Il mercato del lavoro giovanile: differenze di genere e di territorio

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A.D. MDLXII

U NIVERSITÀ DEGLI S TUDI DI S ASSARI F ACOLTÀ

DI

E CONOMIA

___________________________

CORSO

DI

LAUREA

IN

E C O N OM I A & M A N A G E M E N T

IL MERCATO DEL LAVORO GIOVANILE: DIFFERENZE DI GENERE E DI TERRITORIO

Relatrice: PROF.SSA LUCIA POZZI

Tesi di Laurea di: ROBERTA D IANA

ANNO ACCADEMICO 2011/2012



Ai miei genitori

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Ringraziamenti Desidero innanzitutto ringraziare la mia relatrice, Lucia Pozzi, per la sua disponibilità e cortesia dimostratami, e per tutto il suo aiuto fornito durante la stesura della tesi. Un sentito ringraziamento a mia madre e mio padre, le mie perle di saggezza che mi hanno accompagnata moralmente ed economicamente in questo percorso, non facendomi mancare mai nulla. I primi e forse i soli a creder in me sempre e comunque. Grazie a loro ho sempre trovato la forza per affrontar ogni singola difficoltà. Un grazie anche alle mie sorelle Daniela e Marina e a mio fratello Alessandro per avermi sopportata, per essermi stati sempre vicini e per il sostegno che son stati in grado di darmi quando ne ho avuto più bisogno. Grazie anche ai miei cari più piccoli, Simone e Michele, per la loro spensieratezza e per non avermi fatto dimenticare quant’è bello giocare. Grazie alla mia nonna che ha sempre confidato in me e che mi ha reso ancor più determinata a concludere questo ciclo di tre anni. Un ringraziamento particolare ad Alessio per la sua pazienza e la sua costante presenza. Per avermi supportata e ascoltata nei momenti di sconforto, e per aver tollerato tutti gli sbalzi di umore. Ringrazio tutte le mie amiche che mi hanno seguito , chi da vicino e chi da lontano, nel mio corso di studi. Grazie ai miei compagni di studi, per essermi stati vicini sia nei momenti difficili e sia in quelli felici. Ringrazio infine, tutti coloro che mi hanno accompagnata in questo percorso, chi più e chi meno, in diversi momenti e in vari modi, mi hanno comunque aiutata e assistita.

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Indice Introduzione Premesse 1. Trovare lavoro 2. Proseguimento degli studi post-diploma e primo confronto col mercato del lavoro 3. Migliorare il proprio curriculum 4. Ingresso nel mercato del lavoro per i neolaureati 5. Prima esperienza lavorativa 6. Programmi e tempi di ingresso 7. Il fenomeno del sotto inquadramento 8. La condizione lavorativa dopo il primo impiego 8.1. Primo impiego ancora in corso 8.2. Cambiamento d’impiego 9. Osservazioni conclusive Bibliografia

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Introduzione Col termine Mercato del lavoro si intende l'insieme dei meccanismi che regolano le relazioni vigenti tra i posti di lavoro vacanti e le persone in cerca di occupazione. Capire appieno queste interazioni non è sempre semplice, soprattutto ora che la competitività internazionale sta avendo uno sviluppo esponenziale e che ci si sta indirizzando sempre più verso un mercato flessibile in risposta al problema della crescita limitata. L’Italia è uno dei paesi nei quale i giovani permangono più a lungo nel nucleo familiare d’origine. Ciò è causato dalla mancata indipendenza economica che nella maggioranza dei casi viene acquisita solo in età avanzata, di norma oltre i 30 anni. Il livello d’istruzione individuale è aumentato notevolmente negli ultimi decenni, ma questo presenta un risvolto negativo; difatti quanti più giovani conseguono lauree, master, dottorati tanto più questi, sempre più spesso, incontrano delle difficoltà a trovare un lavoro corrispondente alle loro aspirazioni ed adeguato alle competenze maturate. La mancata indipendenza economica impedisce ai giovani di emanciparsi e dedicarsi alla costituzione di un proprio nucleo familiare. Anche la forma universitaria 3+2, la cosiddetta “laurea breve”,creata con l’intento di aiutare i giovani, ha avuto l’effetto di allungare la loro permanenza nel mondo dell’Università.Le ragioni di questo ritardo nell’ingresso del mercato del lavoro sono molteplici e sono identificabili soprattutto in un’aumentata competitività e nell’assenza di una politica nazionale indirizzata a favore delle nuove generazioni. Inoltre il lavoro stesso presenta una serie di criticitàche non possono non essere tenute in considerazione, quali i ridotti salari all’ingresso, la particolarità del mercato di abitazione, la ridotta protezione sociale di cui godono i giovani italiani, la mancata soddisfazione personale dovuta al fatto che non sempre il lavoro trovato dai giovani rispecchia il percorso di studi effettuato, e infine la difficoltà a far carriera.

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Premesse Nel 2008, 77 giovani su 100, tra i 25 e i 34 anni lavoravano o cercavano lavoro; con un tasso di attività dell’87% al Nord contro uno del 63% nel Mezzogiorno. I giovani meridionali incontrano mediamente maggiori difficoltà di inserimento lavorativo rispetto a quelli del Nord. Infatti, secondo l’ISTAT, al Sud solo 53 su 100 hanno un lavoro, mentre nel Nord Italia ben 83 su 100: il tasso di disoccupazione al Sud è quasi quattro volte più alto che al Nord. Attraverso l’analisi di questi pochi dati ci rendiamo conto di quanto l’area geografica sia significativa, e quanto, nonostante il passare del tempo, la situazione di degrado del Sud non sia cambiata e continui ad ostacolare enormemente i giovani presenti in tale area del paese. Altra variabile da prendere in considerazione è la differenza di genere, infatti nonostante negli anni si sia cercato di equiparare i sessi, è un dato di fatto che la presenza femminile nel mercato del lavoro sia sempre più bassa rispetto a quella maschile: il tasso di attività è infatti dell’87% per i giovani uomini, contro il 67% delle giovani donne. Continuare gli studi presenta degli innegabili vantaggi. Infatti nel periodo successivo alla conclusione degli studi la differenza nei tassi di disoccupazione tra i laureati e i diplomati di scuola secondaria superiore è evidente (12,9% contro il 18,8%). Per i laureati di 30-34 anni la disoccupazione scende al 6,9%, mentre per i diplomati di 25-29 anni si attesta al 9,3%.

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1.Trovare lavoro Diverse sono le possibilità che si prospettano ai giovani dopo il conseguimento del diploma. Alcuni si dedicano al proseguimento degli studi, iscrivendosi all’università, altri si orientano verso il mercato del lavoro, altri ancora conciliano lo studio con il lavoro per aver sia un proprio reddito sia la possibilità di studiare. Il coinvolgimento delle giovani donne è maggiore rispetto a quello degli uomini nei programmi di studio-lavoro, mentre per i lavori retribuiti non emergono grosse differenze. Nella decisione di iscriversi all’università le motivazioni più importanti sono rappresentate dalla convinzione che un livello d’istruzione accademico possa garantire migliori opportunità lavorative, e dall’interesse per lo studio di una specifica disciplina. La quota dei giovani che hanno svolto qualche attività lavorativa cresce con l’aumentare dell’età, poiché con il prolungamento degli studi il lavoro diventa una necessità. Nel mezzogiorno la situazione è particolarmente critica sia per i giovani inseriti nel circuito formativo che per gli altri: il 9,2%dei giovani meridionali ha svolto attività lavorative durante il percorso scolastico e il 9,6%ha svolto programmi di studio-lavoro.

In istruzione CARATTERISTICHE Totale (migliaia)

Non più in istruzione

Di cui: con esperienze di lavoro Programmi Lavori di studioretribuiti lavoro

Totale

Di cui: con esperienze di lavoro Totale (migliaia)

Di cui: con esperienze di lavoro

Lavori retribuiti

Programmi di studio-lavoro

Totale (migliaia)

Lavori Programmi di retribuiti studio-lavoro

CLASSI DI ETA' 15-19 anni

2.559

3,3

11,8

415

4,7

15,8

2.974

3,5

12,3

20-24 anni

1.312

18,2

25,0

1.790

12,4

20,5

3.102

14,8

22,4

25-29 anni

584

35,7

30,0

2.961

16,8

20,1

3.545

19,9

21,7

30-34 anni

192

60,9

27,6

4.154

17,5

15,0

4.346

19,5

15,6

SESSO Maschi Femmine

2.224 2.423

13,6 14,3

15,5 21,1

4.843 4.477

16,7 14,7

15,6 20,0

7.067 6.900

15,7 14,6

15,6 20,4

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

1.773 915 1.959

17,8 16,6 9,3

25,5 19,4 11,6

4.124 1.700 3.496

20,4 17,9 9,2

25,1 18,7 8,5

5.897 2.615 5.455

19,6 17,5 9,2

25,2 18,9 9,6

CONSEGUITI Fino alla licenza media Diploma (a) Laurea (b)

2.514 1.723 410

4,6 23,2 32,8

11,4 24,0 38,6

3.322 4.604 1.394

7,1 18,2 28,2

4,7 21,7 35,7

5.836 6.327 1.804

6,0 19,5 29,2

7,6 22,3 36,4

Totale (c)

4.647

14,0

18,5

9.320

15,7

17,7

13.967

15,1

18,0

TITOLI DI STUDIO

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Fino alla CARATTERISTICHE

licenza media

Diploma

Laurea

Totale

CLASSI DI ETA' 15-19 anni 20-24 anni 25-29 anni 30-34 anni

73,1 36,0 32,3 34,1

26,9 59,5 49,4 47,3

4,5 18,3 18,6

100,0 100,0 100,0 100,0

SESSO Maschi Femmine

39,6 31,4

49,5 49,3

10,9 19,3

100,0 100,0

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

31,3 27,6 44,7

52,0 53,5 44,3

16,7 18,9 11,0

100,0 100,0 100,0

GRADO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI (a) Fino alla licenza media Diploma (b) Laurea (c)

46,6 16,0 8,4

45,9 61,1 34,8

7,5 22,9 56,8

100,0 100,0 100,0

Totale

35,6

49,5

14,9

100,0

CLASSI DI ETA' 15-19 anni 20-24 anni 25-29 anni 30-34 anni

9,1 19,4 28,8 42,7

2,4 23,1 31,8 42,7

5,8 38,8 55,4

4,5 19,2 31,8 44,5

SESSO Maschi Femmine

57,7 42,3

52,1 47,9

38,0 62,0

52,0 48,0

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

38,8 14,1 47,1

46,6 19,8 33,7

49,5 23,0 27,5

44,2 18,2 37,5

GRADO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI (a) Fino alla licenza media Diploma (b) Laurea (c)

86,0 12,5 1,5

61,0 34,4 4,6

32,9 42,5 24,6

65,7 27,8 6,5

Totale

100,0

100,0

100,0

100,0

Valori assoluti (migliaia)

3.322

4.604

1.394

9.320

(a) Titolo di studio più elevato tra quello del padre e della madre; (b) comprende tutti i titoli di istruzione secondaria superiore; (c) comprende tutti i titoli terziari.

Dal graficoè evidente quanto l’influenza della famiglia sia un fattore che incide fortemente sulle scelte dei giovani. I genitori istruiti trasmettono ai figli un patrimonio di conoscenze e una motivazione all’impegno scolastico che incoraggiano la prosecuzione negli studi. Sono i giovani con un background socio-culturale elevato ad avere una maggiore propensione a proseguire gli studi

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post-diploma, in altre parole coloro che possono maggiormente contare sull’appoggio familiare sia in termini motivazionali siaeconomici. Il titolo di studio dei genitori può condizionare sia la scelta dell’indirizzo scolastico dei figli sia le scelte di formazione successive alla conclusione degli studi secondari superiori, nonché la quota di risorse finanziarie da destinare alla loro istruzione. Ovviamente questo non è l’unico fattore che incide sulle scelte dei giovani, infatti determinanti sono anche i fattori economici, la propensione individuale allo studio e le possibilità lavorative.

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2.Proseguimento degli studi post-diploma e primo confronto col mercato del lavoro Seè vero che il 36% del totale dei giovani non si è mai iscritto all’università è anche vero che il 9,3% si è ritirato nei tre anni successivi. Il corso di laurea triennale è il tipo di corso universitario che raccoglie il maggior numero d’iscritti: l’85,8% contro l’11,4% dei corsi di laurea a ciclo unico. Le aree disciplinari che raccolgono le quote più consistenti sono quelle economico-statistiche, di ingegneria, politico-sociale e giuridica. Tuttavia sono molto frequenti i cambi di corso di studi. Uno studio statistico condotto dall’ISTAT nel 2007, ha rilevato che nel 51,1 % dei casi tale scelta è dovuta all’insoddisfazione verso i contenuti; nel 18% alla scarsa fiducia nelle prospettive professionali offerte enell’11,8% alla difficoltà negli studi. Un’altra possibilità a disposizione dei giovani è rappresentata dalla formazione professionale che vede coinvolti il 12,4% dei giovani. Dunque appare chiaro come attualmente la conclusione degli studi superiori rappresenti sempre più spesso solo una tappa intermedia del percorso formativo. Il primo lavoro post-diploma è solitamente di tipo occasionale o stagionale. A questo proposito si rileva una maggior frequenza nelle donne, con ben il 58,4%, mentre la percentuale degli uomini scende al47,9%;si rileva inoltre una frequenza superiore tra coloro che hanno frequentato un liceo (72,7%) rispetto a chi ha frequentato un istituto tecnico(44,5%); si riscontra infine un gradiente di tipo geografico tra meridione (57,2%) e settentrione (48,4%). Distinguendo i lavori part-time da quelli a termine notiamo che i primi sono scelti prevalentemente da studenti lavoratori e son più diffusi tra le donne con un 34,4% contro un 13,5% degli uomini. Mentre i secondi sono scelti soprattutto dagli uomini (63%), ma vengono accettati in larga misura per mancanza di altre opportunità, soprattutto tra coloro che hanno conseguito un diploma in un istituto tecnico e tra quanti hanno svolto i propri studi nelle isole. Anche per quanto riguarda la retribuzione troviamo differenza geografiche considerevoli: si passa, infatti, dai 1030 euro in media del Centro e del Sud, ai 1068 euro medi del Nord. Tra i canali utili per trovare lavoro, quello maggiormente efficace si rileva esser il contatto diretto con il datore di lavoro mentre l’aiuto dei familiari attraverso la partecipazione ad un’attività già avviata pesa per il 5,8%, e infine il 4,1% dei diplomati inizia autonomamente un’attività in proprio. Circa 1,5 milioni di giovani fino a trentaquattro anni, che inizialmente avevano abbandonato i processi d’istruzione, in seguito hanno tentato di proseguire gli studi. Possiamo stimare vi siano 794 mila giovani (ossia il 24,7% di quelli in possesso della licenza media) che hanno portato a termine la scuola secondaria superiore; 620 mila giovani (ossia il 13,5% di quelli con il diploma) che hanno interrotto il corso di laurea, e 43 mila che hanno abbandonato l’ulteriore percorso formativo intrapreso in seguito al conseguimento di un titolo di studio universitario. Sono soprattutto gli 10


uomini usciti dal sistema d’istruzione con la sola licenza media(39,6% contro il 31,4% delle donne) che presentano la maggior incidenza dei tentativi, in seguito interrotti, di proseguire gli studi (27% e 21,4% rispettivamente per uomini e donne). Nel Sud la quota dei giovani usciti dal sistema di istruzione con almeno il diploma di scuola secondaria superiore è notevolmente più bassa rispetto a Centro e Nord. Si passa infattidal 55,3% del Sudal 72,2% del Centro, fino al 68,7% del Nord. In quest’area dell’Italia, infatti, la quota dei giovani che, terminata la scuola media inferiore tentano di proseguire gli studi, è molto moderata. Il tentativo di innalzare il livello d’istruzione riguarda meno di un quinto dei giovani meridionali in possesso di una licenza media. Invece nel Centro-Nord, la spinta verso l’accrescimento dei livelli formativi trova terreno più fertile. Notiamo che, alla più bassa incidenza dei laureati (sul totale di quelli non più in istruzione) si associa, nel Mezzogiorno, la più contenuta quota di ragazzi che si iscrivono all’università manon concludono gli studi.

Licenza media CARATTERISTICHE

Totale (migliaia)

Interruzioni diploma %

Diploma

Laurea

Totale

Inter-

Totale

(migliaia)

ruzioni

(migliaia)

laurea %

Totale Inter-

Totale

Inter-

Ruzioni post-laurea %

(migliaia)

ruzioni %

SESSO Maschi

1.860

27,0

2.383

13,5

528

3,4

4.771

17,7

Femmine

1.363

21,4

2.198

13,5

863

2,8

4.424

13,9

1.253

28,5

2.136

13,1

690

2,8

4.079

16,1

443

33,7

901

17,4

318

4,4

1.662

19,2

1.527

18,9

1.545

12,0

383

2,3

3.455

14,0

2.727

22,0

2.766

9,3

454

2,8

5.947

14,6

400

42,0

1.560

19,0

585

3,4

2.545

19,1

Laurea (c)

48

42,4

207

30,9

340

2,8

595

15,8

Totale (d)

3.223

24,7

4.581

13,5

1.391

3,0

9.195

15,8

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno GRADO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI (a) Fino alla licenza media Diploma (b)

(a) Titolo di studio più elevato tra quello del padre e della madre. Al netto di 108 mila casi di mancata risposta proxy sul titolo di studio dei genitori dei giovani che non vivono in famiglia; (b) comprende tutti i titoli di istruzione secondaria superiore; (c) comprende tutti i titoli terziari; (d) al netto di 125 mila casi di informazione non disponibile sull'interruzione degli studi (Cfr. nota 4).

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3.Migliorare Migliorare il proprio curriculum L’opportunità di migliorare il proprio curriculum formativo si presenta più frequentemente negli ambienti familiari con livello ivello di istruzione più alto. alto Questo poichénon solo il livello d’istruzione d’ dei genitori influenza quello dei giovani, ma anche perché la quota dei giovani che ha iniziato e in seguito interrotto la scuola secondaria superiore è maggiore in quelle famiglie con almeno a un titolo di studio medio-alto. alto. Ovviamente la spinta familiare si presenta anche nel caso di prosecuzione prosec degli studi universitari, mentre la difficoltà negli studi rappresenta il principale motivo di contrasto alla prosecuzione degli stessi per i giovani già in possesso di una licenza licenza media. L’inizio di un’attività lavorativa appare come la successiva ragione che prevale soprattutto tra gli uomini.

Le difficoltà icoltà negli studi incidono in misura più evidente nel Mezzogiorno, mentre l’avvio di un lavoro come causa d’abbandono ha maggiore mag incidenza nel Centro-Nord. Discorso a parte meritano le donne, per le quali, in n entrambe le aree,l’abbandono degli studi è influenzatoin maniera significativa anche dagli impegni e dalle responsabilità familiari. fa Tale motivazione coinvolge circa il 10% delle donne, contro il 4% degli uomini. Tra i diplomati, invece, l’inizio di un’attività un’attività lavorativa rappresenta la più importante ragione che induce all’abbandono bbandono del corso di laurea. Anche Anche qui il mancato proseguimento degli studi legato a responsabilità tà familiari coinvolge maggiormente le donne diplomate diplomate rispetto agli uomini (con ( un 14% contro ontro il solo 6%) per i quali la difficoltà degli studi perdura come motivazione vazione rilevante. rilevante

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4.Ingresso nel mercato del lavoro per i neolaureati Nel 2004 hanno conseguito una laurea della durata di 4-6 anni oltre 165 mila persone, contro i 90 mila laureati dei corsi triennali. La presenza femminile è sempre più elevata rispetto agli uomini. Le differenze di genere si evidenziano non solo nelle scelte di studio, ma anche nel rendimento, infatti le giovani donne hanno ottenuto mediamente migliori risultati. Il percorso di studio dei laureati non si conclude con il conseguimento del titolo, ma il curriculum viene arricchito con successive attività di studio e formazione. Per i laureati triennali, l’iter formativo prosegue frequentemente nei corsi del biennio specialistico. Tra le attività di studio post laurea le più gettonate sono invecetirocini, stage, master, altri corsi di laurea, specializzazioni e dottorati di ricerca. Al momento della laurea svolgeva un’attività lavorativa il 30,2% dei laureati nei corsi di laurea a ciclo unico e oltre il 37% dei laureati in corsi triennali. I laureati nei corsi magistrali hanno, ad un anno dal conseguimento del titolo, un tasso d’occupazione pari al 56,9%, mentre per i laureati dei corsi triennali è del 52,2%. I livelli di occupazione più contenuti sono fondamentalmente dovuti ad una minore partecipazione al mercato del lavoro, dovuta a un predominante orientamento verso la prosecuzione degli studi nei corsi del biennio specialistico. Le regioni settentrionali sono quelle col più alto tasso d’occupazione, mentre il Mezzogiorno presenta alte quote di laureati che non lavorano. Tra i vari corsi, quelli delle professioni sanitarie sono i più favorevoli per l’inserimento professionale: a un anno dalla laurea ben il 92,3% è occupato. I laureati nei corsi di laurea a ciclo unico oltre a presentare un più elevato livello di occupazione, fanno registrare anche una disoccupazione più elevata. Ai laureati nei corsi triennali occorre mediamente più tempo per trovare un lavoro stabile dopo il conseguimento del titolo: quasi 15 mesi. Ciò è dovuto alla concorrenza, sul totale dei laureati triennali, di quanti hanno conseguito il titolo specialistico biennale. Dunque appare evidente come, per coloro che proseguono gli studi e conseguono una laurea specialistica, vi sia un più semplice inserimento nel mondo del lavoro.

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5.Prima esperienza lavorativa I giovani meridionali presentano un numero di assunzioni decisamente inferiore rispetto al resto del territorio, segnalando le condizioni di maggior disagio nell’inserimento occupazionale. Poco meno del 5,6% di questi giovani ha avuto esperienze lavorative dopo l’uscita dal sistema d’istruzione, percentuale che sale addirittura all’83% nel Centro-Nord. La probabilità di trovare lavoro, e la stabilità che ne dovrebbe conseguire, aumentano all’aumentare del livello di formazione conseguito. La posizione dei giovani con un basso livello d’istruzione è generalmente debole. Oltre due milioni di giovani, terminati gli studi, non hanno avuto nessuna esperienza lavorativa di durata superiore ai tre mesi. Si tratta di una popolazione che presenta le stesse caratteristiche dei giovani che non lavorano e non frequentano alcun corso universitario. Il 60% di questo gruppo è rappresentato da donne, che, insieme ai giovani del Mezzogiorno, trovano i maggiori ostacoli all’inserimento nel mercato del lavoro. Nel mezzogiorno un giovane su due non ha alcuna esperienza lavorativa professionale maturata dopo il percorso formativo (55,7% delle donne contro il 33,7%degli uomini). Circa la metà dei giovani meridionali senza esperienza si è impegnata nella ricerca attiva di un impiego una volta terminati gli studi. Ma, anche quando si è alla ricerca di lavoro, il basso numero di richieste di personale, la mancanza di compatibilitàtra domanda e offerta di lavoro e l’attesa di un lavoro adeguato al livello formativo acquisito sono fenomeni che contribuiscono a spiegare il basso numero di assunzioni.

CARATTERISTICHE

Con esperienza significativa (a) Attuale condizione Occupati Totale (a) Disoccupati Inattivi

Senza esperienza significativa Attuale condizione Occupati Totale (b) Disoccupati Inattivi

Totale

SESSO Maschi Femmine

79,8 65,5

73,9 54,7

3,6 3,5

2,3 7,3

20,2 34,5

2,9 2,8

6,1 6,9

11,2 24,8

100,0 100,0

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

84,4 80,6 55,6

77,2 72,2 46,3

3,4 3,9 3,5

3,8 4,5 5,8

15,6 19,4 44,4

2,8 2,7 3,0

3,8 6,0 10,0

9,0 10,7 31,4

100,0 100,0 100,0

TITOLI DI STUDIO Fino alla licenza media Diploma (c) Laurea (d)

64,3 77,8 76,8

54,4 69,7 71,9

4,2 3,5 2,2

5,7 4,6 2,7

35,7 22,2 23,2

2,5 2,7 4,3

6,5 6,5 6,8

26,7 13,0 12,1

100,0 100,0 100,0

Totale

72,9

64,7

3,5

4,7

27,1

2,9

6,5

17,7

100,0

SESSO Maschi Femmine

56,8 43,2

59,4 40,6

52,7 47,3

24,9 75,1

38,7 61,3

52,1 47,9

48,8 51,2

32,9 67,1

51,9 48,1

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RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

51,3 20,0 28,7

52,9 20,2 26,9

42,7 20,2 37,1

36,0 17,1 46,9

25,6 13,0 61,4

43,4 16,9 39,7

25,7 16,8 57,5

22,6 11,0 66,4

44,3 18,1 37,6

TITOLI DI STUDIO CONSEGUITI Fino alla licenza media Diploma (c) Laurea (d)

30,9 53,2 15,9

29,5 53,8 16,7

41,6 48,9 9,5

42,0 49,4 8,6

46,1 40,9 13,0

30,2 46,9 22,9

34,8 49,5 15,7

52,8 36,8 10,4

35,0 49,9 15,1

Totale

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

Valori assoluti (migliaia)

6.713

5.954

325

434

2.494

263

601

1.630

9.207

(a) Oltre tre mesi consecutivi di lavoro; (b) da non pi첫 di tre mesi; (c) comprende tutti i titoli di istruzione secondaria superiore; s (d) comprende tutti i titoli terziari.

Il 48,9% dei laureati tra il secondo trimestre 2007 e il secondo trimestre 2009 non ha avuto avut alcuna esperienza lavorativa. La quota scende al 24,9% per i laureati del biennio 2005-2007 2005 e al 14,2% per quelli del biennio precedente.

15


6.Programmi e tempi di ingresso I giovani, come abbiamo ben visto, trovano grosse difficoltà d’inserimento nel mercato del lavoro. Ciò è dovuto alla scarsità dei canali d’informazione e all’inefficienza del sistema pubblico di intermediazione. La maggior parte dei primi contatti col mondo del lavoro avviene grazie a conoscenze dirette. Infatti sono circa il 55% i giovani che trovano lavoro affidandosi a segnalazioni di parenti e amici, senza particolari differenze di genere. Altri canali, come la richiesta diretta ad un datore di lavoro, le inserzioni sulla stampa e l’utilizzo del web sono invece sfruttati da un quarto dei giovani che hanno già ultimato il loro processo formativo. Infine, la percentuale di assunzioni favorita dall’intermediazione dei Centri per l’impiegoe dalle Agenzie per il lavoro appare limitata, difatti interessa poco meno del 5% dei giovani. Amici,

Richieste

Inserzioni

Avvio

parenti,

stampa, utilizzo web

attività

conoscenti

dirette a datore lavoro

Precedenti Segnalazioni esperienze (a) scuole,

Autonoma

università

Maschi

56,9

15,5

5,7

7,7

3,9

3,0

3,0

1,2

3,0

100,0

Femmine

53,2

17,9

8,3

3,9

4,0

4,8

3,2

1,9

2,9

100,0

Nord

52,2

17,5

7,1

4,7

4,7

5,0

4,2

1,7

2,8

100,0

Centro

59,0

14,0

7,2

4,8

3,5

3,7

2,7

1,5

3,5

100,0

Mezzogiorno

58,2

16,6

6,1

9,4

3,0

1,6

1,3

1,0

2,8

100,0

CONSEGUITI Fino alla licenza media

67,5

15,5

2,6

5,8

2,1

0,9

2,4

1,6

1,5

100,0

Diploma (b)

55,3

16,5

7,4

5,3

3,8

3,9

3,2

1,6

3,0

100,0

Laurea (c)

31,5

18,6

13,1

9,4

8,2

8,7

3,9

1,0

5,6

100,0

Totale

55,3

16,6

6,8

6,1

4,0

3,8

3,1

1,5

2,9

100,0

CARATTERISTICHE

Agenzie per il

Centri

Altri

Totale

per canali

lavoro l'impiego

SESSO

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

TITOLI DI STUDIO

Per quanto riguarda i tempi d’ingresso, circa il 29% dei 15-34enni sperimentano la prima esperienza lavorativa nell’arco di un anno dall’uscita dal sistema d’istruzione.

16


CARATTERISTICHE

SESSO Maschi

Inizio lavoro Prima Dopo conclusione studi conclusione Entro 3 mesi Tra 4 e 12 mesi studi

Totale Totale

Totale 15-34 anni non più in istruzione (migliaia)

9,9 9,8

8,9 7,7

12,1 10,3

21,0 18,0

30,9 27,8

4.596 4.224

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

12,5 12,1 5,7

12,3 9,3 3,1

13,9 13,5 7,0

26,2 22,8 10,1

38,7 34,9 15,8

3.923 1.584 3.313

TITOLI DI STUDIO CONSEGUITI Fino alla licenza media Diploma (a) Laurea (b)

4,5 11,7 16,9

5,5 9,2 12,1

7,4 12,6 16,3

12,9 21,8 28,4

17,4 33,5 45,3

3.165 4.403 1.252

COORTI DI USCITA DAGLI STUDI II trim. 2006-II trim. 2008 II trim. 2004-II trim. 2006 II trim. 2002-II trim. 2004 II trim. 2000-II trim. 2002

16,2 15,0 13,0 10,9

12,0 9,7 9,2 9,9

18,0 12,3 12,4 11,6

30,0 22,0 21,6 21,5

46,2 37,0 34,6 32,4

1.053 1.033 1.008 1.006

9,9

8,3

11,2

19,5

29,4

8.820

Femmine

Totale (c) (a)

Comprende tutti i titoli di istruzione secondaria superiore; (b) comprende tutti i titoli terziari; (c) escluse 387 mila unità uscite dal sistema formativo tra il secondo trimestre 2008 ed il secondo trimestre 2009.

Per un giovane su dieci, il primo lavoro di durata superiore ai tre mesi comincia prima dell’uscita dal sistema educativo. Sotto il profilo di genere, le quote degli ingressi al termine del percorso formativo non differiscono in misura particolare, se non per i giovani in possesso di un basso titolo di studio. Sotto il profilo di territorio invece, la quota dei giovani meridionali che entrano nel mondo del lavoroaun anno dalla conclusione degli studiè inferiore (15,8%) a quella tipica di Nord e Centro (rispettivamente 38,7% e 34,9%). Quando in possesso di strumenti culturali e professionali adeguati, e in grado di reagire nel miglior modo possibile ai mutamenti del mercato del lavoro, circa il 45% dei laureati trova un impiego di durata superiore ai tre mesi entro un anno dalla laurea. L’incidenza si riduce poi a poco meno del 34% per i diplomati, per arrivare al solo 17% dei giovani con licenza media.

17


7.Il fenomeno del sottoinquadramento Il conseguimento del titolo universitario, come anche di quello secondario superiore, dovrebbe,teoricamente, consentire un più facile accesso alle professioni a media e alta specializzazione. Nella realtà ritroviamo una mancata corrispondenza tra il titolo di studio conseguito e la professione svolta, che segnala la presenza di fenomeni di sottoinquadramento e sottoutilizzo del capitale umano disponibile. Secondo le indagini ISTAT, nel secondo trimestre del 2009 circa 2,2 milioni di giovani laureati e diplomati fino a 34 anni, non più in istruzione (ossia il 47,1% del totale), possedeva un titolo superiore a quello mediamente richiesto per svolgere una determinata professione. Nelle regioni centrali e meridionali l’incidenza del sottoinquadramento è più elevata per le donne laureate rispetto agli uomini. Nel caso dei diplomati, il fenomeno coinvolge in maniera più estesa la componente maschile, avvicinandosi al 57%. L’inadeguatezza del primo lavoro rispetto al livello di istruzione conseguito è diffusa su tutto il territorio nazionale e coinvolge sia la tipologia del lavoro dipendente a tempo indeterminato sia quella atipica. Il fenomeno del sottoinquadramento si verifica a prescindere dal background familiare di provenienza; ciò evidenzia la precarietà occupazionalein cui versano i giovani. Valori assoluti (migliaia) Laurea Diploma Totale (a) (b)

Composizioni percentuali Laurea Diploma Totale (a) (b)

Incidenze percentuali Laurea Diploma Totale (a) (b)

SESSO Maschi Femmine

196 328

994 660

1.190 988

37,4 62,6

60,1 39,9

54,6 45,4

46,4 50,9

50,3 41,7

49,6 44,3

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

297 129 98

770 406 478

1.067 535 576

56,7 24,6 18,7

46,6 24,5 28,9

49,0 24,6 26,4

51,3 51,8 40,8

40,8 54,0 51,2

43,3 53,4 49,1

TIPOLOGIE LAVORATIVE Autonomi Dipendenti a tempo indeterminato Atipici (c)

29

128

157

5,5

7,8

7,2

17,6

33,1

28,5

289 205

952 565

1.241 770

55,3 39,2

57,9 34,3

57,3 35,5

57,0 52,1

46,2 50,9

48,3 51,2

GRADO DI ISTRUZIONE DEI GENITORI (d) Fino alla licenza media Diploma (b) Laurea (a)

175 223 121

1.010 552 70

1.185 775 191

33,7 43,0 23,3

61,9 33,8 4,3

55,1 36,0 8,9

49,2 49,5 48,1

47,2 44,6 46,0

47,5 45,9 47,3

Totale

524

1.654

2.178

100,0

100,0

100,0

49,2

46,5

47,1

(a) Comprende tutti i titoli terziari; (b) comprende tutti i titoli di istruzione secondaria superiore;(c) dipendenti a tempo determinato e collaboratori. Al netto di 11mila casi di mancata risposta (d) titolo di studio più alto tra quello del padre e della madre Al netto di 27 mila casi di mancata risposta.

18


8. La condizione lavorativa dopo il primo impiego 8.1 Primo impiego ancora in corso Tra i giovani che hanno dichiarato un’esperienza di lavoro significativa, il 57% continua a lavorare con lo stesso datore di lavoro col quale ha iniziato. Nel secondo trimestre del 2009 il numero dei giovani con la prima esperienza lavorativa ancora in corso era più elevato al Nord e coinvolgeva molto più ampliamente i diplomati. Per la maggior parte delle persone si tratta di occupazioni alle dipendenze e a tempo indeterminato. Autonomi CARATTERISTICHE

Dipendenti a tempo indeterminato

Atipici (a)

%

Totale (migliaia)

SESSO Maschi Femmine

22,2 11,3

63,2 66,3

14,6 22,4

100,0 100,0

2.272 1.545

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Nord Centro Mezzogiorno

15,3 17,5 21,7

68,2 63,3 59,4

16,5 19,2 18,9

100,0 100,0 100,0

1.840 751 1.226

TITOLI DI STUDIO CONSEGUITI Fino alla licenza media Diploma (b) Laurea (c)

20,0 15,6 20,5

68,0 66,6 53,3

12,0 17,8 26,2

100,0 100,0 100,0

1.066 2.038 713

Totale

17,8

64,4

17,8

100,0

3.817

(a) Dipendenti a tempo determinato e collaboratori; (b) Comprende tutti i titoli di istruzione secondaria superiore; (c) comprende tutti i titoli di istruzione terziaria.

8.2 Cambiamento d’impiego Al contrario troviamo invece giovani che hanno denunciato una prima esperienza lavorativa di lavoro di oltre tre mesi consecutivi, ma che nel secondo semestre del 2009 si trovavano in un diverso contesto lavorativo (42,7%). Ovviamente, gli esiti dei percorsi verso il lavoro a tempo indeterminato sono influenzati da variabili di contesto, come ad esempio l’area di appartenenza. Infatti, come sempre, vi è un’evidente differenza tra Nord e Sud. Al Settentrione la percentuale dei giovani entrati nel mercato del lavoro con un impiego temporaneo e in seguito passata ad un’occupazione a tempo indeterminato è addirittura doppia rispetto a quelli del Mezzogiorno. Al contempo, nelle regioni settentrionali l’area della disoccupazione e dell’inattività assorbe il 20% dei giovani inizialmente inseriti in un lavoro atipico. La stessa incidenza sale al 48% nelle regioni meridionali. 19


Il passaggio ad una collocazione lavorativa a carattere permanente cresce all’ampliarsi della distanza con il periodo di rilevazione. Circa il 13% dei giovani partiti con un contratto atipico tra il secondo trimestre 2007 e il secondo trimestre 2009 ha dichiarato di occupare un posto di dipendente a tempo indeterminato.

TIPOLOGIA LAVORATIVA AL PRIMO IMPIEGO

Autonomi

Dipendenti a tempo indeterminato

Condizione attuale Atipici Disoccupati (a)

Inattivi

Totale

MASCHI Autonomi Dipendenti a tempo indeterminato Atipici (a)

36,8 18,5 9,7

34,6 57,7 51,2

6,4 9,2 17,8

10,5 8,1 14,3

11,7 6,5 7,0

100,0 100,0 100,0

85 730 709

Totale

15,5

53,4

13,0

11,1

7,0

100,0

1.524

FEMMINE Autonomi Dipendenti a tempo indeterminato Atipici (a) Totale

17,8 6,8 4,9

39,2 45,5 41,7

9,4 10,5 19,4

7,8 10,6 12,5

25,8 26,6 21,5

100,0 100,0 100,0

53 644 648

6,3

43,4

14,8

11,4

24,1

100,0

1.345

TOTALE Autonomi Dipendenti a tempo indeterminato Atipici (a)

29,6 13,0 7,4

36,3 52,0 46,6

7,6 9,8 18,6

9,4 9,3 13,5

17,1 15,9 13,9

100,0 100,0 100,0

138 1.374 1.357

Totale

11,2

48,6

13,9

11,3

15,0

100,0

2.869

(a) Dipendenti a tempo determinato e collaboratori.

Nella tavolasovrastante si denota, come abbiamo detto, la differenza dei vari tipi di impieghi, della disoccupazione, e dell’inattività tra uomo e donna, riscontrando come, in tutti gli ambiti, la situazione dell’uomo sia più favorevole.

20


In quest’ultima figura invece notiamo noti come, tra il secondo trimestre 2007 il secondo trimestre 2009, l’inoccupazione sia arrivata a toccare toccar la soglia del 64%. Per almeno la metà dei giovani entrati nel mercato del lavoro, con un contratto a termine o una collaborazione, occorrono in media cinque anni affinché si presenti la possibilità bilità di passare da una prima occupazione temporanea ad una stabile.

21


9.Osservazioni conclusive L’analisi dei dati disponibili ci ha consentito di mettere in evidenza come siano sempre più numerosi i giovani che decidono di arricchire le proprie conoscenze con un’esperienza universitaria. Le possibilità di trovare un impiego al termine del percorso formativo sono condizionate, oltre dalle capacità e competenze professionali acquisite da ciascun laureato, da tre caratteristiche principali: la tipologia di laurea, le possibilità offerte dall’Ateneo e la realtà del Paese. Si osserva in particolare un forte gradiente geografico tra il Nord, dove risulta più elevata la possibilità di trovare un’occupazione continuativa e il Centro-Sud, dove, invece, si riscontrano non poche difficoltà d’inserimento professionale. Le caratteristiche principali dell’occupazione sono: tipo di lavoro e posizione nella professione, l’utilità delle conoscenze acquisite, e la soddisfazione. Per quanto riguarda il tipo di lavoro si è evidenziata la situazione di vantaggio di cui godono i laureati rispetto alle laureate. Infatti, l’analisi di genere sottolinea le maggiori difficoltà delle donne nel trovare lavoro a tempo indeterminato o autonomo. Il reddito percepito è legato alla posizione professionale raggiunta dal laureato. A circa tre anni dal conseguimento del titolo si stima che il guadagno sia, in media, di 1356 euro al mese, per un lavoro continuativo a tempo pieno. A livello generale si riscontra una situazione più favorevole per i laureati, che guadagnano in media 1455 euro contro i 1269 euro delle colleghe di sesso opposto. Per quanto concerne invece l’utilità delle conoscenze acquisite, ritroviamo il fenomeno del sottoinquadramento, che rileva l’insoddisfazione di molti giovani verso il lavoro svolto in rapporto al proprio livello d’istruzione. Per coloro in possesso di un’occupazione già prima di laurearsi, il conseguimento di un titolo universitario non sempre determina il miglioramento della propria situazione lavorativa. Ancora, risulta esserci un generale senso di scontento per quanto concerne l’autonomia lavorativa e le mansioni svolte. Ma gli aspetti meno soddisfacenti in assolutorimangono, senza dubbio alcuno, la retribuzione inadeguata e le scarse possibilità di carriera. Lo scontento delle donne si manifesta, tra le occupate, in una più frequente ricerca di nuove e più gratificanti opportunità lavorative. A livello territoriale, la ricerca di un nuovo lavoro è un fenomeno che si presenta maggiormente tra gli occupati residenti nelle regioni centrali e meridionali piuttosto che in quelle settentrionali. Nella transizione scuola-lavoro la difficoltà più evidente che un ragazzo incontra è legata al generale senso d’inadeguatezza e impreparazione rispetto al mondo del lavoro. Per le ragazze, il passaggio scuola-lavoro risulta esser più difficoltoso.

22


Per quanto riguarda il solo titolo di studio, si osservano maggiori ostacoli per chi ha un titolo universitario, poiché ad esso si accompagnano maggiori aspettative lavorative. Tra le altre difficoltà incontrate dai giovani nella ricerca del lavoro un ruolo considerevole è giocatodalla mancanza di esperienze lavorative pregresse. Infine, il tema della partecipazione della donna al mercato del lavoro va valutato in relazione ad alcune variabili di contesto legate al suo doppio incarico nell’ambito familiare e professionale. Proprio per questo il suo inserimento nell’ambito lavorativo è più difficoltoso.

23


Bibliografia • •

Rapporto sulla popolazione- L’Italia all’inizio del XXI secolo (il Mulino) Siti internet: -www.istat.it -http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/4A7D3C52-E41C-487E-BDFBB0BD144E36E5/0/069_Pluspartecipationlabour_Cap4.pdf

24


iskire.net


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