L’ E G O FABIO MARINI
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PREFAZIONE Moda e Tecnologia sono le tematiche che più mi appassionano, la passione è proprio ciò che mi ha convinto ad intraprendere un percorso di tesi di questo genere. Ciò che farò è introdurre entrambi gli argomenti, per poi scendere nello specifico e analizzare le tecnologie più recenti e innovative, esattamente come farò per l’argomento Moda, ripercorrendo le pietre miliari che hanno cambiato e innovato l’industria del lusso. Analizzerò l’importante ruolo svolto da personaggi simbolo di varie tematiche. L’obiettivo che ho è rendere l’essere umano protagonista: vivendo in una società nella quale le cose vengono prescelte da altri ho deciso di rendere art director di se stesso il singolo individuo. Ciò verrà fatto mostrando l’idea attraverso i supporti grafici a mia disposizione per creare un interfaccia software, nella quale l’utente, inserendo dei parametri, quali colori, età, sesso e simboli, otterrà un pattern personalizzato.
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CAPITOLO 1 Nelle pagine seguenti dedicate alla prima fase della ricerca, verrà analizzata dal punto di vista sia psicologico che umano, la tendenza che negli ultimi secoli ha portato il genere umano in una posizione di centralità rispetto ad ogni altro essere vivente; Verrà spiegato il significato di personalizzare, e verrà analizzato nelle sue forme più svariate; la mia ricerca di questa prima fase si pone come obiettivo quello di scavare nella mente umana, traendo conclusioni da fatti concreti, quali quelli presi in considerazione come casi studio. Inoltre verrà analizzata la vita di personaggi attentamente selezionati e verrà spiegato il loro bisogno di unicità.
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PERSONALIZZAZIONE “It’s about personalization. And it’s very easy, so anyone can do it and not be intimidated.” Neil Stern
Detta anche “Mass Customization”, la personalizzazione è
prima ciò che potrebbe renderlo appartenente ad un grup-
una strategia di produzione di beni che cerca di soddisfare
po, come particolari fisici, capelli, piercing o tatuaggi, per poi
i bisogni individuali dei clienti, mantenendo però la produ-
influenzare aspetti psicologici, come il modo di pensare e di
zione di massa.
parlare. Questa tendenza è talmente radicata nel modo di es-
Si tratta di un servizio fornito dalle imprese produttrici, usato
sere degli individui, che diventa, a sua volta, protagonista an-
come punto di interazione con i clienti: questi comunicano le
che di forme d’arte, come la moda, il design, le performance
loro preferenze e l’impresa le soddisfa.
e la generative art.
Questa tendenza ha preso piede da qualche anno in qualsiasi settore di commercio, essa caratterizza diversi ambiti: moda, cibo, mezzi di trasporto sino ad arrivare all’arte. E’ una strategia commerciale vera e propria, che ha come scopo far si che il cliente si senta “privilegiato” nei suoi acquisti, ottenendo in questo modo un prodotto creato “apposta per se”, ma che mantenga le caratteristiche di base predisposte dall’azienda; l’utente potrà, in questo modo, decidere, ad esempio, il colore, il taglio, la forma, la fantasia e così via, comunicarlo all’azienda e quest’ultima si adopererà per soddisfare la richiesta. Possiamo quindi dire che si tratta di un patto tra il produttore e il fruitore, che venendo in contro alle proprie esigenze raggiungono un accordo finale. Il voler assecondare il cliente e renderlo partecipe delle scelte di mercato è una tendenza che si è sviluppata indirettamente nei secoli, ha come incipit la filosofia di vita antropocentrica, che pone l’uomo, anthropos, al centro, kentron. La personalizzazione inizia dal singolo individuo che, modifica se stesso in base all’ambiente che lo circonda, alterando
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ANTROPOCENTRISMO
L’antropologia studia l’essere umano e i suoi comportamenti,
tologica su tutta la realtà, in quanto si intende l’uomo come
dal punto di vista sociale, culturale, morfologico, psico-evo-
espressione dello spirito che è alla base dell’Universo. Con
lutivo, artistico-espressivo, filosofico-religioso, il tutto in re-
l’avvento del Medioevo l’antropocentrico si rafforza, per il
lazione alla società.
fatto che i maggiori filosofi dell’epoca erano teologi, si ten-
Storicamente si inizia a parlare di “Antropocentrismo” dai
de a vedere l’universo in modo teocentrico, quindi Dio viene
tempi di Socrate e dei sofisti (V secolo a.C.).
posto al centro dell’universo, ma l’uomo è considerato come
La filosofia dei presocratici si occupava di studiare tutto ciò
maggiore creazione di Dio, per tanto si tratta del primo per
che riguardava la creazione dell’universo e il perché delle
importanza rispetto ad ogni essere vivente. Si suppone che
cose, prevalentemente dunque della natura circostante, infat-
l’antropocentrismo caratterizzi le civiltà euroasiatiche, le cul-
ti c’era una visione filosofica di tipo cosmocentrico.
ture africane, aborigene e precolombiane non hanno questa
I sofisti guidati dal loro maestro si soffermano per la prima
visione del cosmo, perciò è probabile che tale pensiero sia do-
volta nell’esplorazione di un ambito della filosofia del tutto
vuto all’evoluzione tecnologica, in altre parole che il progres-
nuovo e sconosciuto, che è quello dell’uomo.
so tecnologico va di pari passo con l’importanza dell’uomo su
Protagora disse: “L’uomo è la misura di tutte le cose”; questa
ogni altro essere vivente. L’essere umano ha intriso dentro di
frase diede il via al pensiero antropocentrico nella filosofia,
se il desiderio di aspirazione alla perfezione, intesa come ap-
ci si rende conto che per poter conoscere il perché dell’uni-
pagamento del bisogno di essere protagonista e l’Umanesimo
verso e delle cose è necessario conoscere prima l’essere uma-
è il periodo della storia dove prende piede questa necessità,
no, dunque è necessario riconoscerlo come criterio centrale
infatti quest’epoca storica è caratterizzata proprio dalla va-
dell’universo.
lorizzazione dell’uomo, perché gli umanisti credevano nella
Socrate disse: “Conosci te stesso”, questa frase sta a signifi-
libertà di esso, e ciò non significa che non credevano in Dio,
care la superiorità della conoscenza dell’uomo stesso, rispetto
ma anzi pensavano che la loro libertà fosse voluta proprio da
alla conoscenza della natura. Infatti da quel momento tutti i
Lui, proprio come i filosofi teologi del Medioevo. Quest’idea
filosofi si occuparono di studiare l’essere umano, quasi tra-
si sviluppa meglio nel 1700 con l’avvento dell’Illuminismo,
lasciando lo studio di come sia nato l’universoe il mondo
nel quale la religione viene in un certo senso messa da parte,
terreno. La centralità in cui viene posto l’uomo può essere
si ha dunque una visione laica della vita e dello stato e tutto
intesa secondo diversi accenti e sfumature: semplice superio-
viene pensato e costruito in funzione dell’uomo, rendendolo
rità rispetto al resto del mondo animale o preminenza on-
protagonista della vita stessa. Il secolo dei lumi nacque in
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Inghilterra, ma prese piede soprattutto in Francia e in seguito
dono tanti modi di fare e di agire in relazione a noi stessi e
in tutta Europa. Gli illuministi hanno come scopo il raggiun-
alla società, una di queste è il “protagonismo”. Protagonismo
gimento della pace e considerano la storia come il prodotto
significa mettere in mostra le proprie doti, le proprie capaci-
dell’uomo. Si ha una visione pessimistica nei confronti del
tà, il proprio aspetto e in generale qualsiasi cosa risulti utile
passato, infatti si ritiene che in quel periodo la ragione sia sta-
nell’essere stimati. Questo comportamento ai nostri occhi ap-
ta oscurata dalla religione e dalla non curanza nei confronti
pare normale, perchè viviamo in un’epoca che è il prodotto di
dell’uomo, l’unica soluzione sembra dunque essere quella di
anni e anni di antropocentrismo, ma tuttavia in alcuni casi
liberarsi del passato e delle tradizioni non “moderne”, in que-
può essere considerato una patologia: la mania di protago-
sto modo nel futuro si potrà riscattare la vita e gli anni persi a
nismo. In medicina questo modo di agire è inteso come un
pensare al perchè delle cose e di Dio.
disturbo sessuale del comportamento, che provoca il bisogno
Gli illuministi vedono la soluzione nella politica che sarebbe
ossessivo di denudarsi, mettersi a nudo, in pubblico; ciò ha
l’unico mezzo in grado di cambiare il mondo; Le azioni poli-
origini molto antiche, basti pensare alla società romana, nella
tiche sono le uniche che possono avere un effetto positivo nei
quale si svolgevano i “baccanali”, essi sono dei giorni festi-
confronti dell’umanità, perchè le nazioni sono controllate dai
vi dedicati al dio Bacco, queste festività erano inizialmente
politici, e se i politici vedono il mondo illuministicamente,
di carattere esclusivamente orgiastico e in seguito assunsero
allora possono contrastare le guerre, e far si che venga rag-
una valenza propiziatoria; questo tipo di esibizionismo lo ri-
giunta la pace esteriore, dalla quale conseguirà quella inte-
troviamo anche in epoche nettamente più recenti, come ad
riore. Per raggiungere la pace si deve prima trovare la vera
esempio il famoso carnevale che ogni anno si svolge a Rio De
felicità, che sarebbe il soddisfacimento dei bisogni materiali
Janeiro.Oggi esiste una forma di esibizionismo virtuale, resa
e spirituali, l’uguaglianza che è una condizione naturale che
possibile grazie ai “social network”.
lega tutti gli individui, che sono uguali in quanto dotati di
“Social Network” significa rete sociale, e per rete si intende
ragione, la libertà espressa sottoforma di libertà di parola e
relazione, cioè quella rete di relazioni che si instaurano fra
di stampa, che sono fino a quel momento negate da una so-
gruppi di persone; nel 1930 l’antropologo Jacob Levi Moreno,
cietà autoritaria; la tolleranza, che si può perseguire una volta
analizza i rapporti sociali all’interno di gruppi di persone, in
liberati dal fanatismo religioso; e infine una nuovo piano spi-
ambito lavorativo e di studio, scoprendo così il meccanismo
rituale, che afferma che si può raggiungere Dio tramite l’in-
che permette i rapporti interpersonali; egli lo chiama psico-
telletto e non tramite la fede. Dall’antropocentrismo discen-
dramma. Lo psicodramma è un tipo di terapia di gruppo,
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nella quale i soggetti sono posti a confrontarsi fra di loro, formando un cerchio e parlando a turno uno dopo l’altro, in questo tipo di terapia emerge che ogni paziente tende a drammatizzare la propria esperienza, trasformandola in un qualcosa di tragico a costo di ricevere attenzione, si tratta dunque di un metodo infallibile per la libertà di espressione, che da occasione alla singola persona di “mettersi in mostra” e raccontare di se. I social network sono nati proprio grazie allo psicodramma, infatti uno qualsiasi di essi presenta, una cerchia di amicizie, e un profilo personale, personalizzabileche va dalle foto all’orientamento politico, dagli studi compiuti alla propria età; ogni social network ci permette inoltre di scrivere un nostro “status”, quindi di esternare un pensiero o uno stato d’animo, e far si che venga letto e conosciuto dalla nostra cerchia, in questo modo si ottiene un piccolo spazio di notorietà o semplice attenzione; naturalmente ciò ha subito delle evoluzioni comportamentali da parte degli utenti, sono diventati un’efficace mezzo che può permettere il successo, accessibile ad ogni rango sociale, basta avere una connessione ad internet, uno smartphone e il gioco è fatto, tutti possono gareggiare nella continua lotta alla popolarità. Ciò accade anche nel mercato, infatti le tecniche di vendita, in qualsiasi campo produttivo, sono orientate nel venire in contro al cliente e soddisfare i suoi bisogni, mettendolo al centro dell’attenzione, e intuendo il bisogno del singolo, non trascurando quello della massa; un caso emblematico in questo campo fu la Apple, azienda portata al successo da
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Steve Jobs. Apple è considerata l’azienda che ha subito una
lascia Apple, e Steve Jobs riprende pieno possesso della sua
crescita produttiva e di fatturato maggiore nella storia delle
azienda, divenendo l’unico CEO possibile di essa, in quanto
aziende, nonostante la sua esperienza sia stata discondinua
l’unico a conoscere veramente ciò di cui Apple aveva bisogno
dagli albori fino ad’oggi. Nel 1975 Steve Jobs e Steve Woz-
per risollevarsi dalla crisi. Così Jobs decide di eliminare dal
niak, sono due giovani studenti squattrinati, appassionati di
mercato tutti i prodotti da lui considerati non fondamentali,
elettronica e informatica, inizano a progettare il primo com-
concentrandosi sulle nicchie, o meglio andando ad intuire i
puter a casa di Jobs e tentano di attirare l’attenzione di HP,
bisogni della singola persona, progettando in un modo che
azienda a quel tempo leader nel settore, ma il loro progetto
gli altri competitors non avevano ancora pensato fino a quel
viene rifiutato e considerato inadatto al pubblico, in quan-
momento, in quanto pensavano che la produzione dovesse
to la gente non avrebbe mai avuto bisogno di possedere un
avvenire per la massa, per le aziende e grossi gruppi di per-
computer; battezzano questo primo computer con il nome di
sone; Steve immagina un computer che possa venire incon-
“Apple 1”. I due lavorano subito al perfezionamento di “Apple
tro ai bisogni del singolo, che sia personalizzabile e di facile
1”, trasformandolo in “Apple 2” con nuovi aggiornamenti, e
comprensione da parte di tutti, così da vita al “Mac” il com-
un processore migliore; l’”Apple 3” non riscuote successo in
puter dal design impeccabile, usabile da tutti perchè è facile
mercato, perchè era troppo costoso. Nel 1983 si ha la svolta
intuirne il funzionamento, e in più ha un rapporto qualità
per Apple, Steve Jobs assume come CEO John Sculley, e lo
prezzo perfetto. Nel 2001 arriva in mercato L’”I-Pod”, un pic-
spot dei computer Apple va in onda durante il diciottesimo
colo marchingegno che permette di immagazzinare 5 gigabi-
SuperBowl, divenendo così conosciuto da tutti, l’anno suces-
te di musica, piccolo e leggero, è il successo meglio riuscito
sivo però è segnato da dei forti contrasti fra Jobs e Sculley,
di Apple, che risolleva le vendite e fa ottenere in monopolio
tanto che nel settembre del 1985 Steve Jobs lascia la Apple
all’azienda nel mercato mondiale, in seguito Jobs continua a
Computer inc.; da quel momento la strada per l’azienda è
seguire questa strada, intuendo e testando in prima persona i
tutta in salita, e discesa aperta verso la banca rotta, perchè
bisogni dei singoli, e progetta l’”I-Phone”, lo smartphone che
Sculley mise in commercio prodotti non di prima qualità, e
racchiude una libreria musicale al suo interno, scatta foto, ed
commettendo degli errori determinanti, come quello di la-
è dotato di “app”. Il caso Apple è determinante per il successo
sciar ottenere a Microsoft, azienda rivale, delle concessioni
economico di un’azienda, pensare al singolo e non alla massa
di tipo grafico dell’interfaccia Macintosh, tutto ciò continua
si è dimostrata una carta più che vincente.
fino alla prima metà degli anni 90, durante i quali Sculley
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ESSERE UNICI
L’egocentrismo senza renderci conto ci guida nei nostri modi
in sé è banale: un atleta tra i più ricchi e dotati del mondo,
di fare e di essere; la realtà dei nostri giorni ci pone davanti a
tradisce la moglie. Fatto che, normalmente, non meriterebbe
un bivio e porta a scegliere fra due tendenze:
commenti. Dopo il “fattaccio”, però, sono saltate fuori diverse
1. quella del conformismo, che ci fa sentire in perfetta sinto-
donne pronte a farsi intervistare per parlare dei loro rappor-
nia con una maggioranza, si tratta spesso di un guscio che ci
ti extraconiugali con Tiger. Naturalmente, non c’è posto per
ripara dall’essere diversi e ci aiuta a non essere, in un certo
il pudore in un mondo costruito attorno all’importanza di
senso, derisi per l’eventuale diversità.
apparire. Quelle che in altri tempi sarebbero state definite
2. l’altra strada è il rifiuto del conformismo, l’anti-conformi-
“donne poco per bene”, invece di vergognarsi si sono vantate
smo, cioè il volersi diversificare da quella che viene chiamata
per avere i loro quindici minuti di celebrità. Questo genere
“massa”. Secondo gli psicologi il voler sembrare diversi nasce
di comportamento provoca negli esseri umani il bisogno ir-
da un astio rispetto ai gusti di massa a prescindere, avviene
refrenabile di godere di fama anche solo per poco tempo, di
un disprezzo nei confronti di tutto ciò che è di moda, e si
sentirsi unici, ammirati e qualche volta invidiati. Ognuno ha
vuole ad ogni costo manifestare la propria diversità, come
il bisogno naturale, di sentirsi diverso dagli altri, di fare la dif-
ha espresso, nei suoi studi, l’antropologo francese René Gi-
ferenza, ciò succede anche in molti ambiti lavorativi, nei quali
rad: “Dietro ogni pretesa di anticonformismo si nasconde un
le persone, cercano di avere idee sempre nuove per risultare
altro comportamento conformista”. L’anti-conformista non
innovativi e vincenti: succede sicuramente nel campo della
sopporta ammettere la propria somiglianza con gli altri esse-
moda, dell’arte e del design, vediamo come.
ri umani, e dunque si appoggia alla massa, ponendo se stesso al di sopra di essa, ma per far ciò si lascia ispirare, e dunque imita e si conforma, ad altri anticonformisti che lo hanno preceduto, dunque non fa altro che dimostrare la sua dipendenza dalla massa. Questa necessità si rispecchia nella società in cui viviamo, infatti, Andy Warhol disse: - “nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”. La celebre frase, è entrata a far parte del linguaggio comune, e si fa sempre più strada nel nostro presente. Un esempio di questo meccanismo può essere quello del campione di golf Tiger Woods. L’episodio
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UNICITÀ E MODA La personalizzazione e il bisogno di personalizzare, cioè rendere proprio e unico un qualcosa, parte dal proprio corpo. Ciò oggi avviene seguendo le mode conformiste o cercando di rifiutare le mode ed essere anticonformisti; La moda è un chiaro esempio che aiuta a rendere unico chi la indossa, seguire le mode significa scegliere una tendenza, sia dal punto di vista dell’abbigliamento che del comportamento, essa è capace di appagare i bisogni degli esseri umani, e farli sentire a proprio agio, con loro stessi e col gruppo. Gli esempi di personalizzazione seguendo le mode sono i più svariati: si può partire dalla personalizzazione di se stessi e del proprio corpo, fino a quella del proprio abbigliamento, arrivando anche alla personalizzazione degli ambienti in cui viviamo, e delle persone a noi care. Partendo dal proprio corpo, gli esseri umani sono soliti seguire la moda del tatuaggio, che rappresenti un fatto speciale, o sia puramente a scopo estetico.
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DAPHNE GUINNESS
Daphne Guinness è conosciuta per essere un manichino vi-
noiata, che fa di tutto per comparire nelle riviste, al contrario
vente, è nata a Londra il 9 novembre 1967 e discende dalla
ella rimane sempre in disparte analizzando la moda, proprio
prestigiosa famiglia che inventò la famosa birra Guinness.
come si fa con l’arte.
E’ un’ereditiera irlandese con la passione per la moda, che
Collabora con stilisti emergenti, finanzia e produce pellicole
cresce dentro di lei da quando era una bambina.
cinematografiche si occupa di design e sono famose le sue
Da molti è considerata un’artista, perchè il suo stile nel vestir-
performances, nelle quali si esibisce in una vetrina come un
si è diventato iconico e noto in tutto il mondo dagli esperti
manichino, indossando abiti delle sue collezioni.
di moda. Lei stessa si considera una “fashion addicted” e non
Ciò che fa Daphne Guinness è giocare con la moda, e perso-
perde occasione per creare degli abbinamenti e degli stili da
nalizzare il suo modo di vestire e di essere, per essere apprez-
sfoggiare in ogni occasione. Con l’avanzare dell’età Daphne
zata e conosciuta nel grande campo della moda.
ha sviluppato una passione comune a tutti, quella del collezionismo; è comune collezionare francobolli, bambole, monete o fumetti, ma lei da sempre colleziona vestiti, ella è infatti la donna che possiede la collezione più grande di vestiti in tutto il mondo. Gli amici raccontano delle sue innumerevoli case sparse in Inghilterra e Stati Uniti, stracolme di abiti. ciò fa di lei una grande intenditrice e conoscitrice di moda di tutti i tempi. Di recente in un’intervista alla famosa testata “Harper’s Bazaar” ha confessato che il suo rapporto con gli abiti è un’espressione del suo essere, e della sua passione e bisogno di apparire mostrando tramite un vestito il suo potere seduttivo. Daphne Guinness è una donna camaleontica, riesce a passare da una semplice t-shirt ad un’importante abito di “haute couture”, con una facilità estrema che stupisce le “fashion victim” più accanite; considera la moda un’eccentricità e uno strumento capace di mettere in mostra se stessi. Non si tratta di una “fashion icon” o di una donna ricca an-
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IL TATUAGGIO Si teorizza che i tatuaggi venivano fatti agli esseri umani
chi, se prima avere un tatuaggio era considerata una cosa da
come terapia dovuta a delle lesioni ossee, come testimonia
emarginati, ora è visto come diverso chi non li ha, quindi c’è
il ritrovamento avvenuto nel confine italo austriaco, di un
stato un passaggio da anticonformismo a conformismo, per-
corpo congelato risalente a 5300 anni fa, che appunto ha dei
ché il tatuaggio ha assunto un valore lasciandone un altro;
tatuaggi sulle braccia, in corrispondenza di lesioni evidenzia-
è stato in parte dimenticato il valore intrinseco di esso, per
te grazie ai raggi X.
lasciar spazio al valore puramente estetico.
Altre popolazioni come i celti e gli egizi dettero ai tatuaggi una valenza diversa: le danzatrici dei faraoni presentavano dei tatuaggi come decoro sulla pelle, mentre le tribù celtiche si tatuavano animali ai quali erano devoti. Nei primi anni del 1700 i marinai europei sbarcano nelle isole del sud Pacifico e scoprono le popolazioni indigene che hanno fra le loro usanze proprio quella del tatuaggio, praticato tramite delle conchiglie affilate. In Giappone le leggi restrittive del 1870 proibivano ai giapponesi poveri di usare i kimono, perciò loro praticavano dei grandissimi tatuaggi sul loro corpo, a scopo di protesta. Il tatuaggio assume un’importanza sempre maggiore, infatti nel 1891 viene creata la prima macchinetta elettrica per fare tatuaggi; e negli anni ‘70 e ‘80 il tatuaggio diventa una forma di ribellione alla società conformista dell’epoca, adottato dai punk e i bikers. Oggi il tatuaggio viene fatto per mantenere un ricordo o un momento importante impresso sulla propria pelle, oppure per esprimere una volontà di ritorno a valori antichi e profondi che la società di oggi sembra aver dimenticato. Il vero significato attuale del tatuaggio, lo conoscono in po-
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RICK GENEST
Un esempio che riguarda la personalizzazione del proprio
fa un’apparizione nel video di Lady Gaga “Born This Way”,
corpo è Rick Genest, ventisettenne originario di un paese in
divenendo conosciuto in tutto il mondo. Nella primavera del
provincia di Montreal in Canada. Prima di ricoprire il suo
2012 Rick Genest lancia in commercio il suo brand chiamato
corpo di tatuaggi, quando aveva 17 anni gli venne diagno-
“Zombie Boy the Brand” e continua la sua carriera da model-
sticato un tumore al cervello, e gli fu comunicato che il suo
lo di beauty con L’Oreal per la campagna “Dermablend”, che
intervento sarebbe stato possibile solo al termine di una lista
si occupa di trucchi coprenti per la pelle. La sua ossessione
d’attesa, di 6 mesi. Durante questi sei mesi Rick fa delle rifles-
per i tatuaggi ha portato Rick a diventare un modello famo-
sioni sulla vita, o sulla ipotetica morte che nel suo caso era
so in tutto il mondo, e questo suo modo di personalizzare
possibile anche per la minima complicazione post intervento.
il proprio corpo ha fatto parlare tantissimo i tabloid e lo ha
Decise quindi di scappare via di casa e di vivere alla gior-
condotto alla fama. Personalizzando il suo corpo si è messo
nata, dormendo alcune volte sotto un ponte; quad o compì
al centro dei riflettori.
19 anni decise di iniziare con i tatuaggi, scegliendo di far assomigliare il suo corpo ad un cadavere in decomposizione, per questo motivo assunse il soprannome di “Zombie Boy”. Iniziò a lavorare in un circo di stile underground, facendo numerosi show, poté completare i suoi tatuaggi che ormai divennero un unico tatuaggio che ricopre tutto il suo corpo. La sua fama data dai suoi tatuaggi attira l’attenzione di Nicola Formichetti, lo stilista personale di Lady Gaga nonché direttore artistico del marchio francese “Mugler”, che un giorno sfogliava una rivista a caccia di nuove tendenze, vedendo la foto di Rick ne rimane affascinato, e decide di informarsi di più sul suo conto. Una settimana dopo, Formichetti vola a Montreal per incontrare lo “Zombie Boy”, e decide di invitarlo come modello alla sfilata di “Mugler” a Pargi, nel autunno 2011. La sfilata riscuote un successo clamoroso, il pubblico è in delirio durante l’uscita in passerella di Rick; in seguito
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UNICITÀ E PERFORMANCE La necessità di essere unici è molto frequente anche nella forma d’arte della performance; è comune fra gli artisti fare degli show, per mostrare al pubblico il loro intento e cosa vogliono rappresentare; si tratta di una forma d’arte nella quale gli artisti usano il proprio corpo come forma di espressione. Solitamente le performance arts, nascono come denuncia a un problema della società, ma da sempre i problemi che vengono denunciati non riguardano solo il sociale, ma bensì il singolo individuo, che si mette a nudo, e si racconta per ciò che è con tutti i suoi disagi e modi di essere. La volontà di essere unici e speciali, è un bisogno insoddisfatto di molti artisti, che ricorrono ai mezzo alloro disposizione, e si danno da fare per raccontarci il motivo del loro problema, che spesso rimane sconosciuto, ma è ben visibile nei loro comportamenti, e nelle loro arti. Il compito che hanno loro è proprio questo, cioè esprimere sentimenti, nei quali gli esseri umani si rispecchiano, vediamo alcuni esempi.
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YAYOI KUSAMA
Yayoi Kusama è un’artista giapponese, nata nel 1929 a Matsu-
nascono dal suo interno e si moltiplicavano assorbendo tutto
moto, città che lascerà per andare a New York con la ferma
e intrappolandola in una rete infinita che si ripete, questo ha
convinzione di diventare un’artista.
dato vita ad una delle sue opere più importanti, le “Infinity
E’ nota a livello mondiale come “la sacerdotessa dei pois”, la
Rooms” stanze fatte di specchi o altre superfici riflettenti, che
sua fama è legata alle “Infinity Nets”, opere intessute di reti
esasperano la percezione dello spettatore, proiettandolo fuori
che si allargano all’infinito in un enorme pattern che si ripete
dal tempo e dallo spazio. Yayoi Kusama è nota anche per altre
subendo delle variazioni cromatiche. «Quanto era profondo
opere, come le “Soft Sculptures” che sono dovute all’attrazio-
il mistero dell’infinito oltre lo spazio?», si era chiesta l’artista,
ne-repulsione nei confronti dell’educazione sessuale che le fu
«Sulla base di questa percezione volevo osservare la mia vita,
impartita quando era una bambina. L’intento della sua arte
la vita di una goccia d’acqua. Una goccia d’acqua in mezzo
è quello di condurre un’indagine sul concetto di come l’es-
a milioni. Il candido nulla di una rete tenuta insieme da un
sere umano percepisce l’infinito e il cosmo, e i kaleidosco-
corpo celeste di gocce, che avrebbe cancellato me, gli altri e
pici pattern a pois rappresentano l’annullamento dell’essere
l’intero universo».
in uno spazio finito. L’artista è affetta dalla sindrome della
Ma quale è il suo pensiero artistico? Cosa ha portato la Ku-
depersonalizzazione, una malattia mentale che comporta l’e-
sama ad approdare a questa forma d’arte? La risposta non è
sperienza della perdita della personalità, dovuta a un rifiuto
semplice, ma è noto che la sua arte è intrisa di ansie, angosce
che il sistema nervoso degli esseri umani mette in atto per
e paure; scavando nella sua vita passata troviamo la chiave del
annullare la realtà quando causa troppa sofferenza, si tratta
suo percorso artistico. Fin da piccola Yayoi soffre di disturbi
di un meccanismo di autodifesa, che la costringe dal 1977 a
ossessivo-compulsivi e allucinazioni plurime, che sono dovu-
risiedere nell’ospedale psichiatrico di Seiwa per continuare a
te a delle violenze domestiche subite quando non era ancora
realizzare la su arte.
adolescente. Ella stessa raccontò in un’intervista, che durante una crisi, all’età di 12 anni, dovuta ai suoi problemi psicologici accadde che il motivo a fiori rossi di una tovaglia da tavola, cominciò a riprodursi all’infinito nella stanza fino ad assorbire e rivestire tutto ciò che ci fosse intorno; ciò le dava la sensazione di essere “annullata”, cancellata, lei stessa e la realtà che la circondava. La Kusama sostiene che queste particelle
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LA PERFORMANCE Quando si parla di performance (in inglese, performing arts),
tratta di qualcosa di unico e non vendibile per una collezione,
si fa riferimento a forme espressive in cui l’artista “agisce” e
come invece accade per le arti visive. Molti artisti degli anni
si esprime usando il proprio corpo, il proprio viso, la propria
70 decidono di usare come motivo delle loro performance il
presenza.; le performance si differenziano quindi da tutte
sociale e si fanno portavoce delle minoranze, denunciando e
quelle forme d’arte in cui l’artista realizza oggetti o compo-
raccontando i fatti attraverso loro stessi; spesso si tratta anche
ne testi scritti che non vengono immediatamente tradotti in
di mettere a nudo situazioni considerate “tabù” e “fastidiose”
comportamenti reali. Essa nasce come volontà da parte degli
da vedere, mettendosi al centro dell’attenzione facendo cono-
artisti di incontrare il pubblico e raccontare o denunciare un
scere e confrontandosi con il pubblico.
qualcosa attraverso loro stessi a volte in maniera improvvisata, composta in ogni minimo particolare e a volte prevede l’interazione con il pubblico. A partire dagli anni Settanta è entrato in uso il termine “Performance Art” per indicare un ambito più ristretto di pratiche performative adottate da artisti dediti a forme di ricerca e sperimentazione, nonostante gli storici collocano la nascita delle performance all’inizio del ventesimo secolo, quando i poeti dadaisti esprimevano le loro poesie in modo non convenzionale e del tutto inusuale. Oggi il termine intende più svariati tipi di espressioni artistiche: dalle installazioni interattive nei musei enelle gallerie alle esibizioni multimediali dei Dj nei club. La performing art si sviluppa quando gli artisti decidono di sperimentare, uscendo dalle gallerie e portando la loro arte nelle piazze, nelle strade e nei giardini, usando come forma d’arte proprio loro stessi e il loro corpo, senza richiedere il pagamento di un biglietto o qualunque altra cosa riguardasse la mercificazione dell’arte stessa. La forza delle performance sta nel fatto che si
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FRANKO B
Un artista chiave di queste tendenza, volta a diversificarsi è
come protesta e ribellione, in quanto lui da ragazzo era un
Franko B, artista di “Body Art” inglese di origini italiane, ce-
“Punk” interventista e spesso era preso di mira dalle forze
lebre in tutto il mondo per le sue performance, che sono il
dell’ordine da molti altri giovani che lo picchiavano fino a la-
risultato della sua insoddisfazione personale, riguardo il suo
sciarlo sulla strada privo di sensi e in un lago di sangue. Ma
aspetto fisico; per tale motivo nelle sue performance percorre
Franko B non è solo questo, in una recente intervista rilascia-
una lunga passerella, sfilando in un lungo tappeto di coto-
ta alla rivista “Rolling Stone” si “lamenta” del fatto che tutti si
ne bianco, con le vene tagliate, e lasciando scorrere il sangue
ricordino di lui per le sue prime forme d’arte e per le - come
lungo il suo corpo nudo, la sua performance termina quando
le chiamerebbe lui - “Passerelle”; afferma di essersi evoluto e
il suo corpo non resiste più a tale sofferenza che cade a terra
di aver cambiato la sua visione del mondo e della vita, ha ab-
privo di sensi, lasciando gli spettatori letteralmente a bocca
bandonato le idee interventiste e rivoluzionarie, affermando
aperta. Il motivo delle performance di Franko B è dovuto ad
che la sua arte era ed è sempre basata sull’Amore, perciò ora
una depressione interiore che lo rende insoddisfatto del suo
ha deciso di dedicarsi alla poesia, esprimendo la vulnerabili-
aspetto fisico, ciò lo ha portato a voler ottenere l’attenzione
tà dell’uomo in dipinti ricamati sulla tela d un filo rosso, ch
di tutti, sfilando nella sua passerella di sangue, da subito ha
espesso ritraggono giovani, entrambi di sesso maschile, che si
sfruttato l’occasione, rivelandosi stilista, perché il lungo tes-
preparano alla lotta, o che combattono, o che si baciano e così
suto di cotone insanguinato, che resta dalle sue performance,
via. Franko B ha subito innumerevoli ingiustizie e violenze
viene tagliato e cucito, in modo da creare un abito, che non
nella sua gioventù e non solo, e ha scelto l’arte come metodo
potrebbe essere più unico e personalizzato di così, il quale
per raccontarle al pubblico.
viene venduto all’asta ad accaniti compratori.E’ interessante come la sua convinzione mentale e il suo modo di non accettare se stesso e il suo corpo, lo abbiano portato a trovare la sua strada nel mondo dell’arte, grazie alla quale riesce ad esprimersi mettendosi ugualmente in mostra, non sentendosi, invece, accettato dall’umanità come un “semplice” essere umano. Egli ritiene di essere sfortunato a non essere nato bello e perfetto in un mondo dove per diventare famosi è richiesta la bellezza e la perfezione. La sua forma d’arte nasce
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LA MODIFICAZIONE CORPOREA La modificazione corporea consiste in un insieme di pratiche
volersi distinguere ed evidenziare la propria appartenenza ad
atte ad alterare deliberatamente il corpo umano senza che vi
un gruppo, nella denuncia contro la società, nel bisogno di
sia alcuna ragione medica. Si tratta di una forma d’arte uni-
essere alternativi provocando stupore e ammirazione e così
versale praticata da migliaia di anni per fini sessuali, come
via. La sponsorizzazione di tali usi è data anche dai program-
rito di passaggio, per ragioni estetiche, per indicare appar-
mi televisivi come “Dottor Botox” che inneggia alla chirurgia
tenenza, fiducia e lealtà, per motivi religiosi, a scopo di pro-
estetica come unica soluzione di riscattare il proprio corpo
vocazione o per esprimere se stessi. Alcune forme di modifi-
verso la società, sentendosi dunque accettati e perfettamente
cazione corporea, che nella sua accezione più ampia include
conformi al canone di bellezza oggi presente.
anche la chirurgia estetica, sono considerate ormai, ordinarie
I praticanti di questo genere di alterazioni hanno in se, spes-
e “normali”, come ad esempio il piercing all’orecchio o al rito
so, un innato bisogno di voler sentire il dolore causato da
della circoncisione; tutavia esistono delle modifiche fatte al
queste modifiche sottocutanee, il che non è da considerarsi
proprio corpo, di genere “invasivo” ovvero modifiche che
patologico, ma semplicemente un modo diverso di vedere
prevedono l’uso della chirurgia, o dovrebbero prevederlo.
il prorpio corpo, secondo le ricerche la “body modification”
Questa pratica ha origini antichissime, che si fondano sulla
esprime una padronanza totale del proprio corpo, come se
costruzione di quel senso di appartenenza e di identità tipico
ci fosse un tuttuno fra esso e l’anima, tale da far si che ven-
delle società tribali, che spesso ricorrono alla modificazione
ga provato piacere e non sofferenza. Nel panorama artistico
corporea per ragioni religiose, matrimoniali e propiziatorie;
mondiale, esistono vari artisti che hanno deciso di pratica-
ciò significa dunque che ci sono delle ragioni che sono note
re la modificazione corporea, nella loro continua ricerca dei
esclusivamente alle persone che vivono in questo tipo di si-
perchè.
tuazioni, in tribù e che ragionano secondo questo culto, totalmente sconosciuto alla società occidentale. E’ diventato di uso quasi comune, trasformare queste scelte tribali, in mode occidentali, infatti sentiamo spesso dire che il corpo è solo un guscio che non sempre rappresenta i sentimenti che si provano e perciò si tende a modificarlo. Ciò accade in ambiti molto vari: nella continua ricerca della giovinezza e del mantenere il corpo sempre bello come quando si è giovani, nel
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ORLAN
Nata in Francia il 30 maggio 1947, è stata ed è tutt’oggi una
Da alcuni anni la sua aspirazione oltre la popolarità e la per-
performer importantissima dagli anni 80-90.
fezione, è diventata l’unicità, come accade in un suo recente
Attraverso l’uso della chirurgia plastica esplora le ideologie
spettacolo: ‘The Sacrificial Body of Orlan’, nel quale rimette
occidentali di bellezza, di identità e di corpo; per fare da tra-
in discussione i canoni di bellezza comuni, alterandoli tanto
mite nell’esplorazione di queste ideologie ella sceglie la “body
da farli diventare grotteschi, perciò personalizza il suo corpo
modification”.
facendosi impiantare delle placche sotto cutanee, tipiche del-
Nei suoi primi anni di attività artistica, Orlan rimane af-
la “body modification”, rendosi così unica sotto ogni aspetto.
fascinata dalle opere d’arte in particolare di artisti di sesso maschile, iniziando a fantasticare e desiderare di voler somigliare ai canoni antichi di bellezza. In seguito ad un intervento chirurgico subito, nel quale erroneamente l’anestesia non ebbe effetto, ella scopre il piacere di essere perfettamente cosciente durante questo tipo di procedimenti. Così nacque la sua passione, passione che ella ha nel voler raggiungere un’ideale di bellezza universale, infatti si sottopone alla chirurgia estetica per avere la fronte della Gioconda di Leonardo, il mento della Venere fra le onde, le labbra di Europa (François Boucher) e il naso di Psyche. In seguito inizia ad occuparsi di performance artistiche, una delle più innovative e note è “The Reincarnation of Saint-Orlan”, nella quale si “esibisce” in nove interventi chirurgici estetici, ciascuno attinente ad un tema particolare che si articola attraverso una serie di testi letterari, il tutto ripreso da dei cameramen, e rigorosamente senza anestesia. Orlan nella sua arte si occupa di femminismo e relazione con il corpo femminile, dando tutto il suo sostegno alla chirurgia plastica e al rispetto dei canoni predisposti di bellezza.
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UNICITÀ E DESIGN I designers, come architetti, arredatori, architetti di interni, costruttori e cosÏ via, hanno sempre lasciato una traccia nella storia, che li contraddistingue e rende unici. Un architetto in ogni costruzione ed edificio che innalza, lascia sempre una parte di se; infatti al primo sguardo spesso, riconosciamo lo stile, e l’autore. E’ molto comune che gli architetti vogliano essere i protagonisti assoluti delle loro opere, che sono sempre frutto del loro studio e della loro cultura, essi si fanno strada e trovano il loro spazio nella grande cerchia di designers che hanno fatto e che continuano a fare la storia.
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L’ARREDAMENTO Fino a qualche anno fa l’arredamento d’interni era di compe-
dosi spesso a dover fronteggiare le esigenze dei clienti, deve
tenza dei venditori di mobili e dei loro commessi, era dunque
avere la capacità di lavorare insieme ad altre figure (come
a fin di vendita. Da qualche anno ha preso il via, però, una
muratori, falegnami e ingegneri) per realizzare un progetto
figura specializzata, l’architetto d’interni, che ha lo scopo di
che alla fine sia fattibile in termini di concretezza e comodità
consigliare il cliente nell’acquisto e nella disposizione degli
e soprattutto deve essere capace di inserirvi il suo tratto di-
interni d’arredo. Questa figura professionale era già presen-
stintivo di artista, così da rendere unico il suo operato.
te sul mercato, anche se nasceva fondamentalmente dall’esperienza sul campo e da un innato senso del buongusto, ma oggi la situazione del design di interni è sensibilmente diversa. Arredare significa progettare spazi interni chiusi in relazione ad oggetti di uso comune e non, questa professione si estende in tutti i generi di edifici, dalle case ai negozi, dai ristoranti agli hotel. Contrariamente a ciò che sembra, “l’interior designer” non è da confondere con uno “stilista” di interni, ma anzi, egli pone molta attenzione nell’usabilità e comodità degli arredi, quindi in aspetti prettamente pratici; ad esempio si preoccupa che i mobili siano della giusta dimensione, che siano rispettati gli spazi di passaggio, che gli arredi siano disposti in modo comodo e funzionale, che i materiali e le tecnologie siano di buona qualità, che ci sia una buona insonorizzazione, un buon rapporto fra consumi energetici e comfort e che tutto l’ambiente sia in armonico, e sia ben suddiviso ed equilibrato tra spazi pieni e vuoti. Avere fantasia e buongusto non bastano, progettare interni richiede anche altre caratteristiche, come ad esempio il saper disegnare, ma non solo, un interior designer deve avere la capacità di migliorare l’ambiente su cui deve lavorare e, trovan-
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KARIM RASHID
Membro importante dell’unicità data dal design, è Karim
vestimento di un capitale, dall’azione di marketing, dalla fa-
Rashid nato nel 1960 in Egitto ma visse in Canada, per la
cilità di produzionee la capacita’ di distribuzione, il valore
precisione ha intrapreso i suoi studi di design alla “Carleton
di servizio, la qualità, le istanze ecologiche e la sostenibilità.
University” di Ottawa, nella quale conseguì il diploma di “In-
Questo insieme forma il nostro spazio fisico, la nostra visione
dustrial Design” nel 1982. In seguito continua a studiare in
della vita e in definitiva anche i nostri oggetti. Queste costru-
Italia, sia a Napoli che a Milano, e quando ritorna in Canada
zioni producono, a loro volta, affari, identità, marca e valore.
collabora con una società di industrial designers chiamata
Tutto ciò, per l’artista Rashid diventa quindi “l’affare della
Kan e fonda la sua prima società “Babel Inc. and North Stu-
bellezza”, anzi, ‘’ogni affare dovrebbe avere a cuore la bellez-
dio”. Si trasferì a New York e debutto come designer avendo
za, che molto spesso e’ un vero e proprio bisogno collettivo”.
clienti molto importanti da Yves Saint Laurent a Yahoo; dalla
Ecco che per Karim il design diventa il demiurgo culturale
seconda metà degli anni 80 fino ad oggi vinse innumerevo-
del nostro mondo, capace di offrire alla gente la possibilità
li premi molto importanti e riconosciuti a livello mondiale,
di ‘’partecipare al mondo contemporaneo, liberandosi dalla
partecipando anche egli stesso come giurato in manifestazio-
nostalgia, dalle tradizioni antiquate, dai vecchi rituali, dal ki-
ni internazionali.
tch e dall’insignificanza’’. In fondo, secondo Rashid ‘’ noi tutti
E’ stato per 10 anni docente di Design Industriale presso la
dovremmo essere consapevoli che se la natura umana ci por-
“University of Arts di Philadelphia” ed è stato e tutt’ora è,
ta a vivere nel passato, per cambiare il mondo, e’ necessario
molto attivo giornalisticamente parlando in alcune riviste di
cambiare la natura umana “. Ciò rende il suo modo di vedere
design. Rashid ha un’idea molto funzionale del design, e che
il design totalmente differente da come è visto da un essere
ricorda, con le dovute cautele, quella vecchia scuola cono-
umano normale, questo è proprio ciò che fa di lui un’artista.
sciuta come Bauhaus! La sua filosofia è quella di un “design democratico”, capace di permettere a tutti l’accesso a un’esperienza unica. Il genio di Rashid muove dalla riflessione della società contemporanea caratterizzata da una miscela composta dall’esperienza umana, dai comportamenti sociali, dalle istanze economiche e politiche globali, all’interazione mentale e fisica, fino ad un profondo desiderio di cultura e da una serie di sfumature oggi fondamentali e rappresentate dall’in-
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IRIS APFEL
Un interessante punto di incrocio tra la moda e il design è si-
ne essere unici grazie ad uno stile nel vestirsi e nel modo di
curamente Iris Apfel nata nel 1921, la novantaduenne signora
pensare, ciò che Iris ha fatto è personalizzare se stessa e ren-
di origini russe, è una designer di interni, con la passione per
dersi talmente unica e insostituibile da diventare conosciuta
lo stile e la moda, che le fu trasmessa dalla madre si da quan-
in tutto il mondo.
do era bambina; è diventata famosa in tutto il mondo per il suo stile estroso nel vestire, caratterizzato sempre da rossetto rosso e occhiali da vista giganteschi. La passione della madre per i gioielli, la ha portata piano piano a creare un suo stile vero e proprio, che accompagnato dai suoi studi di storia dell’arte, la porterà a viaggiare in tutto il mondo, delineando attraverso le varie culture il suo stile e gusto personale, ma il suo talento come designer la riporta in America dove mette in piedi un’impresa tessile insieme al marito. In seguito la sua più grande passione, l’interior design, farà si che ella possa arredare la casa bianca per ben 9 presidenti degli Stati Uniti. E’ diventata famosa e unica in tutto il mondo per il suo stile, è considerata la pioniera dello stile etnico mescolato a capi di haute couture e vestiti trovati nei mercatini, tanto che nel 2005 i grandi della moda le dedicano una mostra al Metropolitan Museum of Art di New York, nella quale espongono per la prima volta tutti i suoi look più famosi e personalizzati dalla sua passione per le stampe e i pattern; nonostante ella non faccia parte del Fashion System, è stata capace di dettare leggi in materia di gusto estetico. E’ un caso molto interessante, perché non è una cosa comu-
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CAPITOLO 2 La fase due della ricerca da me compiuta comprende dei testi relativi ad un altro tipo di unicità, rispetto a quella vista nel capitolo precedente, infatti qui troverete contenuti relativi all’unicità di tipo genetico, ossia quella naturale. Inoltre verrà analizzato il comportamento, o meglio il fenomeno dei “target”, l’appartenenza ad un gruppo di persone i problemi che ne scaturiscono e così via. Infine, al termine di questo capitolo verranno presi in considerazione tre casi studio, di tre diverse categorie di prodotti, verrà spiegato il loro rapporto con l’unicità vera e propria e verrà raccontata la motivazione che ha fatto scatuire da delle menti geniali e inclini alla vendita, l’ideazione di questi tre prodotti, così vicini alle necessità delle persone, e soprattutto la stupefacente vicenda di tempi di ideazione molto vicini anche se in campi totalmente differenti fra loro.
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UNICITÀ GENETICA “It’s good to know where you come from. It makes you what you are today. It’s DNA, it’s in your blood. Alexander McQueen
Charles Darwin nella sua opera “L’origine dell’uomo” disse
zionerebbe il tutto se l’unicità fosse proprio quello che la na-
“L’uomo nella sua arroganza si crede un’opera grande, me-
tura ci fornisce? Ognuno di noi viene al mondo con i propri
ritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più
connotati che lo contraddistinguono e lo rendono speciale
giusto considerarlo discendente degli animali.” Con questa
nel suo essere, si può dunque parlare di un unicità di tipo ge-
citazione Darwin alludeva oltre alla discendenza dal regno
netico, ovvero l’unicità che è la risultante della combinazione
animale, alla visione antropocentrica che l’uomo ha di se
di cromosomi donati da ognuno dei due genitori: colore dei
stesso e alla superiorità intrisa nel pensiero dello stesso. Egli
capelli, della pelle, degli occhi, forma del viso della bocca e
è considerato il maggior esponente ad aver parlato di evo-
così via. Essere se stessi potrebbe voler comprendere anche
luzione della specie; a grandi linee sosteneva che le specie
il voler modificare il proprio corpo, ma quando si parla di
animali che sopravvivevano erano quelle che si adattavano e
unicità genetica, la situazione è diversa, nascere in un modo
per ciò si intende adattamento a stili di vita estremi, al cibo,
è una cosa che non si sceglie, come invece si può scegliere di
al freddo, all’acqua e così via; gli animali per far ciò avevano
fare un tatuaggio, la genetica ci viene imposta sin dall’inizio.
dunque bisogno di cambiare gradualmente con l’evoluzione
Nella società odierna per differenziarsi dalla massa è “neces-
e le generazioni, parti del loro corpo per andare incontro ai
sario” mantenere i propri connotati e caratteri genetici, per-
bisogni che gli venivano “richiesti” dalla natura che li ospita.
chè solo quelli sono in grado di garantire la nostra specialità
Nel regno animale dunque si cambia per vivere, e nel regno
nel mondo. Per esempio molte celebrità prendono alla lettera
umano come funziona?
questo modo di fare, tra le tante possiamo citare Madonna, la
Gli esseri umani con gli anni hanno maturato degli stereotipi
cantante italo-americana, che nei lunghi anni di carriera non
a cui aspirate, come già analizzato, essi desiderano somigliare
ha mai modificato o “corretto” il diastema fra i due incisivi,
ai propri idoli, cambiare il loro corpo e renderlo unico, con
ciò la rende diversa in una società dove i denti devono esse-
tatuaggi, piercing e spesso ricorrendo alla chirurgia estetica;
re perfetti, ciò non toglie che comunque ella abbia usufruito
mentre cercano di adattarsi alla natura, in questo caso “urba-
delle sempre più moderne tecniche per mantenere il proprio
na” seguendo dei target, e vestendo in un modo simile a chi
corpo giovane e allenato, ma comunque mantenendo i propri
gli sta intorno, per sopravvivere alla dura legge di selezione
connotati originali, dando soltanto una “rinfrescata” qua e la.
naturale, basata sul conformismo, essi quindi sono “costretti”
Lo stesso non si può dire della cantante di origini indiane
a destreggiarsi in questo mondo sempre più critico e in una
(d’America), Cher, che quasi come la già citata Orlan, ha de-
società che richiede sempre di più l’unicità. Ma come fun-
ciso di alterare completamente il proprio corpo, perdendo il
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suo aspetto originale e diventando irriconoscibile agli occhi
vamente per i nostri geni, ma soprattutto per come ssi vengo-
del pubblico. L’unicità dei geni dettata dal nostro DNA è lo
no regolati, dunque di come sono disposti nella sequenza di
strumento più prezioso se al giorno d’oggi ci preme il fatto
DNA. Alla domanda “cosa ci rende davvero unici?” la rispo-
di voler essere unici almeno sotto l’aspetto fisico, perchè nes-
sta esatta non la si può dare, o meglio una risposta univer-
suna chirurgia estetica, nessun tatuaggio e così via potrà mai
sale, che vada d’accordo con la scienza e con l’antropologia,
renderci diversi da nessun altro soprattutto, se le usanze che
scientificamente parlando il DNA detta la nostra unicità dei
prima erano speciali sono diventate all’ordine del giorno. Il
caratteri, ma interviene poi il modo di essere, di vestire e di
DNA è stato scoperto nel 1869 da Friedrich Miescher, biochi-
decidere, perchè questi fattori non sono scritti nel corredo
mico svizzero, ma a spiegarne il funzionamento e illustrarne
cromosomico, ma sono fattori dovuti esclusivamente all’a-
il modello furono gli scienziati Watson e Crick, che presenta-
spetto esteriore di noi stessi. Un’artista poliedrica dello sce-
rono nella rivista “Nature” il modello a doppia elica che com-
nario italiano, si è espressa a tal proposito, Sabina Guzzanti
pone la molecola microscopica del DNA era la seconda metà
disse: “Cosa ci rende unici non è certamente la condizione di
del 1900. L’acido desossiribonucleico è stato una scoperta fat-
nascita né lo stato sociale né quello che comunemente si ritie-
ta in anni “recenti” e fino ad allora rimase totalmente scono-
ne sia il sapere. L’identità è data dal coraggio di essere quello
sciuto e non venne mai capito il motivo dell’unicità umana.
che si è e dal rispetto profondo per la propria vita e dal giusto
I progessi vennero fatti molti anni dopo, nel 2001 quando si
valore che le diamo. E allo stesso tempo l’identità è l’unica
parlò per la prima volta di “sequenziazione del genoma uma-
vera fonte di potere degli esseri umani. Solo se si ha un’iden-
no” cioè la determinazione dell’ordine dei diversi nucleotidi
tità si può cambiare il mondo, apprezzare la vita, capire cos’è.”
che costituiscono l’acido nucleico. In poche parole il DNA è
In conclusione potremo paragonare l’essere unici ad un enor-
composto da delle sequenze dalle quali derivano tutte le in-
me caleidoscopio, all’interno del quale troveremo tanti “pez-
formazioni genetiche del nostro organismo.
zetti” che mischiandosi formano disegni diversi, quindi ciò
In quegli anni innumerevoli furono gli scenziati che si ado-
che ci rende uniche sarebbe l’insieme delle nostre sfaccetta-
perarono per riuscire ad isolare il gene “dell’unicità”, cioè quel
ture, molte di esse simili a quelle di altri, ma tuttavia diverse
gene che avrebbe reso unico e diverso dagli altri ogni singolo
perchè mai combinate allo stesso modo; ognuno di noi vede
essere umano; finchè le menti più brillanti dell’università di
in se stesso un’aspetto speciale, ma siamo sicuri che quello
Yale e dell’European Molecular Biology Laboratory, hanno
che noi pensiamo tale lo sia per tutti gli altri, e che non dipen-
compreso che noi differiamo gli uni dagli altri non esclusi-
da, invece, da come gli altri ci percepiscono?
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TARGET
Spesso accade che un individuo con i propri interessi, usi e
Nella cultura occidentale essere una vittima è una posizione
costumi, tenda ad accettare solo la compagnia di altri esseri
che conferisce valore e significato, in seguito alla guerra av-
umani con interessi uguali o simili ai propri, questo è il feno-
venì lo sviluppo della cultura giovanile e il loro avvicinarsi e
meno dei “Target”.
identificarsi con i gruppi di vittime, il primo esempio citabile
Gli uomini tendono a targettizzare, cioè a porre delle etichet-
è quello sicuramente che riguarda i neri d’America, ai quali i
te sulle altre persone, questo fatto è molto comune nella fase
gruppi di giovani occidentali si sono talmente avvicinati da
determinante della crescita, l’adolescenza, cioè quel periodo
inserirsi nella loro cultura, portando il genere Jazz in occi-
della vita delle persone che segna il passaggio dall’età infantile
dente e in tempi più recenti la musica Hip-Hop.
a quella adulta, ed è solitamente caratterizzato da una volontà
E’ interessante soffermarsi sul fatto riguardante la shoah e di
di autonomia e ribellione, verso i propri genitori e il mon-
come i gruppi di giovani non si siano mai avvicinati alla cul-
do degli adulti in generale. Di solito gli adolescenti tendono
tura di quelle che dovrebbero essere le vittime per eccellenza,
a chiudersi nel proprio mondo fantastico e incompreso da
gli ebrei, che subirono innumerevoli ingiustizie nel corso del-
tutti; tendono a creare dei gruppi, che sono caratterizzati da
la guerra; ciò è dovuto al fatto che Israele è percepito come
interessi comuni, ma anche da modi di pensare e di agire pro-
stato autoritario e vittimizzatore per eccellenza, al quale si
pri di quella cerchia, che comprendono il modo di parlare, di
affianca anche l’America, ma il potere che l’america esercita
pensare, e di vestire. Il fenomeno dei target è proprio questo,
sui giovani è molto più forte rispetto al potere che potrebbe
ovvero la divisione di persone in diversi gruppi, alla quale
esercitare un qualunque altro stato del mondo. Molte culture
non si può far parte se non si hanno quei necessari requisiti.
giovanili provengono proprio dagli Stati Uniti e sono giunte
E’ opportuno fare delle precisazioniriguardanti i “gruppi” nei
oltre mare raggiungendo l’Europa; la maggiorparte di questi
giovani; storicamente parlando nel dopo guerra quindi nella
movimenti giovanili non sono positivi, o meglio non espri-
seconda parte del XX secolo, si sviluppa quella che in antro-
mono uno stile di vita salutare, ma in molti casi mirano alla
pologia e sociologia viene chiamata “cultura giovanile”; essa
autodistruzione e sono in continua evoluzione, esse fanno
si sviluppa dopo la seconda guerra mondiale, ed è particolar-
uso di particolari stereotipi che riguardano la musica, il tipo
mente presente nella parte occidentale del modo: si tratta di
di vestiario, i rapporti interpersonali e lo stile di vita. Negli
un comportamento che nasce dalla presa di coscienza sul fat-
anni 60, si diffonde in tutto il mondo la parola “Hippie”. In
to che ogni vittima venga privilegiata in quanto tale, questo
italiano erano i così detti figli dei fiori e si tratta di un movi-
comportamento è anche detto “cultura vittimista”.
mento giovanile, iniziato negli stati uniti, e in breve tempo
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diffuso in tutto il mondo; si sviluppa inizialmente, per via del
e si rispecchiano nei loro idoli, che sembrano gli unici a capi-
genere musicale, il rock psichedelico, che più avanti delinea
re il loro mondo fantastico di adolescenti.
dei valori morali nelle persone che si riconoscevano in que-
Questi giovani, scoprono un mondo popolato solo da loro
sto stile, facendo diventare l’essere Hippie una vera e propria
stessi, in quanto componenti del proprio gruppo, all’interno
filosofia di vita.
del quale si sentono invincibili, e non ammettono nessuno
Essi sostenevano la rivoluzione sessuale, e l’uso di stupefa-
che sia diverso dalla loro filosofia.
centi, al fine di allargare le loro vedute, in fatto di coscienza,
Proprio in quegli anni si afferma come stilista per eccellenza
in faccio ciò in cui gli Hippie credevano, e credono, era la
del genere punk, Vivienne Westwood, che rende lo stile punk
ricerca della totale libertà. La moda e i valori hippie hanno
indossabile da tutti; la stilista ha l’intuizione geniale, di ande-
avuto un notevole impatto sulla cultura, influenzando la mu-
re incontro alla tendenza del momento, ed è da li che ottiene
sica popolare, la televisione, il cinema, la letteratura e l’arte
la sua fortuna, fa diventare possibile ciò che per i non punk
in generale. Dagli anni sessanta molti aspetti della cultura
era impossibile, cioè vestirsi in modo stravagante e totalmen-
hippie sono diventati di comune dominio. Lo stile nell’abbi-
te fuori dagli schemi dell’ordinaio.
gliamento hippie è caratterizzato da indumenti colorati e vivaci, corone di fiori sulle teste, e jeans decorati a mano. Negli anni ‘70 e ‘80 in Inghilterra si sviluppa lo stile “Punk”, esso nasce come genere musicale, caratteristico dei gruppi famosi in quegli anni, poco più tardi si sviluppò l’ideologia punk, da molti vista come negativa, perché di impronta anarchica, e anti-politica. Spesso i punk furono protagonisti di episodi di violenza, e ciò non contribuì di certo a mettere in buona luce il movimento in corso. La loro moda era ed è caratterizzata da abiti usurati, che comprendono pelle, eco-pelle, catene, jeans neri, anfibi borchiati, colori di capelli vivaci, tatuaggi e piercing su tutto il corpo. La cultura punk trova terreno fertile proprio fra i giovani adolescenti, che si sentono compresi dalle canzoni di artisti come “The Ramones” e i “Sex Pistols”,
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