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ANNO III | #10/11 | 28 MAR 2012

focus

coverstory

Privacy online: fino a dove è giusto sapere?

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360com | settimanale digitale della comunicazione

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in questo numero visioni stefano sordi: la rete tematizzata dei domini liberi marketplace fatti&notizie dal mondo della comunicazione social snack instagram, quel tocco di vintage che contagia company groupalia: un aiuto per il marketing delle pmi rubriche mobile action: news & views sui device portatili media la “nuova internet” piace di più (anche all’adv) l’intervista la stakeholder vision secondo luigi ferrari

Web Analytics

Numeri che parlano

chiaro

10% tool + 90% people (cit.)

In un periodo ancora molto delicato sul fronte economico, lo sforzo degli spender non può che essere teso a distillare il massimo dalle risorse disponibili. Ecco perché è sempre più necessario conoscere in profondità i dati di un mezzo in ascesa


SPAZIO A... Iab Lounge

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Milano, 21 marzo @ CUBO Mediateca Santa Teresa

Un ritorno molto atteso

visioni

Si è svolta a Milano la prima edizione 2012, con una nuova formula decisamente apprezzata

Stefano Sordi Responsabile Marketing & Sales Register.it (Gruppo Dada) 360com è una pubblicazione di Growing Consulting & Media srl Sede Legale piazza G. Grandi 24, 20135 - Milano Sede Operativa via Sardegna 32, 20146 - Milano tel.+39.02.53598301 fax +39.02.53598330 www.growingcm.com Abbonamento a 360com La testata 360com settimanale è registrata al Tribunale di Milano al 254 del 3 maggio 2010. Growing Consulting & Media Srl è iscritta al R.O.C. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno riproduzione riservata. Il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza Giuseppe Grandi 24, 20135 Milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 DLGS 196/2003

Direttore responsabile Daniele Bologna dbologna@growingcm.com Coordinamento redazionale Simone Freddi sfreddi@growingcm.com Redazione Matteo Vitali, Lorenzo Mosciatti, Sebastiano Zeri, Roberta Simeoni, Domenico Fabbricini Progettazione grafica e realizzazione     RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@growingcm.com Traffico traffico@growingcm.com Pubblicità Vania Camillozzi vcamillozzi@growingcm.com cel. +39.3355653522 Diffusione e abbonamenti Licia Guastelluccia liciag@growingcm.com

LA LIBERALIZZAZIONE DEI DOMINI

TEMATIZZERà LA RETE I

n un momento di forte esplosione dei contenuti web e mobile e della ricerca di spazi sempre più a misura di utente, l’avvio ufficiale da parte dell’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) della liberalizzazione dei nuovi domini gTLD segna una tappa significativa per la rete globale e spinge enti e imprese, anche nel nostro Paese, a prendere piena consapevolezza del valore di una gestione strategica della presenza in rete. Noi che operiamo nel settore dei domini e dell’hosting, da molto tempo, a livello italiano e internazionale, crediamo che la finestra temporale di tre mesi - unica possibile, per ora - per richiedere la registrazione di un nuovo dominio - per esempio .brand o .jeans - possa dare nuova linfa alla crescita di internet in Italia e stimolare una promozione e protezione del brand in rete più consapevole. L’investimento richiesto per registrare un nuovo Generic Top Level Domain non è alla portata di tutti - la cifra d’ingresso parte da 185 mila dollari -, ma certamente la liberalizzazione potrà avere un impatto su chi non potrà accedervi, grazie anche al ruolo attivo dei consorzi. Questa rivoluzione permetterà, infatti, di tematizzare la rete, rimettendo ordine nel

mare magnum di informazioni e contenuti presenti sul web, grazie a domini dedicati a categorie, aziende, aree tematiche o geografiche che garantiranno controllo, sicurezza, riconoscibilità del brand, ottimizzazione del traffico da mobile. Come Register.it ci proponiamo di essere un partner a cui affidarsi per scegliere la migliore strategia di posizionamento, promozione e protezione del brand in rete in relazione a budget e bisogni, indipendentemente dalla scelta e possibilità d’acquisto di un nuovo gTLD. Quello che consigliamo alle aziende è, infatti, di avvicinarsi alla liberalizzazione con piena cognizione di rischi e benefici e di individuare le mosse vincenti da seguire. Abbiamo sviluppato il primo servizio di monitoraggio attivo in Italia sulle richieste dei nuovi gTLD che offre un’analisi ponderata di minacce e vantaggi e una valutazione delle azioni da intraprendere a seguito della pubblicazione ufficiale delle richieste, prevista per il prossimo maggio. Riscontriamo un crescente interesse da parte di grandi e medie realtà verso un approccio più consapevole al web e, a breve, avremo una prima fotografia di come i diversi brand hanno reagito in Italia e nel mondo. E potremo stilare un primo resoconto.

Stefano Sordi Responsabile Marketing & Sales di Register.it (Gruppo Dada), leader internazionale nella fornitura di prodotti e servizi internet professionali, Stefano Sordi vanta quindici anni di esperienza nel campo dei servizi Internet a valore aggiunto sia nell’area B2B sia B2C. Attualmente si occupa dello sviluppo delle strategie di marketing e vendita per tutte le linee di business di Dada, Domain & Hosting, Brand Protection, Performance Advertising, per il mercato italiano e i mercati esteri in cui opera l’azienda

Pieno successo per il recente appuntamento Iab Lounge che si è svolto a Milano, presso il Cubo - Mediateca di Santa Teresa, in Via della Moscova, aperto dall’ospite statunitense Nihal Mehta, ceo e co-founder di LocaResponse e socio fondatore di Eniac Ventures. Autorevole voce in ambito di tecnoloannasara bonandrini gie mobile, Mehta ha parlato dei trend della comunicazione digitale interattiva, con focus sulla relazione tra social e mobile marketing e sull’utilizzo di questi strumenti per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Per Serena Belloni, marketing di Iab Italia, «Il bilancio di questo primo appuntamento Iab Lounge del 2012 è estremamente positivo. La scelta di valorizzare il format attraverso la partecipazione di uno speaker d’eccezione è stata accolta favorevolmente dai soci e da tutti gli intervenuti. La platea, di oltre settanta partecipanti, ha dimostrato di aver apprezzato la nuova formula, in particolar modo sotto l’aspetto legato all’opportunità di avere un confronto diretto con un esperto di respiro internazionale». Ma non solo questo aspetto ha sottolineato il successo dell’iniziativa. Secondo Annasara Bonandrini, mktg manager digital marketing in Adobe Systems Italia, che ha sponsorizzato l’evento, «L’iniziativa Iab Lounge è stata, per noi, occasione interessante e utile per incontrare professionisti del settore in un contesto di confronto e dialogo su osservazioni e trend di questo mercato, oggi sempre più rilevante per la nostra strategia aziendale. Avere avuto l’opportunità di entrare in contatto con chi opera attivamente nel digital marketing e con un guru internazionale che ha condiviso le nuove frontiere del marketing digitale e aperto nuove modalità per innovare il settore, ci ha confermato ulteriormente la direzione che noi, come Adobe, stiamo seguendo. Ovvero quella di un approccio multicanale con una forte attenzione verso il mondo mobile. Si tratta di una sfida sempre più importante per i professionisti del marketing».


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360pro.update Professionisti, carriere, incarichi

Multimedia

Insurance Connect

Maria Rosa

Alaggio

Maria Rosa Alaggio ha assunto il ruolo di direttore responsabile di Insurance Connect, piattaforma digitale multimediale di informazione sui temi assicurativi. Con la nomina di Alaggio, per dieci anni alla guida del mensile Assicura, il portale si propone di coniugare una robusta esperienza editoriale con le potenzialità multicanali offerte dalle nuove tecnologie. Varie le iniziative editoriali proposte, tra cui il quotidiano telematico Insurance Daily e la rivista Insurance Magazine, periodico rivolto ai consumatori per aiutare ad orientarli nel mondo delle polizze.

Stampa

Marketing

I Viaggi del Sole Sint RCS MediaGroup e Gruppo Il Sole 24 Ore hanno annunciano che Carlo Montanaro, direttore di Dove e Style, assume anche l’incarico di direttore del mensile I Viaggi del Sole. Ad affiancarlo, nel ruolo di condirettore, è Mariella Grossi, già vicedirettore di Dove. Il primo numero dei Viaggi del Sole è uscito in edicola il 18 novembre 2006. Un progetto pensato dallo stesso Montanaro, che dalla nascita della testata ha mantenuto la direzione editoriale, inizialmente affiancato come direttore responsabile da Walter Mariotti, e da fine 2007, da Pier Luigi Vercesi.

Carlo

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Montanaro

Suite Tecnologica: Ad Serving, Tracking, Analytics e Rich Media

Giovanni

Drago

Giovanni Drago è stato nominato responsabile di Outsmart, nuova business unit di Sint, dedicata all’outsourcing di attività focalizzate sulla relazione con il cliente. Outsmart completa l’offerta del gruppo, che da oltre vent’anni sviluppa e gestisce programmi di marketing relazionale. Professionista del settore con oltre un trentennio di esperienza, Drago - prima di approdare in Sint - è stato responsabile del mercato Finance presso una delle sedi, a Torino ,di Wave Group, società di consulenza e di realizzazione di soluzioni It.

Audience Solutions per identificare e raggiungere segmenti di consumatori

Media Network europeo che utilizza soluzioni avanzate di behavioural targeting

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Pianificazioni multimediali

Oltre alla tv, l’articolato piano media coinvolgerà esterna, stampa quotidiana, radio e internet. Firma Tbwa\Italia, pianifica zenithoptimedia

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market place Il creativo è stato insignito del Premio Emanuele Pirella “Comunicatore dell’anno”. La giuria di esperti lo ha scelto all’unanimità per le tante attività svolte e i successi conseguiti

eni Station In adv con un nuovo modello di area di servizio Con eni nasce un nuovo modo di concepire la stazione di servizio. Si chiama eni station ed è la nuova protagonista del nuovo e complesso progetto di comunicazione ideato da TBWA\Italia e pianificato da ZenithOptimedia. La campagna vuole comunicare l’idea di un’area di servizio evoluta, un “mondo” sempre aperto, con un’offerta completa di prodotti e servizi per semplificare la vita dei propri clienti. Cambia così la filosofia delle 4.500 stazioni di servizio presenti in Italia, in fase di rinnovamento per l’imponente piano di restyling e rebranding dal marchio agip a eni. Novità che

l’azienda ha scelto di comunicare in primis con uno spot istituzionale da 30” on air per un primo flight fino all’8 aprile, presto integrato con un 15” dedicato Iperself H24 cui seguiranno adv specifiche per ciascuno dei prodotti e servizi di cui si arricchiranno le eni station. Il tutto in linea con il nuovo claim “un mondo che si muove con te”. L’on air coinvolgerà anche esterna e quotidiani, cui seguirà la radio. Il tutto integrato da un progetto web, realizzato da Dnsee, che prevede contenuti speciali su YouTube e social network oltre a reach media e a un arricchimento del sito della compagnia.

Acquisizioni BeeAd entra in Ebuzzing e sbarca in Europa

lorenzo

marini 5

Con un annuncio divulgato in anteprima mondiale dalla stampa francese, Ebuzzing ufficializza l’acquisizione di BeeAd, la piattaforma per la distribuzione di video pubblicitari sui contenuti premium dei principali publisher online. Con una rete globale di 800 milioni di visitatori unici al mese, BeeAd completa l’offerta del Gruppo leader nel mercato del social video advertising a livello mondiale. E grazie al dinamismo del settore, quest’anno per la nuova realtà andrea si prevede un fatturato pari a 40 milioni di euro. Febbraio «L’unione delle competenze e specializzazioni di Ebuzzing e BeeAd - commenta Andrea Febbraio, ceo Italy e co-founder di Ebuzzing - ci consente di offrire alle agenzie e ai brand una gamma completa di formati associati a una potenza distributiva senza eguali in tutta Europa». Con questa acquisizione BeeAd, che nasce e sviluppa il suo business in Francia, sarà lanciata nelle principali nazioni europee, tra cui anche l’Italia, ma manterrà un’identità societaria completamente autonoma. Avrà, infatti, una propria struttura commerciale, un portafoglio prodotti e un network di distribuzione completamente indipendente rispetto a quello di Ebuzzing.

SOCIAL SNACK SPUNTI DAI MEDIA SOCIALI di Maurizio Mazzanti direttore creativo esecutivo di E3

Instagram, il vintage che contagia la rete Amatissima dagli utenti Apple, la social application fotografica a breve disponibile anche su Android

Instagram è un’applicazione per dispositivi mobili che permette di condividere fotografie alle quali sono stati applicati filtri digitali. La condivisione avviene in un ambiente dotato di strumenti “social” come i commenti, gli apprezzamenti e la possibilità di seguire o essere seguiti da altri iscritti, che, lo scorso dicembre durante la conferenza LeWeb di Parigi, sono stati quantificati dall’azienda in oltre 15 milioni. A questa cifra ha fatto seguito, in occasione del più recente evento Sxsw, l’annuncio che a oggi sono 27 milioni le persone nel mondo che usano Instagram dal loro iPhone, iPad o iPod Touch. Questo perché Instagram è disponibile solo per i device mobili con il sistema operativo di casa Apple, nel cui circuito è stata decretata “Best app 2011”. Ma l’applicazione non è popolare solo fra chi usa i telefoni e i tablet della mela! In un’era in cui tutto è sociale e condivisibile, anche le foto caricate via Instagram possono essere condivise sui social network più popolari e popolosi come Facebook e Twitter. In questa maniera aumenta la probabilità che siano molti più di 25 milioni quelli che hanno visto almeno una volta una foto quadrata (è questo il formato delle foto scattate realizzate con Instagram, in omaggio alle Polaroid) e magari con filtri che, arrotondando gli spigoli, danno un’aria vintage all’immagine. Per tutti quelli che usano un telefono con Android, in ogni caso, il vuoto sta per essere colmato. Sempre durante Sxsw, infatti, il co-fondatore di Instagram, Kevin Systrom, ha dichiarato che la versione per il sistema operativo di Google è in arrivo e che sarà ancora meglio dell’attuale. Alla luce dei tassi di crescita finora registrati, è facile immaginare come gli iscritti aumenteranno a decine di milioni non appena Instagram debutterà in Google Play. Un’ulteriore conferma del successo di questa applicazione sono gli InstaMeets, incontri fra persone che usano Instagram. Al momento, si contano gruppi di Instagramer in quasi mille città! Se volete rispondermi o condividere feedback e spunti mi trovate in rete o direttamente a: mazzanti@e3online.it!


I tuoi utenti

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Partnership

L’e-commerce vola market place con Adobe e hybris

U

n accordo importante è stato annunciato di recente nel settore e-commerce. E’ quello siglato da Adobe e hybris, fornitore di soluzioni software per il commercio elettronico. L’offerta congiunta che le due aziende stanno preparando per il mercato sarà ufficialmente disponibile dalla seconda metà del 2012 e prevede l’integrazione della soluzione Adobe Web Experience Management (Wem), parte della suite Adobe Digital Marketing Suite, all’interno della piat-

taforma multicanale sviluppata dall’azienda di origine tedesca. L’intesa, nello specifico, prevede che Adobe metta a disposizione degli utenti hybris le specifiche funzionalità per la gestione ottimizzata dei processi di compravendita online del software Wem, che faciliterà l’attività di clienti e retailer migliorando la qualità dei processi di back e front office e snellendo le procedure di navigazione, oltre a fornire dettagliate opzioni di analytics così da massimizzare il ritorno sugli investimenti.

raggiungono facilmente

gli obiettivi del sito?

Web Analytics

Community E’ online alfemminile.tv,

canale di approfondimento in rosa

www.alFemminile.com/tv

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Si arricchisce l’offerta di alfemminile.com. Il sito web dedicato all’universo femminile che conta quasi 5.000.000 di utenti unici al mese ha infatti lanciato alfemminile.tv, il primo canale video con contenuti tematici prodotti internamente e in collaborazione con realtà importanti del settore come Fashion Tv e Easybaby. Quattro le sezioni tematiche presentate in questa fase - Bellezza, Moda, Cucina e Mamma - per offrire alle utenti un approfondimento concreto sui temi femminili di maggiore interesse trattati all’interno del sito.

La piattaforma di Web Analytics ShinyStat™ è accreditata come Provider Censuario Audiweb. I dati forniti dal sistema di rilevazione ShinyStat™ sono riconosciuti dalla Joint Industry Committee italiana preposta alla certificazione del traffico Internet.

www.shinystat.com/it

DIGITAL ANALYTICS A S S O C I A T I O N


Solo posti in prima fila.

VIDEOMEDIASET è innanzitutto il luogo dove le persone incontrano più da vicino la televisione: gli utenti vedono e rivedono i propri programmi preferiti, dal MotoGP di Sportmediaset a GrandeFratello, dalle performance dei ragazzi di Amici alle ricette di Cotto e Mangiato, dalle news di TGCOM24 agli scoop delle Iene. È anche il luogo degli streaming esclusivi, veri e propri eventi live, e dei contenuti speciali fruibili solo su web. Da Amici a Zelig, il pubblico di VIDEOMEDIASET è numeroso, attento e affezionato: 3,3 milioni di utenti/mese che sviluppano oltre 69milioni di pagine di contenuti video, con uno stay-time che sfiora i 13 minuti medi. Metti il tuo preroll in prima fila e potrai incontrarli anche tu. Traffico: 3,3 mio uv/mese , 69 mio pv/mese – Fonte: Audiweb View Database, Dati Panel, 2011.


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company

A

differenza di quanto si possa credere a prima vista, l’obiettivo delle aziende che pubblicano i propri annunci su Groupalia non è (o non è solo) vendere il proprio servizio o prodotto. Il primo obiettivo è comunicare. Sì, perché Groupalia non è (o non è solo) un sito di e-commerce: è, soprattutto, un nuovo canale di marketing che offre alle piccole realtà la possibilità di pianificare campagne a costo iniziale pari a zero, ma con un grandissimo potenziale in termini di visibilità e fidelizzazione dei potenziali clienti. Come questo possa accadere, lo spiega a 360com in questa intervista la communication manager Beatrice Pagliughi. Quali sono gli ultimi numeri di Groupalia in termini di offerte pubblicate, traffico e coupon acquistati? A quanto ammonta il fatturato complessivo? Groupalia è arrivata in Italia nel giugno del 2010, con offerte su Milano e Roma. Oggi è attiva con proposte 8

intervista a Beatrice Pagliughi, communication manager dell’azienda

Groupalia: il nuovo canale di comunicazione per le pmi

Un frame del nuovo spot di groupalia, firmato da big ideas

Quaranta milioni di fatturato nel 2011. Cento milioni l’obiettivo per il 2012. Numeri da capogiro per una realtà il cui segreto è offrire la possibilità di pianificare campagne ad altissimo potenziale con un costo iniziale pari a zero. Come? Il primo passo è pubblicare un’offerta scontata su un sito che conta oltre tre milioni di utenti registrati di Greg Veronelli

locali in 24 città e offerte (con uno sconto dal 50% in su, ndr) valide a livello nazionale anche per il resto d’Italia. La società, che ha sede a Milano, conta nel nostro Paese circa tre milioni di clienti, oltre 4 mila partner già acquisiti e un team di cento persone, di cui settanta assunte nel 2011. Dalla sua nascita, Groupalia Italia ha pubblicato oltre 10 mila proposte e venduto circa 1,6 milioni di coupon. L’azienda ha chiuso il 2011 con un fatturato di 40 milioni di euro. L’obiettivo per il 2012, avviato con tre mesi in linea con le aspettative, è

raggiungere quota cento milioni e inserire cinquanta nuove risorse nell’organico. Come risulta evidente, si tratta di dati in totale controtendenza rispetto all’andamento dell’attuale contesto economico. Nell’arco del 2012 quali campagne di comunicazione verranno realizzate? E a quanto ammonta il relativo budget ? Nello scorso mese di feb-

beatrice

pagliughi

braio, grazie a uno spot da 30 secondi andato in onda per due settimane su emittenti locali, circuito della metropolitana di Roma e Sky, ha avuto inizio la nostra campagna di comunicazione per il 2012. La creatività è firmata all’agenzia creativa Big Ideas, con la regia di Leone Balduzzi di K48. A conferma della nostra attenzione verso il business locale lo spot termina con la presentazione di uno dei nostri deal. Anche la pianificazione, affidata a Publishare, rispecchia questo intento, con un forte investimento a livello locale sulle emittenti top di Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia per un totale di venti canali e di oltre 2.500 passaggi televisivi per flight. Per la città di Roma, abbiamo scelto di trasmettere lo spot sul circuito della metropolitana (ClassEditori, ndr). A livello nazionale, la pianificazione è proseguita su Sky e sul digitale terrestre con un piano

ad alta frequenza che coinvolge oltre cinquanta canali. A questa prima iniziativa è seguito un secondo flight pianificato a partire da marzo. Per quanto riguarda l’investimento, posso dire che è stato significativo è che viene, e verrà modulato, in base agli obiettivi raggiunti con le prime pianificazioni. Groupalia può essere considerato un modello per la comunicazione e la pubblicità del futuro? Assolutamente sì, soprattutto per gli investitori locali, che non avrebbero accesso ai mezzi di comunicazione tradizionali e sicuramente non potrebbero realizzare il numero di contatti raggiungibili attraverso una campagna su Groupalia. Noi siamo un nuovo mezzo di comunicazione sotto diversi punti di vista. Innanzitutto c’è il nostro sito: conta circa tre milioni di utenti registrati ed è una vetrina di primo piano nel panorama del web. Ogni annuncio, inoltre, riporta sempre anche il link al sito del partner, che ovviamente trae molti be-


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company nefici in termini di visibilità. In secondo luogo, grazie alla vendita dei coupon, il partner ha la possibilità di contattare direttamente un elevato numero di potenziali clienti, evidentemente interessati alla sua offerta e, dunque, con una scarsissima dispersione. Infine, per quanto riguarda i clienti che usufruiscono dell’offerta, il partner ha l’occasione di far provare il proprio prodotto o servizio, e quindi di fidelizzare l’utenza. In merito a questo aspetto, possiamo dire che la percentuale di clienti che “ritornano” dopo l’acquisto di un coupon è molto interessante. Tutto questo avviene con un costo iniziale pari groupalia è una azienda cresciuta molto velocemente e periodicamente tutti i processi interni vengono rivisti, al fine di ovviare alle problematiche riscontrate

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groupalia mette a disposizione un customer service con sessanta persone dedicate

a zero. E con dati tutti perfettamente misurabili. Il couponing online ha conosciuto un’ascesa rapida, con grande consenso iniziale da parte degli utenti. Ora, però, cominciano a sorgere alcune problematiche, spesso impattanti anche a livello di immagine. Come state rispondendo? La nostra azienda è cresciuta molto velocemente, e periodicamente tutti i processi interni vengono rivisti al fine di ovviare alle problematiche riscontrate. Dopo aver lanciato, lo scorso giugno, importanti servizi quali “usato o rimborsato”, “risposta in 48 ore” e “numero di telefono dedicato”, abbiamo migliorato la gestione della logistica utilizzando un sistema di spedizioni centralizzato affidato a un unico partner di fiducia, GroupAres, responsabi-

le di magazzino e spedizioni. I partner sono selezionati in base a chiari parametri di affidabilità e qualità, e con ognuno viene valutata la capacità di assorbimento delle richieste prima di stabilire il numero di coupon vendibili. Per le prenotazioni di viaggi abbiamo optato per la collaborazione con Liu Travel, prima agenzia studiata specificamente per il turismo online, nata a ottobre dalla partnership con Frigerio Viaggi Network. Nel campo dei servizi medico-sanitari, a garanzia dei clienti richiediamo sempre a tutti i partner un certificato di abilitazione all’albo professionale di riferimento. Infine, a ulteriore tutela del consumatore, Groupalia mette a disposizione dei clienti un customer service con oltre sessanta persone dedicate che offrono tutti i giorni, dalle 9 alle 21, un supporto telefonico su ogni problematica.


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cover story

O

rmai lo sappiamo con certezza: il 2012 non sarà l’anno della ripresa economica. Per chi investe in comunicazione, e di conseguenza anche per chi di comunicazione “ci campa”, si prospetta un periodo ancora molto delicato, in cui lo sforzo non può che essere teso a distillare il massimo dalle scarse risorse disponibili, adeguandosi alle esigenze di un’economia e di un mondo profondamente cambiati. In questo scenario, non stupisce l’attenzione crescente riservata dagli spender al settore delle web analytics. Un comparto non certo nuovo - la pratica di misurare, analizzare e elaborare dati internet allo scopo di capire e ottimizzarne l’utilizzo nasce praticamente con il web stesso -, ma cui il mercato si sta avvicinando con fame crescente a mano a mano che il peso del digitale nel media mix cresce. E per i limitare al massimo gli sprechi di budget la conoscenza del mezzo si fa più pressante. Se utilizzate in maniera matura, le analytics consentono, infatti, risparmi con-

creti quando si ragiona per obiettivi oppure, di riflesso, a parità di spesa garantiscono maggiore efficienza, portando a un Roi più elevato. Ciò è ancora più vero nel momento in cui lo spender pubblicitario si avvicina alla rete e si trova di fronte un media molto più complesso rispetto al passato a causa di ciò che gli esperti chiamano “Splinternet”. L’era di un’internet intesa come luogo uniforme e accessibile attraverso tecnologie standard sta giungendo al termine, sostituita da un mondo digitale frammentato in una serie di piattaforme diverse per tecnologia e modalità di fruizione. Abbiamo la navigazione web da pc, il mobile browsing, il mondo chiuso delle app, le piattaforme social, le connected tv. E si potrebbe andare avanti a lungo. Se, da una parte, questo cambiamento costituisce per gli operatori delle web analytics una grande sfida nello sviluppo di soluzioni adeguate alle caratteristiche intrinseche di ogni device e ambiente specifico, dall’altro accresce la centralità della disciplina. Per evitare incertezze sul Roi, nessuna azione dovrebbe essere avviata senza prima aver stabilito un’adeguata strategia di misurazione per ogni canale coinvolto. Non è, quindi, un caso che il Was - il principale appuntamen-

Web Analytics

Numeri che parlano

internet è ormai un mondo digitale frammentato in una serie di piattaforme diverse per tecnologia e modalità di fruizione. e in un periodo ancora molto delicato sul fronte economico lo sforzo degli spender non può che essere teso a distillare il massimo dalle risorse disponibili. ecco perché è sempre più necessario conoscere in profondità i dati di un mezzo in ascesa di Simone Freddi

chiaro


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cover story to completamente dedicato a queste tematiche che proprio oggi (mercoledì, ndr) si svolge a Milano, presso la sede del gruppo Il Sole 24 Ore -, quest’anno abbia voluto concentrarsi sugli sviluppi delle tecniche di analisi legate a un ambito specifico, quello dei social media. Ovvero, il fenomeno mediatico più interessante e rivoluzionario degli ultimi anni. «I social stanno cambiando la nostra vita con una rapidità imprevista - spiega a proposito Giuseppe Fragola, chairman del Was -. Ciò vale anche per i brand: essere social, infatti, non è un vezzo intellettuale, ma un vero must per tutte le aziende, una via di riscatto obbligata, una strategia per innovare in un momento di crisi ma anche di profondo cambiamento. In questa fase di importante ridefinizione, l’obiettivo del Was 2012 è quello di contribuire alla divulgazione delle nuove strategie di social marketing e delle tecniche di misurazione dei loro risultati. Il concetto chiave che vogliamo passare è che siamo già in possesso di molti strumenti straordinari, capaci da soli di cam11

Webranking Nereo Sciutto, presidente dell’agenzia

Il pilota è sempre il manager

L’

opinione è di quelle che contano, perché arriva da una fra le più solide e conosciute agenzie indipendenti di web e search marketing. Da sempre Webranking ha scelto di rivolgere i propri servizi di consulenza e sviluppo principalmente a grandi e medio/grandi realtà italiane e internazionali, con un core business rappresentato, da più di un decennio, dalla consulenza di seo, alla quale sono stati affiancati nel tempo tutti i servizi di web marketing che la rendono, oggi, l’agenzia italiana più certificata da Google, fra le migliori nel mondo. Con il presidente Nereo Sciutto, 360com ha fatto il punto sull’importanza di integrare strumenti di web analytics all’interno di un piano strategico di marketing online. «La web analytics è la baseline di qualsiasi piano di online marketing. Prima di strutturare una strategia occorre realizzare una foto istantanea, per vedere il punto di partenza ed essere in grado di riconoscere l’andamento successivo. Le tecniche di analyti-

nereo

sciutto Punto di partenza di qualsiasi piano di online marketing davvero efficace, le digital analytics sono una macchina potente in grado di generare risparmi consistenti e risultati più efficienti. Ma il fattore umano è fondamentale per comprendere e tradurre i dati che riescono, così, a supportare decisioni e strategie informate

cs consentono, da una parte, enormi risparmi quando si ragiona per obiettivi; dall’altra, garantiscono risultati di maggiore efficienza: a parità di investimento si ottiene un Roi più elevato, l’anglosassone “More bang for your buck”. Possiamo, dunque, visualizzare in tempo reale cosa sta accadendo e ciò permette cambi di tattica immediati, evitando sprechi di budget su linee perdenti». Navigazione web da pc, mobile browsing, app, social network: come è possibile misurare il comportamento dell’utente e l’efficacia della comunicazione in tutti questi ambiti? In effetti, esiste un’ampia area di miglioramento per il mercato. Ma è ancora presto. Ancora tanti operatori non valutano correttamente gli investimenti necessari, sottovalutando i benefici che ne potrebbero derivare. E poi non si può più parlare di “web analytics”, bensì di una più allargata “digital analytics”. Lo conferma il recente rebranding dell’associazione di categoria mondiale: da Waa (Web Analytics Association) ora si è passati a Daa (Digital Analytics Association), proprio per comprendere tutto il mondo dei contenuti digitali, dentro e fuori dal web. La misurazione di tutti i supporti porterà

a una panoramica integrata del comportamento delle persone. Il problema della separazione, oggi, concerne più che altro le app e alcuni social network, Facebook in primis. Questi sistemi rimangano isolati per una specifica politica aziendale, ma non ci impediscono di integrare diversi sistemi di misurazione di quello che accade e, soprattutto, di predisporre un tracciamento di chi ne esce e si sposta, magari, di nuovo sul web. Quanto è importante l’apporto di consulenti specializzati per ordinare e interpretare i dati raccolti con le web analytics e tradurli in azioni concrete? E’ celebre il leit motiv di Avinash Kaushik per il successo nell’utilizzo della web analytics, ossia la regola del 10/90: investire il 10% del budget nello strumento e il restante 90% sulle persone che lo interpretano. È ovvia, quindi, la predominanza dell’intervento umano per comprendere e tradurre i dati che riescono, così, a supportare decisioni e strategie informate. Ma il livello di adozione e utilizzo maturo delle web analytics è sufficientemente elevato nel nostro Paese? In Italia, la sola adozione

delle web analytics è a un buon livello, anche perché è favorita dalla presenza di soluzioni gratuite. Però, l’uso, la personalizzazione e l’interpretazione dei dati rappresentano il vero costo, per cui l’utilizzo è tendenzialmente superficiale. Molti si fermano alle informazioni di base, sui visitatori o i click, senza andare in profondità. È come avere un’auto da corsa e continuare a girare in prima, solo perché non si sa che esistono le altre marce. È molto importante ricordare che, comunque, il pilota è sempre il manager: sarebbe un’illusione pensare di demandare a terzi la decisione finale sulla propria strategia. I consulenti offrono competenze e i consigli per sfruttare le piene potenzialità del mezzo e rendere efficaci le tattiche. Servono a prendere decisioni più informate, ma restano i manager i veri protagonisti. Nel mondo di internet esistono due tendenze: i guru che danno informazioni senza spiegare, che pontificando impostano un rapporto di forza con il cliente. Sull’altro fronte c’è l’approccio informativo e formativo che rende il manager consapevole e, quindi, forte delle proprie decisioni. Noi, come Webranking, sposiamo da sempre questa seconda strada.


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cover story biare un’azienda. Anche se sappiamo bene che i mezzi, di per sé, non sono sufficienti a generare la voglia di cambiamento». L’altra condizione necessaria è quella della volontà, del coraggio. La disponibilità e l’adozione di web analytics nelle aziende italiane è a un buon livello, anche grazie alla presenza di soluzioni gratuite. Tuttavia, l’uso che ne viene fatto è tendenzialmente superficiale. Gli esperti più accreditati in questo ramo denunciano un problema culturale persistente: le misurazioni sono viste come qualcosa che si può trovare a basso costo, mentre non viene del tutto colta l’importanza di affidarsi, internamente o esternamente all’azienda, a professionisti preparati per l’uso, la personalizzazione e l’interpretazione dei dati raccolti. Questo nonostante sia ampiamente dimostrato che l’investimento è “sicuro”; e viene ripagato in termini di risultati migliori, sprechi ridotti, investimenti più efficaci. Manca, insomma, la determinazione a prendere decisioni attraverso i numeri, che sanno parlare chiaro, e non con scelte dettate dal puro istinto. 12

Quisma Ilaria Zampori, managing director della sede italiana

Dal tracking all’azione... tutto in tempo reale

Grazie a un evoluto sistema di misurazione multicanale, la piattaforma di performance marketing dell’agenzia permette di valutare tempestivamente il successo di una campagna su ogni singolo canale, facilitando i cambiamenti necessari nel processo di ottimizzazione degli investimenti

proprietaria, Quisma Media Platform, una piattaforma in grado di integrare tutte le attività di marketing online - come seo e sea, display advertising, affiliate marketing, ottimizzazione dinamica della creatività, campagne di re-targeting e tracking multicanale in una sola interfaccia. Un sistema la cui efficacia è garantita anche da un potente sistema di analytics multicanale, come spiega Ilaria Zampori, managing director della filiale italiana del gruppo.

ondata nel 2001 a Monaco - ma con uffici a Düsseldorf, Londra, Francoforte, Vienna, Zurigo, Amsterdam, Varsavia, Madrid, Parigi e Milano -, Quisma è un’agenzia leader nel performance marketing a livello internazionale, oggi parte di GroupM. Il successo della sigla si basa su una propria tecnologia

Qual è l’importanza di integrare strumenti di web analytics all’interno di un piano strategico di mktg online? Penso che la web analytics sia importante per mi-

F

ilaria

zampori

surare e ottimizzare il Roi di ogni attività di marketing. Un valido strumento permette di valutare il successo di ciascuna campagna e canale e di vedere come questi si influenzino a vicenda. Nei casi migliori i dati sono disponibili in tempo reale, in modo da poter implementare il prima possibile i cambiamenti necessari nel processo di ottimizzazione. In che modo Quisma Media Platform risponde a queste esigenze? Tre sono gli aspetti principali: tracking multicanale, demand side platform, ottimizzazione dinamica della creatività. Grazie al tracking multicanale e all’allocazione dinamica del budget è possibile tracciare l’intero percorso online degli utenti, il che consente di avere una visione completa dell’apporto che ciascun canale concede alle vendite all’interno di una campagna online. La demand side platform per il display advertising permette, invece, di accedere a svariate fonti di traffico, come ad exchanges, sell side platforms, ad networks; oppure garantisce accesso diretto a traffico premium dei maggiori editori, assicurando alla campagna un largo raggio d’azione. Quisma offre, inoltre, il servizio di “realtime bidding”, uno stru-

mento molto efficace nel fare pubblicità che permette di fare offerte in tempo reale su spazi pubblicitari raggiungendo utenti profilati. L’ottimizzazione dinamica della creatività, infine, permette ad alcuni elementi dinamici di una pubblicità di essere adattati sulla base degli interessi di specifici utenti. La combinazione di questo strumento e del re-targeting consente agli inserzionisti di indirizzare o ricontattare audience specifiche con un messaggio personalizzato e al momento giusto. Oggi si naviga in tanti modi, sfruttando i più diversi device. Questi comportamenti influenzano anche le metodologie di misurazione. Come si può riuscire a integrare efficacemente tutti questi ambiti in un modello adeguato di analisi del traffico? Quasi tutte le agenzie che lavorano nel marketing online quando osservano la customer journey degli utenti utilizzano diversi sistemi di tracking per ogni canale. Questo sistema, tuttavia, presenta grandi svantaggi. Uno dei più immediati da cogliere è il cambio di device: infatti, se un utente - quando ricerca e compera dei prodotti -, usa de-

vice differenti, la variazione non viene rilevata. Il tracking, inoltre, non consente il monitoraggio di fattori esterni come le attività di marketing offline sulla stampa o sulla tv, le offerte speciali o le variazioni stagionali che di conseguenzarisultano automaticamente escluse dall’analisi. Per ovviare a questi inconvenienti Quisma utilizza un metodo d’analisi detto “sales modelling” che permette di effettuare mappature affidabili tenendo conto di tutti i fattori di rilievo come le vendite, l’advertising, le spese, gli effetti stagionali o il prezzo, che sono tutti elementi cruciali per un’allocazione ottimale del budget. Ma valutando il nostro Paese, le sembra che l’accostamento delle aziende alla web analytics sia adeguato? Mi sembra che le aziende italiane abbiano compreso l’importanza di avere a disposizione un valido strumento di analisi dei loro investimenti di marketing online. Emerge, tuttavia, la necessità di uno strumento che sia compatibile con tutte le legislazioni locali in termini di privacy e protezione dei dati. Quisma è capace di adattare le richieste di privacy ai bisogni specifici dell’utente, utilizzando vari metodi di tracking.


Analisti del mondo digitale dal 1995 Il cda di shinystat: da sinistra, andrea rossi, responsabile tecnico; Gianluigi Barbieri, presidente; fabio zecchini, product manager e Paolo zanzottera, amministratore delegato

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passi da gigante compiuti dalla telematica in campo hardware e software hanno prodotto una facilità di accesso ai contenuti digitali fino a poco tempo fa impensabile. Allo stesso tempo, però, il “come” e il “dove” di questo accesso si sono frazionati, tanto che oggi una misurazione del comportamento degli utenti che rappresenti solo la “tradizionale” navigazione sul web da pc sarebbe fortemente riduttiva rispetto alle differenze profonde che esistono in relazione ai device e agli “ambienti” che l’utenza utilizza. ShinyStat, senza dubbio uno tra i player più riconosciuti e affermati nel campo delle analytics, a questa criticità ha risposto arricchendo la propria piattaforma di misurazione con una serie di moduli specifici dedicati a video, mobile e app, che al contempo restituiscono una intuitiva ed esaustiva visione d’insieme per favorire in tempo reale le decisioni di marketing più efficaci. Come? Ne abbiamo parlato con Paolo Zanzottera, amministratore delega-

Shinystat Paolo Zanzottera, a.d., e gianluigi Barbieri, presidente del gruppo

Analytics a tutto tondo

to, e Gianluigi Barbieri, presidente del gruppo.

Oggi, la fruizione di contenuti digitali avviene attraverso dispositivi e modalità molto differenti. Come è possibile darne conto con un sistema di misurazione adeguato? Zanzottera A differenza della maggior parte dei prodotti oggi sul merca-

to, la piattaforma ShinyStat è stata predisposta alla lettura dei dati digitali da molteplici fonti. Più in particolare, da strumenti e dispositivi diversi dal solo pc. Abbiamo infatti sviluppato una serie di moduli appositi per la rilevazione e analisi dei dati sulla fruizione di video, sulla navigazione mobile sia da smartphone che da tablet, e infine uno strumento de-

ilaria 13

zampori

dicato all’“app analytics”. Queste funzionalità non sono degli “adattamenti” della web analytics ma soluzioni tecnologiche che il nostro settore ricerca e sviluppo ha elaborato ad hoc per ogni esigenza specifica di analisi con metriche peculiari per ogni settore. Il risultato ottenuto è estremamente apprezzato dai nostri clienti poiché da un unico pannello di con-

trollo è possibile avere una visione d’insieme dei dati provenienti da tutte queste fonti diverse. Non abbiamo trascurato neppure il fenomeno emergente dei social network, con una suite dedicata al brand reputation management, proprio per tenere fede alla nostra mission aziendale che prevede lo sviluppo di soluzioni adeguate di analytics davvero a 360 gradi.

Internet si diversifica? La struttura risponde con una soluzione evoluta che integra in un’unica piattaforma tool sviluppati ad hoc per la misurazione da diversi dispositivi: dalla navigazione tradizionale a quella effettuata da mobile, dalla fruizione di video a quella delle app. Il tutto elaborato in real time, per decisioni di business tempestive ed efficaci Una volta operata la raccolta dei dati, come è possibile trasformarli in azioni concrete? Zanzottera Il tratto che sin dalla nascita contraddistingue la nostra piattaforma di web analytics è il tempo reale. Le nostre elaborazioni hanno avuto nel tempo questa connotazione poiché da sempre riteniamo importante fornire strumenti estremamente sofisticati per comprendere il comportamento dei fruitori di contenuti digitali, proprio mentre la fruizione è in atto. Questa caratteristica è sempre più apprezzata poiché abilita ad una serie di interazioni istantanee con il navigatore che enfatizzano le possi-

bilità di engagement dello stesso e - soprattutto - diventano fondamentali nelle questioni legate più in generale all’advertising ed alla comunicazione. A questo proposito, abbiamo lanciato nel corso dell’ultima edizione dello Iab Forum proprio lo strumento nel quale l’elemento del “tempo reale” è messo maggiormente in evidenza: si tratta di ShinyStat Survey, che permette l’erogazione di sondaggi sulla base dei comportamenti istantanei dell’utenza sul sito. Accanto alla “potenza di calcolo” della piattaforma di web analytics, quanto conta il fattore umano nell’elaborazione delle strategie operative? Barbieri Figure professionali adeguatamente preparate sono ormai diventate una necessità, soprattutto per le aziende che rivolgono la propria attenzione al mondo consumer. Il rapido sviluppo dei social media ha creato molte opportunità per i responsabili della comunicazione aziendale, ma parimenti ha esposto gli stessi ad una serie di rischi che in passato non erano mai stati percepiti in modo così evidente. Il rischio reputazionale è il tipico esempio di questi nuovi fenomeni. Gli


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cover story strumenti di web analytics in real time consentono proprio di effettuare controlli minuziosi sui valori aziendali percepiti dai consumatori ed eventuali problemi connessi all’immagine sui media digitali può essere individuata e misurata nei suoi effetti con la massima tempestività. E’ intuitivo quanto queste nuove dinamiche rendano necessarie le figure dei professionisti capaci di gestire sia in modo proattivo l’attività di advertising e comunicazione sia questi nuovi delicati territori virtuali dei social network, in cui lo scambio delle opinioni può modificare i valori di marca delle aziende. Gli strumenti di analytics digitale hanno cessato il loro ruolo di comprimari nella comunicazione in rete ma, attraverso il tempo reale,

video analytics

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ne sono diventati autentico fulcro. A vostro parere, il livello di adozione di strumenti di web analytics è sufficientemente alto nel nostro Paese? Barbieri Direi che ormai la consapevolezza della necessità di misurare ogni fenomeno è largamente diffusa. Mentre in passato si assisteva ad un uso marginale di questi strumenti, oggi notiamo la centralità che anche nel mondo dell’advertising sta assumendo il nostro settore poiché a lato del performance marketing, dove la misurazione dei risultati è parte integrante dell’attività svolta, l’uso di strumenti di web analytics in real time ha fatto il suo ingresso a pieno titolo tra le azioni considerate essenziali per una buona pianificazione anche nel settore della display. Dunque, possiamo affermare che in questo campo l’Italia si sta allineando ai mercati più evoluti? Barbieri Inutile dire che

app analytics

nel nostro Paese alcune dinamiche siano sempre state leggermente in ritardo rispetto al mondo anglosassone e statunitense per quanto attiene la rete internet. Oggi possiamo prenderci la rivincita, perchè il mondo della fruizione dei contenuti in mobilità potrebbe vedere l’Italia da subito tra i protagonisti dello sviluppo di questo fenomeno. Data la propensione elevata dei nostri concittadini all’uso della telefonia mobile e la penetrazione sempre più elevata dei dispositivi smartphone e tablet, possiamo aspettarci una vera e propria esplosione del traffico, soprattutto di quello legato al mondo app. Dal nostro punto di osservazione privilegiato, essendo i fornitori dei sistemi di rilevazione dati di alcune tra le più importanti aziende media italiane, possiamo garantire che il comportamento in questo nuovo ambiente offrirà ricchissime soddisfazioni a chi sarà più rapido nel posizionamento sul mercato.

survey


la musica è cambiata.

strumenti per comunicare

Fonte: Nielsen SiteCensus gennaio 2012

30 milioni di contatti unici, 498 milioni di pagine viste, 15 vertical tematici

www.leonardoadv.it


il commissario europeo alla giustizia sta intervenendo da tempo sulla questione della privacy, non nascondendo severe critiche all’approccio di google sulla questione

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Focusprivacy online Una comunicazione pubblicitaria personalizzata in base ai gusti e alle abitudini degli utenti è il risultato di una violazione della privacy o è un servizio di valore aggiunto per il consumatore? Dalla risposta a questa domanda dipende il futuro della gestione dei dati personali online. La questione, delicata e complessa, coinvolge colossi del web come Facebook e Google, e istituzioni come l’Unione Europea. oltre a milioni di user del web a cura di Greg Veronelli

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Fino a che punto I è giusto sapere?

MARK ZUCKERBERG

ALMA WHITTEN

il fondatore di facebook lo aveva detto già due anni fa, tracciando la linea: “l’era della privacy ormai è terminata. adesso si entra nell’epoca della condivisione”

anche il responsabile internazionale per i problemi sulla privacy di google ha più volte fatto sentire la voce del colosso americano di mountain view su un tema molto delicato

VIVIANE REDING

n principio era la tag, come una sorta di peccato originale. Un gesto semplice, fatto la prima volta con tutta probabilità senza pensarci, senza intuire o semplicemente essere consapevoli dell’enorme portata e delle eventuali conseguenze che tale azione poteva innescare. Un gesto che, ormai ripetuto milioni di volte da milioni di utenti, l’11 gennaio 2010 ha permesso all’allora venticinquenne Mark Zuckerberg di poter affermare: “Ormai gli utenti condividono senza problemi le informazioni personali online. Le norme sociali cambiano nel tempo. E questo accade anche per la privacy”. In altre parole, secondo l’inventore di Facebook, l’epoca della privacy (come la intendevamo prima) era finita. Iniziava quella della condivisione. La via era tracciata e tale affermazione, per la cronaca, arrivò in risposta ad alcune domande su un cambiamento delle impostazioni di Facebook, per cui 350 milioni di utenti videro passare alcune informazioni dei propri profili, come lista di amici, foto e aggiornamenti, da private a pubbliche. Nel corso dei due anni che ci separano da quel punto di svolta, online e offline ha cominciato a montare un dibattito, prima

sommesso e stimolato da alcuni singoli “ribelli”, poi sempre più risonante e condiviso anche da alcune istituzioni, volto a risvegliare la consapevolezza di milioni di utenti in merito alla gestione della propria privacy. Oggi la questione è di estrema attualità, con tanto di pagine sui giornali (anche quelli cartacei, che non sempre si curano dei problemi della rete) e interventi dell’Unione Europea. Le nuove norme sulla privacy introdotte da Google il primo marzo scorso, ad esempio, non sono state gradite da Viviane Reding, la vicepresidente e commissaria Ue per la Giustizia, secondo la quale il colosso di Mountain View non seguirebbe “l’attuale legge sulla trasparenza e cede a terzi i dati dei cittadini privati, cosa su cui non ci siamo accordati. Sappiamo che i dati sono la linfa vitale delle nuove aziende (…), ma ci sono regole base in Europa da rispettare. Sfortunatamente vediamo che spesso non accade, e che l’illegalità si sta diffondendo”. Nello specifico, le novità in questione riguardano l’utilizzo di una sola policy del trattamento dei dati per tutti i servizi (motore di ricerca, YouTube, Picasa, Google News, Google Reader). La soluzione al problema sollevato dal commissario europeo, almeno fino


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focus a quando la querelle tra l’Unione Europea e Google non sarà risolta, è stata l’inserimento nei principali browser di navigazione internet di un bottone per disattivare il tracking online e navigare in maniera anonima. Google, dal canto suo - anche attraverso le valutazioni di Alma Whitten, responsabile a livello internazionale dei problemi di privacy del colosso americano - ha spiegato di aver cambiato la propria policy sulla privacy per due motivi. Il primo è renderla più semplice e comprensibile, obiettivo raggiunto grazie all’accorpamento di ben sessanta politiche sulla privacy differenti in una sola, utilizzando l’85% di parole in meno rispetto ai documenti originali. Il secondo punto è facilitare la condivisione di contenuti una volta che un utente abbia espletato il login con un account Google. Quello che non cambia, ha specificato il gigante del web, è la segretezza delle informazioni private degli utenti, la possibilità di fare ricerche online, di guarda17

Roberto Carnazza, Country Manager di Weborama Italia

L’intervista

E’ UNA QUESTIONE

DI CULTURA L’utente in questo momento è molto sensibile al tema della propria privacy online. la sola maniera per spazzare il campo da dubbi e sospetti è fare in modo che sappia veramente cosa viene fatto dei suoi dati. Davanti alla trasparenza sarà lui stesso a comprendere i vantaggi di lasciarsi conoscere

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nformazione, cultura e trasparenza. Questi secondo il country manager di Weborama Italia, Roberto Carnazza - sono gli aspetti su cui bisogna lavorare in relazione alla questione della privacy online. Al di là della regolamentazione del mercato, per le aziende è davvero importante che i consumatori siano consapevoli dei dati che vengono raccolti, di come avviene il loro trattamento e di come sono poi utilizzati. Dev’essere questo il punto di partenza fondamentale per mettere in grado gli utenti di decidere in autonomia se “partecipare” o meno a un sistema volto a rendere migliori i servizi dei vari player online.

La difesa della privacy online è un problema per gli utenti o no? Senz’altro è una tema sul quale gli utenti sono parti-

roberto

carnazza

colarmente sensibili in questo momento. Un recente sondaggio sugli atteggiamenti nei confronti della protezione dei dati personali nell’Ue ha rilevato che due europei su tre si preoccupano che le imprese condividano i loro dati personali senza il loro consenso e che ben nove su dieci sono favorevoli all’applicazione degli stessi diritti a tutela della privacy in tutta Europa. E’ comprensibile che, in un momento in cui il mondo del web si arricchisce di strumenti di raccolta dati sempre più evoluti, l’utente si interroghi su come e cosa viene raccolto ed è necessario, da parte di aziende e istituzioni, rispondere a queste domande con chiarezza. Proprio per questo è doveroso da parte di tutte le aziende che con i dati ci lavorano, rendere la filiera assolutamente trasparente, informando e anche educando l’utente riguardo ciò che viene raccolto, come viene elaborato e a quali fini il tutto viene poi utilizzato. Le grandi compagnie del web cosa fanno di tutti

i dati raccolti sui propri utenti? In che modo vengono rivenduti? Monitorare le attività degli utenti, almeno per quel che riguarda Weborama e la maggior parte dei player che lavorano nel campo del data providing, significa semplicemente associare un cookie (quindi una macchina, ndr) a una serie di contenuti, ricerche e transazioni. In questo senso i dati “sensibili” rimangono totalmente sconosciuti, a meno che l’utente non li abbia esplicitamente, consapevolmente e volontariamente dichiarati. La privacy non viene, cioè, lesa in alcun modo. Tutti i cookie raccolti sono poi generalmente associati a una serie di cluster comportamentali/di interesse, in modo che, per inferenza statistica, all’interno di una campagna pubblicitaria sia poi possibile esporre tali cookie al contenuto più adatto, in base all’appartenenza a un cluster piuttosto che a un altro. Chi fornisce i dati altro non fa che “vendere” alle agenzie o alle aziende i cookie più affini al target stabilito per la comunicazione.

Quando si tracciano i comportamenti online degli utenti si tratta di spionaggio a fine di lucro o di conoscere le persone per offrire loro un servizio migliore? Il termine spionaggio fa sorridere e richiama scenari da Grande Fratello; bisogna, però, ricordare che nel romanzo di Orwell vi erano due elementi fondamentali che caratterizzavano il regime in cui si svolgevano i fatti: da una parte, l’elemento coercitivo, perché la tecnologia era utilizzata per imporre un determinato modo di essere alle persone; e dall’altra, spiccava un impoverimento generalizzato del linguaggio, ovvero dell’informazione, che contribuiva a fortificare il primo aspetto. Nell’era del marketing data-driven, l’approccio è opposto: si tratta di conoscere meglio le persone per poter offrire maggiori e migliori servizi, secondo i gusti e le preferenze. In un certo senso significa piegare sempre di più il mercato al volere dei consumatori, non il contrario. Inoltre, per fare questo si ha necessità di avere a di-

sposizione il maggior numero di informazioni possibile: la ricchezza del linguaggio e dell’informazione è un valore che il mercato deve perseguire con forza per trarne beneficio. In questo modo, quello tra utente e mercato diventa uno scambio reciproco, con lo scopo ultimo di arricchire entrambi attraverso la conoscenza, i contenuti e le informazioni. Una comunicazione pubblicitaria personalizzata può essere un servizio di valore per il consumatore? Certamente lo è in tutti i casi in cui l’analisi del comportamento dell’utente ha come fine quello di mostrare un messaggio pubblicitario più in linea con i suoi interessi e le sue richieste. Soprattutto su un mezzo come il web, il concetto di rilevanza è davvero fondamentale: mentre un utente sta fruendo dei contenuti in maniera funzionale, “disturbarlo” con un messaggio che non è in linea con il suo set mentale diventa senz’altro deleterio.


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focus re video su YouTube, di trovare indicazioni stradali e di effettuare altre operazioni senza collegarsi a un account Google. Immutato anche il sistema di gestione della privacy che permette di controllare i propri dati. Inoltre, sempre Google ha specificato che non venderà le informazioni degli utenti alle aziende pubblicitarie. Andando indietro nel tempo, è il caso di notare che l’iniziativa di semplificazione di Google è stata di poco successiva al disegno della nuova normativa sulla privacy presentata dall’Unione Europea lo scorso 25 gennaio - nel corso del World Economic Forum, in Svizzera. Il progetto è quello di realizzare un’unica legge in grado di uniformare il sistema in tutta Europa. Gli obiettivi della Commissione sono volti a modernizzare i principi della vecchia direttiva (risalente al 1995), in modo da tutelare maggiormente la privacy degli utenti. Viviane Reding in quella occasione aveva affermato che: «La protezione dei dati personali è un diritto fondamentale di tutti gli euro18

1995 60

l’anno a cui risale la direttiva europea in tema di privacy per gli utenti, che deve essere riformulata

è il numero riferito alle differenti politiche sulla privacy che google ha riunito in un’unica policy

2010

l’anno di non ritorno. mark zuckerberg, “padre” di facebook, rompe gli indugi: “l’era della privacy è finita”

Alberto Zilli, Amministratore delegato di LeonardoADV

«LE NUOVE NORME SIANO ALL’INSEGNA DI TRASPARENZA, SICUREZZA E FIDUCIA» «Sul tema della privacy online mi sentirei di tranquillizzare gli utenti, dal momento che sono in vigore una serie di presupposti oggettivi per garantire una certa sicurezza. Ad esempio, il fatto che i cookies sono strumenti anonimi che non permettono di risalire all’identità dell’utente. Il puro scopo del tracking è avere il tracciato dell’azione fine a se stessa. Le agenzie e le aziende hanno la sola possibilità di associare il terminale all’utente, solo le Autorità possono venire a conoscenza dei dati anagrafici. Se poi l’utente decide di iscriversi a un servizio è lui stesso che dà il consenso per affidare i propri dati all’azienda, consapevole che verranno utilizzati per quello specifico scopo e/o per proporgli altri servizi e in-

alberto

zilli

formazioni in linea con il suo profilo. Se l’utente non dà il proprio consenso all’utilizzo dei dati, questi ultimi vengono solamente tracciati con l’obiettivio di ottenere le redemption e capire l’efficacia della comunicazione o attività affini, al fine di migliorare il servizio o prodotto, in particolare nel mondo performance. Detto questo, l’Ue dovrebbe fornire standard uguali per tutti i paesi, oltre a definire chiare direttive su come implementare i consensi. Dovrà tenere presente che la possibilità di tracciare i comportamenti degli utenti è di grande utilità per tutti: per le aziende, che possono così ottimizzare le perfomance di ogni singola campagna e raggiungere i target interessati senza dispersione di contatti, tempo e soldi; e per gli utenti stessi, che si trovano di fronte a servizi e informazioni proposti sulla base dei propri gusti e bisogni. In generale, comunque, le norme dovranno essere utili agli utenti per capire meglio le modalità di utilizzo delle informazioni che ci affidano, così da percepire trasparenza, sicurezza e fiducia».

l’opinione di Giuseppe Siciliani, Ceo di Media Lives

«ATTENTI AI COOKIES» «Internet, e in particolar modo i siti di social networking, comportano gravi rischi per la privacy, soprattutto alla luce della diffusa inconsapevolezza dei giovani nell’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione. Sono sotto stretta osservazione, in questo periodo, anche la pubblicità comportamentale, il geo-marketing e la miriade di dati sensibili sulla salute dei cittadini che finiscono in rete. Il modo con il quale le aziende trattano i dati degli utenti internet è un argomento caldo, che coinvolge praticamente ogni stato del mondo. Vicende particolarmente serie in materia di privacy hanno coinvolto aziende come Google, Apple e Sony. Dal mio punto di vista esistono sostanzialmente due tipologie di “compagnie del web”: data providers e agenzie pubblicitarie. I data providers sono dei veri e propri magazzini virtuali di informazioni acquisite grazie a specifiche tecniche di tracciamento cookies, che per merito dell’applicazione di algoritmi offrono la possibilità di ricostruire in modo dettagliato le attività online degli utenti: interessi di navigazione, presunta fascia d’età, sesso, ambito professionale, etc. Questi dati vengono successivamente venduti alle agenzie pubblicitarie che possono così configurare campagne di display advertising in termini di Grp (Gross Rating Point), selezionando il target di interesse secondo variabili socio-demografiche e comportamentali. Le agenzie pubblicitarie sono intermediari che si occupano sostanzialmente di

giuseppe

siciliani far visualizzare all’utente la migliore offerta, proprio nel momento in cui la stanno cercando. Fino a qualche anno fa erano frequenti esempi di banner pubblicitari che risultavano addirittura dannosi per tutte le figure coinvolte nella filiera: l’investitore aveva ritorni molto bassi sull’investimento pubblicitario digitale, l’editore rischiava di decontestualizzare il proprio prodotto editoriale online e, infine, l’utente finale, che visualizzava offerte non congrue con i propri interessi. Per quanto riguarda le normative in tema di privacy, la Commissione Europea ha appena annunciato una nuova proposta di Regolamento. Io credo che per evitare ulteriori e frequenti rinvii sia auspicabile che si provveda a definire regole tecniche e operative più chiare ed esaustive prima dell’applicazione di obblighi di legge. Per interventi di reale ed efficace innovazione nelle organizzazioni internazionali è necessaria una specifica dei requisiti, puntuale e poco ambigua. Allo stato attuale, il pomo della discordia è indubbiamente il come informare gli utenti circa la presenza di cookies all’interno del sito web che si sta navigando. Ma, chi, come, quando?».


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focus pei, eppure non sempre i cittadini sentono di avere il pieno controllo di tali informazioni». Tra i punti che più interessano il nostro campo di discussione si possono citare un più facile accesso ai propri dati personali, l’agevolazione del trasferimento dei dati da un fornitore di servizi a un altro e la previsione di sanzioni pecuniarie per le aziende che violano il diritto dell’Unione. Il diritto all’oblio, inoltre, permetterà di gestire meglio i rischi connessi alla protezione dei dati online: chiunque potrà cancellare i propri dati se non sussistono motivi legittimi per mantenerli. Al momento, in merito a tale normativ,a si attende la risposta del Parlamento Europeo e degli Stati membri dell’Unione. Nella migliore delle ipotesi le nuove norme entreranno in vigore fra due anni. La questione, in ogni caso è seria, considerando che Google è tornato un’altra volta, pochi giorni fa, sotto il mirino delle autorità americane ed europee per violazione della privacy, una trasgressione che potrebbe costarle centinaia di milioni 19

di dollari di multe. L’azienda non avrebbe protetto la privacy dei suoi utenti, in particolare dei proprietari di computer e telefonini Apple, inserendo cookies nel browser Safari anche quando l’utente aveva espressamente optato per non riceverli. L’inchiesta è stata avviata negli Usa dalla Federal Trade Commission e da un gruppo di Stati, mentre in Europa è partita dalla Commission Nationale de l’Informatique e des Libertés francese, che a sua volta stava già investigando sulla legalità delle nuove direttive di privacy imposte agli utenti di tutto il mondo partire dal primo marzo. Google ha difeso la legalità della prassi, peraltro cessata, e si è impegnata a cooperare con le autorità ammettendo di avere creato un collegamento temporaneo tra il browser Safari installato sui prodotti Apple e i propri server, ma solo per determinare se gli utenti erano abbonati a Google e desideravano ricevere messaggi pubblicitari mirati. La questione, insomma è aperta. Quando i comportamenti degli utenti online vengono tracciati, siamo davanti a un atto condotto a fini di lucro per vendere preziosi dati privati agli inserzionisti o si tratta di conoscere le persone per offrire loro un servizio migliore?

monito del presidente Iab Italia: «informare sulle tecnologie»

il responsabile mktg Tiscali ADV auspica autonomia

«La tutela della privacy è essenziale e gli utenti devono essere debitamente informati sui mezzi e dispositivi tecnologici, già oggi disponibili, che permettono di poter gestire autonomamente e “by design” la loro privacy. Che cosa intendiamo con “by design”? Le aziende del settore sono da sempre molto attente a questo tema e di conseguenza hanno sviluppato diverse tecnologie che consentono, in base al grado di interesse e sensibilità alla privacy dell’utente, di recuperare in parte o nella totalità le informazione rilasciate online dai navigatori. Se, da una parte, ciascun utente deve essere responsabile per le informazioni personali condivise in rete, oltre che cosciente dell’elemento stesso di condivisione delle informazioni rappresentato dal web, dall’altra ritengo che la industry abbia l’importante compito di formare, e informare, gli utenti correttamente, in maniera chiara e completa, rispetto all’utilizzo che viene fatto dei loro dati personali e all’applicazione di sistemi di tracciatura della sua navigazione. Per questo motivo stiamo lavorando sia a livello europeo che nazionale per aumentare l’awareness degli utenti sui supporti tecnologici che possono garantire una navigazio-

«Onestamente credo che gli utenti siano molto più capaci di gestire la loro privacy in autonomia di quanto non ritenga qualcuno a Bruxelles. In più, sarebbe anche utile fare delle distinzioni sui dati sensibili che sembrano oggetto di questo tema. Se parliamo del fatto ALESSANDRO che chi raccoglie dati potrebbe scoprire che io sono un appassionato di viaggi, non credo che ciò leda il mio diritto alla privacy. Anzi, potrebbe fornirmi un servizio più utile durante le mie navigazioni. Il problema è pensare di comprendere tutto in un unico concetto, senza fare le opportune, e probabilmente anche complicate, distinzioni. Da sempre, la pubblicità si basa sulla capacità di segmentare i target. Più sono profilati e meglio è. I dati raccolti, che per inciso sono assolutamente anonimi, servono proprio per cercare di offrire agli investitori dei cluster sempre più dettagliati, in modo che la loro comunicazione risulti sempre più efficace. E sarà più efficace non perché si è commesso un atto di “violenza” nei confronti dell’utenza, ma semplicemente perché la pubblicità che l’utente incrocerà nella sua normale attività di navigazione avrà probabilità più alte di rientrare nella sua sfera di interesse. Se io non sono un appassionato di fotografia e mi imbatto in una comunicazione a tema “fotografico”, per me sarà di poco interesse e per l’investitore sarà un contatto sprecato. Detto questo, sicuramente il tema della privacy è importante e per questo richiederebbe un’attenzione maggiore di quanto non stia, forse, ricevendo. In ogni caso, però, un approccio troppo integralista, oltre a non aumentare le garanzie reali degli utenti, provocherebbe delle ripercussioni estremamente negative su un settore così strategico sia da dal punto di vista dello sviluppo economico e di occupazione giovanile sia per il suo contributo nei confronti del gettito fiscale a disposizione dello Stato».

PRIVACY sì, ma “BY DESIGN”

simona

ZANETTE

ne sicura e nel rispetto dell’anonimato o, al contrario, favorire la ricezione di comunicazioni pubblicitarie e servizi a valore aggiunto offerti a titolo gratuito. I dati che vengono rivenduti sono esclusivamente quelli richiesti con doppio opt-in e, quindi, consenso preventivo da parte degli utenti stessi affinché il proprio dato venga utilizzato a fini commerciali dall’azienda a cui viene lasciato. I dati non ottenuti attraverso questa modalità sono, invece, utilizzati solo sotto l’aspetto della tracciatura: vengono, cioè, tracciati solo gli indirizzi IP corrispondenti ai device con cui ci si collega, senza che venga rivelata l’identità degli utilizzatori. In tal modo, vengono raccolte solo informazioni anonime legate alla navigazione su un determinato sito, che consentono di individuare le aree che attraggono maggiore o minore traffico. L’obiettivo della tracciatura e, quindi, l’analisi della navigazione e delle scelte fatte dall’utente è quello di migliorare il prodotto. In merito al valore del mercato della vendita di dati degli utenti internet possiamo dire che, se parliamo di email marketing, siamo intorno a 20 milioni di euro, in base ai dati Iab/ Fcp di fine 2011, pari a circa il 3% del totale degli investimenti pubblicitari».

GLI UTENTI SANNO COME DIFENDERSI CORSINI


eGaming Winga, con Roulette Show Mobile si punta davanti alla televisione ANNO III | #10/11 | 28 MAR 2012

mobile

32%

La percentuale di possessori di tablet italiani che ha acquistato online via pc dopo aver visto un’adv sul proprio device

27%

Sono i proprietari di smartphone che hanno operato acquisti online sul mercato italiano dopo aver visto l’adv sul proprio dispositivo

28%

è La quota di utilizzatori di iPad&Co. che ha deciso di cliccare su un annuncio per visualizzare la pubblicità oppure l’offerta dei prodotti

27%

La quota di utilizzatori di smartphone che ha cercato ulteriori informazioni su un “affare” promosso sul proprio device collegato

20

Winga, brand del gruppo Buongiorno per online e tv eGaming, porta sul mercato italiano un’esclusiva assoluta: Roulette Show Mobile, web application per tablet e smartphone che consente di puntare durante le dirette di “Roulette Show”, in onda sul canale 63 del digitale terrestre.

TgCom La stella

dell’informazione

in mobilità Italians do it better Una ricerca Nielsen evidenzia come la pubblicità su smartphone e tablet sia più apprezzata nel nostro Paese rispetto all’estero

di Teresa Nappi

S

arà il fascino irresistibile che smartphone e tablet esercitano sui nostri connazionali che spinge gli user italiani ad apprezzare di più le pubblicità viste sui propri device mobili e a dargli spesso seguito con un’acquisto online? La risposta è probabilmente sì visto che, secondo una recente ricerca condotta da Nielsen comparando gli utenti mobile di Italia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, risultano proprio gli italiani quelli più propensi a cliccare su una pubblicità e a ricercare maggiori informazioni su un prodotto o servizio dopo aver visto la pubblicità sui propri “telefonini evoluti” o su iPad & Co. L’Italia, ancora una volta, in relazione ai device mobili mostra dunque numeri interessanti. La penetrazione degli smar-

tphone oggi raggiunge il 50% di chi possiede un telefono cellulare, la più alta in Europa, e cresce rapidamente anche la diffusione dei tablet. Inoltre i dati confermano come entrambi questi device abbiano un ruolo fondamentale nelle scelte di acquisto di tutti i giorni. Il mobile advertising, seppure meno diffuso che in altri Paesi, in Italia mostra maggiore efficacia sia tra coloro che hanno un tablet sia tra coloro che

hanno uno smartphone e la visione di una pubblicità sui device mobili è percentualmente più spesso correlata ad acquisti o ad approfondimenti sul prodotto promosso. Altrettanto importante è il fenomeno delle applicazioni utilizzate per lo shopping, diffuse tra l’81% di chi scarica app da tablet e tra il 17% di chi lo fa da smartphone. Se infine analizziamo i bacini di utenza e cerchiamo di farci un’idea di quanti effettivamente siano gli utenti potenzialmente raggiungibili in mobilità, comprendiamo come il mobile non possa più essere escluso dalle strategie di relazione con il cliente: 25 milioni di persone hanno uno smartphone, 16 milioni accedono a internet, oltre 6 milioni ne hanno uno con sistema operativo Android e iOS e quasi 9 milioni di persone scaricano applicazioni.

L’app del canale all news di Mediaset tra le 25 più scaricate dall’App store in Italia. un Primato condiviso nel mondo da Cnn, Ny Times e Usa Today

V

enticinque miliardi: questa l’incredibile cifra di downoad già registrati dall’App Store, il “negozio virtuale” di Apple dedicato alle applicazioni. Lo ha reso noto la stessa azienda di Cupertino, che ha pubblicato anche le classifiche per singoli Paesi. Nella top 25 italiana delle App gratuite per iPhone più scaricate, insieme a Facebook, Skype e Bump spicca Tgcom24, l’unica della categoria “News” in classifica, al 24esimo posto con oltre 860.000 download (a cui, sempre in ambiente Apple, vanno sommati i quasi 210.000 per iPad). Solo colossi come Cnn, Ny Times e Usa Today hanno la propria applicazione nei primi 25 posti. «Il piazzamento di Tgcom24 nella classifica di Apple è la conferma del fatto che, sia dal punto di vista del

concetto di sistema sia da quello del business focalizzato sull’adv mobile, siamo sulla strada giusta», commenta Davide Mondo, amministratore delegato di Mediamond, la società nata nel 2009 per gestire la raccolta pubblicitaria online delle properties di Mediaset e Mondadori. La strategia della concessionaria sul fronte dei device portatili prevede una copertura totale delle piattaforme disponibili, come si evince dai numeri registrati da Tgcom24 anche sugli altri sistemi mobile: 464.000 download su Android, 26.000 su Bada, 13.000 su BlackBerry, 37.000 su Windows Phone. In totale, Tgcom24 ha già superato 1.610.000 download. «Abbiamo subito creduto nella gratuità delle applicazioni - sottolinea anco-

ra Mondo - . Il nostro modello di business si basa infatti sull’allargamento dell’audience e sulle inserzioni pubblicitarie a fronte degli investimenti tecnologici. Quello raggiunto da TgCom è un bel traguardo, non solo perché siamo i primi in Italia nell’area News, ma anche perché siamo nella top 25: una delle pochissime app made in Italy tra le prime in classifica. Un dato che ci sprona a migliorare in quest’ottica, auspicabilmente insieme all’intero mercato. La nostra sperimentazione dei formati prosegue con una crescita degli investimenti, nonostante la crisi. Il web regge bene e il mobile farà altrettanto».


Save the Mom Da Myself una “app” per tutta la famiglia ANNO III | #10/11 | 28 MAR 2012

mobile

Un’app gratuita per la famiglia. È l’ultima idea in casa Condé Nast, in particolare dal mensile a target femminile Myself. Si chiama “Save the Mom” e si presenta come nuova piattaforma web (all’interno del canale Myself di Style.it) e mobile in cui è possibile trovare dal calendario condiviso alla lista della spesa, dalle funzioni di check in per la geo-localizzazione dei familiari alla bacheca che raccoglie tutte le attività in programma. Uno strumento utile alla pianificazione della quotidianità e che facilita la gestione delle “comunicazioni di servizio”.

per saperne di più planning quotidiano strumento di comunicazione itunes.apple.com/it/app

nessuno può dimenticare il telefonino

la penetrazione dei cellulari prolifera a livello globale, così come il traffico riferito ai dati scaricati da mobile. e il mondo della pubblicità non può sottrarsi alla corsa, inserendo il mezzo in evoluti media mix

TROVI TUTTE LE INFORMAZIONI SU WWW.SECISEITIASSOCI.IT

C

hiaro che quando appare un tasso di penetrazione capace di raggiungere, a livello globale, l’85% della popolazione, gli operatori della pubblicità devono tenerne conto. E’ successo da qualche mese, precisamente da fine 2011 secondo la ricostruzione del gruppo Ericsson divulgata attraverso il recente “Traffic and Market Data Report”, dove si spiega che le linee mobili attive hanno superato quota 6 miliardi e il numero di abbonati ha raggiunto i 4,1 miliardi. In più, l’evoluzione del traffico dati in mobilità è raddoppiato nel corso di un solo anno. E un forte incremento, poi, è stato registrato anche nelle sottoscrizioni alla banda larga mobile, aumentate di circa il 60%, sempre anno su anno, sfiorando il mi-

21

liardo. L’Italia non si sottrae alla corsa, spinta anche da una naturale predisposizione all’uso dello strumento, che sta sempre più attirando l’attenzione delle imprese in chiave di marketing. Solo per dare uno sguardo rapido a quanto sta accadendo nelle ultime settimane è chiaro che l’intervento delle agenzie specializzate sulle pianificazioni dell’advertising sta riguardando

in misura sempre più significativa il pianeta cellulare. Succede in tutti gli ambiti commerciali. Euro Rscg Milano, ad esempio, ha declinato in digitale la nuova campagna per il modello 3008 Hybrid4 di Peugeot, coinvolgendo la Euro Rscg 4D per organizzare una consistente parte mobile dell’azione multimediale, consistente, soprattutto, in invii di sms e vms per visione tvc. Ma non c’è solo l’automotive. Nel largo consumo si stanno scatenando i gelati, come avviene di consueto in questa stagione e Algida ha elaborato un piano di comunicazione multimediale che riguarda numerosi brand, tra cui Café Zero, pronto a debuttare in grande stile sui telefonini con la regia della londinese Lowe. E non è solo Unilever, cui fa capo il marchio Algida, a scegliere il cellulare in misura massiccia per la comu-

nicazione di un suo prodotto: nel panorama dei servizi finanziari ecco che American Express si posiziona sempre di più come “facilitatore” dei propri clienti nel semplificare la vita di tutti i giorni attraverso i benefici e i servizi delle sue carte. E per rinforzare il concetto - nel secondo flight della campagna “Esprimi il potenziale” - l’azienda si affida a un piano media - elaborato da Mindshare - caratterizzato dall’integrazione di diverse discipline ma con una forte impronta digitale che annovera proprio il mobile tra i pilastri principali. E non è finita, perché in occasione del lancio di punta del 2012 Veet ha scelto, per la prima volta, una campagna mobile. Easy Wax, il nuovo roll-on elettrico sviluppato dal brand di Reckitt Benckiser, viene, infatti, lanciato con spiccata enfasi sui telefonini, con creatività firmata dall’agenzia Bitmama.

Le BuoneNotizie

nell’Edicola di iPad

BuoneNotizie nell’Edicola di iPad. In aprile la prima uscita del mensile digitale gratuito all’interno dell’app per i tablet Apple. Orientata a raccontare solo “fatti positivi” grazie anche ai contributi dei lettori, l’iniziativa della start-up Buone Notizie Communication Farm si ispira al concetto di Positive Marketing: le buone notizie rappresentano uno strumento efficace per aumentare brand awareness e brand value. Il progetto vuole essere non solo uno strumento utile che sprona la curiosità, ma anche uno spazio “positivo” dove inserire messaggi pubblicitari, favorendone una migliore diffusione e condivisione. Ecco perché la testata consente, e consentirà anche da iPad, elevata interazione con i social network e il sito buonenotizie.it, pensata per risultare a tutti gli effetti una piattaforma partecipativa.

Cbs Outdoor Il 74% degli utenti mobile interagisce con l’OOH

Out of Home e mobile? Un binomio che funziona, stando a Interactive Europe, la grande ricerca di Cbs Outdoor International condotta su oltre 9 mila persone - on the move in sei Paesi europei. Tra i possessori di smart device, infatti, il 74% ha dichiarato di aver interagito almeno una volta con una pubblicità esterna. Tra le tecnologie interattive per il mobile, è il Qr Code il mezzo più conosciuto (dal 40% del campione) e il meglio utilizzato, mentre l’innovativo Nfc (Near Field Communication, una tecnologia che permette a due dispositivi di scambiarsi informazioni quando vengono accostati entro un raggio di quattro centimetri, ndr) è a malapena riconosciuto: solo il 6% degli intervistati sa di cosa si tratta.


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media

5%

ecco la percentuale di flessione del mercato dei media tradizionali in base all’analisi polimi-cefriel

7%

secondo i risultati della ricerca del politecnico aumenta di sette punti il mercato media digitale

23%

le cosiddette “new television” ottengono un’elevata percentuale di crescita nell’ultimo anno

8%

soffre la pubblicità raccolta dalle televisioni tradizionali, che perdono otto punti percentuali

Ricerche / L’osservatorio New Media & New Internet di School of Management Polimi e Cefriel In un mercato dei media in contrazione, spiccano le performance in netta controtendenza legate alle più innovative risorse offerte da una rete non più solamente pc-centrica di Sebastiano Zeri

Social & multipiattaforma: la “new internet” che piace al popolo tricolore (e all’adv)

N

el 2011 il mercato complessivo dei media, prendendo in considerazione sia la pubblicità sia i ricavi pay, ha fatto registrare nuovamente, in Italia, un segno negativo, in regresso di circa un punto percentuale dalla precedente valutazione relativa al 2010. E non poteva essere altrimenti, visto che viviamo in un Paese ormai da due quadrimestri in netta recessione, con un quadro economico in difficoltà che trascina verso il basso anche i settori a più elevata potenzialità. L’Osservatorio New Media & New Internet - promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano -, nella consueta sede del Campus Bovisa, nella periferia milanese, ha presentato i risultati dell’attesa ricerca ad hoc, condotta insieme a Cefriel, proprio con l’obiettivo di valutare quantitativamente il mercato dei media digitali in tutte le sue declinazioni, analizzando in dettaglio gli ambiti più innovativi nel tentativo di comprendere il comportamento dei consumatori nella fruizione dei contenuti, così come le strategie e i modelli di business dei diversi attori operanti nella filiera, evidenziando i possibili modelli di ricavo. Dunque, la quota comples-

siva riferita al mercato appare inferiore a 16,7 miliardi di euro, con oltre 1,7 miliardi lasciati sul campo dal punto massimo di escalation, raggiunto nel 2008. Poi, dal 2009 in avanti sono stati tre anni difficili. E l’attuale 2012 desta qualche ulteriore preoccupazione. Rimane, allora, da fare una considerazione fondamentale: il calo è dovuto, in particolare, alla flessione - attorno al 5% - accusata dai media tradizionali. Però, la constatazione più amara è che, per ora, questa diminuzione, senz’altro consistente, non riesce a essere completamente compensata dalla crescita dei new media, che aumentano sì il loro bacino, ma non oltre il 7%. Non basta. Intanto, sul fronte advertising crescono le cosiddette “New Television” (del 23%), ma nel contempo scende parecchio la raccolta pubblicitaria delle tv tradizionali (-8%). In più, nella discesa si fanno compagnia anche stampa e radio (in giù di oltre il 5%). Sempre in base alle risultanze dell’analisi del Politecnico di Milano, crescono, invece, raccolta pubblicitaria e ricavi pay nel mobile. Le speranze, quindi, sembrano risiedere qui. Basti pensare che nel segmento rappresentato dagli smartphone ci troviamo di fron-


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media

andrea

rangone

Il nuovo concetto di internet che si sta affermando potrebbe portare al comparto italiano dei media digitali quelle soddisfazioni che solo in piccola parte sono state generate dal suo predecessore. Sarà con questo nuovo volto che l’Italia potrà, finalmente, entrare a testa alta nell’economia digitale

24mln

i social network hanno raggiunto in italia una soglia elevata di utenti registrati, oltre i 24 milioni

te a un balzo di oltre il 70%, che diventa, addirittura, il 120% per quanto riguarda le entrate da strumenti e servizi a pagamento. E le medesime considerazioni valgono per i tablet, in grado di mettere a segno, rispettivamente, progressi del 110 e del 150%. Ovviamente stiamo parlando di numeri piccoli ed è proprio questa dimensione ridotta a influenzare il dato macro. Raddoppia, nel contempo, l’advertising sui social network (che hanno ormai raggiunto quasi 24 milioni di utenti), mentre registrano un balzo del 130% i ricavi generati dalle “app”. Inoltre, un significativo incremento dell’80% va riferito al valore dell’advertising sui video online, trainato dalle offerte variegate preparate dagli editori e dalle masse di utenti di YouTube. Triplicano, poi, le “Connected Tv”, passando dal 10 a oltre il 30%. «Il nuovo concetto di internet che si sta affermando - spiega Andrea Rangone, responsabile degli Osservatori Ict dell’ateneo milanese - potrebbe por-

tare al comparto italiano dei media digitali quelle soddisfazioni che solo in piccola parte sono state generate dal suo predecessore. Sarà con questo nuovo volto che l’Italia potrà finalmente entrare a testa alta nell’economia digitale». E Giovanni Toletti, responsabile della ricerca “New Media e New Internet” a cui si riferiscono tutti i dati sul mercato analizzati fin qui, aggiunge: «La sfida che le media company si trovano di fronte è estremamente complessa perché sono molteplici i cambiamenti organizzativi e culturali che gli editori devono affrontare. In particolare, riteniamo che siano cinque i principali fattori da tenere in considerazione: maggiore integrazione strategica e organizzativa; focus più indirizzati verso il consumatore digitale e sulla sua user experience multicanale; nuove competenze e rete di collaborazioni; un diverso approccio al mercato; una più spiccata creatività nello sviluppo di prodotti e servizi».

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ANNO III | #10/11 | 28 MAR 2012

scenario

S

empre pronto ad affrontare le frontiere avanzate della riflessione sul rapporto continuamente cangiante tra organizzazione imprenditoriale e paradigmi di comunicazione, Luigi Ferrari anche questa volta ha preferito buttarsi senza rete nell’analisi del momento di grande trasformazione che sta attraversando il tessuto industriale e che ricade, inevitabilmente, sul cambiamento dell’approccio comunicazionale collegato, in forma diretta, alla responsabilità d’impresa. Per le Edizioni Unicopli, il presidente dell’istituto di ricerca People, docente di Comunicazione d’impresa all’Università Iulm di Milano e tra le figure di spicco che in Italia hanno promosso e costruito il valore e la reputazione della ricerca di mercato e di opinione, ha scritto - con Massimo Bartoccioli e Mario Ruotolo - il volume “L’impresa nell’era della convergenza”, 242 pagine per 19 euro, con l’intento di continuare lo sforzo d’interpretazione di una fase storica che insiste sulla ne24

Luigi Ferrari docente Iulm e presidente dell’istituto People

L’intervista

Imprese, abbracciate

la “stakeholder vision” Con il suo ultimo saggio “L’impresa nell’era della convergenza”, Ferrari si conferma tra i più fervidi sostenitori della necessità per le aziende di un profondo step culturale di fronte alle attuali trasformazioni del tessuto sociale ed economico. Stella polare di questo cammino è il riconoscimento della centralità dell’individuo/consumatore, fondamentale per aprirsi a quelle pratiche di cocreazione e co-evoluzione che rappresentano la nuova frontiera

luigi

ferrari

cessità per l’impresa di dire addio ad una velata “contrapposizione” con i propri consumatori, per abbracciare definitivamente una visione differente, orientata alla cultura degli “stakeholder” e a quelle pratiche di co-creazione e co-evoluzione che rappresentano, oggi, la nuova frontiera dell’innovazione e della competitività. Il cammino di riflessione di Ferrari su questi temi parte da lontano. Del 2006 il primo contributo, con il libro “Da Target a Partner”, episodio iniziale di una sorta di trilogia che ha trovato tre anni dopo, nel 2009, il secondo step nel volume “Oltre la CSR - L’impresa del Duemila verso la Stakehol-

di Daniele Bologna

der Vision”. E ora non la conclusione, ma piuttosto un terzo capitolo, aperto a ulteriori riflessioni e approfondimenti. Qui, lo stesso autore racconta come il quadro risultante dall’ultimo lavoro rappresenti importanti opportunità per una decisa sterzata verso questo sguardo innovativo dell’universo aziendale ai propri interlocutori. Al di là del focus rivolto direttamente al cuore dell’impresa e alla sua evoluzione, nel libro si parla molto dei cambiamenti che stanno investendo il nostro orizzonte culturale e sociale… In effetti, il mondo è cambiato, per banale che sia la riflessione. E’ sempre più piccolo e piatto. E questo è avvenuto grazie al progresso tecnologico, ai social network, alla disponibilità a costi decrescenti di dispositivi di connessione sempre più piccoli, potenti, versatili. E chiaramente convergenti. Dunque, è la convergenza a diventare punto cruciale della

trasformazione che attraversa anche l’anima delle imprese, il loro rapporto con quelli che si definivano, un po’ troppo superficialmente, consumatori? Certamente. Intanto, occorre ricordare che gli individui sono persone, non certo, o non solo, consumatori. Sento spesso dire che “bisogna rimettere il consumatore al centro”. Io dico che questo non basta, mettere il consumatore al centro significa ribadire la centralità dell’impresa! Bisogna mettere al centro la persona, con tutto il bagaglio che ognuno si porta dietro, con l’enorme patrimonio culturale, identitario, e di risvolto sociale, che contraddistingue ogni individualità. Così facendo, l’impresa riesce a interpretare meglio la realtà, i cambiamenti e, di conseguenza, a essere più innovativa, ad avere più successo, ad avere maggiori ritorni anche verso i propri azionisti. Ma al di là di questo, è vero che il tema dominante, al centro della trasformazione che investe anche l’azienda e il suo essere nel mirino

del cambiamento, è il concetto di convergenza». Lo si può descrivere in modo più preciso? Oggi se ne parla molto e se ne scrive tanto, ma soprattutto in chiave tecnologica. In verità, la convergenza non abbraccia solo la pur straordinaria espansione delle tecnologie, ma risulta strettamente intrecciata con aspetti culturali e relazionali fondamentali per l’impresa, legati, in particolare, all’evoluzione della psicologia e delle competenze degli individui/consumatori, sempre più capaci di esplorazioni autonome e altrettanto autonome azioni di scelta o di rifiuto verso quelle imprese che siano meno in grado di adeguarsi alle mutate esigenze identitarie e, appunto, relazionali del XXI secolo. Ritiene che le imprese siano, in qualche modo, costrette ad adeguarsi a questo scenario, perdendo parte della propria centralità? E’ così, ma non nel senso della perdita di so-


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scenario vranità, ma di acquisizione di nuove opportunità. Lo sintetizza il sottotitolo del libro, che recita, rivolgendosi alle imprese, “Da emittente di messaggi a nodo di conversazioni”. L’azienda è un’entità in continuo divenire e non può mancare l’appuntamento con le profonde evoluzioni cui stiamo assistendo. Le imprese, che sono la parte più vitale del Paese, non possono ignorare i cambiamenti. Quelle più attente li colgono, li anticipano anche; e in questo modo si posizionano all’avanguardia dell’innovazione e della competitività attraverso la partnership e la co-cre-

azione. Questo libro, che ha scelto una prospettiva “corale” e un taglio fortemente attualizzante, tratta per l’appunto della necessità per le imprese di modificare, in misura profonda e definitiva, una pratica che vedo ancora troppo diffusa, frutto di una sorta di contrapposizione d’origine tra luogo aziendale e luogo dei consumi: occorre, invece, abbracciare la “Stakeholder Vision” e la cultura della partnership, come avevo già avuto modo di sostenere, sia pure in modi e forme diverse, nei due lavori precedenti. E che cosa può significare questo cambio di paradigma? Innanzitutto, si tratta di cambiare cultura, di abbandonare i vecchi valori di riferimento e abbracciarne di nuovi, con onestà, verità e trasparenza. Se no, non si cambia. L’evoluzione dell’opinione pubblica, il crescente fenomeno dello scambio in rete, la trasparenza e l’immediatezza

per saperne di più Luigi Ferrari, Massimo Bartoccioli, Mario Ruotolo L’impresa nell’era della convergenza

Unicopli pag. 240 - 19,00 euro

25

dell’informazione accessibile per tutti a costo zero portano a prevedere come questa cultura potrà venire rapidamente abbracciata solo dalle imprese più lungimiranti, quelle che hanno già sentito il vento del cambiamento e hanno posto il consolidamento della loro missione e la responsabilità verso gli anni a venire al primo posto nelle proprie scelte organizzative, strategiche ed economiche. Non può sembrare una rinuncia alla mission fondamentale di un’azienda, quella di creare profitto, oltre qualsiasi considerazione? Ci mancherebbe che l’impresa non debba tenere conto di questo. L’impresa deve, assolutamente, realizzare profitti, ma senza dimenticare che ha un’altra missione: quella di produrre valore. In forme diverse ma altrettanto importanti: relazionale, culturale e, oggi sempre più, valore affettivo. L’impresa che riesce a “farsi voler bene” dai propri stakeholder, svincolandosi da un atteggiamento egoistico e anacronisticamente autocentrico, sarà in grado di trasformare questa importante forma di “equity” in valore anche economico. E getterà le basi per durare e progredire nel tempo.

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L’audiovisivo nell’era digitale

“The great content shift” Da quasi 90 anni, l’evento prodotto dalla National Association of Broadcasters fa il punto sull’evoluzione di contenuti e tecnologie in ambito audiovisivo. Nel 2012 il focus è sul “great content shift”, dove il punto d’arrivo del “grande spostamento” che coinvolge budget, player, tecnologie e strategie è, ovviamente, il digitale.

ANNO III | #10/11 | 28 MAR 2012

riflettori su Las Vegas, 14-19 aprile

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Roma, 16-18 ottobre

Londra, 24-26 aprile

La capitale italiana ospita il quarto summit globale di I-Com, organizzazione internazionale che raggruppa i maggiori esperti globali dell’online measurement

Il forum europeo per il digital marketing e l’e-business presenta un format più ricco che mai: si celebrano i vent’anni dell’autorevole manifestazione

I-Com Global Summit

http://i-com.org

Internet World

www.internetworld.co.uk

Francoforte, 22-24 maggio

Londra. 15-16 maggio

Adobe Digital Marketing Summit EMEA

L’evento ha l’obiettivo di accrescere la conoscenza delle leve di marketing per guidare il business d’impresa attraverso l’innovazione e la modernità summit-emea.adobe.com

Imex 2012

New York, 19-23 aprile

Ses Conference & Expo

Per la decima volta in Germania, a Francoforte, si celebra la fiera europea leader nel campo del turismo d’affari e congressuale www.imex-frankfurt.com

Tappa newyorkese per il grande ciclo globale di eventi dedicati a search e social media marketing http://sesconference.com/newyork

Tokyo, 9-11 maggio

Japan IT Week

Shanghai, 26-27 aprile San Paolo, 13 luglio

Cxo Internet Leaders Meeting L’evento, all’esordio, offre un’importante occasione per misurarsi e confrontarsi con gli operatori e gli innovatori digitali dell’area latino americana http://cxo-meeting.com

Montreaux, 15-17 aprile

Festival of Media

Asian Marketing Effectiveness Festival

Confermati location e format: la manifestazione globale che indaga i media in chiave pubblicitaria torna nella suggestiva cornice svizzera

Per chi opera sul mercato asiatico, ecco l’occasione per fare il punto sulle più efficaci strategie di branding, comunicazione e distribuzione

www.festivalofmedia.com

http://ame.asia

Il polo congressuale di Tokyo Big Sight si anima per le dodici differenti fiere dedicate all’It che compongono questo grande evento-contenitore www.japan-it.jp/en


ultima

Anche in Sky Italia si lotta per fronteggiare la situazione economica non brillante in cui si dibatte tutta Europa. Qui da noi c’è un dato ormai fondamentale: gli abbonati alla pay tv sono stabili oltre i cinque milioni, come si evince dall’ultima trimestrale.

E’ la pubblicità, in generale, a passarsela maluccio. Quando la ruota tornerà a girare in verso favorevole? Secondo Upa, l’associazione degli spender italiani, gli investimenti, nel 2012, dovrebbero calare del 5% sull’anno prima. Un’altra botta mica da poco!

up&DOWN

ANNO III | #10/11 | 28 MAR 2012

La crisi non finisce mai. Ma c’è chi se la passa bene. Apple ha annunciato un dividendo di 2,65 dollari per azione e spiegato cosa farà dei 97,6 miliardi di dollari in cassa. Per l’a.d. Tim Cook, con 10 miliardi saranno ricomprati titoli dell’azienda mentre 45 miliardi saranno investiti.

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Ecco chi c’è davanti al grande schermo

Concept store “pop in the city”

editoria / se i lettori

in questo numero

erno 19 all’int

17

5/6

dettano l’agenda ai

giornali

morto. Il web è(anche no)

4 4 la creatività imille regala più luce a bilumen 6 concept numero della in questo usa la settimana e: l’agenda otizie il magazi comunicazion 7 neeventi con una e place fatti&n nte wired esce eloque all’interno di venezia comunicazion coverstory copertinaagorà giodal festival dal pianeta del sistema ” 4 market carteg e un8 20 alle debolezze tra shakira “mueve 9/13 provocatorio campagnemarketing di seat re chrisgovernment 2.0: il diretto scenario piano e ilusa ill primo bilancio 4 ilconcep hemma, por8 te dellom rubriche anderson dagli 18 t ikea lancia ist michae italiano columnper dal cuore 6/7 Alle capire ity wolff: 6 commun t il back to school la rete dove andrà Luca michaelshowrnalis adv concep inazioni in storyColombo wolff contam le cover e 7 rà latins do it better: coverstory 9/12 in sud america chris on 18 10/15 twitter vola 9 360ago più 14/15 anders i cento nomi 16 o numer20/22 ion age o scenario in quest 17 cool dell’informat 5 o fatti&notiziee marketplacecomunicazion 17 all’intern dal pianeta 14 3 5/6 e t estate, scatta o comunicazion ’intern la sete di 5 concep all ding 8 rebran il rà media dei social nell’era 18 9 360ago frasi che bottarisposta inosservate passano vero 17 nondav buoni, 8 sta pochi ma in questo numero scenario di adci awards Ma comemal scelte fatti&notizie 20 leato? dieta e i-la, se r shangruno di noi daL pianeta comunicazion 3 marketpLace bia laita ero è il grande 22 scanne lo strani uma thurman, eilecamde i liani om moLto più che testimoniaL 4 marketpLace C ob ick privacy e m iaatica gl Derr quaLe Kerc erokhov Così edbr Denum neLL’epoca di internet? 8 360agorà mse sto m in que broadcaster &notizie ce fattinicazione con Le donne neL mirino 18cheafferrabile 18 teLevisione marketplata comu future dal piane licità 3 7 downLoad mp3 i ceLLuLari in pubb itunes ry ept la e mondiale 19 provano a sfidareLuoghi coversto nsion re in dime bayer, 5 conc to al oppu 10/14 a l’abi ept casu comuni a impatto creativo 21 scanner to, cont o doppiopet americann coverstory 7 conc rubriche sb natio gorà boom e Paul Steiger network ort ia 9/12 rubrich 9 360aper il ario per edisp a stor scen a viene dall invita 17 lascanforzner amnerestyle spal le 16 volta non 21 a Bud marketplace fatti&notiziee dal pianeta comunicazion il logo marketplace su zoopa del bicentenario beretta

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Settimanaone Ecco La nicazi della Comu

olito: Binaghi/Ippfase una nuova per Iab Italia

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gol television

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“All football now on your iPad”

redazione@growingcm.com

Anche in Spagna il fascino irresistibile del calcio colpisce inesorabile: ora che c’è l’iPad, si può tentare l’escamotage e “dribblare” l’impegno teatrale per rifugiarsi nel solipsismo digitale di una partita della Liga o di Champions: come suggerisce questo frame divertente per il servizio Gol Television

Advertising Agency: Tapsa Madrid, Spain Executive Creative Director: Adolfo Gonzalez, Tute Ostiglia Creative Director: Adrián Rios Copywriter: Juan Cenóz, Javier de la Vara Art Director: Raul Barbolla, Miguel Molina, Borja Escriba Illustrator: Maturana Photographer: Maturana

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30 - 31 marzo, Napoli

WebUpDate 2012

Dopo il successo delle prime due edizioni, si è già imposto come il più grande evento sul marketing e sulla comunicazione del CentroSud Italia: è WebUpDate, che il 30 e 31 marzo torna a Napoli, presso Città della Scienza. Tema centrale è il marketing esperienziale, dal vissuto del consumatore nel punto vendita a quello dell’utente sul web, passando per geolocalizzazione, mobile marketing, reti sociali, cocreazione, multi-sensorialità e nuove tecnologie. Info: www.webupdate.it 29 MARZO, MILANO

VORTICI DI LUCE

La capacità trasmissiva dei vortici delle onde elettromagnetiche è un’importante scoperta scientifica di Fabrizio Tamburini. E sui “vortici di luce” l’Osservatorio TuttiMedia organizza un workshop che si tiene domani presso la sede Sipra di Milano, in Corso Sempione 73, alle ore 11. Info: www.osservatoriotuttimedia.it 29 MARZO, MILANO

ZANOX EXPERT DAY

libri

pubblicità Antonio Ghini

Adele Savarese - Emma Gabriele

Da Antonio Ghini, storico direttore della comunicazione Ferrari, una lucida riflessione sulla comunicazione contemporanea. L’autore illustra quanto del tradizionale modo di promuovere un brand sia ancora vivo ed efficace e indica come sia possibile reinterpretarlo con nuovi strumenti.

La fortunata serie tv “Mad Men” offre lo spunto per un’immersione nel passato remoto della pubblicità e una prospettiva del suo percorso fino a oggi. Quanto dei tempi d’oro del marketing ha resistito alla prova della storia, finendo per diventare patrimonio comune?

< Egea < pag. 307 - 28,00 euro

< Il Sole 24 Ore < pag. 207 - 22,00 euro

Dal detersivo alla Ferrari

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A lezione dai Mad Men

Leader europeo nel performance advertising, zanox organizza “zanox Expert Day”, in programma dalle ore 15.00 presso lo Spazio BlendTower - HallDis Gallery, in Via Gasparotto 1, a Milano. L’evento è dedicato agli esperti del performance advertising e ha l’obiettivo di permettere la condivisione con gli “stakeholder” del know-how zanox. Info: www.zanoxexpertday.it DAL 30 MARZO, ONLINE

WEB@ALFEMMINILE

Apre i battenti la quinta edizione di web@lfemminile, kermesse digitale promossa annualmente da futuro@lfemminile, progetto di responsabilità sociale di Microsoft in collaborazione con Cluster Reply. Su www.webalfemminile.it vengono presentati - in dieci canali tematici numerosi contenuti speciali e videointerviste a cura di esperti ed esponenti di spicco provenienti da tutti i settori della società, per dare voce a chiunque sia animato da uno spirito di partecipazione e voglia di cambiare le cose. Info: www.webalfemminile.it


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