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spazio a‌ / world business forum

Appuntamento a Milano il 28 e 29 ottobre, al MiCo

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ANNO V | #076| VENERDĂŒâ€™ 04 LUGLIO 2014

Torna l’evento targato Wobi che richiama influenti business men da quindici paesi. Il parterre degli speaker è di assoluto prestigio. E ci saranno anche Oliver Stone e Steve Wozniak. Ma insieme a tanti altri.

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Assemblea Upa: primi moti di vera speranza

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Webranking lancia il suo nuovo blog

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Anche per LG, “Life is good�

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Il Tour de France è live su Eurosport

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Spotify sei anni dopo: un successo

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I bitcoin spiegati in soli tre minuti

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COVER STORY

Gli spender italiani riuniti a Milano per un appuntamento tra i più classici della industry

Dalla rassegnazione ai primi moti di speranza Nonostante l’incredulità ovviamente diffusa, l’annuale Assemblea Upa ha per la prima volta dopo anni di magra aperto allíottimismo. Niente voli pindarici, ma Lorenzo Sassoli De Bianchi, più onirico e metaforico del solito, complice una scenografia dai contorni psichedelici - a cura del Piccolo Teatro, musiche eseguite dal vivo da Luca Saporiti dei Marlene Kuntz, performance video dei Masbedo -, ha formulato previsioni di mercato finalmente un po’ confortanti di Massimo Luiss

lorenzo sassoli de bianchi, presidente di upa, durante la relazione all’assemblea

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alla rassegnazione ai primi moti di speranza. E anche le espressioni facciali denotavano i primi sintomi di ottimismo. Nonostante l’incredulità ovviamente diffusa, l’annuale Assemblea Upa ha per la prima volta dopo anni di magra aperto all’ottimismo. Niente voli pindarici, ma Lorenzo Sassoli De Bianchi, più onirico e metaforico del solito, complice una scenografia dai contorni psichedelici (a cura del Piccolo Teatro, musiche eseguite dal vivo da Luca Saporiti dei Marlene Kuntz, performance video dei Masbedo), ha formulato previsioni di mercato finalmente confortanti: «Gli investimenti pubblicitari hanno superato le colonne d’Ercole della rassegnazione, nel 2014 chiuderemo in pareggio. Si aprono nuovi orizzonti in cui le marche si lanciano in cerca di una brezza favorevole allontanandosi dalla bonaccia. Dopo sei anni di catastrofi combinate e segni meno possiamo dire che l’emorragia si è arrestata. E’ un primo segno contrastante, confortato però dalla fiducia dei consumatori che è ai massimi dal 2010. Tra coloro che hanno energia per sfidare il futuro il mio auspicio - ha proseguito Sassoli -, è quello di annoverare le grandi mar-

che multinazionali. Ma ovviamente questa è una sfida che lanciamo anche alla piccola e media impresa». Un balzo in avanti, il presidente dell’Upa, l’ha prospettato anche per le ricerche sulle audience, e in particolare per Auditel, il cui panel famiglie si allargherà dalle attuali 5.600 famiglie a 15.600, mentre è già partita la misurazione sperimentale dei contenuti televisivi sui pc e sui device mobili (smartphone e tablet). All’evoluzione delle ricerche sulle audience, che riguarderà anche Audipress, Audiweb e Audioutdoor, si affianca inoltre anche l’innovativa single source di Eurisko che misura insieme l’esposizione alla comunicazione e i comportamenti di consumo, sempre più un riferimento per le analisi strategiche da parte delle aziende associate Upa. Nella relazione d’apertura dell’Assemblea Upa non poteva mancare un riferimento diretto alla battaglia condotta negli ultimi tre anni per la riforma della Rai, «perché resti pubblica e governata da una Fondazione che sia espressione di chi paga il canone». Così come è stata ribadita l’assoluta rilevanza economica della proposta Upa per un tax credit sul valore incrementale degli investimenti pubblicitari, in modo da favorire una delle leve più incidenti ANNO V | #076| VENERDÌ’ 04 LUGLIO 2014


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COVER STORY

per la ripartenza dei consumi; altrettanto importante in tal senso potrebbe essere la defiscalizzazione degli investimenti sulle piattaforme di ecommerce. Sassoli ha rimarcato, inoltre, il concetto per cui «il nostro Paese senza la banda larga muore». Le aziende telco associate a Upa hanno puntato sulla copertura broadband del nostro territorio nelle campagne pubblicitarie, e a queste seguiranno significativi investimenti. Ma sul piano governativo siamo ancora indietro, e gli effetti si percepiscono quotidianamente: nella classifica della velocità di connessione siamo all’89° posto su 193 paesi, in Europa siamo gli ultimi; il Madagascar al 55°, l’Uruguay al 36°». Un riferimento importante il presidente Sassoli l’ha formulato presentando Marco Testa, presidente di AssoCom, come relatore all’Assemblea dell’Upa, «il presidente Testa sta svolgendo un significativo lavoro di ricompattamento dell’associazione e secondo noi questa è la strada giusta». Nel suo intervento sulle peculiarità del lavoro creativo Marco Testa ha sostenuto che: «la creatività è una continua ricerca, ma non è così distante, perché la creatività è tutta intorno a noi. Basta saper guardare». La relazione di Lorenzo Bini Smaghi si è incentrata su

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come far ripartire i consumi nel nostro Paese, sulla opportunità di agganciare la ripresa dei consumi alla creazione di posti di lavoro, e sulla necessità di realizzare questo obiettivo diventando competitivi. «E per diventare competitivi - ha sottolineato Bini Smaghi -, dobbiamo fare le riforme, quelle ormai note a tutti, dalla “lettera della BCE” alle raccomandazioni della Commissione Europea fino al Piano nazionale delle riforme, che oggi dobbiamo rapidamente attuare». Vittorio Meloni, direttore relazioni esterne di Intesa Sanpaolo, ha chiuso i lavori dell’Assemblea Upa con una relazione in cui sono stati messi in evidenza i punti di forza del sistema economico italiano, in particolare l’industria manifatturiera e l’export, due fattori che hanno consentito al nostro Paese di resistere all’onda d’urto di questa lunga crisi. Un paese, il nostro, che può contare oltre che sull’eccellenza della sua struttura imprenditoriale, vero asset della nostra economia, sulla grande forza patrimoniale delle famiglie, sulla straordinaria qualità delle risorse professionali e sul vastissimo capitale artistico e culturale, che rappresenta la nostra grande riserva di opportunità di crescita e di sviluppo.

Il parere di tre protagonisti

fabio vaccarono

Fabio Vaccarono, Google: «Roi e tecnologia per far ripartire il mercato pubblicitario»

lorenzo bini smaghi

raimondo zanaboni

Il mercato pubblicitario quest’anno rimarrà stabile. Né crescita né decrescita. E allora bisogna pensare a ripartire, a dare nuovo impulso a un comparto che negli ultimi anni, colpa anche delle deprimenti performance economiche, ha visto ridurre notevolmente il volume degli investimenti. «Il tanto atteso recupero del mercato ancora non cíè stato - afferma il managing director di Google Italy Fabio Vaccarono, incontrato in occasione dell’Assemblea Upa -. La profonda crisi dei consumi che ha colpito il nostro Paese ha fatto sì che le aziende stiano cercando un riequilibrio tra risultati e costi all’interno dei propri piani marketing. E affinché queste tornino a investire diventa fondamentale focalizzare le strategie pubblicitarie attorno al concetto di Roi, costruendo attività di comunicazione ispirate a misurabilità e performance. Le aziende, le piattaforme e le agenzie che hanno puntato in questa direzione stanno già raccogliendo risultati di crescita molto significativi, anche in un momento di apparente stagnazione».

Andrea Santagata, Banzai Media «In questi mesi cresciamo. La quotazione? Rimane un nostro obiettivo» vittorio meloni

marco testa

C’era anche Andrea Santagata, ceo di Banzai Media, all’Assemblea Upa. E così, al termine dei lavori, 360com l’ha incontrato per uno scambio di riflessioni. «L’evento è stato interessante e coraggioso, specialmente quando ha cercato di denunciare alcune situazioni difficili del mercato. Tuttavia si sarebbe potuto fare maggiore chiarezza su diversi punti, approfondendoli e affrontandoli con maggiore decisione», ha dichiarato Santagata. Poi il manager ha parlato della sempre più probabile quotazione di Banzai a Piazza Affari, «È un cantiere aperto per valutare se ci sono reali possibilità. Rimane comunque un obiettivo della nostra azienda, che sta crescendo in questi primi sei mesi dell’anno, nonostante il comparto digitale versi in una situazione non facile da interpretare. In particolare - prosegue Santagata - mi preme sottolineare le performance dell’ecommerce, un’area che è arrivata al punto di svolta».

Raimondo Zanaboni, Rcs: «Il digitale crea grande coinvolgimento. Ma non è la cura a tutti i mali» andrea santagata

«Il digitale, che fino a pochi anni fa ci aveva abituato a incrementi a doppia cifra, sta conoscendo un periodo di frenata, anche se complessivamente rimane un mezzo difficile da prevedere e misurare». Queste le parole di Raimondo Zanaboni, direttore generale divisione pubblicità di Rcs MediaGroup, al termine dell’Assemblea Upa. «Tuttavia, bisogna tenere presente che il web, nonostante crei un rapporto diretto con i consumatori, non è la cura a tutti i mali: la comunicazione è un’attività articolata che deve saper integrare tutti i mezzi, sfruttandone le peculiarità - prosegue Zanaboni -. Ad esempio, per i Mondiali di Calcio abbiamo predisposto un numero molto ampio di attività, che hanno coinvolto specialmente il cartaceo». ANNO V | #076| VENERDÌ’ 04 LUGLIO 2014


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MARKET PLACE

Si chiama “PausaPranzo@Webranking” e tratta di temi provenienti dal mondo del web marketing e non solo

Tradotto in 30 lingue e diffuso in più di 45 Paesi, il giornale è stato fondato nel 1872

La sigla, intanto, continua a crescere. e dando voce ai membri del team è pronta per condividere gli ingredienti per una pausa pranzo perfetta attraverso un blog in cui non saranno riportate notizie, ma condivise opinioni. e L’insolita denominazione assume in questo caso un significato molto particolare

Ecco l’edizione italiana dell’omonima rivista a stelle e strisce edita negli usa da Bonnier Corporation e in Italia da Kekoa Publishing, società del gruppo Sics

Webranking apre le porte al nuovo blog L’estate porta Popular Science nereo sciutto

di Vera Modesto

PausaPranzo@Webranking è il nome del nuovo blog dell’agenzia di web marketing. Un nome singolare, certamente atipico per il settore, ma a cui è correlato un particolare significato. «Per noi la pausa

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pranzo è un momento importante, che valorizziamo il più possibile e viviamo insieme. Come tutte le nostre pause pranzo, questo blog sarà un concentrato di curiosità e novità provenienti dal mondo del web marketing, ma anche una collezione di momen-

ti di vita che caratterizzano e formano il nostro modo di lavorare e di pensare dice Elena Caserini, marketing & communications manager di Webranking -. Le persone sono la risorsa più importante per fare grandi cose, e per questo motivo vogliamo dare un volto e una voce ai membri del nostro team. Nessuno meglio di chi lavora in Webranking può veicolare e trasmettere in maniera semplice e genuina i valori, la qualità del lavoro e la passione che ci spinge ogni giorno ad ampliare le nostre conoscenze e migliorarci in ciò che facciamo». Il blog è diviso in categorie, ciascuna delle quali ricalca le aree di business di Webranking. La categoria Digital Strategy è dedicata agli articoli di visione e qui intervengono Nereo Sciutto, presidente e cofondatore di Webranking, key account, commercia-

li e marketing. All’interno dell’area web marketing prendono la parola i consulenti di Webranking, trattando temi come pianificazione media, strategie seo, web analysis e content marketing. Nella categoria Web Tech, invece, si dà voce all’area Sviluppo di Webranking, quindi a web developer, web designer e web project manager. Ultima ma non meno importante, la categoria #Webrankers, in cui si parla di momenti di vita quotidiana in Webranking. La sigla, intanto, continua a crescere e dando voce ai membri del team è pronta per condividere gli ingredienti per una pausa pranzo perfetta attraverso un blog in cui non saranno riportate notizie ma condivise opinioni. Il tutto con l’intenzione di poter raccogliere il contributo e l’esperienza di chiunque abbia voglia di partecipare.

di Davide De Vecchi

Con l’estate arriva in tutte le edicola italiane Popular Science, edizione italiana della omonima rivista a stelle e strisce edita negli Stati Uniti dalla Bonnier Corporation e in Italia da Kekoa Publishing, società del gruppo Sics (Società italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria), in partnership con Gmp Periodici. Tradotta in trenta lingue e diffusa in più di 45 Paesi, Popular Science è stata fondata nel 1872 diventando in breve tempo il punto di riferimento di grandi scienziati desiderosi di spiegare alle persone comuni il valore delle innovazioni prodotte dalla ricerca. Nomi di altissimo valore fra cui spiccano Charles Darwin, Thomas Henry Huxley, Louis Pasteur, Henry Ward Beecher, Charles Sanders Peirce, William James, Thomas Edison, John Dewey e James McKeen Cattell. «Il nostro obiettivo, come avviene negli Stati Uniti da più di cento anni, è che Popular Scien-

ce Italia - spiega Francesco Maria Avitto, direttore responsabile di Popular Science Italia - diventi in breve tempo il ponte tra le principali università italiane, i grandi scienziati e un pubblico di appassionati sempre più desideroso di capire i meccanismi e le novità scientifiche e tecnologiche. La prima sorpresa che dedichiamo sia agli scienziati che ai lettori è la possibilità di consultare free, direttamente dal sito italiano www.popsci.it, tutto l’archivio storico dei numeri di Popular Science dal 1872 ai nostri giorni, una risorsa preziosa per rivivere le scoperte che hanno guidato l’innovazione negli ultimi 150 anni». Il magazine già di-

sponibile in tutte le edicole italiane e in versione digitale su tutti i tablet e smartphone, sarà anche distribuito in forma gratuita in formato digitale a circa 22 mila enti e laboratori di ricerca e a 500 mila professionisti iscritti alla banca dati Welfarelink (www. welfarelink.it). «La sfida più importante sarà realizzare contenuti esclusivi e unici che sappiano trasmettere emozioni forti - spiega Roberto Circià, amministratore delegato di Sics -. Ogni mese, Popular Science racconterà come l’innovazione scientifica entra nella vita quotidiana, guidando il lettore tra le novità già disponibili e quelle che stanno per arrivare, il tutto arricchito da grandi reportage scientifici». Popular Science Italia non è solo una rivista, ma anche un sito web (www.popsci.it) con aggiornamenti quotidiani, una newsletter settimanale inviata a oltre 500 mila professionisti e una app presente su tutti gli store digitali da cui si potrà sfogliare la rivista ed accedere al sito web.

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COM PANY

Il gruppo ha intenzione di dare un approccio One Company alla comunicazione di tutti i suoi prodotti

Anche per LG, “Life is good” Una scritta che si legge di frequente all’interno del nuovissimo edificio al numero 4 di via Aldo Rossi. Non si tratta di un circolo di cinefili appassionati di Roberto Benigni, ma della sede milanese di LG. “La vita è bella”, certo, ma lo è ancora di più se la si vive con semplicità di Matteo Dedè

“La vita è bella”. Una scritta che si legge di frequente all’interno del nuovissimo edificio al numero 4 di via Aldo Rossi. Non si tratta di un circolo di cinefili appassionati di Roberto Benigni, ma della sede milanese di LG. Life is Good, certo, ma lo è ancora di più se la si vive con semplicità. Sarà questo il tema che tingerà la comunicazione del brand da ora in avanti. Ma andiamo per ordine. A pochi giorni dallo sbarco dello smartphone G3 sul mer-

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cato italiano e del primo smartwatch della casa sudcoreana, Sam Kim, presidente di LG Italia, ha deciso di svelare, assieme al marketing e mc sales director Omar Laruccia e al consumer electronic director Paolo Locatelli, le linee guida di marketing che l’azienda sta seguendo e seguirà nellíimmediato futuro. «Siamo in Italia, quindi al centro della nostra attenzione c’è il consumatore italiano con le sue esigenze, i suoi desideri e i suoi valori», ha affer-

mato Kim. Ma LG ha intenzione di dare un approccio One Company alla comunicazione di tutti i suoi prodotti, dai frigoriferi agli smartphone, dai televisori di ultima generazione alle lavatrici. «Alcune caratteristiche, per esempio il colore, saranno coerenti in tutte le categorie di prodotto. Cercheremo di comunicare una corporate identity in modo che i clienti dovranno sceglierci per la qualità del brand, oltre che quella dei prodotti», il pensiero

omar laruccia

di Laruccia. La corporate identity, però, è composta anche da messaggi di carattere concettuale. Ma lo stesso messaggio può essere in-

teso diversamente da due popolazioni culturalmente lontane. Posizioni inconciliabili? No. La soluzione è l’approccio “Think Global, Act Local”. Il messaggio, deciso per il brand a livello globale, subirà modifiche che lo adattino al meglio alla cultura della popolazione a cui si riferisce, in modo da renderlo incisivo su tutti i mercati. Una missione non facile per una holding con 60 aziende sparse per il mondo e un fatturato globale di 99 miliardi di dollari. La divisione LG Electronics, da sola, è presente in 119 paesi e rappresentata da 89.000 dipendenti. Come anticipato, LG intende sviluppare il concetto di “semplicità”. «Fino a qualche anno fa, l’elettronica era vista con una certa diffidenza. Con il passare del tempo, l’utenza ha cominciato a crescere, abituandosi a continue rivoluzioni, un tratto che caratterizza l’evoluzione dell’elettronica. Il consumatore attuale è difficile da stupire. Per farlo bisogna innovare, per innovare bisogna investire e creare prodotti semplici», prosegue Laruccia. Per stupire, LG sta lavorando sull’internet of things. La linea di pensiero è questa: lo smartphone deve coordinare il resto dei dispositivi. Si lavora su due soluzioni. Homechat è una chat con cui controllare gli

elettrodomestici “smart” e “smart Diagnosis”, una app che trasforma il dispositivo in un centro di controllo delle funzionalità degli elettrodomestici, capace di diagnosticare malfunzionamenti e trasmetterli agli specialisti. Prodotti semplici per comunicazioni semplici. Ci sono modi e modi per comunicare un messaggio. Per dire, ad esempio, che una batteria è molto durevole si potrebbe dire quale sia la sua capienza in watt, o, più semplicemente, che dura un giorno. Questo concetto si accompagnerà a un tone of voice e a una strategia di marketing che intendono “scaldare” l’approccio col cliente sull’argomento tecnologia, considerato piuttosto freddo. Più che di prodotto si parlerà delle sue occasioni di consumo, un modo per anticipare al consumatore l’esperienza dell’offerta LG, oltre che una maniera per fare branding e consolidare il concetto di corporate identity. Il marketing della società coreana poggerà su tre pilastri: l’esperienza díuso, favorita dall’allestimento sui punti vendita di aree di test dei prodotti che coinvolgano il consumatore; il co-marketing, legami di partnership con la distribuzione; e il web, un modo per comunicare ai clienti attraverso i principali siti e portali e per interagire e ri-

manere in contatto con il cliente, in modo da sfruttare i feedback degli utilizzatori. Proprio il digital sarà considerato sotto una nuova luce. Utilizzato sempre in maniera strategica, diventerà un mezzo da trattare con cautela, per sfruttarne tutti i vantaggi. A quest’ultimo, infatti, è destinato il 30/35% del budget di comunicazione. LG si affida all’agenzia creativa Ogilvy Italia, scelta dopo una gara e a cui spetterà il compito di adattare la creatività (decisa a livello globale) al mercato locale, e ad Havas, in qualità di centro media. A parlare del rapporto con le agenzie è Sergio Buttignoni, consumer senior marketing manager: «Stiamo definendo gli ultimi dettagli con Ogilvy, che si è aggiudicata una gara a cinque agenzie. Prima indicevamo gare per assegnare i singoli progetti, ma sentivamo il bisogno di avere un partner unico a cui appoggiarci». La collaborazione tra brand e agenzia è già attiva. Dal 15 luglio debutterà online la campagna per lo smartphone G3, che prevede spot destinati al digitale su vari siti (tra cui YouTube) e l’utilizzo dei social network. La pubblicità durerà fino a settembre e raggiungerà il suo picco nelle prime tre settimane di programmazione. ANNO V | #076| VENERDÌ’ 04 LUGLIO 2014



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ME DIA

La classica corsa a tappe rimane un appuntamento fondamentale nel palinsesto del gruppo televisivo

La magia del Tour de France è su Eurosport Il broadcaster si muove in grande stile, con una copertura di 350 ore complessive sul canale principale e su Eurosport 2, di cui oltre 90 live. Tutte le gare saranno trasmesse in diretta, Il commento della corsa è affidato a Salvo Aiello e Riccardo Magrini di Pietro Castagna

Eurosport celebra il suo 25° Tour de France consecutivo in grande stile con una copertura di 350 ore complessive su Eurosport ed Eurosport 2, di cui oltre 90 live. Tutte le tappe saranno trasmesse in diretta su Eurosport, con highlights in onda alle 20:00 su Eurosport 2 e in replica la mattina successiva. Il commento della corsa è affidato a Salvo Aiello e Riccardo Magrini. La copertura è iniziata ieri con la tradizionale presentazione delle squadre che si è tenuta a Leeds, dalle 19.30 alle 21.30. Greg Lemond e il team di Eurosport erano on site per raccogliere le ultime dichiarazioni da parte di manager e atleti. Saranno due gli appuntamenti giornalieri con Greg Lemond in “LeMond on Tour”. Il magazine di 15 minuti, condotto dalla leggenda americana, sarà trasmesso dallo studio on site di Eurosport. Il primo appuntamento comprende l’introduzione alla tappa con focus sui favoriti, interviste e dietro le quinte. Il secondo appuntamento, in diretta alle 17:30, subito dopo le premiazioni, vedrà la partecipazione dei team manager per approfondire i temi della giornata e interviste agli atleti. A proposito del percorso, la leggenda americana aggiunge: «La corsa si deciderà

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nell’ultima settimana. La 20ª tappa è di sicuro quella chiave, in quanto è un’insolita, lunga cronometro di 54 chilometri; credo che ci sarà un chiaro vantaggio di uno degli atleti al termine delle tappe pirenaiche, dalla 16ª alla 18ª, che potrebbe essere decisivo. Psicologicamente, se sei uno dei favoriti vorresti avere un vantaggio di due minuti dopo i Pirenei. Se sei uno scalatore, devi avere un margine di tre o quattro minuti su uno specialista crono». Il 27 luglio, poi, sempre Eurosport trasmetterà, dalle 13:45 alle 15:00, la prima edizione de “La Course by Le Tour de France“, evento che coinvolge le migliori cicliste al mondo, qualche ora prima dell’arrivo del gruppo maschile a Parigi. Le atlete percorreranno il circuito nel centro storico della città, prima dello sprint finale sugli Champs-Elysées. La trasmissione di questo evento innovativo sottolinea lo status di “casa del ciclismo” di Eurosport e il suo impegno nel dare risalto al meglio dello sport femminile. Gli abbonati a Eurosport Player, il servizio di online simulcast di Eurosport, potranno seguire le tappe del Tour de France in diretta o on-demand su pc, dispositivi mobile iOs e Android, nonché da connected tv. ANNO V | #076| VENERDÌ’ 04 LUGLIO 2014


Immagina di unire l’agilità di una redazione giornalistica 100% web ai contributi esclusivi dei blogger più esperti di ogni settore. Questa è la nuova ricetta di Leonardo.it, il primo portale verticale nato per soddisfare ogni giorno qualunque sete di sapere: dalle news alla moda, dalla salute allo sport e molto altro ancora. Una realtà giovane e in continua crescita, che ti invitiamo a scoprire in un solo drink. O meglio, in un solo click.

Fonte Dati Mensili: Audiweb View 2013

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SC N RIO

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La start up è stata fondata nel 2006 e lanciata due anni dopo da Daniel Ek insieme al connazionale Martin Lorentzon

Spotify sei anni dopo: successo certificato dieci milioni di abbonati oggi pagano 9,99 euro (dollari o sterline) al mese per ascoltare senza limiti oltre 30 milioni di brani, e altri 30 milioni di utenti accedono gratis, con alcune limitazioni, incluse le interruzioni pubblicitarie di Daniele Bologna

«Regalate le vostre canzoni alle persone e vedrete che prima o poi le acquisteranno». Ecco l’idea che sta alla base del business. Succede sei anni fa. Siamo nel 2008. Lo svedese Daniel Ek la propone alle maggiori etichette discografche del pianeta. Manca poco che gli ridano in faccia. A distanza di sei anni la sua previsione si è invece rivelata azzeccata e il gotha della musica ha fatto marcia indietro, stringendo accordi con Spotify, la start up fondata nel 2006 e lanciata due anni dopo da Ek insieme al connazionale Martin Lorentzon. L’azienda che propone un servizio in streaming, cioè trasmissione via internet di musica su computer, telefono e tablet, ha fatto breccia nel cuore dei consumatori: 10 milioni di abbonati, oggi, pagano 9,99 euro (dollari o sterline) al mese per ascoltare senza limiti oltre 30 milioni di brani; e altri 30 milioni di

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utenti accedono gratis, con alcune limitazioni, incluse le interruzioni pubblicitarie. Il successo è tale da rendere imminente lo sbarco a Wall Street della società, presente ormai in 56 Paesi, Italia compresa: secondo diverse indiscrezioni, proprio in vista di questo appuntamento Spotify avrebbe ottenuto alla fne del 2013 fondi per 250 milioni di dollari dalla Technology Crossover Ventures, società di investimenti nel settore tecnologico, che si è aggiunta ai suoi finanziatori già noti, tra cui Goldman Sachs, Fidelity Ventures, Coca-Cola, Accel Partners, Morgan Stanley, Crédit Suisse e Deutsche Bank. Una lista talmente lunga che si spiega, forse, con le previsioni che la società possa raggiungere, in occasione del collocamento dei titoli per la quotazione, valutazioni ragguardevoli: i più ottimisti parlano di 7 o anche 8 miliardi di dollari, i più prudenti di 4 o 5. Un risultato non da poco,

arriva dalla svezia l’idea super vincente

Nella foto a destra lo svedese daniel ek, creatore della startup spotify, azienda che offre un servizio di streaming musicale. L’ha fondata nel 2006, insieme al connazionale martin lorentzon

visto che quando si è presentata sul mercato, Spotify si era data un obiettivo avventuroso: rivoluzionare l’industria della musica appena passata attraverso il ciclone iTunes, il servizio di download digitale di singole canzoni lanciato nel 2001 da Steve Jobs per riempire di contenuti i nuovi iPod di Apple. Più che il frutto di un’intuizione, Spotify è il risultato di una fine strategia attuata da Ek e Lo-

rentzon: anche loro, come Jobs, erano rimasti colpiti dal fenomeno Napster, il programma per scambiare musica illegalmente online che nel giro di due anni, prima della chiusura imposta nel 2001, aveva affossato i guadagni dei discografci. Ma i due svedesi pensavano di poter alimentare le vendite proprio partendo dall’ascolto gratuito. Solo il nome, Spotify, come rivelato poi, è nato per caso da

un errore di comunicazione tra i due, che si urlavano suggerimenti da una stanza all’altra del loro uffcio. Tutto il resto è il frutto dell’applicazione delle ricerche di Shuman Ghosemajumder, tecnologo ed economista che già nel 2002, al Mit di Boston, suggeriva l’idea di un nuovo modello di business per la musica, basato su condivisione e abbonamento: secondo lui, le canzoni dovevano trasformarsi

da bene di consumo in servizio, con una sottoscrizione in grado di massimizzare i proftti a un prezzo suggerito di 9 dollari al mese. Nel duo di fondatori il “vecchio” Lorentzon, 45 anni, presidente del consiglio di amministrazione, è quello che ha il futo degli affari: grazie a Spotify e grazie ai milioni incassati con le azioni di Tradedoubler, azienda di marketing online, fondata nel 1999, portata in Borsa nel 2005 e lasciata nel 2006. Daniel Ek, 31 anni, amministratore delegato, è invece il creativo e il comunicatore. A quattro anni ricevette la sua prima chitarra e a cinque il suo primo pc; imparò a suonare la prima e ruppe il secondo, perciò si ingegnò per ripararlo e si appassionò alla programmazione. A 14 anni iniziò a creare per 5 mila dollari pagine internet che i concorrenti vendevano a 50 mila: e quando la domanda cominciò a crescere, addestrò i compagni di scuola più talentuosi in informatica per farli lavorare con lui. Abbandonato il corso di informatica al quale si era iscritto dopo le medie, fece esperienza in varie società tecnologiche, tra cui uTorrent, che offrivano il software libero per la condivisione di file (un programma su cui non a caso è poi migrata anche la pirateria). Nel 2006 Ek incontrò Lorentzon e così nacque Spoti-

fy. L’intuizione che dà a questo servizio una marcia in più è il suo lato social, cioè il fatto che ogni utente può dialogare con Facebook. I paganti, intanto, sono quadruplicati negli ultimi quattro anni. Sono la vera forza della multinazionale svedese: secondo PrivCo il fatturato di Spotify è basato per l’85 per cento sulle sottoscrizioni e per il 15 per cento sulla pubblicità. Non ci sono, però, soltanto elementi positivi nel ricostruire il caso: lo sbarco in Borsa di Spotify, infatti, presenta alcune incognite. Sebbene il fatturato, dal 2011 al 2012, sia salito da 190 a 435 milioni di euro, sono aumentate contemporaneamente anche le perdite nette, da 45,4 a 58,7 milioni, dovute alle royalties e ai costi operativi. Tuttavia Ek non pare turbato: «Quando riusciremo a raggiungere la soglia dei 40 milioni di abbonati tutto si sistemerà», ha detto, lasciando intendere che più Spotify crescerà, maggiore sarà il suo potenziale di negoziazione delle royalties. In onore alla massima di George Bernard Shaw appesa nel suo uffcio, proprio sopra una chitarra Fender Stratocaster: “L’uomo ragionevole adatta se stesso al mondo, quello irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a se stesso. Così il progresso dipende dagli uomini irragionevoli”. ANNO V | #076| VENERDÌ’ 04 LUGLIO 2014



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LINK analisi

tendenze digitali

Gli abitanti di Amsterdam passano in media il 70% della loro giornata camminando, pedalando o correndo. Almeno secondo una “ricerca” fatta da Human, l’applicazione che tiene conto di quanto movimento facciamo.

Un nuovo fenomeno sta incendiando il web: è Kendall Jones, ragazza texana amante (per modo di dire) dell’Africa che si diverte a cacciare animali in via d’estinzione, postando poi le istantanee che la ritraggono con i suoi trofei sui social network. La rete sta schiumando di rabbia e proliferano i siti che riprendono gli scatti di Kendall, le petizioni che propongono di bannarla e i commenti dei lettori interdetti. Kendall, in realtà, ha pubblicato “innocentemente” le foto su Instagram. Da lì sono state diffuse su Twitter e pubblicate su un profilo Facebook che non sembra però gestito da lei direttamente.

Le città più in movimento

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La cacciatrice diventa virale

SOCIAL MEDIA

Facebook, Orkut e (tutti) gli altri Wikipedia completa una lista di circa 200 social network sparsi nel mondo nati fra la fine degli anni Novanta e il 2012 circa. Alcuni di questi sono cresciuti nell’anonimato, come Kiwibox, Eons o Listography. Alcuni si sono sviluppati a livello locale, come Lalbhaari e India; e altri si sono focalizzati su determinate categorie di persone come gays.com o geni.com per le famiglie. Cercare di calcolare l’aspettativa di vita di ognuno è difficile, la competizione è alta e molti tendono a sparire nel lungo periodo, soprattutto a confronto con “Re” Facebook e i suoi circa 1,3 miliardi di utenti attivi al mese.

ILSOLE24ORE.COM

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CORRIERE.IT

wearable

Come indossare la tecnologia

DASHBURST.COM

La tecnologia wearable per ora non ha espresso molto nell’ambito del fashion e i prototipi visti finora sono esteticamente un po’ bruttini. Ma non può che migliorare. Nel frattempo, qualche consiglio di moda.

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COM

LINK

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Google stringe sulla pornografia

CNBC.COM

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Il motore di ricerca numero uno al mondo ha annunciato qualche giorno fa di aver eliminato del tutto il porno dal network di annunci pubblicitari. In realtà, però, non è la prima volta che BigG fa un annuncio di questo tipo...

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digital money

Bitcoin spiegati in tre minuti

THEGUARDIAN.COM

I bitcoin sono il futuro della finanza e dei pagamenti o soltanto una valuta “anarchica” in grado di distruggere l’economia? Ma sopratutto: cosa sono e come funzionano? Ce lo spiega un’animazione del Guardian.

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Il quotidiano del

marketing in rete

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tempo libero

Il trivial pursuit di Google Maps

SMARTYPINS.WITHGOOGLE.COM

Dopo quello sullo sport, arriva il gioco targato BigG basato su Google Maps che testa le conoscenze geografiche. Si chiama Smarty Pins. Lo scopo è trovare la risposta ad una serie di domande in stile Trivial e “pinnare” le località corrette.

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The Executive Network

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COM

LINK normative

strategie

Nessuno vuole porsi mai questo genere di problemi. Ma cosa accade a tutto ciò che è online dopo la nostra morte? Non è un aspetto che riguarda solo Fb, ma anche mail, conti online e così via...

Da quando i selfie sono diventati un fenomeno virale sono nate numerose iniziative promozionali legate all’autoscatto. Non fa eccezione il settore del food (anche green) particolarmente legato ad aspetti di egocentrismo...

Come funziona l’eredità digitale

CORRIERE.IT

I “felfie” e il food marketing

COMUNICAZIONENELLARISTORAZIONE.IT

second screen

social adverstising

La cosiddetta “social tv” sta cambiando profondamente la user experience del consumo televisivo: il multiscreening simultaneo è ormai una realtà quotidiana e il device con cui si sta affermando è lo smartphone.

Continua a suon di acquisizioni lo sviluppo della strategia video di Fb. Menlo Park ha messo le mani anche su LiveRail, startup proprietaria di una tecnologia per gli annunci pubblicitari video. Costo: 500 milioni di dollari.

La televisione e gli smartphone

DIGITAL-SAT.IT

I video adv di LiveRail per Fb

TECHCRUNCH.COM

news online

digital advertising

Ne hanno chiusi una decina in un anno e mezzo e l’ultima “vittima” del nuovo corso sarà Lede, il blog che affronta il fatto del giorno ancora in divenire. Al New York Times guardano oltre i blog. Cosa vedranno?

Secondo uno studio curato da GfK la pubblicità sulle versioni digitali dei magazine fruita attraverso i tablet funzionerebbe molto meglio di quella sui magazine cartacei, sopratutto per quanto riguarda le funzioni di ricordo.

Il New York Times taglia i suoi blog

POINTER.ORG

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La pubblicità sui tablet è migliore

ADAGE.COM

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L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.

Anticipi e posticipi della Serie A nello splendore dell’alta definizione

PREMIUM PEOPLE I HIGH PROFILE AUDIENCE

Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012


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La locandina del Film documentario sulla vita di Aaron swartz

COM

SPAZIO A...

world business forum 28/29 ottobre - mico @ milano

360com è una pubblicazione di Growing C&M sede LegaLe piazza G. Grandi 24, 20135 - Milano sede oPeratiVa via Sardegna 32, 20146 - Milano tel.+39.02.53598301 fax +39.02.53598330 www.growingcm.com Abbonamento a 360com la testata 360com è registrata al tribunale di milano al 254 del 3 maggio 2010. growing consulting & media srl è iscritta al r.o.c. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno riproduzione riservata. il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza giuseppe grandi 24, 20135 milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 dlgs 196/2003

Direttore responsabile Daniele Bologna dbologna@growingcm.com Content Manager Aureliano Roio aroio@360com.it Redazione redazione@360com.it Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi Progettazione grafica e realizzazione RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@growingcm.com Traffico Caterina D’Amico traffico@growingcm.com Diffusione e abbonamenti diffusione@360com.it Pubblicità e iniziative speciali Ivano Moro ivano.moro@growingcm.com tel. +39.02.53598207 mob. +39.3393970611

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anche personaggi del calibro di oliver stone e steve wozniak tra gli speaker della prestigiosa due giorni Aaron Swartz nato a Chicago, l’8 novembre 1986. programmatore, scrittore e attivista statunitense, co-autore della prima specifica del RSS. Ha co-fondato Reddit e il gruppo di attivismo online DemandProgress. Faceva anche parte dell’Ethics Center Lab della Harvard University. Il 19 luglio 2011 è stato arrestato per aver scaricato 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR. Ha rifiutato il patteggiamento esponendosi al rischio di essere condannato fino a 35 anni di carcere. Aaron si è tolto la vita l’11 gennaio 2013 nel suo appartamento a Brooklyn, New York. è stato tra gli autori del “Guerrilla Open Access Manifesto”, di cui proponiamo un estratto. Il manifesto integrale potete trovarlo QUI:

visioni

di

Matteo Dedè

il manifesto di lotta per una

informazione libera L’informazione è potere. Ma come con ogni tipo di potere, ci sono quelli che se ne vogliono impadronire. L’intero patrimonio scientifico e culturale, pubblicato nel corso dei secoli in libri e riviste, è sempre più digitalizzato e tenuto sotto chiave da una manciata di società private. Vuoi leggere le riviste che ospitano i più famosi risultati scientifici? Dovrai pagare enormi somme ad editori come Reed Elsevier. C’è chi lotta per cambiare tutto questo. Il movimento Open Access ha combattuto valorosamente perché gli scienziati non cedano i loro diritti d’autore e che invece il loro lavoro sia pubblicato su internet, a condizioni che consentano l’accesso a tutti. Ma anche nella migliore delle ipotesi, il loro lavoro varrà solo per le cose pubblicate in futuro. Tutto ciò che è stato pubblicato fino ad oggi sarà perduto. Questo è un prezzo troppo alto da pagare. Forzare i ricercatori a pagare per leggere il lavoro dei loro colleghi? Scansionare intere biblioteche, ma consentire solo alla gente

che lavora per Google di leggerne i libri? Fornire articoli scientifici alle università d’élite del Primo Mondo, ma non ai bambini del Sud del Mondo? Tutto ciò è oltraggioso ed inaccettabile. [...] Non c’è giustizia nel rispettare leggi ingiuste. È tempo di uscire allo scoperto e, nella grande tradizione della disobbedienza civile, dichiarare la nostra opposizione a questo furto privato della cultura pubblica. Dobbiamo acquisire le informazioni, ovunque siano archiviate, farne copie e condividerle con il mondo. Dobbiamo prendere ciò che è fuori dal diritto d’autore e caricarlo su Internet Archive. Dobbiamo acquistare banche dati segrete e metterle sul web. Dobbiamo scaricare riviste scientifiche e caricarle sulle reti di condivisione. Dobbiamo lottare per la Guerrilla Open Access. Se in tutto il mondo saremo in numero sufficiente, non solo manderemo un forte messaggio contro la privatizzazione della conoscenza, ma la renderemo un ricordo del passato.

un’immagine tratta da una precedente edizione di world business forum

Se le organizzazioni devono prosperare e crescere in questo mondo emozionante, instabile e folle, occorrono leader speciali che non abbiano paura di mettersi in discussione. Nel 2014 il World Business Forum propone un gruppo unico di speaker che hanno scritto le proprie regole, sfidato verità consolidate e creato nuovi cammini per la crescita - sono i “PROVOCATORI”. Forniranno le idee e la conoscenza necessarie per affrontare le sfide di business personali in modi nuovi e innovativi. Il World Business Forum riunisce, dunque, a Milano, i prossimi 28 e 29 ottobre, nella comoda e adeguata location di MiCo Milano Congressi, migliaia di business executive, insieme ad alcuni dei più riconosciuti leader di pensiero per due giornate di full immersion nei temi strategici per il mondo degli affari. Una opportunità per trovare le idee necessarie per arricchirsi professionalmente e far crescere la propria azienda. L’invito dell’organizzazione è, quindi, quello di unirsi a più di 2 mila senior executive in arrivo da quindici paesi diversi, in un’incomparabile occasione di networking. E si potrà approfittare, sottolineano ancora i vertici organizzativi della prestigiosa manifestazione, di ascoltare e prendere parte a conversazioni stimolanti con gli altri partecipanti alla due giorni, oppure con gli stessi speaker, grazie ai pranzi privilegiati che fanno parte della kermesse. ANNO V | #076| VENERDÌ’ 04 LUGLIO 2014


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