivo delle performance di Franko B è dovuto ad

che la sua arte era ed è sempre basata sull’Amore, perciò ora

una depressione interiore che lo rende insoddisfatto del suo

ha deciso di dedicarsi alla poesia, esprimendo la vulnerabili-

aspetto fisico, ciò lo ha portato a voler ottenere l’attenzione

tà dell’uomo in dipinti ricamati sulla tela d un filo rosso, ch

di tutti, sfilando nella sua passerella di sangue, da subito ha

espesso ritraggono giovani, entrambi di sesso maschile, che si

sfruttato l’occasione, rivelandosi stilista, perché il lungo tes-

preparano alla lotta, o che combattono, o che si baciano e così

suto di cotone insanguinato, che resta dalle sue performance,

via. Franko B ha subito innumerevoli ingiustizie e violenze

viene tagliato e cucito, in modo da creare un abito, che non

nella sua gioventù e non solo, e ha scelto l’arte come metodo

potrebbe essere più unico e personalizzato di così, il quale

per raccontarle al pubblico.

viene venduto all’asta ad accaniti compratori.E’ interessante come la sua convinzione mentale e il suo modo di non accettare se stesso e il suo corpo, lo abbiano portato a trovare la sua strada nel mondo dell’arte, grazie alla quale riesce ad esprimersi mettendosi ugualmente in mostra, non sentendosi, invece, accettato dall’umanità come un “semplice” essere umano. Egli ritiene di essere sfortunato a non essere nato bello e perfetto in un mondo dove per diventare famosi è richiesta la bellezza e la perfezione. La sua forma d’arte nasce

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LA MODIFICAZIONE CORPOREA La modificazione corporea consiste in un insieme di pratiche

volersi distinguere ed evidenziare la propria appartenenza ad

atte ad alterare deliberatamente il corpo umano senza che vi

un gruppo, nella denuncia contro la società, nel bisogno di

sia alcuna ragione medica. Si tratta di una forma d’arte uni-

essere alternativi provocando stupore e ammirazione e così

versale praticata da migliaia di anni per fini sessuali, come

via. La sponsorizzazione di tali usi è data anche dai program-

rito di passaggio, per ragioni estetiche, per indicare appar-

mi televisivi come “Dottor Botox” che inneggia alla chirurgia

tenenza, fiducia e lealtà, per motivi religiosi, a scopo di pro-

estetica come unica soluzione di riscattare il proprio corpo

vocazione o per esprimere se stessi. Alcune forme di modifi-

verso la società, sentendosi dunque accettati e perfettamente

cazione corporea, che nella sua accezione più ampia include

conformi al canone di bellezza oggi presente.

anche la chirurgia estetica, sono considerate ormai, ordinarie

I praticanti di questo genere di alterazioni hanno in se, spes-

e “normali”, come ad esempio il piercing all’orecchio o al rito

so, un innato bisogno di voler sentire il dolore causato da

della circoncisione; tutavia esistono delle modifiche fatte al

queste modifiche sottocutanee, il che non è da considerarsi

proprio corpo, di genere “invasivo” ovvero modifiche che

patologico, ma semplicemente un modo diverso di vedere

prevedono l’uso della chirurgia, o dovrebbero prevederlo.

il prorpio corpo, secondo le ricerche la “body modification”

Questa pratica ha origini antichissime, che si fondano sulla

esprime una padronanza totale del proprio corpo, come se

costruzione di quel senso di appartenenza e di identità tipico

ci fosse un tuttuno fra esso e l’anima, tale da far si che ven-

delle società tribali, che spesso ricorrono alla modificazione

ga provato piacere e non sofferenza. Nel panorama artistico

corporea per ragioni religiose, matrimoniali e propiziatorie;

mondiale, esistono vari artisti che hanno deciso di pratica-

ciò significa dunque che ci sono delle ragioni che sono note

re la modificazione corporea, nella loro continua ricerca dei

esclusivamente alle persone che vivono in questo tipo di si-

perchè.

tuazioni, in tribù e che ragionano secondo questo culto, totalmente sconosciuto alla società occidentale. E’ diventato di uso quasi comune, trasformare queste scelte tribali, in mode occidentali, infatti sentiamo spesso dire che il corpo è solo un guscio che non sempre rappresenta i sentimenti che si provano e perciò si tende a modificarlo. Ciò accade in ambiti molto vari: nella continua ricerca della giovinezza e del mantenere il corpo sempre bello come quando si è giovani, nel

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ORLAN

Nata in Francia il 30 maggio 1947, è stata ed è tutt’oggi una

Da alcuni anni la sua aspirazione oltre la popolarità e la per-

performer importantissima dagli anni 80-90.

fezione, è diventata l’unicità, come accade in un suo recente

Attraverso l’uso della chirurgia plastica esplora le ideologie

spettacolo: ‘The Sacrificial Body of Orlan’, nel quale rimette

occidentali di bellezza, di identità e di corpo; per fare da tra-

in discussione i canoni di bellezza comuni, alterandoli tanto

mite nell’esplorazione di queste ideologie ella sceglie la “body

da farli diventare grotteschi, perciò personalizza il suo corpo

modification”.

facendosi impiantare delle placche sotto cutanee, tipiche del-

Nei suoi primi anni di attività artistica, Orlan rimane af-

la “body modification”, rendosi così unica sotto ogni aspetto.

fascinata dalle opere d’arte in particolare di artisti di sesso maschile, iniziando a fantasticare e desiderare di voler somigliare ai canoni antichi di bellezza. In seguito ad un intervento chirurgico subito, nel quale erroneamente l’anestesia non ebbe effetto, ella scopre il piacere di essere perfettamente cosciente durante questo tipo di procedimenti. Così nacque la sua passione, passione che ella ha nel voler raggiungere un’ideale di bellezza universale, infatti si sottopone alla chirurgia estetica per avere la fronte della Gioconda di Leonardo, il mento della Venere fra le onde, le labbra di Europa (François Boucher) e il naso di Psyche. In seguito inizia ad occuparsi di performance artistiche, una delle più innovative e note è “The Reincarnation of Saint-Orlan”, nella quale si “esibisce” in nove interventi chirurgici estetici, ciascuno attinente ad un tema particolare che si articola attraverso una serie di testi letterari, il tutto ripreso da dei cameramen, e rigorosamente senza anestesia. Orlan nella sua arte si occupa di femminismo e relazione con il corpo femminile, dando tutto il suo sostegno alla chirurgia plastica e al rispetto dei canoni predisposti di bellezza.

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UNICITÀ E DESIGN I designers, come architetti, arredatori, architetti di interni, costruttori e cosÏ via, hanno sempre lasciato una traccia nella storia, che li contraddistingue e rende unici. Un architetto in ogni costruzione ed edificio che innalza, lascia sempre una parte di se; infatti al primo sguardo spesso, riconosciamo lo stile, e l’autore. E’ molto comune che gli architetti vogliano essere i protagonisti assoluti delle loro opere, che sono sempre frutto del loro studio e della loro cultura, essi si fanno strada e trovano il loro spazio nella grande cerchia di designers che hanno fatto e che continuano a fare la storia.

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L’ARREDAMENTO Fino a qualche anno fa l’arredamento d’interni era di compe-

dosi spesso a dover fronteggiare le esigenze dei clienti, deve

tenza dei venditori di mobili e dei loro commessi, era dunque

avere la capacità di lavorare insieme ad altre figure (come

a fin di vendita. Da qualche anno ha preso il via, però, una

muratori, falegnami e ingegneri) per realizzare un progetto

figura specializzata, l’architetto d’interni, che ha lo scopo di

che alla fine sia fattibile in termini di concretezza e comodità

consigliare il cliente nell’acquisto e nella disposizione degli

e soprattutto deve essere capace di inserirvi il suo tratto di-

interni d’arredo. Questa figura professionale era già presen-

stintivo di artista, così da rendere unico il suo operato.

te sul mercato, anche se nasceva fondamentalmente dall’esperienza sul campo e da un innato senso del buongusto, ma oggi la situazione del design di interni è sensibilmente diversa. Arredare significa progettare spazi interni chiusi in relazione ad oggetti di uso comune e non, questa professione si estende in tutti i generi di edifici, dalle case ai negozi, dai ristoranti agli hotel. Contrariamente a ciò che sembra, “l’interior designer” non è da confondere con uno “stilista” di interni, ma anzi, egli pone molta attenzione nell’usabilità e comodità degli arredi, quindi in aspetti prettamente pratici; ad esempio si preoccupa che i mobili siano della giusta dimensione, che siano rispettati gli spazi di passaggio, che gli arredi siano disposti in modo comodo e funzionale, che i materiali e le tecnologie siano di buona qualità, che ci sia una buona insonorizzazione, un buon rapporto fra consumi energetici e comfort e che tutto l’ambiente sia in armonico, e sia ben suddiviso ed equilibrato tra spazi pieni e vuoti. Avere fantasia e buongusto non bastano, progettare interni richiede anche altre caratteristiche, come ad esempio il saper disegnare, ma non solo, un interior designer deve avere la capacità di migliorare l’ambiente su cui deve lavorare e, trovan-

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KARIM RASHID

Membro importante dell’unicità data dal design, è Karim

vestimento di un capitale, dall’azione di marketing, dalla fa-

Rashid nato nel 1960 in Egitto ma visse in Canada, per la

cilità di produzionee la capacita’ di distribuzione, il valore

precisione ha intrapreso i suoi studi di design alla “Carleton

di servizio, la qualità, le istanze ecologiche e la sostenibilità.

University” di Ottawa, nella quale conseguì il diploma di “In-

Questo insieme forma il nostro spazio fisico, la nostra visione

dustrial Design” nel 1982. In seguito continua a studiare in

della vita e in definitiva anche i nostri oggetti. Queste costru-

Italia, sia a Napoli che a Milano, e quando ritorna in Canada

zioni producono, a loro volta, affari, identità, marca e valore.

collabora con una società di industrial designers chiamata

Tutto ciò, per l’artista Rashid diventa quindi “l’affare della

Kan e fonda la sua prima società “Babel Inc. and North Stu-

bellezza”, anzi, ‘’ogni affare dovrebbe avere a cuore la bellez-

dio”. Si trasferì a New York e debutto come designer avendo

za, che molto spesso e’ un vero e proprio bisogno collettivo”.

clienti molto importanti da Yves Saint Laurent a Yahoo; dalla

Ecco che per Karim il design diventa il demiurgo culturale

seconda metà degli anni 80 fino ad oggi vinse innumerevo-

del nostro mondo, capace di offrire alla gente la possibilità

li premi molto importanti e riconosciuti a livello mondiale,

di ‘’partecipare al mondo contemporaneo, liberandosi dalla

partecipando anche egli stesso come giurato in manifestazio-

nostalgia, dalle tradizioni antiquate, dai vecchi rituali, dal ki-

ni internazionali.

tch e dall’insignificanza’’. In fondo, secondo Rashid ‘’ noi tutti

E’ stato per 10 anni docente di Design Industriale presso la

dovremmo essere consapevoli che se la natura umana ci por-

“University of Arts di Philadelphia” ed è stato e tutt’ora è,

ta a vivere nel passato, per cambiare il mondo, e’ necessario

molto attivo giornalisticamente parlando in alcune riviste di

cambiare la natura umana “. Ciò rende il suo modo di vedere

design. Rashid ha un’idea molto funzionale del design, e che

il design totalmente differente da come è visto da un essere

ricorda, con le dovute cautele, quella vecchia scuola cono-

umano normale, questo è proprio ciò che fa di lui un’artista.

sciuta come Bauhaus! La sua filosofia è quella di un “design democratico”, capace di permettere a tutti l’accesso a un’esperienza unica. Il genio di Rashid muove dalla riflessione della società contemporanea caratterizzata da una miscela composta dall’esperienza umana, dai comportamenti sociali, dalle istanze economiche e politiche globali, all’interazione mentale e fisica, fino ad un profondo desiderio di cultura e da una serie di sfumature oggi fondamentali e rappresentate dall’in-

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IRIS APFEL

Un interessante punto di incrocio tra la moda e il design è si-

ne essere unici grazie ad uno stile nel vestirsi e nel modo di

curamente Iris Apfel nata nel 1921, la novantaduenne signora

pensare, ciò che Iris ha fatto è personalizzare se stessa e ren-

di origini russe, è una designer di interni, con la passione per

dersi talmente unica e insostituibile da diventare conosciuta

lo stile e la moda, che le fu trasmessa dalla madre si da quan-

in tutto il mondo.

do era bambina; è diventata famosa in tutto il mondo per il suo stile estroso nel vestire, caratterizzato sempre da rossetto rosso e occhiali da vista giganteschi. La passione della madre per i gioielli, la ha portata piano piano a creare un suo stile vero e proprio, che accompagnato dai suoi studi di storia dell’arte, la porterà a viaggiare in tutto il mondo, delineando attraverso le varie culture il suo stile e gusto personale, ma il suo talento come designer la riporta in America dove mette in piedi un’impresa tessile insieme al marito. In seguito la sua più grande passione, l’interior design, farà si che ella possa arredare la casa bianca per ben 9 presidenti degli Stati Uniti. E’ diventata famosa e unica in tutto il mondo per il suo stile, è considerata la pioniera dello stile etnico mescolato a capi di haute couture e vestiti trovati nei mercatini, tanto che nel 2005 i grandi della moda le dedicano una mostra al Metropolitan Museum of Art di New York, nella quale espongono per la prima volta tutti i suoi look più famosi e personalizzati dalla sua passione per le stampe e i pattern; nonostante ella non faccia parte del Fashion System, è stata capace di dettare leggi in materia di gusto estetico. E’ un caso molto interessante, perché non è una cosa comu-

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CAPITOLO 2 La fase due della ricerca da me compiuta comprende dei testi relativi ad un altro tipo di unicità, rispetto a quella vista nel capitolo precedente, infatti qui troverete contenuti relativi all’unicità di tipo genetico, ossia quella naturale. Inoltre verrà analizzato il comportamento, o meglio il fenomeno dei “target”, l’appartenenza ad un gruppo di persone i problemi che ne scaturiscono e così via. Infine, al termine di questo capitolo verranno presi in considerazione tre casi studio, di tre diverse categorie di prodotti, verrà spiegato il loro rapporto con l’unicità vera e propria e verrà raccontata la motivazione che ha fatto scatuire da delle menti geniali e inclini alla vendita, l’ideazione di questi tre prodotti, così vicini alle necessità delle persone, e soprattutto la stupefacente vicenda di tempi di ideazione molto vicini anche se in campi totalmente differenti fra loro.

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UNICITÀ GENETICA “It’s good to know where you come from. It makes you what you are today. It’s DNA, it’s in your blood. Alexander McQueen

Charles Darwin nella sua opera “L’origine dell’uomo” disse

zionerebbe il tutto se l’unicità fosse proprio quello che la na-

“L’uomo nella sua arroganza si crede un’opera grande, me-

tura ci fornisce? Ognuno di noi viene al mondo con i propri

ritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più

connotati che lo contraddistinguono e lo rendono speciale

giusto considerarlo discendente degli animali.” Con questa

nel suo essere, si può dunque parlare di un unicità di tipo ge-

citazione Darwin alludeva oltre alla discendenza dal regno

netico, ovvero l’unicità che è la risultante della combinazione

animale, alla visione antropocentrica che l’uomo ha di se

di cromosomi donati da ognuno dei due genitori: colore dei

stesso e alla superiorità intrisa nel pensiero dello stesso. Egli

capelli, della pelle, degli occhi, forma del viso della bocca e

è considerato il maggior esponente ad aver parlato di evo-

così via. Essere se stessi potrebbe voler comprendere anche

luzione della specie; a grandi linee sosteneva che le specie

il voler modificare il proprio corpo, ma quando si parla di

animali che sopravvivevano erano quelle che si adattavano e

unicità genetica, la situazione è diversa, nascere in un modo

per ciò si intende adattamento a stili di vita estremi, al cibo,

è una cosa che non si sceglie, come invece si può scegliere di

al freddo, all’acqua e così via; gli animali per far ciò avevano

fare un tatuaggio, la genetica ci viene imposta sin dall’inizio.

dunque bisogno di cambiare gradualmente con l’evoluzione

Nella società odierna per differenziarsi dalla massa è “neces-

e le generazioni, parti del loro corpo per andare incontro ai

sario” mantenere i propri connotati e caratteri genetici, per-

bisogni che gli venivano “richiesti” dalla natura che li ospita.

chè solo quelli sono in grado di garantire la nostra specialità

Nel regno animale dunque si cambia per vivere, e nel regno

nel mondo. Per esempio molte celebrità prendono alla lettera

umano come funziona?

questo modo di fare, tra le tante possiamo citare Madonna, la

Gli esseri umani con gli anni hanno maturato degli stereotipi

cantante italo-americana, che nei lunghi anni di carriera non

a cui aspirate, come già analizzato, essi desiderano somigliare

ha mai modificato o “corretto” il diastema fra i due incisivi,

ai propri idoli, cambiare il loro corpo e renderlo unico, con

ciò la rende diversa in una società dove i denti devono esse-

tatuaggi, piercing e spesso ricorrendo alla chirurgia estetica;

re perfetti, ciò non toglie che comunque ella abbia usufruito

mentre cercano di adattarsi alla natura, in questo caso “urba-

delle sempre più moderne tecniche per mantenere il proprio

na” seguendo dei target, e vestendo in un modo simile a chi

corpo giovane e allenato, ma comunque mantenendo i propri

gli sta intorno, per sopravvivere alla dura legge di selezione

connotati originali, dando soltanto una “rinfrescata” qua e la.

naturale, basata sul conformismo, essi quindi sono “costretti”

Lo stesso non si può dire della cantante di origini indiane

a destreggiarsi in questo mondo sempre più critico e in una

(d’America), Cher, che quasi come la già citata Orlan, ha de-

società che richiede sempre di più l’unicità. Ma come fun-

ciso di alterare completamente il proprio corpo, perdendo il

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suo aspetto originale e diventando irriconoscibile agli occhi

vamente per i nostri geni, ma soprattutto per come ssi vengo-

del pubblico. L’unicità dei geni dettata dal nostro DNA è lo

no regolati, dunque di come sono disposti nella sequenza di

strumento più prezioso se al giorno d’oggi ci preme il fatto

DNA. Alla domanda “cosa ci rende davvero unici?” la rispo-

di voler essere unici almeno sotto l’aspetto fisico, perchè nes-

sta esatta non la si può dare, o meglio una risposta univer-

suna chirurgia estetica, nessun tatuaggio e così via potrà mai

sale, che vada d’accordo con la scienza e con l’antropologia,

renderci diversi da nessun altro soprattutto, se le usanze che

scientificamente parlando il DNA detta la nostra unicità dei

prima erano speciali sono diventate all’ordine del giorno. Il

caratteri, ma interviene poi il modo di essere, di vestire e di

DNA è stato scoperto nel 1869 da Friedrich Miescher, biochi-

decidere, perchè questi fattori non sono scritti nel corredo

mico svizzero, ma a spiegarne il funzionamento e illustrarne

cromosomico, ma sono fattori dovuti esclusivamente all’a-

il modello furono gli scienziati Watson e Crick, che presenta-

spetto esteriore di noi stessi. Un’artista poliedrica dello sce-

rono nella rivista “Nature” il modello a doppia elica che com-

nario italiano, si è espressa a tal proposito, Sabina Guzzanti

pone la molecola microscopica del DNA era la seconda metà

disse: “Cosa ci rende unici non è certamente la condizione di

del 1900. L’acido desossiribonucleico è stato una scoperta fat-

nascita né lo stato sociale né quello che comunemente si ritie-

ta in anni “recenti” e fino ad allora rimase totalmente scono-

ne sia il sapere. L’identità è data dal coraggio di essere quello

sciuto e non venne mai capito il motivo dell’unicità umana.

che si è e dal rispetto profondo per la propria vita e dal giusto

I progessi vennero fatti molti anni dopo, nel 2001 quando si

valore che le diamo. E allo stesso tempo l’identità è l’unica

parlò per la prima volta di “sequenziazione del genoma uma-

vera fonte di potere degli esseri umani. Solo se si ha un’iden-

no” cioè la determinazione dell’ordine dei diversi nucleotidi

tità si può cambiare il mondo, apprezzare la vita, capire cos’è.”

che costituiscono l’acido nucleico. In poche parole il DNA è

In conclusione potremo paragonare l’essere unici ad un enor-

composto da delle sequenze dalle quali derivano tutte le in-

me caleidoscopio, all’interno del quale troveremo tanti “pez-

formazioni genetiche del nostro organismo.

zetti” che mischiandosi formano disegni diversi, quindi ciò

In quegli anni innumerevoli furono gli scenziati che si ado-

che ci rende uniche sarebbe l’insieme delle nostre sfaccetta-

perarono per riuscire ad isolare il gene “dell’unicità”, cioè quel

ture, molte di esse simili a quelle di altri, ma tuttavia diverse

gene che avrebbe reso unico e diverso dagli altri ogni singolo

perchè mai combinate allo stesso modo; ognuno di noi vede

essere umano; finchè le menti più brillanti dell’università di

in se stesso un’aspetto speciale, ma siamo sicuri che quello

Yale e dell’European Molecular Biology Laboratory, hanno

che noi pensiamo tale lo sia per tutti gli altri, e che non dipen-

compreso che noi differiamo gli uni dagli altri non esclusi-

da, invece, da come gli altri ci percepiscono?

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TARGET

Spesso accade che un individuo con i propri interessi, usi e

Nella cultura occidentale essere una vittima è una posizione

costumi, tenda ad accettare solo la compagnia di altri esseri

che conferisce valore e significato, in seguito alla guerra av-

umani con interessi uguali o simili ai propri, questo è il feno-

venì lo sviluppo della cultura giovanile e il loro avvicinarsi e

meno dei “Target”.

identificarsi con i gruppi di vittime, il primo esempio citabile

Gli uomini tendono a targettizzare, cioè a porre delle etichet-

è quello sicuramente che riguarda i neri d’America, ai quali i

te sulle altre persone, questo fatto è molto comune nella fase

gruppi di giovani occidentali si sono talmente avvicinati da

determinante della crescita, l’adolescenza, cioè quel periodo

inserirsi nella loro cultura, portando il genere Jazz in occi-

della vita delle persone che segna il passaggio dall’età infantile

dente e in tempi più recenti la musica Hip-Hop.

a quella adulta, ed è solitamente caratterizzato da una volontà

E’ interessante soffermarsi sul fatto riguardante la shoah e di

di autonomia e ribellione, verso i propri genitori e il mon-

come i gruppi di giovani non si siano mai avvicinati alla cul-

do degli adulti in generale. Di solito gli adolescenti tendono

tura di quelle che dovrebbero essere le vittime per eccellenza,

a chiudersi nel proprio mondo fantastico e incompreso da

gli ebrei, che subirono innumerevoli ingiustizie nel corso del-

tutti; tendono a creare dei gruppi, che sono caratterizzati da

la guerra; ciò è dovuto al fatto che Israele è percepito come

interessi comuni, ma anche da modi di pensare e di agire pro-

stato autoritario e vittimizzatore per eccellenza, al quale si

pri di quella cerchia, che comprendono il modo di parlare, di

affianca anche l’America, ma il potere che l’america esercita

pensare, e di vestire. Il fenomeno dei target è proprio questo,

sui giovani è molto più forte rispetto al potere che potrebbe

ovvero la divisione di persone in diversi gruppi, alla quale

esercitare un qualunque altro stato del mondo. Molte culture

non si può far parte se non si hanno quei necessari requisiti.

giovanili provengono proprio dagli Stati Uniti e sono giunte

E’ opportuno fare delle precisazioniriguardanti i “gruppi” nei

oltre mare raggiungendo l’Europa; la maggiorparte di questi

giovani; storicamente parlando nel dopo guerra quindi nella

movimenti giovanili non sono positivi, o meglio non espri-

seconda parte del XX secolo, si sviluppa quella che in antro-

mono uno stile di vita salutare, ma in molti casi mirano alla

pologia e sociologia viene chiamata “cultura giovanile”; essa

autodistruzione e sono in continua evoluzione, esse fanno

si sviluppa dopo la seconda guerra mondiale, ed è particolar-

uso di particolari stereotipi che riguardano la musica, il tipo

mente presente nella parte occidentale del modo: si tratta di

di vestiario, i rapporti interpersonali e lo stile di vita. Negli

un comportamento che nasce dalla presa di coscienza sul fat-

anni 60, si diffonde in tutto il mondo la parola “Hippie”. In

to che ogni vittima venga privilegiata in quanto tale, questo

italiano erano i così detti figli dei fiori e si tratta di un movi-

comportamento è anche detto “cultura vittimista”.

mento giovanile, iniziato negli stati uniti, e in breve tempo

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diffuso in tutto il mondo; si sviluppa inizialmente, per via del

e si rispecchiano nei loro idoli, che sembrano gli unici a capi-

genere musicale, il rock psichedelico, che più avanti delinea

re il loro mondo fantastico di adolescenti.

dei valori morali nelle persone che si riconoscevano in que-

Questi giovani, scoprono un mondo popolato solo da loro

sto stile, facendo diventare l’essere Hippie una vera e propria

stessi, in quanto componenti del proprio gruppo, all’interno

filosofia di vita.

del quale si sentono invincibili, e non ammettono nessuno

Essi sostenevano la rivoluzione sessuale, e l’uso di stupefa-

che sia diverso dalla loro filosofia.

centi, al fine di allargare le loro vedute, in fatto di coscienza,

Proprio in quegli anni si afferma come stilista per eccellenza

in faccio ciò in cui gli Hippie credevano, e credono, era la

del genere punk, Vivienne Westwood, che rende lo stile punk

ricerca della totale libertà. La moda e i valori hippie hanno

indossabile da tutti; la stilista ha l’intuizione geniale, di ande-

avuto un notevole impatto sulla cultura, influenzando la mu-

re incontro alla tendenza del momento, ed è da li che ottiene

sica popolare, la televisione, il cinema, la letteratura e l’arte

la sua fortuna, fa diventare possibile ciò che per i non punk

in generale. Dagli anni sessanta molti aspetti della cultura

era impossibile, cioè vestirsi in modo stravagante e totalmen-

hippie sono diventati di comune dominio. Lo stile nell’abbi-

te fuori dagli schemi dell’ordinaio.

gliamento hippie è caratterizzato da indumenti colorati e vivaci, corone di fiori sulle teste, e jeans decorati a mano. Negli anni ‘70 e ‘80 in Inghilterra si sviluppa lo stile “Punk”, esso nasce come genere musicale, caratteristico dei gruppi famosi in quegli anni, poco più tardi si sviluppò l’ideologia punk, da molti vista come negativa, perché di impronta anarchica, e anti-politica. Spesso i punk furono protagonisti di episodi di violenza, e ciò non contribuì di certo a mettere in buona luce il movimento in corso. La loro moda era ed è caratterizzata da abiti usurati, che comprendono pelle, eco-pelle, catene, jeans neri, anfibi borchiati, colori di capelli vivaci, tatuaggi e piercing su tutto il corpo. La cultura punk trova terreno fertile proprio fra i giovani adolescenti, che si sentono compresi dalle canzoni di artisti come “The Ramones” e i “Sex Pistols”,

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CAPITOLO 3 Il terzo capitolo si discosta nettamente dagli altri analizzati, infatti contiene informazioni di ricerca relative alla tecnologia, precisamente alle nuove tecnologie, quelle che sono state capaci in poco tempo di segnare la storia dell’evoluzione tecnologica, con delle invenzioni entrate a far parte dell’uso comune. Verrà inoltre analizzata l’arte generativa, verrà brevemente spiegato il suo funzionamento e meccanismo, grazie soprattutto all’aiuto dei due unici casi studio presenti nel capitolo, uno è il capostipite di essa, Celestino Soddu, e il secondo caso studio è il software per eccellenza della “Generative Art”, “Processing” il programma open source, che è stato in grado di cambiare le regole di vari campi, dalla grafica al video, dai diagrammi alla musica, con l’aiuto basilare della matematica.

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NUOVE TECNOLOGIE Any sufficiently advanced technology is indistinguishable from magic. Arthur C. Clarke

L’argomento “Nuove Teconologie” è sicuramente uno dei più

sono in qualche modo secondarie ma che sono loro a dettare

vasti, perché esso concerne tutte le tecnologie “nuove” che

il vero progresso nelle società mondiali.

hanno migliorato la vita, cambiato le abitudini ed evoluto

I progressi tecnologici oggi si hanno in vari campi scientifici e

il comportamento degli esseri viventi e dell’ambiente che li

non, a partire proprio dalla scienza, della quale ultimamente

ospita.

ha fatto discutere “la corrente che attiva il cervello” secondo

Storicamente ci sono state importanti evoluzioni e creazio-

cui il cervello verrebbe stimolato grazie alla stimolazione tra-

ni che hanno cambiato e forse determinato il naturale corso

mite delle piccole scosse elettriche, riuscendo ad aumentare

della vita, basti pensare alla scoperta e controllo del fuoco,

la concentrazione fino all’inverosimile, è stato testato diret-

durante il Paleolitico, ben circa 2,5 milioni di anni fa, all’in-

tamente sugli esseri umani ai quali veniva chiesto di ripetere

troduzione dei primi strumenti in pietra da parte di diverse

le sequenze di colori esattamente nello stesso ordine in cui lo

specie di ominidi; tutto ciò è tecnologia alla fase uno, cioè al

svolgeva in maniera random il software, un semplice gioco

suo stadio iniziale, saltando millenni altre evoluzioni ad aver

di memoria visiva che ha evidenziato una spettacolare diffe-

cambiato la vita umana sono state sicuramente le invenzioni

renza fra coloro che avevano subito il trattamento e chi non.

edilizie quando nascevano le prime tribù che si evolveranno

Le nuove tecnologie sono inevitabilmente più rivolte al setto-

successivamente in società, fino ad arrivare ai “comfort” quali

re Hi-Tech, da qualche anno a questa parte si parla di stam-

il telefono, la radio le automobili e così via.

pante 3D, di cosa si tratta?

Tutto ciò ha comportato un grande impiego di energie non

La stampa 3D è un metodo di stampa che veniva prima utiliz-

solo umane ma prevalentemente naturali, che hanno causato

zato per la prototipazione di oggettivistica da parte di grosse

la cosiddetta “apertura del vaso di Pandora” perché la curiosi-

aziende, e ora è entrata a far parte dell’uso comune. Si tratta

tà e lo spingersi oltre ciò che si conosce comporta sempre dei

di una vera e propria stampante che non si limita a riprodur-

rischi, ma dove sarebbe ora l’umanità se non fosse stato per

re su un foglio un testo o una foto, ma lo ricrea in manie-

la curiosità umana? Nel 1969 alle 20:18 Neil Armstrong fu il

ra tridimensionale, tramite il riscaldamento di una speciale

primo essere umano a mettere piede sulla superficie lunare,

plastica, che può essere anche riciclata, letteralmente stampa

segnando un epoca storica, come epoca del progresso e della

l’oggetto partendo dalla base fino alla superficie, regalando

tecnologia, dovuta essenzialmente all’evoluzione di pensiero

a chi la possiede la possibilità di sbizzarrirsi creando prima

dell’uomo, perché dopo il soddisfacimento dei fabbisogni in-

digitalmente degli oggetti, dei modellini, dei mobili, dei sup-

dispensabili alla sopravvivenza arrivano le soddisfazioni che

plementi e in campo medico delle protesi; ciò è evoluzione

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allo stato puro, una tecnologia più nuova di questa era asso-

si tratta di tecnologia indossabile, cucita in tessuti completa-

lutamente impensabile; essa può essere utilizzata ovviamente

mente lavabili e soprattutto tessuti “intelligenti” in grado di

anche in campo artistico, innumerevoli sono le “esibizioni”

rilevare i battiti del cuore, la temperatura corporea, camale-

di artisti che collegano l’ago di stampa ad un riproduttore

ontici, cioè che cambiano colore a seconda dell’umore di chi li

musicale, e disegnano tridimensionalmente le note di una

indossa. A tal proposito è molto interessante il progetto della

canzone, creando delle vere e proprie opere d’arte generati-

cantante Imogen Heap, che collabora con un team di amanti

ve, che seguono la musica e creano una linea che si avvolge

della tecnologia, ed insieme hanno realizzato un guanto che

a spirale e si perde in un caos totale di plastica colorata; la

cattura i movimenti fatti dalla mano che lo indossa, invian-

stilista emergente Iris Van Herpen ha basato la sua arte sulla

doli in maniera wireless ad un software che traduce questi

stampa 3D e da alcuni anni crea i suoi abiti interamente con

movimenti in musica, che dunque risulta essere suonata con

il “3D Printer”.

il semplice movimento delle mani, grazie alla programmazio-

Chi avrà più bisogno di telefonare quando ci si potrà diretta-

ne del software installato su un computer posto ad una certa

mente guardare anche a distanza di centinaia di chilometri?

distanza. Tutto ciò può avere degli sbocchi nell’arte generati-

Gli attesissimi “Google Glass” consistono in una montatura

va, ma di cosa si tratta?

di occhiali nei quali è presente una piccola piattaforma sulla stanghetta, che permette di scorrere con l’uso di un solo dito innumerevoli informazioni che visualizziamo direttamente davanti ai nostri occhi tramite una piccolissima lente, i dati fluttuanti nell’aria potranno inoltre essere modificati attraverso il semplice utilizzo della propria voce, perché gli occhiali Hi-Tech sono ovviamente dotati di una loro intelligenza, e capacita di comprensione non indifferente; “Ok Glass!” è la frase del primo decennio degli anni 2000. Naturalmente le nuove tecnologie, come già detto, toccano vari campi di applicazione, a tal proposito come non citare la moda? Da poco tempo è stata introdotta la “weareable tecnology”,

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ARTE GENERATIVA

Da quando esiste l’arte, si è sempre confrontata con la tecno-

avviene in maniera casuale, e ciò conferisce unicità all’ope-

logia, fare arte generativa significa creare delle regole evolu-

ra. Molti anni fa si era diffusa l’idea che con l’avvento dei

tive in grado di generare eventi che risultano imprevedibili e

computer la creatività sarebbe stata limitata, la conferma che

sorprendenti, ma allo stesso tempo rispecchiano l’idea prin-

quest’affermazione sia sbagliata ci è data proprio dagli artisti

cipale e la rappresentano. Questo genere di arte ha origine

generativi, perché grazie a questa nuova arte, ci si reimpos-

negli anni ottanta e fondamentalmente si tratta di un’inte-

sessa della creatività pura, utilizzando l’informatica. Che cosa

razione fra uomo e macchina, attraverso numeri e formule

si può creare con l’arte generativa? Con essa è possibile creare

matematiche che consentono la realizzazione di svariati tipi

forme semplici, e strutture più complesse come i frattali, il

di forme d’arte, per esempio quelle visive, architettoniche e

tutto tramite vari software creati appositamente per rendere

musicali. La tavolozza che permette di creare l’arte generativa

possibile questa arte; a tal proposito non si può non citare

è un sistema, o meglio un software che ci permette di scrivere

Ward Adrian, che è l’autore di software generativi avanzati,

codice, controllando la complessità le posizioni e le logiche di

il più significativo fra questi è “Signwave Autoillustrator” un

ogni singolo elemento; un altro aspetto di essa è che è capace

software semi-autonomo capace di generare disegni in gra-

di collegare varie personalità come architetti, matematici, po-

fica vettoriale. Altre personalità che si occupano del campo

eti, musicisti, fisici, filosofi, pittori, ingegneri e designers, essi

sono un gruppo svizzero chiamato “Buro Destruct” autori del

si ritrovano uniti a sperimentare le potenzialità di quest’arte,

software BDD, capace di creare combinazioni di forme sem-

costruendo il DNA degli oggetti grafici digitali. L’idea basilare

pre nuove e diverse fra loro, ideali per loghi e pattern.

che riguarda la “Generative Art” è che producendo software o

Un’altra personalità importante nel campo, considerato pio-

algoritmi si possano creare opere molteplici o irripetibili, che

niere dell’arte generativa è il professore e ingegnere Celestino

esprimano la creatività raggiungibile solo tramite strumenti

Soddu.

informatici, si tratta in parole povere di un modo di fare arte, nella quale l’artista (l’autore dell’algoritmo) non sa come effettivamente sarà il risultato finale, come l’opera si evolverà e prenderà vita, perché in questo caso l’opera d’arte sarà del tutto imprevedibile e autonoma; essa è un’idea che parte da un’essere umano, espressa tramite un codice informatico, e matematico, nella quale il risultato sarà “randomico” cioè

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CELESTINO SODDU

Celestino Soddu è nato nel 1945 sul lago di Como, ma è cit-

Cultural Center della Banca Mondiale a Washington, al Pa-

tadino sardo, più precisamente di Serramanna, dove la sua

cific Design Center di Los Angeles, all’ambasciata italiana a

famiglia vive da intere generazioni, ha studiato a Cagliari, al

Pechino, all’international Finance Center di Hong Kong ed

liceo scientifico Leone XIII di Milano e alla facoltà di Archi-

alla Camera di Commercio a Milano.

tettura di Roma dove si è laureato in Architettura nel 1970,

Soddu è inoltre autore di numerosi libri e presente in molti

divenendo così architetto. Negli anni 70 egli fu il direttore

documentari a lui dedicati che hanno trattato la sua ricer-

del Centro Audiovisivo dell’università di Reggio Calabria, e

ca sull’architettura in Italia, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna e

verso la fine di quel decennio inizia la sua ricerca nel cam-

Cina.

po dell’arte generativa, iniziando a ideare i primi software. E’

Ha fondato la “Domus Argenia” conosciuta come Centro

considerato il pioniere mondiale della “Generative Art”, non-

Internazionale sulle Identità Culturali e Arte Genertiva, lo-

chè precursore della Progettazione Generativa in Architettur

cata proprio a Serramanna; questo edificio ha come scopo

e Design, dal 1986, infatti, progetta e utilizza nella ricerca di

principale quello della ricerca, favorendo la cooperazione fra

progettazione Architettonica i suoi software sperimentali,

i ricercatori di tutto il mondo interessati all’arte generativa.

chiamati “Basilica” e “Argenia”, che sono capaci di generare architetture e città con specifiche identità culturali ed ambientali, riconoscibili dalla propria visione poetica. Nel 1997 fonda il laboratorio del Design Generativo al Politecnico di Milano e nel 1998 ne diviene il direttore, sempre nello stesso anno organizzò ed iniziò a dirigere il convegno internazionale Generative Art; dal giorno si occupa prevalentemente di arte generativa coordinando programmi europei su questo tipo di progettazione, spaziando dall’Europa alla Cina dove è divenuto professore onorario nell’università di Xian e di Shanghai. Da anni gira il mondo tenendo mostre e conferenze, diffondendo i suoi progetti visionari e generativi in innumerevoli esposizioni personali internazionali, come quella al Visual Art Centre di Hong Kong, la mostra al

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PROCESSING

Il software più comune nell’arte generativa è sicuramente “Processing” Si tratta di un linguaggio di programmazione basato su “Java Script”, ed essendo un software di tipo “Opne Source” ovvero gratuitamente disponibile online, decine di migliaia di designer, creatori di videogiochi, docenti universitari e appassionati in tutto il mondo realizzano grafiche, prototipi e installazioni interattive con esso. Inizialmente Processing è nato per insegnare la programmazione in un contesto virtuale e successivamente si è evoluto in uno strumento professionale proprio perché è alla portata di tutti; infatti coloro che hanno dato vita a questo software, Ben Fry e Casey Reas del MIT Media Lab puntavano proprio alla programmazione in un’ambiente digitale che avesse un impatto immediato, cioè facile da utilizzare e che che con il minimo sforzo rendesse subito possibile mettere in atto un’idea. Ultimamente viene appunto utilizzato per generare arte, dunque molti visual artists o ricercatori lo sfruttano per realizzare animazioni o visualizzazioni di dati, e naturalmente essendo basato su Java Script permette di inserire dati in modo da ottenere dei risultati prestabiliti, inserendo immagini ed iterazioni tra elementi; è inoltre possibile implementare strutture 3D ed esportare il risultato in tantissimi formati di file. Di recente è stato utilizzato in da molte importanti aziende, come ad esempio Apple, che ha sfruttato questo software poco conosciuto per creare degli effetti grafici per “Itunes8”.

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CAPITOLO 4 La quarta fase della mia tesi comprende la fase finale, ovvero quella progettuale; infatti nelle pagine seguenti illustrerò il mio progetto di tesi, spiegando passo per passo la sua nascita e il suo sviluppo, dopo un’attenta elaborazione di esso, grazie anche all’aiuto dei relatori e del mio gruppo di classe, mostrerò come ho concluso questo progetto di tesi, partendo proprio dalla fase numero uno, cioè quella di ricerca, alla progettazione grafica tramite software, quali Adobe Photoshop, Adobe Illustrator e Adobe InDesign.

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IDEAZIONE “God used beautiful mathematics in creating the world.” Paul Dirac

Secondo quanto emerso nella fase di ricerca, sono arrivato

in un qualcosa che abbia un significato.

alla fase progettuale della mia tesi.

Dopo questa breve e riassunta riflessione del mio pensiero,

Ho incontrato personaggi, ognuno dei quali, caratterizza-

ho unito i miei studi e interessi, tangibili, ad una combinazio-

to da delle ossessioni: chi appassionato di abbigliamento e

ne di arte generativae moda.

moda, chi non può rinunciare ai tatuaggi, chi non accetta

Essere speciali e personalizzarsi è un concetto molto interes-

se stesso, chi rincorre un proprio ideale di bellezza, chi è di-

sante ai miei occhi, perciò ho deciso di tradurlo in un’appli-

ventato speciale grazie al proprio lavoro; così riassunti, i casi

cazione su dispositivo “I-Pad” in grado di guidare l’utente

studio, hanno tutti in comune la fama, la hanno rincorsa, la

nella creazione di un pattern, che segua regole di arte genera-

hanno sudata e ci vivono intensamente al suo interno.

tiva, totalmente customizzabile e che faccia sentire un’artista

In particolare ho riscontrato un’interesse speciale nel perso-

chiunque lo usi, che renda possibile la creazione di un’opera

naggio di Yayoi Kusama, l’artista dei “pois”, mi ha affascinato

d’arte, che descriva l’utente e che possa essere sfruttata, pro-

il fatto che ella per via di gravi problemi mentali riesca ad

dotta e fatta conoscere tramite la moda.

estraniarsi da questo mondo e viaggiare in mondi paralleli ricoperti da pattern, che vanno avanti in grandissime stanze e si riflettono in infiniti specchi, ricoprendo nature morte ed esseri viventi. Non posso ovviamente non tenere in considerazione la moda, una delle mie più grandi passioni, considero l’esistenza di essa un motore che manda avanti il mondo, irrompe nella monotonia quotidiana e cambia precisamente prima che chiunque riesca ad abituarvisi, si cancella, si ripropone, si riusa e si vive, la moda è uno stile di vita, che va a prescindere da ogni genere o stilista o tessuto, la moda è personalizzazione e scoperta di se stessi. Ho trovato un legame con l’arte generativa, che crea randomicamente forme, colori e suoni, da la possibilità di scelta e allo stesso tempo decide per noi, crea opere in modo elementare ed è capace di trasformare un’insieme di linee o di punti,

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CASI STUDIO Nelle pagine seguenti ho analizzato brevemente tre casi studio appartenenti a tematiche diverse, quali l’arredamento e gli accessori,come scarpe e borse. Si è rivelato molto interessante vedere come delle grandi aziende si siano cimentate in un progetto di personalizzazione che li riguarda da vicino, semplicemente spinte dalle richieste del pubblico hanno intuito che la personalizzazione poteva essere la strada giusta nel marketing della loro societĂ . Da questi tre esempi ho tratto ispirazione nell’ideazione della proposta di progetto di tesi.

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CALZATURE

Il primo esempio è quello di “Converse”, la grande azienda produttrice di scarpe in tutto il mondo, resa famosa dal modello All Star. Nel 2009 gli ideatori, hanno deciso di permettere agli acquirenti di personalizzare le loro scarpe Converse tramite il sito ufficiale del brand. In realtà la pratica di rendere uniche le proprie All Star era già molto comune, e forse anche sottintesa nel modello molto basico e semplice della scarpa in se, infatti i giovani (e non solo) almeno una volta nella vita hanno preso in mano un pennarello e scritto una frase sulla punta in gomma della scarpa americana, e i più creativi sicuramente si sono cimentati nel disegnare il tessuto in tela ai lati del modello a stivaletto creato da Converse. Tuttavia sul sito internet è tutt’oggi disponibile la sezione nella quale si possono “unicizzare” le proprie scarpe, scegliendo passo per passo tra una moltitudine di colori e stampe. “Design Your Own Converse Sneakers” ha riscosso un grandissimo successo nel pubblico, tanto da superare le vendite del modello classico della stessa scarpa, ciò accade perché Converse ha avuto l’intuizione di comprendere l’evoluzione della società e quindi la necessità di personalizzazione che caratterizza ormai ogni persona.

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BORSE

Un esempio importante della personalizzazione nella moda è dato da una delle aziende italiane più importanti a livello mondiale. Nata nel 1925, Fendi, sin da subito si occupa di pellicce, ma pian piano si evolve entrando in competizione con gli altri nomi affermati dello scenario modaiolo mondiale. Inizia ad occuparsi di borse e piccola pelletteria all’inizio degli anni 30 e 40, ed è proprio in quegli anni che nasce la storica baguette, piccola borsetta che simboleggia il lusso. Finchè nel 2009 Fendi, intuendo i bisogni delle le donne, di possedere qualcosa di unico e personalizzato, lancia in mercato una riedizione della storica borsa baguette, chiamandola “Baguette Mezzo Punto”. Il modello è stato proposto all’Art Basel di Miami, ed è composto da un kit nel quale è inserita la borsa di tela grezza, accompagnata da qualche matassina di cotone, di vari colori, che permette la customizzazione, accessibile anche alle donne meno esperte, perché la maison include anche un manuale di istruzioni, per il punto croce. Questo è senz’altro un esempio geniale di personalizzazione, perché permette di modificare la borsa a proprio piacimento, non seguendo delle linee guida imposte, se non quelle dei colori dei fili di cotone; e inoltre è interessante la riscoperta di tradizioni, come quella del ricamo manuale, che si allontana molto dagli usi moderni delle tecnologie; e soprattutto è notevole l’interesse che Fendi ha messo in questo progetto, perché non solo ha capito il bisogno di personalizzazione che la gente ha, ma ha anche deciso di lasciare completa decisione all’acquirente.

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ARREDI

Marijn van der Poll è un designer poliedrico, in quanto nella

qualsiasi oggetto a suo piacimento, il tutto ha un valore di

sua arte spazia in diversi ambiti, dal design di automobili, a

7.930 euro e un peso di 131,25 kg, compresa di martello.

mobili per la casa, tutti naturalmente, esposti in musei nel

Il lavoro di questo artista dimostra come si può dar vita ad

mondo, come a Tokyo, al MOMA di San Francisco e al Vi-

un qualcosa che può essere in seguito modificato da qualcun

ctoria&Albert Museum di Londra. Classe 1973, si è laureato

altro, personalizzato, è inoltre interessante notare come ci sia

nel 2002 all’accademia di design a Eindhoven, nei Paesi Bassi,

questa necessità di perssonalizzare le proprie cose, partendo

le sue opere sono state pubblicate in molte riviste importanti,

da se stessi e arrivando a ciò che ci circonda.

tanto che grazie a ciò è diventato l’organizzatore della settimana del design in Olanda. Nel 2000 ha fatto il suo capolavoro più noto, venduto poi all’azienda “Droog Design” chiamato “Do Hit Chair”. Si tratta di una poltrona/sedia personalizzabile, talmente tanto da essere unica per chiunque la possieda. Leggendo il nome ed analizzandolo ci rendiamo conto della parola inglese “Hit” che significa colpire, che è in nucleo di questa sedia, infatti è personalizzabile per chi la compra perché per farla diventare utilizzabile è necessario colpirla, con un grosso martello, modellandola a proprio piacimento, e sagomandola in modo da farla diventare una seduta, i colpi che riceverà piegheranno l’alluminio trasformando il grande cubo in un secondo oggetto, unico nel suo genere, perché ogni colpo ricevuto modellerà il metallo in un modo diverso per ogni cubo esistente, complice è la forza umana necessaria per personalizzare la sedia, che rende il concetto molto interessante, infatti viene attribuito a questo oggetto di design un significato pari a quello dello sfogo, infatti il possessore ha modo di sfogarsi prendendo a martellate la poltrona e trasformandola in un

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IL PROGETTO Nelle pagine seguenti verrà spiegata la scelta del nome del progetto, verrà illustrata la creazione dell’icona e logo dell’App, inoltre verranno spiegati i contenuti nell’applicazione, suddivisa in cinque fasi. L’applicazione verrà infine raccontata passo per passo attraverso degli “screen”

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NAMING

Il progetto di tesi da me scelto sarà un’applicazione dedicata

Per quanto riguarda la parola “pattern” l’ho ritenuta neces-

esclusivamente all’I-Pad, in grado di creare un pattern perso-

saria in questa fase di “naming” del progetto, in quanto la

nalizzato dall’utente, seguendo le sue scelte e guidandolo in

missione dell’App è proprio quella di creare un pattern, che

un percorso che lo aiuti a creare una sua opera personale, del

sia l’esatta descrizione dell’utente che fa uso di questo mini

tutto unica e che lo descriva.

software.

Il nome adatto all’App doveva contenere l’unicità, ma non doveva ricordare l’egocentrismo, argomento analizzto non in positivo nel mio percorso di tesi. Il nome adatto non doveva sicuramente suscitare qualcosa di negativo e patologico, come invece i casi studio dei personaggi hanno dimostrato, doveva riguardare la moda in generale, e inoltre la generatività dell’arte. Il nome più adatto è “patternalize” un neologismo, formato dall’unione della parola “pattern” insieme con la parola inglese “personalize”, che significa “personalizzare” ed esprime pienamente il sunto delle fasi di ricerca esplorate, perchè la personalizzazione è senz’altro una parola chiave della tesi, in quanto ogni personaggio analizzato in qualche modo personalizzava se stesso e ciò di cui si occupa, la personalizzazione nel loro caso li ha condotti alla fama, una meta molto ambita dalle generazioni attuali; infatti come abbiamo constatato la ricerca della notorietà è intrisa in una gran parte della popolazione mondiale, in molti casi dorme dentro ognuno di noi, ma generalizzando il discorso ognuno nei suoi sogni più reconditi ha un’ambizione di tipo protagonistico che spazia dall’ambito lavorativo all’aspetto esteriore, dallo stile di vita alle passioni.

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ICON

Nell’ideare l’icona mi sono basato sulle fasi contenute all’in-

persona l’utente, che ideologicament eho collocato al centro

terno di essa, perchè appunto, l’App è composta da delle fasi,

della piramide, una piramide con una faccia scoperta nel lato

che sono precisamente 5, quindi è stato subito chiaro che il

sinistro, come fosse una porta, che permette tutto senza por-

numero 5 era uno spunto interessante da cui partire.

re un paletto ad una forma chiusa come la piramide, questo

Ho scelto come “forma” dell’icona una piramide, la piramide

lato aperto si comporta come passaggio e simboleggia anche

è una forma geometrica che può avere una base composta da

la quinta faccia della piramide, nonchè la quinta fase della

infite forme, tra le quali anche quella pentagonale, cioè com-

creazione del pattern.

posta da 5 lati, ma i tentativi eseguiti, non erano conformi

La versione finale del logo dell’App, ha voluto che per puro

alla storia che si nasconde dietro il mio progetto; la piramide

caso la piramide aperta somigliasse proprio alla lettera “P”

si innalza verso il cielo, per gli antichi Egizi costruire pirami-

iniziale della parola “Patternalize”.

di era come un processo di innalzamento, essi costruivano le piramidi partendo dalle fondamenta fino ad arrivare alla punta: interpretando ciò e paragonandolo all’App da me ideata, la creazione di un pattern è un processo che parte dalle fondamenta e dalla semplice scelta di un colore, arricchito poi con altri elementi, il fatto che fosse progettata in fasi ha chiarito il tutto, la fase uno è la base e da quella si ottiene la fase due, come per gli egizi era impossibile arrivare al secondo piano della piramide senza aver costruito le fondamenta, allo stesso modo è per l’applicazione “Patternalize” senza il primo step, non si può accedere al secondo, e solo una volta arrivati alla fine si conosce il valore del progetto intrapreso. Lasciandomi ispirare dalla padrona dei pattern, Yayoi Kusama, ho considerato le sue “stanze” di pattern, le stanze all’interno della piramide, perciò ho riposto all’interno della mia piccola piramide a base quadrata il cuore di essa, il meccanismo che permette tutto ciò ovvero il singolo individuo, la

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ETÀ E COLORI La prima fase dell’App “Patternalize” riguarda l’età accostata

carichi, certe volte rasserenanti come il verde smeraldo, capa-

ad una fascia cromatica di colori.

ce di trasmettere sicurezza, il bianco e il nero simboleggiano

Il colore è la luce riflessa di un corpo, ed è diversa secondo la

l’eleganza e la forza di volontà, questa fascia di età è quella

lunghezza d’onda delle radiazioni elettromagnetiche. In psi-

nella quale un uomo e una donna si concentrano sulla loro

cologia ogni colore esprime uno stato d’animo ed influenza la

carriera, cercando di elevarsi e ottenere grandi successi, ma

nostra vita più di quanto immaginiamo.

è anche l’età della frenesia, dell’amore, del sesso e soprattutto

Ad ogni età sono state associate delle fasce cromatiche: per

della famiglia, quindi sono opportuni colori come il rosso, il

quanto riguarda l’età più giovane quindi quella della prea-

giallo, blu e così via.

dolescenza, sono stati selezionati dei colori, le quali tonalità

Le fasi finali di questo cerchio cromatico, comprendono l’età

sono orientate su colori pastello, che simboleggiano la purez-

più che adulta e l’anzianità, che è l’età del riposo, nella quale

za caratteristica dei bambini e dei pre-adolescenti. Perciò i

gli esseri umani smettono di lavorare per dedicarsi totalmen-

colori trasmettono sentimenti pacati, come la calma, la sere-

te alla propria famiglia, ai nipoti, alla libertà e agli hobby,

nità, la spensieratezza e la non pienamente compresa perce-

quindi si tratta di colori tuttavia allegri, molto caldi, come

zione della vita; perchè appunto i bambini non sono, o meglio

sabbia e terra, visti nella metafora del ricongiungimento alla

non dovrebbero ancora essere orientati alla scoperta di una

natura.

qualsiasi responsabilità, se non quella del vivere alla giornata e giocare. La fase adolescente prevede l’utilizzo randomico di colori vivaci e anche cupi, caratteristici della così detta “età del silenzio”, un selienzio decisamente esteriore, perchè come analizzato precedentemente, gli adolescenti sono caratterizzati da una grande forza d’animo e di espressione, che esprimono solo fra coetanei o nel loro mondo personale, attraverso musica, disegni e in qualche modo negatività. Un’ulteriore fase è quella dell’età adulta, quindi la presa di coscienza della vita che prevede una fascia cromatica estremistica, con colori che vanno dal bianco al nero, ma belli forti e

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SESSO E GEOMETRIA La seconda fase di “Patternalize” riguarda la scelta del sesso,

al rovescio con la punta verso il basso, in quel caso simboleg-

la decisione di inserire il sesso maschile e femminile non pre-

gia il sesso femminile, tuttavia però durante la seconda guer-

clude l’utilizzo a nessuno a qualunque orientamento sessuale

ra mondiale veniva utilizzato come forma di riconoscimento

egli appertenga, il transgender potrà dunque scegliere tran-

per i prigionieri omosessuali dei campi di concentramento.

quillamente il sesso nel quale più si ritrova.

Al sesso femminile ho deciso di attribuire forme stondate,

Al sesso sono state attribuite figure geometriche che l’App

che simboleggiano la dolcezza e la morbidezza, caratteristi-

sceglie in maniera randomica a seconda della scelta definita

che comuni in ogni donna.

riguardo alle due opzioni presenti, ovviamente tenendo con-

Queste forme ovviamente hanno un significato prettamente

to dell’età scelta nello step precedente.

sessuale, anche per questo motivo la formosità e sinuosità di

La scelta di utilizzare forme geometriche e non sono non è

esse è da attribuire alla donna, come appunto il cerchio, che

casuale, al sesso maschile sono state attribuite forme preva-

trasmette serenità, innanzitutto perchè è la forma della terra

lentementre composte da spigoli ed angoli, come i triangoli

e del sole, e perchè apparentemente sembra che non possieda

trapezi, stelle, esagoni e così via.

un verso di posizionamento, caratteristica comune in molti

Le forme spigolose stanno a significare nella simbologia ge-

individui di sesso femminile, lunatiche ed imprevedibili.

ometrica, la forza e l’origine delle cose; attribuendo in parte anche un significato religioso, dovuto ai casi studio analizzati nella prima parte del percorso, in quanto essi si sentano in qualche modo legati a Dio. Prendendo come esempio il triangolo, conosciamo subito che esso ha molteplici significati nella simbologia mondiale, innanzitutto esso è strettamente legato al numero tre, proprio per il fatto che lgli angoli che lo compongolo sono tre; in seguito riflettendo su di esso ci viene in mente la religione, infatti Dio è uno e trino, composto da 3 entità Padre Figlio e Spirito Santo. Per esempio il Triangolo con la punta verso l’alto simboleggia il fuoco e il sesso maschile, ma tuttavia esso è utilizzato anche

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SIMBOLOGIA La fase di scelta dei simboli, è la fase finale di “Patternalize”,

gioielli e capi di alta moda. Non poteva mancare la categoria

come tutte le fasi è facoltativa, perchè la creazione del pattern

“natura” vicina al tema dell’ecosostenibilità, e di tutto ciò che

può essere interrotta e ripresa in qualsiasi momento; nella

è naturale, come i frutti della terra gli alberi e così via.

fase denominata “symbol” l’utente potrà scegliere fra otto ca-

In seguito troviamo la categoria “spiritualità” la quale contie-

tegorie di simboli, la prima delle quali è dedicata all’oggettisti-

ne simboli caratteristici della chiesa e delle religioni in gene-

ca, all’interno della quale saranno presenti varie sottosezioni,

rale, nessuna esclusa!

in modo da rendere più specifica l’opzione di scelta; l’idea di

Infine troviamo quella del cibo, il cibo non può mancare nella

inserire l’oggettistica nasce dall’analisi del personaggio Yayoi

vita e così l’utente navigherà fra molte categorie dai dolci ai

kusama, la quale da anni si occupa di creare installazioni e

primi piatti.

oggetti completamente rivestiti da pattern.

Le categorie di simboli verranno aggiornate ogni mese co-

la seconda categoria di simboli è quella degli animali, nella

stantemente, in modo da poter rendere sempre più efficace

quale l’utente potrà scegliere fra innumerevoli immagini di

l’unicità del pattern.

animali da sovrapporre al pattern creato, proprio come adora fare Franko B, il quale negli ultimi anni si dedica al disegno di animali, tantissimi animali, ai quali lui tiene tanto. In seguito, l’altra sezione di simboli è dedicata al mondo tecnologico, per tutti coloro che amano la teconologia, passata e presente e in continua evoluzione, l’utente troverà una miliade di oggetti tecnologici che spaziano dai telefoni ai game boy! Per questa sezione non potevo che lasciarmi ispirare dal creatore del marchio Apple, Steve Jobs, che è in continua evoluzione e progresso. Poi tl’utente potrà scegliere di selezionare i simboli preziosi, più nello specifico, gioielli e così via, i quali fanno sempre gola e simboleggiano il possesso, l’ostentazione e in qualche modo la felicità, proprio come lòa grande collezionista di moda Daphne Guinness, la quale colleziona a più non posso

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GLOBAL MAP

INTRO

INFO

LIBRARY

PAGINA INFO

ALL CREATIONS

SHOP

OBJECTS

Lo svolgimento dell’applicazione “Patternalize” è indicato in questa “Global Map”; essa è l’albero genealogico delle sezioni, che da un punto di inizio conduce ad uno step finale, includendo così l’intera app e tutte le pagine che la compongono. Escluse ovviamente le modifiche interne che avverranno invece in una finestra di opzioni che comparirà in sovrapposizione, dunque in fase di “overlay” rispetto alal pagina nella

PAYMENT

quale l’utente si troverà; stesso discorso per la richiesta di salvataggio, e l’avviso di conclusione del pattern.

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CREATE

AGE

SEX

MOOD

PHOTO

SYMBOL

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SPLASH PAGE Patternalize si apre con la sua “splash pgae” contenente esclusivamente il logo e il nome dell’App. la linea stilistica da me scelta è sicuramente minimale, pulita e scarna, proprio perchè il resto dell’applicazione presenta uno stile grafico molto “pieno” e ricco di elementi, ho voluto differenziare, dove fosse possibile, gli stili che sono assolutamente congruenti, ma con pesi diversi in modo da equilibrare le parti troppo piene con le parti più semplici. Il logo l’ho posto molto grande al centro, sovrapposto al colore principale scelto per l’App e in generale per tutto il percorso di tesi.

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MAIN MENU Una volta terminata la schermata di caricamento dell’App, l’utente approda nel menù di Patternalize, composto da tre sezioni, la prima delle quali è “create”, che significa appunto “crea” dalla quale possiamo accedere al processo di creazione del pattern. la seconda sezione è quella dedicata alla libreria, appunto “library” nella quale vengono raccolti tutti i pattern creati dall’utente, dalla quale sarà possibile accedere allo shop di Patternalize. La terza sezione è quella di “info” composta da due pagine, che spiegheranno brevemente le funzionalità dell’app attraverso delle “flow chart”.

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AGE La prima fase di creazione del pattern, è denominata “Age”, come detto Patternalize guiderà l’utente nella creazione del pattern, secondo le sue caratteristiche, una delle quali è proprio l’età, che egli dovrà inserire. Ad ogni fascia d’età la generatività dell’app attribuirà delle gradazioni di colore, associate alla vita di un’essere umano, per colori ed emozioni caratteristiche di ogni età; l’utente sceglierà il colore che più preferisce fra quelli proposti, fino ad un massimo di due tonalità. in grande egli vedrà i colori selezionati affiancati l’uno all’altro, nel menu verticale sul lato sinistro, è leggibile il nome della fase, sottoè presente il bottone di info dedicato a questo step, il bottone sotto darà la possibilità all’utente di ritornare al menu principale, domandando il salvataggio della situazione di creazione in cui si trova l’utente. Nel pannello “opzioni” l’utente potrà avere accesso ad un ulteriore strumento di modifica, che è lo strumento gradiente, composto da tre opzioni di scelta, uno è quello caratterizzato dall’assenza del gradiente, quindi i due colori nettamente separati, il secondo è il gradiente verticale, con i due colori che sfumano uno sull’altro, ed infine il gradiente centrale, con il centro di un colore che sfuma verso l’esterno confondendosi con il secondo colore.

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SEX La seconda fase prevede la scelta e selezione del proprio sesso di appartenenza: “maschile” o “femminile”. A seconda della scelta effettuata, che rimarrà comunque collegata alla scelta dell’età avvenuta nello step precedendte, l’utente vedrà comparire delle forme che corrispondono alla sua scelta del sesso, potrà così scegliere quelle che più preferisce, da un minimo di una ad un massimo di due, che verranno disposte nella scermata di creazione in modo alternato così da conferire l’idea di pattern all’immagine. Nel pannello “opzioni” l’utente potrà avere accesso ad un ulteriore strumento di modifica, che è quello di gestire la grandezza di ogni modulo singolarmente, cliccando su di esso, con gli appositi bottoni potrà diminuire e umentare la dimensione di ogni singola figura geometrica, inoltre troverà il bottone dedicato all’alternanza di grandezze, infatti esso gestirà la dimensione in modo automatico rendendo i pattern grandi o piccoli in maniera alternata.

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MOOD Superato lo step dedicato alla scelta del sesso, utente di Patternalize si ritrova a dover inserire il suo attuale “mood”, si parla dunque di umore, che decide la densità del pattern. L’App intuisce dunque, che tipo di persona si trova davanti,, perchè più il cursore della barra di scorrimento si trova vicino alla situazione di calma, “calm” meno grandi saranno i moduli del pattern, per trasmettere dunque una situazione di calma, caratteristica di una persona abbastanza rilassata. Al contrario invece succederà se il cursore è più in prossimità del mood “energetic” i moduli divverranno così più piccoli, e trasmetteranno una situazione “caotica” e quindi più energetica. Nel pannello “opzioni” l’utente potrà avere accesso ad un ulteriore strumento di modifica, che è quello della rotazione in gradi di tutto il pattern fin’ora creato, composto dai due bottoni “+” e “-” che aumenteranno o diminuiranno il grado di rotazione. Con l’obiettivo di cercare di avvicinarsi sempre di più alla soddisfazione dell’utente.

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PHOTO Lo step sucessivo è intitolato “Photo”; l’utente in quetsa fase potrà scegliere una foto dalla propria libreria fotografica o scattarne direttamente una nuova, inserendola così nel proprio pattern.

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PHOTO Una volta scelta la foto dalla propria libreria o dopo averne scattato una nuova, essa verrà automaticamente posta sopra il pattern creato. Nel pannello “opzioni” l’utente potrà ora scegliere la modalità di sovrapposizione di essa aulla propria texture, le modalità possibili sono: “Overlay”, “Multiplay”, “Screen”, “Soft Light” e “ Lighten”; ognuna delle quali darà un effetto diverso al pattern, personalizzandolo con una qualsiasi immagine l’utente si sentirà sempre più protagonista della sua creazione.

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SYMBOLS La fase finale del processo di creazione è denominata “symbol” e riguarda l’inserimento di un oggetto in sovrapposizione al pattern fin’ora creato. L’utente potrà scegliere fra le categorie presenti la sua preferita e selezionare un’oggetto direttamente dalla libreria di oggetti, che si ramifica in varie opzioni. L’oggetto verrà trasportato automaticamente dall’App, che lo riporrà in posizione centrale al pattern. Nel pannello “opzioni” l’utente potrà scegliere delle opzioni di sovrapposizione, che sono esattamente tre, una prevede l’utilizzo del simbolo ripetuto solo una volta, un’altra lo disporrà come se fosse un ulteriore pattern su di esso, ed infine l’ultimo effetto è analogo al precedente ma verranno alternate le grandezze.

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FINISH La fase di creazione del pattern è finalmente conclusa, questo processo ha visto l’impiego di tutt ee cinque le fasi di creazione, con l’inserimento di tutte le opzioni. Comparirà dunque un messaggio che avvisa l’utente della fine del pattern. Da questo momento in poi il pattern sarà memorizzato nella libreria che compare nel “Main Menu”, esso sarà applicabile a dei capi di abbigliamento o accessori di qualunque tipo, dalle t-shirt alle calze, dalle mutande ai pantaloni e così via.

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APPLICAZIONI Nella pagina accanto ho creato delle applicazioni dei pattern creati, ognuno dei quali è personalizzato rispetto ad ogni utente che lo ha creato, essi possono essere la fonte di ispirazione per giovani designer in erba, o semplici amanti dei pattern, in questo caso personalizzati. I tessuti con le moderne tecnologie di oggi sono completamente stampabili, anche integralmente, possono essere prodotti dalle apposite fabbriche che si occupano di dipingere sui tessuti, e dalle tipografie capaci di stampare il pattern su tutta la superficie del tessuto. In seguito le parti che compongono il capo vengono assemblate e spedite direttamente all’utente, rendendolo fiero della sua creazione.

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CONCLUSIONI

Si conclude così il mio progetto di tesi, iniziato e concluso

Il nostro modo di vestire determina il nostro carattere, ci per-

durante quest’anno accademico; sembra superfluo dire quan-

sonalizza e ci rende diversi, disprezzare la moda e considerar-

to io abbia a cuore tutto ciò, inizialmente ero spaventato dalla

la superflua è a mio avviso un errore, ci possiamo discorstare,

possibile banalità di esso, ma ora ne sono follemente inna-

ma vestirsi è come nutrirsi, ci nutriamo di aspetto, quando

morato, e ho avuto modo di esprimere quelle che sono le mie

siamo appagati da noi stessi riusciamo ad essere a nostro agio

qualità migliori di aspirante designer, progettare quest’appli-

con tutti coloro che ci circondano.

cazione, scrivere questi testi, costruire questo stile di impagi-

Spero il mio messaggio sia arrivato e la tua mente si sia disco-

nazione, creare ogni singola composizione, mi sono costati

stata anche solo per poco dalla realtà di tutti i giorni, faccen-

ore ed ore di lavoro, che sono state ampiamente ripagate, una

do così provare sensazioni ed emozioni nuove.

volta ricevuto in mano questo libro. Il fine del mio progetto, o meglio la morale, è stata spiegata continuamente in questi fogli, il mio intento era parlare di un qualcosa che io sentissi vicino in una maniera particolare, in tono accattivante e non provocatorio, senza una briciola di disprezzo, per coloro che si sono sentiti coinvolti e toccati dagli argomenti da me affrontati. L’antropocentrismo, la personalizzazione, il voler essere protagonisti ed ottenere dei successi e la notorietà, sono tematiche all’ordine del giorno, quando chiunque di noi compie la scelta di svegliarsi la mattina, sta automaticamente personalizzando la propria giornata; la vita è cosparsa di tutto ciò, e non potrebbe essere più interessante di così.

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GRAZIE

I ringraziamenti più sentiti vanno ai miei genitori, Graziella e

il morele anche nei momenti più bui, cercando di non farmi

Roberto, che hanno finanziato i miei studi con tanti sacrifici

mai mancare il sorriso e allo stesso tempo insegnandomi loro

nella speranza di assicurarmi il futuro da me desiderato.

stessi a camminare con le mie gambe nel percorso della vita.

Ringrazio Angela Cotza, la coordinatrice del corso Media

Ringrazio Elisabetta Esciana cara collega che da subito è stata

Design, che è stata capace con le sue parole a suscitare il

leale e sincera con me, interessandosi sempre al mio lavoro di

mio interesse nell’iscrivermi all’Istituto Europeo di Design,

tesi; un abbraccio forte a Gemma, Manu, Grimi, Debi, Enri-

ringrazio Andrea Maccioni, il mio relatore di tesi, che mi ha

ca, Vale e tanti altri, grazie!

accompagnato in questo percorso dal primo anno, grazie per

Ringrazio mia zia Bernardetta mio zio Sergio e i miei stupen-

la tua pazienza e la tua determinazione nel tenermi testa e

di cuginetti Edoardo e Sofia, che mi regalano sempre tanti

correggermi laddove sbagliavo; ringrazio Francesco Borghe-

sorrisi, un saluto a mio nonno, Celestino, che mi ha insegna-

ro, che mi ha insegnato molto in questi tre anni; un grazie

to l’amore per la natura, e mando un bacio grandissimo a mia

sentito va a Sabrina Loi, brillante designer che ci ha guidato

nonna Assunta, che mi guarda da lassù.

nei primi due anni di lezioni, ringrazio Giovanni Ottonello il

Ed infine non potrei non ringraziare te, Francesco, che hai

quale mi ha aperto la mente regalandomi una visione a 360

fatto parte della mia vita per un anno e mezzo e con la tua

gradi di ciò che mi circonda, ringrazio Marcello Cualbu, sim-

bellezza, la tua simpatia e il tuo sorriso hai conquistato il mio

paticissimo e umilissimo professionista che ci ha avvicinato

cuore per la prima volta, regalandomi a modo tuo, un grande

all’argomento video e installazioni, ringrazio Gabriele Col-

affetto, sostenendomi e aiutandomi, fra sorrisi e lacrime du-

lalto e i suoi preziosi insegnamenti, che hanno reso tutto ciò

rante questi ultimi due anni di studio.

possibile; Ringrazio la simpaticissima Carla Serra, Stefania

Grazie, davvero, a tutti coloro che hanno creduto in me.

Puddu e la dolcissima Marcella; ringrazio Fabrizio per la sua pazienza; un abbraccio a tutti i direttori che si sono susseguiti in questi anni, ad ognuno di loro devo qualcosa. Grazie mille ai mie colleghi, Andrea, Daniele, Marco, Alberto, Gianmarco, Francesco e Nicola, siete stati il miglior team che chiunque possa desiderare. Un sincero grazie va alle persone più strette e amiche, Fillippo Grandulli e Daniele Coppi, che hanno saputo tenermi alto

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L’ E G O FABIO MARINI

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