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visioni / gianluigi castelli
Tecnologie e big data, serve salto generazionale
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I Big Data sono un trend impegnativo: la loro complessitĂ richiede un salto generazionale di tecnologie, perchĂŠ servono capacitĂ di apprendimento, di ragionamento deduttivo e induttivo e di interazione.
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Le imprese dell’Ict faticano. Ma resistono
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Due film Dryarn per target sportivo
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Gruppo Q8 sceglie Populis Engage
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Sportoutdoor Tv è pronta a partire
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Marketplaces private, un affare?
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Su Facebook le 58 identitĂ di genere
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COVER STORY
I dati ufficiali parlano di 539.483 addetti, tra regolari e atipici, del settore, con un saldo 2013 fra assunzioni e uscite appena negativo, sostanzialmente stabile; e con retribuzioni che finalmente recuperano potere d’acquisto. mentre nel recruitment si lamentano gap di competenze digitali specifiche di
Daniele Bologna
In un contesto di crisi economica conclamata, le 122.608 imprese dell’Information & Communication Technology faticano ma resistono, soprattutto nelle dimensioni che riguardano il capitale umano. I dati ufficiali parlano di 539.483 addetti (regolari e atipici) del settore, con un saldo 2013 fra assunzioni e uscite appena negativo, sostanzialmente stabile, e con retribuzioni che finalmente recuperano potere d’acquisto (impiegati +2,7%, quadri +3,1%, unica eccezione i dirigenti con flessione del -0,2%). Luci e ombre che si confermano nei processi interni alle aziende Ict: nel recruitment si lamentano gap di competenze digitali specifiche, sia rispet-
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In un contesto di crisi economica conclamata, le 122.608 aziende dell’Information & Communication Technology non mollano la presa
Le imprese Ict faticano. Ma resistono to al percorso di studio dei neo assunti (48,1% dei rispondenti) sia nella disponibilità di specifiche competenze per manager e professional (oltre la metà dei casi); nella fase di valo-
rizzazione spesso mancano processi strutturati di valutazione e carriera, soprattutto nelle piccole imprese, e la formazione subisce da anni tagli di budget consistenti. In tutto ciò, la Ri-
forma Fornero è al più valutata come ininfluente (58,5% aziende del campione), se non negativa per l’aumento dei costi nella gestione della flessibilità in entrata. Questi i dati
di partenza che emergono dall’Osservatorio delle competenze digitali 2014, realizzato dall’AgID insieme ad Assinform, Assintel e Assinter, unite in una nuova “alleanza” dell’Ict
nata per dare un supporto coeso alla strategia digitale del Paese, che è stato presentato di recente a Milano. Le competenze digitali, qui tradotte nel framework europeo e-CF, divengono
la piattaforma di partenza su cui costruire il percorso di evoluzione digitale di imprese e professionalità all’interno del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali. «Lavorare uniti per un obiettivo comune è l’idea forte che emerge da questo progetto - commenta Giorgio Rapari, presidente di Assintel -. Siamo riusciti ad attivare un dialogo fra pubblico e privato nell’Ict sul terreno comune della valorizzazione delle competenze digitali, fattore strategico per la vera evoluzione del nostro mercato. Ora occorre cambiare le regole del gioco affinché vengano coinvolte attivamente le Pmi diffuse sul territorio, che sono spesso il vivaio delle competenze più innovative». «E’ in atto una profonda trasformazione dei modi di produrre e fare sistema, basata proprio sulle tecnologie digitali. È un fenomeno inarrestabile. Allineare le competenze digitali disponibili a fabbisogni in continuo divenire è oramai condizione essenziale per fare impresa e creare occupazione». Sono queste, invece, le considerazioni di Agostino Santoni, presidente di Assinform che ha anche sottolineato come «Un Osservatorio che permetta di cogliere i trend e la continua traANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014
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COVER STORY
sformazione di profili Ict è uno strumento di jobintelligence ormai indispensabile. Per le aziende dell’Ict, per le imprese di tutti i settori che innovano con il digitale, per chi nelle istituzioni e nelle imprese si impegna nella valorizzazione del capitale umano. E per chi ha capito che l’It, ormai, pervade tutte le figure professionali chiave». «E’ necessario partire dalle persone e dalle loro capacità e competenze per ri-
lanciare il futuro del Paese - sostiene, poi, la Presidente di Assinter, Clara Fresca Fantoni -, e il settore Ict deve essere, per vocazione e prospettive, in prima linea nel proporre una visione chiara e supportata da dati di contesto certi. Per questo costituire alleanze inedite e precompetitive, come quella avviata con l’Osservatorio delle Competenze Digitali, crediamo sia la strada giusta per raggiungere quei comuni
obiettivi di sistema che stimoleranno il cambiamento, nel mercato, nella pubblica amministrazione e nella nostra società». Intanto, i segnali positivi sul fronte retributivo, uniti a un’inflazione stabilmente bassa (+1,2%), fanno recuperare potere d’acquisto ai lavoratori delle aziende Ict, in particolare agli impiegati (+2,7%, 27.333 euro) e ai quadri (+3,1%, 52.468 euro), mentre la categoria dei dirigenti è in fles-
sione dello 0,2% (98.803 euro). I tre maggiori incrementi si sono visti nei responsabili commerciali (quadri, +9,3%), nei key account manager (impiegati, +8,3%) e nei tecnici Erp (+7,8%). E’ in lieve crescita l’utilizzo della retribuzione variabile: viene erogata al 66,4% dei dirigenti (incide per il 16,3% della retribuzione fissa), al 52,6% dei quadri (incide per il 10,6%), al 23% per gli impiegati (incidenza 23%).
Andando più nel dettaglio dei risultati qualitativi della survey, emerge che essa è nella metà dei casi legata al raggiungimento di obiettivi, mentre per un terzo dei casi è discrezionale. A fianco di ciò, le aziende prevedono pacchetti benefit oltre a quanto previsto da contratto, in particolare per manager (70,8%) e professional (61,3%), legati soprattutto al fattore “mobilità” (portatili, smartphone, tablet, auto aziendale). Sviluppo e formazione Un’impresa Ict su due non ha un sistema formale di valutazione delle prestazioni dei propri dipendenti: ciò è tanto più vero quanto più piccola è la sua dimensione, e il dato è preoccupante, visto che il 95% delle aziende Ict ha meno di nove addetti. La valutazione è centrata sulle competenze trasversali e gestionali per i manager (57,5%) e su quelle specialistiche per i professional (56,5%) e i neo assunti (81,1%). La formazione è in continuo calo per problemi di budget (oltre la metà dei casi), oltre che per la dif-
95%
l’altissima percentuale corrisponde alle aziende ict che hanno in organico meno di nove dipendenti
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ficoltà a trovare corsi in linea con le esigenze aziendali (per un terzo dei casi). E’ utilizzata come leva prevalente per trattenere i neo assunti nel 25,5% dei casi. L’altra principale leva per convincere a rimanere in azienda è l’ambiente di lavoro, prima in assoluto per tutte le seniority. Il recruiting dei manager avviene utilizzando il proprio network professionale/personale (43,4% dei casi), executive search (34%) e LinkedIn (29,2%). Per i professional sale l’uso di LinkedIn (45,3%) accanto al network professionale (49,1%) e al sito aziendale (43,4%). Diversa la situa-
zione di ricerca per i neo: al primo posto il contatto con scuole e università (53,8%) a cui seguono il sito aziendale (51,9%) e le auto candidature (35,8%). Lo scollamento fra le esigenze aziendali e le competenze sviluppate nel percorso di studi è la prima difficoltà di reclutamento di nuovi assunti per la metà delle aziende Ict. La mancanza sul mercato di professionalità specifiche è al primo posto per manager (55,7%) e professional (64,2%). Ed ecco i tre più difficili da reperire: account manager (35,8%), software developer (22,6%), business analyst (21,7%).
45,3% 35,8%
percentuale riferita a chi utilizza prevalentemente il social network linkedin per trovare professional ict
la percentuale che indica il livello di difficoltà nel recuperare la figura dell’account manager ict
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MARKET PLACE
L’obiettivo del gruppo è soddisfare la curiosità, coinvolgere e intrattenere
“Enjoy the Wash” Brand Music Experience by fcb
Binomio perfetto per un’esperienza… di lavaggio
Alessandro Araimo nuovo chief operating officer di Discovery Sud Europa
Un ruolo strategico per rispondere alle esigenze di sviluppo di una regione che per crescita è attualmente uno dei mercati più importanti per Discovery Networks. un’offerta di contenuti di alta qualità, trasmessi da oltre 200n reti di
Giulia Zuffi
Discovery Communication si rinnova con una nuova nomina: Alessandro Araimo sarà chief operating officer di Discovery Sud Europa. L’obiettivo di Discovery è soddisfare la curiosità, coinvolgere e intrattenere i telespettatori attraverso un’offerta di contenuti di alta qualità trasmessi da oltre 200 reti televisive in tutto il mondo. Dovrà curare con occhio vigile, le esigenze di sviluppo di una regione che per crescita oggi è uno dei mercati più importanti di Discovery Networks International. Nel suo ruolo, Araimo sarà responsabile della definizione e implementazione della strategia e dello sviluppo del business, con una particolare attenzione al mondo del digitale in Italia, dove Discovery è terzo editore per share, e in Spagna e Portogallo, dove la media company detiene la le-
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adership televisiva del factual entertainment. E qui affiancherà il country manager Fernando Jerez. Marinella Soldi, attuale general manager Discovery Sud Europa e amministratore delegato di Discovery Italia ha commentato: «Sono lieta di affidare il nuovo incarico strategico di coo per il Sud Europa ad Alessandro Araimo. Un manager che, con la sua esperienza cross mediale a livello internazionale, sono certa saprà sostenere il nostro processo di crescita, individuare nuove opportunità di business e cogliere la nuova sfida del futuro del video content». Alessandro Araimo sarà operativo dal prossimo 1 settembre presso la sede di Milano. Classe 1970, Araimo si è laureato in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano
e alla Essec Business School di Parigi, ha ricoperto la carica di direttore generale Education, Events and Services del Gruppo Sole 24 Ore. Vanta una notevole esperienza consulenziale a livello internazionale (Roland Berger, Bain&Co, Value Partners) e manageriale nel mondo dell’editoria, It e telecomunicazioni (Sole 24 Ore, Condé Nast, Fininvest/Mediaset), oltre ad avere ricoperto vari ruoli di consulenza strategica per importanti editori e produttori televisivi italiani ed esteri (Sky, Viacom, La7, Mtv, Telecom Italia Media, Fox International Channel, Bbc, Endemol, Freemantle). Una ventata di energia per il colosso che conta, solo nella regione a lui affidata, 23 canali distribuiti sia su piattaforma pay che free to air.
i commercial dryarn da trenta secondi vanno in onda anche su sky sport
con il sito dedicato le utenti hanno la possibilità di personalizzare con la propria foto e il nome il video musicale creato per l’originale progetto
gli sportivi sono il giusto target dell’operazione
di
Confort, praticità e tecnologia fanno da protagonisti nei due film per Dryarn è la fibra più leggera esistente in natura. innovativa traspirante, dermatologicamente testata. Insomma, la fibra ideale per un utilizzo sportswear, nata per introdurre nell’abbigliamento tecnico un nuovo concetto di comfort. ora, ecco arrivare il salto in tv di
Vera Modesto
Dryarn è la fibra più leggera esistente in natura, una microfibra innovativa traspirante, dermatologicamente testata. Insomma, la fibra ideale per un utilizzo sportswear, nata per introdurre nell’abbigliamento tecnico un nuovo concetto di comfort. Dryarn, negli anni, ha rafforzato la propria awareness attraverso campagne stampa, azioni di co-marketing e di sponsorizzazione, specialmente in ambito sportivo. E ancora una volta sono proprio gli sportivi il target della nuova campagna di comunicazione, pianificata sui quotidiani, sulle principali riviste di settore e, per i mesi di giugno e ora luglio, anche sul mezzo televisivo, in particolare su Sky Sport e sul digitale terrestre grazie al planning su Bike Channel. Running e Bike i due soggetti degli spot da trenta secondi che sviluppano i concetti di comfort, tecnologia e praticità legati a Dryarn.
Marianna Marcovich
L’idea creativa nasce dall’insight che gli uomini italiani sono restii a fare il bucato. Di solito si occupano del fai da te e delle piccole riparazioni all’interno della casa, qualche volta aiutano in cucina, ma quando si tratta di fare la lavatrice si inventano ogni genere di scusa per non farla. È più forte di loro. La sfida è stata creare qualcosa per aiutare le donne a convincere i propri uomini a fare la lavatrice, comunicando al tempo stesso che le lavatrici Eco Silence di Bosch e Calgon sono il binomio perfetto per un’esperienza di lavaggio performante e allo stesso tempo piacevole. Dal sito enjoythewash.it le utenti possono personalizzare con la propria foto e nome il video musicale creato per il progetto e inviarlo al proprio uomo per farlo ingelosire grazie allo charme del ballerino protagonista. Enjoy the Wash è anche un concorso instant win che mette in palio profili premium trimestrali di Spotify e dieci lavatrici Eco Silence Bosch con fornitura di Calgon 2 in 1 gel. «“Enjoy the Wash” rappresenta un interessante esempio di Brand Music Experience che Fcb Milan ha avuto il privilegio di ideare e sviluppare in tutte le sue fasi. E’ stato davvero sfidante poter lavorare su un progetto così ricco e divertente», commenta Franco Ricchiuti, presidente di Fcb Milan.
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COM PANY
alessandro gilotti
luca morpurgo
campagna di comunicazione per il secondo operatore del mercato petrolifero italiano a seguito dell’acquisizione della rete Shell Italia
Gruppo Q8 si affida a Populis Engage
Entra in campo la concessionaria digital di Blogo.it - il terzo player di news online in Italia in base ai dati Audiweb e prima fonte di informazione partecipata e indipendente nello scenario web italiano - e Ilfattoquotidiano.it, che si pone, così, l’obiettivo di comunicare l’operazione d’acquisto che ha potenziato la società sui propri canali news e automotive. previsti post, editoriali, gallery e video di
Marianna Marcovich
Ora che il Gruppo Q8 è diventato il secondo operatore del mercato petrolifero italiano grazie all’acquisizione della rete Shell Italia, ha deciso di affidare a Populis Engage la propria campagna di comunicazione in un
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momento importante per la sua crescita. A trent’anni dall’ingresso in Italia, infatti, il Gruppo Q8 segna un’ulteriore, significativa tappa nel processo di sviluppo, aumentando la rete da 2.700 a 3.500 punti vendita e rendendola più sostenibile e innovativa, a vantaggio
dei consumatori e del sistema. Un’attenzione all’utente finale condivisa da Populis Engage, concessionaria digital di Blogo.it - il terzo player di news online in Italia in base ai dati Audiweb e prima fonte di informazione partecipata e indipendente nello scenario web italia-
no - e Ilfattoquotidiano.it, che si pone, così, l’obiettivo di comunicare l’acquisizione della rete Shell Italia da parte del Gruppo Q8 sui propri canali News e Automotive. La campagna di comunicazione si è concretizzata con la realizzazione di contenuti multimediali di qualità (post
editoriali, gallery e video) creati appositamente per Q8 dalla redazione di Blogo. it. Il progetto è stato valorizzato anche dalla realizzazione in esclusiva di due video interviste all’amministratore delegato di Kuwait Petroleum Italia, Alessandro Gilotti, che in questa occa-
sione ha commentato gli effetti dell’acquisizione delle attività di distribuzione di carburanti ed aviazione di Shell Italia, oltre alla soddisfazione del Gruppo Q8 per aver raggiunto un obiettivo così importante e strategico. Per garantire maggiore visibilità al piano di comunicazione concordato con il Gruppo Q8, Populis Engage ha previsto una campagna display sui canali in target di Blogo.it. «La scelta di Q8 per comunicare un’operazione così importante come l’acquisizione della rete Shell in Italia è una grandissima soddisfazione e un premio non solo ai numeri, ma anche, e soprattutto, alla qualità che Blogo.it è in grado di esprimere e mettere a
disposizione dei propri stakeholder - spiega Luca Morpurgo, amministratore delegato di Populis Engage -. Abbiamo lavorato a quattro mani con la struttura editoriale di Blogo, che ancora una volta si è dimostrata pronta e all’altezza della situazione, per interpretare al meglio le esigenze di Q8 nel pieno rispetto della caratteristiche che fanno di Blogo il primo operatore di news libero e indipendente in Italia». «Q8 crede da sempre nel valore della comunicazione e, in questo ambito, dei nuovi media e di internet - dichiara, invece, Marcello Damiani, direttore marketing e relazioni esterne di Kuwait Petroleum Italia S.p.A. -. La nostra azienda si è sempre distinta per le sue scelte innovative e, in un momento così importante della sua storia, ha voluto confermare il proprio presidio su web e mobile. Il gradimento e il riscontro da parte degli utenti testimonia l’efficacia della scelta dei canali e la validità dei contenuti proposti». ANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014
Immagina di unire l’agilità di una redazione giornalistica 100% web ai contributi esclusivi dei blogger più esperti di ogni settore. Questa è la nuova ricetta di Leonardo.it, il primo portale verticale nato per soddisfare ogni giorno qualunque sete di sapere: dalle news alla moda, dalla salute allo sport e molto altro ancora. Una realtà giovane e in continua crescita, che ti invitiamo a scoprire in un solo drink. O meglio, in un solo click.
Fonte Dati Mensili: Audiweb View 2013
345 MILIONI DI PAGINE VISTE 12 MILIONI DI CONTATTI UNICI 15 VERTICAL TEMATICI
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ME DIA
I programmi
“Blu Sport”, in onda dal 1999, è dedicato agli eventi sportivi più importanti dell’anno tra cui la motonautica, la vela, lo sci nautico, la mountain bike, i raduni di barche d’epoca. “S4”, in onda dal 2012, è il talk show delle 4S - ovvero Sport, Sun, Sea e Snow dove i personaggi del mondo dello sport e del turismo discutono dagli studi di Milano degli eventi sportivi più importanti della stagione. “Skionlinetv”, in onda dal 2000, è dedicato al mondo della neve e alla Coppa del Mondo di sci alpino, con servizi su specialità come lo sci di fondo, lo snowboard, lo sci alpinismo. “Hard Trek”, in onda dal 1997, è dedicato agli sport più duri e faticosi come lo sci di fondo, lo sci alpinismo, la mountain bike, la corsa, il triathlon e il ciclismo. “Skimagazine”, in onda dal 2000 su cento tv locali, è un “the best of” dedicato agli sport e al turismo invernali. “Mondo Crociera”, ogni settimana, ci si muove nei luoghi più belli del mondo, a bordo di navi da crociera. “Supersea” è il programma storico di Floriano Omoboni, nato nel ’95 e giunto quest’anno alla ventesima edizione. Va in onda da maggio a dicembre e tratta di mare, nautica e sport acquatici.
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il noto giornalista Floriano Omoboni è fondatore del canale
Novità dal doppio schermo, Sportoutdoor Tv è pronta
una lente d’ingrandimento sul mondo dello sport all’aperto di
Sebastiano Zeri
Nasce Sportoutdoor Tv, la prima piattaforma tv e web interamente dedicata al mondo dello sport “outdoor”. Floriano Omoboni, fondatore del canale e giornalista sportivo, da oltre venti anni realizza e produce format tv dedicati a quelle discipline che si praticano rigorosamente all’aria aperta: dalla vela alla nautica, dal mare alla montagna, fino alla mountain bike e alla corsa, dalle crociere agli sport invernali. Destinati a un pubblico di appassionati, i programmi di Sportoutdoor Tv raccontano lo sport e il turismo sportivo dal punto di vista di chi li pratica e di chi vive la natura anche da turista, e con contenuti “premium” sempre freschi, attuali e originali. La realtà odierna di Sportoutdoor Tv è una lente d’ingrandimento su tutto il mondo che ruota attorno alle discipline sportive all’aperto e allo stile di vita ad esse collegato. Oltre agli sport esti-
vi e invernali, l’attenzione di Omoboni si rivolge anche al mondo dei viaggi e del turismo, offrendo un racconto puntuale e panoramico, proposta unica in tv, in onda su una syndacation di oltre 100 tv locali di primaria importanza in tutta Italia, sul circuito Odeon (177 dtt), Dinamica Channel (249 dtt) e sulla piattaforma web Streamit. «Sportoutdoor Tv nasce con l’intento di offrire contenuti di alta qualità a un pubblico di appassionati: i format sono originali. Scritti, realizzati e prodotti dal nostro team di video operatori professionisti, vanno in onda in chiaro, gratis e in prima serata su diverse piattaforme televisive del digitale terrestre e sul web», dichiara Floriano Omoboni. Che aggiunge: «I nostri programmi raggiungono una triplice copertura nazionale, grazie all’accordo siglato con oltre un centinaio di emittenti locali di primaria importanza nel territorio di riferimento». ANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014
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ME DIA
azioni di rinnovamento in atto per la prima testata digitale italiana, con oltre 180 mila copie diffuse secondo i dati Ads di aprile 2014
La rivoluzione digitale del Sole 24 Ore: seconda fase
Al via il Quotidiano del Lavoro, Scuola24 e la nuova release di Finanza24. E a settembre 4 quotidiani digitali disponibili su tablet, pc e smartphone di
Vera Modesto
Attualmente è il primo quotidiano digitale italiano, con oltre 180 mila copie medie diffuse secondo i dati Ads di aprile 2014. E inizia la seconda fase del suo piano digitale, varando tra luglio e settembre otto nuovi quotidiani digitali verticali disponibili su tablet, pc e smartphone. Per Il Sole 24 Ore la prima novità sulla rampa di lancio è il Quotidiano del lavoro: un nuovo servizio di aggiornamento online sulle tematiche, appunto, del lavoro realizzato dalla redazione di Norme e Tributi del Sole 24 Ore e dagli esperti di Guida al Lavoro, arricchito dagli strumenti operativi del Sistema Frizzera. L’home page del Quotidiano del Lavoro offrirà ogni mattina, a partire dalle 6:00, le notizie indispensabili per i professionisti, le analisi dei commentatori del Sole 24 Ore sui temi d’attualità, l’accesso a tutte le fonti del gruppo in materia lavoristica; e poi la rubrica “Il quesito del giorno”, che ogni mattina presenta la risposta a un caso pratico d’attualità tratto dell’“Esperto ri-
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sponde” e una sezione dedicata alla formazione del professionista con video e moduli didattici multimediali. Inoltre, una newsletter quotidiana alle 7:00 del mattino con la panoramica sui titoli e contenuti del giorno e una rassegna settimanale delle sentenze più recenti della Cassazione in materia di lavoro e previdenza, ciascuna con massima, nota e testo integrale. Il Quotidiano del Lavoro andrà a completare l’offerta di abbonamento Business Class Lavoro che presenta in un unico strumento l’accesso privilegiato a tutti i contenuti del Gruppo 24 Ore in ambito di lavoro e previdenza, dal Sole 24 Ore a Guida al Lavoro, dal Quotidiano del lavoro alle banche dati, fino ai servizi online dedicati. Tutto su scuola e finanza Scuola24 è invece l’edizione digitale dedicata alla scuola, l’università, la ricerca e la formazione che offre ogni giorno il quadro aggiornato di tutte le principali novità nel vasto mondo che ruota attorno all’istruzione, all’innovazione e alla formazione del capitale umano. I con-
tenuti di Scuola24, realizzati da un team di giornalisti ed editorialisti del Sole 24 Ore e arricchiti da commenti di esperti del settore, saranno navigabili attraverso tre macroaree di interesse: Scuola e Its, Università e Ricerca, Formazione professionale e In azienda. L’altra grande novità in partenza è la versione rinnovata e arricchita di Finanza24, il servizio online che mette a disposizione all’interno di un unico prodotto multimediale il meglio della produzione informativa dedicata al mercato azionario italiano: notizie e commenti sui titoli di Piazza Affari realizzati dagli esperti del Sole 24 Ore, del supplemento settimanale Plus24 e dell’agenzia di stampa Radiocor. Con la nuova release si potranno consultare le quotazioni dei titoli, i bilanci e le analisi dell’Ufficio Studi del Sole 24 Ore. L’offerta sarà integrata anche con focus sugli appuntamenti centrali della giornata di Borsa. Attenzione particolare sarà mostrata ai market mover, ai rumor di mercato, ai report delle principali banche d’af-
fari, senza tralasciare approfondimenti e dossier sui temi caldi del listino. Finanza24 si arricchirà inoltre, a breve, di due nuovi prodotti digitali: Assicurazioni24 e ConsulenteFinanziario24. Per quanto riguarda Assicurazioni24 è uno strumento di informazione e di lavoro che si rivolge all’intero mondo assicurativo: i 50 mila dipendenti e manager delle compagnie italiane, i 250 mila agenti professionisti, gli oltre mille broker assicurativi e un vasto indotto di attuari, risk manager, periti assicurativi, avvocati e liquidatori. Una comunità di professionisti che nel rigore della testata troverà tutte le notizie e le informazioni finanziarie, le novità normative, la giurisprudenza e riferimenti regolamentari, i bilanci annuali e trimestrali riclassificati di tutte le assicurazioni quotate, nonché osservatori dinamici sull’andamento del comparto e una prospettiva internazionale di monitoraggio delle assicurazioni, con approfondimenti giornalistici e ricerche delle case di investimenti. Assicurazioni24 offrirà anche resocon-
ti dettagliati sulle iniziative delle autorità di controllo e ampi servizi su tutte le attività associative. Il giornale digitale seguirà gli assicuratori con un’agenda aggiornata degli avvenimenti previsti e con servizi informativi sulle nomine di amministratori e su tutte le attività di reclutamento. ConsulenteFinanziario24 si rivolge, invece, al grande mondo della consulenza finanziaria con un portale suddiviso in quattro sezioni. La prima offrirà strumenti e approfondimenti che hanno l’obiettivo di aiutare il professionista a gestire la sua attività: l’agenda con scadenze e appuntamenti, la rubrica dedicata ai giri di poltrone
e alle offerte di lavoro, le schede operative su temi connessi all’esercizio della professione, sviluppate con un taglio pratico e di immediata consultazione, il database con leggi, pronunciamenti, sentenze, prassi, interpretazioni e circolari inerenti la professione. La seconda sezione metterà a disposizione del consulente dati, analisi e tools per la gestione del cliente. Le sottosezioni dedicate a investimenti, finanziamenti e previdenza sono articolate per approfondire le tematiche dei diversi strumenti finanziari con aggiornamenti in tempo reale, serie storiche, tabelle, analisi e commenti che aiuteranno il consulente finanziario ad avere costantemente una panoramica sui mercati.La sezione formazione consentirà di organizzare corsi interattivi che permetto-
no al consulente di acquisire crediti formativi.La quarta sezione sarà caratterizzata dal flusso di notizie che offrirà una finestra sull’attualità e permetterà di avere subito in primo piano un approfondimento sui temi specifici collegati alla notizia. Una sorta di dossier organizzati, Parole Chiavi della professione, aggiornati anche con gli sviluppi normativi e regolamentari. Non solo leggi e regolamenti approvati, ma anche interrogazioni e interpellanze parlamentari su banche, finanza, imprese e Fisco. A settembre sarà la volta dei nuovi quotidiani digitali Salute e Sanità, Energia e Ambiente, Agricoltura e Agroalimentare, Enti Locali e PA, e dell’atteso debutto di Italy24: il giornale digitale in inglese per gli stranieri interessati a investire in Italia.
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SC N RIO
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quirenti e venditori singoli. Rispetto all’approccio “open market” precedente, questo sistema crea i “private marketplace”».
jay stevens
Private marketplaces, dove è l’affare? Te lo dice Stevens Di cosa si tratta veramente? E cosa li rende così attraenti? Ne parla con dovizia di particolari il general manager international del noto gruppo Rubicon Project di
Massimo Luiss
Private marketplaces, anche detti private exchange: è da un po’ di tempo che nell’ambiente, tra i cosiddetti addetti ai lavori, ci si chiede dove stia l’affare. Di fatto, negli ultimi diciotto mesi abbiamo assistito a una rapida diffusione dell’affare, sia in Europa sia nell’area Asia-Pacifico; ma di cosa si tratta e cosa li rende così attraenti? Ce ne parla con dovizia di particolari Jay Stevens, general manager internatio-
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nal di Rubicon Project. Da dove deriva questo progressivo interesse nei private marketplace? «Per capire il fenomeno, dobbiamo prima fare un passo indietro e capirne le origini. Innanzi tutto, il sistema di offerte in tempo reale, “real-time bidding”, si è rivelato più efficiente, trasparente e redditizio in termini di monetizzazione di inventari invenduti, rispetto al precedente modello ad network. Inoltre, offrivano un approccio più
moderno, nativo digitale, di vendere spazi pubblicitari per singola visualizzazione, piuttosto che con il vecchio approccio per migliaia. E la fiducia del settore editoriale nella tecnologia è aumentata, poiché era chiaro che fosse possibile applicare solide protezioni riguardo a quali inserzionisti autorizzare e a che prezzo. In secondo luogo, sul tema dell’automazione pubblicitaria si è passati da invenduti a inventari premium, con l’evoluzione della tecnologia, passata dalle aste agli accordi uno a uno tra ac-
Cosa comporta di speciale l’utilizzo di private marketplace? «Tanto per gli editori quanto per le agenzie, il valore dei private marketplace è la possibilità di condurre campagne e concludere accordi che prima erano riservati a trattative tramite ordini di inserzione cartacei; si è automatizzato un processo prima molto laborioso che richiedeva almeno 40 fasi».
per un acquirente, pari a circa 40.000 dollari di perdita. E la percentuale di mancati guadagni dovuta alle spese di gestione e di personale è probabilmente anche maggiore per gli editori. In termini pratici, questa tecnologia consente ad acquirenti e venditori di avere una considerevole quantità di tempo in più per concentrarsi su accordi personalizzati, più creativi e più redditizi. Inoltre, libera le risorse, consentendo loro di gestire un maggior numero di clienti, di uscire dall’ufficio per incontrarli di persona e capirne le necessità».
Ma a livello operativo quotidiano, quali sono gli effettivi vantaggi? «Tanto gli acquirenti quanto i venditori traggono vantaggio dalla migliorata efficienza e dalla riduzione delle spese di gestione, man mano che i flussi di lavoro digitali sostituiscono la vecchia, faticosa combinazione di e-mail, telefono e fax. Per visualizzare gli sprechi, la spesso citata ricerca di Bionic su questo argomento è tuttora attuale: per un piano relativo a 10 siti media, sono necessarie quasi 500 ore di lavoro
Quanto è importante parlare di dati? «I dati sono indubbiamente un altro vantaggio significativo offerto dai private marketplace tanto agli acquirenti quanto ai venditori. Più in particolare, gli editori possono inserire dati demografici, o acquistare dati di intent senza soluzione di continuità nei propri private marketplace, consentendo agli acquirenti di svolgere campagne mirate con maggiore accuratezza e generando guadagni anche maggiori per gli editori. Ovviamente, il tipo di dati
che ciascun editore detiene varia considerevolmente a seconda del pubblico e dei prodotti. Ma questa varietà ha reso i private marketplace ancora più attraenti per chi acquista - in quanto offrono possibilità uniche e tagliate su misura per le loro campagne. I dati hanno trasformato i private marketplace in una nuova possibilità per chi vende di esporre i punti di forza principali dei propri marchi. E le piattaforme tecnologiche che fanno loro da vetrina sono naturalmente essenziali per il successo - nell’elenco dei requisiti svettano l’adozione da parte degli acquirenti e la possibilità per le agenzie di proporre RFP (richieste di offerta) tramite l’interfaccia». Tecnologia e ancora tecnologia: il rischio non è quello di sostituire l’interscambio reale tra le singole persone? «Nonostante tutti i discorsi sull’automazione, sarebbe errato suggerire che la tecnologia stia sostituendo le persone nel campo pubblicitario. Quando furono introdotti i PC negli uffici, si temette che le macchine avrebbero preso il posto delle persone: così come è accaduto per i computer, anche l’automazione pubblicitaria è semplicemente un mezzo per rendere le persone più efficienti. È vero che alcuni venditori dovran-
no fare uno sforzo per capire come funziona questo spazio, ma questo non è diverso da quello che abbiamo visto nel mondo editoriale quando le aziende hanno adottato processi operativi primariamente digitali. Un’altra cosa che non è cambiata è l’importanza delle relazioni personali e degli eventi cui si partecipa fisicamente – alcuni, come i nostri Marketplace Summit hanno lo scopo dichiarato di far avvicinare e conoscere acquirenti e venditori, al fine di promuovere gli accordi tra loro. In altre parole, anche quando le macchine possono automatizzare gli ordini a livello di visualizzazione, le persone hanno bisogno di parlare le une con le altre, di stringere accordi e di negoziare partnership, e questo non cambierà mai». In che modo si inserisce una strategia di private marketplace all’interno di una tattica generale? «Gli editori dovrebbero elaborare le proprie strategie di private marketplace nel contesto della strategia globale di vendita, comprese le vendite dirette – prendendo in considerazione costi fissi e variabili e classificando i propri clienti per valore e volume d’affari – in modo che per ogni attività si possa creare un approccio intelligente e mirato. ANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014
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LINK
social media
Su Facebook 58 identità di genere
Svolta “democratica” per Fb. Perché d’ora in poi, nell’impostare la propria identità di genere sul profilo, si potrà scegliere fra più di 58 varianti. Oltre a “uomo” o “donna”, infatti, c’è una categoria che consente di autodefinirsi.
HUFFINGTONPOST.COM
spread digitale
L’Italia perde 10 milioni al giorno Secondo il Censis è quanto “guadagneremmo” azzerando il divario con il resto d’Europa quanto a sviluppo informatico delle infrastrutture e dei servizi pubblici digitali, dell’ecommerce, dei pagamenti online e così via.
ILSOLE24ORE.COM
Il quotidiano del
marketing in rete
Influencer marketing
Quanto vale la Smart di Rudy?
MARKETINGARENA.IT
Da un paio di giorni la rete ha un nuovo caso da discutere. Un progetto definito impropriamente come “social crowdfunding”, e finito con una casa automobilistica che per un anno regala a un noto utente della rete un’automobile.
The Executive Network
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ANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014
COM
LINK scenari
Social network
Sarà per il crollo dell’organic reach su Fb o per l’introduzione di nuovi strumenti pubblicitari su Twitter, ma secondo Adage, nel prossimo futuro sarà proprio quest’ultimo il social sul quale i marketers Usa punteranno di più.
C’è una nuova star tra i profili del noto business social network. E’ alta, bionda, ben vestita, dotata di tablet, smartphone, valigetta 24 ore e tutto quello che può servire a un’imprenditrice. Potete anche seguirla, ma difficilmente potrà farvi una raccomandazione, perché ha un unico problema: è di plastica. La Mattel ha infatti deciso di aprire un profilo LinkedIn per il nuovo personaggio della più famosa (e longeva) bambola al mondo, Barbie Imprenditrice. Professione dichiarata: Dream Incubator. Inutile dire che le polemiche non sono mancate. Ma c’è anche chi la difende. Non pochi.
La spesa sui social degli americani
ADAGE.COM
E su Linkedin c’è anche Barbie
scenari
Verso l’“obesità” mediatica?
LINKIESTA.IT
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Ci sono voluti 126 anni dall’invenzione del telefono per avere un miliardo di utenti, ma solamente 8 anni per raggiungere la stessa cifra di iscritti a Facebook. Il dato in questione mostra, prima di tutto, la capacità di crescita estremamente rapida dei meccanismi comunicativi contemporanei; ma essendo Facebook solo uno dei tanti strumenti di comunicazione a disposizione delle persone, ci pone anche davanti ad un serio interrogativo: di fronte al progressivo aumento delle possibilità di consumo di media da parte degli utenti, siamo di fronte ad una situazione che potremmo definire di “sovrabbondanza comunicativa permanente”?
DIGIDAY.COM
social app
Arriva il mobile visual storytelling
TECHCRUNCH.COM
Si chiama Pixotale la social app lanciata da due ex ingegneri di Microsoft che ha l’obiettivo di connettere gli utenti e permettere loro di raccontare storie attraverso le immagini. Dunque, un po’ Instagram, un po’ Medium. ANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014
L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.
Anticipi e posticipi della Serie A nello splendore dell’alta definizione
PREMIUM PEOPLE I HIGH PROFILE AUDIENCE
Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012
COM
LINK campagne sociali
wearable technology
Per “svegliare” anche solo un poco le coscienze ecco cinque campagne che usano la fotografia per scuotere lo sguardo e rimuovere l’indolenza morale sulla condizione e la salvaguardia degli animali.
La Gran Bretagna li ha vietati al cinema, mentre negli Usa sono banditi da bar e casino, night club e pub. Ma gli smartglass cercano di farsi largo nel mainstream, al di là dei rischi sollevati in tema di privacy o di salute di chi li indossa in caso d’utilizzo intensivo. L’apertura del programma Google Glass Explorer fuori dagli Stati Uniti dimostra, però, che l’interesse per gli smart glass è rimasto ancora flebile. Ma la wearable technology (la tecnologia da indossare) suscita curiosità. E tanta. Ecco allora quali sono le dieci caratteristiche chiave dei Google Glass.
Aiutare la fauna con l’advertising
CLICKBLOG.IT
I 10 elementi top dei Google Glass
epic win
Burger King lancia il Proud Whopper
LETTERA43.IT
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In occasione del Gay Pride di San Francisco, Burger King ha introdotto nei suoi punti vendita il Proud Whopper un “nuovo” panino legato a un video promozionale pubblicato su Youtube. Si tratta in realtà del solito panino avvolto da un incarto con i colori della bandiera arcobaleno e offerto ai clienti senza alcun dettaglio sui suoi contenuti. Ad accompagnare la rivelazione, una frase contenuta nell’involucro color arcobaleno, visibile solo dopo averlo aperto e mangiato: “We are all the same inside”, siamo tutti uguali dentro. Un idea semplice quanto geniale, fortemente valoriale ed emozionante. E, ovviamente, dal successo virale garantito.
ITESPRESSO.IT
VISIONI
Fujitsu e società più “intelligenti”
BITMAT.IT
Interessante video che ci dà la visione di una multinazionale come Fujitsu, intenta a presentare il suo nuovo approccio costruito intorno all’idea di una “Human Centric Intelligent Society”.
ANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014
SPAZIO A...
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the italian way
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i valori unici e aggiornati degli italiani e del made in italy: seminario organizzato dal gruppo gfk eurisko Gianluigi Castelli Executive Vice President ICT di Eni. Nato nel 1954, Laureato in Fisica a indirizzo cibernetico. dopo gli studi svolge attività accademiche presso il Dipartimento di Scienze dell’Informazione dell’Università di Milano, poi entra in Etnoteam, dove resta diciotto anni con diversi incarichi fino ad occupare la posizione di responsabile della Divisione di System Integration. passa in Infostrada, dove ricopre il ruolo di CIO, e poi in Fiat: nel periodo 19972001 opera come CIO di Fiat Auto e come CEO di Fiat GSA, società di servizi software del Gruppo. Approda, poi, al ruolo di CIO e di CTO di Vodafone Italia, azienda la cui strategia è focalizzata sull’innovazione dei prodotti e servizi e di cui l’ICT è parte integrante. Nel 2003 assume la carica di CIO del Gruppo Vodafone, con responsabilità del coordinamento e consolidamento informatico a livello mondo. Nel 2006 entra in Eni con il ruolo di CIO
visioni
di
Matteo Dedè
big data e tecnologie, serve
salto generazionale Dopo il programma di IT Transformation del triennio 2010-13, che ha visto, tra l’altro, la costruzione del nuovo Data Center “green”, abbiamo avviato per il triennio 2014-17 un nuovo programma, questa volta chiamato “Eni Digital Enterprise”, che è articolato su tre macroaree - Digital Corporate, Digital Marketing e Digital Industrial -, con completamento della dematerializzazione, massimo livello possibile di automazione e ridisegno completo dei processi in chiave digitale. Abilitatori tecnologici di questo programma sono i quattro trend - Big Data, Cloud Computing, Social e Mobile - che del resto stanno indirizzando gli investimenti e i progetti Ict delle aziende in questo momento. I Big Data, in particolare, sono il trend più impegnativo: la loro complessità richiede un salto generazionale di tecnologie, perché servono capacità di apprendimento, di ragionamento deduttivo e induttivo e di interazione naturale tra computer ed esseri umani, a cui
i motori analitici e relazionali che usiamo oggi non possono arrivare. La soluzione può essere, appunto, il cognitive computing. Ho sempre seguito con attenzione il lavoro di ricerca dei laboratori di Ibm e delle università coinvolte su Watson, il sistema analitico di nuova generazione in grado di capire il linguaggio naturale, generare ipotesi, valutare, adattarsi e apprendere. E oggi si iniziano a vedere le prime applicazioni già realizzate o potenziali, dalla diagnostica medica al marketing one-to-one, fino alla ricerca di nuovi giacimenti di idrocarburi. Ci vorranno anni per capire tutte le possibili applicazioni, magari anche nella manutenzione “predittiva” dei nostri impianti o per la personalizzazione della “consumer experience” nelle nostre attività di multiutility. L’idea iniziale è di divulgare consapevolezza in tutta l’azienda, e di capire gli ambiti più immediati in termini di potenziali ritorni, su cui iniziare a realizzare i primi progetti.
L’appuntamento è presso gli spazi dell’Unione del Commercio, in Corso Venezia, a Milano, il prossimo giovedì 10 luglio. Che l’Italian Way of Life, la qualità dei nostri prodotti, l’immaginario legato ai nostri paesaggi e alle città d’arte siano percepiti all’estero come merce pregiata e ricercata è un fatto ormai acquisito. Ma per definire quali siano effettivamente i tratti identificativi e distintivi della qualità italiana la necessità di approfondire rimane fattore essenziale per inquadrare al meglio i focus su cui puntare. A differenza di altri Paesi che sono più facilmente identificabili con uno stile, una cultura, una città, l’Italia è Paese a cui viene spontaneamente associata un’estrema ricchezza per quanto riguarda sia l’aspetto naturale-paesaggistico sia quello culturale e produttivo La domanda che si pone, allora, è: l’Italia possiede tuttora valori unici e attrattivi, spendibili nello scambio reale e simbolico dei suoi prodotti, dei suoi servizi, delle sue esperienze, dei suoi contenuti? In particolare: gli italiani quanto contano sulla propria unicità nei progetti che li caratterizzano; e quanto il Paese è in grado di essere brand ambassador del Made in Italy. Questi i temi del seminario, in cui verranno presentati dati inediti di ricerche ad hoc per fornire numeri certi e insight nuovi alle imprese e al mondo dei media e della comunicazione. Interventi di Paolo Anselmi, Fabrizio Fornezza, Giorgio Licastro, Edmondo Lucchi, Remo Lucchi, Giuseppe Minoia, Silvio Siliprandi. ANNO V | #077| LUNEDÌ’ 07 LUGLIO 2014