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I BACINI ( La storia) Origine e datazione dei bacini I numerosi bacini attualmente conservati presso il Museo di San Matteo facevano parte originariamente della decorazione esterna di una serie di chiese medievali urbane e del territorio Da esse sono stati rimossi per ragioni conservative ad opera della Soprintendenza ai Beni A A A S di Pisa tra gli anni Settanta e Ottanta e nella maggior parte dei casi sostituiti con copie Tali recipienti ornavano le parti alte delle murature in pietra o in laterizio ed erano solitamente inseriti in stretta connessione con i coronamenti ad archetti In alcuni edifici però in particolare in quelli in laterizio essi erano distribuiti sulle pareti senza precisi rapporti con gli elementi architettonici L impiego di ceramiche riccamente ornate e a vari colori sulle murature aveva senza dubbio lo scopo di creare particolari effetti cromatici ma non era questa la funzione primaria per la quale tali oggetti erano stati fabbricati Almeno fino ad una certa epoca infatti per la decorazione delle chiese pisane furono utilizzati manufatti con rivestimenti vetrificati di uso domestico creati per la mensa o in genere per la casa Recenti ritrovamenti archeologici testimoniano tra l altro che tali oggetti erano comunemente in uso anche a Pisa Si trattava per lo più comunque di ceramiche islamiche e pertanto in qualche modo "esotiche" che i mercanti pisani o islamici avevano acquistato nei più importanti mercati del Mediterraneo Tuttavia non vi furono probabilmente solo ragioni di ordine estetico che portarono a un simile impiego di tali ceramiche; non è da sottovalutare ad esempio il fatto che esse costituissero materiali già pronti per essere utilizzati oltre che resistenti agli agenti atmosferici e che per la loro collocazione non fossero necessarie maestranze specializzate A partire da un determinata epoca inoltre in concomitanza con l inizio della produzione a Pisa di ceramiche con rivestimenti vetrificati accanto a recipienti di importazione furono impiegati anche bacini fabbricati localmente e quindi più facilmente disponibili Non è escluso che tale disponibilità abbia consentito di operare delle scelte mirate per schemi decorativi prefissati Gli edifici decorati con bacini Nonostante questo tipo di ornamentazione architettonica si ritrovi anche in edifici medievali di altri luoghi della Toscana e di altre regioni italiane e straniere (ad esempio sono decorate con bacini quelle chiese della Sardegna e della Corsica che presentano caratteri architettonici di ascendenza pisana) Pisa è senza dubbio il centro in cui sono conservati il maggior numero di edifici così decorati e di bacini Le strutture della città e dell attuale territorio comunale su cui sono ancora visibili le cavità destinate ad ospitare i bacini sono 26 e coprono un arco cronologico che va dall ultimo quarto del X agli inizi del XV secolo; gli esemplari rimasti invece sono 631 Ad essi vanno aggiunti tuttavia altri 37 esemplari ora dispersi ma documentati da vecchie foto e da disegni per cui il numero complessivo dei bacini identificabili sale così a 668 Tale numero rappresenta circa un terzo dei bacini originariamente presenti nei 26 edifici I luoghi di produzione dei bacini Per quanto riguarda le aree di provenienza delle ceramiche esse variano a seconda dei periodi La maggior parte dei bacini databili tra l ultimo quarto del X e gli inizi del XIII secolo proviene da paesi islamici del Mediterraneo occidentale mentre tra quelli prodotti tra la prima metà del XIII e il primo quarto del XIV secolo prevalgono gli esemplari fabbricati in Liguria e a Pisa I luoghi di produzione dei bacini: ultimo quarto del X - fine dell XI secolo Gli edifici più antichi con questo tipo di decorazione sono tre e risalgono all ultimo quarto del X - primo quarto dell XI secolo: San ZenoSan Piero a Grado e San Matteo Dei 73 bacini conservati pertinenti a tali chiese tutti di produzione islamica 8 (= 11%) sono egiziani mentre i rimanenti 65 (=89%) provengono da due grandi aree: Sicilia occidentale - Tunisia e Marocco - Spagna e Baleari All Comune di Pisa - via degli Uffizi,1 56100 Pisa – centralino: 050 910111 – fax: 050 500242 – partita IVA 00341620508
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~ Palazzo Gambacorti - Piazza XX Settembre interno di queste ultime inoltre prevalgono nettamente i manufatti prodotti in Sicilia e in Tunisia Probabilmente tali ceramiche furono acquistate da mercanti islamici o pisani direttamente nei luoghi di produzione oppure in qualche grande centro di mercato nel quale affluivano materiali di differente provenienza Dalle medesime aree provengono anche i bacini di altre due chiese costruite entro l XI secolo: Santo Stefano oltr Ozeri (strutture in pietra) e San Sisto Complessivamente i recipienti conservati su queste ultime sono 72 e tra di essi 12 (=16%) sono riferibili all Egitto gli altri (=83 5%) a paesi islamici occidentali Di probabile provenienza egiziana è inoltre l unico bacino impiegato tra il 1064 e il 1110 nella muratura del Duomo I luoghi di produzione: prima metà del XII secolo Diversa e più complessa rispetto al periodo precedente è la situazione per le ceramiche utilizzate in chiese della prima metà del XII secolo Gli edifici con bacini risalenti a tale epoca sono sei: Sant Andrea San Frediano San LucaSan Paolo a Ripa d Arno San Silvestro campanile di San Sisto Dei 100 esemplari rimasti soltanto uno è ancora di produzione egiziana 58 (=58%) provengono invece dall area Marocco-Spagna e 24 (=24%) dall area SiciliaTunisia; gli altri (=13% circa) sono manufatti importati dal sud Italia dalle zone meridionali del mondo bizantino e da aree islamiche mediorientali Almeno a partire da quest epoca ma forse anche prima i mercanti pisani non si rifornirono più di tali ceramiche in pochi centri ma le acquistarono direttamente in vari luoghi forse negli approdi durante navigazioni di cabotaggio I luoghi di produzione: ultimo quarto del XII - inizi del XIII secolo Il quadro degli approvvigionamenti per il periodo che va dall ultimo quarto del XII all inizio del XIII secolo non cambia sostanzialmente rispetto a quello dei secoli precedenti ma diverse sono le percentuali relative alle singole aree A tale lasso di tempo risalgono cinque strutture Sant Eufrasia San Michele degli Scalzi Santo Stefano oltr Ozeri (strutture in laterizi) campanile di San Paolo all Ortocampanile di San Martino dalle quali provengono 71 bacini Il 53 5% (=38) del totale è di produzione tunisina probabilmente di fabbriche della stessa Tunisi il 17% (=12) invece è riferibile all area Spagna-Marocco Un altro 10% (=7) è costituito da manufatti dell Italia meridionale prodotti in Sicilia (non più islamica) e in Puglia mentre il rimanente 18% circa proviene da aree bizantine dell Egeo e da aree islamiche mediorientali I luoghi di produzione: prima metà del XIII secolo Un radicale cambiamento dei luoghi di provenienza dei bacini si verificò nella prima metà del XIII secolo in conseguenza della nascita in Italia di nuovi centri di produzione di ceramiche con coperture vetrificate in duplice cottura In questo periodo Pisa ad esempio cominciò a fabbricare quei manufatti che vengono chiamati solitamente maioliche arcaichementre a Savona si iniziarono a produrre le cosiddette graffite arcaiche tirreniche Tale cambiamento è reso particolarmente evidente dai bacini relativi a sei edifici della città e degli immediati dintorni databili tra la prima metà e il terzo quarto del XIII secolo I 149 esemplari in parte documentati solo da disegni e da foto pertinenti alle chiese di Santa Cecilia San Biagio di Cisanello San Giovannino (San Giovanni de Fieri) San Michele Arcangelo di Oratorio e ai campanili di Santa Caterina e di San Francesco attestano infatti le seguenti produzioni: le percentuali più consistenti sono relative ai prodotti savonesi (=63) e pisani (=42) rispettivamente il 49% e il 27 5% del totale seguono quelli provenienti dall Italia meridionale (=21) pugliesi e siciliani che ammontano al 15 5% mentre i rimanenti (=23) pari all 8% in parte sono di incerta attribuzione in parte rimandano alla Tunisia alla Spagna meridionale e in un caso all area islamica mediorientale I luoghi di produzione: ultimo quarto del XIII - primo quarto del XIV secolo Nell ultimo quarto del XIII secolo ebbe inizio a Pisa la seconda fase di produzione delle maioliche arcaiche che si protrasse fino a circa la metà del XIV secolo Le fabbriche locali raggiunsero allora un notevole livello tecnico tanto da essere in grado di fornire un ampia gamma di materiali all interno dei quali i costruttori potevano operare precise scelte per la decorazione di Comune di Pisa - via degli Uffizi,1 56100 Pisa – centralino: 050 910111 – fax: 050 500242 – partita IVA 00341620508
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~ Palazzo Gambacorti - Piazza XX Settembre chiese e campanili Da tali fabbriche provengono infatti i 198 bacini che originariamente ornavano la parte alta del campanile di San Francesco e le pareti della chiesa di San Martino Su quest ultimo edificio non mancava comunque anche qualche ceramica di importazione come testimonia l unico esemplare conservato di fabbricazione spagnola I luoghi di produzione: ultimo quarto del XIV primo quarto del XV secolo Con il periodo precedente termina l uso di decorare con bacini le chiese della città e dei dintorni L unica struttura pertinente ad un edificio posteriore alla metà del XIV secolo su cui furono impiegati a fini ornamentali tali ceramiche è un muro di recinzione del monastero di Sant Anna Da esso sono stati rimossi tre bacini provenienti dalla Spagna valenzana Riferimenti bibliografici Il catalogo dei bacini ceramici medievali delle chiese di Pisa è stato pubblicato in G Berti G L Tongiorgi I bacini ceramici medievali delle chiese di Pisa Roma 1981
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