Caratteristiche e performance della popolazione equina da salto a ostacoli in Sardegna

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A.D. MDLXII

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI FACOLTÀ DI AGRARIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE ZOOTECNICHE _________________________ CORSO DI LAUREA IN SCIENZE TECNOLOGIE AGRARIE

CARATTERISTICHE E PERFORMANCE DELLA POPOLAZIONE EQUINA DA SALTO OSTACOLI IN SARDEGNA

Relatore: Prof. Salvatore Pier Giacomo Rassu Correlatore: Dott. Roberto Steri

Tesi di Laurea di: Guascari Cecilia

ANNO ACCADEMICO 2010-2011



Alla mia amata cavalla Anglo Araba Duchessa mia, il suo ricordo vive in me e continua a farmi sognare in un futuro da allevatrice di questa splendida razza.

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Indice 1. Introduzione

pg

3

2. La storia del cavallo in Sardegna e dell’Anglo Arabo.

pg

4

3. Libro genealogico dei cavalli in Italia.

pg

9

4. Il concorso di salto ostacoli. 4.1. Le origini. 4.2. Principali regole del salto ostacoli.

pg 12 pg 12 pg 14

5. Miglioramento genetico nel cavallo. 5.1. Aspetti generali. 5.2. Il miglioramento genetico nel cavallo da salto ostacoli.

pg 19 pg 19 pg 26

6. Materiale e metodi.

pg 33

7. Risultati e discussione. 7.1 Caratteristiche della popolazione. 7.2. Analisi delle performance sportive.

pg 37 pg 37 pg 49

8. Conclusioni.

pg 62

9. Bibliografia.

pg 64

3



1. Introduzione Per i Sardi il cavallo ha rivestito sempre un ruolo di primo piano probabilmente per la sua stretta relazione con la società agro pastorale, che ha una marcata incidenza nelle attività economiche della Sardegna. Questo legame è testimoniato da uno scritto del Capitano Grattarola, Direttore del Deposito stalloni di Ozieri, il quale nel 1910 affermava che “la storia del cavallo Sardo è intimamente legata a quella della terra che lo ospita e del popolo fiero ed ardito che lo asservì al proprio destino. Il Sardo ama il suo cavallo perché è la genuina espressione del proprio temperamento. Coraggioso come un leone e pur docile come un agnello, forte, veloce, resistente; il cavallo Sardo rispecchia tutte le qualità morali dell’uomo e tutte le influenze dell’ambiente in cui vive.” Ancora oggi in Sardegna sono rare le manifestazioni civili e religiose in cui non sia presente il cavallo, fatto che fa ritenere questo animale un simbolo della società e della cultura dell’Isola. Tuttavia, in conseguenza della crisi economica che ormai da alcuni anni grava nel nostro Paese, le possibilità di sviluppo del settore ippico rischiano di ridursi notevolmente anche in Sardegna, nonostante questo processo sia limitato dalla passione che gli allevatori riversano nei confronti di questo animale.

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2. La storia del cavallo in Sardegna e dell’Anglo Arabo. Quando si parla di cavallo Anglo Arabo italiano è necessario ripercorrere la storia del cavallo Sardo, in quanto ne ha fortemente condizionato la sua evoluzione. Come descrive accuratamente il Gratani (1992), la storia del cavallo sardo, e conseguentemente dell’Anglo Arabo, è strettamente legata a quella delle invasioni verificatesi in Sardegna nel corso dei secoli. Il cavallo della Giara  popolazione autoctona attualmente ancora presente in numero limitato e concentrata nell’omonimo altipiano  può essere considerato l’equide di passaggio, tra il progenitore del cavallo sardo e le forme migliorate ottenute con i continui incroci avvenuti nel corso dei secoli proprio da parte degli invasori. Sotto questo aspetto, le tappe storiche di maggiore interesse, per l’evoluzione del cavallo sardo nel suo complesso

e

dell’Anglo

Arabo

in

particolare,

possono

essere

considerate (Gratani, 1992): le invasioni saracene, tra il 700 ed il primo decennio dell’XI secolo, durante le quali vengono introdotti in Sardegna i cavalli arabi e beduini che, mediante incrocio, conferiscono alla popolazione equina locale i caratteri di mole ridotta e di grande vigore e resistenza; la dominazione spagnola (tra il 1400 ed il 1700), che comportò regole ben precise di allevamento e di selezione delle fattrici da accoppiare soprattutto con gli stalloni andalusi importati dalla

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Spagna. Ciò diede luogo ad una popolazione in cui  pur manifestando

caratteristiche

comuni

come

la

docilità,

la

resistenza, la velocità e la nevrilità  era possibile individuare caratteri morfologici dell’andaluso o del sardo di origine; il periodo del regno di Sardegna sotto i Savoia che, tra la fine del 1700 ed il primo trentennio del 1800, diede un notevole impulso all’allevamento equino della Sardegna, grazie all’importazione di riproduttori selezionati dalle scuderie reali di Torino e di stalloni orientali acquistati a Tripoli; l’istituzione nel 1874 di un distaccamento del Deposito Stalloni di Pisa, presso Ozieri, che sanciva da una parte l’avvio della storia moderna dell’ippicoltura sarda e dall’altra l’indispensabilità dell’intervento pubblico nella definizione degli indirizzi e degli obiettivi di selezione per la produzione equina; la legge Rava del 1904 con la quale, grazie agli incentivi pubblici e privati sorge a Foresta Burgos un Centro di Rifornimento Quadrupedi gestito dall’esercito e finalizzato all’allevamento ed alla preparazione dei cavalli per scopi bellici; l’istituzione dell’Istituto di Incremento Ippico, nel 1956, con la quale la Regione Sardegna acquisisce i poteri di vigilanza sulla gestione e sulla attività del Deposito stalloni ed affida all’Ente la responsabilità degli obiettivi di produzione e di selezione;

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27 febbraio 1967, data in cui il Consiglio di amministrazione dell’Istituto Incremento Ippico sancisce ufficialmente la nascita in Sardegna del cavallo “Anglo Arabo”. Il cavallo Anglo Arabo, che rappresenta la principale produzione equina dell’Isola, ha avuto una storia alquanto travagliata in quanto sino ai primi due decenni del secolo scorso la linea arabista o orientale era preponderante, Grattarola

soprattutto

(direttore

del

da

parte

Deposito

del capitano stalloni

di

di

Ozieri)

cavalleria che

ne

rappresentava il principale fautore. Soltanto nel 1937, a seguito di un referendum regionale tenutosi nel 1926, venivano introdotti ed autorizzati all’impiego come riproduttori i primi stalloni di razza purosangue

inglese

presso

il

Deposito

stalloni.

L’impiego

contemporaneo di stalloni purosangue arabo ed inglese sulle fattrici autoctone pose le basi per produzione del cavallo Anglo Arabo, che sarà alla fine la migliore scelta. Di ciò si erano resi conto già alla fine dell’800 due importanti allevatori, quali il cavaliere Benvenuto Pernis e l’ingegnere inglese Bejamin Percy (costruttore delle ferrovie sarde), i quali ritenevano che l’Anglo Arabo rappresentava la razza più adatta alle condizioni climatiche ed ambientali e quella che poteva valorizzare al meglio il materiale genetico di base presente nell’Isola. Dopo tante contestazioni e controversie, con la legge del 1967 viene ufficialmente indicata la definizione del cavallo Anglo Arabo (Foto 1 e tabella 1): cavallo distinto da sella, proveniente dalla produzione

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selezionata e controllata, munito di documentazione di riconoscimento caratterizzato da una percentuale di sangue arabo non inferiore al 25%. Le sue peculiarità sono strettamente legate alla sua notevole versatilità dovuta: alla grande capacità di fondo, buona velocità e grande equilibrio; presenta facilità di apprendimento e coraggio, così come

mostra

obbedienza

verso

il

proprio

addestratore.

La

dimostrazione delle sue doti sono evidenziate dai risultati sportivi raggiunti sia nei concorsi ippici che nelle corse piane di galoppo, mostrando

al

contempo

anche

un

suo

ampio

impiego

nelle

competizioni di endurance e nel turismo equestre. E’ proprio a partire dagli anni ’60 che il cavallo Anglo Arabo sardo ha conquistato una invidiabile leadership, che ha raggiunto il massimo livello con Rohan Lechereo, medaglia d’oro a squadre e argento individuale nel completo di equitazione alle Olimpiadi di Mosca. Negli anni ’70 e ’80 due stalloni Anglo Arabi francesi, Fox Trott e Clavelito acquistati

dall’Istituto

Incremento

Ippico,

hanno

contribuito

notevolmente a migliorare la produzione equina della Sardegna, portando il cavallo sardo ai vertici di tutte le competizioni sportive nazionali ed internazionali.

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Foto 1. Cavallo Anglo Arabo

Tabella 1. Caratteristiche morfologiche dell’Anglo Arabo. Tipo Altezza garrese Peso Mantello Testa

Incollatura Petto Spalla Garrese Dorso Groppa Arti Temperamento

Dolicomorfo Piccolo 156-158 cm Medio 158–165 cm Grande >165 cm 450 – 550 kg più frequenti sono il baio, il sauro e il grigio leggera, corta e dal profilo rettilineo. Occhi grandi e ampie narici. Le orecchie sono piccole e mobili collo ben attaccato e leggero ambio e ben muscolato ben inclinata ben pronunciato linea dorso lombare diritta o leggermente insellata con reni corte leggermente inclinata robusti ma non pesanti, con zoccoli ben proporzionati e di buona consistenza Temperamento focoso, carattere testardo ma al contempo intelligente.

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3. Libro genealogico dei cavalli in Italia. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, con decreto ministeriale n. 3580 del 12 giugno 2008, ha recentemente emanato il nuovo regolamento del Libro Genealogico del cavallo da Sella Italiano, meglio definito “Libro genealogico dei cavalli di razza”. La tenuta di tale Libro Genealogico è affidata all’UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine), sotto la vigilanza del MiPAAF, ed è regolata da un apposito Disciplinare che segue la normativa dell’Unione Europea. L’attuale

Libro

genealogico

equino

è

suddiviso

in

tre

sezioni

(www.UNIRE.gov.it): - il Libro I, o del Cavallo Orientale; - il Libro II riservato al Cavallo Anglo Arabo (a.a.); - il Libro III in cui è iscritto il cavallo Sella Italiano (s.i.). Il libro I del Cavallo Orientale, comprende i cavalli provenienti dalle zone di origine del cavallo orientale o nati da genitori della stessa razza purchè già iscritti in libri genealogici italiani e stranieri riconosciuti. Esso ha come obiettivo di selezione le corse di fondo. Il libro è distinto in due Sezioni: 1a Sezione del Puro Sangue Orientale (p.s.o.) che comprende i cavalli discendenti dei Purosangue Arabi (p.s.a.) o Orientali registrati nello Stud Book italiano alla fine del XIX secolo ed i loro incroci con i p.s.a. (W.A.H.O.);

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2a Sezione dell’Orientale che comprende cavalli orientali diversi dal Puro Sangue Orientale e dal Puro Sangue Arabo. Il Libro II del cavallo Anglo Arabo, comprende i cavalli Anglo Arabi che rispondano alle caratteristiche indicate della Conferenza Internazionale Anglo Arabo (C.I.A.A.). Esso ha come obiettivi di selezione la corsa ed il concorso ippico ed è diviso in tre sezioni: 1a Sezione, in cui sono iscritti i cavalli con genotipo interamente derivante da ascendenti puro sangue inglese (p.s.i.) o puro sangue arabo (p.s.a.) iscritti al rispettivo libro genealogico  rispettivamente

lo

stud

book

e

la

World

Arabian

Horse

Organization (WAHO)  e loro meticci; 2a Sezione, in cui sono presenti i cavalli con genotipo derivante per almeno 15/16 da puro sangue inglese o da puro sangue arabo iscritti al rispettivo libro genealogico con la restante frazione di 1/16 di genotipo proveniente da ascendenti che non siano di origine sconosciuta, né di razza da tiro, né pony; 3a Sezione, altri cavalli figli di cavalli puro sangue inglese iscritti al pertinente libro genealogico, di cavalli Anglo Arabi iscritti alla I e II Sezione, di cavalli puro sangue arabi (riconosciuti dalla WAHO) incrociati con cavalli orientali iscritti al Libro I. I soggetti appartenenti ad una delle tre sezioni che abbiano una percentuale di sangue arabo inferiore al 25% vengono definiti “Anglo Arabi di complemento” e tale loro condizione deve essere evidenziata in

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tutti i documenti ufficiali. Nel Libro II del cavallo Anglo Arabo, sono iscritti anche i cavalli provenienti da libri genealogici di altre nazioni purchè approvati dalla C.I.A.A. Il Libro III del cavallo Sella Italiano, comprende i cavalli appartenenti alle tradizionali popolazioni equine italiane di cavalli da sella rinsanguate con analoghe popolazioni estere e con riproduttori delle razze puro sangue inglese, arabo e Anglo Arabo. Essa ha come obiettivo di selezione il salto ostacoli. Sono iscrivibili nel libro Sella italiano: soggetti nati dall’incrocio tra stalloni sella italiano iscritti al LG con fattrici delle razze Maremmana, Salernitana, Persana, puro sangue inglese, Anglo Arabo iscritte ai rispettivi libri genealogici o registri anagrafici; soggetti nati dall’incrocio tra fattrici Sella italiano iscritte al LG con stalloni delle razze Maremmana, Salernitana, Persana e Anglo Araba iscritti ai rispettivi libri genealogici o registri anagrafici; soggetti nati dall’incrocio tra fattrici Sella Italiano iscritte al LG con stalloni puro sangue inglese iscritti al repertorio stalloni; soggetti nati da stalloni Sella Italiano iscritti al LG e da fattrici sella iscritte al registro principale ovvero, ove previsto, al registro supplementare.

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4. Il concorso di salto ostacoli. 4.1. Le origini. Il concorso ippico in senso moderno ha avuto origine in Irlanda nel 1864 (De maria, 1989; Sprea, 2006), quando Lord Howth decise di introdurre una gara di salto ostacoli a cavallo, nel corso della consueta fiera agricola che si teneva annualmente ogni anno vicino al centro storico di Dublino. L’idea riscosse un enorme successo tanto che vi parteciparono oltre 300 soggetti tra pony e cavalli. Tuttavia, le prime gare non avevano niente a che vedere con quelle attuali, sia per quanto riguarda il numero e la tipologia dei salti che per la posizione assunta in sella dai cavalieri. I binomi, infatti, dovevano superare un solo ostacolo, spesso costituito da semplici tronchi, ed il cavaliere rimaneva seduto sulla sella con il busto eretto e leggermente inclinato all’indietro. Fu il celebre capitano Federico Caprilli che ai primi del novecento introdusse la tecnica moderna di salto, grazie al quale i cavalli furono in grado di affrontare un vero e proprio percorso senza essere eccessivamente

ostacolati

dalla

posizione

del

cavaliere.

Successivamente, la disciplina fu ammessa alle olimpiadi di Stoccolma nel 1912, ed a partire dagli anni venti ne fu consentita la partecipazione anche alle donne. In Italia attualmente i concorsi ippici sono gestiti dalla F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport Equestri) e ne esistono varie tipologie, anche se quelli piĂš importanti sono i seguenti:

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sociali che si svolgono in una giornata, sono realizzati all’interno di un circolo FISE e sono riservati ai soci e agli invitati di circoli della stessa provincia; nazionali, distinti in base ai giorni di gara tipo A (3 giorni), tipo B (2 giorni) e tipo C (1 giorno) ed in base al montepremi (classe 1-6 stelle); internazionali, organizzati sempre in 3 giorni di gara e sono riservati soltanto ai cavalieri in possesso di almeno la patente di primo grado (G1). Anche in questo caso il numero di stelle è proporzionale al montepremi; circuito cavalli giovani, sono concorsi finalizzati alla formazione del cavallo giovane sportivo secondo una programmazione ed una regolamentazione speciale. Il salto ostacoli è la disciplina che più di tutte rispecchia l’equitazione moderna in quanto elegante, spettacolare ed estremamente tecnica. In questa disciplina sportiva il binomio, cavallo-cavaliere, deve superare

una serie

di ostacoli posti all’interno di un campo

circoscritto, che può essere all’aperto o al chiuso (indoor), in erba oppure in sabbia. Scopo della disciplina è quello di mettere in evidenza la forza, l’agilità e l’obbedienza del cavallo e al tempo stesso lo stile del cavaliere.

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4.2. Principali regole del salto ostacoli (www.FISE.it). Le gare vengono svolte di solito su un tracciato della lunghezza di 700–1000 metri, percorsa di solito ad una velocità di 300-400 m/min., in cui sono presenti 6-13 ostacoli di diversa tipologia. Prima di ogni gara viene effettuata la ricognizione, durante la quale i concorrenti, in tenuta da gara, osservano gli ostacoli, il percorso nel suo insieme e misurano le distanze tra un salto e l'altro. La principale distinzione degli ostacoli è quella fra ostacolo verticale (o dritto)  in cui tutti gli elementi che lo compongono sono posti sulla stessa linea verticale  e largo, in cui gli elementi sono posti su due barriere verticali, di norma la prima più bassa. Gli ostacoli verticali e larghi possono essere combinati tra di loro per formare diverse tipologie di ostacoli che prendono nomi diversi a seconda della combinazione e composizione degli ostacoli (barriera, staccionata, oxer, croce S. Andrea, muro, riviera, gabbia, etc.) Vince il più bravo e/o il più veloce a seconda delle caratteristiche della gara e delle penalità (o errori) che vengono effettuati; di norma un binomio viene eliminato alla seconda disobbedienza del cavallo al salto e quando il cavaliere cade o supera il tempo limite stabilito dal regolamento della gara. A tal proposito per tempo massimo (TM) si intende quello necessario per compiere il percorso e viene calcolato, in base alla sua distanza (D) ed alla velocità media (V) stabilita dal direttore di campo, secondo la formula TM=(Dx60)/V; il tempo limite,

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che è pari al doppio di quello massimo, rappresenta la soglia oltre la quale il binomio viene eliminato. Il cavaliere per poter partecipare ad una gara deve possedere l’idonea patente prevista dal regolamento (Tabella 2)

Tabella 2. Tipologia di gara in funzione del grado di patente. Gradi della patente

Categoria e altezza degli ostacoli

Patente A

B

80-90 cm

Brevetto (B)

B

100-110 cm

brevetto qualificato (Bq)

B

primo grado (G1)

C

115-120-125 cm

primo grado qualificato (G1q)

C

120-125-130-135 cm

secondo grado (G2)

C

130-140-145-150-160 cm

100-110cm

C

115 cm

Per ottenere la patente di livello superiore a quella posseduta il cavaliere deve raggiungere un punteggio prestabilito, i punti vengono assegnati secondo determinate tabelle predisposte dalla FISE, purchè il percorso venga terminato con meno di 4 penalità; i punteggi assegnati variano a seconda che il passaggio avvenga dalla patente B alla G1 e dalla G1 alla G2. Un cavaliere con patente di livello superiore può partecipare ad una categoria inferiore come concorrente fuori gara, e quindi non può accedere al montepremi.

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Le gare a cui può partecipare un cavallo variano anche in funzione dell’età del cavallo, ed in base all’età varia l’altezza degli ostacoli e la tipologia di gara. Limitatamente alle gare per età (Tabella 3), sino ai sette anni i cavalli gareggiano per fascia di età, mentre dagli 8 anni in su l’età non rappresenta più un fattore di distinzione. Nel caso in cui si desidera far partecipare un cavallo di età inferiore agli 8 anni ad una gara di fascia di età inferiore a quella posseduta esso parteciperà come concorrente fuori gara e quindi anche in questo caso non può accedere al montepremi.

Tabella 3. Tipologia di gara in funzione dell’età del cavallo (WWW.FISE.it)

Categoria

Altezza ostacoli

esordienti (4 anni)

100-110 cm

debuttanti (5 anni)

115-120

giovani cavalli (6 anni)

125-130 cm

cavalli di 7 anni cavalli di 8 anni ed oltre

≥ 130 cm ≥ 130 cm e senza limite di età

Nella gran parte delle competizioni i cavalli giovani  ossia quelli che hanno meno di 8 anni  vengono quasi sempre montati da cavalieri in possesso di patente G1, G1q e G2 anche nei casi in cui il regolamento non ne vieti la monta ai cavalieri con grado di patente inferiore (A, B e

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Bq). Questo è dovuto al fatto che si preferisce non costituire un binomio cavallo-cavaliere entrambi inesperti. Le principali tipologie di gara più diffuse e conosciute sono le seguenti: precisione, in cui tutti i concorrenti che effettuano il percorso con zero penalità sono considerati primi ex aequo nella classifica finale della categoria e si divideranno in parti uguali il montepremi disponibile; attitudine, dove il percorso di ogni concorrente viene valutato da due giudici (giudici di equitazione), ciascuno dei quali assegnerà un punteggio da 1 a 10 per la modalità con cui il cavallo (atteggiamento e posizione in stazione) ed il cavaliere (saluto alla giuria e correttezza dell’abbigliamento) si approcciano alla giuria prima dell'inizio del percorso, per ogni salto effettuato dal binomio (correttezza nell'assetto e nell'avvicinamento al salto) ed per l’atteggiamento del cavallo e del cavaliere all’uscita dal campo di gara. La classifica finale sarà data dalla media della somma dei punti attribuiti dai singoli giudici; a tempo nelle quali si tiene conto sia del tempo impiegato per compiere il percorso, che delle penalità espresse o come punteggio, oppure come tempo, considerato pari a 4 secondi per ostacolo abbattuto; a due manches, quelle dove dopo aver effettuato un primo percorso, definito di base, accederanno alla seconda manche soltanto coloro che hanno completato il primo senza penalità. Vincerà chi impiegherà minore tempo (tenendo conto delle penalità) nella seconda manche;

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a barrage, quelle dove soltanto i cavalli che hanno eseguito un primo percorso (percorso base) senza penalità, possono accedere ad un altro percorso (barrage), caratterizzato da un numero minore di ostacoli rispetto al primo, che dovrà essere superato nel minore tempo possibile. La classifica finale sarà stilata in funzione del tempo cronometrico impiegato per compiere il secondo percorso per i cavalli che vi accedono, mentre tutti gli altri sono classificati ex aequo a parità di penalità ottenute nel primo percorso; miste, analoghe al barrage con la differenza che la classifica dei cavalli che non accedono alla seconda prova è stilata in funzione del tempo impiegato e delle penalità ottenute nella prima prova; regolarità, nelle quali viene fissato dai giudici un tempo utile per compiere tutto il percorso (funzione del numero di ostacoli e della lunghezza del percorso), ed il binomio vincente sarà quello che più di tutti si avvicina al tempo stabilito; speciali a fase consecutive, nelle quali se la prima parte del percorso base è stata eseguita senza errori, si accede direttamente ai successivi ostacoli che vanno eseguiti sul modello della categoria a tempo.

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5. Miglioramento genetico nel cavallo 5.1. Aspetti generali. Gli equini sono ancora oggi considerati in parte una specie prettamente zootecnica ed in parte una specie di interesse agonistico-sportivo ed affettivo, dualità che ha comportato una delle principali cause di un approccio conoscitivo distorto del cavallo. In un programma di miglioramento genetico risultano di fondamentale importanza la scelta di un preciso obiettivo di selezione (quindi scelta e misura di un fenotipo da migliorare), l’individuazione dei fattori ambientali che hanno influenza sul fenotipo scelto, e la registrazione dei rapporti di parentela dei componenti la popolazione da porre in selezione. Mentre l’ultimo punto non rappresenta un ostacolo in virtù del lavoro effettuato dai Libri Genealogici negli anni, nel caso della selezione del cavallo i primi due punti sono meno definiti, rispetto ad altre specie di interesse zootecnico. Infatti, a differenza di altre specie, nell’ultimo secolo il miglioramento genetico e gli obiettivi di selezione del cavallo sono stati oggetto di continue modificazioni  passando da mezzo di trasporto e bellico a mezzo di lavoro e strumento di attività ricreative, sportive e di cura  a causa anche della riduzione della sua consistenza, della perdita di molte razze-popolazioni e della creazione di nuovi tipi genetici. Questo rende il cavallo difficile da classificare in razze, in quanto l’evoluzione e la fissazione delle razze richiede finalità ben delineate che devono

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essere mantenute nel tempo, cosa che non si è verificata per questa specie (Silvestrelli, 1989). Nel cavallo i risultati raggiunti in termini di miglioramento genetico sono ancora modesti a causa soprattutto delle caratteristiche peculiari dell’allevamento equino, quali (Langlois, 1976; D’Agaro e Costa, 1997): il basso tasso riproduttivo delle fattrici, pari a circa 0,6 figli per anno, che incide negativamente sul progresso genetico ottenibile e sul costo di produzione del puledro; l’intervallo di generazione, in media 10 anni, più lungo di quello delle altre specie, in quanto i cavalli sportivi vengono fatti riprodurre non quando raggiungono la maturità sessuale ma, spesso, dopo avere svolto l’attività agonistica; il limitato accesso ai migliori stalloni, dovuto in parte al divieto di utilizzare la tecnica dell’inseminazione strumentale (come nel caso del purosangue inglese da galoppo), ed in parte agli elevati costi della monta o del seme che ostacola la diffusione capillare dei migliori riproduttori; l’elevato numero e l’alto effetto dei fattori ambientali  come le condizioni di allevamento prima e di allenamento poi, e più in particolare l’effetto del fantino o del cavaliere  che possono influenzare

in modo sostanziale

carattere.

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l’espressione

di

un

dato


Di norma, per ottenere una stima attendibile del valore genetico di un animale è necessario conoscere le più importanti fonti di variazione non genetiche e correggere i dati per l’effetto di tali fattori, in quanto la manifestazione fenotipica di un carattere quantitativo è determinata sia dal patrimonio genetico dell’animale che la esprime, sia dall’azione di fattori ambientali (individuali o comuni a più individui, permanenti e temporanei). L’incidenza degli effetti genetici sul fenotipo è chiamata “coefficiente di ereditabilità” del carattere, in quanto è quella ereditata dai genitori ed è trasmissibile ai figli (è cioè ereditabile): essa è generalmente indicata con il simbolo h2 ed è calcolata dal rapporto tra la varianza genetica additiva σA2 e la varianza fenotipica totale σp2 (somma della varianza σA2 genetica additiva e della varianza ambientale σE2), quindi h2 = σA2/(σ + σE2). Appare chiaro che una precisa stima della componente genetica additiva non può prescindere da una precisa definizione della componente ambientale. Ad esempio mentre il miglioramento della produzione di latte nei ruminanti si basa sulla misurazione dei chilogrammi di latte prodotti, una misura obbiettiva e metrica affetta solo da errori di misurazione (contenuti entro un range limitato), le prestazioni sportive nel cavallo sono valutate con parametri differenti in base alla disciplina (punteggio assegnato da una giuria, tempi cronometrici, numero di ostacoli

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abbattuti o una loro combinazione). Tali misurazioni pongono il problema della comparazione in condizioni omogenee, in quanto sono ottenuti in situazioni simili ma non oggettive e standard (diversa composizione delle giurie, diversa lunghezza dei percorsi, diversa strategia di gara del cavaliere in base alla posizione di entrata nel percorso). Nel caso del cavallo sportivo tenuto conto della difficoltà ad individuare e scegliere i caratteri da selezionare, l’attenzione si è concentrata principalmente sull’impiego di due caratteri: le vincite monetarie ed il tempo cronometrico. Le vincite monetarie, ottenute direttamente dai riproduttori e/o dai loro figli, per poter essere utilizzate correttamente hanno spesso necessità

di

essere

sottoposte

a

trasformazioni

matematiche

(logaritmiche, finanziarie, ecc.) (Langlois, 1993a), in quanto la loro attribuzione assume forme diverse a seconda della disciplina svolta ed in funzione del piazzamento ottenuto. In tutti i casi, questo parametro è quello che ha ottenuto sinora il maggiore consenso da parte degli studiosi e degli allevatori, grazie alla sua maggiore precisione di stima ed alla facilità di interpretazione rispetto ad altri parametri. Nella disciplina del galoppo  dove la gran parte degli studi è stata concentrata sul puro sangue inglese per la sua ampia diffusione nel mondo  questo criterio di valutazione pur mostrandosi il più affidabile è ancora poco studiato. Langlois (1975) osservò sui puro

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sangue di tre anni valori di ereditabilità del logaritmo delle vincite per carriera (h2 0,26) e per anno (h2 0,40) abbastanza elevati. Lo stesso Autore con altri Collaboratori (Langlois et al., 1996) rilevò anche che i valori di ereditabilità e ripetibilità del parametro vincite monetarie nella popolazione di puro sangue inglese in Francia erano aumentati nel periodo 1950-1990; essi attribuirono ciò all’introduzione di nuovi genotipi dagli Stati Uniti ed agli effetti della selezione e degli accoppiamenti per linee. In realtà, i valori di ereditabilità sarebbero sovrastimati per due motivi (Langlois, 1996): l’omogamia, tipica della razza, che determina una sorta di variabilità genetica dovuta all’associazione di geni; la correlazione genotipo-ambiente causata dal trattamento migliore, a cui sono soggetti di norma i figli degli stalloni di valore genetico superiore. Nella valutazione genetica dei riproduttori specializzati nel trotto, il parametro vincite monetarie sembra essere meno diffuso del tempo cronometrico, anche se i valori di ereditabilità e ripetibilità ottenuti sono dello stesso ordine di grandezza. In particolare, Minkema (1975) al fine della valutazione della precocità degli animali  basandosi sul rapporto vincite nei primi anni di attività sportiva rispetto a quelle ottenute in carriera  rilevò valori più alti nelle femmine, ritenendo però che questo poteva essere influenzato dalla loro precocità di abbandono delle competizioni.

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Nel complesso si può affermare, comunque, che le stime di ereditabilità delle somme vinte hanno valori medio bassi e che variano da h2 0,26 a h2 0,15. Il tempo cronometrico ha il vantaggio di non essere soggetto a trasformazioni e di poter essere sottoposto ad elaborazione statistica secondo le metodiche standard, basate sulla distribuzione normale dei dati (Langlois, 1993a). Nel caso della disciplina del galoppo, alcuni Studiosi hanno rilevato valori bassi di ereditabilità (h2 0,20) e di ripetibilità (r 0,30) (Langlois, 1993a) o addirittura prossimi allo zero (Chico, 1994), tanto da considerare inutile l’impiego del cronometraggio. Al contrario, Buttram et al. (1988 a,b,c) studiando i cavalli della razza americana Quarter Horse, specializzata nelle competizioni di galoppo di breve distanza (200-400 m), osservarono che utilizzando il tempo cronometrico come parametro di valutazione si ottenevano dei buoni valori di ereditabilità (h2 0,28-0,38) e di ripetibilità (r 0,36-0,40). Questa apparente contraddizione deriva dal fatto che i cavalli non corrono contro il tempo ma per vincere, per cui a seconda della tipologia di competizione sportiva il tempo cronometrico può avere maggiore o minore importanza. Pertanto, nelle competizioni di galoppo con l’aumentare della distanza di gara il parametro tempo è meno attendibile nella valutazione genetica.

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Nella disciplina del trotto il tempo cronometrico è stato il parametro più studiato ed ha consentito di stimare valori di ereditabilità e ripetibilità del parametro, rispettivamente pari a 0,20-0,30 e di 0,400,60

(Langlois,

1993b).

Tuttavia,

è

stato

osservato

che

indipendentemente dalle modalità di rilevazione effettuate  minore tempo nell’anno o nella carriera, velocità sul chilometro, tempo medio, ecc.  questo parametro poteva essere influenzato dal numero di competizioni effettuate dal cavallo e che le migliori performance si ottenevano all’età di 5-6 anni e con partenza da dietro la macchina (Ojala , 1987; Ojala et al., 1987). Il miglioramento nella velocità è stato, limitatamente al Trottatore olandese nel periodo 1929-1958, secondo Minkema (1981) pari 0,307 secondi/anno, dei quali il 79% (0,243 secondi) potrebbero essere attribuiti proprio al miglioramento genetico e la restante parte alle migliori condizioni ambientali. Ultimamente, ai fini della valutazione genetica si sta dando maggiore importanza alle caratteristiche psichiche e comportamentali del cavallo che, però, pur potendo influenzare il risultato sportivo sono difficili da misurare. Qualunque sia il criterio di valutazione genetica scelto, per una buona ed attendibile stima dei parametri genetici è necessario, comunque, tenere conto dei numerosi ed importanti fattori ambientali di variazione, come quelli indicati da Langlois (1993b):

26


l’allevamento, l’allenatore ed il fantino (o driver o cavaliere), in quanto da essi dipende sia la durata della carriera sportiva che la prestazione in gara; l’anno di svolgimento delle gare, in quanto nel caso di analisi di lungo

periodo

inflazionistici

è a

necessario

carico

della

tenere

conto

dotazione

e

degli dall’altro

aspetti delle

modificazioni nelle piste e nelle attrezzature utilizzate; dell’età dei cavalli, poiché a parità di altre condizioni le prestazioni migliorano sino ad una certa età e poi tendono a regredire; il sesso perché le femmine sono più precoci ed i maschi mostrano di norma performance superiori; la pista o ippodromo perché a parità di distanza esistono piste più o meno veloci in funzione del senso di rotazione, delle caratteristiche del suolo (in erba o in terra), delle condizioni ambientali, ecc. 5.2. Il miglioramento genetico nel cavallo da salto ostacoli. Le caratteristiche importanti di un cavallo da concorso sono quelle che lo rendono adatto a rispondere al suo cavaliere in tutte le circostanze; da una parte il cavallo deve possedere qualità atletiche ed equilibrio psichico, dall’altra il cavaliere ha la funzione di guidarlo, correggerne l’azione ed incoraggiarlo al salto. In sintesi deve possedere attitudine al dressage,

alla

velocità,

alla

potenza 27

negli

spostamenti

ed

al


superamento degli ostacoli. Si tratta di caratteri compositi che dipendono allo stesso tempo da fattori morfologici, fisiologici e psicologici le cui interazioni sono complesse e poco studiate; inoltre acquisiscono un valore diverso a seconda che il cavallo sia destinato al concorso ippico, al dressage o al completo. Per la valutazione di queste caratteristiche in modo oggettivo possono essere adottati dei metodi indiretti basati sulla valutazione dei caratteri correlati con le performance, oppure diretti basati sulla valutazione delle performance degli animali o dei loro parenti. Per quanto attiene ai primi, essi si basano essenzialmente sulle misure morfologiche, sulla valutazione delle andature e della capacitĂ al salto; in particolare questo tipo di valutazione è adottata soprattutto per la valutazione delle fattrici che, a causa della loro assente o minore durata della carriera sportiva, o non hanno dati diretti sulle performance o sono poco attendibili (Langlois, 1993c). I metodi di valutazione diretta sono quelli piĂš affidabili e sono basati sulla valutazione delle performance degli animali; questi possono adottare due diversi schemi (d’Agaro e Costa, 1997; ): uno finalizzato alla selezione dei giovani riproduttori, con il quale i cavalli di 3 anni (che non hanno ancora gareggiato) scelti sulla base della morfologia e della genealogia, vengono posti nelle stesse condizioni ambientali (prova dei 100 giorni) e valutati attraverso una serie di test attitudinali e sanitari. Questo

28


schema di selezione è molto utilizzato nel Nord Europa (Germania, Olanda, Belgio e Svezia) ed ultimamente anche in Italia,

presso

il

centro

ippico

militare

a

Grossetto

(www.UNIRE.gov.it), dove il test (di durata variabile tra 30 e 100 giorni a seconda del sesso e della razza) viene effettuato per le razze Maremmana e Sella Italiano (Silvestrelli et al., 2003); l’altro basato sulla valutazione dei riproduttori attraverso l’analisi delle performance ottenute in carriera dallo stesso riproduttore, dai collaterali (fratelli e sorelle), dagli ascendenti e dai discendenti. Questo metodo di valutazione è molto utilizzato in Francia dove i caratteri presi in considerazione sono il logaritmo delle vincite annuali ed i piazzamenti ottenuti nelle gare disputate durante un determinato periodo di tempo. Langlois (1993c) ritiene il piazzamento un parametro valido per la stima del valore genetico, purchè venga sottoposto a sistemi di ponderazione, ancora poco affidabili, per uniformare il diverso livello delle competizioni cui partecipano i cavalli. Lo stesso Autore utilizzando il parametro vincite ha stimato per le discipline di dressage, salto ostacoli, completo di equitazione una ripetibilità della performance di 0,50-0,55 ed una ereditabilità di 0,150,20, ad eccezione del dressage il cui valore di h2 era pari a zero. Tavernier (1990) utilizzando lo stesso parametro, relativo ai parenti dei riproduttori da valutare, ha ottenuto un indice attendibile del valore

29


genetico, considerando come fattori di variabilità l’effetto madre, l’allevamento, l’età, il sesso, l’annata di performance e il management. In Irlanda viene comunemente utilizzata una scala di punteggi normalizzati mediante il metodo Blom (Foran et al., 1995), che assegna un punteggio positivo alle prestazioni migliori, un punteggio negativo alle prestazioni peggiori e zero alle performance medie. Il metodo ha il vantaggio di considerare tutti i cavalli (anche quelli che in gare a più fasi non accedono alle fasi successive) valutandoli rispetto ai partecipanti alla stessa gara. Per tale parametro sono state stimati valori di ereditabilità e ripetibilità rispettivamente di 0,10 e 0,27 (Janssens et al., 1997; Reilly et al., 1998; ). Posta et al. (2010), utilizzando lo stesso parametro con un modello a regressione random, hanno trovato un h2 medio di 0,20 con valori bassi per cavalli giovani ma crescente con l’età, mettendo in evidenza che le prestazioni dei cavalli adulti sono meno influenzate dagli effetti ambientali rispetto alle prestazioni di inizio carriera. Le due distinte categorie di valutazione (test attitudinali in condizioni omogenee e analisi delle performance in gara) producono caratteri di valutazione con vantaggi e svantaggi; se da una parte con la prima metodologia possono essere valutate numerose caratteristiche che sono buoni indicatori del potenziale competitivo di un animale, ma che non garantiscono le future prestazioni, dall’altra, con il secondo approccio si valuta la reale abilità dell’animale in competizione, che è

30


l’obbiettivo finale sia per gli allevatori che per chi si occupa del miglioramento genetico. Tuttavia i due approcci non sono mutuamente esclusivi e una combinazione dei due può essere un buon sistema di valutazione. Diversi studi mostrano che combinando i dati provenienti da performance test, valutazioni morfologiche e risultati ottenuti in gara è possibile ottenere una maggiore accuratezza dei valori genetici stimati (Philipsson et al. 1990; Olsson et al., 2008). Ai fini della selezione del cavallo da sella e di quello da salto ostacoli in particolare, grande importanza hanno in Sardegna le rassegne dei giovani cavalli, con le quali i puledri di 3 anni di età sono sottoposti oltrechè alla prova di modello, anche a quella di addestramento e del salto in libertà. La prova di modello ha lo scopo valutare la morfologia del cavallo (quale l’altezza al garrese, le circonferenze del torace e dello stinco e la lunghezza

della

spalla)

e

di

evidenziare

la

presenza

di

tare

pregiudizievoli con l’animale in stazione ed in movimento. La prova di addestramento, o obbedienza, ha lo scopo di valutare il carattere del cavallo, la scioltezza e la regolarità nei movimenti alle diverse andature, nonché le capacità dell’animale di rispondere ai comandi del cavaliere. La prova del salto in libertà è sicuramente quella che meglio di tutte consente di evidenziare e di valutare l’attitudine al salto del cavallo.

31


Essa consiste nel fare correre il cavallo non montato all’interno di un corridoio di forma ellittica, dove vengono posti degli ostacoli che l’animale deve superare in modo autonomo. Il

cavallo

l’esecuzione

verrà degli

valutato esercizi

da di

giudici

esperti,

avvicinamento

che agli

osserveranno ostacoli

e

l’atteggiamento nel salto: il soggetto dotato deve evidenziare serenità, scioltezza ed equilibrio, mostrare un corretto stile nel salto descrivendo una parabola rotonda e centrata rispetto all’ostacolo, dove la battuta e la ricezione devono idealmente trovarsi equidistanti dal centro dell’ostacolo. Al cavallo sarà attribuito un punteggio in funzione del coefficiente di difficoltà del salto e sulla base del suo comportamento davanti

e

dopo

l’ostacolo

(AGRIS-Dipartimento

l’Incremento Ippico, 2010).

32

di

Ricerca

per


Obiettivi della ricerca Tenuto conto dell’importanza che il cavallo ha per la Sardegna e per i Sardi sia sotto l’aspetto economico e sportivo  in virtù dei successi internazionali ottenuti dai cavalli Anglo Arabi da Zinsalabin, vincitore del campionato italiano dei sei anni; S’Archittu, oggi stallone, e Ulabai rispettivamente ottavo e quarta ai campionati del mondo di salto ostacoli a Lanaken  che sotto l’aspetto della passione e della tradizione

storica,

questo

studio

preliminare

ha

lo

scopo

di

caratterizzare la popolazione equina impiegata nella disciplina sportiva del salto ostacoli. In particolare, lo scopo è stato anche quello di cercare di individuare i fattori genetici e fenotipici più significativi ed indispensabili per ottenere una valutazione oggettiva dei riproduttori, attraverso le performance sportive ottenute dai figli nella disciplina del salto ostacoli.

33


6. Materiale e metodi. Per poter caratterizzare la popolazione equina specializzata nel salto ostacoli, sono state raccolte, presso la FISE regionale (sita ad Oristano), tutte le informazioni disponibili dei cavalli che hanno partecipato alle competizioni di salto ostacoli, svolte in Sardegna nel periodo 2002-2008, limitatamente a quelle inserite nel circuito UNIRE ritenute le più importanti. Le informazione sulle singole gare  disponibili presso la FISE regionale (www.fisesardegna.it) e nazionale (www.fise.it)  hanno riguardato: l’identificazione dei cavalli che hanno partecipato ad almeno una competizione ed i nomi dei genitori di ciascuno di essi; i cavalieri ed il livello di patente con la quale hanno partecipato in ogni gara; la località e la data in cui si è svolta ciascuna gara; la tipologia di gara svolta; l’ordine di arrivo; il risultato sportivo ottenuto, che a seconda della gara era espresso sotto forma di penalità, di giudizio (o punteggio) e di tempo cronometrico; il montepremi (o dotazione) disponibile per ogni gara; la vincita monetaria per gara ottenuta da ciascun cavallo.

34


Successivamente, attraverso i siti internet specializzati come quello dell’UNIRE (www.unire.gov.it) e della pagine web Allevare cavalli (www.allevarecavalli.com), è stato possibile partendo dal nome del cavallo recuperare le seguenti informazioni: l’anno di nascita di tutti i cavalli che hanno partecipato alle competizioni; il tipo genetico del cavallo e, limitatamente alla razza Anglo Araba, la sua percentuale di sangue arabo; il tipo genetico del padre, della madre e del nonno materno. I dati relativi alla caratterizzazione della popolazione ed risultati sportivi sono stati sottoposti ad una analisi statistica descrittiva. Per i dati sulle performance espresse come vincite monetarie si è pensato di impiegare un modello lineare in modo da valutare gli effetti, su una variabile di interesse (detta anche variabile risposta), di uno o più fattori di controllo, che possono assumere diversi livelli (uno dei possibili “stati” che il fattore può assumere). Formalmente il modello può essere rappresentato come un modello lineare del tipo: Y = µ + Σ Fi + ε Dove Y è la variabile risposta, µ è la media generale, F è l’i-esimo fattore di variabilità preso in considerazione, ε è il residuo. Per esempio, se i vuole verificare se il sesso del cavallo (fattore di classificazione) influenza l’ammontare della vincita (variabile risposta), il modello può essere scritto come: 35


vincita per gara disputata = µ + sesso + errore residuo in questo modo il risultato dell’analisi fornisce le medie stimate per i diversi livelli del fattore di classificazione e la significatività statistica della differenza tra esse. In particolare nel presente lavoro sono state analizzate le variabili: - vincita per gara disputata di tutti i cavalli che hanno gareggiato; - logaritmo della vincita per gara dei soli cavalli che hanno ottenuto una vincita monetaria; - logaritmo della vincita per gara di tutti i cavalli che hanno gareggiato, attribuendo 1€ ai cavalli che non hanno ottenuto premi in danaro, in quanto il modello li escludeva dalla valutazione. I fattori di variabilità considerati sono stati: sesso del cavallo (2 livelli: M, F); tipo genetico del cavallo (Anglo Arabo e Sella Italiano) entro tipologia di gara (Attitudine e Precisione) 4 livelli totali; età del cavallo (3 livelli: 4, 5 e 6 anni); cavallo (978 livelli); cavaliere (177 livelli). L’analisi è stata effettuata utilizzando il seguente modello lineare misto:

Yijkmn = µ + Si + TG(G)j + Ek + cm + fn + eijkmn dove:

36


Yijkmn = vincita per gara disputata espressa in assoluto o trasformata in logaritmo; µ = media generale; S = effetto fisso dell’ i-mo sesso; TG(G) = effetto fisso del j-mo tipo genetico entro tipo di gara; E = effetto fisso della k-ma età; c = effetto casuale del m-mo cavallo; f = effetto casuale dell’n-mo cavaliere; e = residuo casuale; i fattori cavallo e cavaliere sono stati trattati come fattori casuali allo scopo di calcolarne il contributo alla varianzia fenotipica mediante i seguenti rapporti:

rc =

σ c2 (σ c 2 + σ f 2 + σ e 2 )

rf =

;

σf2 (σ c 2 + σ f 2 + σ e 2 )

Tutte le analisi sono state condotte considerando solo i cavalli appartenenti alle razze Anglo Araba e Sella Italiano e di età compresa tra i 4 ad i 6 anni che hanno partecipato alle gare classificate come Attitudine e Precisione, utilizzando le procedure GLM e MIXED del software statistico SAS/STAT© (SAS istitute, 1996).

37


7. Risultati e discussione. Le informazioni raccolte hanno riguardato circa 1260 cavalli e 635 gare svolte in 7 anni in Sardegna. A causa della difficoltà di raccolta di tutte le informazioni, ritenute necessarie per il completamento del data set, in alcuni casi è stato necessario eliminare i dati di alcuni cavalli, in modo particolare quelli di origine straniera per i quali era difficile risalire alla genealogia.

7.1 Caratteristiche della popolazione. La popolazione equina studiata era costituita per il 73% da cavalli nati tra il 1998 ed il 2004 (Figura 1), i quali mostravano una consistenza per anno di nascita abbastanza costante e compresa fra i 100 ed il 130 capi/anno. Il restante 27% dei cavalli era rappresentato da soggetti nati prima del 1998, la cui numerosità

mostrava,

invece,

un

andamento

progressivamente

decrescente con l’aumentare dell’età (Figura 1). Questo diverso andamento può essere spiegato con il fatto che i cavalli più giovani e più numerosi, nati dopo il 1997, erano quelli che avevano esordito a 4 anni di età nel periodo di gare considerato (2002 ed il 2008), e la quasi totalità di essi aveva svolto gran parte della loro attività agonistica in Sardegna, almeno sino all’età di 6 anni. Al contrario, la progressiva riduzione del numero di cavalli nati prima del 1998 può essere dovuta, da una parte, alla cessazione dell’attività agonistica per qualsiasi motivo e, dall’altra, alla loro possibile vendita

38


fuori dalla Sardegna che ne ha comportato la loro assenza dal circuito UNIRE regionale.

73 cavalli (6%) età 10-17 anni

885 cavalli 73% popolazione

0

10

20 30 40 50 60 70

80 90 100 110 120 130 140 150

Numero di cavalli

Figura 1. Distribuzione dei cavalli per anno di nascita

L’analisi della popolazione per anno di nascita ha consentito anche di mettere in evidenza come i cavalli impiegati nel salto ostacoli siano caratterizzati da una elevata longevità sportiva, contrariamente a quelli impiegati in altre importanti discipline equestri. A tal proposito, mentre nel galoppo e nel trotto è abbastanza raro che si gareggi ad età superiori ai 10 anni, nel caso del salto ostacoli questo non è una rarità; infatti, dalla figura 1 si può osservare come oltre 70 cavalli (6% della popolazione) abbia partecipato a competizioni agonistiche ad un’età compresa fra i 10 ed i 17 anni.

39


Un’altra importante caratteristica dei circa 1200 cavalli in gara era la loro quasi totale appartenenza (il 96% dei soggetti) a due sole razzepopolazioni (Figura 2): l’Anglo Araba ed il Sella Italiano, che rispettivamente costituivano il 50,2% (606 soggetti) ed il 45,9% (554 soggetti) della popolazione di cavalli che aveva partecipato ad almeno una competizione di salto ostacoli in Sardegna.

tipo genetico cavalli in gara

S-I altri-Tg S-PL KWPN psi Prop. Com. BWP S-Ir S-F S-D aa 0

200

400

600

800

numero di cavalli

Figura 2. Distribuzione dei cavalli per tipo genetico

Dai dati raccolti si può affermare anche che, limitatamente alle sole competizioni effettuate nel periodo 2002-2008, le razze straniere in purezza sono risultate poco presenti nelle competizioni di salto ostacoli 40


svolte in Sardegna (Figura 2), questo può essere attribuito da una parte alla sporadiche esibizioni di cavalli portati dalla Penisola per i concorsi più importanti, oppure dall’altra alla partecipazione di qualche cavallo di razza straniera acquistato da allevatori locali. Con riferimento alla sola popolazione di cavalli Anglo Arabi, è stato osservato che nel complesso sembra prevalere un maggiore interesse (il 65% dei cavalli) verso l’Anglo Arabo classificato a fondo inglese (Figura 3), cioè con meno del 50% di sangue arabo.

75 69

% sangue arabo

63 57 51 45 39 33 27 21 15 0

50

100 n. di cavalli

150

200

Figura 3. Distribuzione dei cavalli Anglo Arabi in funzione della percentuale di sangue arabo

Questo, probabilmente, può essere dovuto al fatto che questa tipologia di cavallo è caratterizzato da una maggiore velocità rispetto agli Anglo Arabi con una percentuale di sangue arabo uguale o maggiore al 50%.

41


Tuttavia, la gran parte di questa razza, ossia circa l’85% di essa, presenta una percentuale di sangue arabo compresa fra il 40% ed il 60% (Figura 3). La conoscenza di questa distribuzione può avere una certa importanza nel momento in cui si intende individuare i fattori genetici in grado di influenzare le performance sportive dei cavalli.

Tabella 4. Distribuzione degli stalloni per numero di figli e per tipo genetico Stallone Piradin Avenir Robine Olympique london Rheingold de luyne Equus mon amour Quidam de la cere Ksar-sitte Alloro Leopard Phosph'or Arpege du bois Relis Folgore de zuighe Neoneli Ahorn Flamengo Akrobat flamme Ascot des ifs Corland S'archittu

Tipo genetico

Figli/stallone n. 119 107 69 68 61 42 33 29 28 27 27 26 21 18 15 13 13 12 12 10 10

aa KWPN BWP aa aa S-F aa BWP SF aa aa S-F aa aa aa KWPN aa S-F S-F KWPN aa

% 9,95 8,95 5,77 5,69 5,10 3,51 2,76 2,42 2,34 2,26 2,26 2,17 1,76 1,51 1,25 1,09 1,09 1,00 1,00 0,84 0,84

Un’altra caratteristica importante della popolazione equina studiata è stata la disomogeneità nel numero di figli per stallone, fatto che nell’ambito dell’allevamento equino è una condizione abbastanza

42


frequente: pochi stalloni hanno molti figli e molti stalloni ne hanno pochi. Dall’analisi effettuata è stato evidenziato come il 63,5% (760 soggetti) dei circa 1200 cavalli che hanno gareggiato, erano figli di soli 21 stalloni, e più in particolare poco più di un terzo (il 35,5%) dei cavalli erano il prodotto di appena 5 stalloni (Tabella 4). Ciò comporta che la restante parte dei cavalli (436 soggetti pari al 36,5% della popolazione) erano figli di 233 stalloni, con un rapporto figli/stallone inferiore a due. I tipi genetici e gli stalloni che hanno mostrato riscuotere maggiore apprezzamento da parte degli allevatori possono essere considerati (Tabella 4) sicuramente l’Anglo Arabo  con Piradin, Olympique london, Rheingold de luyne  il Sella olandese (o KWPN) con Avenir, ed il Sella

belga (o BWP) con Robine. Questa considerazione potrebbe, comunque, trarre in inganno in quanto l’eccessiva concentrazione di figli su pochi soggetti potrebbe essere dovuta:

al valore genetico degli stalloni, per cui la gran parte degli allevatori tende ad accoppiare le proprie fattrici con i migliori;

alla limitata disponibilità di stalloni di pregio presenti nell’Isola, che involontariamente ne determina la concentrazione su pochi animali;

43


alla longevità riproduttiva degli stalloni ed a quella sportiva dei cavalli che, pertanto, consente loro di rimanere in attività per lungo tempo.

Per capire meglio l’andamento delle scelte genetiche effettuate dagli allevatori, l’attenzione è stata concentrata soprattutto sui cavalli di 4 anni di età, che hanno iniziato a gareggiare nei 7 anni considerati, in quanto questi essendo quelli esordienti costituiscono, pertanto, un importante indicatore delle scelte selettive effettuate nel breve periodo, ed essendo anche

quelli più numerosi, consentono di fornire

informazioni più precise. Infatti, l’analisi effettuata mostra come tra il 2002 ed il 2003 si sia verificato un sensibile spostamento della produzione verso il Sella Italiano

a

discapito

dell’Anglo

Arabo

(Tabella

5

e

Figura

4).

Quest’ultimo tipo genetico, infatti, se nel 2002 rappresentava il 73,5% dei cavalli di 4 anni, negli anni successivi (2003-2006) aveva la stessa consistenza numerica del Sella ed a partire dal 2007 presentava una consistenza addirittura minore: nel 2007, infatti, la percentuale di Anglo Arabi all’esordio risultava soltanto pari al 36% del totale dei 4 anni (Tabella 5 e Figura 4). Questa progressiva minore produzione di anglo arabi è quasi totalmente attribuibile al progressivo minore impiego di stalloni appartenenti alle razze da cui può avere origine un cavallo Anglo Arabo (razze anglo araba, puro sangue inglese e puro sangue araba).

44


E’ stato osservato, inoltre, che a partire dal 2002 gli stalloni utilizzati per

la

produzione

dell’Anglo

Arabo

appartenevano

quasi

esclusivamente a questa razza, mentre l’utilizzo dei puro sangue inglese

ed

arabo

per

la

produzione

dell’Anglo

Arabo

è

stato

praticamente abbandonato.

Tabella 5. Distribuzione annuale dei cavalli di 4 anni distinti per tipo genetico Anglo Arabo

Sella Italiano

Totale

%

%

n.

2002

73,5

26,5

98

2003

53,3

46,7

107

2004

51,9

48,1

104

2005

56,0

44,0

109

2006

50,0

50,0

104

2007

35,7

64,3

126

2008

42,3

57,7

111

Anno

45


90 80 70 60 50

n.

40 30 20 10 0 2001

2002

2003

2004

2005

anglo arabo

2006

2007

2008

2009

sella italiano

Figura 4. Cavalli Anglo Arabi e Sella Italiani di 4 anni distinti per anno di esordio

In particolare, analizzando la popolazione dei cavalli di 4 anni in funzione del tipo genetico del padre, è stato osservato che mentre nel 2002 dei 98 cavalli esordienti 70 erano nati da stalloni Anglo Arabi, nel 2007 questo rapporto si è invertito in quanto dei 127 cavalli esordienti soltanto 45 erano figli di stalloni Anglo Arabi (Tabella 6). Tuttavia, se da una parte gli stalloni Anglo Arabi sembrerebbero aver perso di importanza, dall’altra non sembra ancora emergere una scelta ben chiara sul tipo genetico ottimale da utilizzare. Infatti, nel periodo di riferimento, le preferenze si sono spesso modificate da un anno all’altro (Tabella 6), dando inizialmente maggiore importanza al Sella francese per poi spostare l’attenzione verso stalloni Sella olandesi e belgi (indicati anche rispettivamente KWPN e BWP).

46


Tabella 6. Numero di cavalli di 4 anni esordienti, distinti per anno e per tipo genetico del padre. Anno di gara

aa

BWP

S-D

KWPN

Psi

S-F

S-I

Totale

2002

70

0

2

12

2

12

0

98

2003

56

11

3

7

5

23

2

107

2004

50

13

1

19

3

17

0

103

2005

60

9

1

14

2

22

0

108

2006

52

11

8

18

1

12

2

104

2007

45

20

5

35

2

20

0

127

2008

47

28

6

17

0

9

4

111

Questo può essere dovuto da una parte ai riproduttori messi a disposizione dal Dipartimento di Ricerca per l’Incremento Ippico, che periodicamente rinnova il parco stalloni, e dall’altra alla presenza di nuovi stalloni presso le stazioni di monta private in Sardegna o ancora di più alla possibilità di acquistare seme fresco o congelato fuori dall’Isola. Molto diversa risulta, invece, la scelta del tipo genetico delle fattrici; infatti, pur avendo osservato che circa il 46% di tutti i cavalli che hanno gareggiato appartiene al tipo genetico Sella Italiano, le madri sono per la quasi totalità (984 cavalli prodotti su 1189, pari all’82,8%) di razza Anglo Araba (Figura 5).

47


tipo genetico madre S-I altri-Tg psa psi KWPN BWP S-F S-D aa 0

200

400

600

800

1000

n. di cavalli

Figura 5. Distribuzione delle fattrici per tipo genetico e per numero di cavalli prodotti.

Per quanto attiene alle altre razze di fattrici quelle piĂš rappresentate, anche se con numeri molto limitati, sono risultate in ordine di importanza numerica di cavalli prodotti: il Sella Italiano (104 soggetti), il Sella francese (25 soggetti), il Sella tedesco (23 soggetti) il Sella olandese (o KWPN con 21 soggetti) (Figura 5). Anche in questo caso dall’analisi della distribuzione dei cavalli di 4 anni in funzione del tipo genetico materno si può osservare come non vi sia stata una sostanziale variazione nel tempo delle scelte selettive da parte degli allevatori (Tabella 7), a differenza di quanto, invece, osservato in precedenza per gli stalloni (Tabella 6).

48


Infatti, le fattrici sono quasi totalmente di razza Anglo Araba (Tabella 7) (mediamente il 92,4%), e per la restante parte appartenenti soprattutto alla popolazione Sella Italiano (4,1%)

Tabella 7. Numero di cavalli di 4 anni esordienti, distinti per anno e per tipo genetico della madre. Anno di gara

aa

S-IRL

S-D

KWPN

Psi

S-F

S-I

Totale

2002

94

1

1

1

0

1

0

98

2003

98

0

0

1

0

1

7

107

2004

99

0

0

0

1

1

2

103

2005

101

0

1

1

1

1

3

108

2006

92

0

1

1

1

2

7

104

2007

116

0

0

1

2

2

6

127

2008

100

0

2

1

0

1

7

111

Questa diversa scelta selettiva tra stallone e fattrice potrebbe essere attribuibile al fatto che produrre una buona fattrice richiede un sensibile investimento economico e molto tempo  tenuto conto che essa viene messa in riproduzione dopo i 6-7 anni di età e dopo avere svolto parte della carriera sportiva  e quindi l’allevatore potrebbe essere meno propenso a cambiare frequentemente la fattrice. Un’altra causa di questa scelta potrebbe essere individuata nella semplice decisione degli allevatori di mantenere comunque una percentuale di sangue Anglo Arabo nei nuovi cavalli prodotti.

49


In tutti i casi, per un’analisi più completa sarà sicuramente necessario avere a disposizione dei dati che abbraccino un arco di tempo molto più ampio di quello considerato.

7.2. Analisi delle performance sportive. Tenuto conto della numerosità di gare svolte nei 7 anni (complessivamente 635), ma soprattutto della diversità di tipi di competizioni svolte, in questa indagine preliminare si è preferito fare alcune semplificazioni, come:

valutare le performance degli stalloni attraverso i risultati ottenuti dai figli, ma prendendo in considerazione soltanto quelli che avevano complessivamente almeno 10 figli in gara;

creare un ordine di arrivo virtuale in modo da poter confrontare tutte le gare fra loro, in quanto quello reale di alcune tipologie di gara segue regole diverse;

accorpare la tipologia di competizioni sulla base dei parametri utilizzati per stabilire la classifica finale nella gara, che ha consentito di ottenere 5 diverse classi di gara: quelle di attitudine,

valutate

con

un

giudizio

numerico;

quelle

di

precisione, valutate sulla base delle penalità; quelle a fasi consecutive di precisione, valutate sulla base delle penalità ottenute in due percorsi; quelle a fasi consecutive a tempo, valutate sulla base delle penalità ottenute nel primo percorso e del tempo impiegato per percorrere il secondo percorso e quelle a

50


tempo, in cui il fattore di classificazione era costituito soltanto dal tempo cronometrico;

concentrare l’attenzione sui cavalli di età compresa fra 4 e 6 anni,

in

quanto

risultavano

i

più

numerosi

e

quindi

rappresentavano la gran parte dei dati a disposizione.

Tabella 8. Valutazione degli stalloni in base ai piazzamenti ottenuti dai figli. Stallone

TG

Avenir KWPN Piradin aa Robine BWP aa Olympique london aa Rheingold de luyne S-F Equus mon amour aa Quidam de la cere BWP Ksar-sitte SF Alloro S-F Arpege du bois aa Relis aa Leopard aa Phosph'or aa Folgore de zuighe S-F Akrobat flamme KWPN Ahorn S-F Ascot des ifs aa Neoneli aa Flamengo aa S'archittu KWPN Corland Media ds

Figli

Totale gare

Gare /figlio

Piazzamento % totale gare

n.

n.

n.

1

2

3

NC

106 105 68 65 60 40 31 29 28 23 21 21 21 18 12 12 12 12 11 10 10 34 30

2068 1813 1577 1059 1158 756 463 409 566 362 373 354 279 296 232 204 185 158 176 204 184 613 579

19,5 17,3 23,2 16,3 19,3 18,9 14,9 14,1 20,2 15,7 17,8 16,9 13,3 16,4 19,3 17,0 15,4 13,2 16,0 20,4 18,4 17 3

27,9 22,9 26,4 25,1 25,3 27,0 19,7 20,3 24,0 22,9 22,3 24,6 19,0 19,9 31,9 26,0 19,5 20,9 25,6 21,1 23,9 23,6 3,3

12,9 12,0 12,6 13,4 11,3 11,1 13,4 12,5 14,3 11,0 12,1 12,7 14,0 11,5 12,5 11,8 12,4 10,1 11,4 12,7 12,5 12,3 1,0

6,4 6,7 6,1 5,7 6,0 4,4 6,0 5,6 4,9 7,2 4,6 6,2 9,0 5,7 5,6 4,9 3,8 3,2 8,0 5,4 6,5 5,8 1,3

5,5 8,6 6,2 8,3 7,9 8,2 8,2 11,5 6,2 9,9 9,4 9,9 14,3 6,1 9,5 9,8 9,2 15,8 4,5 8,3 7,6 8,8 2,7

Dall’analisi complessiva si può osservare come, nonostante il numero di figli e di gare totali sia molto variabile fra stalloni, i dati relativi al numero di gare per figlio ed ai piazzamenti ottenuti (espressi come 51


percentuale delle gare effettuate dalla progenie) siano poco variabili fra gli stalloni (Tabella 8). Ne deriva che questo tipo di analisi non è in grado di evidenziare un trend ben chiaro, ne alcuna correlazione fra numero di figli, numero di gare e piazzamento ottenuto. Infatti, Avenir e Piradin con oltre 100 figli e con circa 2000 gare disputate dalla progenie, mostravano delle prestazioni in termini di piazzamenti simili a quelle ottenute da Alloro (con 28 figli e 566 gare) e da Corland (con 10 figli e 184 gare). Risultati superiori alla media li mostrerebbe invece Akrobat flamme, stallone Sella francese, i cui figli si sono piazzati al primo posto nel 32% circa delle gare disputate (Tabella 8). Tabella 9. Valutazione degli stalloni in base alle vincite monetarie ottenute dai figli. Stallone

TG

Avenir KWPN Piradin aa Robine BWP Olympique london aa Rheingold de luyne aa Equus mon amour S-F Quidam de la cere aa Ksar-sitte BWP Alloro S-F Arpege du bois S-F Relis aa Leopard aa Phosph'or aa Folgore de zuighe aa Akrobat flamme S-F Ahorn KWPN Ascot des ifs S-F Neoneli aa Flamengo aa S'archittu aa Corland KWPN Media ds

Figli

Totale Gare Vincita Vincita Vincita gare /figlio totale /gara /figlio

n.

n.

n.

106 105 68 65 60 40 31 29 28 23 21 21 21 18 12 12 12 12 11 10 10 34 30

2068 1813 1577 1059 1158 756 463 409 566 362 373 354 279 296 232 204 185 158 176 204 184 613 579

19,5 17,3 23,2 16,3 19,3 18,9 14,9 14,1 20,2 15,7 17,8 16,9 13,3 16,4 19,3 17,0 15,4 13,2 16,0 20,4 18,4 17 3

238.299 163.482 180.239 108.979 94.200 67.922 29.706 21.582 45.713 37.743 26.106 34.997 30.006 15.546 27.513 24.395 16.467 10.218 21.240 14.282 12.229 58.136 63.572

115 90 114 103 81 90 64 53 81 104 70 99 108 53 119 120 89 65 121 70 66 89 23

2.248 1.557 2.651 1.677 1.570 1.698 958 744 1.633 1.641 1.243 1.667 1.429 864 2.293 2.033 1.372 852 1.931 1.428 1.223 1.558 496

52


Valutando le performance degli stalloni sulla base delle vincite monetarie ottenute dalla progenie si può stilare una classifica di merito diversa dalla precedente, in quanto in questo caso la progenie di Avenir risulta quella che ha guadagnato di più (Tabella 9). Tuttavia questo risultato è attribuibile all’elevato numero di figli e di gare da essi disputate; infatti, le vincite per gara e per figlio non sembrano essere diverse da quelle ottenute dalla progenie di Robine, Akrobat flamme, Ahorn e Flamengo (Tabella 9) Un ulteriore elemento di variabilità nella valutazione degli stalloni deriva dal fatto che le performance possono essere diverse a seconda della tipologia di gara disputata. A questo scopo limitando l’analisi delle vincite ottenute dalla progenie degli stalloni (limitata sempre ai cavalli di età compresa fra 4 e 6 anni) alle due tipologie di competizioni più diffuse  quelle di attitudine (nelle quali il cavallo viene valutato con un giudizio) e quelle di precisione (nelle quali il cavallo è valutato sulla base delle penalità)  la classifica degli stalloni continua a modificarsi. Infatti, nelle gare di attitudine lo stallone migliore sarebbe Phosph’or, stallone Anglo Arabo, per il quale i valori di vincita per gara e per figlio sono sensibilmente superiori a quelli degli altri stalloni (Tabella 10); la classifica sarebbe ancora diversa se per la stessa tipologia di gara si utilizzasse come criterio di valutazione il valore medio del giudizio per

53


gara, che evidenzierebbe che ci sono diversi stalloni con valori simili (Tabella 10).

Tabella 10. Valutazione degli stalloni in base alle vincite monetarie ottenute dai figli nelle gare di attitudine. Stallone

Piradin Avenir Robine Rheingold de luyne Olympique london Equus mon amour Quidam de la cere Ksar-sitte Alloro Arpege du bois Relis Phosph'or Leopard Folgore de zuighe Akrobat flamme Corland S'archittu Ascot des ifs Ahorn Neoneli Flamengo Media ds

TG

aa KWPN BWP aa aa S-F aa BWP S-F S-F aa aa aa aa S-F KWPN aa S-F KWPN aa aa

Figli Totale Vincita gare totale

Vincita /gara

Vincita Giudizio /figlio /gara

n.

n.

n.

99 95 68 60 60 38 29 29 28 21 19 17 15 14 10 10 10 10 10 9 8 31 28

860 916 692 568 450 299 212 212 287 165 179 122 125 123 96 92 84 82 66 63 62 274 266

49.410 64.802 38.559 33.695 26.387 10.396 9.497 8.554 17.681 8.491 8.548 12.279 6.014 3.268 6.803 4.156 4.296 1.880 2.552 1.421 3.756 15.355 17.383

57 71 56 59 59 35 45 40 62 51 48 101 48 27 71 45 51 23 39 23 61 51 18

499 682 567 562 440 274 327 295 631 404 450 722 401 233 680 416 430 188 255 158 469 433 166

74 75 75 76 69 64 69 72 79 69 67 73 68 67 67 75 72 70 66 60 73 71 4

Analogamente, nella valutazione delle gare di precisione (Tabella 11) gli stalloni migliori risulterebbero in questo caso Robine e Akrobat flamme, rispettivamente un Sella belga ed un Sella francese, che oltre ad avere i valori di vincita monetaria per gara e per figlio più elevati, evidenziano anche i minori valori di penalità per gara (Tabella 11).

54


Tabella 11. Valutazione degli stalloni in base alle vincite monetarie ottenute dai figli nelle gare di precisione. Stallone

Avenir Piradin Robine Olympique london Rheingold de luyne Equus mon amour Quidam de la cere Alloro Ksar-sitte Arpege du bois Leopard Phosph'or Relis Folgore de zuighe Akrobat flamme Ascot des ifs Neoneli Ahorn Corland Flamengo S'archittu Media ds

TG

KWPN aa BWP aa aa S-F aa S-F BWP S-F aa aa aa aa S-F S-F aa KWPN KWPN aa aa

Figli Totale gare

Vincita totale

Vincita /gara

Vincita /figlio

Penalità /gara

n.

n.

n.

103 100 68 63 60 40 31 28 28 20 20 19 19 18 12 12 12 11 10 10 10 33 29

992 859 767 510 565 373 217 276 190 166 166 116 179 143 113 93 79 99 89 80 101 294 279

121.265 83.371 103.402 51.758 56.195 37.601 16.654 27.690 11.886 17.180 16.683 8.302 15.053 8.327 15.740 7.919 6.217 12.164 7.733 10.543 8.114 30.657 33.704

122 97 135 101 99 101 77 100 63 103 100 72 84 58 139 85 79 123 87 132 80 97 23

1.177 834 1.521 822 937 940 537 989 425 859 834 437 792 463 1.312 660 518 1.106 773 1.054 811 848 289

2,9 3,2 2,7 3,1 2,7 3,0 3,5 2,5 3,0 3,7 4,0 4,1 3,5 5,0 2,4 4,0 3,9 2,9 2,8 3,8 4,0 3,4 0,7

In sostanza queste analisi pur essendo, comunque, abbastanza indicative ed importanti, consentono di mettere in evidenza la difficoltà a trovare dei fattori di valutazione univoci ed in grado di fornire al momento dei risultati oggettivi ed attendibili. Per completare questa analisi preliminare sulla popolazione equina da salto ostacoli presente in Sardegna, si è voluto valutare le prestazioni in termini di vincite monetarie ottenute dai cavalli distinti per tipo genetico; in particolare l’analisi è stata limitata alle razze Anglo Araba e Sella Italiano, in quanto come osservato nella descrizione delle

55


caratteristiche sulla popolazione, sono i tipi genetici più numerosi nelle competizioni svolte in Sardegna. Come si può osservare dalla Tabella 12, a parità di gare svolte, i cavalli di razza Sella italiani otterrebbero performance migliori in termini di vincite totali e per gara, sia nel complesso che nelle due tipologie di competizioni più diffuse, attitudine e precisione, rispetto a quelli di razza Anglo Araba.

Tabella 12. Valutazione dei cavalli in base alle vincite monetarie. Anglo Arabo

Tipo di gara Gare

n. Tutte le gare

8.128

Sella Italiano Vincita

Vincita

totale

/gara

n.

86

8.061

852.991

106

Vincita

Vincita

totale

/gara

696.115

Gare

Attitudine

3.634

199.105

55

3.571

215.841

60

Precisione

3.812

358.334

94

3.875

448.283

116

Approfondendo lo studio sul parametro vincita monetaria è stato osservato che, analogamente a quanto riscontrato in letteratura (Posta et al., 2009), anche nel caso del presente studio la distribuzione della variabile vincita/gara considerata come tale presenta un andamento di tipo esponenziale (Figura 6).

56


Figura 6. Distribuzione delle somme vinte per gara

Quando essa, invece, viene sottoposta a linearizzazione mediante trasformazione con logaritmo naturale , la sua distribuzione si avvicina a quella di una distribuzione normale, se riferita alla popolazione dei soli cavalli che realmente hanno vinto soldi (Figura 7.b1). Però, come indicato in precedenza, per poter valutare tutti i cavalli che hanno gareggiato è stato necessario attribuire artificialmente una vincita di 1 € anche ai cavalli che non avevano vinto niente. Ciò ha comportato che in questo caso la distribuzione del logaritmo naturale delle vincite/gara presentava una sorta di normalità soltanto per il gruppo di cavalli che realmente avevano ottenuto una vincita di denaro (Figura 7.a1).

57


a1)

b1)

b2)

a2)

b3)

a3)

Figura 7. Distribuzione delle somme vinte/gara sottoposte a trasformazione logaritmica dei soli cavalli vincenti (b 1,2.3) o anche con i cavalli con vincita artificiale (a 1,2,3). Invece, per i cavalli a cui era stata attribuita la vincita di 1â‚Ź la distribuzione ottenuta evidenziava una concentrazione su una classe

58


di maggiore frequenza, che si discostava notevolmente dai valori medi della distribuzione complessiva (Figura 7.a1). Tale andamento è risultato simile anche quando venivano utilizzate trasformazioni logaritmiche diverse da quella naturale (base dieci e due) (Figura 7.2,3). A titolo di esempio nella tabella 13 si può osservare come nel caso delle vincite/gara prese come tali o basate sul loro logaritmo e riferite a tutti i cavalli in gara si evidenzia come le performance dei cavalli di razza Sella Italiano siano significativamente superiori a quelle dei cavalli di razza Anglo Araba. Se invece ci si riferisce alle performance dei soli cavalli che realmente hanno vinto, l’analisi del logaritmo delle vincite/gara evidenzia, al contrario, una parità tra i due tipi genetici ed una leggera prevalenza dell’anglo arabo limitatamente alle gare di attitudine (Tabella 13).

Tabella 13. Medie stimate della vincita per gara (in €) in valori assoluti e trasformati in logaritmico di tutta la popolazione di cavalli che hanno gareggiato e di quelli che hanno vinto distinte per tipo genetico e per tipologia di gara. Tipologia di gara

Fenotipo Vincita/gara tutti i cavalli

Tutte le tipologie

aa

si

aa

si

85,65A

105,82B

2,08 A

2,40 B

A

B

a

Attitudine

54,79

Precisione

94,03 A

A,B a,b

Log_vincita/gara tutti i cavalli

60,44

b

115,69 B

1,69

2,47 A

1,95

Log_vincita/gara cavalli vincenti

aa

2,82 B

si

4,99 4,82

a

5,00

5,00 4,75 b 5,03

= lettere differenti sulla riga indicano differenze statisticamente significative (p<0,01) = lettere differenti sulla riga indicano differenze statisticamente significative (p<0,05)

59


Questi diversi risultati in funzione del tipo di valutazione adottata per le vincite monetarie è da attribuire alla differente frequenza di arrivi senza vincita nelle differenti tipologie genetiche (circa 58% e 51% rispettivamente nell’Anglo Arabo e nel Sella Italiano); questo può essere dovuto: alla maggiore precocità del Sella che quindi nella fascia di età 4-6 anni analizzate può aver ottenuto risultati migliori; al migliore addestramento al salto ostacoli che il Sella di norma riceve rispetto all’Anglo Arabo, che essendo più duttile viene spesso impiegato anche in altre discipline equestri. In tutti i casi la decisione se sottoporre ad analisi la sola popolazione di cavalli vincenti, oppure se estenderla anche a quelli con vincita pari a zero merita maggiore approfondimento, in quanto gli arrivi senza vincita sono un importante parametro di valutazione della prestazione complessiva, sia nella valutazione del cavallo che in quella dello stallone. I dati relativi all’analisi effettuata con il modello lineare misto  che teneva conto di più fattori di variabilità congiuntamente (sesso, tipo genetico, età e tipo di gara) e dell’effetto del cavallo e del cavaliere trattati come casuali  ha evidenziato che non ci sono differenze statisticamente significative tra i sessi e tra i tipi genetici entro gara (Tabella 14). Per quanto attiene alle differenze osservate relativamente alla tipologia di gara ed all’età (Tabella 14), queste potrebbero essere

60


state in parte influenzate, per quanto attiene al primo fattore, alla diversa dotazione monetaria fra le gare e, per quanto attiene al secondo fattore, alla riduzione del numero di cavalli in gara con l’aumentare dell’età, che comporta la suddivisione della dotazione con un numero decrescente di cavalli.

Tabella 14. Medie stimate della trasformazione logaritmica della vincita per gara per i fattori fissi del modello di analisi. Fattore sesso

Livello

media stimata

F

4.94

M

4.98

aa

4.91A

SI

4.84 A

aa

5.05 B

SI

5.03 B

4

4.68 A

5

5.10 B

6

5.09 B

Tipo genetico cavallo Attitudine

Precisione

Età

A,B,C

= lettere differenti sulla colonna indicano differenze statisticamente significative (p<0.01)

Per quanto attiene all’analisi delle componenti di varianza stimata del logaritmo delle vincite/gara è stato osservato che il fattore cavallo (0,13) pesa molto di più del fattore cavaliere o fantino (0,05) (Tabella 15). In particolare, questo è evidenziato anche dai rapporti fra le varianze nelle quali è possibile notare che della varianza fenotipica totale il 22%

61


è da attribuire al fattore cavallo e l’8% al cavaliere (Tabella 15), che comunque può essere considerato un valore importante.

Tabella 15. Significatività dei fattori inseriti nell’analisi. Parametro

Valore stimato

σ2c

0,13

σ2f

0,05

σ2e

0,42

rc

0,22

rf

0,08

62


8. Conclusioni. In conclusione, da questa analisi preliminare sulla popolazione equina della Sardegna impiegata nelle competizioni del circuito UNIRE di salto ostacoli svolte nell’Isola, nel periodo 2002-2008, si può affermare che: la gran parte dei cavalli appartiene a due soli tipi genetici l’Anglo Arabo ed il Sella Italiano; nel corso del periodo di riferimento il numero di cavalli esordienti appartenenti alla razza Anglo Araba ha mostrato un andamento decrescente; nella scelta degli stalloni gli allevatori hanno progressivamente ridotto l’utilizzo degli Anglo Arabi, per indirizzarsi verso razze straniere (per la produzione del Sella Italiano) ma modificando annualmente il tipo genetico; il tipo genetico delle fattrici è per la quasi totalità rappresentato dalla razza Anglo Araba; la valutazione delle performance degli stalloni, basata su quelle ottenute dai figli, evidenzia una classifica di merito diversa a seconda del parametro utilizzato (piazzamenti, vincite monetarie, giudizio, penalità e tipologia di gara); la valutazione delle performance dei due tipi genetici più importanti (Anglo Arabo e Sella Italiano), basata sulle vincite monetarie, evidenzia una prevalenza del Sella, anche se i risultati possono variare a seconda delle modalità di valutazione adottate (vincite

63


come tali o trasformate in logaritmo, tutti i cavalli in gara o soltanto quelli che guadagnano); il logaritmo delle vincite per gara sembrerebbe significativamente influenzato dal tipo di gara e dall’età del cavallo, ma non dal sesso e dal tipo genetico; nella varianza fenotipica totale del logaritmo delle vincite/gara il fattore cavallo ha un’incidenza nettamente maggiore di quella del cavaliere, che comunque non è trascurabile. Tenuto conto che i cavalli impiegati nella disciplina del salto ostacoli in Sardegna non sono stati sino ad oggi oggetto di studi specifici, si può dire che con questa analisi preliminare sono state individuate le complessità a cui si va incontro quando si vogliano valutare le performance sportive, ma allo stesso tempo i risultati ottenuti sono di grande aiuto per la prosecuzione degli studi.

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Ringraziamenti.

Desidero ringraziare mia madre che ha sempre sostenuto i miei studi universitari, credendo in me, e tutti gli amici cari che mi son sempre stati vicini.

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iskire.net


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