Quello che gli altri non vedono

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Quello che gli altri non vedono

edizioni

Prima Edizione: Settembre 2021 Tutti i diritti riservati

Onis edizioni© onisedizioni.it Progetto grafico e impaginazione: Simone Tosto Stampa: Tipografia Leonardi (CT) ISBN: 978-88-6498

Quello che gli altri non vedono edizioni

«Voglio dedicare questo mio lavoro a tutti i giovani come me. Li esorto di cuore a dare vita alle proprie passioni, ai propri sentimenti, ad accendere i sogni, per non lasciare che questa vita si perda nel buio di se stessa. Infine, ringrazio Dio per non essersi mai dimenticato di me!»

Prefazione

La poesia è qualcosa che nasce dentro, dalle esperienze vissute intensamente. La poesia è qualcosa che non tutti vedono, gli occhi del poeta sono attenti scrutatori di ciò che ci circonda. Spesso le verità ci passano accanto e non ce ne accorgiamo, proprio perché a volte la quotidianità, la routine, rappresentano abili pretesti per sfuggire via a quegli attimi di vita veri, di miseria, di condizioni umane che non possiamo capire se non provandole. È questo, in sintesi, il senso di questa raccolta poetica, essa esprime un’accurata descrizione dei sentimenti giornalieri di ognuno di noi, soffermandosi in particolare alle vite dimenticate, ai disabili, a tutte quelle fasce relegate negli angoli dei nostri silenzi, all’amore dei genitori che spesso ci sembra scontato, alla bellezza di una nascita, anch’essa spesso percepita come una cosa normale, ma che nasconde dentro di se il mistero della nostra esistenza.

La poesia permette di risvegliare e di risvegliarsi, l’animo del poeta è soltanto uno strumento per riportare l’attenzione

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a tutte quelle cose che non ci sembrano importanti, ma che sono fondamentali per la nostra esistenza: il benessere dell’anima, la buona riflessione, lo struggimento. La poesia è uno strumento in mano a noi, spesso più miserabili della nostra cecità. È un dono inspiegabile che permette all’uomo di elevarsi, di scoprire l’essenza della vita. Quello che gli altri non vedono è l’animo del poeta.

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A me basta che tu capirai, poseremo insieme un sorriso sopra quei silenzi dentro noi. Tenere un segreto per paura a che serve, tra noi due non c’è uno sconfitto, il nostro amore è più vivo che mai anche se imperfetto.

A me basta che tu capirai, dei giudizi della gente me ne frego più che mai, un sole è quello che cerco, il mio sole. Cosa ci dividerà un domani non so, la morte ha già perso tante volte con noi, anche stavolta guarirei. Noi non siamo stati mai a guardare, fermi zitti e buoni, le difficoltà non contano mai se tiri fuori le ambizioni. A me basta che tu capirai, se abbandono la paura avranno un senso i sogni miei. Di estati ne vivremo ancora, sempre abbracciati a sfidare il tempo che divora, litigare è umano, ma arriva sempre il momento

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A ME BASTA CHE TU CAPIRAI 23 marzo 2009

in cui un padre e un figlio si tendono la mano. Aiuterò te ad uscire dal silenzio e altrettanto con me tu farai, a me basta soltanto che tu capirai.

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10 ADDIO
11 maggio 2004
TRISTEZZA

Anche fra le spine può nascere un fiore, inerpicato nel silenzio della solitudine, ma ugualmente lì. Anche in mezzo al buio si può scòrgere una tenera luce, debole, incatenata, nascosta, ma che illumina notte e giorno, senza sosta. Anche fra le lacrime può nascere un sorriso, forse solcato dal mondo, ma comunque profondo. Addio tristezza, quel fiore, quella luce, quel sorriso, adesso sono io.

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Dove sei anima di ghiaccio, spirito immenso, dove sei, quando sono solo, quando non penso.

Tu sei l’ Amore, la primavera ti attende per far fiorire, per togliere le spine alle rose ed impedirgli di ferire.

Dove sei Amore ignaro di tanto amore, cammino per strada e non mi vedi passare, dove sono quei silenzi che fanno innamorare.

Dove sei quando le sfide inneggiano al coraggio, in queste estati arse da fumi ingannevoli d’intelligenza, quando si perde la speranza.

Dove sei Amore, cacciatore di battiti, senza le tue piogge i cuori non ritorneranno fertili. Amami Amore, fatti assaporare, cos’è un fiore senza terra e acqua, un pescatore senza la sua barca. Pensami,

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È 26
AMARE
novembre 2006

c’è un falso amore che per te si spaccia, amare non è cupido, non è una freccia, amare è stringersi, volersi amare, guardarsi in faccia.

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Eravamo amici, adesso cosa siamo, solo uccelli migratori che lentamente ce ne andiamo.

Le finestre aperte da cui entrava il sole adesso sono sbarrate, sono solo tiepide giornate.

Eravamo felici, noi bandiere controvento, limpide carezze dopo il pianto. Il sole tramonta, il nostro cielo non incanta, non riusciamo più a capirci, dei nostri sorrisi non riusciamo più a nutrirci.

Amici, questo ancora siamo, le nostre vite non le abbandoniamo, alla morte non possiamo consegnarci, della nostra allegria non dobbiamo privarci.

14 AMICI 2
settembre 2006

Amicizia, il non credere in lei lo lasciamo agli scettici, la vera amicizia non fa calcoli. Nei nostri respiri senza tempo le fragilità trionfano, ma due amici non si affondano.

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agosto 2007

BUON VIAGGIO

Buon viaggio, a te che non conoscerai la via del ritorno.

Buon viaggio, cavalchi le onde di un’altra gioventù, a te che voli basso come i gabbiani sul mare, che stai su di una nuvola fermo lì ad aspettare.

Buon viaggio, se potessi quei giorni maledetti al tempo li ruberei, soffierei sul cuore di Dio e li ti guarirei, le piaghe sull’anima le farei sparire, ma adesso lo so, non finisce tutto col morire. Non hai lasciato nulla, eppure il sole sul tuo sorriso ancora vivo si culla, il vento disegna ali d’infinito, per raggiungerti le vorrei indossare, ma basta un bacio verso il cielo per poterti ringraziare. Eri un sorriso sulla vita, una pagina bianca su cui scrivere racconti, una fiamma di vivi sentimenti, sei volato dove adesso sei lasciando un peso sulle spalle

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che arrossisce la pelle, un peso che si chiama amore da portare con orgoglio e con coraggio, buon viaggio amico mio, buon viaggio.

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CAMBIA IL TEMPO

Cambia il tempo, è difficile rimanere se stessi, cambiano le facce, i pensieri si fanno diversi. Ci si traveste di una nuova anima, spesso per apparire, mascherare i sentimenti che prima o poi sbocceranno nelle stagioni del rimpianto. Oggi non esiste più la domenica, la gioia delle campane che suonano, il vestito nuovo da indossare il fine settimana, una vita più umana. Cambia il tempo, invecchiano i paesaggi, del nostro orgoglio da rialzare restiamo ancora ostaggi, fisico importante, muscolatura prorompente, se la bellezza avesse questo volto sarebbe proprio il niente. Cambia il tempo e non c’è tempo per l’amore, anche cupido sta perdendo il suo splendore, masticato in quei san valentino dai sorrisi infantili, da quelle carezze che poi esplodono come fossero fucili.

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21 agosto 2007

Ci sarebbe un piccolo rimedio per ridurre questo assedio, un angolo per respirare dove avrebbe senso anche morire, una spada che serva a fare giustizia e no a tradire.

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20 DALL’ALTRO
19 ottobre 2004
LATO DEL CORTILE

La mano tesa dall’altro lato del cortile, la tua voce flebile sembra dirmi non morire. Sguardi che si incrociano nel silenzio, e la polvere che si alza da terra riporta alla luce ricordi incancellabili. I candidi gelsomini profumano ancora, e le piantine tutte intorno pare nascondano un segreto, che neppure il vento sebbene le accarezzi ha mai saputo. Quello che ci unisce, adesso, è solamente una foto sempre uguale, perché da quella nuda terra non puoi più scappare. Dall’altro lato del cortile adesso c’è lei, con il suo sguardo ferito mi fa pensare a ciò che eri e a ciò che sei.

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QUESTO QUA

22 È SOLO
5 ottobre 2007

Vorrei poter posare le ali e guardare un po’ il panorama, puntare il dito da lontano alla gente che non ama. Asciugano in fretta le lacrime e di quel sole non ne fanno virtù, non sanno che il cielo di oggi non può tornare più. Siamo figli della precarietà, in equilibrio tra il mistero e la realtà, io vorrei un attimo fermarmi, “buongiorno, come sta?”, l’amore in fondo non è tanto, è solo questo qua. Non esiste una scuola per chi vola, la vita si fa cara, è una piccola candela che scioglie in fretta la sua cera. Vorrei poter posare le ali e guardare un po’ il panorama, scovare da lontano la gente che ama. Io vorrei un attimo fermarmi, “buonasera, come va?” l’amore in fondo non è tanto, è solo questo qua.

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CIELO DI SETTEMBRE

Ci sono nato sotto questo cielo, è stato lui a posare i miei piedi al suolo. E da lì ho assaggiato la terra con le labbra, l’ho sentita in bocca arida e acerba, calpestata da un’altra guerra. Il cielo di settembre fa rima con la morte, l’estate finisce, la rigogliosità di ogni fiore lentamente si smarrisce. Il cielo di settembre fa rima col risveglio, il sole accumulato con l’estate è una luce dentro a scaldare tiepide giornate, il risveglio del pianto che il cielo scarica sulla sua terra. A settembre il vento spinge i pensieri alle foglie poco ingiallite che il sole palpeggia, a quel gioco di ragnatele che sulle pozzanghere fresche galleggia.

Ci sono nato sotto questo cielo, il cielo indeciso a metà fra estate e inverno, l’arcobaleno reciso da un acquazzone fraterno. Il cielo di settembre

24 IL
2 settembre 2008

lo porto con me da sempre, si fanno strada interminabili autunni dalle foglie cadenti che procedono a stormi, l’anima appesa a chissà quale pezzo di cuore, a quale straccio d’amore.

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Quanto è triste un circo a luci spente, ricomincia la fila, va via la gente.

I sorrisi dei bambini si allontanano, il clown si sveste, di una maschera di vita si traveste. Si sente soltanto il rumore delle scope, spazzano via ciò che rimane dello spettacolo delle ventitré, chi darà mai, o clown, uno spettacolo per te. A posto le fruste dei domatori, non ci sono spettatori, solo una luce illumina il centro, solo il circo sa ciò che porti dentro.

È una pallida illusione che nasconde la tristezza, prende in giro questa vita, sferra pugni alla mestizia. Da domani tutto uguale, per il clown nulla può cambiare, si veste, si trucca, mette in testa la parrucca, per espandere un sorriso tinge bene le sue labbra. I bambini ridono e le folle impazzano,

26 IL CLOWN 13 dicembre 2007

una torta in faccia, un bacio sulla guancia e poi tutto da capo, si ricomincia. Quanto è triste un circo a luci spente, finiti gli applausi il mondo non ti sente.

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28 aprile 2008

RISCATTO DI CENERENTOLA

È pronto il riscatto di chi è povero in eccesso. Cenerentola, figlia degli ultimi per anni chiusa in una scatola. Una matrigna, due brutte sorellastre, la bellezza nascosta in mezzo ai topi di cantina, le lacrime segnano quel volto di bambina. Sogni, uscire da quell’inferno, e di colpo un bel vestito, due cavalli ed una zucca che diventa una carrozza. Il principe ti aspetta, non ha mai visto una simile fanciulla così bella, segnata dalla paura infranta sul cuore, tende la mano e nel suo viso lo stupore. È mezzanotte, tempo di scappare, come tutti i sogni anche questo doveva finire, le scale di fretta,

28 IL

hai perso la scarpetta, ritorni ad essere chi eri, zucca, stracci e chissà quali pensieri. Il principe aspetta, sarà sua sposa chi indosserà quella scarpetta, le sorellastre tutte sistemate il destino le ha scartate, solo la purezza riempie anime vuote. Cenerentola riconosce la scarpetta, la prova ed è perfetta, il sorriso torna in viso, una storia a lieto fine ha innalzato un cuore umile, segno che l’amore non conosce nessun limite. Che questa storia insegni che la bontà ha il viso migliore, che l’amore sa dove andare e non servono parole, ci vuole rispetto, perché un giorno chiunque troverà il suo riscatto, per non lasciare che a mezzanotte tutto svanisca e ritornare nuovamente solo uno nella mischia.

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30 IL SOGNO 30 dicembre 2008

Non si chiudono le porte, quel sogno può vedere ancora il sole, il sole asciugare la tenue rugiada che dalle finestre umide scende dopo una pioggia insistente. Si leverà questo sogno, e dall’alto parrà talmente piccolo che sembrerà scomparire, ma invece andrà lontano, dove nessuno lo potrà più aggredire. Il silenzio tante volte ha tentato l’agguato, ma quel sogno, seppure inesperiente, altrettante si è salvato. L’ho visto nascere, piccolo germoglio ai margini della foresta, l’ho visto crescere, alzare la sua cresta, l’ho visto anche a terra, sfinito da mille enormi traversate, l’ho visto rinascere, nutrirsi ancora di splendide giornate. Non può morire, è immortale, spesso ho tentato di sopprimerlo per non farmi più male, ma ogni volta la sua pelle torna ancor più rigenerata, il sogno non molla una terra conquistata.

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Quante volte hai disprezzato questa povertà, attraversare la strada e fissare la vetrina, tu ti avvicini, lui si avvicina. Non è per te, costa troppo, sei quello che indossi, sei l’ago dell’ultimo rattoppo. Che amara questa vita, sembra fatto apposta per te quel vestito, di notte i sogni lo portano al tuo letto, il destino gioca a fare i dispetti, siete diversi, che ti aspetti. L’abito non fa il monaco, è vero, eppure basta un colore, un tessuto di lusso perché gli altri notino il tuo passo. I tuoi stracci non servono, ma quelli che giudicano non sanno della vita che si perdono, c’è una povertà che è più ricca di quella vetrina

32 IL
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VESTITO
marzo 2008

che ti cuci addosso ogni mattina, spesso non riusciamo a capire che c’è sempre un uomo oltre il suo vestire.

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18 giugno 2008

LA COSA PIÙ BELLA

È l’inizio di tutto. Non è la fine il dolore di un parto. È come un fiore che muore e da la strada al frutto. Il primo pianto che suona da una vita che nasce, è un nuovo canto leggero che nel silenzio ruggisce. Addio sofferenze, addio inganni, sono questi i momenti per cui vale la pena vivere, sono questi i momenti in cui ti accorgi che non ha mai avuto senso uccidere.

È la cosa più bella respirare col cuore un nuovo battito ardente, la vita è un frutto d’amore che da più vita al presente. Soltanto quando avrai sentito il calore della sua piccola mano stringere forte il tuo dito cadrà il tuo orgoglio, soltanto quando avrai capito cosa vuol dire avere un figlio. In fondo poi sembra essere niente di speciale,

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ma non esiste cosa più bella di due occhi appena schiusi che si aprono al sole.

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LA PISTOLA DA IMPUGNARE

Una vita semplice, fatta di lavoro, di pane, invece ti ritrovi un’anima costretta a non parlare. Una donna infelice sei, non lo dai a vedere, hanno rinchiuso la tua libertà alzando assurde barriere. Vorresti fuggire ma non puoi, quei figli a cui pensare sono solo figli tuoi. Una faccia allegra gli devi mostrare, di tutti quei mostruosi silenzi ne hai ancora da inghiottire. Una lacrima si ferma sull’ultimo gioiello che lui ti ha regalato, ma quando avevi bisogno dimmi dov’è stato.

Una ‘donna di mafia’ sei, hanno scelto per te questa vita, speranza più non hai, la strada si fa dura, chi ti rispetta non lo fa per amore, lo fa solo per paura.

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25 gennaio 2008

Per anni sei stata prigioniera del silenzio ma il perdono lascia ancora aperto uno spiraglio, lascia stare la legge dell’orgoglio, inventa tu un futuro migliore, fa che sia l’amore la pistola da impugnare.

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02 novembre 2008

L’AMORE VEDE PIÙ DEI NOSTRI OCCHI

È una spada che ferisce l’anima. La sopportazione è una virtù, un cielo azzurro che si nutre del silenzio.

È una spada che ferisce e va sempre più a fondo, non esiste cura che guarisce, non esiste cura al mondo. Quante delusioni da raccontare, ah se i muri potessero parlare, se riuscissero loro a dire, a tirar fuori le parole. Non esiste amore impossibile, ma tutto si ferma se il cuore rimane impassibile, bisogna credere nell’amore per donarsi e donare qualcosa di migliore.

È una spada che ferisce, lascia profonde cicatrici, impedisce di essere felici, ma i frutti della speranza si raccoglieranno al tempo dovuto, l’amore non lascia mai un debito insoluto. Che strani i sentimenti, le vele del cuore sbattute da mille venti, la magica scintilla arriverà inattesa,

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come la neve improvvisa che nella notte cadrà a fiocchi, perché l’amore vede più dei nostri occhi.

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Non pensare all’arrivo se vuoi arrivare, mantieniti vivo, continua a lottare.

Battiti con i sentimenti se necessario, non contare i giorni, butta il calendario, lavora sodo se hai obiettivi, fa che sia più limpida l’acqua che bevi.

Non pensare all’amore se amore non hai, quando sarà il momento le risponderai, nutri i pensieri della tua linfa, un portafogli senza l’anima non si gonfia.

Piangi e conserva le lacrime, le porterai con te, cicatrici che aiuteranno l’amore a vestire la tua storia, bagneranno la vita quando non c’è gloria.

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04 settembre 2007
L’ARRIVO

Non pensare all’arrivo se vuoi arrivare, uscirai all’improvviso come un germoglio nella notte, vivi la tua vita, non pensare alla morte.

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26 maggio 2008

CAPIRAI

Lo capirai, lo so, ci riuscirai, anche se non esistono miracoli in amore, anche se vince chi ha più potere.

Dimostrerò che le catene spezzate hanno più forza di due mani da sempre libere, che anche in un deserto arido può piovere.

Lo capirai, lo so, ce la farai, non voglio essere l’ultima scelta, l’ancora di salvezza di una tragica disfatta.

Ti amerò, le mani calde come sempre, perché ogni giorno non sia mai l’ultimo orizzonte.

Lo capirai, lo so, lo capirai, alla matematica non sfugge neanche questa dura legge.

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Ci sarò, darò un senso a tutti questi giorni amari, alla lista si aggiunge un’altra lacrima, ma stasera ho portato a casa un’anima.

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VOLO

Quell’ultimo volo non gettarlo nel vuoto, dove c’è solo buio e sorrisi di vetro. L’ennesimo istante non lasciare che si smarrisca, la fiamma del tuo vivere non far si che si annerisca.

Di quel sole che dà vita la mattina e che ti scalda per la sera non farne un’abitudine, non lasciare che sia il caso a divorare le tue emozioni, cerca l’amore senza assurde condizioni. Credimi, questa gioventù vive tra le sbarre, la violenza è solo un attimo che scorre, da quel guadagno facile potresti non svegliarti più, si è sempre in tempo per cambiare aria, la vita che ti dai, è quella la miseria.

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3
L’ULTIMO
maggio 2006

Con le spalle al muro si perderà nel silenzio il tuo futuro, senza pensare non è lontano che puoi andare, vorrei che quegli occhi tuoi scavati di violenza si tingessero d’amore, questo è l’ultimo volo che ti potrà salvare.

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08 gennaio 2009

MA IL SOLE STA PER SORGERE

Buio nelle strade, gli alberi smossi dal vento urlano, è inverno, il sole tramonta presto, sperando non sia l’ultimo. Tanta tristezza cammina sui nostri giorni e il silenzio gli fa da eco tutt’intorno, la giostra si muove da sola, nessuno ha voglia di giocare, neanche i bimbi che vivono di sole. Avanti così no, dove sei fantasia, tu che trasformavi in pietre preziose i ciottoli di periferia, tu che nelle baracche regnate dal freddo riuscivi a scorgere luci di Natale. Non è sole perché non lo abbiamo dentro, perché la malattia si veste da pagliaccio e ci imbroglia, non conosce giorni di festa e non invecchia con un nuovo anno, ti fa due risate e poi ti porta l’inganno. Mi odierai silenzio perché zitto non so stare,

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quella giostra a vuoto non può più girare, via le foglie ingiallite dalle strade, via quelle corse sfrenate, via quei silenzi inghiottiti, via l’amore già usato, via la notte. Buio nelle strade, ma il sole sta per sorgere.

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Anime vaganti corrono dietro a giorni assenti. Solo un marciapiede con cui parlare, con cui sfogarsi, su cui versare lacrime già asciutte, anime distrutte.

Sguardo accattivante, sorrisi di vetro, schiave di un guadagno che non basta, povere ragazze messe all’asta.

Usate come merce di scambio chissà cosa pagherebbero per respirare libertà, nelle mani di chi mette un prezzo anche alla dignità.

Allattano i marciapiedi queste anime dolenti, apostrofate in tutti i modi, eppure anche loro sono donne, anche loro sono mamme.

Questi sono i marciapiedi, noi li calpestiamo, oppure camminiamo accanto, per loro invece sono il frutto del rimpianto.

48 MARCIAPIEDI 14
settembre 2004

Anime vaganti, e stasera magari una di loro guardando le stelle sogna, ma ogni sera è sempre lì a vendere la sua vergogna.

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TROVERAI

Mi troverai tra le rughe possenti di un tempo straziante, in quei deserti dove solo l’amore può arrivare, nelle preghiere disperate di chi cerca vita, dove nessuno potrà mai cercarmi tranne te.

Sarà felice il mio risveglio tra le palpebre vibranti dei tuoi occhi, un amore nuovo che non cerca più appigli arrampicandosi sugli specchi.

Mi troverai perché sai amare, perché sai che l’amore è qualcosa da scoprire, perché non c’è vita in un amore già usato che da tutto per scontato.

L’amore è sfidare i trapezi come fanno gli acrobati, rovesciare i silenzi dalle pareti del cuore.

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MI
18 marzo 2009

Mi troverai, quando la vita avrà voltato le spalle e rivestirà il cuore di un’altra pelle, sarò lì, con il mio amore ancora intatto, conserverò le mie più belle frasi per ricostruire ciò che sembrerà distrutto.

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52 NEL VENTO 30 marzo 2008

Potessi essere un fiore immerso in questo cielo di primavera, rifiorire ogni anno come fa d’estate la scogliera. Lo fermerei questo tempo, perché nelle rughe un giorno possa ancora ritrovare un sogno, i miei pensieri giovanili, dare vita a quei colori delle notti in piazza tra i sedili. Mi accorgo spesso che tutto scorre e se ne va, che tutto il male che facciamo non ci salverà. Non vale nulla accumulare se poi i sorrisi fanno i conti col dolore, se i bagagli sempre freschi di partenza non danno linfa alla speranza. Quanti rimpianti e occasioni d’amare persi nelle strade del cuore, come petali di rosa per le vie di un venerdì santo, i passi calpestano gli anni e si perdono nel vento.

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54 PALCOSCENICO 21 dicembre 2003

Salirò sul palcoscenico, sarò un attore, una comparsa, forse un comico. Nel teatro che si nutre di realtà prendono vita le mura domestiche, lacrime e risate sulla scena diventeranno mistiche. Un palcoscenico, le luci, al centro dell’attenzione gli attori cercano coraggio per la loro esibizione. Nell’ansia di un camerino si preparano ad uscire allo scoperto, il cuore diventa più piccino, il primo applauso spazzerà il deserto.

Il palcoscenico nel teatro è fondamentale, scopre l’essenziale chi sta lassù a recitare. A noi non resta che applaudire ciò che la poesia ci induce ad ammirare, quando il sipario si chiude l’anima comincerà a vedere.

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56 PIANOFORTE 7 luglio 2004

In silenzio meditavo, mentre in lontananza sentivo un pianoforte scandire le sue melodie, strappò al mio cuore un sorriso, portò via con se le mie malinconie. Attraversato da quel suono ho riscoperto chi sono, adesso le note della vita mi scuotono, i miei occhi estasiati pian piano le seguono. All’improvviso si scatenò dentro me un turbine di emozioni e di colori, per un attimo lasciai il mondo e i suoi dolori. Capii che la sofferenza può cibarsi di speranza, il pianoforte soffiò sulla polvere distesa sul mio cuore, quella musica soave in me fece rumore. Camminavo, in equilibrio su un filo già spezzato, ripreso in tempo dalla musica di quel pianoforte, con i suoi tasti e i suoi pedali ha restituito al volo le mie ali.

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5 giugno 2006

POESIA

Sei la cima di montagna che solo il pensiero può raggiungere. Sei l’ape che al mio cuore porta il miele, il vento leggero che spinge avanti le mie vele. Sei primavera dei giardini verdi in festa, un’estate che spero le piogge non portino via. Sei la neve, sorella silenziosa sulle distese d’inverno, sei la neve che imbianca gli alberi e che lieve si posa su di me. Sei tu, amica della mia speranza, invisibile conforto a cui affido le mie mareggiate, sollevi tu, spingi verso il cielo le lacrime spese.

Sei il nido fecondo che fa nascere un nuovo mondo nel mondo, bocciolo di pianto che si fa fiore in un sorriso, pioggia di primavera che rinvigorisce la stagione, nessun dolore.

Sei il cuscino su cui faccio riposare i sogni, il mio consiglio, il mio orgoglio,

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la mia preghiera quando le luci della strada accendono la sera.

Sei la cavalcata nel deserto, casa d’oro dei pensieri, pistola di pace senza spari, voce santa che da voce ai più fragili respiri.

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24 novembre 2006

QUELLO CHE GLI ALTRI NON VEDONO

Quello che gli altri non vedono raccontano i miei versi, le ali sbattute in volo da avide correnti.

Quello che gli altri non vedono è questa voglia di rinascere, la volontà di vedere oltre quei cespugli uno spiraglio, consapevoli che il male del mondo è soltanto nostro figlio.

Non esistono giorni magri per l’anima, nell’incanto di una poesia si riscopre il passato, il presente, anche il futuro, questo futuro assolutamente da salvare, anche quelli che non vedono possono sperare.

Quello che i giorni nascondono sono attimi che non muoiono, togliamo le bende, quando vuole la vita ci sorprende, spesso cieca, drastica, ma comunque fantastica.

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Quello che gli altri non vedono sono le storie di tutti i giorni, momenti di vita rinchiusi in gabbia, c’è tutto un mondo oltre quella nebbia.

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62 SEMPRE CON TE 5 gennaio 2005

Muoiono e rinascono con te giorno dopo giorno. Seguono il percorso dei tuoi occhi, ne aprono gli orizzonti, ad aiutarti sempre pronti. Dal pianto al sorriso soffrono per te, per i tuoi tormenti, con le loro carezze fanno si che i tuoi dubbi divengano certezze. Una mano sulla testa, uno schiaffo sulla guancia, sempre qui a difenderti, ad inventarsi per te un avvenire prima di morire. Tra i mille pensieri della loro vita sei l’unica ragione, come Dio fonte di emozione. Un giorno verseranno lacrime perché smetteranno di cullarti, ma non ti lasceranno, non smettono di amarti. Muoiono e rinascono con te giorno dopo giorno, il mondo ce li toglie Dio ce li ridà, saranno sempre con te, sono mamma e papà.

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SEDIA

64 SU QUELLA
31 ottobre 2004

Su quella sedia la vita scorre più veloce, ti guardo lì in silenzio, sei il frutto di una vita senza voce. Non poter sentire la terra sotto i piedi, vivere il mondo sempre dal basso, sei legato ad una sedia che scandisce il passo. Giganti gli alberi e tutta la natura, ma il tuo cuore è tanto grande da non conoscere paura. Un tormento ogni movimento, ma nell’anima tanta voglia di essere normale, tanta voglia di guardare in faccia il sole. Una speranza, forse un milione, ma non è detto che chi sta in piedi dentro sia migliore. Su quella sedia la vita scorre più veloce, un sogno camminare, ma quelle ruote non danno la spinta per volare.

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10 settembre 2007

UNA CAREZZA MANCATA

Siamo alla fine della storia, di quell’indomabile silenzio che per anni ha respirato tra le nostre mura, nella commozione ad ogni sguardo soffocata, ogni timido incontro un sorriso e una carezza mancata. Ci sarebbe tanto da raccontare e tanto da rimproverarsi, ma il perdono è più forte di tutti gli anni persi. Non c’è vergogna nel piangere, l’amore dentro noi vuole vincere, quel silenzio è stato rotto, inciderò sul cuore un sorriso indelebile, la volontà di essere vivi non è mai stata debole. Il timido sole di un mattino rivoltò il destino, adesso la morte non fa più paura, l’amore ha cancellato tutto, il silenzio che hai distrutto. Un abbraccio non basterebbe ancora a dimostrare l’affetto, in quei lineamenti sofferenti ci stanno ancora sentimenti, li annaffierò con la gioia del ritorno,

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rifioriscono emozioni che vita più non hanno. Sono qui, calpesterò quei sassi scottanti di una terra un tempo bruciata, adesso ho quella carezza mancata.

La carezza mancata per anni adesso ha ripreso il suo posto nel mio cuore. Il perdono ha reso forte i miei passi e i sentimenti sono annaffiati con la gioia del ritorno, il ritorno di me che per troppo tempo ho chiuso le porte e che adesso riapro al sole del sorriso e degli abbracci.

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68 VIVO 02 marzo 2008

Fugge la mia felicità, dura un attimo e non so se tornerà. Una giornata di sole per me è felicità, porta con se tutti i difetti che alimentano i complessi, si ricomincia ad amarsi. Così come siamo, ognuno con la specificità, in fondo la vita non è bella se non c’è varietà. Fugge la mia felicità, si spegne lentamente con la sera, quando vorrei inseguire quel sole tramontato che la sua luce mi ha lasciato. Ritorno ad essere chi ero aspettando il mattino, con la verità incombente che si schianta al suolo come un tuono e uccide.

Tante cose vorrei cambiare di me, ma poi mi accorgo che per tutto c’è un motivo, è per la mia faccia, per il mio sorriso, proprio per tutto quello che mi sembra sbagliato che vivo.

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Indice

Introduzione

A me basta che tu capirai Addio tristezza Amare è Amici Buon viaggio Cambia il tempo Dall’altro lato del cortile È solo questo qua Il cielo di settembre Il clown Il riscatto di cenerentola Il sogno Il vestito La cosa più bella La pistola da impugnare L’amore vede più dei nostri occhi L’arrivo Lo capirai L’ultimo volo Ma il sole sta per sorgere Marciapiedi Mi troverai Nel vento Palcoscenico Pianoforte

06 08 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56

Poesia

Quello che gli altri non vedono Sempre con te Su quella sedia Una carezza mancata Vivo

58 60 62
64 66 68

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