PISA HIGH-TECH IMPRESE AD ALTA TECNOLOGIA, FILIERE TECNOLOGICHE, GESTIONE DELL’INNOVAZIONE, PERFORMANCE
Cristina Marullo e Andrea Piccaluga Istituto di Management Scuola Superiore Sant’Anna
Pisa, 30 giugno 2017
INDICE DEI CONTENUTI Introduzione. ............................................................................................................................ 3 Il contesto di riferimento. Alta tecnologia in Toscana e in provincia di Pisa. ........................... 3 Alta tecnologia nel comune di Pisa. ......................................................................................... 5 Le performance economiche.................................................................................................... 8 L’alta tecnologia pisana sui mercati internazionali. ................................................................ 11 Dalla ricerca e sviluppo ai nuovi prodotti. .............................................................................. 14 BOX - Un caso di successo: Intel acquisisce Yogitech ........................................................... 19 Le imprese spin-off della ricerca universitaria. ....................................................................... 19 Considerazioni conclusive. ..................................................................................................... 23
2
Introduzione. Il presente rapporto è basato sui dati rilevati dall’Osservatorio sulle imprese high-tech in Toscana, realizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana. L’Osservatorio ha censito, tramite rilevazioni condotte annualmente nel periodo 2009-2015, quasi 1.600 unità locali ad alta tecnologia sul territorio regionale1. Nella prima parte del rapporto viene descritta la struttura della popolazione delle imprese ad alta tecnologia in Toscana ed in provincia di Pisa. I dati, aggiornati alla data dell’ultima rilevazione, hanno lo scopo di fornire il quadro completo della numerosità, tipologia e caratteristiche strutturali delle imprese high-tech sul territorio. I dati descritti nel secondo capitolo fanno invece riferimento agli esiti delle ultime indagini dell’Osservatorio
e
forniscono
indicatori
aggiornati
sugli
andamenti
economici,
occupazionali e sulle caratteristiche strategiche delle imprese high-tech pisane in relazione al segmento tecnologico di appartenenza. Nei capitoli successivi vengono presentati degli approfondimenti relativi alle caratteristiche dei mercati (proiezione internazionale), dei prodotti (tipologia di innovazione) e del posizionamento strategico delle imprese high-tech pisane. Infine, viene presentato un focus sulle imprese spin-off della ricerca universitaria pisana.
Il contesto di riferimento. Alta tecnologia in Toscana e in provincia di Pisa. La Toscana vanta una popolazione di 1.550 localizzazioni high-tech sul proprio territorio, che nel complesso occupano oltre 46.600 addetti. Ben il 94% di tali localizzazioni fa capo ad imprese nate in Toscana, mentre il restante 6% (87 unità locali) è costituito da insediamenti in Toscana di imprese con sede fuori dal territorio regionale, prevalentemente laboratori di R&S di medie e grandi imprese. appartenente Si tratta di una presenza non trascurabile, che denota un buon grado di attrattività̀ del territorio regionale sotto il profilo degli insediamenti di imprese ad alta tecnologia.
1
Le localizzazioni high-tech censite dall’Osservatorio operano nelle seguenti filiere: meccanica avanzata, life sciences, chimica, energia e ambiente, elettronica e ottica, ICT, servizi per l’innovazione.
3
Con 291 localizzazioni high-tech, di cui 239 imprese fondate sul territorio, la provincia di Pisa rappresenta, dopo Firenze, il territorio più popolato da imprese high-tech (il 19% del totale toscano). La provincia di Pisa è in prevalenza popolata da imprese high-tech mediopiccole, mentre ad Arezzo, Firenze e Lucca operano alcune grandi imprese. Nonostante la dimensione media delle imprese high-tech pisane sia inferiore a quella media regionale (21 addetti in media contro i 30 a livello regionale), l’high-tech pisano occupa il terzo posto tra le province in termini di numero di occupati (6.135 addetti, che rappresentano il 13% dell’occupazione high-tech regionale, pari a 46.606 addetti). Del fatturato complessivo delle 1.241 imprese high-tech con sede in Toscana, che nell’ultimo anno disponibile (il 2015) è stato pari a 18.423 milioni di Euro, oltre il 6% è stato 2
realizzato in provincia di Pisa.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI
unità locali
occupazione
fatturato
Figura 1 – Alta tecnologia in Toscana – Composizione % per provincia di unità locali,
occupazione e fatturato delle imprese high-tech
2
Nostre stime su dati Bureau Van Dijk-Amadeus su dati di bilancio consuntivo per l’anno 2015.
4
Le principali filiere tecnologiche in cui le imprese high-tech operano sul territorio della provincia di Pisa sono tradizionalmente legate all’ICT e, più recentemente, allo sviluppo della meccanica avanzata. Un quarto delle imprese high-tech in provincia opera infatti nell’industria informatica (25%), ed un ulteriore 12% delle imprese svolge attività scientifica di ricerca e sviluppo nell’ambito dell’ingegneria dell’informazione. Nella filiera della meccanica avanzata, si osserva una buona diffusione di imprese del settore automazione industriale, che comprende anche la robotica (12% delle localizzazioni). Infine, una discreta presenza di imprese ad high-tech, sebbene con minore diffusione territoriale, si ha nei settori chimica (9%) ed energia/ambiente (8%). Le peculiarità del modello di sviluppo dell’alta tecnologia pisana delineano un tessuto di micro e piccole imprese high-tech molto diffuso sul territorio (90% delle localizzazioni), tradizionalmente legato alla ricerca universitaria in ambito informatico e, più in generale, alle attività di trasferimento di tecnologie dalla ricerca pubblica al mercato che hanno nel tempo favorito processi di imprenditorialità “scientifica”. Lo sviluppo dell’alta tecnologia a Pisa è dunque stato caratterizzato da un’elevata intensità di investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) rispetto al totale del fatturato e da elevati livelli di occupazione qualificata. La provincia di Pisa presenta infatti una quota di occupazione impiegata in attività di R&S rispetto al totale particolarmente spiccata (30%), ed una ancora più forte connotazione “scientifica” delle attività imprenditoriali in termini di quota di addetti “high skilled”. Il 46% dell’occupazione delle imprese high-tech localizzate in provincia di Pisa è infatti costituita da addetti laureati in discipline scientifiche e tecnologiche.
Alta tecnologia nel comune di Pisa. All’interno della provincia, Pisa rappresenta il comune con la maggiore diffusione di imprese high-tech (36%), seguita da Cascina, Pontedera, Santa Croce, San Giuliano (insieme il 34%). L’Osservatorio sulle imprese high-tech in Toscana ha censito nel 2015 105 imprese ad alta tecnologia localizzate nel comune di Pisa3. Alle 90 imprese fondate sul territorio comunale, si affiancano 9 unità locali di imprese high-tech con sede in altre province, e 6 unità locali (prevalentemente laboratori di ricerca e sviluppo) di imprese localizzate fuori regione, nelle industrie biomedicale ed energia e ambiente.
3
L’Osservatorio censisce le imprese high-tech che rispettano due tipi di requisiti: a) propensione alla ricerca e sviluppo ed all’attività di innovazione; b) investimenti in ricerca e sviluppo (risorse finanziarie e risorse umane), e in personale qualificato.
5
8%
2%
Micro (1-9 addetti) Piccole (10-49 addetti) Medie (50-249 addetti) Grandi (250 addetti e oltre)
60%
30%
Figura 2 – Composizione dimensionale delle imprese high-tech nel comune di Pisa
La distribuzione dimensionale delle imprese high-tech nel comune di Pisa mostra una larga maggioranza di micro imprese (il 60% ha meno di 10 addetti), ed un tessuto di piccole imprese altrettanto importante (30% del totale), operanti prevalentemente nelle industrie informatica e automazione industriale. La presenza sul territorio di aziende e laboratori di ricerca di medie e grandi dimensioni è legata ai settori informatica, farmaceutica ed energia e ambiente.
3
Aerospaziale, aeronautica, difesa Automazione industriale
5 7
Biomedicale Chimica
2
Energia e ambiente
11 4
Farmaceutica Informatica
32 3
Informatica (diffusione) Informatica (R&S) Microelettronica
15 2 13
Servizi per l'innovazione Strumentazione scientifica Telecomunicazioni Servizi Telecomunicazioni R&S
3 2 3
Figura 3 – Distribuzione settoriale delle imprese high-tech nel comune di Pisa
(valori assoluti)
6
Le imprese ad alta tecnologia localizzate a Pisa occupano una posizione primaria a livello regionale in termini di intensità di ricerca. La quota di spesa per investimenti in R&S delle imprese pisane è infatti pari a al 21%, contro il 13,1% medio a livello regionale.
23%
22% 19%
12%
12%
TOSCANA 13,1% 11%
11% 8%
SI
PI
PO
FI
LU
GR
LI
AR
7%
MS
6% PT
Figura 4 – Intensità di ricerca e sviluppo delle imprese high-tech (quota di spesa per investimenti in R&S rispetto al fatturato)
Tale dato assume una rilevanza ancora maggiore se si considera che, a livello regionale, il dato pisano è secondo solo a quello relativo alla provincia di Siena. La forte intensità di R&S nel tessuto imprenditoriale high-tech senese è infatti giustificata dalla diffusione del settore delle biotecnologie, un’industria tipicamente science-based in cui i laboratori di R&S presentano livelli di capitalizzazione particolarmente elevati, se paragonati - per esempio - a quelli delle imprese informatiche. L’elevato volume di investimenti in R&S delle imprese high-tech a Pisa si accompagna inoltre a livelli particolarmente elevati di occupazione qualificata.
7
63,3% 45,6% 36,4%
29,9% 21,3%
PISA
PISA (PROVINCIA) Addetti R&D
25,8%
TOSCANA
Addetti S&T
Figura 5 – Occupazione in R&S e occupazione “high-skilled” nelle imprese high-tech
toscane La quota di occupati in R&S delle imprese high-tech localizzate nel comune di Pisa (oltre 36 addetti ogni 100) è infatti decisamente più elevata rispetto al corrispondente dato medio riferito alla provincia (30%) ed al dato complessivo della regione Toscana (21,3%). Ancora più spiccata è poi la concentrazione nel territorio comunale degli occupati highskilled. La quota di addetti delle imprese high-tech con laurea in discipline scientifiche e tecnologiche raggiunge a Pisa ben il 63,3% del totale degli occupati, contro il 45,6% a livello provinciale ed il 26% complessivo a livello regionale.
Le performance economiche. I dati finanziari tratti dai bilanci di esercizio delle imprese high-tech pisane e disponibili lungo il periodo 2006-2015 sottolineano le difficoltà nell’andamento delle vendite che le imprese high-tech toscane hanno incontrato nella prima fase della recente crisi (2008-2011) e la successiva forte contrazione del fatturato nell’anno peggiore di tutto il periodo (il 2012). Rispetto alla media regionale toscana, l’high-tech pisano, prevalentemente composto da piccole e medie imprese, ha affrontato una situazione di maggiore sofferenza proprio nel 2012, legata alle caratteristiche peculiari della crisi: il forte crollo nella domanda di beni e servizi sui mercati internazionali.
8
FATTURATO 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 2006
2007
2008
2009 PISA
2010
2011
PISA (PROVINCIA)
2012
2013
2014
2015
TOSCANA
Figura 6 – Andamento del fatturato delle imprese high-tech pisane
Le caratteristiche di elevata flessibilità delle piccole e medie imprese high-tech, e in particolare la capacità di riadattare le proprie strategie ai cambiamenti di scenario sui mercati internazionali hanno però consentito una veloce ripresa negli ultimi due anni. Il biennio 2014-2015 è stato infatti caratterizzato da una nuova fase accelerazione delle vendite, con andamenti decisamente migliori rispetto alla media regionale. La nuova fase di ripresa ha riportato il sia il fatturato che l’occupazione delle imprese high-tech pisane ben al di sopra dei livelli pre-crisi.
OCCUPAZIONE 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 2010
2011
2012
PISA
PISA (PROVINCIA)
2013
2014
TOSCANA
Figura 7 – Andamento dell’occupazione nelle imprese high-tech pisane
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OCCUPAZIONE IN RICERCA E SVILUPPO 125 120 115 110 105 100 95 90 2010
2011 PISA
2012 PISA (PROVINCIA)
2013 TOSCANA
Figura 8 – Andamento dell’occupazione in R&S nelle imprese high-tech pisane
Dopo un primo lieve declino tra il 2011 e il 2012, legato al persistere della prima fase di crisi, la nuova decisa ripartenza nella crescita dell’occupazione è stata prevalentemente legata ad assunzioni di personale qualificato. Accanto ad un trend dell’occupazione in decisa crescita si è infatti osservato un aumento più che proporzionale del personale impiegato in R&S (+18% nell’ultimo anno). Tale andamento dell’occupazione, pur a fronte di un andamento della congiuntura economica non particolarmente favorevole, riflette la tendenza ad un processo di crescente qualificazione del personale e consolidamento delle attività di ricerca e sviluppo. Tale atteggiamento si è dunque tradotto nella ricostituzione di un bacino risorse umane dedicate alla R&S sul territorio, con livelli più elevati rispetto a quelli osservati all’inizio della crisi (2011).
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L’alta tecnologia pisana sui mercati internazionali. Poco meno della metà delle imprese ad alta tecnologia localizzate a Pisa opera in scenari competitivi e di mercato di livello internazionale (47%). Questo dato, del tutto in linea con il corrispondente medio regionale, può comunque essere legato al protrarsi della stagnazione della domanda internazionale negli ultimi anni, e presenta dunque un sicuro margine di miglioramento. Appare tuttavia evidente che, date le caratteristiche in termini di intensità di ricerca ed elevata dinamicità delle imprese high-tech pisane, esistono delle forti potenzialità ancora inespresse per quanto riguarda l’orientamento al mercato.
62% 53%
47% 38%
% imprese Mercato nazionale
% fatturato Mercati internazionali
Figura 9 – Composizione del numero di imprese e del fatturato high-tech pisano per
mercato di destinazione
Infatti, meno della metà delle imprese opera sui mercati internazionali e la quota media di fatturato realizzato all’estero è pari al 38%. I settori a maggiore vocazione internazionale nell’alta tecnologia pisana appartengono alle filiere della meccanica avanzata (settore in cui le imprese realizzano in media il 47% del fatturato sui mercati internazionali), Life Sciences (42%) e ICT (41%). Decisamente inferiore la quota di fatturato estero delle imprese di energia e ambiente (27%) e dei servizi ad alta intensità di conoscenza (12%), operanti maggiormente sul mercato locale.
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Le imprese high-tech pisane con fatturato all’estero presentano poi un buon posizionamento sul mercato globale, con una propensione all’internazionalizzazione oltre il continente europeo. Gli Stati Uniti occupano il primo posto tra i mercati dell’alta tecnologia pisana (24% delle imprese), seguiti dai due principali mercati europei (Germania, 18% e Francia, 13%) e dagli Emirati Arabi Uniti (9%). Fra i mercati emergenti dell’alta tecnologia pisana (ancora con quote di fatturato ridotte) si trovano Turchia, India, Thailandia, Canada, Australia.
Stati Uniti
24%
Germania
18%
Francia
13%
Emirati Arabi Uniti
9% 7%
Svizzera Spagna
4%
Turchia
4%
Isole Cayman
4%
India
4%
Thailandia
4%
Australia
4%
Canada
2%
Figura 10 – Principali mercati esteri dell’alta tecnologia pisana
Nonostante la propensione a raggiungere mercati internazionali anche distanti geograficamente, la competizione si manifesta ancora su base locale (nazionale) per ben 67 imprese su 100. Solo l’8% delle imprese high-tech pisane ha infatti concorrenti diretti localizzati negli Stati Uniti, e quote altrettanto ridotte di imprese dichiarano che il proprio principale scenario competitivo si trova in altri paesi europei (Germania, 7%, UK, 2% Svizzera e Australia 2%).
12
67%
Italia Stati Uniti
8%
Germania
7%
Regno Unito
2%
Svizzera
2%
Cina
2%
Australia
2%
Altri paesi
10%
Figura 11 – Principali paesi di provenienza della concorrenza dell’alta tecnologia pisana
Una analisi congiunta dei principali mercati di destinazione e dei principali paesi di localizzazione della concorrenza consente di mettere a fuoco alcuni elementi caratterizzanti la proiezione internazionale dell’alta tecnologia pisana.
mercato
La figura 12 mostra una classificazione delle aziende sulla base del mercato (Italia o Estero) e della localizzazione della concorrenza (se Italia o Estero).
Estero Italia
Esploratrici
Globalizzate
30%
12%
Radicate
Leader nazionali
52%
6%
Italia
Estero concorrenza
Figura 12 – Mercato vs. concorrenza: la proiezione internazionale dell’high-tech pisano.
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E’ possibile distinguere, in base a queste due dimensioni, quattro tipologie di imprese: 1) Imprese radicate sul territorio: si tratta di aziende che rivolgono la loro offerta al mercato nazionale (Italia) e che hanno il loro principale concorrente in Italia. Il 52% delle imprese high-tech pisane fa parte di questa categoria; una quota ben inferiore a quella rilevata a livello regionale (59,2%). 2) Leader nazionali: aziende che rivolgono la propria offerta al mercato nazionale ma che avvertono una pressione concorrenziale prevalentemente proveniente dall’estero. Il 6% delle imprese high-tech pisane appartiene a questo gruppo; 3) Imprese esploratrici: aziende che rivolgono la propria offerta prevalentemente ai mercati internazionali, ma il cui concorrente principale è localizzato in Italia. Ben il 30% delle imprese high-tech pisane fa parte di questo gruppo. 4) Imprese globalizzate: si tratta delle aziende con la più ampia proiezione internazionale. Queste operano prevalentemente sui mercati esteri, che rappresentano il principale scenario competitivo. Il 12% delle imprese high-tech pisane fa parte di questo gruppo.
Dalla ricerca e sviluppo ai nuovi prodotti. La quasi totalità delle imprese high-tech localizzate a Pisa (il 92%) svolge, attività di R&S di base sperimentale e/o per lo sviluppo tecnologico di prototipi prodotti o servizi innovativi in modo stabile. Nel 53% dei casi tale attività di ricerca si è tradotta, nell’ultimo triennio, in attività di innovazione (nuovi progetti, prototipi, prodotti/servizi). Nel 90% dei casi le attività innovative delle imprese high-tech pisane hanno riguardato lo sviluppo di prototipi e/o di nuovi prodotti. Il 60% delle aziende ha poi introdotto nuovi prodotti sul mercato nell’ultimo triennio. Nell’ultimo triennio, in media, ogni azienda ha introdotto sul mercato 2,5 nuovi prodotti. Nel 2015 le imprese pisane hanno realizzato una quota pari al 13% del fatturato complessivo grazie ai nuovi prodotti introdotti sul mercato nei tre anni precedenti. Viene di seguito proposta una analisi per cluster, allo scopo di cogliere regolarità nei fenomeni di sviluppo delle imprese ad alta tecnologia pisane. Tale analisi consente di individuare diversi profili e percorsi di crescita, caratterizzati delle peculiarità delle imprese incluse in ciascuno di tali cluster e delle relative scelte strategiche. L’analisi consente di evidenziare quattro tipologie di imprese, caratterizzate con riferimento all’attività di innovazione intraprese ed al posizionamento strategico in termini di nuovi investimenti
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previsti per il prossimo triennio. In particolare considerando: (i) (ii)
le previsioni di investimento la capacità delle imprese di estrarre valore dai risultati delle attività di ricerca e innovazione (lancio di nuovi prodotti/servizi sul mercato),
Previsione di investimenti nel prossimo triennio
sono stati individuati quattro gruppi distinti di imprese high-tech.
Si
No
Imprese
Imprese promettenti “in corsa”
in crescita
28%
38%
Imprese in regressione
Imprese consolidate – “vivono di rendita”
19%
16%
No
Si
Nuovi prodotti, prototipi, progetti nell’ultimo triennio Figura 13 – Alta tecnologia a Pisa. Una analisi per cluster.
1. Imprese “in crescita”: prevedono investimenti per il prossimo triennio ed hanno introdotto nuovi prodotti/servizi sul mercato nell’ultimo triennio, come esito delle attività di R&S; 2. Imprese “promettenti”, o “in corsa”: prevedono investimenti nel prossimo triennio, ma non hanno introdotto nuovi prodotti o servizi sul mercato; 3. Imprese “consolidate”: si tratta di imprese che “vivono di rendita”, avendo recentemente introdotto nuovi prodotti/servizi sul mercato ma non prevendendo investimenti nel prossimo triennio; 4. Imprese in regressione: si tratta di imprese con un atteggiamento “statico”, che non hanno introdotto innovazioni sul mercato nell’ultimo triennio ne’ prevedono di effettuare investimenti nel prossimo futuro.
Appare innanzitutto opportuno evidenziare ancora una volta che la maggioranza di imprese dell’alta tecnologia localizzate a Pisa (il 66% del campione) appartiene ai due gruppi più
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dinamici da un punto di vista strategico, ossia i due gruppi di imprese con investimenti previsti nel prossimo futuro. Si può dunque ipotizzare che le imprese high-tech pisane sembrano attraversare una fase di vitalità, dal momento che una larga maggioranza di queste si trova attualmente in un ciclo virtuoso di investimenti in R&S-introduzione di innovazione sul mercato (il 38% di imprese “in crescita”). Negli altri due gruppi, quelli di imprese “consolidate” e di imprese “in regressione” sono invece evidenziati casi di maggiore difficoltà, data l’assenza di previsioni di investimento per il successivo triennio. Si tratta di un insieme di imprese numericamente inferiore al primo, ma che assume comunque una certa rilevanza (34% del campione). Di seguito vengono esaminati nel dettaglio i profili delle imprese high-tech appartenenti a ciascuno dei quattro cluster. Per ogni profilo vengono messe in risalto le caratteristiche salienti in termini di propensione all’innovazione, orientamento alla ricerca e sviluppo collaborativa e, in particolare, all’open innovation, l’orientamento al mercato ed i risultati economico-finanziari. 0%
20%
40%
60%
80%
100%
Ricerca di base Domanda di brevetto
open innovation
Consorzi R&S (EU) Collab. Università-EPR Partnership di R&S Alleanze strategiche per sviluppo prodotto
In crescita
Promettenti
Consolidate
In regressione
Figura 14 – Profili di innovazione delle imprese high-tech pisane.
1) Le imprese high-tech in crescita rappresentano il 38% del campione. Si tratta di aziende che prevedono di effettuare investimenti nel prossimo triennio e che nel corso degli ultimi tre anni hanno trasformato i risultati della R&S in nuovi prodotti/servizi, commercializzandoli sul mercato. Fa parte del cluster delle imprese “in crescita” oltre l’80% delle imprese high-tech con domanda di brevetto, evidentemente
funzionale
alla
commercializzazione
dell’innovazione
ed
alla
16
protezione dei risultati della ricerca dalla concorrenza nazionale ed internazionale. Il cluster delle imprese in crescita riporta una elevata propensione alla ricerca e sviluppo collaborativa: il 50% delle imprese è partner di consorzi aderenti a progetti europei di ricerca e innovazione (ad esempio, 7° Programma quadro e Horizon), ed una quota altrettanto importante svolge regolarmente attività di R&S in collaborazione con Università ed enti pubblici di ricerca sul territorio. Particolarmente elevata è la propensione all’open innovation, in particolare alle alleanze strategiche con imprese partner per lo sviluppo di nuovi prodotti (oltre l’80% dei casi). L’andamento degli utili nell’ultimo periodo disponibile appare nettamente positivo (in oltre l’80% dei casi è stato realizzato un utile elevato). Dal punto di vista della proiezione internazionale, le aziende in crescita si configurano sia come “imprese esploratrici” (mercati esteri, concorrenza nazionale) che come imprese “radicate” (mercato nazionale, concorrenza nazionale) che, in misura minore come imprese “globalizzate”. Entrambi i gruppi sono popolati da aziende ICT, affiancate da aziende
della
filiera
Life
Sciences
(gruppo
“esploratrici”)
e
di
quella
dell’energia/ambiente (gruppo “radicate”). 2) Le imprese high-tech “promettenti” - o “in corsa” - rappresentano il 28% del campione. Si tratta di imprese che non hanno introdotto nuovi prodotti/servizi sul mercato nel corso dell’ultimo triennio, ma prevedono ulteriori investimenti in R&S, probabilmente volti all’ introduzione di innovazione tecnologica dai risultati della ricerca e, pertanto, all’accesso a nuovi mercati con nuovi prodotti/servizi. Il profilo strategico delle imprese “in corsa” e le loro caratteristiche dal punto di vista della propensione all’innovazione e della apertura ai mercati internazionali presenta elementi che possono essere definiti di tipo più “tradizionale” rispetto a quelli osservati per il cluster delle imprese in crescita. Pur in numero nettamente inferiore alle prime, infatti, le aziende high-tech “in corsa” svolgono attività di R&S in modo stabile, sia internamente che in collaborazione con Università e centri pubblici di ricerca. Se dal punto di vista della ricerca e sviluppo si osserva dunque una buona attitudine all’open innovation, ancora limitata è invece la propensione alle alleanze strategiche per lo sviluppo di nuovi prodotti. Si osserva inoltre l’assenza di domande di brevetto tra le imprese di questo gruppo conferma un orientamento ancora prevalente alla ricerca e sviluppo piuttosto che allo sviluppo di prodotti/servizi e di un business model rivolto al presidio di nuovi mercati. Dal punto di vista dei mercati prevale, tra le imprese in crescita, forte radicamento sul mercato nazionale. Si tratta del gruppo più eterogeneo da un punto di vista settoriale, che accanto alla prevalenza di imprese della filiera ICT include anche imprese delle filiere Servizi, Elettronica, Life Sciences, Meccanica avanzata. Come per le imprese in crescita, il gruppo delle imprese “in corsa” registra una forte variabilità nell’andamento degli utili ma, a differenza delle prime, nel 20% dei casi si è registrata una perdita, anche
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se contenuta. 3) Le imprese high-tech “consolidate” rappresentano il 16% del campione. Pur avendo introdotto nuovi prodotti/servizi sul mercato in seguito a precedenti attività di R&S tali aziende “vivono di rendita”, non avendo pianificato investimenti per il prossimo triennio. Da un punto di vista dei risultati finanziari queste aziende rappresentano oltre la metà delle imprese con “forte perdita”, e solo il 10% ha recentemente realizzato un utile contenuto. Le aziende high-tech definite come “consolidate” presentano un profilo scarsamente orientato alla ricerca ed alla brevettazione. Tali attività appaiono funzionali alla introduzione sul mercato di nuovi prodotti e non presentano caratteristiche di continuità. Dal punto di vista della propensione internazionale le aziende “consolidate” sono presenti sia sui mercati nazionali che su quelli internazionali ma nono presentano caratteristiche di leadership rispetto alla concorrenza prevalentemente nazionale Appartengono per lo più alle filiere ICT e servizi ad alta intensità di conoscenza. 4) Le imprese high-tech “in regressione” rappresentano il 19% del campione. Si tratta di aziende che non prevedono di effettuare investimenti nel corso del prossimo triennio, né hanno introdotto nuovi prodotti/servizi negli ultimi tre anni. Il cluster delle imprese “in regressione” è quello che mostra gli andamenti più critici dal punto di vista finanziario (nessuna azienda ha realizzato utili, in prevalenza perdite solo una piccola quota di stabilità. Pur svolgendo attività di ricerca in collaborazione con Università ed enti pubblici di ricerca, nel gruppo di aziende “in regressione” appare totalmente assente la propensione al mercato, tramite attività sviluppo interno o collaborativo di nuovi prodotti e, più in generale, di open innovation. Le imprese “in regressione” si classificano poi prevalentemente come imprese radicate sul territorio nazionale, in relazione alla localizzazione del mercato e della concorrenza. Il forte radicamento sul mercato locale si traduce in alcuni (rari) casi di leadership nazionale (imprese con una concorrenza di livello internazionale che puntano esclusivamente alle vendite sul mercato locale). Oltre ad imprese della filiera ICT, fanno parte di questo gruppo le imprese delle filiere Life Sciences ed energia/ambiente.
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BOX - Un caso di successo: Intel acquisisce Yogitech Lo sviluppo dell’Internet of Things (IoT) sta ottenendo una grande spinta da parte delle nuove industrie emergenti. I sistemi IT sono sempre più integrati nei sistemi operativi di edifici, fabbriche, automobili autonome, robot, e la sicurezza dei dispositivi elettronici diventa importante per una vasta gamma di opportunità di mercato. La motivazione con cui, il 5 aprile 2016, Intel ha acquisito, tramite Intel Capital, sua società controllata, il 100% di Yogitech, azienda pisana high-tech con sede a San Giuliano Terme è legata alla sua expertise consolidata e riconosciuta a livello mondiale in materia di Functional Safety (sicurezza funzionale) nei settori industria e automotive. Con questa acquisizione, Intel intende accrescere il suo impegno in segmenti di mercato di sistemi IoT che richiedono sicurezza funzionale ed alte prestazioni. Fondata nel 2000, Yogitech si è specializzata nello sviluppo di sistemi EDAS (Advanced driver assistance systems), uno dei segmenti dalla crescita più rapida dell’industria automobilistica. Yogitech è nata in un ecosistema, quello pisano, in cui la grande impresa è poco presente, e si è sviluppata in un periodo caratterizzato da forti difficoltà nel sistema finanziario che hanno frenato la disponibilità di capitale di rischio per le imprese high-tech. Il forte legame con il territorio, nato già in ambito universitario, ha consentito a Yogitech di creare le basi per il traguardo raggiunto nel 2016. Vari attori all’interno dell’ecosistema innovativo pisano e regionale hanno avuto la capacità di “guardare oltre”, creando per l’azienda opportunità di finanziamento e di contatti per entrare a far parte di progetti di ricerca e sviluppo ambiziosi, riconosciuti anche a livello Europeo e sviluppare capacità uniche nel campo della functional safety applicata all’ IoT. Al momento dell’acquisizione Yogitech aveva raccolto poco meno di 3 milioni di dollari. I suoi investitori comprendevano il Fondo Toscana Venture di SICI, il fondo Atlante Ventures (Intesa Sanpaolo) e la Camera di Commercio di Pisa a cui si deve il primo intervento nel capitale per sostenere gli investimenti iniziali. In seguito all’acquisizione, il team che compone la società di Pisa è entrato a far parte dell’Internet of Things Group di Intel. La sede di Yogitech è comunque rimasta sul territorio pisano.
Le imprese spin-off della ricerca universitaria. Le caratteristiche dell’alta tecnologia pisana, delineate nei precedenti capitoli, riflettono un modello di sviluppo in cui, a partire dai primi anni Novanta, il fenomeno della costituzione di imprese spin-off dalla ricerca universitaria ha assunto una dimensione di rilevanza nazionale. Secondo l’ultimo rapporto Netval sulla Valorizzazione della Ricerca Pubblica italiana4 la
Cfr. XIII Rapporto Netval sulla Valorizzazione della Ricerca pubblica Italiana. Ricerca, valorizzazione dei risultati ed impatto (www.netval.it). 4
19
Toscana rappresenta la prima regione in Italia per numero di imprese spin-off della ricerca universitaria attive al 31 dicembre 2015 (il 12,6% del totale nazionale). I primi dati aggiornati al 2016 mostrano che, delle 159 spin-off della ricerca con sede in Toscana, 69 sono localizzate nel territorio di Pisa (il 43% del totale), dove Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa e CNR si sono progressivamente consolidati come vere e proprie” “fucine di imprenditori high-tech” grazie alla qualità della ricerca svolta, l’effetto di imitazione innescato da alcuni casi di successo, la fornitura di servizi specifici da parte degli EPR, l’introduzione di specifici programmi a livello regionale, la presenza di operatori specializzati a livello locale e regionale a supporto della creazione di imprese innovative.
PISA
43%
24% 1
16% 3%
altri EPR fuori provincia
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Figura 15 – Incidenza delle imprese spin-off universitarie con sede a Pisa per EPR di origine (quote % sul totale regionale)
Si presentano di seguito tre casi di successo di imprese spin-off della ricerca universitaria pisana, nei settori informatica, meccatronica, fisica nucleare. Henesis, Sistemi intelligenti per la percezione artificiale della Scuola Superiore Sant’Anna. Henesis è una spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna nata nel 2007 che sviluppa e commercializza sistemi per la raccolta e l’elaborazione avanzata dell’informazione con tecniche proprietarie e
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brevettate di Intelligenza Artificiale, con la missione di contribuire significativamente al miglioramento della sicurezza e del benessere delle persone. Nel 2012 Henesis è stata scelta dalla MIT Technology Review come una delle 12 aziende italiane più innovative, collocandosi tra le 5 migliori Start Up, grazie a due suoi prodotti, “Beesper” e “Pantobot”. Il primo è una piattaforma completa per la raccolta dati distribuita attraverso una Wireless Sensor Network, analisi predittiva e notifica, utilizzata fra l’altro su fronti franosi, infrastrutture critiche, pareti rocciose; il secondo è il software più avanzato al mondo, unico certificato da Rete Ferroviaria Italiana, per la diagnostica remota completa, in tempo reale, dello stato di salute dei pantografi dei treni in corsa ed è stato affiancato nel 2015 da un sistema proprietario di acquisizione e ricostruzione tridimensionale; hardware e software sono protetti da brevetti internazionali. Dal luglio 2014 è entrata a far parte di Camlin Limited Group, realtà industriale presente in circa 20 paesi nel mondo, classificatosi nel 2014 al 54° posto nella “Sunday Times UK Tech Track 100”. All’interno del gruppo CAMLIN Henesis sviluppa e applica tecniche avanzate di machine learning, machine vision e digital signal processing a prodotti e servizi innovativi nei settori energetico/ambientale, delle brain computer interfaces per applicazioni biomediche e della sicurezza. Henesis ha stabilito la propria sede nell’area di Parma, città di Luca Ascari, socio di maggioranza dello spin-off. All’avvio delle attività, il docente ha ripreso i contatti con alcuni dei suoi ex professori presso l’Università di Parma.
Un esempio di student entrepeneurship: Ales Tech Srl, spin-off dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna. Ales Tech progetta e realizza sistemi meccatronici per il controllo della dinamica e delle vibrazioni. La start up nasce dall’Hyperloop Team Pisa, un gruppo di studenti in ingegneria dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna che nel corso del 2016 è stato selezionato (unico in Italia e fra i pochi in Europa) per partecipare alla “SpaceX Hyperloop Pod Competition”, gara universitaria a livello globale indetta da Elon Musk, per presentare il “concept” della navicella fondamentale nella composizione di Hyperloop. Il sistema su cui si muoverà sarà costituito da tubi di acciaio sui quali le navicelle, chiamate “Pod”, viaggeranno sino a sfiorare la velocità del suono, in maniera ecologica, sicura, confortevole. Sembra fantascienza, m ainvece è una sfida ingegneristica mondiale, di cui l’Italia fa parte e che presto potrebbe trasformarsi in realtà, soprattutto all’indomani dei test condotti nel deserto del Nevada (Usa), che hanno dato esiti positivi. Anziché concentrarsi sulla progettazione dell’intero veicolo, gli studenti pisani hanno rivolto l’attenzione alle sospensioni della navicella e alla questione delle vibrazioni, criticità legata alle grandi velocità in gioco. Per affrontare il problema è stato realizzato un sistema innovativo, oggi brevettato, di sospensioni smart, capaci di leggere anche la minima imperfezione del tracciato, di massimizzare il comfort per i passeggeri e di garantire la stabilità delle navicelle anche quando esse dovessero raggiungere altissime velocità. Il progetto teorico di queste sospensioni è stato presentato in Texas, in occasione della competizione universitaria a cui il team italiano è stato invitato a partecipare. La tecnologia di Ales Tech, patent pending, è una soluzione meccatronica avanzata che fa uso di componenti di derivazione industriale (attuatori elettromagnetici), automotive (smorzatori) e di software di controllo. La sospensione è attiva in quanto si comporta come un piccolo robot; attraverso sensoristica di precisione posizionata sul veicolo e sulle sospensioni, il sistema è in grado di rispondere ad ogni minima sollecitazione proveniente dal tracciato, intervenendo posizionando correttamente gli elementi di appoggio (pattini o ruote) con tempi di risposta inferiori al
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millisecondo. La versatilità della tecnologia la rende facilmente trasferibile ad altri contesti dove le vibrazioni rappresentano un fattore critico o limitante. Ales Tech Srl si è quindi costituita come azienda nel maggio 2016. Per la produzione delle innovative sospensioni ha contattato fornitori italiani per acquistare le parti meccaniche necessarie. Sempre nel 2016, dopo aver stretto accordi di partnership tecnica con tre università americane al lavoro sullo sviluppo dell'intero veicolo, Ales Tech è riuscita nella difficile impresa di realizzare in pochi mesi (e interamente in Italia) i primi prototipi funzionanti di sospensioni attive. I prototipi, già montati sui veicoli statunitensi e testati, sono stati presentati durante la fase finale della SpaceX Hyperloop Pod Competition, a fine gennaio 2017 a Los Angeles. Diversi riconoscimenti nazionali e internazionali stanno contribuendo a far conoscere Ales Tech: l’azienda a giugno 2016 ha vinto il G.I. Start-up contest di Confindustria, a luglio 2016 si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento DITECFER Leader in Railway Innovation 2016 da parte del Distretto Tecnologico Ferroviario della Toscana, partecipando alle finali europee tenutesi ad Innotrans 2016 (Berlino), la più grande manifestazione del settore ferroviario al mondo. Ales Tech ha inoltre vinto un bando startup da parte dei Lions Toscana. Inoltre, i giovani fondatori mantengono un dialogo aperto con altri studenti universitari. A questo proposito è stato progettato un programma in ottica di open innovation che si chiama “Hyperloop Team Italia”, che coinvolge le più grandi università italiane per stimolare la ricerca su Hyperloop. Il caso dimostra che l’imprenditorialità innovativa sta diventando un fenomeno diffuso anche tra studenti undergraduates.
PIXIRAD: dalle astroparticelle al mercato. PIXIRAD, costituita come società spin-off dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) nel 2012, e acquisita a febbraio 2017 da PANalytical, è una dimostrazione di come la ricerca curiosity driven ed in particolare la ricerca nella fisica, può dare vita a tecnologie innovative con significativo impatto a livello economico e sociale. PIXIRAD nasce dal lavoro del gruppo di ricerca di Ronaldo Bellazzini, della Sezione INFN di Pisa, impegnato nella ricerca su tecnologie di rivelazione di particelle ed in particolare nello studio della radiazione cosmica. La rilevanza del know-how acquisito ha portato il gruppo di ricerca ad individuare applicazioni per la tecnologia sviluppata, ed a portarla sul mercato attraverso un’iniziativa imprenditoriale. Le ragioni di questa scelta sono principalmente etiche, risiedono nella consapevolezza del possibile impatto dei risultati di ricerca acquisiti e nella volontà di “non lasciarli nel cassetto” o comunque non limitare il loro beneficio alla sola comunità scientifica. Nel 2010 si è iniziato a ragionare sulle applicazioni della tecnologia, con l’obiettivo di un’impresa che mirasse alla commercializzazione di soluzioni innovative, creando così occupazione e ritorni per la società. La creazione della spin-off, costituita da Ronaldo Bellazzini, Massimo Minuti, Gloria Spandre, Alessandro Brez e Michele Pinchera, è caratterizzata da una proprietà intellettuale pregressa: prima è stata brevettata la tecnologia e successivamente costituita la società, nella forma di Srl. INFN non ha partecipato alla costituzione della spin-off attraverso l’acquisizione di quote, ma ha fornito ai ricercatori l’utilizzo di spazi, laboratori e strumentazioni, nonché lasciando ai ricercatori autonomia nella gestione delle proprie attività, imprenditoriali e di ricerca. PIXIRAD ha avuto una partenza molto accelerata. Nel corso del 2012 è stato depositato il brevetto, costituita la società e nell’autunno dello stesso anno, dopo aver dimostrato la realizzabilità e il potenziale delle proprie soluzioni, la spin-off ha ottenuto un investimento consistente da parte di un
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investitore istituzionale. I primi cinque anni della vita di PIXIRAD sono stati caratterizzati dal raggiungimento di diverse milestone importanti per la sua rapida evoluzione. PIXIRAD ha sviluppato sensori ad alta tecnologia per la rivelazione e misurazione di radiazioni. Inizialmente il lavoro si è focalizzato sullo sviluppo dei processi costruttivi e sulla messa a punto del primo prodotto, un sensore per raggi x in un alta banda (da 1 a100 KeV). PIXIRAD ha così iniziato a commercializzare il proprio prodotto, puntando in un primo momento al mercato dell’imaging medicale, e raggiungendo rapidamente il break-even. La tecnologia sviluppata ha trovato applicazioni nell’ambito della radiologia digitale, essa consente di “contare i fotoni”, ed allo stesso tempo classificarli in base alla loro intensità e misurare il livello di assorbimento delle radiazioni, nonché di ottenere un imaging radiologico a colori. Successivamente la spin-off si è orientata verso i mercati dell’imaging scientifico e industriale, e i suoi rivelatori sono diventanti una soluzione all’avanguardia per tecniche di analisi strutturale dei materiali come la diffrazione e la cristallografia ai raggi X. In questa fase, punto chiave dello sviluppo e del successo di PIXIRAD, è stata l’acquisizione di un cliente importante, PANalyitcal (ex Philips Analytical), controllata dall’inglese Spectris e operante nel campo della strumentazione per analisi e caratterizzazione dei materiali. PANalytical era molto interessata alla tecnologia della spin-off, che gli avrebbe consentito di estendere e migliorare la propria offerta. È stato così definito un “Supply Agreement” in esclusiva e PANaytical ha iniziato ad utilizzare i rivelatori di PIXIRAD nel suo sistema la diffrazione ai raggi X (Empyrean). PANalytical, a fronte dei notevoli risultati ottenuti e della necessità di incorporare la tecnologia di PIXIRAD in un crescente numero di sistemi, ha deciso di acquisire la spin-off. A seguito di una lunga trattativa, nel 2017 PIXIRAD è stata acquisita da PANalytical, e Ronaldo Bellazzini è diventato Advisor della società.
Considerazioni conclusive. - Il numero di unità locali ad alta tecnologia operanti a Pisa può ritenersi senz’altro buono. Il territorio provinciale rappresenta, dopo quello della provincia di Firenze, il secondo più popolato da imprese high-tech in Toscana. - Le localizzazioni di imprese ad alta tecnologia a Pisa generano sul territorio buoni livelli occupazionali, con elevata incidenza - in particolare - di lavoratori high-skilled. L’occupazione pisana high-tech ha avuto inoltre un andamento migliore rispetto alla media regionale negli ultimi anni. - Tuttavia, i livelli medi di occupazione e fatturato per impresa sono relativamente bassi: il territorio di Pisa è infatti in prevalenza popolato da imprese high-tech di micro e piccole dimensioni. - A fronte di dimensioni medie inferiori rispetto alla media regionale, i livelli di addetti in ricerca e sviluppo e di occupazione high-skilled (S&T) sono tuttavia particolarmente elevati. Le imprese svolgono attività di ricerca e sviluppo in maniera stabile e hanno introdotto in media 2,5 nuovi prodotti sul mercato nell’ultimo triennio. - Circa metà delle imprese ad alta tecnologia pisane opera sui mercati internazionali. Esistono quindi chiari margini di crescita in relazione all’altra metà. - Si evidenzia dunque una situazione dinamica, in crescita. Ciò che sembra auspicabile è che
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continui ad aumentare il numero di nuove imprese high-tech, ma allo stesso tempo anche un aumento della dimensione media, attraverso la crescita di almeno un certo numero di imprese. Sarebbe senz’altro auspicabile anche l’insediamento a Pisa di grandi imprese high-tech e/o dei loro laboratori di R&S.
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