Nissim su Il Tirreno

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Nissim: «Un ricordo che ci può insegnare a riconoscere l'orrore» L'ARTISTA EBREO

«Il giorno della memoria ci mostra gli orrori di ieri, ed è importante per non dimenticarli. Ma soprattutto ci può aiutare ad individuare l'intolleranza, le discriminazioni, le sofferenze. Insomma, gli orrori di oggi, che sono tanti e in tutto il mondo».Piero Nissim, musicista e teatrante toscano da sempre vicino alle tematiche della Shoah, crede profondamente nel valore del giorno della memoria, ma sente an che la necessità di attualizzarne il messaggio e proiettarlo sui tanti punti di sofferenza del ventunesimo secolo. Nissim partecipa spesso in tutta Italia ad eventi pubblici legati a queste tematiche, e lo fa anche per onorare l'impegno del padre Giorgio, scomparso nel 1976, ebreo antifascista che tra il 1943 e il 1944 fu il principale animatore della rete clandestina Delasem in Toscana, medaglia d'oro della Repubblica Italiana alla memoria al valor civile per la sua azione che solo tra le province di Pisa, Lucca e Livorno portò alla salvezza di almeno 600 correligionari. La carriera artistica di Piero Nissim ha invece avuto inizio a metà degli anni '60, e come interprete di musica popolare lo ha visto prima nel Canzoniere Pisano, quindi nel Nuovo Canzoniere Italiano. In seguito affiancherà alla musica il teatro di animazione con l'allestimento della compagnia Crear è bello. Dal 2005 ha ripreso a fare concerti dal vivo con un repertorio di canti ebraici e yiddish. In questi giorni è impegnato in una tournée nelle scuole e nei teatri della Campania.

«Girando per le scuole - dice - mi rendo conto che di questi temi i ragazzi ne sanno davvero poco. Inoltre è difficile trovare il canale giusto di comunicazione. Io punto sui canti yiddish e sulla loro forza di comunicazione emotiva. Ma anche sulle storie vissute in diretta dalla mia fa-

miglia. Quello che sento l'esigenza di sottolineare è la necessità di allargare lo spettro di questi ricordi: non ci si deve fermare allo sterminio ebraico, ma bisogna chiarire che si è trattato di un' operazione ancor più vasta e tremenda che ha coinvolto oltre agli ebrei anche gli zingari, gli omosessuali, i dissidenti politici, insomma tutti i "diversi". Il Giorno della memoria deve essere contro tutte le discriminazioni. Ë poi importante attualizzare questa memoria. Onorare le vittime della follia nazista, sì, ma anche individuare oggi dove sono - e purtroppo sono tante-le situazioni di intolleranza, di discriminazione e di sofferenza nel mondo attuale, i "nuovi ebrei" di oggi. Nel mio piccolo faccio questa operazione, perché il famoso "mai più" nasca mettendo a fuoco le cose con la coscienza e con il cuore».

Una giornata, quella di oggi, che per gli ebrei ha una valenza ulteriore. «Non può essere che così, gli ebrei sono stati le principali vittime, ogni famiglia di sopravvissuti ha avuto i suoi morti, quindi è un modo per onorarli. Mia madre, lituana, ad esempio è l'unica superstite della sua famiglia: era in Italia a studiare medicina, e nel 1941 il padre gli scrisse di non rientrare. Non ha più rivisto nessuno dei suoi familiari». Eppure la giornata si celebra solo dal 2000, e per mezzo secolo non se ne era sentita la necessità. «L'importante -aggiunge Nissim - è che a un certo punto sia arrivata questa legge, istituita in Italia da un senatore come Furio Colombo, particolarmente attento a questi temi. Comunque che mio padre aveva salvato centinaia di ebrei si è saputo solo 70 anni dopo, e questo per la semplicità di un animo che non aveva bisogno di vantarsi, di manifestarsi. Altri non hanno parlato per anni perché cercavano di dimenticare, di cancellare gli orrori, di ricominciare». E per Nissim il Giorno della memoria non è una risposta a chi iniziava a mettere in dubbio la Shoah. «Il revisionismo negazionista - conclude - c'è, ma la risposta sta piuttosto nel grande lavoro di ricerca, nella documentazione davvero incontrovertibile, nei musei come quello drammatico e bello di Gerusalemme, il Yad Vashem».


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Un'immagine di Giorgio Nissim

Piero Nissim durante un concerto


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