Il Protocollo d’Intesa “Pisa città che mangia sano”

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PISA CHE MANGIA SANO Protocollo d’intesa tra Regione Toscana, Comune di Pisa, Università di Pisa, Azienda OspedalieroUniversitaria Pisana, Azienda USL 5 di Pisa

Il Comune di Pisa ha da tempo individuato i nessi che intercorrono tra la salute dei cittadini e il modello di sviluppo delle città, ponendo al centro delle proprie politiche tutte quelle azioni di programmazione, di formazione e di informazione, idonee a promuovere corretti stili di vita, a favorire il benessere dei cittadini e a prevenire patologie di rilevante impatto sociale che con gli stili di vita, appunto, hanno una stretta correlazione. Muovendo dalla considerazione che l’obbiettivo di estendere corrette abitudini alimentari rivesta, in questo contesto, carattere centrale , insieme al Pof. Piero Marchetti, professore di Endocrinologia e Presidente del Corso di Laurea in Dietistica, è stata elaborata una proposta di interventi che ha prontamente trovato il favore della Regione Toscana, dell’Università di Pisa, dell’AOUP e dell’ASL 5. Da questa elaborazione è scaturito un protocollo di intesa sottoscritto da Regione Toscana, Comune di Pisa, Università di Pisa, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Azienda USL 5 e denominato Pisa città che mangia sano. Il protocollo intende perseguire azioni dirette a prevenire l’insorgenza di patologie croniche attraverso la promozione di una sana alimentazione e la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare. I firmatari del protocollo si impegnano: a realizzare azioni dirette a diffondere la cultura della sana alimentazione, con particolare riferimento alla dieta mediterranea a filiera corta, attraverso incontri con la popolazione, interventi con le scuole e nei setting extra scolastici, coinvolgendo i mezzi di comunicazione di massa e gli organismi di partecipazione dei cittadini a promuovere iniziative di prevenzione dei disturbi alimentari in particolare presso gli adolescenti con interventi scientificamente validati. Ciascuno dei firmatari mette a disposizione le proprie competenze, combinando gli interventi previsti, che sono ben descritti e dettagliati negli artt. 2, 3, 4, 5 del protocollo, in maniera coordinata e collaborativa. Proprio questa collaborazione di vari livelli di competenza costituisce uno dei punti di forza del Protocollo e la sua portata è evidenziata dai numeri dei decessi per patologie che hanno relazione con la corretta alimentazione, dalla rilevante diffusione tra i giovani di comportamenti alimentari dannosi come la propensione al consumo di alcool. Né manca, nel protocollo un riferimento alle culture delle popolazioni migranti, come aspetto rilevante e da tenere in considerazione. La novità strategica degli interventi proposti è il lavoro su gruppi di popolazione selezionati allo scopo di valutare l’efficacia delle azioni effettuate sui comportamenti alimentari e il risultato di tali cambiamenti sulla salute dei cittadini. Tutti gli interventi, le azioni educative, le campagne di formazione e informazione, fanno riferimento a protocolli scientifici approvati dalle società scientifiche di riferimento e si raccordano con campagne, protocolli e indicazioni già approvate a livello Ministeriale e Regionale.


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