visioni / leonardo bellini
Segreti e accorgimenti per farsi trovare su LinkedIn
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ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
Farsi trovare su LinkedIn dalla propria target audience è altrettanto importante che avere un sito o un blog ben posizionati per alcune parole chiave target. Ciò che bisogna ottimizzare…
i fatti del giorno
marketplace
company
Media
Dopo solo due anni di vita la startup ha fatto parecchia strada
La serie tv in esclusiva sul digitale in chiaro dal lunedì al venerdì
Un accordo a tutto tondo pone le basi per la partnership industriale
Il Piano è ambizioso, ma il rischio di bloccarsi davvero molto elevato
Per Instabrand arriva il sostegno finanziario targato Ti Capital
Su MTV scatta la quinta stagione di “Modern Family”
L’isituto di ricerca Swg è pronto ad affiancare Voices of the Blogs
Tutti gli ostacoli prima di arrivare alla banda ultra larga
scenario
La lettera di Bill per i quarant’anni
26 link
coverstory
No, non è la BBC, questa è la Rai Tv...
Il modello di un nuovo Economist
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Il Ddl per la riforma della radiotelevisione pubblica è stato presentato. Tra osservatori delusi o critici, c’è qualcuno spezza una lancia a favore
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i fatti del giorno
mercato Ha solo due anni, ma di strada ne ha fatta parecchia la startup fondata nel 2013
Per InstaBrand arriva il sostegno finanziario di TI Capital
Con la più grande rete internazionale di influencer a disposizione, la piattaforma aiuta a costruire e gestire in autonomia una campagna, tenendo conto delle strategie e degli obiettivi di ogni brand, riuscendo a raggiungere milioni di persone in modo autentico e significativo di Sebastiano Zeri
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a solo due anni, ma di strada ne ha già fatta parecchia. La startup fondata nel 2013 e oggi tra le principali piattaforme di influencer mobile marketing, ha annunciato di aver ottenuto un primo round di finanziamento da un gruppo di investitori guidato da TI Capital, che le darà la possibilità di espandere la propria attività a livello globale attraverso più canali social. E nello stesso tempo di sviluppare ulteriormente la propria piattaforma di analytics proprieta-
Brian Norgard
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Eric Dahan
ria per consentire ai propri clienti di investire con maggiore trasparenza e incrementare il Roi. Nell’Advisory Board di InstaBrand spiccano anche Randall Cox, Digital President di Relativity Media, e Brian Norgard, Vice Presidente con responsabilità per i prodotti advertising a Tinder. Eric Dahan, Ceo e Co-Founder di Instabrand, si è subito dichiarato molto entusiasta del supporto ottenuto: «Siamo molto felici di annunciare il completamento di questo primo investimento. Il concetto di oggi è completamente rivoluzionato e i contenuti vengono distribuiti attraverso nuovi canali: gli influencer sono diventati i nuovi produttori di contenuto. E’ per le aziende è facile collaborare con pochi di loro alla volta; ma se si vuole scalare il processo le cose iniziano a farsi complicate. La nostra soluzione unisce l’efficienza e la trasparenza di un programmatic ad exchange con il nuovo significato di popolarità, e questo recente finan-
ziamento ci aiuterà a sviluppare ulteriormente il nostro tool. Vogliamo diventare l’ad exchange di questo nuovo mondo, più social». E il nuovo membro del board, Brian Norgard, ha aggiunto: «InstaBrand è leader di mercato in un settore della comunicazione pubblicitaria che sta esplodendo. Hanno ha disposizione una tecnologia unica e un incredibile network di influencer. Questo è il futuro dell’advertising che conosciamo oggi». E il management di TI Capital, in una nota, ha sottolineato il significato della decisione di sostenere la struttura: «Cerchiamo imprenditori intelligenti che siano appassionati e determinati a fare la differenza nell’industria di oggi e il team di InstaBrand corrisponde a questo profilo. Abbiamo alle spalle un percorso segnato da successi nel lanciare e trasformare le aziende in imprese di successo; siamo certi che le nostre risorse permetteranno ad InstaBrand di espri-
mere al massimo il suo potenziale». La tecnologia di InstaBrand, azienda basata a Los Angeles, in California, permette ai brand di connettersi con facilità con gli influencer del web e di monitorare i progressi e la crescita di un progetto con analisi dei dati accessibili in tempo reale. Con la più grande rete internazionale di influencer a disposizione, la piattaforma aiuta a costruire e gestire in autonomia una campagna, tenendo conto delle strategie e degli obiettivi di ogni brand, e raggiungendo milioni di persone in modo autentico e significativo. InstaBrand porta l’attenzione sul branding e il posizionamento del brand, contando già tra i propri clienti molte importanti aziende dei settori moda, lifestyle, cinema e intrattenimento, automotive, tecnologia e grande distribuzione. Tra queste figurano L’Oréal Paris, Calvin Klein, Dolce & Gabbana, Hyundai, Kia, Samsung, McDonald’s e P&G. ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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IL CONSORZIO DEL COMMERCIO ELETTRONICO ITALIANO
Aprile 2015
#eCommerceForum
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Per maggiori informazioni: Segreteria organizzativa e-Commerce Forum 2015 | Digital Events Srl, Viale Cassala 36 - 20143 Milano - Italy | iscrizioni@ecommerceforum.it
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i fatti del giorno di Vera Modesto
mercato
All’eCommerce Netcomm Forum lente d’ingrandimento sul settore eTravel
Nel nostro Paese l’ambito del travel ecommerce potrebbe rappresentare un importante volano di crescita, dato che solo il 10% del mercato turistico italiano è realizzato in modalità digitale: per questo motivo ci sarà un workshop dedicato al tema dal titolo “Un distretto dell’eTravel a supporto di operatori e startup” di Ottavia Quartieri
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ancano poco meno di due settimane all’apertura della decima edizione dell’eCommerce Netcomm Forum, che si terrà martedì 21 aprile al MiCo, nel complesso fieristico milanese in via Gattamelata 5. L’evento vedrà come protagonista assoluto Netcomm, il consorzio del Commercio Elettro-
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nico Italiano, che proprio in questa giornata terrà un workshop dedicato all’ambito del travel eCommerce. Durante l’incontro, che avrà come titolo “Un distretto dell’eTravel a supporto di operatori e startup”, si analizzeranno concretamente le possibilità per sfruttare l’enorme potenziale che questo settore potrebbe rappresentare nel nostro Paese. Si tratta di un ambito dal potenziale enorme so-
prattutto per un Paese come l’Italia, che ha fatto dei viaggi e del turismo uno dei suoi punti di forza, ma che ancora è troppo poco sviluppato a livello di progetti e startup attive nel settore. Secondo alcune ricerche effettuate recentemente e che verranno riprese all’interno del dibattito all’eCommerce Forum, il mercato turistico italiano vale 110 miliardi di euro ma meno del 10% è realizzato in
eCommerce, mentre altre nazioni, al contrario, tale percentuale raggiunge e supera il 50%. Vi sono, dunque, margini enormi di crescita e un ampio spazio per gli attori italiani attivi nell’etravel e per le startup del settore. Per far luce su queste tematiche e incentivare alla ricerca e allo sviluppo, il consorzio lancia Netcomm Travel, il suo primo vertical industriale, che ha l’obiettivo di sviluppare il travel eCommerce in Italia. L’obiettivo è quello di creare un distretto degli operatori di questo settore, che abiliti, faciliti e acceleri la nascita di startup che vogliano fare leva sull’enorme, ma ancora poco sfruttato e ancor meno digitalizzato, patrimonio italiano di prodotto esperienziale. Funzionamento e finalità del distretto che dovrebbe venirsi a creare saranno descritti durante il workshop e, inoltre, verranno identificate le cosiddette quick win, cioè le azioni più facili da portare a termine e a maggior impatto per l’ecosistema. Tra i protagonisti del dibattito saranno presenti il presidente di Netcomm Roberto Liscia, Angelo Ghigliano, Country Director eDreams OdigeO Italy e Fabrizio Giulio, Managing Director Sud Europa Expedia Italia, insieme a molti altri esperti del settore.
aziende
Vaillant, nuovo sito per raccontare oltre 140 anni di storia
Oggi molto spesso si sente l’esigenza di ridare nuovo vigore ai siti online di brand e aziende e questo bisogno si sente in maniera ancora più chiara e forte quando alle spalle si ha una storia di oltre 140 anni. Stiamo parlando del gruppo creato nel lontanissimo 1874 da Johann Vaillant a Ramschied in Germania, che da allora non ha mai smesso di crescere e innovarsi tanto che da ieri è online il nuovo sito Vaillant, rivisto nella grafica e nei contenuti, per rendere più semplice, veloce e chiara la navigazione. Look contemporaneo e cambiamenti strutturali: colori vivaci, immagini che attirano l’attenzione e la nuova sezione prodotti è in primo piano; per ogni prodotto, inoltre, vengono fornite informazioni chiare e complete e, grazie ai diversi filtri di ricerca, diventa intuitivo ottenere la soluzione desiderata perché i risultati vengono ridotti. Molto importante anche la sezione “contatti” che consentirà ai visitatori di indentificare il riferimento più adatto alle proprie esigenze. Il sito è stato progettato per essere responsive, dunque visualizzabile da casa o dall’esterno su pc, tablet o smartphone, e questa caratteristica consente di adattare i contenuti in maniera ottimale a qualsiasi schermo per rendere l’esperienza di navigazione semplice, rapida e adatta a ogni misura. ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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i fatti del giorno eventi
di Massimo Luiss
Teads protagonista al festival Medioera di Viterbo, tra Outstream e Viewability Antonella La Carpia, direttore marketing e comunicazione, andrà in rappresentanza della società per illustrare, tra le altre cose, alcuni formati innovativi come l’inRead
D Costa Crociere lancia sul mercato la formula “Soddisfatti o rimborsati” Forti dell’eccellente qualità del servizio offerto della compagnia italiana, i dirigenti Costa hanno deciso di promuovere questa iniziativa, supportata da una campagna pubblicitaria in onda su tv, radio e online, realizzata da Havas Worldwide Milan di Ottavia Quartieri
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oddisfatti o rimborsati”, la celebre formula di marketing lanciata in occasione di piccoli prodotti che ha spopolato negli passati, da oggi è possibile applicarla anche a un viaggio in crociera. Costa Crociere, infatti, è la prima compagnia a lanciare nel mercato del turismo italiano questa promozione innovativa: tutti i clienti che prenoteranno una crociera dal 3 aprile al 31 maggio 2015 potranno chiedere il rimborso della loro intera vacanza nel caso non siano soddisfatti. Semplicemente rivolgendosi al servizio assisten-
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za clienti sulla nave e compilando un apposito modulo, gli ospiti Costa possono chiedere entro 24 ore dal loro imbarco sulla nave di interrompere il viaggio ed essere rimborsati al 100% di quanto effettivamente pagato: il biglietto della crociera, eventuale biglietto dell’aereo, treno o altro mezzo di trasporto inclusi nella prenotazione, le tasse portuali, la quota di iscrizione, la quota di servizio, i servizi aggiuntivi già pagati ma di cui non si è ancora usufruito. L’iniziativa è stata lanciata dopo aver registrato un altissimo livello di soddisfazione tra i passeggeri di Costa, infatti 9 su 10 la raccomandano, e
la promozione è al centro della nuova campagna pubblicitaria, in onda dal 5 aprile per tre settimane, in tv, radio e online, realizzata in collaborazione con l’agenzia creativa Havas Worldwide Milan. «Solo un leader come Costa poteva dare un messaggio così forte al mercato - ha commentato Neil Palomba, Direttore Generale di Costa Crociere - Siamo sicuri della qualità eccellente delle nostre crociere e il nostro obiettivo è quello di portare in crociera il maggior numero di ospiti che non l’hanno mai provata prima: una volta a bordo di una nostra nave, siamo sicuri che rimarranno soddisfatti».
omani prenderà il via “Medioe- Antonella ra”, festival di cultura digitale che la carpia si terrà a Viterbo, e vedrà la partecipazione di Teads, il leader mondiale nel mercato del video advertising che rappresenta anche la prima realtà promotrice di strategie di outstream video. Proprio Outstream e Viewability sono le parole chiave per realizzare una campagna pubblicitaria di successo e saranno anche l’argomento principe della kermesse a cui parteciperà, in rappresentanza di Teads, Antonella La Carpia, che ricopre il ruolo di direttore marketing e comunicazione. In un momento come questo, siamo continuamente
colpiti da informazioni ed è fondamentale prestare una forte attenzione alla percezione che l’utente avrà del brand. La soluzione di Teads è proporre formati innovativi come l’inRead, in grado di mantenere un alto livello di viewability e di aumentare ampiamente le inventory a disposizione dei publisher, soddisfando gli interessi dei brand, degli utenti e degli editori. «Le strategie legate a formati instream sono superate: abbiamo capito che non è funzionale “obbligare” un utente a guardare un contenuto pubblicitario prima di poter raggiungere il contenuto d’interesse. Vogliamo ridare dignità al contenuto pubblicitario».
Progetti
Politica e tecnologia sono sedute allo stesso tavolo per costruire il futuro delle Smart City
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e amministrazioni comunali e il digitale. Nel sentire comune vengono percepiti come due rette parallele destinate a non incontrarsi mai, troppe sono le distanze che, apparentemente, le hanno destinate a correre su binari opposti. In realtà si sta lavorando per far si che si trovi un punto P di incontro, che chiameremo “Città Smart”. Questa sera, infatti, a partire dalle ore 18 il teatro Parenti di Milano ospiterà un evento dedicato alle Città del Futuro, una tavola roton-
da che metterà a confronto alcuni dei più giovani sindaci italiani con le più innovative realtà del digitale e dei servizi. Stefano Boeri, il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’a.d. di 77Agency Amedeo Guffanti hanno riunito allo stesso tavolo alcuni importanti sindaci italiani, in rappresentanza delle amministrazioni comunali e soprattutto esponenti di spicco del mondo digitale italiano. Saranno presenti Luca Colombo, Country Manager di Facebook Italia e Salvatore Ippolito, Country Manager
di Twitter Italia, insieme a SisalPay, 2Pay.it e alla scuola di robotica di Genova per confrontarsi su come costruire le città del futuro. Amedeo Gufanti ha fortemente voluto l’incontro di queste realtà e ha dichiarato: «Mi piace pensare che favorire momenti d’incontro fra persone concrete, chi si occupa della vita dei cittadini tutti i giorni, chi di aziende posizionate sulla frontiera dell’innovazione nei servizi, possa stimolare ulteriormente la possibile apertura di nuovi progetti pilota». ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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i fatti del giorno
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website
Restyling per Pam Panorama insieme all’agenzia Olojin Oltre al cambiamento grafico e strutturale del sito, si è deciso di riunire sotto un’unica sigla le tre insegne precedenti Nasce www.pampanorama.it, il nuovo sito, realizzato dall’agenzia Olojin, per Pam Panorama che offre così ai propri clienti un servizio ancora migliore e più vantaggi. Pulito e lineare, funzionale, interattivo e semplice da navigare grazie all’aggiunta di nuovi filtri tematici nelle aree magazine e ricette e a una struttura chiara e ben visibile, all’interno della quale poter trovare in modo facile e veloce offerte, informazioni e tutte le novità dal mondo Pam Panorama. Si tratta di un passo importante perchè il nuovo sito riunisce sotto un’unica sigla le insegne Pam, Pam local e Panorama, a testimonianza di una profonda condivisione di mission, idee, filosofia e qualità. Oltre alle informazioni su prodotti e alla consultarzione dell’area dedicata a Carta perTe, la carta fedeltà del gruppo, non mancano infatti ricette, news, volantini promozionali, visibilità sui diversi progetti educational e sociali, un’area appositamente dedicata ai prodotti a marchio e una sezione ad hoc per il nuovo Magazine.
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aziende Soluzione efficace per un business più agile
social
Si consente a un gruppo di utenti di sfruttare la potenza di elaborazione dell’in database alla velocità in memory per finalità di reportistica, analisi ad hoc e anche analytics avanzati
Disponibile da desktop o mobile, è l’app di live broadcasting che permette di condividere tutto con gli amici in tempo reale
Streamago di Teradata analytics for sap riesce a E’ Tiscali: file audio integrare i dati ERP in near real time e video live su Fb di Ottavia Quartieri
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eradata, azienda focalizzata nelle soluzioni per l’analisi dei big data e sulle applicazioni per il marketing, ha annunciato che la soluzione Teradata Analytics for SAP è in grado di trasferire dati in near real-time dalle applicazioni ERP SAP nelle applicazioni analitiche e di reportistica a livello enterprise. Il nuovo approccio aiuta le aziende a sfruttare il valore di business insito nelle loro applicazioni ERP. Teradata Analytics for SAP cattura automaticamente e fornisce i dati più aggiornati dalle applicazioni ERP SAP e li
integra con i dati non-SAP presenti nel Data Warehouse Integrato. Questo consente a un più ampio gruppo di utenti di sfruttare la potenza di elaborazione dell’in-database Teradata alla velocità in-memory per finalità di reportistica, analisi ad hoc e analytics avanzati. «Teradata Analytics for SAP è una soluzione efficace, che può essere implementata in poche settimane, per supportare decisioni di business più agili» ha affermato Franco Vittone, a.d. di Teradata Italia. «Fornire l’accesso a dati in near real-time, consente ai clienti di usare informazioni aggiornate dalle applicazioni ERP SAP per attività di bu-
siness intelligence funzionali a tutte le strutture aziendali». Una volta integrati tutti i dati nell’IDW Teradata, gli utenti possono avvantaggiarsi dell’utilizzo di oltre 150 dashboard di Teradata Analytics per Soluzioni SAP e di report aziendali standardizzati in categorie chiave come la contabilità finanziaria, l’analisi della spesa e della produzione. «Integrare dati SAP e non SAP in un IDW Teradata apre nuove possibilità a tutti gli utenti di prendere decisioni di business rapide e personalizzate sulla base di analisi complesse cross-funzionali» ha commentato Scott Gnau, presidente di Teradata Labs.
mercato Rafforzata la leadership nel servizio di video streaming
Octoshape entra nell’orbita di Akamai dida
Il servizio ottimizza la qualità dei flussi video per contenuti over-thetop e per consentire soluzioni per la televisione via internet protocol
Octoshape è un’azienda leader nel settore delle tecnologie per la distribuzione video su banda larga ed è stata recentemente acquisita da Akamai con l’obiettivo di migliorare le competenze e le perfor-
mance di quest’ultima nell’ambito di ottimizzazione di video streaming. Grazie a un’unica combinazione di tecnologie brevettate, i servizi Octoshape sono pensati per ottimizzare la qualità dei flussi video
per contenuti over-thetop e per consentire soluzioni per la televisione via internet protocol. Attraverso questa acquisizione, Akamai rafforza la propria leadership nell’offerta dei servizi per lo streaming video.
Tiscali presenta oggi Streamago Social, l’app iOS che per la prima volta in assoluto rende possibile trasmettere video e audio in diretta sul tuo profilo e le tue pagine Facebook direttamente da browser e smartphone, arricchendo così la comunicazione social con un nuovo potente strumento di live broadcasting. Si può accedere a Streamago Social con l’account Facebook grazie a una chiara e immediata interfaccia utente in pochi e semplici passaggi, e condividere materiale sui profili personali e sulle pagine pubbliche della piattaforma. È possibile taggare amici senza uscire dal social network e questa caratteristica rende possibile la visualizzazione di tutti i flussi di interazione. Il live streaming è disponibile su desktop o mobile e, in attesa, di un miglioramento della disponibilità di banda in mobilità, risulta molto utile la possibilità di limitare il live streaming a un flusso audio. ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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MARKET PLACE
i protagonisti principali della serie televisiva
In esclusiva sul digitale pubblico, dal lunedì al venerdì, alle 18:30
Su Mtv si riforma la “Modern Family”
E’ scattata la quinta stagione di una serie tv molto amata, insieme ai suoi protagonisti: Gloria, Cam, Phil, Mitch, Manny di Marianna Marcovich
La popolarissima serie tv “Modern Family” ha ripreso a imperversare sugli schermi televisivi, arrivando in esclusiva sul digitale e pronta a tenere compagnia al pubblico di Mtv tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, alle 18:30. Lo scorso venerdì 3 aprile, infati, sul canale del gruppo Viacom è scattata la quinta, attesa stagione di una serie molto amata, insieme ai suoi protagonisti principali Gloria, Cam, Phil, Mitch, Manny, che insieme a tutti gli altri personaggi sono nuovamente in video con una nuova e scoppiettante stagione che regalerà non pochi colpi di scena. La quinta stagione è iniziata con una proposta di matrimonio, mentre Manny si sta preparando a un
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viaggio in Colombia per andare a trovare la famiglia di Gloria, Haley regala grandi emozioni, con un nuovo flirt che si inserisce nella sua relazione con Dylan. In occasione del lancio della seconda stagione di “16 anni e incinta Italia”, in arrivo su Mtv Italia da stasera, alle 21:10, sempre Mtv ha deciso di dedicare il pomeriggio di Pasqua a una speciale maratona della prima stagione italiana del docu-reality. Domenica scorsa, dalle 16:00 alle 21:00, su Mtv Italia (visibile al
canale 8 del Dtt) è stato, quindi, possibile rivedere i momenti più toccanti delle storie delle protagoniste della prima stagione. Inoltre, sempre stasera, in occasione della nuova stagione, alle 20:15, su Mtv Italia va in onda una puntata speciale di “16 anni e incinta - Un anno dopo”, dove vedremo come stanno e cosa fanno oggi le protagoniste della prima stagione della versione italiana del docu-reality di Mtv alle prese con la loro vita quotidiana. Mentre lunedì scorso, alle 16:00, ha preso il via una nuova settimana di “Ginnaste - Vite Parallele”, il docu reality di Mtv che racconta i sacrifici sportivi e le difficoltà della vita quotidiana fuori e dentro la palestra, rimanendo centrale il tema delle difficoltà che si incontrano nel passaggio dall’adolescenza alla vita adulta dei giovani atleti con tutte le problematiche che questo comporta. In questa quarta settimana, vedremo i protagonisti del docu-reality alle prese con i duri allenamenti in vista delle gare del Campionato di Serie A. Con gli allenamenti molto intensi la tensione per i ragazzi si fa sentire e porta a conseguenze negative come la difficoltà di concentrazione su studio e allenamenti. Il giorno della gara, ad Ancona, i ragazzi dovranno dimostrare di essere capaci di mettere da parte la paura ed essere in grado di guadagnarsi un posto sul podio. ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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MARKET PLACE
Un primo bilancio a meno di due settimane dal lancio in italia
E’ boom per Periscope, social dello streaming live entusiastica accoglienza per l’app di twitter che è stata capace, in un brevissimo arco di tempo, di coalizzare un’utenza molto eterogenea e creativa di Sebastiano zeri
Passati una decina di giorni dal lancio, l’app di Twitter per il live streaming Periscope fa qualche conto e si accorge di aver fatto il pieno di fan, superando per link alle dirette la rivale Meerkat, più “vecchia” di un mese circa. Secondo il contatore online di Topsy, solo nel weekend d’esordio i link alle dirette su Periscope condivisi sul microblog hanno sfiorato quota 100 mila, con un vero e proprio picco nella giornata di sabato (51 mila), segnando un netto sorpasso dei tweet con link a dirette su Meerkat. «Siamo entusiasti dell’accoglienza che Periscope ha ricevuto - afferma Salvatore Ippolito, country manager di Twitter Italia -, quello che si può già notare, a poco più di una settimana dal lancio, è che l’utenza è davvero molto eterogenea e creativa. Periscope, in
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questo senso, è molto simile a Twitter. È Twitter, ma in video: live, conversazionale e pubblico». In Italia l’accoglienza è stata delle migliori, con testimonial come Fiorello e Jovanotti tra i cosiddetti “early adopters” e con numerosi esperimenti in itinere, dalle redazioni giornalistiche (ad esempio quelle dei quotidiani La Stampa e la Repubblica) alle radio (da Radio24 a Radio Deejay), ai partiti (l’intervento di Matteo Renzi alla recente direzione Pd è andato anche su Periscope). E con i suoi primi fenomeni, come la cantante Lidia Schillaci che con i suoi live è stata notata anche da una bibbia dell’informazione tecnologica come Mashable. L’app è servita anche a trasmettere l’omelia della Messa della mattina di Pasqua, celebrata in Duomo dall’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola. Il fenomeno ha tutte le potenzialità per non restare una moda del momento. Ne è convinto Mario Morcellini, pro-rettore alla Comunicazione dell’Università La Sapienza: «Se la tv era considerata una finestra sul mondo, con Periscope è come avere le pareti della propria vita in trasparenza».
In calendario una nuova serie, sempre per il 2016, del genere drama: “Montauk”
Netflix conferma la produzione della quarta stagione di “House of Cards”
La societa si sta impegnando anche nella produzione di uno sketch comedy show, scritto e interpretato da bob odenkirk e david cross Netflix ha confermato la produzione della quarta stagione di “House of Cards” che debutterà nel 2016. E ha in calendario una nuova serie, sempre per il 2016, del genere drama, “Montauk”. Si tratta di otto puntate da un’ora, scritte e dirette da Matt e Ross Duffer, due filmaker emergenti e grande seguito. La societa si sta impegnando anche nella produzione di uno sketch comedy show, scritto e interpretato da Bob Odenkirk e David Cross, che hanno gia lavorato insieme in una serie per HBO. ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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FIORENTINA e NAPOLI L’Europa League è arrivata ai quarti di finale e le squadre impegnate promettono spettacolo. È il momento di raggiungere i loro milioni di tifosi pianificando sulle reti Mediaset che trasmettono in esclusiva assoluta tutti gli incontri.
Sul tetto d’Europa
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MARKET PLACE
Gli arredi del gruppo pugliese protagonisti di “La scelta”, con la regia di Michele Placido
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interamente ambientato il film. «Collaborare con Natuzzi è stata una bella esperienza - afferma il regista Michele Placido -. In questo film ho cercato di esprimere la passione per la mia terra d’origine, la Puglia, e collaborare con un’azienda così radicata ed espressione del territorio e del Made in Italy è stato un valore aggiunto». E proprio la Puglia è stata eletta a musa ispiratrice ed espressione del Dna della marca Natuzzi. La Puglia è per l’azienda di Santeramo una vera e propria icona di riferimento, che è stata anche studiata, in tutte le sue espressioni, nel corso di un lungo e minuzioso lavoro di brand identity recentemente concluso. Un appuntamento da non perdere al cinema, quindi, per una visione all’insegna del talento e dell’eccellenza Made in Italy. “La scelta” è distribuito da Lucky Red e prodotto da Federica Vincenti per Charlot e Golden Art Production in associazione con Avvenia.
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Natuzzi torna al cinema. E lo fa alla grande. Gli arredi e il negozio Natuzzi Italia fanno da sfondo ad alcune delle struggenti vicende narrate ne “La scelta”, l’ultima opera di Michele Placido, uscito sugli schermi italiani lo scorso 2 aprile. Il film, che ha come protagonisti Raul Bova e Ambra Angiolini e vede la partecipazione dello stesso Placido e di Valeria Solarino, si ispira al testo teatrale “L’Innesto” di Luigi Pirandello. E’ la storia di Laura (Ambra Angiolini) e Giorgio (Raul Bova): una coppia innamorata che cerca un figlio che non arriva e che dovrà affrontare una scelta importante a seguito di un avvenimento doloroso che li coinvolgerà. Nella prima scena che vede protagonista Natuzzi, Ambra Angiolini si reca a trovare la sorella Francesca, interpretata da Valeria Solarino, che lavora come interior decorator in Natuz-
zi e le confida un’importante novità. La scena è girata interamente nello show room Natuzzi Italia. Nella seconda scena, Laura torna allo show room Natuzzi per confrontarsi con Francesca. Durante il loro dialogo si vedono numerosi arredi del gruppo, tra cui le poltrone Re-vive, la grande novità dell’azienda italiana, un vero prodotto icona per momenti di relax indimenticabili. Gli arredi Natuzzi sono stati utilizzati anche in altre scene, ambientate a Bisceglie, in Puglia, dove è stato interamente girato il film. Gli ambienti Natuzzi, dunque, entrano a far parte della sceneggiatura integrandosi nella narrazione, valorizzandone i contenuti. Questo progetto cinematografico segna non solo il connubio tra l’eccellenza del cinema italiano di Placido e del Made in Italy espresso da Natuzzi, ma evidenzia anche lo stretto legame con la Puglia, terra di origine di Placido e Natuzzi, dove è stato
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La pellicola, nella quale placido figura anche fra i protagonisti, è distribuita da Lucky Red e prodotta da Federica Vincenti per Charlot e Golden Art Production in associazione, con Avvenia. e la Puglia è stata eletta a musa ispiratrice ed espressione del Dna di una marca prestigiosa
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Natuzzi torna al cinema
La sua sopravvivenza è fatta di tanti piccoli 5x1000.
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MEDIA La pubblicità al cinema.
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COVER STORY
Il ddl per avviare la riforma della radiotelevisione pubblica è stato presentato
No, non è la BBC, questa è la Rai Tv…
Molti osservatori si dicono delusi. Altri sono critici. Qualcuno spezza una lancia a favore. Ecco i punti da cui partirà la discussione parlamentare per arrivare ad avere una nuova azienda televisiva di Stato. Si spera fra non troppo tempo di Daniele Bologna
Qualcuno, come sempre avviene, potrà dirsi deluso. Per altri è comunque un passo avanti. Certamente, sono rimasti molto sorpresi, purtroppo in negativo, tutti quelli che si aspettavano che il ddl “Disciplina della governance della RAI s.p.a.” - pubblicato la scorsa settimana, nel tardo pomeriggio di venerdi 3 aprile, sul sito governo. it -, contenesse interventi di ampio respiro per disegnare un nuovo modello di servizio pubblico. Il ddl, molto scarno, in sei articoli interviene, invece, con alcune modifiche sul decreto legislativo datato 31 luglio 2005, numero 177, e sulla Legge Gasparri per ridefinire i criteri di nomina e il modello di governance della Rai; e per liberare la Rai dagli obblighi che le erano stati imposti uniformandola alle
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COVER STORY Una nuova governance. molto potere all’a.d. nominato dal cda su proposta dell’assemblea, risponde al consiglio della gestione aziendale e sovrintende alla organizzazione e al funzionamento dell’azienda nel quadro dei piani e delle direttive definite dal consiglio di amministrazione
aziende pubbliche. Il ddl, dunque, assegna un ruolo diretto al Governo nella nomina del cda, presente anche con due rappresentanti nel consiglio (ridotto da nove a sette membri), limita il ruolo dei partiti, togliendo di mezzo la Commissione Parlamentare di Vigilanza, per coinvolgere direttamente Camera e Senato (che sceglieranno due membri a testa) e inaugura la prassi di far partecipare i dipendenti che possono esprimere un consigliere. Una lista di soli quattro membri Al comma 6 dell’articolo 2 del ddl si può leggere che “L’elezione del consiglio di amministrazione avviene sulla base di una lista composta da quatro membri, eletti due dalla Camera dei Deputati e due dal Senato della Repubblica con voto
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limitato; due membri sono di nomina governativa, designati dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze e un membro designato dall’assemblea dei dipendenti di Rai Spa secondo modalità che garantiscano la trasparenza e rappresentatività della designazione stessa”. Il ruolo del cda della Rai viene depotenziato e uniformato seguendo i criteri utilizzati nelle società per azioni, perdendo i superpoteri decisionali e politici avuti finora. Dice infatti il ddl: “… oltre ai compiti allo stesso attribuiti dalla legge e dallo statuto della società, approva il piano industriale, il piano editoriale, il preventivo di spesa annuale, gli investimenti superiori a 10 milioni di euro”. Ridimensionato, quindi, il ruolo della Commissione
Parlamentare di Vigilanza che viene privata dei suoi poteri di nomina del cda, ma rientra in scena quando si tratta di affrontare la revoca dei componenti del consiglio di amministrazione (articolo 2 del ddl, al comma 7) che viene “deliberata dall’Assemblea ed acquista efficacia a seguito di valutazione favorevole della Commissione parlamentare per l’indirizzo
luigi
gubitosi
generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi”. La Commissione mantiene, invece, inalterate le sue “funzioni di indirizzo generale e di vigilanza dei servizi pubblici radiotelevisivi” con il consiglio di amministrazione che “riferisce annualmente alla medesima Commissione sulle attività della Rai s.p.a.”. La figura dell’amministratore delegato con
ampi poteri decisionali e autonomia è poi una novità fortemente voluta dal premier Matteo Renzi per la nuova governance della Rai. Nel ddl il nuovo ruolo viene descritto cosi: “L’amministratore delegato, nominato dal consiglio di amministrazione su proposta dell’assemblea, risponde al consiglio della gestione aziendale e sovrintende alla organizzazione e al funzionamento dell’azienda nel quadro dei piani e delle direttive definite dal consiglio di amministrazione; assicura la coerenza della programmazione radiotelevisiva con le linee editoriali e le direttive adottate dal consiglio di amministrazione; firma gli atti e contratti aziendali attinenti alla gestione della società, provvede alla gestione del personale dell’azienda e nomina i dirigenti apicali,
matteo
renzi
sentito il consiglio di amministrazione; propone all’approvazione del consiglio di amministrazione gli atti e i contratti aziendali aventi carattere strategico, ivi inclusi i piani annuali di trasmissione e di produzione e le eventuali variazioni degli stessi, nonché quelli che, anche per effetto di una durata pluriennale, siano di importo superiore a 10 milioni di euro. Investimenti sotto controllo E non è tutto, l’amministratore delegato provvede anche all’attuazione del piano di investimenti, del piano finanziario, del preventivo di spesa annuale, delle politiche del personale e dei piani di ristrutturazione, nonché dei progetti specifici approvati dal consiglio di amministrazione in materia
di linea editoriale, investimenti, organizzazione aziendale, politica finanziaria e politiche del personale”. Sarà interessante, allora, verificare dove si riuscirà a trovare un manager all’altezza di un compito così impegnativo, che si dovrà “accontentare” di uno stipendio di circa 250 mila euro all’anno se l’a.d. della Rai dovrà sottostare, come sembra, alla norma decisa proprio dal Governo Renzi nell’aprile di un anno fa che prevede un tetto agli stipendi degli amministratori delle società controllate dal Ministero del Tesoro. E per rendere ancora più delicata la ricerca di un supermanager per una poltrona così delicata e una mansione così carica di elementi critici, sempre il ddl specifica che “l’amministratore delegato non è dipendente di Rai s.p.a. e rimane in carica per tre anni dall’atto di nomina, salva la revoca delle deleghe in ogni momento da parte del consiglio di amministrazione, sentita l’assemblea” e che “in caso di revoca al medesimo amministratore spetta un’indennità pari a tre dodicesimi del compenso annuo”. Nel frattempo, al di là di questo nodo particolarmente duro da sciogliere, la parte del ddl che ha trovato particolare consen-
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so a Viale Mazzini riguarda la decisione di liberare l’azienda dagli obblighi legati ai contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che rendono un autentico inferno il lavoro di produzione soprattutto a RaiUno, RaiDue e RaiTre, obbligate a fare gare per ogni contratto con l’esterno. Il documento del Governo che accompagna il ddl spiega la decisione: “La Rai non è una municipalizzata di provincia, la prima industria culturale italiana non può sottostare a procedure cavillose chilometriche o avere l’incubo della Corte dei Conti, senza peraltro che questo l’abbia salvata da vicende poco chiare e scandali”. Il ddl trasferisce in pratica queste convinzio-
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ni, stabilendo che “I contratti conclusi da Rai s.p.a. aventi per oggetto l’acquisto, lo sviluppo, la produzione o la coproduzione e le relative acquisizioni di tempo di trasmissione di programmi radiotelevisivi sono esclusi dall’applicazione della disciplina del decreto legislativo 12 aprile 2006 numero 163, ai sensi dell’articolo 19 dello stesso decreto” e inoltre che “I contratti conclusi dalla Rai s.p.a. aventi per oggetto lavori, servizi, forniture di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria non sono soggetti agli obblighi procedurali previsti per tale tipologia di contratti dal decreto legislativo 12 aprile 2006 numero 163”.
Un problema per il futuro Uno dei problemi più importanti per il futuro della Rai, quello legato alle risorse economiche e cioè cosa fare con il canone (su cui ci si è esercitati per mesi senza partorire nessuna idea valida), viene rimandato ad altra data. Il ddl se la cava, insomma, delegando il Governo “ad adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge uno o più decreti legislativi per la disciplina del finanziamento pubblico alla Rai s.p.a. sulla base di quattro principi e criteri direttivi”. Eccoli: revisione della normativa vigente in materia di canone, tenendo conto della giurisprudenza delle corti superiori; efficientamento del
Il ddl ora c’è, la palla passa all’aula Dopo la mossa dell’esecutivo guidato da matteo renzi, gli osservatori si interrogano su quali saranno i tempi necessari allo stesso Governo per farlo digerire alla Camera e al Senato, dove c’è da aspettarsi senz’altro una battaglia dura e magari lunga, su tutti i fronti
sistema del finanziamento pubblico della RAI s.p.a. in considerazione del livello di morosità riscontrata, dell’incremento delle disdette, dell’analisi costibenefici nel perseguimento di politiche finalizzate a perequazione sociale ed effettività della riscossione; indicazione espressa delle norme abrogate; armonizzazione del sistema di finanziamento al modello societario della Rai s.p.a.”. Stesso escamotage anche per gli interventi promessi per riformare la Legge numero 177, più nota come Legge Gasparri, Ministro delle Comunicazioni del Governo presieduto da Silvio Berlusconi che l’ha varata, e per disegnare una nuova legge adeguata all’ attuale siste-
ma dei media. Come dice, infatti, l’articolo 5 del ddl, intitolato “Abrogazioni e riassetto normativo”, il Governo si dà “dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per la modifica del decreto legislativo 31 luglio 2005 numero 177, in materia di servizi media audiovisivi e radiofonici. La nuova regolamentazione punta al “riordino e semplificazione delle disposizioni vigenti e alla definizione dei compiti del servizio pubblico con riguardo alle diverse piattaforme tecnologiche, tenendo conto della innovazione tecnologica e della convergenza delle piattaforme distributive”. Si indica un anno dall’entrata in vigore del disegno di leg-
ge, ma quali saranno i tempi necessari al Governo per farlo digerire alla Camera e al Senato, dove c’è da aspettarsi una battaglia dura e lunga su tutti i fronti? Consiglio in scadenza Il cda della Rai, nominato agli inizi di luglio 2012, intanto sta per scadere. Lo statuto dell’azienda prevede infatti che “i componenti del consiglio di amministrazione restano in carica per la durata di tre anni e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio dell’esercizio sociale relativo all’ultimo anno di carica”. Poco più di due mesi con il Governo impegnato su molte altre partite legislative. Ed è è in scadenza anche il contratto trien-
nale del direttore generale. Luigi Gubitosi garantisce di mantenere il timone fin tanto che ce ne sarà bisogno, sempre che non gli arrivino proposte per altre posizioni all’altezza del sue capacità e aspettative. La Rai, comunque, è abituata a navigare con ogni tempo e quando si è trovata in mezzo alle tempeste della politica ha paradossalmente vissuto i suoi momenti migliori. Ma oggi i problemi da affrontare sono tanti e molto complessi, a partire da come fare i conti con il nuovo panorama mediatico in cui i colossi statunitenti, liberi dai condizionamenti della politica italiana, si agitano senza esitazioni, pronti a strappare quote di mercato alla Rai.
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L’istituto di ricerca triestino swg, con alle spalle un’esperienza trentennale, è pronto a sostenere la startup milanese
Il grande salto di Voices from the Blogs: lo sviluppo è in vista
di Davide De Vecchi
Conoscere nel dettaglio di cosa parla la rete, intuire le intenzioni di voto. Ma anche scoprire il miglior posto dove lavorare, cogliere la vacanza più “cool” del momento o il locale più alla moda. In pratica, capire cosa si “agita” sulla rete e cosa pensano gli italiani. Su molte questioni. Sta soprattutto qui la chiave del successo di una start-up milanese, nata all’interno dell’Università degli Studi di Milano e che ora si appresta a fare il grande sal-
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Un accordo a tutto tondo che pone le basi di una partnership industriale con l’obiettivo ambizioso di far nascere in Italia il più importante gruppo di ricerca scientifica e di mercato grazie all’integrazione tra i metodi di analisi tradizionale e quelli propri dell’universo Big Data to con l’arrivo nel capitale di un investitore di peso. Voices from the Blogs è nata nel 2010, quando due professori universitari, Luigi Curini e Stefano Iacus, e un ricercatore, Andrea Ceron, hanno unito il loro impegno per andare a scandagliare la rete. In quattro anni, la start-up
ha analizzato oltre 600 milioni di voci provenienti da Twitter, Facebook, Google+, Instagram, oltre che “sussurri e grida” da blog, forum e chat, da unire a news sui più svariati temi, dalla politica all’economia, dall’ambiente alle semplici percezioni degli internauti, come quando l’obietti-
vo è stato quello di capire se chi stava davanti a un computer, a un tablet o a un telefono era felice oppure no. Ora, arriva la possibilità di fare il grande salto con l’interesse di Swg, l’istituto triestino di ricerche di mercato che alle spalle vanta un’esperienza trentennale. «Alla fine della scorsa estate, conclusa la fase di start-up vera e propria, siamo entrati in un’ottica di consolidamento e crescita, frutto di una riflessione su Voices e sul mercato in cui operiamo. Dopo diversi colloqui
con potenziali investitori e partner industriali, si è materializzato questo accordo con Swg - spiega Luigi Curini, amministratore delegato di Voices from the Blog -, proprio grazie a una visione comune sul futuro. Un accordo a tutto tondo che pone le basi di una partnership industriale con l’obiettivo ambizioso di far nascere in Italia il più importante gruppo di ricerca scientifica e di mercato grazie all’integrazione tra metodi di analisi tradizionale e quelli propri dell’universo dei Big Data». «Credo molto nello sviluppo di un approccio articolato nella ricerca, che comprenda la raccolta dei dati primari e l’analisi degli stessi, ma che sappia interpretare e integrare l’enorme mole di dati oggi disponibili, con un modello innovativo, di lettura e gestione del presente, del cambiamento e del futuro che verrà» dice Adrio de Carolis, amministratore delegato di Swg, già sotto le luci della ribalta come azio-
nista e manager di DMail. «L’obiettivo - aggiunge De Carolis - è di consolidare la nostra leadership di pure player indipendente e integrato di data science». Un progetto che ha ottenuto l’avallo anche di Friulia spa, finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, azionista di Swg e presente nel cda con il co-amministratore delegato Maria Cristina Salami. «Questo accordo - aggiunge il pre-
Luigi curini
stefano iacus
sidente di Voices, Stefano Iacus - è una sfida affascinante, culturale prima che tecnologica, che consiste nel ripensare e comunicare efficacemente nuovi modi di fare ricerca statistica e nell’offrire nuovi servizi ai nostri potenziali clienti. Solo attraverso una sinergia tra mondo industriale e ricerca accademica, il cui collante è la visione comune sugli sviluppi in questo settore, è infatti possibile fornire risposte vincenti e innovative a questo nuovo fluire di dati e informazioni. La partecipazione di Swg alla compagine societaria di Voices è esattamente il frutto di questa filosofia». La società triestina acquisterà una quota del 22% attraverso un aumento di capitale a lei dedicato. Comprendere gli umori, le tendenze, i gusti del pubblico soprattutto giovane è diventato cruciale per veicolare messaggi e, in particolare, pubblicità. Preferibilmente personalizzata e in grado di evitare dispersioni.
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Il Paese ne ha un estremo bisogno, ma per arrivare al traguardo la strada è ancora molto in salita
Tutti gli ostacoli sul percorso che porta alla banda ultra larga
Un Piano ambizioso, ma che rischia di bloccarsi. Dei 6,2 miliardi di euro di fondi pubblici delineati nel documento presentato al Consiglio dei Ministri solo due sono già disponibili; gli altri quattro andrebbero sbloccati con un nuovo accordo tra il Governo e le Regioni 23
di Sebastiano Zeri
E’ ormai trascorso più di un mese. Era, infatti, il 3 marzo quando il premier Matteo Renzi presentava in Consiglio dei Ministri le linee guida per la diffusione della banda ultralarga. Esattamente poco più di un mese dopo, incrociando le informazioni che arrivano da Palazzo Chigi, dal Ministero dell’Economia, da quello dello Sviluppo economico e dalle diverse stanze coinvolte dell’Unione Europea sembra che il primo responso sia piuttosto chiaro: il Piano rischia già di bloccarsi. Dei 6,2 miliardi di fondi pubblici delineati nel documento solo due sono già disponibili; gli altri quattro andrebbero sbloccati con un nuovo accordo tra il Governo e le Regioni. Il primo decreto attuativo che era in rampa di lancio, il credito d’imposta per gli operatori che investono nelle nuove reti, sarebbe stato per ora “stoppato” dal Ministero dell’Economia per problemi di copertura. Un ulteriore decreto, sulla semplificazione degli scavi per la posa della fibra, è ancora in stand by al Ministero delle Infrastrutture. E nel frattempo la Commissione Europea avrebbe chiesto al Governo di predisporre un nuovo documento, molto più dettagliato, con una
serie di chiarimenti su tutti gli incentivi che si intenderebbe utilizzare. E che i rappresentanti del Governo saranno chiamati a presentare in un incontro con i tecnici di Bruxelles. Un bel rebus, la cui risoluzione, nel migliore dei casi, potrebbe richiedere qualche mese. Alcuni dettagli sullo stato dell’arte del Piano sono emersi anche nel corso di un recente convegno organizzato a Roma dall’Aiip (l’associazione dei provider) al quale hanno partecipato anche Raffaele Tiscar, ViceSegretario di Palazzo Chigi e coordinatore del gruppo di lavoro sul tema, e Alessio Beltrame, capo della segreteria del Sottosegretario alle Comunicazioni. La premessa di Tiscar punta, innanzitutto, a evitare allarmi: «Gli operatori telefonici devono stare buoni e tranquilli perché le risorse per il piano per la banda ultralarga ci sono e le modalità di erogazione verranno comunicate in un documento che stiamo elaborando a Palazzo Chigi». Il quadro è molto complesso. Due miliardi di fondi strutturali gestiti dalle Regioni (Fesr e Feasr) sono già disponibili. Circa 4,2 miliardi, a valere sul Fondo sviluppo e coesione di origine nazionale, hanno invece disponibilità di cassa solo dal 2017 e hanno oltretutto un vinco-
lo di localizzazione geografica a favore delle Regioni meridionali per l’80%. Vuol dire che per ripartire in modo più equilibrato le risorse, non trascurando proprio quelle regioni del Centro-Nord dove la domanda di banda ultralarga potrebbe essere più alta, «servirà un nuovo accordo con le Regioni», evidenzia Tiscar. Questione non rapida né trascurabile, visti i precedenti: per un problema analogo, un tris di misure che erano state previste dal decreto Destinazione Italia di fine 2013 (bonus ricerca, bonus libri e voucher per le Pmi digitali) non ha mai visto la luce. C’è poi una valutazione più complessiva da fare proprio con Bruxelles. Già da tempo il Ministero dello Sviluppo economico ha elaborato una bozza del decreto ministeriale sulle agevolazioni fiscali agli operatori e il 16 marzo ha chiesto un parere in tema di aiuti di Stato alla Ue, che si era impegnata a fornire una risposta entro una settimana. Nessun documento ufficiale è arrivato, ma in compenso sarebbe giunta la richiesta in via ufficiosa di preparare e sottoporre alla Dg Concorrenza un documento molto più dettagliato su tutti gli incentivi per il settore (già vigenti o in programma), comprese eventuali notifiche for-
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mali laddove non ancora fatto. «Un documento che - spiega Tiscar - illustrerà tempi e modalità di spesa dei fondi e che dovrebbe essere pronto entro aprile. Intanto - aggiunge - siamo già a buon punto su un decreto legge che introdurrà il Fondo di garanzia per gli investimenti degli operatori oltre ad alcuni interventi di semplificazione». Sul provvedimento fermo al Ministero dell’Economia, Tiscar ricorda che il credito di imposta (previsto dal Dl Sblocca Italia) «era stato ipotizzato come sperimentale per il 2015, ma ha sollevato perplessità da parte del Mef». Inoltre, il meccanismo è apparso farraginoso perché la disponibilità di cassa delle risorse, a valere proprio sul Fondo sviluppo e coesione, parte dal 2017. L’ostacolo si potrebbe aggirare attraverso un anticipo mediante prestito della Bei, ma occorrerebbe un’apposita norma, e ad ogni modo il decreto richiede «una doppia notifica a Bruxelles: sulla natura dell’incentivo e sulla possibilità di applicarlo anche nelle cosiddette aree nere, a determinate condizioni tecnologiche». Alessio Beltrame, che ha lavorato al Piano per conto dello Sviluppo economico, conferma che i rilievi mossi dal Ministero dell’Economia riguardano due aspetti:
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«C’è un problema generale di copertura, che il Mef ritiene necessaria da subito, cioè fin dalle manifestazioni di interesse degli operatori, e non dal momento della selezione. E c’è un problema legato al limite di defiscalizzazione annuale che l’Economia vorrebbe inserire». Sulla delicatissima questione del Fondo sviluppo e coesione, Beltrame definisce lo schema “80-20” troppo «rigido» per una materia come la diffusione nazionale della banda larga. «Serve un uso più intelligente di queste risorse», ha detto e sul punto, nelle prossime settimane, il Governo proverà a trovare una non semplice intesa con le Regioni. «Non dobbiamo dimenticare comunque - aggiunge Beltrame - che alcune misure che erano state inserite nel Dl Sblocca Italia per facilitare le reti ultraveloci sono già realtà, penso alla posa aerea della fibra ottica, all’obbligo di etichetta “broadband ready” per i nuovi edifici e all’equiparazione della posa a opera di urbanizzazione primaria. Quanto al nuovo decreto scavi abbiamo inviato la nostra proposta al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, con il quale restano divergenze, ma speriamo ancora di sbloccare il testo in tempi brevi».
la sede romana del ministero dell’economia
federica guidi
raffaele tiscar
alessio beltrame ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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Bill gates ieri
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La company statunitense ha festeggiato l’anniversario con uno scritto molto speciale
La e-lettera di Bill celebra i quarant’anni di Microsoft
Il fondatore Bill Gates ha voluto inviare un’email a tutto lo staff. Poche righe, dove il visionario capace di creare uno dei colossi high tech più conosciuti del mondo invita l’intero team a guardare al domani della multinazionale 26
di Vera Modesto
Microsoft ha compiuto quarant’anni. E il suo fondatore, tale Bill Gates, ha voluto festeggiare il “giorno speciale” inviando una e-mail a tutto lo staff. Poche righe, dove il fondatore di uno dei colos-
si high tech più conosciuti del mondo invita il suo intero team a guardare al domani della multinazionale. Ad adottare una visione prospettica, capace di dare nuovo vigore al presente e soprattutto ai trascorsi dell’impero di Redmond. “Oggi penso più
al futuro di Microsoft che al suo passato”, esordisce Gates. Il mondo non connesso, le persone ancora escluse dai benefici della tecnologia sono il suo chiodo fisso, il suo principale target di riferimento. Un pensiero diametralmente opposto alla fi-
losofia Apple e radicato nel goal iniziale della compagnia: “Un computer su ogni scrivania e in ogni casa”. “È stata un’idea audace - prosegue l’uomo più ricco del pianeta - e un sacco di persone ha creduto che fossimo dei matti a immaginare che fosse possibile. È meraviglioso pensare quanto l’informatica sia andata avanti da allora e siamo tutti fieri del ruolo che Microsoft ha svolto in questa rivoluzione”. Ma la storia dell’azienda sembra ormai qualcosa di poco conto, anche se di strada ne è stata fatta tanta. Era il 4 aprile del 1975, quando lui e Paul Allen - due giovanissimi innamorati della tecnologia - decisero di fondare quella che oggi chiameremmo la loro startup. Gates l’ha diretta fino al 2000, anno in cui ha preferito tenere per sé il ruolo di consigliere tecnico. Oggi è Satya Nadella a guidare il gigante dei software che allo stato attuale dell’arte vede i suoi prodotti sul 90 per cento dei computer in circolazione nel mondo. E conta più di 125 mila dipendenti. Ed è in particola-
re a loro e alla loro inventiva che il sessantenne ex presidente si rivolge per non lasciar scappare “l’opportunità di raggiungere più persone e più organizzazioni, sparse per il pianeta”. Dice: “La tecnologia è ancora fuori dalla portata di molte persone, perché è complessa e costosa; o semplicemente perché non vi hanno accesso. Così spero che penserete a ciò che potete fare per rendere il potere della tecnologia accessibile a tutti, per connettere le persone tra loro, e mettere il personal computing disponibile ovunque”. Per quel che riguarda, invece, le innovazioni, Gates menziona tra i suoi gioielli di punta Skype translator, Cortana e HoloLens. “Credo che il computing cambierà rapidamente nei prossimi dieci anni - continua -. Viviamo già in un mondo multipiattaforma e l’informatica diventerà persino più pervasiva. Siamo vicini al punto in cui computer e robot saranno in grado di vedere, muoversi e interagire naturalmente, sbloccando molte nuove applicazioni”.
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Se il coniuge è introvabile per evitare che gli arrivino i documenti per il divorzio, nell’era del social si può ricorrere a Facebook per spedirli. E’ quanto ha stabilito un giudice della Corte Suprema di New York.
Circa un mese fa, Bradley Horowitz ha annunciato (sempre attraverso G+) che Google Plus sarà “divisa” in due nuovi servizi: “Photos” e “Streams”, dove Photos, ovviamente, sarà dedicato a condividere immagini, mentre Streams più o meno tutto il resto. Chi fosse preoccupato per la sopravvivenza di Hangout, l’unico servizio di G+ ad avere attualmente un futuro, stia pure tranquillo: la videoconferenza firmata Google esistera ancora come servizio “stand alone”. Secondo gli esperti, si tratterebbe della fase di transizione “finale”, quella che porta, inevitabilmente, alla chiusura. E adesso?
Ora il divorzio arriva con Fb
Quale futuro per Google+?
THEVERGE.COM
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Le news come musica (di iTunes) Già nel 2009, era stato il New York Times a prendere in considerazione l’idea di vendere le news con un sistema di pagamento fisso, “stile” iTunes; ma poi, la testata newyorkese non ha avuto il “coraggio” di sperimentare la formula. Ce l’ha avuto, invece, il Winnipeg Free Press, che a partire dalla fine di aprile proporrà ai lettori (al di fuori del Canada) un paywall per cui, previa iscrizione, ogni articolo sarà acquistabile singolarmente a 27 centesimi di dollaro o con abbonamento mensile a 16,99 dollari. Con la possibilità di richiedere indietro i soldi se non si è soddisfatti di quanto letto.
NIEMANLAB.ORG
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MARKETINGLAND.COM
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Twitter, arrivano anche i commenti
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Importante novità in casa Twitter che ha finalmente rimesso mano alla funzione “Cita il tweet”, poco utilizzata a causa del limite di caratteri disponibili. Si tratta, in pratica, della possibilità di fare commenti...
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la testata britannica cerca soluzioni inedite di fruizione e monetizzazione, puntando sulle iscrizioni a pagamento e rifiutando il native adv
The Economist: informazione, lettori digital e l’insostenibile modello advertising-based
In occasione di una approfondita intervista con The Nielman Journalism Lab, Tom Standage, deputy editor for digital, ha rivelato il pensiero complesso e originale del magazine britannico su strategie digitali e ruolo della pubblicità online di Valentina Lunardi
Durante gli ultimi mesi The Economist è stato al centro di numerosi cambiamenti. In gennaio Zanny Minton Beddoes è diventata il nuovo editor del magazine, dopo che il suo predecessore John Micklethwait ha lasciato la testata per Bloomberg. Precedentemente, in novembre, è avvenuto il lancio di Espresso, una sorta di versione concentrata delle notizie giornaliere, distribuite in formato newsletter o visualizzabili in una app dedicata, che ha già superato i 600 mila download. E sembrerebbe che il magazine stia preparando la sua espansione in Cina e India, per aumentare il bacino dei propri lettori. Il Financial Times, infatti, ha recentemente riportato la notizia che le sottoscrizioni a pagamento hanno subito una flessione durante lo scorso anno, la prima degli ultimi quindici anni, ma la circolazione del magazine sia in formato digitale sia stampato si attesta a 1,5 milioni, un dato che vede un incremento del 64% rispetto al decennio precedente. È in questo panorama di profonde evoluzioni che si posiziona l’intervista di Joseph Lichterman di The Nielman Journalism Lab a Tom Standage, colui che è alla testa
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dell’impegno sul fronte digitale del magazine. E la conversazione è partita proprio da come i cambiamenti a livello di prodotto messi in atto da The Economist, rispondano alla visione digitale della compagnia e alla frammentazione e moltiplicazione pressoché infinita dell’informazione nell’era digitale. “Al momento esiste un vasto numero di importanti tendenze. Il nostro punto di partenza è vedere il digitale come un’opportunità, perché quello che facciamo, la nostra missione, non dipendono dal medium attraverso cui ci esprimiamo. Noi vendiamo un antidoto alla moltiplicazione infinita dell’informazione, attraverso un insieme finito e altamente curato di contenuti. Inizialmente, facevamo questo attraverso un prodotto stampato settimanalmente, poi la migliore soluzione è sembrata quella di porre quello stesso contenuto in formato digitale e distribuirlo attraverso un’applicazione”. Seppure le parole di Standage, sembrino vendere il concetto che The Economist possa offrire ai propri lettori una completa e perfetta esperienza informativa, questa illusione è presto smascherata dalle sue stesse parole, che sottintendono l’esistenza di un complesso sistema entro cui si immergono i contenuti,
Tom Standage, deputy editor for digital di the economist
piuttosto che una lineare possibilità di soddisfare l’esigenza informativa degli utenti. “Non sarà mai possibile fornire un indiscutibile e completo punto di vista rispetto a Internet, a Twitter e nemmeno al New York Times, per essere onesti. La promessa che noi facciamo ai lettori è che si fidano della nostra capacità di filtrare e distribuire le notizie e ci offrono un’ora e mezza del loro tempo, che rispecchia il tempo settimanale che i lettori dedicano a The Economist, gli diremo cosa sta accadendo ora di importante nel mondo. E se una persona legge una sola testata, noi
vogliamo essere quella singola voce”. Rispetto a questo obiettivo, secondo Standage, i confini tra stampa e digitale non hanno significato: la dimostrazione è Espresso, che rappresenta la risposta digitale della testata alla domanda “cosa è successo oggi?”: “Esistono moltissimi prodotti di daily news, ma quello che vogliamo fare noi è offrire ai lettori la sensazione di essere in anticipo sulle notizie”. Ma la vera singolarità dell’app dal nome energetico risiede in un aspetto che sembra secondario, ma in realtà agisce profondamente sugli user spingendoli ad ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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avere l’impressione di poter accedere a una sorta di completezza dell’informazione attraverso una singola fonte. Questo è il risultato creato dal non immettere link nei propri contenuti, offrendo una finitezza, un confine tangibile alla lettura che non sembra possibile nel frammentario mondo attuale, ma potrebbe rivelarsi un messaggio affascinante per i lettori. E non solo per quelli che parlano inglese: The Economist, grazie ai minori problemi organizzativi e di costo offerti dal digitale si starebbe preparando a lanciare edizioni in altre lingue, arricchite anche da un maggior uso di contenuti video, un format che, però, sembra presentare diverse difficoltà operative. Ma ciò che nel panorama attuale sembra davvero catturare le critiche di Standage è il modello delle nuove news company, create attraverso investimenti venture capital e basate su modelli di business incentrati sull’advertising, aspetto che secondo il manager segnerà il loro fallimento. “In questo contesto esistono due eccezioni, BuzzFeed e Vice. Loro sono agenzie con una news organization intrappolata all’interno, che serve allo scopo di fornire credibilità e reach. Non ho problemi con quel modello, credo sia ottimo e penso possiamo imparare molto da ciò. Ma credo che la vecchia idea che basti costruire un sito, metterci dentro un sacco di pubblicità e pagare con questa i giornalisti, non potrà funzionare a lungo”. Quindi, qual è la posizione di The Economist rispetto alla funzione che deve avere l’advertising in una news company? Semplicemente per Standage la pubblicità ha qualcosa di positivo, verrà utilizzata ancora per monetizzare dove sarà possibile, ma è destinata a scomparire. Per questo il magazine sta aumentando i propri investimenti nella sponsorizzazione di conferenze e white papers, che comprenderanno soluzioni di online adv: ma solo per permettere agli inserzionisti di comunicare un qualcosa collegandosi a un determinato argomento, cosa che non deve essere confusa con forme di native advertising. “Per me quello è
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l’obiettivo di the economist è quello di dare ai lettori un’esperienza informativa esaustiva e finita. deve dare l’impressione che basti leggere il magazine per sapere cosa è successo nel mondo. un modello che dal formato cartaceo si è riversato nel digitale, come si può vedere nell’app espresso, minimale e priva di link esterni. mentre nell’ottica di relativizzazione del ruolo dell’adv sostenuto dalla testata, i sistemi di immissione dei contenuti su piattaforme terze, come snapchat discover, producono una frammentazione dei ricavi che non porta ad arricchire i contenuti
un confine che non oltrepasseremo. Nel native i contenuti adv sono prodotti dallo stesso CMS di quelli editoriali: è una cosa che non vogliamo assolutamente fare”. Il modello perseguito dalla testata britannica è quello del “responsabilizzare” i propri utenti nel sostenere economicamen-
te l’attività giornalistica e fare delle sottoscrizioni la fonte principale di ricavo. Un concetto di relativizzazione del ruolo dell’adv che nasce dall’osservazione delle nuove abitudini e necessità degli user: “Ogni volta che viene presentato un nuovo social network, mi iscrivo. E ogni volta
penso, come fa a essere così piacevole? Poi mi rendo conto che il motivo è che non ci sono pubblicità, e penso che questo sia fantastico, ma per quanto potrà durare? Per me un altro spunto di riflessione è che il 41% dei millenials utilizza un ad block. Mia figlia ne utilizza uno regolarmente e lo installa in ogni device che utilizza. Rappresenta l’incubo degli advertiser: non lascia cookie e non visualizza alcun contenuto adv. (…) La realtà è che i giovani sono tutti fan di Snapchat, ad block e modalità di navigazioni incognita. E questo rende ancora più difficile creare modelli pubblicitari sostenibili”. Proprio a proposito dell’app di messaging più in voga del momento e della sua nuova feature Discover, Standage ha parlato di un altro importante trend che si sta affermando al momento e con cui tutte le compagnie di news dovranno confrontarsi: l’idea che i contenuti da esse prodotti possano essere esportati e consumati su altre piattaforme. “Il vantaggio, naturalmente, è l’aumento della reach e forse questo modello può funzionare se il tuo business model si basa sull’advertising. Ma non sono sicuro possa funzionare: questo implica semplicemente la divisione dei ricavi pubblicitari con qualcuno di esterno”. Standage, però, non ha escluso una certa validità delle piattaforme terze per il mondo delle news company, una partita che non si gioca nel campo dell’adv, ma in quello più complesso dell’immagine di brand. “Per completezza di argomentazione, ipotizziamo una collaborazione tra The Economist e Snapchat Discover: come potremmo monetizzarla? Una fetta potrebbe essere rappresentata dai ricavi pubblicitari, ma non vogliamo esistere in un mondo dove l’advertising è la maggiore fonte di guadagno per pagare i nostri stipendi. Per noi la domanda è: possiamo utilizzare Discover per aumentare la nostra brand awareness? No. Ma puoi ottenere lo stesso risultato con Snapchat Stories o utilizzando Instagram. Non puoi vendere contenuti adv, ma puoi utilizzarlo come un sistema per rafforzare il tuo brand”.< ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015
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SPAZIO A...
visioni
di
Matteo Dedè
regole e suggerimenti per farsi
Leonardo Bellini studi classici alle spalle, fiorentino di nascita ma milanese d’adozione, ha conseguito la laurea in Ingegneria elettronica a Firenze nel 1992 e l’Executive master in Business Administration pressoil MIP, Politecnico di Milano, nel 2003. Si occupa di Internet e business dal 1999. Dopo un periodo all’estero, presso Fuji Electric a Tokyo, ha lavorato in primarie aziende italiane di telecomunicazioni fisse e mobili (Italtel, Omnitel, Omnitel 2000, Vodafone) e di servizi internet (Matrix Communication, KMatrix, Virgilio Web Services). Responsabile del Portale Web di Omnitel 2000, si è poi occupato di web project management, marketing digitale e di e-business development presso Matrix-Virgilio fino al 2008, quando ha fondato il suo Blog e, successivamente, la società DML. Fondatore di Digital marketing Lab nel 2006, nello stesso anno ha pubblicato “Fare business con il web” per Lupetti Editore. Nel 2012 ha sviluppato e strutturato meglio l’offerta in formazione di marketing digitale, dando vita a DigitalMarketingAcademy. co-fondatore del Social case history Forum, da un’idea di Lorena Di Stasi
trovare su linkedin Farsi trovare su LinkedIn dalla propria target audience è altrettanto importante che avere un sito o un blog ben posizionati per alcune parole chiave target. Ciò che bisogna ottimizzare è il profilo LinkedIn oppure la pagina o gruppo aziendale su LinkedIn. Il profilo, dunque, dovrà apparire nei risultati di ricerca solo alle persone del proprio network. E quanto più il network è ridotto, tanto più sarà ridotta la probabilità che il profilo appaia tra i risultati. Per questo diventa importante espandere il proprio network. I risultati di ricerca, invece, dipendono dal livello di rilevanza o relevance score rispetto al searcher. Il ranking cambia in base al livello di rilevanza di chi ha effettuato la ricerca. Secondo LinkedIn, l’ordine dei risultati di una ricerca avanzata tiene conto del profilo, delle attività e dei collegamenti del searcher. Questi sono tra gli elementi che concorrono, appunto, al relevance score, un algoritmo proprietario che incide sul ranking dei risultati. Ed è più facile vedere ai primi posti dei risultati un profilo che è un collegamento condiviso, che è iscritto o frequenta gli stessi gruppi, che è apparso tra ricerche condotti da profili simili. E’ possibile anche raffinare la ricerca avanzata, applicando una serie di filtri (da 4 ad 8) per gli account premium, ossia a pagamento. Ed è anche possibile ottimizzare il profilo per le parole chiave grazie a una serie di accorgimenti. Innanzitutto, creando una lista di parole chiave che riflettano le proprie competenze, l’esperienza professionale e l’attuale esperienza lavorativa o il job title
che si sta cercando. E non andrebbero superare lesette parole chiave. Si può, inoltre, chiedere agli amici di collaborare nella verifica della lista delle parole chiave che sono state create. Bisogna, poi, effettuare un’analisi dei concorrenti. E sviluppare una ricerca delle parole chiave per le quali si desidera apparire ai primi posti. Il processo prevede a questo punto l’analisi dei profili di coloro che appaiono ai primi posti. Quante volte le parole chiave appaiono nel loro profilo? Dove sono collocate, in quale sezione? In questo modo ci si può rendere conto di quali siano le parole chiave usate da coloro appaiono ai primi posti, dove le hanno inserite e con quale frequenza. Una mossa ulteriore è relativa all’inserimento delle parole chiave selezionate nelle seguenti sezioni del profilo: qualifica ed esperienza attuale; settore industriale; esperienze precedenti; riepilogo; formazione; competenze e specialità. Così come non si può ottimizzare una pagina web per troppe parole chiave (tipicamente per una o due parole chiave), analogamente si potrà ottimizzare il profilo per poche parole chiave. Ma quali sono le parole chiave per cui va ottimizzato un profilo? LinkedIn suggerisce di inserire solo le parole chiave che riflettono realmente le competenze e la specifica expertise, ricordando di inserire le parole chiave all’inizio dei campi obbligatori e nella descrizione. E senza dimenticare che l’ottimizzazione del profilo in base alle parole chiave non è certo l’unico fattore che incide sul posizionamento. Perché c’è molto altro…
forum del made in italy
10/12 aprile - grimaldi forum @ principato di monaco una vetrina prestigiosa per le aziende italiane alla vigilia di expo 2015: il “sistema paese” in promozione
in programma presso il grimaldi forum, l’evento si svolge dal 10 aprile
In programma nel Principato di Monaco, dal 10 al 12 aprile, presso l’Ambasciata d’Italia, in Avenue de l’Annonciade 17, il Forum si propone di valorizzare le migliori realtà imprenditoriali del nostro Paese, portatrici dei valori di qualità e di creatività sulla scena internazionale, rendendole competitive nel mondo globalizzato anche attraverso forme di aggregazione tra imprese. Obiettivo prioritario del Forum è la promozione del “Sistema Paese” per favorirne crescita e sviluppo dell’economia, attraverso una piattaforma di discussione, incontro e interscambio di esperienze e valori tra istituzioni, business leader ed esperti. La seconda edizione del Forum Internazionale del Made in Italy avrà luogo presso il Grimaldi Forum del Principato e il filo conduttore di questa seconda edizione non potrà che essere Expo 2015, l’Esposizione Universale che si terrà a Milano a partire dal 1° maggio. Il Forum, promosso dall’Ambasciata d’Italia a Monaco - sede prescelta in quanto piazza importante per il trading internazionale e “vetrina del Made in Italy” per vicinanza geografica, economica e culturale - viene realizzato con il sostegno dei Ministeri degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, ed è organizzato in stretta collaborazione con l’Associazione degli Imprenditori Italiani del Principato di Monaco. ANNO VI | #062|MERCOLEDÌ 08 APRILE 2015