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n. 056 - Venerdì 18 Marzo 2016
Maleodoranze a Stagno e area nord di Livorno: il punto della situazione I sopralluoghi effettuati nel 2015 confermano che le sorgenti causa di alcuni episodi segnalati possono essere identificate all’interno di alcune attività industriali dell'area nord tra cui la raffineria ENI. Illustrate dalla soc. ENI ad ISPRA ed ARPAT le attività di adeguamento impiantistico previste dalla Raffineria. Dalla zona nord della città di Livorno ed in particolare dalla località di Stagno pervengono, già da molti anni, numerose segnalazioni di maleodoranze da parte dei cittadini residenti. Il Dipartimento ARPAT di Livorno, a partire dal 2014, ha intensificato le attività di controllo su questo specifico tema anche per i numerosi esposti dei cittadini come evidenziato di seguito. Esposti dei cittadini vasca di decantazione finale L'area a nord della città di Livorno si conferma quale zona critica per il problema delle maleodoranze. In quest'area sono presenti numerose attività industriali-artigianali ed impianti di trattamento, stoccaggio e smaltimento rifiuti ed attività portuali con movimentazioni di merci in modo particolare del settore petrolchimico. Le segnalazioni per emissioni da attività produttive, maleodoranze e polveri pervenute nel triennio 2013-2015 da cittadini residenti nella Circoscrizione 1 del Comune di Livorno e nell'abitato di Stagno (Comune di Collesalvetti), sono state pressoché costanti nel biennio 2013-2014 mentre nell'ultimo anno si è registrato un significativo incremento di quelle provenienti dall'abitato di Stagno, concentrate in particolare nel mese di dicembre 2014 e gennaio 2015, ma anche nell'estate 2015. Zona di provenienza esposti per maleodoranze
2013 2014 2015
Circoscrizione 1 - Comune di Livorno
36
37
34
Stagno - Comune di Collesalvetti
6
7
23
totale
42
44
57
I sopralluoghi effettuati nel 2015 a seguito delle segnalazioni per maleodoranze confermano che le sorgenti causa di alcuni episodi segnalati possono essere identificate all’interno di alcune attività industriali dell'area nord tra cui la raffineria ENI. In particolare attraverso il metodo adottato dal Dipartimento di Livorno per l'individuazione delle sorgenti o delle aree con alta probabilità emissiva di composti
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odorigeni si è potuto determinare la causa delle lamentele segnalate tra la fine di dicembre 2014 ed i primi giorni di gennaio del 2015, attribuibile ad alcune sorgenti a quota bassa che emettono composti maleodoranti, tra cui il depuratore delle acque reflue TAE dello stabilimento ENI gestito dalla società. Il modello di calcolo vettoriale adottato fornisce risultati tanto più attendibili quanto più i cittadini sono precisi nella segnalazione ad ARPAT dell'ora dell'evento, della propria posizione e dell'ora in cui ha avuto inizio la percezione della maleodoranza. Altre attività di approfondimento sono state inserite, nella programmazione dell'attività 2016 del Dipartimento, in uno specifico piano mirato per la prevenzione delle maleodoranze che interesserà un campione di aziende costituito da attività con Autorizzazione Integrata Ambientale, Autorizzazione Unica Ambientale nonché settoriale ed altre individuate puntualmente sulla base degli esposti. Il punto sulle attività inerenti la Raffineria ENI di Livorno Come descritto nel precedente ARPATnews, in seguito agli approfondimenti svolti da ARPAT in relazione a numerosi eventi di maleodoranza segnalati dai cittadini di Stagno, il Ministero dell'Ambiente (MATTM) nel marzo del 2015 ha prescritto alla raffineria ENI di realizzare misure complementari di contenimento degli odori, fornendo anche il relativo cronoprogramma. La soc. ENI ha illustrato le attività di adeguamento previste in un confronto tecnico con ISPRA e ARPAT, avvenuto nella giornata del 12 gennaio 2016, presso gli uffici della Raffineria. Lo stato di avanzamento delle modifiche impiantistiche e delle azioni prescritte sarà verificato periodicamente da ARPAT ed ISPRA per conto del Ministero dell'Ambiente. Nel seguito il punto della situazione per ognuna delle attività previste. Adeguamenti dell'impianto di trattamento reflui della raffineria.
(immagine 1 - Planimetria dell'impianto TAE con individuate le vasche interessate da attività di adeguamento)
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Per quanto riguarda specificatamente questo impianto, posizionato nei pressi del confine Nord della Raffineria e quindi molto vicino all'abitato di Stagno, sono state previste le seguenti azioni: 1. Vasche del trattamento biologico Per tali vasche era stata richiesta la sostituzione dell'attuale sistema di areazione a turbine superficiali con altro sistema in grado di garantire efficacemente l'ossidazione dei reflui senza la formazione di aerosol fino a valutarne la eventuale copertura. In una prima fase la Società ha proposto la sostituzione del sistema attuale con areatori sommersi tipo “flow-jet”, ma, dopo sollecitazione da parte di ARPAT per l'adozione di tecnologie più innovative, la società ha identificato nel sistema di areazione mediante diffusori a membrana, di forma circolare a bolle fini da posizionarsi sul fondo della vasca per tutta la sua superficie, quello più idoneo.
(immagine 2 - Vasche trattamento biologico di Raffineria con areatori superficiali) Tale soluzione tecnica è il frutto di studi sull'ottimizzazione dei processi depurativi in quanto risultano massimizzate la modalità e le tempistiche di contatto aria/acqua. In particolare i diffusori a bolle fini offrono un'elevata resa di trasferimento dell'agente ossidante (ossigeno dell'aria insufflata) garantendo alta efficienza nella fase di ossidazione del refluo senza la formazione di aerosol e consentendo un notevole risparmio energetico. La geometria del sistema permette inoltre di coprire l'intera superficie della vasca minimizzando le aree “morte”. L'installazione di tali sistemi è prevista entro il 31 dicembre 2016 e potrà essere realizzata senza lo svuotamento delle vasche, minimizzando pertanto l'impatto sulla funzionalità dell'impianto di trattamento reflui della raffineria.
(immagine 3 - Esempio di Sistema di areazione mediante diffusori a membrana) Per le medesime vasche era stata inoltre richiesta l'effettuazione, entro il 30/09/2015, di uno studio di fattibilità per la loro eventuale copertura. La Società, in risposta a tale prescrizione, e alla luce delle modifiche progettuali introdotte, sta provvedendo a una nuova modellazione dell'impatto odorigeno, che sarà effettuato
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per la condizione attuale e per la configurazione futura con diffusori a membrana per stabilire definitivamente se affidarsi, oltre che alle soluzioni indicate, integrate come ovvio da sistemi di controllo in continuo dei parametri di processo relazionabili alle emissioni odorigene (pH,potenziale redox,contenuto di ossigeno disciolto) anche alla copertura delle vasche di areazione con relativo sistema di aspirazione ed abbattimento dei vapori. 2. Vasca di decantazione finale Per tale vasca era stato richiesto il ripristino della funzionalità del secondo agitatore, negli ultimi tempi fuori servizio. Tale attività è stata completata entro il termine previsto (31/12/15, si veda foto iniziale). ENI si è impegnata ad abbassare il livello degli agitatori superficiali per evitare la formazione di aerosol e favorire il solo movimento dei liquami e la loro omogenizzazione. 3. Vasche di arrivo reflui e Vasche di arrivo fanghi Su tutte queste vasche è stata chiesta l'installazione di un sistema di abbattimento delle emissioni odorigene mediante realizzazione, sull'intera superficie, di una barriera fisica di acqua nebulizzata e prodotto neutralizzante. La Società ha dichiarato che il sistema è entrato in funzione a gennaio 2016.
(immagine 4 - Vasca di arrivo reflui) 4. Serbatoi a tetto galleggiante dell'impianto TAE L'atto del MATTM prevedeva che la Società effettuasse, entro il 30/09/2015, la caratterizzazione emissiva di sostanze odorigene dei serbatoi a tetto galleggiante dell’impianto TAE in cui sono stoccate le acque reflue in ingresso all’impianto medesimo, al fine di verificare la sussistenza di una criticità specifica. La Società ha provveduto entro la scadenza prefissata a presentare gli esiti di uno studio di modellistica che ha evidenziato un impatto trascurabile. Gli Enti di controllo hanno preso atto degli esiti dello stesso. Non sono pertanto previste azioni di miglioramento su questi serbatoi. Ulteriori attività prescritte: campagne di monitoraggio degli odori Il Ministero aveva inoltre richiesto la realizzazione di due nuove campagne di misura e caratterizzazione degli odori, una nel periodo estivo e l'altra nel periodo invernale. Tale argomento sarà trattato in una prossima Arpatnews. Testo a cura di Donato Antonio Spinazzola, Francesca Andreis, Luca Bogi, Francesca Chiostri
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Per ulteriori approfondimenti sul tema: ■ Il punto sulle maleodoranze a Stagno (Collesalvetti - LI) ■ Esiti approfondimento emissioni convogliate dello stabilimento ENI di Collesalvetti (LI) ■ L'attività di controllo di ARPAT per le maleodoranze segnalate a Stagno (Collesalvetti, LI) nel dicebre 2014 e gennaio 2015 ■ Dipartimento ARPAT di Livorno: gli esposti del 2014
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