- VIA LIBERA, LA GUIDA DELL’ A.N.P.I.– L’ANPI ha realizzato una guida multimediale dei luoghi della Resistenza per celebrare il settantesimo anniversario della liberazione di Pisa
INAUGURAZIONE
MEMORIA STORICA
TERRITORIO
Il Comitato Provinciale dell’Anpi di Pisa il 2 settembre 2014 presenta Via Libera, una guida multimediale sulla Resistenza pisana in occasione del 70° anniversario della liberazione della città. L’inaugurazione è alle 16 presso le Logge dei Banchi a Pisa. L’evento è inserito all’interno del programma Pisa non dimentica promosso dal Comune di Pisa, le cui iniziative si articolano tra cerimonie, dibattiti e incontri, in un arco di tempo che va dal 31 agosto 2014 e il 2 giugno 2015. L’associazione da sempre s’impegna nella valorizzazione della memoria storica e dei principi fondanti della nostra Costituzione. Oggi realizza una guida articolata in una web app, una mappa ed una segnaletica urbana. Attraverso luoghi simbolo ripercorre quelle che sono state le dinamiche che hanno portato alla formazione del movimento antifascista sul territorio da cui è nata la Resistenza pisana. Questa guida rappresenta uno strumento per riflettere sul passato e sul presente offrendo una chiave d’interpretazione anche del mondo in cui ci troviamo a vivere, uno strumento per essere cittadini più consapevoli e più partecipi. L’esperienza della Resistenza non è stata una semplice reazione ad un regime totalitario, né può essere altrettanto semplicemente spiegata come guerra civile. In un momento storico in cui il consenso al fascismo era massimo essa maturò in ambienti dove l’opposizione al regime era espressione di valori di giustizia e di libertà, valori che uomini e donne erano disposti a difendere affrontando le percosse, l’arresto, il confino o la morte. L’associazione ha voluto in particolar modo occuparsi della storia locale per riaffermare con maggior forza, nella cittadinanza e non solo, i valori identitari su cui si fonda la nostra Repubblica. I luoghi che viviamo quotidianamente sono portatori di valori grazie alla funzione che svolgono. Quando si perde il ricordo della funzione che i luoghi hanno avuto, spesso si rischia di dimenticare anche ciò che essi hanno rappresentato. Solo conoscendo il passato di questi luoghi siamo in grado di riappropriarci e riaffermare i loro valori. Intervenire direttamente sulla città è un operazione dovuta se si vuole avvicinare un gruppo più esteso di persone, proprio perché è il legame che una comunità ha con il suo territorio la base su cui si sviluppa la sua identità. La guida è strutturata per offrire al fruitore metodi di ricerca trasversali rispetto alla più comune narrazione lineare, grazie al quale ognuno può accedere a dei contenuti di approfondimento relativi ad un proprio campo d’interessese. Essa è uno strumento di divulgazione della storia in una concezione più moderna dell’apprendimento che non si rivolge solo ai giovani ma a tutti, attraverso un processo individuale in cui ognuno è un protagonista attivo.
PARTNER
Il progetto Via Libera è stato realizzato grazie al contributo e alla partecipazione del Comune di Pisa oltre al sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal progetto è nata una collaborazione con l’associazione Acquario della Memoria e City Grand Tour.
WEB APP
Via Libera è uno strumento di divulgazione della storia della Resistenza nel territorio pisano. Vuole essere un mezzo con cui rendere attiva e partecipe la cittadinanza e il turista nella fruizione della città mantenendone viva la sua memoria storica. La guida Via Libera è una piattaforma grazie alla quale è possibile orientarsi nel territorio alla ricerca dei luoghi significativi del movimento antifascista. Essa è caratterizzata da una web app www.vialibera.org, una mappa tradizionale scaricabile da internet, un sito di approfondimento sulla Resistenza e 27cartelli installati in città. Ogni cartello indica il luogo in cui è accaduto un fatto o in cui in esso si identifica simbolicamente un evento storico. Su ognuno sono riportate delle informazioni sintetiche sull’episodio, evento, aneddoto passato relativo al luogo indicato. Effettuando la lettura dei qr-code presenti sui cartello con il proprio dispositivo mobile si accede ai contenuti aggiuntivi. Secondo il proprio grado d’interesse viene dato modo di consultare documenti, testimonianze dirette, studi e immagini che offrono spunti di lettura diversi. La mappa offre una serie di riferimenti per costruirsi un proprio itinerario, trovare i cartelli più vicini rispetto alla propria posizione oppure seguire un percorso consigliato. I luoghi sono indicati con una numerazione che segue un ordine cronologico e suddivisi per colore relativi a tre momenti storici differenti: gli anni della dittatura (verde), gli anni della Resistenza (rosso), la Liberazione e il primo dopoguerra (blu). La consultazione della mappa può seguire i diversi percorsi tematici proposti: a - il pensiero antifascista b - i giovani e la dittatura c - la politica e il razzismo d - la vita civile durante la dittaura e - i crimini di guerra f - le azioni partigiane. La web app di Via Libera è stata pensata per permettere un facile aggiornamento ed eventuali integrazioni così da avere un prodotto che si arricchisce nel tempo. I contenuti dell’app saranno aneddoti e materiale multimediale estrapolato dalla ricerca storica condotta sinora dall’ANPI e riadattato per essere ben visibile su tutti gli smartphone e i tablet. Per la fruizione individuale basterà uno smartphone di fascia bassa e una connessione ad internet disponibile anche attraverso i numerosi hot-spot wi-fi gratuiti del comune, la cui copertura coinvolge la gran parte dei cartelli installati. Attraverso la collaborazione che si sta attivando con City Grand Tour prevediamo di proporre degli itinerari fruibili da gruppi di persone e delle giornate di approfondimento da presentare nelle scuole agli studenti, destinatari privilegiati dell’iniziativa. I contenuti principali saranno disponibili anche in lingua inglese e spagnola. La piattaforma è stata realizzata con un’architettura facilmente scalabile. Sarà così possibile coinvolgere nel tempo altri comuni per estendere il progetto nel territorio.
IL PRESIDENTE
“Sono passati 70 anni dal giorno della liberazione di Pisa. Trovammo una Pisa semidistrutta, divisa in due, con i ponti abbattuti. Per la mia generazione che vissuto il periodo della guerra, della deportazione, degli eccidi, che ha visto tanti compagni della lotta partigiana morire, quel periodo non lo ricordiamo solo il giorno della Liberazione ma sempre. Quel ricordo è presente sia quando incontriamo i giovani a cui raccontiamo la vera storia della lotta contro il fascismo, che per alcuni di noi è iniziata molto prima della lotta partigiana, sia quando ci battiamo in difesa della Costituzione, scritta dagli uomini e dalle donne della Resistenza, ogni volta colpita dai tentativi di revisione di ciascun nuovo governo. Per non dimenticare cosa è costato il fascismo all’Italia e alla nostra città, per il 70° anniversario della Liberazione di Pisa abbiamo realizzato assieme al Comune una guida multimediale sul movimento antifascista e sulla Resistenza nel nostro territorio. Lo abbiamo fatto perchè non vogliamo che si dimentichi il prezzo pagato dalla popolazione durante l’occupazione nazista e per denunciare colpe e responsabilità. Come A.N.P.I. continueremo a batterci per la libertà, la giustizia e per trasmettere la storia, quella vera, del fascismo e dei suoi delitti, la storia che abbiamo vissuto. Non possiamo permettere che in Italia e in Europa movimenti nazifascisti siano sempre presenti ed è per questo che chiediamo alle forze politiche democratiche, alle Istuzioni, più vigilanza ed ai giovani di unirsi a noi per combattere questo fenomeno.”
Il Presidente Giorgio Vecchiani
ELENCO DEI CARTELLI SUDDIVISI PER ARGOMENTI: Dittatura Resistenza Liberazione N° CARTELLO
DESCRIZIONE Non pensate male
Idee in circolo
La scuola antifascista
Una storia da non ripetere
La chiesa contro il fascismo
La dura repressione fascista determinò il dissenso di molte persone. Per reazione si costituirono comitati di credi politici diversi di natura cospirativa. I nomi più noti tra gli oppositori del regime vennero arrestati e condotti nelle carceri di San Matteo in vista del matrimonio del principe ereditario Umberto di Savoia, nel 1930. I detenuti politici, dunque, si trovarono per la prima volta ad essere radunati in uno stesso luogo dove poterono instaurare dei contatti tra i diversi esponenti dei gruppi di opposizione, al fine di costituire un unico movimento antifascista. Durante la dittatura fascista il movimento di opposizione, già dai primi anni trenta, riuscì a costituire una biblioteca clandestina per far circolare tra la popolazione i testi proibiti dal regime. La censura durante la dittatura era uno degli strumenti di controllo dell’opinione pubblica utilizzato per garantire a Mussolini un consenso diffuso. La scuola nel periodo fascista venne riformata affinché fosse più in linea con la politica di regime. Nonostante ciò molti studenti e docenti della Scuola Superiore Normale e di tutto l’Ateneo pisano riuscirono ad emanciparsi dalla cultura imposta, promuovendo una libertà di pensiero e giustizia morale sulla quale si consoliderà l’ideologia antifascista. A Pisa il 5 settembre del 1938 venne firmato uno dei decreti legge a difesa della razza che implicava una serie di provvedimenti contro gli ebrei, ma non solo. La posizione di Mussolini così drastica nei confronti della popolazione ebraica, dovuta soprattutto dall’alleanza stretta con la Germania, divenne un pretesto forte per promuovere una cultura razziale fascista tra gli italiani. Nella canonica della chiesa di Santa Cecilia Don Telio Taddei costituì, nell’estate del ’42, il primo gruppo di Cristiani-Sociali legati direttamente a Gerardo Bruno. Successivamente nella stessa sede si svolgeranno molte delle riunione del CLN pisano. Il parroco, con il pieno sostegno dell’arcivescovo Gabriele Vettori, già dal 1939 si era impegnato per la diffusione di una cultura antifascista dirigendo una collana di libri a carattere sociale.
N° CARTELLO
DESCRIZIONE L’unione fa la forza
Discorsi da Bar
L’assalto al pane
Persecuzione degli Ebrei
Quando tutto sembrava finito
La coscienza a caro prezzo
Durante il fascismo non vi era libertà né di pensiero né di espressione, la vita politica dei dissidenti avveniva in clandestinità. Nel 1942 gli esponenti dei diversi gruppi antifascisti cominciarono a ritrovarsi nei locali della bottega del sellaio Serrani in via del Carmine. Grazie a questi incontri nella primavera del ’43 si costituirà un Fronte Unitario Antifascista il cui scopo era quello di coordinare le azioni delle diverse cellule presenti in città. I Caffè erano quei pochi luoghi di aggregazione e socializzazione indipendenti dal controllo fascista. I locali che permettevano alle persone di discutere e confrontarsi diventavano un riferimento tra i gruppi dei dissidenti. Tra questi vi era il Caffè Torinese, luogo in cui era possibile instaurare contatti con alcune delle personalità del movimento antifascista della città.
Nella primavera del 1942 era maturato in città un malcontento sempre più diffuso nei confronti della dittatura fascista dovuta sia all’ingresso dell’Italia in guerra, sia alla precaria situazione riguardo alla distribuzione alimentare. Il 24 marzo dello stesso anno, di fronte ai magazzini comunali, delle donne assaltarono un carretto di un fornaio intento a rifornire i privilegiati gerarchi fascisti. L’azione fu la causa di un conflitto a fuoco tra i militari tedeschi, appena arrivati in zona, e un gruppetto di antifascisti andato in soccorso alle pisane. La promulgazione delle leggi a difesa della razza del 1938 segna l’inizio della persecuzione ebraica in Italia. Gli interventi discriminatori legittimati dal regime miravano a privare la popolazione di cultura ebraica dei principali diritti, quali il diritto all’istruzione, al lavoro, alla vita pubblica. In occasione del ventennale della marcia su Roma le squadracce nere devastarono i negozi gestiti da ebrei con il beneplacito delle autorità fasciste. Con l’annuncio della caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, la cittadinanza Pisana esultante si riversò nelle strade in cerca di un segno che confermasse il lieto evento. Il fronte antifascista di zona aveva organizzato per il giorno seguente la prima manifestazione popolare dopo lungo tempo. Il lungo corteo passò per le strade e le piazze principali della città e occupò la sede rionale fascista in via San Frediano. Foresto Palandri per la comunità pisana è il primo martire della Resistenza ucciso per aver disarmato un carabiniere in borghese. L’ordine di esecuzione avvenne, senza una sentenza, da parte del Comandante dei Carabinieri il 29 luglio 1943 pochi giorni dopo la caduta del fascismo. Alla morte di questo giovane ne seguirono altre avvenute senza pietà alcuna per mano fascista e nazista.
N° CARTELLO
DESCRIZIONE Suona la sirena
“L’impari lotta”
L’audace colpo alla G.I.L
Officina Clandestina
Che si mangia?
Leggete gente!
Fuga dal Don Bosco
La caduta del fascismo segna un periodo di trattative tra il successivo governo del maresciallo Badoglio e le forze Anglo-Americane per la stipulazione dell’armistizio. In quei giorni l’esercito alleato attua una serie di bombardamenti sul suolo Italiano colpendo molte città, tra cui Pisa. Il 31 agosto del ‘43, infatti, Pisa subì uno dei più grossi bombardamenti dall’inizio della guerra, che devasto la città soprattutto nella zona di mezzogiorno. 952 furono i morti e 1000 furono i feriti. L’8 settembre 1943 alle 19.42 venne trasmesso per radio la comunicazione dell’entrata in vigore dell’Armistizio di Cassibile con cui l’Italia si arrendeva alle forze anglo-americane. Il giorno dopo a Pisa una commissione del Fronte antifascista si recò dal Comandante di zona chiedendo la consegna delle armi presenti nei distretti militari territoriali. Il militare, rifiutando, non permise alla cittadinanza di difendersi dall’occupazione nazista. Con il caos politico e sociale avvenuto con l’armistizio il fronte antifascista si occupò del reperimento delle armi lasciate dai gerarchi in fuga o quelle nascoste nelle case. In tutte le organizzazioni fasciste erano presenti dei veri e propri armamentari, per questo motivo le loro sedi furono le prime ad essere battute utilizzando qualsiasi mezzo per la requisizione. Gino Lombardi, un giovane antifascista, impose il sequestro delle armi ai ragazzi della G.I.L. fingendosi un carabiniere. Con l’armistizio di Badoglio, dell’8 settembre del 1943, il fronte antifascista intensificò le sue attività per il recupero delle armi da utilizzare nella lotta armata. Per contrastare l’esercito tedesco purtroppo non bastavano quelle reperite, sia per quantità che per efficienza; si dovette così ricorrere a produrle in casa. Durante l’occupazione la fame era diventata una delle peggiori piaghe. Soldati tedeschi e delinquenti saccheggiavano le poche risorse alimentari presenti in città e in campagna riducendo così i beni di primo consumo riservati alla popolazione. Nell’estate del ‘44 l’unica autorità presente in città riuscì con molta fatica ad organizzare un Comitato di Alimentazione e una macelleria improvvisata in via San Zeno per contrastare il fenomeno del mercato nero. In città vi era un gruppo di persone che promuoveva l’ideologia antifascista per mezzo della carta stampata. Dopo l’armistizio essi intensificarono la produzione di volantini rivolti non solo alla popolazione ma anche ai soldati tedeschi affinché disertassero. Per fare ciò costituirono una vera e propria tipografia clandestina all’interno del cantiere edile <<Oberin Zampieri>> di fronte ad un Comando Tedesco, con il rischio di essere scoperti. Tra il 20 e il 22 giugno i bombardamenti alleati sulla città si intensificarono causano l’abbattimento dei ponti sull’Arno. In questo clima le guardie carcerarie fuggirono dal carcere Don Bosco abbandonando le armi alla mercé dei detenuti, molti dei quali erano detenuti politici. Il carcere venne subito presidiato dalla milizia che però non osava entrare. Ci furono violenti scontri fino alla scarcerazione di tutti per volontà del Direttore.
N° CARTELLO
DESCRIZIONE Azioni di disturbo
Partigiani sui monti
Stragi nazifasciste a Pisa Cronaca di una strage
La Resistenza delle donne
Non solo malati
VIA LIBERA!
Le attività dei Gruppi d’Azione Patriottica (G.A.P) a Pisa si intensificarono già dal marzo 1944 attuando una serie di azioni di sabotaggio contro l’esercito tedesco. Inoltre questi gruppi si occupavano del recupero delle armi di cui i partigiani erano sempre carenti. Vinicio Biagini e il Sardo, due gappisti di zona, persero la vita durante una di queste azioni per cui furono brutalmente trucidati. Dopo l’armistizio, i gruppi antifascisti pisani si preparavano alla lotta armata. In quel periodo il Comitato di Liberazione Nazionale locale stava discutendo la possibilità di creare una formazione partigiana sui monti vicini ma le caratteristiche geografiche rendevano queste aree inadeguate su un piano strategico. Tuttavia nell’aprile del ’44 si costituì un distaccamento della 23a Brigata Garibaldi già attiva nel Volterrano, a cui diedero successivamente il nome di “Nevidio Casarosa”. Pisa e la sua provincia vennero duramente colpite dalle rappresaglie della furia tedesca nell’estate del ’44. Ventinove stragi furono commesse nel territorio, una di queste in via Sant’Andrea dove si è consumato uno dei più brutali eccidi avvenuti in città che vide coinvolti il presidente della comunità israelitica e altre 11 persone, tra uomini, donne e bambini. Nella canonica di San Biagio, il 2 agosto del 1944, 11 civili vennero massacrati e poi dati alle fiamme. Poche ore dopo un altro eccidio venne commesso in zona quando furono trucidati altre 12 persone all’interno di una casa che venne subito dopo incendiata. Le donne durante la resistenza sono state le persone più attive per dare assistenza alla popolazione colpita dalla guerra. Gravava su di loro il compito di recuperare il cibo e di offrire un primo soccorso ai feriti e agli ammalati. Molte di esse s’impegnarono nella propaganda della Resistenza, alla difesa dei civili, dei dissidenti, dei rifugiati ed a collaborare con le formazioni partigiane, mettendo a rischio la propria vita, come Licia Rosati e Livia Gereschi. L’ospedale Santa Chiara durante l’occupazione nazista fu l’unica istituzione ancora in funzione, grazie alla volontà e l’impegno di alcuni medici tra cui Giuseppe Toniolo. Dopo i bombardamenti dei ponti, che divisero in due la città, l’ospedale diventò una vera e propria cittadella dove nascondersi. Non vi erano però, le risorse adeguate per garantire la sopravvivenza di un numero così esteso di persone tra rifugiati e ammalati. Il primo settembre del 1944 le formazioni partigiane che operavano sui monti presero contatto con le truppe alleate concordando l’invio di una pattuglia verso Rigoli mentre si consumavano gli ultimi scontri con le truppe tedesche in fuga dalla città. Il giorno della liberazione, il 2 settembre, poco prima che le truppe alleate che avanzavano da Navacchio entrassero in città, il C.L.N. territoriale aveva occupato alcune delle sedi provvisorie del Comune.
N° CARTELLO
DESCRIZIONE Elezioni libere
Sconto di pena
Pochi giorni dopo la liberazione il Governo Militare Alleato nominò due sindaci l’avvocato Mario Gattai, già commissario prefettizio e che si dimetterà dalla nuova carica il 20 settembre, e Italo Bargagna, commissario politico della 3a Brigata Garibaldi e organizzatore della Resistenza nella provincia di Pisa e Livorno. L’amministrazione si adoperò da subito sui problemi più gravi come il ripristino degli acquedotti e la costruzione di un ponte pedonale. La commissione di epurazione fu un organo istituito dopo la liberazione per individuare le persone coinvolte con il regime di Mussolini e destituirle dai loro incarichi. L’obbiettivo era quello di defascistizzare le amministrazioni statali, gli enti locali e parastatali. A Pisa l’Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo tra il 1944 e il 46 ebbe la sua sede nel palazzo Quaratesi.
PERCORSO BREVE per aver in poco tempo un quadro generale sulla Reistenza a Pisa CARTELLI N° 6/7/8/9/10/13/19/20/25
CARTELLO
n1
Non pensate male
1
Idee in circolo
2
La scuola antifascista
3
Quando eravamo razzisti
4
La Chiesa contro il fascismo
5
L’unione fa la forza
6
Discorsi da Bar
7
L’assalto al pane
8
Persecuzione degli Ebrei
9
Quando tutto sembrava finito
TEMA
IL PENSIERO ANTIFASCISTA
I GIOVANI E LA DITTATURA
10
La coscienza a caro prezzo
11
Suona la sirena
12 11
“L’impari lotta”
13
“L’audace colpo alla Gil“
14
Officina Clandestina
14 15
Che si mangia?
16
Leggete gente!
17
fuga dal Don Bosco
18
Azioni di disturbo
19
Partigiani sui monti
20
Stragi nazifasciste a Pisa
21
Cronaca di una strage
22 21
La Resistenza delle donne
23
Non solo malati
24
VIA LIBERA!
25
Elezioni libere
26
Sconto di pena
27
POLITICA E RAZZISMO
VITA CIVILE
CRIMINI DI GUERRA
AZIONI PARTIGIANE
27 CARTELLI
MAPPA
- 2 SETTEMBRE 2014 –
Logge dei Banchi ore 16.00 Pisa
il 2 settembre 2014 alle ore 16.00 presso le Logge dei Banchi partirà il primo tour di Via Libera. Per l’occasione si invita tutta la cittadinanza a partecipare all’evento nel quale sarà loro illustrato il progetto e la sua realizzazione. Saranno presenti il Presidente dell’Anpi di Pisa Giorgio Vecchiani, il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi, l’Assessora alle politiche socio educative e scolastiche Maria Luisa Chiofalo e i due ideatori del progetto Daniele Fadda ed Erica Artei. Insieme a City Grand Tour andremo alla scoperta di alcune dei numerosi luoghi in cui è nata la Resistenza a Pisa. Dal luogo di ritrovo ci sposteremo alla prima tappa di un percorso breve che comincia in via del Carmine nei pressi di quella che un tempo fu la bottega del Sellaio Serrani. Andremo poi alla scoperta della vita dei giovani antifascisti passando da Corso Italia, all’antico Caffè Torinese. Attraverseremo il fiume per fare luce sull’accanimento razziale contro la popolazione di origine ebraica, racconteremo della reazione di riscatto dei pisani di fronte la caduta del fascismo e all’armistizio di Badoglio. Proseguiremo per Borgo facendo sosta alla canonica di Santa Cecilia, ritrovo del gruppo antifascista catolico per poi proseguire in Piazza Santa Caterna per raccontare le condizioni in cui la poolazione era costretta a vivere durante la guerra. Concluderemo questo breve tour in Largo del Parlascio per ascoltare i racconti sulle azioni dei G.A.P. e delle formazione partigiana sui monti pisani. Sebbene impegneremo i partecipanti in un percorso ridotto avremo modo di anticipare le storie relative agli altri luoghi segnalati dai cartelli di Via Libera e quelli per cui è previsto un prossimo intervento, come nella Tenuta di San Rossore dove vennero firmete le Leggi a difesa della Razza nel 1938 e a Riglione per ricordare le vite che il Maggiore Gian Paolo Gamerra e i suoi uomini sacrificarono in uno scntro con i tedeschi. Nel frattempo visita il sito www.vialibera.org
Contatti: info@vialibera.org Erica Artei 3392314684 Daniele Fadda 3392320866