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visioni / Gianluigi Rossini

L’ultima serie di “Mad Men”, quando la tv è fantascienza

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ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015

Due delle principali critiche che “Mad Men” ha ricevuto, soprattutto durante la prima stagione, riguardavano la sfera della nostalgia: secondo alcuni, la serie suscitava un ingiustificato autocompiacimento per…

i fatti del giorno

martketplace

media

Il canale di Ovo.com racconta idee e visioni di persone straordinarie

Dal lunedì al venerdì, alle 19:30. E a fine maggio arriva anche l’app

Mountain View adesso sfida anche i colossi del retailing online

Patch Adams, “Teoria del Sorriso” e l’amore nella prospettiva Think

Su Disney Junior debutta la serie tv “Miles dal Futuro”

Shop on Google e tasto “buy” inglobano anche l’ecommerce

company

Il carisma di Mr. Milk irrompe dalla tv nella “genuina” quotidianità

scenario

Passa da Firenze la “Www Conference”

Auge e Omd al lavoro sulla nuova campagna per Latteria Nom

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coverstory

Lo conferma Pew: it’s a mobile world

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Nelle aziende europee l’aumento della produttività passa dai dati La cosiddetta Data Economy è ormai un argomento chiave, che sta a cuore all’Unione Europea, soprattutto nel rapporto col cittadino/utente

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i fatti del giorno

Piattaforme

Patch Adams, la “teoria del sorriso” e l’amore sul canale Think di OVO.com

Il sito, prodotto editoriale a cura di TheOutplay interamente costituito da clip, attraverso materiali video di alta qualità e che utilizzano tecniche innovative, racconta le idee e le visioni di persone straordinarie che hanno contribuito a cambiare il mondo

di Ottavia Quartieri Amore e felicità. Concetti che, detti così, possono significare tutto e niente, ma che se invece vengono associati al nome di Patch Adams acquistano un significato preciso e profondo. Possono essere considerati, infatti, le pietre miliari su cui si è costruita tutta l’esistenza del famoso medico statunitense, segnando non solo la sua di vita ma soprattutto quella di tutte le persone che dai suoi studi hanno tratto benificio. La storia di Adams, che ama definirsi un

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«attivista sociale per l’amore, la pace, la giustizia e la cura del prossimo», inizia quando da adolescente viene ricoverato in un ospedale psichiatrico dopo aver tentato il suicidio e, proprio qua, scopre che la salute si basa sulla felicità e che solo «attraverso l’allegria e il sorriso si possono vincere molte battaglie». In oltre 40 anni passati tra studi e ospedali di tutto il mondo, ciò che rimane più impresso della sua attività è sicuramente la famosa “teoria del sorriso”, nota anche come “clownterapia”, nata da un’esperienza personale e messa a servizio dei più bisogno-

si per donargli amore e fargli riscoprire l’umorismo, gli ingredienti fondamentali per una vita serena. Tutto questo e molto altro, è possibile scoprirlo sul canale Think del sito OVO.com direttamente attraverso le parole di Patch Adams che si è raccontato in una lunga ed emozionante intervista a tutto tondo.

Il sogno di un mondo compassionevole in cui il motore è l’amore, visioni inedite, esperienze personali, speranze, insegnamenti, storie di chi nella vita ce l’ha fatta e di chi, invece, per stare a galla ha osato cambiare strada. Questi sono gli argomenti che hanno visto protagonista l’ideatore della “terapia del sorriso” che con il suo spirito ha saputo conquistare gli ospedali di tutto il mondo. Inoltre, la carica emotiva eccezionale della clip è stata accentuata da un utilizzo di immagini di altissima qualità, prodotte con un trattamento fotografico speciale, in grado di fare emergere il protagonista anche fisicamente dal suo flusso di pensiero, in un bianco e nero che ne delinea forma e tratti. Questa video-intervista è solo uno dei molteplici esempi che offre il sito OVO.com, il prodotto editoriale a cura di TheOutplay interamente costituito da clip, che attraverso questi materiali dà spazio a idee e visioni di persone straordinarie che hanno contribuito a cambiare il mondo. Dallo scultore Arnaldo Pomodoro ai premi Nobel per la Pace Shirin Ebadi e Tawakkul Karman, da Dino Zoff, ex portiere campione del Mondo nel 1982, a Michelangelo Pistoletto, protagonista dell’arte degli ultimi cinquant’anni, passando per il fisico e informatico italianoTomaso Poggio, il musicista Enrico Rava e lo scienziato Silvio Garattini: ecco alcune delle interviste che è possibile vedere e ascoltare sul sito. Ma non c’è solo il canale Think, infatti insieme a lui su OVO.com si possono trovare altri 5 canali attraverso i quali approfondire tematiche che spaziano dall’attualità alla politica, passando per arte, cinema, storia e sport. OVOPedia, che espone tutti i temi del sapere umano in meno di 3 minuti; OVOBio racconta la vita delle personalità più importanti della storia; OVOTake che dà voce agli argomenti più rilevanti e attuali del mondo, partendo dai dati numerici; OVOIntelligence, un dossier di sintesi su quanto accaduto nel mondo nell’ultimo mese e, infine, OVOSeeds canale nel quale compaiono i video più belli della rete selezionati della redazione e segnalati dagli utenti.

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i fatti del giorno

Partnership

Mercato

Grazie alla partnership siglata tra le due società, il network degli editori della piattaforma internazionale di video advertising multi-screen è ulteriormente potenziato. E l’obiettivo rimane intercettare il target dei millennials, tanto strategico quanto volatile

scalo per 4 anni, impegnandosi nell’introduzione di strutture pubblicitarie di ultima generazione

di David Lucchi

Mtv Italia sceglie smartclip. gestirà E’ targato clear channel il nuovo progetto per l’aereoporto di bologna inventory video interstitial dell’app pubblicitario La divisione italiana della società si è aggiudicata l’installazione e la gestione degli impianti dello di Ottavia Quartieri

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tv Italia ha scelto smartclip: il brand di intrattenimento di Viacom International Media Networks ha affidato alla piattaforma internazionale di video advertising multi-screen la gestione in esclusiva dell’inventory video interstitial della sua nuova app Mtv On Demand. L’accordo con smartclip consente, dunque, a Mtv una monetizzazione dell’inventario video interstitial dell’applicazione sui due principali sistemi operativi del mercato e su ogni tipo di piattaforma digitale mobile. Smartclip, player di riferimento per la distribuzione di video advertising multi-piattaforma, con questa nuova partnership, amplia il proprio network di editori e consente di offrire agli inserzionisti un mezzo efficace e di sicuro interesse per raggiungere il target dei millennials, gruppo sociale sempre in evoluzione, strategico e difficile da intercettare. Attraverso l’app gratuita di Mtv disponibile per iOS e Android è possibile accedere a tutti i contenu-

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Luca Di Cesare

ti del canale in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, guardare tutti i programmi tv in diretta e on demand, commentare e condividere in second screen quello che si sta guardando in televisione direttamente dall’applicazione: una vera e propria social tv per vivere un’esperienza assolutamente coinvolgente. Basta scaricarla, scegliere il proprio show preferito e godersi lo spettacolo, da “Il Testimone” a “Ginnaste”, da “Mario” a “16 anni e incinta”, da “Calciatori” a “Diario di una nerd superstar”. «Questa partnership costituisce un’esten-

sione dell’offerta di smartclip di sicuro interesse per i brand che vogliono rivolgersi a un target in continua evoluzione, strategico e non sempre raggiungibile su altri mezzi - ha affermato Luca Di Cesare, managing director di smartclip Italia -. L’accordo con Mtv è il risultato della nostra capacità di innovazione che ha portato, per esempio, allo sviluppo di strumenti per evitare click involontari, e di prodotti, come la mobile domination, di recente adottata anche da altri operatori. L’app Mtv On Demand ci consente, inoltre, di espandere ulteriormente il nostro network con contenuti di notevole qualità che vanno ad alimentare ulteriormente la nostra piattaforma proprietaria di programmatic buying, SmartX Platform, rafforzando così la nostra posizione di leadership di mercato: il network video mobile di smartclip conta già più di 9 milioni di utenti al mese, con una reach del 45,9% dell’utenza mobile italiana. L’accordo con Mtv Italia ci arricchisce di un inventario sempre più multi-device», ha concluso Di Cesare.

“Less is more” è lo slogan con cui il gruppo americano Clear Channel si appresta a rivoluzionare la pubblicità all’interno dell’Aeroporto di Bologna, puntando sull’ottimizzazione degli spazi e sull’uso di impianti digitali di ultima generazione, con immagini in movimento e pannelli retroilluminati. L’accordo tra Clear Channel Italia e l’Aeroporto di Bologna, frutto di una selezione concorrenziale tra i principali player del settore e sottoscritto nei giorni scorsi per una durata di 4 anni, porterà per la prima volta al Marconi il gruppo che gestisce alcuni degli impianti pubblicitari più prestigiosi al mondo, tra cui quelli di Times Square a New York e della Strip di Las Vegas. Con la partnership avviata con l’Aeroporto Marconi, Clear Channel Italia amplia la propria offerta digitale negli aeroporti italiani, che con Bologna diventano cinque (gli altri sono Venezia, Treviso, Roma Fiumicino e Ciampino), andando così a rafforzare la propria leadership nel settore, con 60 milioni di passeggeri annui negli aeroporti partner, in un contesto premium e in grado di soddisfare i più esigenti advertiser in termini di comunicazio-

ne, copertura e standard di qualità. L’advertising dell’aeroporto di Bologna precedentemente era gestita in parte da Sab, la società di gestione Paolo dell’aeroporto Dosi Guglielmo Marconi di Bologna, e in parte da Nada Ipsa. «Sono contento che Aeroporto di Bologna abbia scelto Clear Channel per l’attuazione di un nuovo progetto che sono certo sarà fonte di grandi soddisfazioni per entrambi», commenta Paolo Dosi, ceo di Clear Channel Italia. «Siamo certi che l’implementazione della nostra strategia, che passa attraverso lo sviluppo di un nuovo progetto dell’impiantistica pubblicitaria e il conseguente rinnovamento dei prodotti offerti agli inserzionisti, che peraltro si sta rivelando vincente negli aeroporti di Roma e Venezia, insieme a un approccio, unico e di grande expertise di Clear Channel al marketing e alle vendite, non solo contribuiranno a rendere l’aeroporto un benchmark della qualità e del design pubblicitario nell’asset aeroportuale, ma consentirà di rafforzare la nostra leadership in questo settore». «Siamo sicuri che Clear Channel saprà offrire le migliori occasioni di visibilità alle imprese italiane e del territorio, e allo stesso tempo troverà nei nostri passeggeri e clienti un target molto interessante», ha aggiunto Nazareno Ventola, direttore generale di Aeroporto G. Marconi di Bologna. ANNO VI | #090| MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015



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i fatti del giorno Agenzie

di Massimo Luiss

Blue Hive Roma manda on air Ford Ecosport

Il comparto di WPP, che segue la comunicazione del marchio automobilistico, porta in televisione per tutto il mese di maggio lo spot, inizialmente pensato solo per il web

Ecommerce

baldinini e triboo digitale presentano il nuovo eshop Il nuovo store online dell’azienda romagnola si rivolge a 38 paesi con un’usabilità e un’esperienza di acquisto ottimizzate per tutti i device, anche quelli mobili. Oltre agli abiti, la vendita si estende a tutto il mondo degli accessori del marchio di Marianna Marcovich

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aldinini, brand romagnolo che produce calzature high-end made in Italy, presenta il nuovo eshop realizzato in collaborazione con Triboo Digitale. Lo store www. baldinini-shop.com si rivolge a 38 paesi con un’usabilità e un’esperienza di acquisto ottimizzate anche per i device mobili. Oltre alle scarpe da donna e da uomo, la vendita online si estende a tutto il mondo dedicato accessori del marchio, come borse, capi fashion, travel goods e fragranze. «Abbiamo sentito la forte esigenza di sostenere con crescente impegno la formula dell’ecommerce, che

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da ormai diversi anni integra la nostra già robusta struttura distributiva. Ormai l’espansione internazionale del nostro brand ci impone di affinare ancor più gli strumenti legati a una comunicazione digitale strategica, rendendo la nostra piattaforma di eshop più agile e performante», sostiene Antonio Roma, marketing e retail manager del brand Baldinini. «Per un brand fortemente orientato all’export come Baldinini, l’ecommerce può rappresentare un plus straordinario, in quanto sicuro volano di crescita e richiamo di visibilità attorno al nome, facilitando consolidamento e sviluppo - ha aggiunto Alessio Barbati, chief ecommerce officer

di Triboo Digitale -. Una piattaforma di ecommerce affidabile, una campagna di web marketing ben orchestrata e una buona expertise nella gestione di progetti di digital fashion sono gli strumenti che mettiamo a disposizione del marchio al fine di incrementare ancor più le vendite”. La partnership tra le due società permette, ad entrambe, di ottenere importanti vantaggi sia in termini di visibilità e vendita per l’azienda di San Mauro Pascoli, sia in termini di allargamento del portafoglio clienti per l’internet company integrata che realizza e gestisce le attività di ecommerce e le strategie di advertising di prestigiosi in differenti mercati.

Blue Hive Roma, l’agenzia del gruppo WPP dedicata alla comunicazione del cliente Ford Italia, ha pianificato per tutto il mese di maggio lo spot Entry, il nuovo film che porta Ford Ecosport all’attenzione del mercato italiano con una campagna prodotta centralmente da Blue Hive Europe per i 23 mercati europei di Ford. Il filmato è stato girato da Tom Malmros lo scorso settembre su una delle spiagge di Mallorca, l’isola spagnola, ed è tutto incentrato sul “Keyless Entry with Power Button”, la tecnologia di Ford che permette di aprire l’auto e metterla in moto non dovendo usare le chiavi ma semplicemente portandole con sé. Il protagonista del film, camminando verso l’auto sulle note di “Lollipop” dei The Chordettes,

apre la Ford Ecosport Mars Red, il colore di lancio dell’auto scelto dalla casa automobilistica statunitense, senza usare le chiavi, lasciando stupiti gli altri bagnanti. Nata esclusivamente per il web, la campagna Keyless Entry è stata testata lo scorso dicembre su altri mezzi, e visto il successo riscontrato è ora pianificata anche in televisione. Il film in Italia sarà presente con una campagna video display su web. La comunicazione di Ford Ecosport vivrà questo mese anche all’interno di una campagna crossmedia su banner, stampa e affissione, il cui soggetto sarà invece “Ecoincentivi”, richiamando la campagna di maggio che Ford Italia sta portando avanti anche su Ka, Fiesta e B-MAX.

convegni

“The Italian Way” è linfa per le ambizioni del Made in Italy Si è tenuto venerdì scorso presso l’Auditorium della Cantina Antinori nel Chianti Classico la quarta edizione di Italy Works dal titolo “The Italian Way”. Il convegno, promosso da KPMG e patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico, si pone come obiettivo lo sviluppo di idee e strumenti innovativi per rilanciare un modello italiano di competitività focalizzando l’attenzione sui cluster produttivi di eccellenza, i processi di reshoring e l’economia dei centri direzionali. La realizzazione dell’evento ha portato anche quest’anno la firma di PalazziGas Events.

L’agenzia guidata da Giampaolo Rossi è stata incaricata di gestire a tutto tondo l’organizzazione dell’evento: dalla logistica al catering e al concept della comunicazione, dagli allestimenti audio, video e luci alle scenografie, dalla regia alla realizzazione dei materiali video e grafici di comunicazio-

ne. “«Siamo orgogliosi e soddisfatti - ha commentato l’a.d. Rossi - di essere stati scelti per la terza volta da KMPG per la produzione di un evento di tale levatura istituzionale. La valorizzazione del nostro territorio e delle nostre eccellenze è un elemento cardine in tutti i nostri progetti. Con Italy Works il nostro team ha dato vita a una produzione semplice ma estremamente elegante, che ha reso possibile dimostrare, ancora una volta, la versatilità dell’agenzia nel gestire sia i grandi eventi privati sia importanti eventi corporate e istituzionali di prestigio». ANNO VI | #090| MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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i fatti del giorno

Alessia Marcuzzi, testimonial di Vodafone Italia

spot

A Leo Burnett la comunicazione di Original Marines L’assegnazione è avvenuta dopo una consultazione e il piano dell’agenzia metterà in risalto le novità del brand Leo Burnett ha recentemente ricevuto dal marchio di abbigliamento Original Marines l’incarico di ideare e produrre la campagna di lancio della nuova collezione per l’autunno/inverno 2015. L’assegnazione è avvenuta dopo una consultazione che ha coinvolto alcune delle principali agenzie italiane. Original Marines, che di recente ha lavorato sul fronte pubblicitario collaborando con il famoso fotografo Oliviero Toscani, si presenterà con una veste nuova attraverso una campagna pubblicitaria che esalterà i tratti distintivi del brand e allo stesso tempo ne darà un’interpretazione rivisitata. Oltre alla campagna stampa e alle affissioni già programmate, è previsto anche un ritorno in televisione. All’agenzia advertising, guidata dal ceo Giorgio Brenna, è stata inoltre affidata la direzione creativa e la realizzazione dei cataloghi che presenteranno al pubblico la nuova collezione per l’autunno/inverno 2015.

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campagne Testimonial del progetto è Alessia Marcuzzi

televisione

Gli spot, curati dal regista Gigi Piola e pianificati da Mec, mettono in evidenza la preparazione del personale e il tasso innovativo delle proposte per continuare a stupire i propri clienti

Il concorso, che si concluderà domenica, vede affrontarsi 40 artisti in rappresentanza di altrettante tv pubbliche

Song vodafone, soluzioni personalizzate L’Eurovision Contest è on air e più connettività sugli smartphone per l’Italia su Rai4 di Ottavia Quartieri

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’ in onda sulle principali emittenti televisive la nuova campagna televisiva di Vodafone Italia. Lo spot è dedicato al Vodafone Store, il luogo per chi è alla ricerca di soluzioni personalizzate per la propria connettività e per il proprio smartphone 4G. I protagonisti dello spot, declinato in formati da 15, 30 e 45 secondi, sono un gruppo di bambini. I piccoli clienti esplorano i negozi Vodafone, si divertono a provare smartphone e tablet, e manifestano tutta la loro curiosità tempestando il persona-

le con domande sempre più incalzanti. La metafora viene svelata quando una delle bambine protagoniste dello spot, uscendo, si trasforma nella showgirl Alessia Marcuzzi, tornata bambina all’interno del Vodafone Store. Lo spot vuole valorizzare la preparazione del personale Vodafone, sempre in grado di rispondere in modo semplice ed esaustivo a tutte le domande ed esigenze dei clienti, che entrando all’interno dei negozi possono lasciarsi trasportare dalla curiosità, dalla voglia di scoprire e dallo stupore per le novità, tornando ad essere un po’ bambini. “Vi vogliamo

felici come bambini. Tutti i migliori smartphone, la migliore assistenza d’Italia e la rete 4G più grande d’Europa”, afferma lo spot. Alessia Marcuzzi devolverà il cachet della sua partecipazione a Cash&rocket in favore delle donne e dei bambini dell’Africa attraverso tre onlus operanti sul territorio. Il progetto ha visto il coinvolgimento del Team Red, la struttura di Wpp Group responsabile del coordinamento e dell’indirizzo strategico per tutte le agenzie del gruppo attive sul cliente Vodafone. La casa di produzione è Filmmaster, la regia è di Gigi Piola. La pianificazione media è di MEC.

serie tv Le riprese previste per le otto puntate partiranno in estate

Pio XIII raccontato alla maniera di Sorrentino Paolo Sorrentino

“The Young Pope” è il titolo della joint production di Sky, Hbo e Canal+, che narra la vita di un personaggio contraddittorio

E’ previsto per l’estate l’inizio delle riprese di “The Young Pope”, una serie in 8 episodi sull’inizio del pontificato di Pio XIII, diretta dal Premio Oscar Paolo Sorrentino con Jude Lawnel ruolo del pro-

tagonista. La serie è una joint production di Sky, Hbo e Canal+. Il film racconta Pio XIII così conservatore nelle sue scelte da rasentare l’oscurantismo ma allo stesso tempo straordinariamente pieno

di attenzione e compassione per i più deboli. Le riprese proseguiranno fino all’inizio del 2016, la produzione avrà luogo in Italia ma farà tappa anache all’estero con riprese in Usa, Africa e Porto Rico.

Fino al 23 maggio si svolgerà alla StadtHalle di Vienna la 60ª edizione dell’Eurovision Song Contest 2015, il concorso canoro europeo che quest’anno vede affrontarsi 40 brani in rappresentanza delle televisioni pubbliche di altrettanti paesi. Il concorso sarà al centro della programmazione di Rai4 fino a domenica. Si comincia domani alle 22.50 con la prima semifinale, poi giovedì alle 21.00 è in programma la seconda semifinale in diretta, con 17 paesi in concorso di cui 10 approderanno alla finale del sabato. In questa semifinale i telespettatori italiani saranno chiamati a esprimere le loro preferenze tramite il televoto insieme a una giuria formata da cinque professionisti del settore musicale. La serata finale, in programma sabato in prima serata, sarà trasmessa in contemporanea su Rai2 e RaiHD. Nel 2014 si stima che oltre 195 milioni di persone abbiano assistito all’evento che ha visto trionfare a Copenaghen è stata vinta dall’Austria con la canzone “Rise Like a Phoenix”, interpretata da Conchita Wurst. ANNO VI | #090| MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015



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MARKET PLACE

Appuntamento, ieri a Milano, con il tennista numero uno al mondo

American Express fa palleggi con Djokovic

All’interno dell’evento organizzato dalla Regione Lombardia per Expo, l’azienda sottolinea la vicinanza ai valori positivi dello sport di Davide De Vecchi

Anche American Express ricopre un ruolo da protagonista in occasione degli eventi organizzati da Regione Lombardia per celebrare Expo. Infatti, American Express ha regalato la possibilità ad alcuni bambini di partecipare all’evento che ha visto protagonista ieri Novak Djokovic. Il campione serbo è stato ospite dei rappresentanti delle istituzioni al Palazzo della Regione Lombardia e ha palleggiato sulla terra rossa del campo appositamente realizzato in Piazza Città di Lombardia con alcuni giovani fan appassionati di tennis, di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Questo evento è stata l’occasione per trasferire ai bambini i valori universalmente riconosciuti dello sport come lealtà e rispetto, e sensibi-

Novak Djokovic

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Melissa peretti

lizzarli sull’importanza di scegliere e seguire uno stile di vita sano, tutti aspetti a cui lo stesso Djokovic tiene molto, come testimoniano le attività in cui si è impegnato in prima persona. «Lo sport è impegno e disciplina, ma prima di tutto correttezza e rispetto dell’avversario. Il fair play non deve mai mancare in campo, e nella vita. Questo è uno dei primi insegnamenti da trasmettere ai bambini attraverso il gioco e lo sport. Vanno coltivati il talento e la sana competizione. Adoro i bambini, sono da poco diventato padre. Spesso è proprio il loro approccio genuino e ricco di solidarietà ad ispi-

rarci e ad insegnarci ogni giorno qualcosa», ha commentato Novak Djokovic, fresco vincitore degli Internazionali d’Italia di tennis che si sono giocati nella consueta cornice del Foro Italico di Roma, con l’altrettanto consueta sponsorizzazione di Bnl. «American Express crede da sempre nell’importanza di trasmettere i valori positivi dello sport perfettamente incarnati da Djokovic. Allo stesso tempo crediamo sia importante educare le nuove generazioni, ma spesso anche gli adulti, ad adottare uno stile di vita sano, che prevede movimento e un’alimentazione responsabile e corretta. Per questo siamo molto felici di aver potuto dare la possibilità di incontrare questo grande campione, che rappresenta un esempio per tutte le generazioni», ha commentato Melissa Peretti, Country Manager American Express Italia. Anche American Express, infatti, si impegna in prima persona per la diffusione di una cultura dello stile di vita sano e organizza per i suoi dipendenti una serie di programmi che ne incoraggiano e supportano l’adozione per fare fronte ai principali problemi legati alla vita moderna: lo stress, una scorretta alimentazione e lo scarso movimento fisico. Anche l’Italia organizza progetti che aiutano i dipendenti a gestire lo stress o ad avere il supporto esperti nutrizionisti in sessioni informative dedicate e costruire insieme un programma adatto alle diverse esigenze. ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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CHI SBAGLIA CADE. CHI PIANIFICA NON SBAGLIA.

Prosegue su Canale 5 “Caduta libera”, lo show preserale condotto da Gerry Scotti in cui i concorrenti che sbagliano risposta precipitano in una botola. Un format sorprendente e spettacolare che conquisterà gli spettatori. Pianifica mentre la loro attenzione è tutta rivolta allo schermo.

Appuntamento preserale alle 18.45


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MARKET PLACE

Tutte le sere a partire dalle 19:30. E a fine maggio anche l’app

La nuova serie animata “Miles dal Futuro” al debutto su Disney Junior

Arricchita da curiosità scientifiche, porta nello spazio i piccoli con le avventure del giovane Miles Callisto e della sua famiglia di Luca Anelli

La nuova serie animata “Miles dal Futuro” è arrivata su Disney Junior - canale disponibile sulla piattaforma Sky e Mediaset Premium - a partire dalle 19:30 di ieri sera. La serie, arricchita da curiosità scientifiche, porta nello spazio i piccoli telespettatori con le galattiche avventure del giovane Miles Callisto e la sua incredibile famiglia, inviati speciali dell’Autorità di Transito di Futurolandia. La serie segue le peripezie e le missioni di Miles e della sua famiglia, composta da mamma Phoebe, capitano della nave spaziale, dal papà Leo, ingegnere meccanico, dalla sorella Loret-

ta, esperta di tecnologia, e dal loro adorato struzzo robot, di nome Merc. Insieme attraversano nuove galassie abitate da strani esseri alieni, veicoli futuristici e sofisticati strumenti tecnologici, trasportando i giovani spettatori e le loro famiglie in un viaggio fantascientifico che pur soddisfacendo la naturale curiosità dei ragazzi rispetto ai misteri dello spazio, esalta l’importanza di ciò che è a loro più vicino: la propria famiglia. Infatti, “Miles dal Futuro”, grazie alla preziosa consulenza della Space Tourism Society, di Google e della Nasa, che ha messo a disposizione scienziati ed esperti di tecnologia nonché il suo Jet Pro-

pulsion Laboratory, alimenta l’interesse dei bambini nei confronti dell’esplorazione spaziale e di realtà sconosciute. Sono proprio la curiosità e la scoperta gli ingredienti fondamentali di questa serie, caratterizzata dai temi dell’amicizia, del lavoro di squadra, del pensiero critico, dell’esplorazione dell’ambiente e dell’importanza della famiglia. La superstellare serie “Miles dal Futuro” aspetta i suoi viaggiatori tutti i giorni, dal lunedì al venerdi. Ma le novità non finiscono qui: infatti, è in arrivo la nuova app Miles dal Futuro Missioni Spaziali per Apple iOS e che sarà disponibile a partire dalla fine di maggio. I giocatori saranno proiettati nella galassia insieme a Miles e Merc, per esplorare nuovi pianeti e vivere rischiose missioni. L’innovativa app lancerà un gioco in cui un simulatore spaziale di realtà virtuale 3D, consente ai ragazzi di controllare il velivolo di Miles; tramite il controllo manuale dell’apparecchio, i ragazzi potranno visitare una varietà di ambienti planetari.

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al centro il personaggio di miles callisto, insieme alla sua incredibile famiglia

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E R A NC E .



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MARKET PLACE

Ed mod tetueros dolor ing eum zzriusto duisl

Il marketing digitale sta vivendo una rivoluzione importante: da una parte, il volume dei dati a disposizione per analizzare il business online cresce sempre di più; dall’altra, i mezzi per promuovere la propria attività stanno diventando sempre più potenti. Oggi, quindi, occorre molto più tempo per riuscire a gestire al meglio il marketing aziendale. E mai prima d’ora la gestione dei contatti e la capacità di rag-

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alessio semoli

Alessio Semoli firma un nuova monografia, la prefazione di marco montemagno

Automatizzare il tuo business per vincere (e avere più tempo libero) Edito da Hoepli, è uscito il nuovo libro scritto dal direttore marketing di Softec: “Marketing Automation - Guida completa per automatizzare il tuo business online” di Aureliano Roio

giungere il proprio target hanno giocato un ruolo così importante nelle strategie di marketing. Tuttavia, mai come oggi le aziende sono state così

confuse dalle tante soluzioni che vengono loro proposte. Se infatti, dalla sua introduzione fino a ieri, i costi di set-up, i lunghi periodi contrattuali e le alte fees mensili hanno contribuito a

posizionare il marketing automation come un’attività esclusivamente riservata ad aziende di grande dimensione, oggi, con le nuove tecnologie, ci sono numerose piattaforme complete, di utiliz-

zo intuitivo e costi ridotti che avvicinano il marketing automation allla piccola-media impresa. Ma una cosa è aver compreso come automatizzare i processi e la comunicazione - e utilizzare strategie di web marketing e piattaforme che dialogano tra loro in automatico, che di fatto incrementa il numero delle conversioni e delle vendite -, un’altra è comprendere come ottenere questi obiettivi. A darci una mano in tal senso è Alessio Semoli, Marketing Director di Softec S.p.A, imprenditore, docente ed esperto di new media e tecnologie, con il suo nuovo libro: “Marketing Automation Guida completa per automatizzare il tuo business online”, il primo manuale in lingua italiana che aiuta a comprendere le necessarie azioni di marketing e ad analizzare tutti gli strumenti attualmente a disposizione di manager, imprenditori e Pmi per semplificare e rendere più produttiva ogni attività aziendale. L’uso del marketing automation, infatti, rende molto più efficienti processi che altrimenti sarebbero svolti manualmente, e ne introduce di nuovi, con l’obiettivo di trasformare automaticamente l’utente in cliente e, possibilmente,

fargli imparare a ottimizzare la gestione del proprio tempo. Edito da Hoepli, con la prefazione di Marco Montemagno e un’appendice legale a cura di Lapo Curini Galletti, il nuovo libro di Alessio Semoli illustra con taglio pratico le funzionalità e l’incredibile potenzialità della Marketing Automation da applicare a qualsiasi attività di marketing, attraverso l’analisi degli strumenti attualmente a disposizione per semplificare e rendere produttiva ogni attività online. Una piccola “rivoluzione industriale” che trasforma il lavoro di raccolta e analisi dati da “artigianale” ad automatico, consentendo di determinare le caratteristiche del cliente/utente in base alle preferenze di acquisto con strumenti e soluzioni che aiutano ad aumentare il numero delle conversioni e delle vendite generate dal sito. C onte mp or a n e a m e n te, prova anche a incrementare la soddisfazione dell’acquirente. Attraverso diversi casi pratici, Semoli approfondisce l’analisi di tutte le leve del marketing digitale, utili a scoprire come si effettua la misurazione attraverso la Web Analytics, come attivare e gestire un’attività di Lead Gene-

ration, come rendere efficace l’Email Marketing, sfruttando i dati per creare azioni, per fidelizzare e coinvolgere i clienti, migliorando la customer satisfaction; e ancora, come riuscire a ottimizzare le campagne di advertising online e come incrementare le vendite del proprio store, attraverso tools funzionali a trasformare un visitatore in cliente soddisfatto. Un volume che secondo l’autore nasce per aiutare le persone sia sotto l’aspetto professionale che personale. Una parte dedicata alla “riprogrammazione”, infatti, porta a comprendere che l’automazione di molti processi consente di avere più tempo libero, che bisogna essere capaci di sfruttare e ottimizzare per modificare gli schemi mentali e migliorare il proprio stile di vita. «Mi piace pensare che possa essere una svolta per la corretta gestione del proprio tempo, sia professionale che personale - ha detto Semoli -. Occorre attivare un cambio di prospettiva, modificare i propri schemi mentali per rendersi conto che l’automazione di molti processi porti ad avere più tempo libero a disposizione che bisogna imparare a utilizzare per vivere meglio».

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Come si crea la pubblicità intelligente.

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REAL TIME BIDDING

Rocket Fuel in 4 passaggi.

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La cosiddetta “data economy” è ormai un argomento chiave. E che sta particolarmente a cuore all’Unione Europea, soprattutto nel rapporto con il cittadino/utente. Ma non solo

Per le aziende europee l’aumento della produttività passa dai dati

C’è un obiettivo da raggiungere, sopra ogni altro: aumentare la fiducia dei consumatori nei servizi online. e nelle piattaforme di ecommerce in modo specifico di Daniele Bologna

Il punto critico è il numero quattrodici. Fra le sedici azioni che la Commissione Ue ha definito nell’ambito del piano strategico per la realizzazione del mercato unico digitale ce n’è una, la 14ª della lista, che recita così: “Proporre un’iniziativa europea per il libero flusso dei dati, per promuoverne la libera circolazione nell’Unione Europea”. Si parla di dati perché è convinzione dell’organismo comunitario, o per lo meno di chi a Bruxelles sta lavorando sul fronte del digitale, che l’utilizzo ottimale, e quindi più efficiente, delle informazioni prodotte in formato elettronico pos-

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sa aumentare la produttività delle aziende. Magari di pochi punti percentuali, ma di aumento si tratta e di questo incremento di competitività le aziende del Vecchio Continente hanno sicuramente bisogno. La cosiddetta “data economy”, insomma, è un argomento che sta a cuore alla Ue, soprattutto in chiave cittadino/utente. Assicurare che i dati personali di ogni individuo siano adeguatamente protetti è il viatico per aumentare la fiducia dei consumatori nei servizi online e nelle piattaforme di ecommerce in modo particolare. Per questo la volontà di finaANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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lizzare il più velocemente possibile la riforma comunitaria sulle regole per la protezione dell’identità digitale di ogni singolo soggetto va considerata come un obiettivo reale della Commissione. Sul tavolo ci sono, ovviamente, altre questioni relative ai dati e ai big data: chi ne deve gestire i flussi, le modalità di conservazione e quelle di ri-uso. Il tema è caldo, e non da ieri, e presenta delle contraddizioni anche rilevanti. Se poco meno di un terzo delle aziende Ue di grandi dimensioni si considerano pronte per cavalcare il fenomeno “big data”, più del 50% asserisce di non esserlo, aprendo il fronte ai dubbi sull’effettiva capacità dell’Europa di scaricare efficacemente a terra le potenzialità di questa risorsa. L’Europa è indietro Per quanto possa sembrare strano, non sono poi moltissime le imprese dell’Unione che fanno pieno uso delle nuove tecnologie, fra cui spiccano proprio i big data, un business che cresce in valore del 40% all’anno. La data economy che sta nascendo in pancia alla Ue è legata a filo doppio a un’altra voce tecnologica in forte crescita in tutti i settori dell’economia, vale a dire il cloud computing. Sempre più dati sa-

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neelie kroes

jan sundelin

pa in prima linea nella gestione dei dati provenienti da persone, sensori, dispositivi, macchine, reti e via dicendo. Per il progetto verranno stanziati oltre 500 milioni di euro pubblici (attingendo ai fondi del programma Horizon 2020) nell’arco temporale 20162020, mentre il budget messo a disposizione dai privati ammonta a circa il quadruplo. Il fine è quello di investire in ricerca e innovazione sui big data e gli open data in settori quali l’energia, la manifattura e la sanità, con l’intento di favorire lo sviluppo di servizi e soluzioni che spazieranno dalla medicina personalizzata alla logistica alimentare, dall’analisi predittiva alle diagnosi di lesioni cerebrali. Parole magiche: “ecosistema” e “privacy” Anche in questo caso la parola magica è “ecosistema”. Un ecosistema

ranno conservati nella nuvola negli anni a venire e per questo motivo, a Bruxelles, ritengono essenziale affrontare seriamente temi come il data storage e la proprietà dei dati. Proprio la Commissione Ue, affiancata da diversi grandi nomi del panorama tecno-

che dovrebbe essere in grado di attivare circoli virtuosi tra chi gestisce grandi dataset, gli istituti di ricerca e le aziende-istituzioni cliente e di contribuire allo sviluppo della data economy anche sotto il profilo delle professioni, con circa centomila nuovi posti di lavoro che potrebbero nascere in relazione al business dei grandi dati entro il 2020. Ciò che si auspica l’organismo comunitario, in generale, è una maggiore consapevolezza del potenziale dei dati da parte delle imprese, che potrebbero elevare i loro livelli di produttività se la conoscenza di questo “asset” venisse assunto a cardine dei processi decisionali. Lo sprone sono i possibili impatti che l’adozione intelligente di questa risorsa digitale potrebbe generare, e quindi risparmi

di diversi punti percentuali sui consumi energetici, una migliore assistenza sanitaria, macchinari industriali più efficienti e produttivi. Lavorare sui big data è, però, anche una questione di privacy. L’intento della Commissione, in tal senso, è chiaro: alle infrastrutture, ai modelli e alle nuove soluzioni tecnologiche per operare sugli enormi dataset si affiancherà un piano normativo atto a garantire la riservatezza e la sicurezza delle informazioni personali di aziende e individui. In tema di open data, invece, il sostegno Ue alle politiche “aperte” è funzionale alla riutilizzabilità del dato. L’Europa, in questa direzione, qualche passo l’ha fatto. Norme sugli open data Nel 2016 entrerà in vigore la norma sugli open data della Pa - ov-

vero, i dati delle diverse amministrazioni pubbliche dei Paesi dell’Unione confluiranno nel portale europeo - e il processo di riforma in materia di privacy è in corso. Gli ostacoli da non sottovalutare sono, come quasi sempre, più di natura regolatoria che non legati ad aspetti puramente tecnologici. La licenza d’uso con cui autorizzare le imprese ad accedere agli open data pubblici è il nodo della questione, mentre l’interoperabilità fra i dataset si può raggiungere attraverso uno standard comune e compatibile. Che, a dirla tutta, non è semplicissimo da definire. La data economy, insomma, è sicuramente un work in progress, e a maggior ragione lo è diventato dal momento in cui è stato ufficializzato il piano strategico per la creazione del mercato unico digitale.

logico internazionale, si è del resto impegnata a investire 2,5 miliardi di euro in un progetto di partenariato pubblico-privato - il memorandum di intesa porta la firma di Neelie Kroes e Jan Sundelin, presidente della Big Data Value Association - per portare l’EuroANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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Lo ha assicurato Giancarlo Leone, alla guida di Rai Uno

Più film in prime time per la rete ammiraglia

La Rai si impegna con forza a sostegno della cinematografia italiana. E in questa direzione interviene anche sul palinsesto di Pietro Castagna

La Rai si sta impegnando a sostegno del cinema italiano, raddoppiando gli sforzi. Lo ha assicurato il direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, rispondendo durante la recente conferenza di presentazione dei David di Donatello 2015. In pratica, una risposta alle accuse velate del Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che in precedenza era intervenuto sul tema, non lesinando critiche alla Rai in chiave di sfruttamento del patrimonio cinematografico. «Si è detto che non trasmettiamo abbastanza film italiani - ha detto Leone -.

Nella foto a centro pagina il direttore di rai uno, giancarlo leone

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Per quanto mi riguarda, in qualità di direttore di Rai Uno, posso dire che rispetto al 2014 la rete “ammiraglia” raddoppierà i film trasmessi in prima serata, che passeranno da sei a dodici. Ad oggi ne abbiamo trasmessi già quanti erano andati in onda in tutto il 2014 - ha aggiunto - e per la fine

dell’anno arriveremo a una dozzina. Posso già annunciare i prossimi due: “Buongiorno presidente” - trasmesso domenica sera - e il 23 maggio, giorno della legalità, programmeremo “La mafia uccide solo d’estate”, di Pif. La cerimonia di premiazione della 59ª edizione dei Premi David di Donatello sarà trasmessa il 12 giugno in diretta su Rai Movie, alle 18:30 dal Teatro Olimpico di Roma, e in differita su Rai Uno, in seconda serata. La conduzione sarà affidata a Tullio Solenghi, che è anche tra gli autori dell’evento, insieme a Giorgio Cappozzo, Marcello Cotugno, Steve Della Casa ed Enrico Magrelli. «Torno a condurre i David. Credo presuntuosamente di rappresentare “un usato sicuro” ha ironizzato Tullio Solenghi -. Ogni anno la sfida è quella di coniugare l’ortodossia della cerimonia con alcune mie facezie garbate. La platea dei David è molto difficile, perché non viene per godersi uno spettacolo ma per capire chi ha vinto o no. E’ difficile riuscire a mantenere l’attenzione durante la stesura narrativa della cerimonia. Cercheremo di divertire dal vivo e chi ci seguirà da casa». «E’ inevitabile che non sia un prodotto da prima serata - ha sottolinea il direttore di Rai Uno -. La Rai tentò, alcuni anni fa, di fare uno spettacolo vero e proprio, con banchetti, cartoni e musiche. Ma il rischio è quello di farlo diventare un’altra cosa: uno show televisivo e non una cerimonia che premia i film più amati. Il cinema deve restare cinema e non dare messaggi o segnali di altra natura», ha concluso Leone. ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015

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Negli Stati Uniti si discute sulla contromossa di Mountain View che sfida i due giganti del retailing online

Shop on Google e un tasto “buy”, la rivoluzione ingloba l’ecommerce

Il colosso delle ricerche online vuole farsi spazio nel commercio elettronico, ormai è certo: Amazon, eBay e gli altri principali operatori degli acquisti digitali devono stare in guardia. Perché tutto potrebbe cambiare

di Massimo Masi

Google sta per sfidare i due giganti dell’ecommerce, Amazon ed eBay. E lo vuol fare con un pulsante, “acquista”, che comparirà insieme ai risultati delle ricerche,

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con l’intento di trasformare il motore di ricerca più usato al mondo nel negozio online potenzialmente più grande. E’ quanto ha ricostruito il quotidiano statunitense The Wall Street Journal, secondo cui il possibile “buy button”

dovrebbe esordire già nelle prossime settimane per i dispositivi mobili negli Usa. Sempre secondo la testata economico-finanziaria, il nuovo tasto per gli acquisti dovrebbe comparire assieme ai risultati delle ricerche

“sponsorizzate”, suggerite a pagamento da Google, apparendo in testa alla pagina e sotto l’etichetta “Shop on Google”. Il “buy button” non dovrebbe, invece, comparire in presenza di risultati senza inserzioni a pagamen-

to. Una volta cliccato sul tasto per comperare, l’utente verrebbe trasferito ad un’altra pagina di Google, fortemente personalizzata sul venditore, dove potrà scegliere misure, taglie, colori e quantità, completando l’acquisto. La vendita sarà però fatta dalle parti terze e non direttamente dalla società di Mountain View, che resterà un intermediario. E proprio questo cambiamento di ruolo di Google - che finora era semplicemente un “provider” di indirizzi di contenuti su internet - sarebbe alla base delle maggiori preoc-

cupazioni di alcune grandi aziende che, al momento, possono contare su Google come preziosa fonte di traffico online e non vorrebbero vedere il colosso del search trasformarsi in un gigantesco sito commerciale. E che tiene per se i dati degli utenti, come dicono le voci più polemiche. La rivoluzione in direzione dell’ecommerce del gigante di Mountain View è destinata a partire dagli smartphone (e dai tablet) sempre più diffusi, basti pensare che già in dieci grandi Paesi, tra cui Usa e Giappone, hanno ormai nu-

mericamente superato i pc Ed mod tetueros dolor ing come piattaforme eum zzriusto duisl di ricerca online. Gli spazi ridotti degli schermi consentono però di mostrare meno pubblicità che sui pc e sono quindi, per ora, meno remunerativi per Google, che ha pensato a questa contromossa. E le procedure per l’acquisto online, senza una app dedicata, con un piccolo schermo touch sono certamente laboriose. Per questo Google, secondo le fonti citate dal Wall Street Journal, intende offrire una vasta gamma di metodi di pagamento online, facendo inserire i dati all’utente una sola volta e passando, poi, al venditore solo il risultato della transazione, cioè il denaro. E ancora, per distinguersi ulteriormente da Amazon e da eBay, alle società venditrici Google intenderebbe applicare lo stesso modello attuale di pagamenti per la pubblicità e non trattenere una percentuale di quanto incassano. Amazon ha oltre due milioni di venditori sul suo negozio online, ma molti dei grandi retailer non vogliono utilizzarlo proprio per evitare quel metodo di pagamento. E anche eBay ha avuto problemi simili. Le potenzialità, quindi, di un sistema come quello di Google sono davvero notevoli, tanto da poter cambiare radicalmente il modo con cui facciamo i nostri acquisti online.

ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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deborah estrin

la location di fortezza da basso, sede dell’evento

Esperti, scienziati e visionari della rete si riuniscono ogni anno, dal 1994. L’edizione numero ventiquattro dell’International World Wide Web Conference è partita. E ha fatto tappa a firenze di Sebastiano Zeri

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Ieri il via della manifestazione, che proseguirà fino a venerdì prossimo

Per la prima volta in Italia la “Www Conference 2015” Siamo a Ginevra, nel maggio del 1994. Più di vent’anni fa. Alla sede del Cern, circa quattrocento fra scienziati, ricercatori ed esperti si riuniscono per dibattere sul futuro di internet. Ecco, internet. Una parola acora sconosciuta ai più, ma che nei laboratori più avanzati era già consuetudine. Si ca-

piva che la rete avrebbe cambiato il mondo. In quel maggio di vent’ani fa andava, dunque, in scena la prima World Wide Web Conference della storia. Un appuntamento che da allora è diventato fisso e rappresenta uno dei momenti topici del confronto che anima la comunità scientifica sullo svilup-

po della “ragantela” che ha trasformato i destini del pianeta. Nel 1994, dunque, la propagazione della rete era agli albori e nel mondo si contavano appena 13 milioni di utenti connessi. I social network non erano neppure un’idea futuristica. Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, aveva diciassette anni.

Anche Google non esisteva ancora, sarebbe arrivato solo quattro anni dopo. Eppure internet cresceva rapidamente. La rivoluzione digitale stava esplodendo. Oggi, più di due decenni dopo, esperti, scienziati e visionari della rete si riuniscono ancora. L’edizione 2015 dell’International World Wide Web Conference è pronta, e per la prima volta nella storia fa tappa in Italia. E’ Firenze a ospitarla, da ieri fino a venerdì prossimo, 22 maggio. La location scelta è la Fortezza da Basso, dove centinaia di ricercatori, accademici e rappresentanti di imprese da tutto il mondo si riuniscono con lo stesso obiettivo del 1994: discutere delle evoluzioni della rete e del loro impatto sulla cultura e sulla società. Certo, dalla prima edizione ai nostri giorni internet è cambiata notevolmente. Oggi sono oltre tre miliardi le persone connesse, con una propagazione che continua a crescere. L’avvento della tecnologia mobile ha cambiato la vita di ognuno di noi. E l’ormai fa-

andrei broder moso Internet of Things la rivoluzionerà ulteriormente. Intervengono anche su questo gli speaker dei keynote principali, Andrei Broder di Google, Deborah Estrin della Cornell Tech e Jeanette Hofmann dell’Humboldt Institute for Internet. Ma la Www2015 è anche l’occasione per la tredicesima Conferenza Internazionale sul Mobile e per altri sette simposi di rilevanza internazionale durante i quali si discuterà, tra le altre cose, di big data, digital marketing e digital health. Aldo Gangemi, ricercatore al Cnr, è nel comitato organizzatore dell’evento: «L’evoluzione di internet - secondo Gangemi - è soprattutto associata all’evoluzione del world wide web, che è appunto il tema della conferenza. Il web è evoluto da tecnologie che consentivano la navigazione di documenti ipertestuali, negli anni 90, a tecnologie che hanno permesso a miliardi di utenti di creare contenuti multimediali, interagire tra loro ed estendere la loro vita sociale». Eccoci, allora, arriva-

ti al cosiddetto Web 2.0 degli anni 2000. «La situazione attuale, etichettata in vari modi, da Web dei Dati a Web 3.0, da Web Semantico a Internet of Everything, e si evolve verso tecnologie che permettono di usare il web, e tutti i protocolli internet in prospettiva, come una gigantesca rete di conoscenze strutturate relative a qualunque cosa. E in cui ogni cosa ha un’identità: persone, luoghi, organizzazioni, prodotti, idee, contenuti».Un inferno di dati, insomma. Tanto che l’ipotesi di uno studio britannico pubblicato pochi giorni fa - secondo il quale internet rischierebbe il collasso nel 2030 per i troppi video caricati - sembra abbastanza concreta. «Se parliamo della capacity crunch dovuta al crescente uso di internet e ai limiti di banda o di disponibilità energetica sostiene Gangemi -, la risposta è che un sistema tende ad adattarsi all’evoluzione del suo utilizzo. Per esempio, “Smart Grid” è il programma per rendere internet più sostenibile energeticamente, mentre un aumento di contenuti sul web sarà supportato da maggiori infrastrutture o da maggiore compressione dell’informazione trasportata. In ogni caso, non sarebbe internet a rischiare il collasso, ma i servizi offerti per l’immagazzinamento e la riproduzione dei video». L’internet finita o quella infinita? Forse, alla Www Conference di Firenze c’è spazio per parlare anche di questo.

ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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Nuovo incarico per AUGE e OMD, agenzia di Omnicom Media Group, per il lancio della nuova linea Milk

Il carisma genuino di Mr.Milk che irrompe nella quotidianità

Un accurato lavoro di pianificazione, affiancato da un’originale interpretazione creativa del brand di Latteria NÖM

in questa foto l’eccentrico personaggio di Mr. Milk, protagonista della campagna di Marianna Marcovich

Nuovo incarico per AUGE e OMD, agenzia di Omnicom Media Group, per il lancio del brand Milk di Latteria NÖM. L’azienda austriaca, leader nel mondo latte e yogurt, è al suo debutto in comunicazione e propone una linea di prodotti freschi che comprende yogurt, formag-

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gi, dessert, latte e snack. Nata nel 1898 come piccola latteria, ha saputo trasformarsi in una moderna azienda multinazionale e innovativa, senza perdere il legame con il territorio, rimanendo, infatti, per il 20% di proprietà dei contadini. Si tratta, inoltre, del primo produttore austriaco a utilizzare, già dal 1° maggio 2009,

federica ariagno

esclusivamente latte OGM free. AUGE ha sviluppato la strategia di posizionamento del brand e seguirà tutte le iniziative di comunicazione, tra cui il lancio del sito corporate, www. my-milk.it, online da sabato scorso. Milk vivrà in comunicazione attraverso Mr. Milk, un personaggio carismatico dall’approccio semplice, genuino e sincero. In tv incontriamo il personaggio che interviene in situazioni quotidiane per risolvere in modo semplice i piccoli, grandi problemi di ogni giorno. Lo vediamo in azione in un’aula di scuola elementare, in cui interviene in aiuto di una bambina nel corso di un’interrogazione, poi in una palestra, in cui aiuta un ragazzo a raggiungere la perfetta forma fisica. Infine, eccolo impegnato a risolvere un primo, noioso appuntamento in un bistrot. Sempre con soluzioni smart, immediate e dirette. Il tono della comunicazione è quello della comedy, ironico e divertente, ma allo stesso

williams tattoli

graziana pasqualotto

tempo racconta dell’affidabilità, della genuinità e del gusto del nuovo brand. Il sito web presenta il brand a 360 gradi: l’azienda, il posizionamento, la comunicazione e tutta la gamma di prodotti con un approc-

cio estetico che esprime il lato fresco e contemporaneo del brand. OMD segue, dunque, la strategia e la comunicazione media, a partire dal lancio sulle tv nazional, avviato domenica scorsa.

I credits dell’operazione Per AUGE hanno lavorato alla campagna: Direzione creativa: Williams Tattoli e Federica Ariagno Client service director e brand strategist: Fabrizio Di Stefano Copywriter: Anita Rocca Art director: Federico Grassi Senior producer: Silvia Cattaneo Project manager: Valerio Mensitieri Director: Harald Zwart Casa di produzione: Mercurio Post produzione: You Are Post produzione audio: The Log Per OMD hanno lavorato alla campagna: Graziana Pasqualotto, Managing Director; Sabrina Donegana, Account Director ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015



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LINK televisione

accordi

Potrà sembrare strano, ma è l’evento televisivo non sportivo più seguito al mondo. Nel 2014, oltre 195 milioni di persone hanno guardato Eurovision Song Contest. Ed è iniziato ieri, a Vienna

Massimo Banzi sceglie la Maker Faire in corso a San Mateo, in California, per annunciare una nuova partnership con l’americana Adafruit, che ora produrrà le schede Arduino dalla sua fabbrica di New York. La notizia è particolarmente rilevante alla luce della storia di Arduino negli ultimi mesi. Ci sono due cause legali in corso tra Italia e Stati Uniti per la tutela del marchio. È una storia lunga e complessa, che vede da una parte i quattro cofondatori, guidati da Banzi, e dall’altra Gianluca Martino, che a sua volta è il quinto cofondatore.

Eurovision Song Contest a Vienna

Arduino sigla intesa negli Usa

CORRIERE.IT

tecnologie

Realtà aumentata, e il tattoo si muove Perché bisogna accontentarsi di un classico disegno sulla pelle quando, grazie a un semplice tocco di tecnologia, è possibile regalare al proprio tatuaggio una seconda vita, tutta in movimento? Questo è ciò che deve aver pensato sutueatsflies, interactive designer, che ha appena elaborato un originale software per poter svolgere un compito ben preciso, ovvero mettere in moto uno dei suoi tattoo sull’avambraccio. Ne viene fuori un mix di effetti grafici che possono essere apprezzati attraverso lo schermo dello smartphone.

CNLIVE.IT

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ILSOLE24ORE.COM

ecommerce

Xiaomi debutta oggi in Europa

ANSA.IT

Xiaomi sbarca in Europa. Da oggi la concorrente cinese di Apple apre il negozio online anche alle vendite in Gran Bretagna, Francia e Germania oltre che negli Usa. L’Italia per ora è esclusa.

ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015



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LINK

Dalla trasformazione digitale alla nuova epoca del podcasting

La news industry Usa del 2015: it’s a mobile world

Secondo i risultati dell’ultima ricerca pubblicata da Pew, “The State of the News Media 2015”, il panorama media relativo al settore dell’informazione è caratterizzato dal ruolo sempre più centrale del mobile e di big player come Google e Facebook. oltre ad alcuni trend molto sorprendenti di Valentina Lunardi

Il Pew Research Center ha pubblicato “The State of the News Media 2015”, un approfondito studio di 94 pagine che offre un quadro esauriente sul panorama del settore media e news negli Stati Uniti. Giunto alla sua quattordicesima edizione, il report focalizza il proprio sguardo nell’affrontare come i media tradizionali e quelli nati con la nuova era digitale, stiano rispondendo alla necessità di adattarsi al continuo mutamento delle abitudini di consumo media di utenti e inserzionisti e, fattore usualmente meno analizzato ma altrettanto importante, quali siano le implicazioni sociali del mutamento in corso. Il risultato principale dell’analisi del Pew Research Center non fa che confermare una tendenza che è ormai una caratteristica peculiare della fruizione di contenuti digitali in questi ultimi anni: la maggior parte dei siti di notizie sta acquisendo sempre più traffico dai device mobili, ma su questi stessi dispositivi le persone non passano tanto tempo come quando leggono contenuti su desktop. E le grandi piattaforme continuano a dominare sul paesaggio del mercato pubblicitario online. “Mentre è andata formandosi una nuova relazione tra le news company e società tec-

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nologiche come Facebook, le compagnie tech continuano a controllare la maggior parte delle condizioni che vigono nel mercato e ricevono la maggior parte dei relativi benefici finanziari”, si afferma nel report. Nonostante tali condizioni sfavorevoli, i siti di notizie locali stanno guadagnando nuovo pubblico e alcune compagnie di digital news hanno mostrato buone performance.

La maggioranza sta nel mobile; e poi c’è Facebook Trentanove dei cinquanta maggiori news site hanno iniziato il 2015 con un maggiore traffico su mobile, piuttosto che su desktop; siti tra cui spiccano nomi quali Yahoo-ABC News, CNN e Huffington Post. Da notale l’assenza, in questo gruppo, di Msn, Bbc e CNET. Di pari passo con l’avanzata di smartphone e tablet, le persone accedono in modo sempre più frequente alle notizie attraverso Facebook, spazio in cui i

no di contenuti con il mobile e attraverso l’interazione social con altri user sono meno attrattivi per gli inserzionisti, e di conseguenza per gli editori, dal momento che i loro tempi di visita tendono a essere ridotti rispetto a quelli osservati abitualmente per il desktop da comScore e Pew. contenuti visualizzati dagli utenti sono “preselezionati” dagli amici degli utenti stessi, o, per esteso, immessi nella newsfeed da un complesso algoritmo, elemento che porta gli autori della ricerca ad affermare che in tale contesto “riuscire a distinguersi potrebbe diventare ancora più irrealizzabile”. Il problema principale, infatti, è che Facebook apporta periodicamente dei cambiamenti degli algoritmi a tutto svantaggio degli editori. Inoltre, gli utenti che fruisco-

Le difficoltà connesse alla trasformazione digitale che interessa l’adv Le entrate pubblicitarie all’interno del comparto media digitale sono cresciute del 18% nel corso del 2014, secondo eMarketer. Ma per la maggior parte degli aggregatori di notizie tradizionali, come quotidiani e magazine, il digitale rappresenta ancora una parte secondaria del proprio business. Nel caso dei quotidiani la percentuale è del 17,5%. Le entrate pubblicitarie, secondo l’analisi Bia/Kelsey, sono ora meno delle ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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LINK metà di quanto fossero dieci anni fa, mentre la circolazione dei quotidiani è diminuita del 19%. E se il formato cartaceo è spesso indicato come il punto più debole della industry, anche le notizie trasmesse via cavo stanno assistendo a un declino significativo. Le visualizzazioni combinate per la prima serata di Cnn, Fox News e MSNBC sono scese dell’8% nel 2014, secondo Nielsen Media Research. Controcorrente rispetto a questo quandro sono i dati che emergono dall’analisi di televisioni e network locali: l’audience per le notizie in fascia serale trasmesse da operatori locali è aumentata del 5% dal 2013 al 2014, mentre le entrate pubblicitarie sono migliorate del 7% nel 2014, raggiungendo il valore complessivo di 20 miliardi di dollari.

Digital-first, fatti positivi e note stonate Lo scorso anno il fatto che ingenti investimenti tecnologici e di venture capital si fossero indirizzati verso aggregatori di notizie tradizionali e non, come The New Republic, The Washington Post e Mashable, era stato visto come un trend positivo. Le news digitali avevano d’altronde attirato l’attenzione con azioni di qualità, come i report investigativi ospitati da BuzFeed e il supporto offerto da Jeff Bezos alla nuova strategia di innovazione del Post. Ma a questi punti positivi si sono aggiunte delle note stonate: BuzzFedd, ad esempio, aveva dovuto procedere alla rimozione di alcuni articoli non graditi agli inserzionisti mentre First Look e The New Republic sono stati teatro di scontri tra giornalisti e gruppi dirigenti, fatti che rivelano, secondo Pew, come “esistano sfide da superare in campo finanziario e giornalistico anche per quelle piattaforme di news che possiedono un approccio digital-first”.

Facebook procede bene, ma non brilla per i publisher. Mentre il digital display vale il 28% Il digital display rappresenta il 28% dell’advertising digitale e Facebook offre più advertising in questo formato che chiunque altro, avendo le mani sul 24% del totale digital display e sul 37%

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di quello relativo al mobile. La piattaforma social ha anche assunto un ruolo sempre più rilevante nell’inviare traffico verso gli editori, di cui oggi rappresenta un quarto del traffico totale. Ma il fatto che Facebook possa stabilire la quantità di contenuti provenienti da editori terzi mostrati nelle newsfeed, rende la piattaforma una soluzione incerta e dalle performance incostanti per gli stessi publisher.

Google sotto attacco Google rappresenta ancora la fetta più grande dell’advertising online globale (38%), ma Facebook sta crescendo a un ritmo serrato: la percentuale di display del social network era del 24% nel 2014, in netta crescita rispetto al 19% del 2013, mentre Google è rimasto fermo al 14%. Il quadro è simile per il mobile, dove la fetta di mercato di display advertising per Facebook è del 35%, di sei punti percentuali in più rispetto alle rilevazioni dello stesso periodo, mentre il 12% posseduto da Google è rimasto invariato.

Il banner non è morto, ma il video batte tutti I banner costituiscono il 49% del display advertising, una percentuale rilevante anche se in diminuzione. Il segmento digital in crescita vertiginosa è, invece, quello delle video display ads: il video advertising è arrivato, nel 2014, a rappresentare il 27% della pubblicità display.

La febbre del podcasting L’ubiquità degli smartphone ha dato vita a nuovi metodi per gli utenti di accedere alle notizie e potrebbe portare a una rinascita dell’ “audio journalism”. Il podcasting, in effetti, è un trend molto in crescita e seppure sia supportato da una ristretta base di users, ha già segnato alcuni punti a suo favore, come l’improvvisa popolarità, lo scorso anno, dei podcast di genere crime. Una quota del 17% delle persone dai dodici anni in su hanno ascoltato un contenuto audio durante lo scorso mese, una fruizione che appare in aumento rispetto al 9% dello scorso anno. < ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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Gianluigi Rossini COM

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esperto di media, è Dottorando in Generi letterari presso il Dipartimento di Culture comparate dell’Università dell’Aquila

visioni

di

Matteo Dedè

l’ultima stagione di “mad men”

tv da fantascienza

Due delle principali critiche che “Mad Men” ha ricevuto, soprattutto durante la prima stagione, riguardavano la sfera della nostalgia: secondo alcuni, la serie suscitava un ingiustificato autocompiacimento per la società contemporanea; secondo altri, mirava furbescamente a far rimpiangere un periodo in cui i ruoli di genere erano ben stabiliti ed era possibile molestare le segretarie senza temere di essere denunciati. Eppure è difficile dire che “Mad Men” idealizzi gli anni ’60, considerando che ne mette in primo piano proprio la parte più inaccettabile per lo spettatore contemporaneo: tra le prime cose che saltano all’occhio ci sono la rappresentazione cruda e sfacciata di sessismo, razzismo, omofobia, il soffocante conformismo dei suburbs e perfino una condotta genitoriale per lo più irresponsabile. È interessante notare che Vera Dika (2003), ad esempio, arrivi a conclusioni simili analizzando “Grease” (1978): è una fantasia utopica, ritagliata sullo spettatore contemporaneo e ambientata in anni tanto innocenti e divertenti quanto immaginari. I costumi sociali e il vestiario anni ’50 sono parodiati “con delicatezza”, e lo spettatore è invitato a considerare, “con un sorrisetto autocompiaciuto”, quanto ci si è evoluti nel frattempo. Ma in “Mad Men” c’è ben poco di parodico e ben poco di delicato: piuttosto, lo spettatore si trova a oscillare costantemente tra seduzione e ripugnanza. Come ha dichiarato il creatore Matthew Weiner in un’intervista: «Volevo dare alla gente un’esperienza sensoriale. […] Dovevo vendere lo show come “il periodo più sexy della storia americana”». Fotografia e scelte cromatiche, costumi e oggetti di scena, corpi e volti degli attori, tutto in “Mad Men” è volto a creare uno stile visuale sontuoso ed erotizzato. Allo stesso tempo, però, sempre Weiner: «Amo quell’epoca e amo il design, ma abbiamo cercato in tutti i modi di non farlo sembrare un film dell’epoca. […] I film di allora erano l’ultimo grido del design. Quindi quella roba non rifletteva la vita reale […] C’è molta bruttezza nello show, volontariamente. Ci sono molti cavi, cenere, macchie di sudore, colori stinti». Questo contrasto indica un uso complesso dello stile nostalgico, il cui scopo più evidente è proiettare sul presente gli stessi conflitti sociali che vediamo rappresentati nel passato. L’interesse primario non è smascherare le ipocrisie dell’epoca o le false mitizzazioni che ne sono state fatte, ma rivelare in maniera indiretta quanto di tutto questo sopravvive ancora oggi. Si tratta di una strategia che, almeno all’inizio,

non tutti hanno colto. In una brillante recensione della prima ora, Bernie Heidkamp ha sostenuto che “Mad Men” è ambientato in un «passato allegorico», grazie al quale sessismo e razzismo contemporanei sono messi in mostra come difficilmente si potrebbe fare altrimenti. Scorrendo le recensioni di altri critici, Heidkamp notava come alcuni riuscissero a cogliere l’allegoria, mentre altri vedessero semplicemente stereotipi misti a sensualità. Weiner, in un’altra dichiarazione, è arrivato a tirare in ballo la fantascienza: «È una specie di ambiente da fantascienza, e ci sono un sacco di cose delle quali non puoi parlare adesso, ma puoi parlarne in quel mondo». Fantascienza, ma nel passato, per dire quello che altrimenti non si potrebbe dire. In questo senso, “Mad Men” e “Grease” hanno davvero qualcosa in comune, cioè l’idea di creare un mondo alieno e fantastico sulla base di un passato relativamente recente. Ma oltre alla differenza di segno (distopia/utopia), c’è un altro punto fondamentale: “Mad Men” è una serie, come tale ha uno spazio narrativo enorme, e questa distopia è solo un punto di partenza. Il passato allegorico in cui veniamo risucchiati, infatti, è enormemente ricco, complesso e cangiante, quindi difficilmente riducibile a una sola estetica o a una sola interpretazione. Le allusioni alla fantascienza abbondano, dalla prima alla quinta stagione. Nelle interviste successive Weiner non ha più ripetuto l’associazione, preferendo sottolineare l’impegno profuso nella cura del dettaglio d’epoca e nell’evitare gli anacronismi; e dall’altro lato dichiarare ambizioni ben più elevate di una denuncia dei costumi: «Sto cercando di raccontare una storia su come siamo diventati ciò che siamo ora» (intervista con Alan Sepinwall). La formula “science fiction in the past”, però, continua a cogliere un punto centrale: “Mad Men” non è una ricostruzione dell’America dei Sixties, è la costruzione di un passato immaginario, per quanto assemblato sulla base di autentici materiali d’epoca. Questo passato diventa allo stesso tempo una narrazione delle origini e un’ipotesi sperimentale tramite la quale indagare il rapporto tra individuo e cambiamento sociale. Non sempre l’esperimento funziona come dovrebbe: a volte, ad esempio, la psicologia dei personaggi sembra schiacciata sulla loro funzione di ingranaggi del meccanismo allegorico. In generale, però, la ricchezza dei significati convogliati dalla serie è enorme, e va molto al di là di quello che si potrebbe dire nello spazio di un saggio.

SPAZIO A...

apple developers conf.

8 giugno - moscone center @ san francisco (usa) meglio conosciuta come “wwdc” ecco la conferenza che schiera in campo i migliori sviluppatori di app per apple

un’immagine tratta dall wwdc dello scorso anno

Sono previste più di cento sessioni tecniche, in presenza di oltre mille ingegneri Apple, una moltitudine di laboratori pratici per aiutare gli sviluppatori a integrare nuove tecnologie e perfezionare le loro app e, infine, gli Apple Design Awards, che premieranno le migliori app dello scorso anno. Il futuro di Apple sfilerà alla Worldwide Developers Conference (Wwdc), la conferenza di Cupertino dedicata agli sviluppatori che inizierà l’8 giugno al Moscone West di San Francisco e si terrà fino al 12 giugno. «L’App Store ha dato vita ad un ecosistema di app che ha rivoluzionato per sempre le vite dei clienti creando milioni di posti di lavoro nel mondo - spiega Philip Schiller, Senior Vice President Worldwide Marketing di Apple -. Abbiamo nuove incredibili tecnologie per iOS e OS X da condividere con gli sviluppatori alla Wwdc e in ogni parte del globo, e non vediamo l’ora di scoprire la prossima generazione di app che realizzeranno”. Alcune sessioni della conferenza saranno disponibili in streaming live. E in occasione dell’attesissimo evento internazionale sono state rese disponibili fino a 350 borse di studio Wwdc per offrire a studenti e membri delle organizzazioni partecipanti che si occupano di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica in tutto il mondo l’opportunità di ricevere un biglietto gratuito per poter partecipare alla manifestazione. ANNO VI | #090 | MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015


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