Questo manoscritto fu redatto pochi giorni dopo l'eccidio di venti innocenti ad opera delle SS tedesche, dall'allora parroco di San Quirico, Don Vincenzo Del Chiaro, a testimonianza di questi tristi giorni nella storia del nostro Paese. Delle copie cartacee ne sono rimaste pochissime cosicchè, insieme a Don Carlo Celli, abbiamo pensato di renderlo visibile a tutti e soprattutto di non perderne il suo contenuto, copiandolo fedelmente qui di seguito. LE TRAGICHE GIORNATE DEL 17-19 AGOSTO 1944 IN SAN QUIRICO VALLERIANA La sera del 17 Agosto 1944, in casa degli eredi di Quilici Eufisio di Pariana, posta in S.Quirico al n°40, l.d. "la Piana", abitata dalla famiglia di uno sfollato di Livorno, certo Salvatore Altiero, si teneva, fra i dirigenti locali della TODT, ordinata da un certo Martin, una cena, alla quale prendevano parte anche tre ufficiali tedeschi: Flozet Ioacchin, Fopp Fleinz e Cimbert Wichert, i primi due dei quali uccisi nelle circostanze di cui in appresso. Nel frattempo persone dal fare sospetto si aggiravano nei pressi della casa di Consani Edoardo, presso la quale sfollato da Pescia abitava Nello Scoti, repubblicano inviso ai Partigiani per la sua condotta politica, e sospetto di tenere una radio trasmittente al servizio dei tedeschi, e della quale i Partigiani volevano impossessarsi. Lo Scoti, temendo qualche agguato, prima di rientrare a casa, chiese protezione ai tedeschi, che ancora sedevano a mensa. Due ufficiali si dissero pronti ad accompagnarlo. Usciti di casa presa la strada che conduce ad Aramo, svoltarono nel viottolo di Fontana, e si diressero verso la casa dei Consani; giunti nei pressi di questa, si incontrarono infatti con sei tedeschi, che, pure vestendo tuttora la divisa militare della loro Nazione, avevano disertato le file e si erano riuniti coi Partigiani che stavano a Medicina. Essi erano accompagnati dal Darini Roberto, e da un francese venuto con lui da Genova, il gruppo era capitanato dal ben noto Franz. Gli ufficiali tedeschi intimarono loro l'alt, ed avvicinatisi al Franz dissero: Voi essere Partigiani - No, rispose il Franz, essere camerati. Alla richiesta dei documenti, il Franz, estratta dalla tasca una rivoltella, mentre teneva quella d'ordinanza nella fodera, fece fuoco contro i due ufficiali, che non fecero in tempo ad accorgersi del fulmineo gesto. Erano circa le ventitré, quando si udirono i colpi di arma da fuoco, un fuggifuggi e lamenti in richiesta di soccorso. Giunte persone sul luogo con il terzo ufficiale tedesco, trovarono un ufficiale tedesco gravemente ferito, e dopo più lunghe ricerche, l'altro ufficiale morto. Adagiato il ferito sulla lettiga della Misericordia, adattata alla meglio sull'auto dell'ufficiale stesso, fu portato alla volta dell'ospedale di Pescia dove purtroppo giunse cadavere, mentre il cadavere dell'altro ufficiale tedesco fu portato nel locale della Misericordia di S. Quirico in attesa di disposizioni. Facilmente si può immaginare il panico e la costernazione dell'innocente popolo di S. Quirico, che usci dalle case e si sparse per la campagna. Questo stato di trepidazione durò tutto il giorno fino a circa le nove del giorno diciannove, ora in cui giunsero due Ufficiali Superiori tedeschi, che chiesero di vedere il cadavere del tedesco ucciso. Il Pievano, presa la chiave dei locali della Misericordia, li aprì e introdusse i due Ufficiali alla presenza della salma. Essi con il loro seguito, salutato il cadavere, dopo un minuto di raccoglimento, uscirono dal locale e dettero ordine di distruggere il paese, incendiandolo.