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visioni / luca bacherotti

Poter parlare la stessa lingua in tutta l’Europa

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ANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014

La distanza tra lo storico modello Asics Italia e il modello di business che l’azienda sta perseguendo, è enorme. In un modello di gestione patronale c’è una persona che decide ciò che è giusto‌

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IF! Italians Festival: essere creativi dentro

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Rebranding con un nuovo nome: Teads

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“Hack the Expoâ€? è la parola d’ordine

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Banda ultra larga, il piano è pronto

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Disneyland Paris pensa giĂ al Natale

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La radio scatena la guerrilla in tv

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Oltre 4.000 persone hanno riempito le sale e i foyer del Teatro Franco Parenti di Milano, partecipando con entusiasmo e curiosità al ricco programma studiato dagli organizzatori della manifestazione con oltre 70 eventi tra talk, workshop, seminari formativi e performance di altissimo livello dedicati alla creatività contemporanea di Giulia Zuffi e Valentina Lunardi

Da Roberto Saviano a Micheal Yapp, da Gianrico Carofiglio a Bruno Zamborlin e i Plaid, da Lee Clow a Rob Newlan, da Christina Knight fino ai The Jackal e Lapo Elkann. Sono alcuni dei grandi protagonisti della prima edizione di IF! Italians Festival, evento organizzato e promosso da Adci e AssoCom, in collaborazione con Google, che per tre giorni ha portato a Milano la migliore creatività italiana e internazionale. Da giovedì 2 a sabato 4 ottobre, oltre 4.000 persone hanno riempito le sale e i foyer del Teatro Franco Parenti di Milano partecipando con entusiasmo e curiosità al ricco programma

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IF! Italians Festival 2014

Creativi dentro ANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014


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Frammenti di creatività in queste foto una carrellata dei diversi momenti che hanno caratterizzato la prima edizione di IF! italians festival, un evento che ha dimostrato come la pubblicità non possa più fare a meno della tecnologia per essere efficace. ma questa, oggi, non è nulla senza la creatività. Due componenti indissolubili, come anima e corpo. Creatività & digitale

studiato dagli organizzatori del Festival con oltre 70 eventi tra talk, workshop, seminari formativi e performance di altissimo livello dedicati alla creatività contemporanea. Offrendo molteplici spunti di riflessione e confronto insieme ad autorevoli professionisti del settore pubblicitario e proponendo numerose contaminazioni e “sconfini creativi” con la società civile, l’arte, la letteratura e la grande mu-

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sica contemporanea, IF! Italians Festival è riuscito nell’obiettivo di interessare e attrarre un pubblico trasversale di appassionati della comunicazione in senso generale. «Le due giornate e mezzo al Teatro Franco Parenti rappresentano per noi un successo estremamente importante che deve continuare a coinvolgere l’intera industry - dichiara il comitato organizzatore del Festival, composto da Davide

Boscacci e Nicola Lampugnani (Adci), Emanuele Nenna e Alessandra Lanza (AssoCom) -. IF! Italians Festival rappresenta, infatti, il primo, importante passo di un percorso ambizioso che continuerà ad avere un unico obiettivo: riportare al centro dell’attenzione di tutti i player della comunicazione il valore delle idee e della creatività come risposta concreta per uscire dalla crisi e dalle paure che paraliz-

zano l’intero sistema». IF! Italians Festival è stato anche l’appuntamento ufficiale che ha ospitato la migliore creatività Made in Italy con l’edizione 2014 degli ADCI Awards che durante il Gala di premiazione di sabato sera ha premiato le migliori campagne dell’anno (tra 650 lavori iscritti), assegnando il Grand Prix alla campagna “Dear Future Mom” di CoorDown, firmata dall’agenzia Saatchi&Saatchi Italia.

Non si può fare a meno della tecnologia E se oggi la pubblicità non può più fare a meno della tecnologia per essere efficace, questa oggi non è nulla senza la creatività. Due componenti indissolubili, come anima e corpo. Creatività e digitale devono essere la nuova bussola per i brand. Due campi apparentemente così distanti devono fondersi in un unico progetto di comu-

nicazione, un’unica opera. Con le parole di Paola Marazzini, agency lead Google Italy: «La comunicazione sui mezzi digitali è paragonabile alla creazione di un’opera con la creta, in cui qualcuno mette a disposizione la materia prima, ma in molti contribuiscono alla lavorazione». Da Google a Nestlé, fino a Facebook (oltre a tanti altri ospiti del Festival) si sono resi conto di quanto la creatività sia fondamen-

tale in quest’epoca, in cui l’utente è attento, il mercato pubblicitario affollato e il web intasato dalla voce di chiunque usi un social network. Questo, in realtà, apre uno spiraglio di luce ai creativi italiani che, se imparassero a usare i mezzi digitali come strumento per esprimersi, potrebbero essere aiutati dal valore che ci viene riconosciuto in tutto il mondo quanto a gusto, sensibilità e artigianaANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014



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lità. Come ha detto il sociologo Francesco Morace, di Future Concept Lab, durante il suo intervento: «Il nostro valore viene decuplicato da chi all’estero compra le nostre aziende, possediamo l’“X factor”, il talento, dobbiamo avere però il coraggio di valorizzare questa fortuna - ha concluso Morace -. E la comunicazione deve aiutarci a moltiplicarlo». Nel dna di Google Google, dunque, è stato partner del Festival e alla riflessione sul perché un’azienda prettamente tecnologica abbia deciso di supportare un evento di questo tipo, risponde: «La creatività è per definizione innovazione; e l’innovazione è parte del dna stesso di Google». A chiarire ogni dubbio è stato Michael Yapp, fondatore di The Zoo, il team creativo di Google. Secondo lo statunitense, la creatività si forma attorno a quattro caratteristiche fondamentali: la curiosità, energia stessa della creatività; l’originalità, cioè l’unione fantasiosa di cose che già esistono; la semplicità, ovvero il messaggio deve essere sempre il più comprensivo possibile; e l’onestà, perché tutti devono poter conoscere la verità nell’era di internet. La trasparenza, infatti, è diventata fondamentale, lo spazio digitale si è fatto così privato che una menzogna viene percepita come un tradimento. E’ necessario essere il più limpidi possibile nel comunicare per essere credibili e perché il messag-

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C’erano Cane Secco, Cotto e Frullato, iPantellas e sistiana

Essere YouTuber di

Vittoria Quartieri

Il secondo giorno dell’Italians Festival, primo evento in Italia che mette al centro il tema della creatività e offre la possibilità ai professionisti del mondo della pubblicità di confrontarsi e aggiornarsi sulle nuove frontiere del settore, si è aperto con un dibattito interessante e illuminante, nell’ottica futura di un nuovo mercato. All’incontro, moderato da Jacopo Morini, sono stati presentati alcuni tra gli YouTuber più conosciuti nel panorama italiano, cioè ragazzi che hanno trasformato la passione per il video da attività amatoriale in una vera e propria professione e modello di business. Sono intervenuti, nella Sala Grande del teatro Franco Parenti di Milano, Cane Secco, Cotto e Frullato, iPantellas, Sistiana e WithLoveBrunella. Sono il simbolo di una nuova generazione che racconta ai presenti i diversi modi in cui sono riusciti a ottenere successo sul web e a crearsi una propria professionalità, nonostante la giovane età. Ognuno con i propri specifici interessi, ognuno con competenze tecniche più o meno avanzate, ma tutti con la stessa passione e volontà di creare un prodotto che possa essere fruito in modo trasversale dal pubblico. Infatti, come hanno sottolineato in modo unanime i partecipanti al dibattito, l’aspetto più importante per uno YouTuber è partecipare attivamente alla creazione del prodotto, seguirlo in tutti i suoi passaggi e soprattutto far risaltare la propria personalità all’interno dello stesso. Alcuni “Tips and tricks to be successful on YouTube” - per riprendere il titolo dell’incontro - è dimostrare di avere passione per ciò che si sta componendo ed essere se stessi, liberi e spontanei in ogni progetto e non metANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014


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tendo in primo piano il target che si vuole raggiungere: solo in questo modo il pubblico dimostrerà di apprezzare, con like e condivisioni. La genuinità del video maker, e di conseguenza anche del contenuto che ne deriva, è una componente indispensabile nella relazione con gli utenti ed è ciò che permette di costruire quel rapporto di fiducia fondamentale per costruirsi un proprio pubblico di affezionati. Il tema della naturalezza è stato posto in primissimo piano quando, durante il confronto, si è preso in considerazione il rapporto con i brand. Nel momento in cui le aziende credono in un progetto web e decidono di collaborare con gli YouTubers finanziandoli, come è capitato a tutti gli ospiti presenti in sala, è necessario che il brand non incida eccessivamente sui contenuti e che lasci una certa libertà autoriale ai produttori. In questo modo entrambe le parti in causa ne possano ricavare vantaggi: da un lato le aziende perché sponsorizzano il prodotto associandolo a un’immagine credibile e “colpendo” un target preciso, dall’altro gli YouTubers perché hanno i finanziamenti necessari per dare spazio alla loro creatività, pur mantenendo un certo distacco con l’azienda stessa che altrimenti i loro affezionati potrebbero travisare. Grazie alle testimonianze dei partecipanti, alcuni dei quali hanno avuto anche delle collaborazioni internazionali come i Cotto e Frullato, si è riscontrato come in altri Paesi, soprattutto Stati Uniti, ci sia una maggiore disponibilità a finanziare progetti nati e cresciuti online e dunque il risultato sia migliore sotto tutti i punti di vista, sia tecnico che di riscontro nell’opinione pubblica. In Italia, nonostante il fenomeno degli YouTubers sia ancora poco conosciuto, così come il mondo del web in generale è ancora sottostimato in tutte le sue potenzialità, i giovani hanno buone capacità pratiche e ottimi spunti creativi, però molto spesso tali attitudini rimangono fini a se stesse, perché ciò che viene a mancare è il sostegno economico da parte delle aziende, le quali preferiscono invece puntare su altri devices per sponsorizzarsi. A parità di possibilità strumentali ed economiche la creatività italiana non è seconda a nessuno, occorrerebbe solamente credere un po’ di più nei progetti innovativi dei nostri ragazzi.<

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gio non si ritorca contro il mittente, come il caso plateale dello spot di Chrysler mostrato al Super Bowl, in cui il brand celebra “l’americanità” dell’auto, nonostante sia risaputo che la casa automobilistica sia stata acquistata da Fiat. Neanche il governo degli Stati Uniti può permetterselo, come ha dimostrato Edward Snowden. L’ utente è informato e proattivo, si aspetta che i messaggi che riceve gli lascino sempre qualcosa, che sia informazione, divertimento o qualcosa di utile. I brand non possono prescindere da questi elementi e produrre, quindi, delle pubblicità che siano dove, quando e nel modo in cui chi naviga le desidera. L’entertainment è la grossa arma della comunicazione digitale, che permette al marchio di interagire ed emozionare i possibili clienti. Yapp fa riflettere, dicendo che la pubblicità diretta non è più necessaria per promuovere un prodotto, è sufficiente creare un servizio utile ed essere pronti a informare gli utenti nel momento stesso in cui ne hanno bisogno. Si pensi a Uber, il servizio di trasporto privato con conducente, o Shazam, il servizio d’identificazione musicale per mobile. Il brand deve usare tutti i mezzi forniti dalla

tecnologia digitale come se fossero gli strumenti di un’orchestra; “Content is liquid” dice Michael Yapp, come tale deve scivolare da un formato all’altro, in modo organico. I capisaldi per una campagna digitale per questo guru della creatività sono: essere focalizzati sull’utente, usare la tecnologia come veicolo delle idee, orchestrare la campagna nei formati più utili al raggiungimento del target ed essere umili, perché chi pensa di conoscere tutte le risposte non può essere creativo. Ma la conditio sine qua non del creativo è una sola: la passione, «the ability and pride to sign your name on something», come l’ha voluta definire Yapp. Facebook: people over pixel Rob Newlan è il capo delle soluzioni creative di Facebook per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, ed è stato uno degli ospiti d’onore dell’Italians Festival con il suo entusiasmo contagioso. Si è detto contentissimo di vivere questa fase di rivoluzione tecnologica che si traduce, poi, in un vero e proprio cambiamento del marketing universale. E proprio Facebook appare come la piattaforma emblematica di questa trasformazione, che nasce sulla condivi-

sione delle esperienze dei propri utenti. Ecco perché traduce la pubblicità in vera e propria esperienza emozionale. Non si può più pensare di fare marketing per le persone, ma con le persone. L’utente e i suoi comportamenti devono essere sempre al centro di una campagna di comunicazione. Newlan ha portato l’esempio di un caso di successo: la campagna, durata sette settimane, per Lufthansa. Attraverso il social network la compagnia è riuscita a emozionare gli utenti che condividevano sul proprio profilo fotografie di viaggi e posti che erano riusciti a visitare volando con Lufthansa. In questo modo, la pubblicità riesce a diventare esperienza, e insieme condivisione, divertimento e poi ingaggio. Ecco, allora, come la creatività può ottimizzare i risultati del business: nel caso specifico ha ispirato a viaggiare, aumentando del 14% l’utenza del brand. Facebook è una piattaforma di connessione tra le persone più che mera tecnologia, ne evidenzia la vita quotidiana sfruttando la tecnologia. Un’enormità di persone si connettono su Facebook solo da mobile e i brand devono concentrarsi sulla creatività dei contenuti e sfruttare la “personal greatness”. <

in questa foto: alessandro loro, direttore marketing del gruppo IGPDecaux

Anche qui la parola d’ordine è coinvolgimento

Cosa bolle in pentola nel mondo dell’outof-home che si sta trasformando

Se pensate che la comunicazione esterna out-ofhome sia quanto di più tradizionale e analogico sia rimasto nel panorama pubblicitario è ora di oltrepassare pregiudizi e idee preconfezionate e scoprire cosa è successo venerdì scorso all’Italians Festival, che si è svolto presso il teatro Franco Parenti di Milano. Nell’ambito della prima edizione dell’appuntamento dedicato al meglio della creatività, due aziende leader del settore, IGPDecaux e Clear Channel Outdoor, hanno guidato player della comunicazione, studenti e curiosi alla scoperta di cosa bolle in pentola nel campo dell’out-of-home. Se il futuro del digital advertising sembra essere quello di creANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014


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are un rapporto personalizzato con gli utenti, definendosi secondo i paradigmi dell’interessante e dell’interattivo, soprattutto grazie al mutamento creato nei sistemi della comunicazione dai social network, quale strada deve percorrere l’out-of-home per coinvolgere le persone e realizzare una campagna di successo? Secondo il team di IGPDecaux la prima risorsa creativa da mettere in gioco è quella dello storytelling: se, come è facile immaginare, nella pubblicità esterna sono poche le parole a disposizione per veicolare il proprio messaggio, allora bisogna sfruttare la capacità comunicativa del contesto, del luogo dove si vuole comunicare. Qualsiasi muro o superficie possono essere visti come l’occasione per raccontare, o meglio ri-raccontare, una realtà, per esempio un palazzo che, come pendolari o guidatori un po’ annoiati, percorriamo con lo sguardo tutti i giorni, per riscoprirlo solo una volta trasformato dal messaggio pubblicitario. Creare una comunicazione dinamica e situazionale che sappia emozionare significa saper mettere in relazione l’out-of-home con il genius loci, dando valore strategico a fattori come le persone, la storia, i valori e l’accessibilità di uno spazio, paradigmi complessi e non

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in questa foto il presidente per l’Europa del Sud di Clear Channel International, Bill Derrenger, che ha mostrato come il successo di una pubblicità dipenda spesso dal farla percepire come semplice e immediata, seppure nasconda complessi meccanismi tecnologici e creativi

assoluti che possono variare a seconda dei target e che rappresentano una vera e propria sfida creativa per la pubblicità out-ofhome. La creatività diventa quindi situazionale, dove la capacità di ridefinire spazi ma anche esperienze, in un mondo dove la tecnologia diviene sempre più wearable e personalizzata, significa saper far interagire fisicamente ed emotivamente le persone con la comunicazione delle aziende. Una declinazione coinvolgente e spettacolare, ma ad alto contenuto proget-

tuale e tecnologico: segue questa tendenza il lavoro di D-wok, azienda italiana specializzata in videomapping e ospite all’interno del workshop organizzato da IGPDecaux. Attraverso l’utilizzo di proiezioni e musica, palazzi e piazze vengono ridisegnati e ri-raccontati in un grande evento ad alto impatto emotivo, che sappia però veicolare il messaggio pubblicitario. E si pensi allo spettacolare evento Homage to Rome realizzato per Vodafone. Ma altrettanta creatività e innovazione sono visibili in campagne

nella pubblicità esterna sono poche le parole a disposizione per veicolare il messaggio. Va da sè, quindi, che occorre sfruttare la capacità comunicativa del contesto in cui viene messa in atto l’azione pubblicitaria

“più tradizionali”, come la famosa Be Stupid per Diesel (by IGPDecaux), dove sfruttando lo spazio vuoto di luoghi in apparenza anonimi e post urbani, e utilizzando uno stile ispirato alla Graffiti Art, è stato realizzato un messaggio veloce, di forte impatto, capace di creare un immediato passaparola e una comunicazione istantaneamente riconoscibile. Un risultato ottenuto fornendo un messaggio insaturo, personalizzabile e declinabile dalle persone che, seppure davanti a una comunicazione low-tech, han-

no applicato in modo istintivo meccanismi partecipativi tipici della nostra contemporaneità così liquida e social, creando una diffusione del messaggio della campagna che oltrepassava la campagna stessa e un’ondata di commenti e opinioni a partire dalle semplici due parole “Be Stupid”. Eventi e comunicazione esterna devono essere quindi facilmente fruibili, ad alto impatto estetico ed emotivo, connessi in maniera significativa al tessuto urbano, veloci e coinvolgenti, capaci di creare un’interazione con le persone. Obiettivi che IGPDecaux persegue a partire da una concezione trasversale e di filiera delle competenze e degli strumenti che vengono messi in gioco nella creazione dei progetti di comunicazione, unendo esperienze e meccanismi low tech alle possibilità messe a disposizione dalle nuove tecnologie. Un rapporto, quello tra mezzi comunicativi più tradizionali e tecnologie avanzate, che era presente nel titolo del workshop di IF! promosso dall’azienda “La creatività (non) cambia”. Secondo Alessandro Loro, direttore marketing di IGPDecaux, la creatività possiede elementi immutabili legati alla conoscenza profonda dei meccanismi del pensiero e di quello che si potrebbe chiamare il sapere della mano,

un’artigianalità creativa che si definisce per altro come una caratteristica culturale significativa per l’Italia. «La tecnologia e il fare cambiano, non la sostanza dell’essere creativo». Una frase che sembra essere la regola applicabile per la nuova era tecnologia dell’out-ofhome, come mostra il titolo scelto da Clear Channel Outdoor per il suo intervento, “The oldest advertising medium is now the newest”. In una carrellata di cases history di campagne di comunicazione esterna il vicepresidente per l’Europa del Sud di Clear Channel International, Bill Derrenger, ha mostrato come il successo di una pubblicità dipenda spesso dal farla percepire come semplice e immediata, seppure nasconda complessi meccanismi tecnologici e creativi. Un esempio? Il successo riscontrato dalla campagna realizzata nel 2013 per British Airways: un bambino punta il dito al cielo a indicare un aeroplano che passa, mentre in simultanea appaiono le informazioni live del volo in questione. Un’idea semplice e complessa insieme, che permette al supporto pubblicitario più tradizionale di stupirci nuovamente e coinvolgerci, nascondendo tecnologie sofisticate dietro la superficie di un formato familiare come è quello di un cartellone pubblicitario. <

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MARKET PLACE

i Protagonisti sono eBuzzing, leader globale per soluzioni di video adv, e Teads, piattaforma di offerta e gestione di video

Ufficiale il rebranding, il nuovo nome è Teads non si tratta solo di un semplice ricorso all’anagrafe. ma il cambiamento segna un’ulteriore fase di crescita della società di

Davide Sechi

pierre chappaz Un incontro, la stretta di mano, un cenno di assenso: si prosegue insieme. Ebuzzing e Teads, Ebuzzing & Teads. Si dice partnership, si trasforma in fusione, avvenuta lo scorso mese di marzo. Poi, un bel giorno arriva il cambio, netto, simile a un taglio che non indebolisce però, semmai rafforza: il gruppo Ebuzzing & Teads annuncia il rebranding, la trasformazione del nome che da oggi è e sarà solo Teads. Ma non si tratta solo di un mero ricorso all’anagrafe; il cambiamento segna una fase di crescita della società, focalizzata sulla creazione di una vera e propria rivoluzione nel settore della pubblicità video, con il suo innovativo SSP, sistema

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che supporta i formati esclusivi outStream, tra cui il inReadTM. Un breve riassunto sulle due entità ormai inglobate: Ebuzzing, tra i leader globali per soluzioni di video adv; Teads, piattaforma di offerta e gestione di video, utilizzata da editori e reti pubblicitarie. Teads è artefice della creazione dei formati “outStream”, che si muovono in maniera opposta ai classici formati quali i pre-roll, ponendosi al di fuori dei flussi video tradizionali. Per condensare il tutto in un esempio sintetico, i contenuti video possono essere collocati tra due paragrafi di un articolo, tra due immagini di una presentazione o in un newsfeed su uno smartphone. Teads era comunque già un attore importante nel video mercato pubblicitario mondiale, con più di 320 dipendenti che operano da 25 uffici in tutto il mondo e un fatturato prossimo ai 100 milioni di dollari, con un incremento di oltre il 50% rispetto al 2013. La nuova struttura si focalizzerà sempre più sul video, all’interno di un settore che, secondo le proiezioni Magnaglobal, dovrebbe toccare complessivamente gli 11,4 miliardi di dol-

lari entro il 2016. E la partenza è ovviamente in pole position, visto che la tecnologia outStream è stato adottata dai maggiori editori al mondo, tra i quali Washington Post, Reuters, Forbes, Ardesia, Newsweek, O Globo BR, Clarin AR, The Financial Times, The Telegraph, The Guardian, Le Monde, Le Figaro, Die Welt, DE Tagesspiegel, Il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera, Condé Nast a livello globale. Molti altri marchi premium come Samsung, Hyundai-Kia, Google, Heineken e AT & T stanno lavorando con Teads per distribuire le loro campagne di consegnare le loro campagne video globali. Il presidente esecutivo di Teads, Pierre Chappaz commenta: «Abbiamo lanciato il nuovo capitolo della nostra storia. Siamo in missione per reinventare la pubblicità video online. La nostra tecnologia outStream è un punto di svolta”. Tra le righe si può leggere il proposito di ridare dignità alla pubblicità in formato video, la stessa che nell’era web, nei suoi ormai classici formati pre-roll, infastidisce non poco gli utenti. Un concetto che l’azienda porterà anche al prossimo raduno IAB: la parola d’ordine è “stop all’adv invisibile”; le strategie sono mutate, non è più strategicamente accettabile trasportare l’offline e i suoi formati all’online, creando pubblicità invasiva, non sempre apprezzata e spesso non visualizzata dagli utenti. Teads offre la novità e si prepara a muoversi con cognizione di causa nel programmatic. ANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014


Oggi vogliamo divertirci di più

Oggi siamo sempre più crosscanale. Anche i contenuti che cerchiamo lo sono: siano essi notizie, informazioni, intrattenimento. Vogliamo arricchire la nostra esperienza, avere la possibilità di approfondire, di partecipare, condividere, creare community. Per questo le applicazioni di second screen hanno tanto successo, perché offrono tutto questo. E con Connect, l'app di second screen di Mediaset, la pubblicità ha ora una sua possibilità di essere contemporaneamente sui due schermi. Un bel gioco di squadra! Totale download di Connect: 1,4 mio, fonte editori


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MARKET PLACE

Balocco ha confermato la sua presenza in qualità di sponsor

Logo rosso su sfondo rosa La maglia del leader del “Giro d’Italia” di ciclismo 2015, appena presentata a milano, sarà contrassegnata dal marchio aziendale di

Sebastiano Zeri

Il logo rosso di Balocco comparirà di nuovo sullo sfondo rosa della maglia che solo i grandi campioni del ciclismo riescono a conquistare. L’azienda, tra i principali player del settore dolciario, ha confermato, infatti, la sua presenza in qualità di sponsor ufficiale della maglia rosa al Giro d’Italia 2015, presentato ufficialmente a Milano. Per Balocco si tratta del terzo anno consecutivo al Giro, dove l’azienda ha debuttato durante l’edizione 2013, scegliendo non solo uno dei più grandi eventi sportivi internazionali, ma anche e soprattutto una manifestazione che rappresenta un pezzo di storia e cultura del nostro Paese. Storia, tradizione e attaccamento al territorio sono i valori del Giro che Balocco condivide: un’azienda con quasi ampia soddisfazione in azienda per i risultati ottenuti nel 2014

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novant’anni di storia, che si rinnova da tre generazioni di famiglia e che, nonostante la crescita internazionale, resta sempre saldamente ancorata alle origini. A Fossano, nel cuneese, dove tutto cominciò nel 1927, ancora oggi ha sede l’attività dell’azienda. Questa sponsorizzazione, come altre importanti che negli ultimi anni hanno visto Balocco protagonista dei più seguiti eventi sportivi, risponde alla precisa strategia di sostenere la crescita e il consolidamento del marchio e dei suoi prodotti, principalmente i frollini per la prima colazione, nei consumi quotidiani delle famiglie italiane. L’azienda, storicamente legata ai dolci lievitati da ricorrenza, in questi ultimi anni ha puntato infatti sulla diversificazione, ritagliandosi una posizione importante nel settore dei frollini per la prima cola-

zione. Questa strategia continua a dare ottimi risultati. Al 31 agosto 2014 Balocco registrava, infatti, una crescita del 5%, in linea con un trend straordinario: l’azienda è cresciuta di un milione al mese negli ultimi 108 mesi! Il 2013 si è concluso con un fatturato di 157 milioni di euro. Così come la presenza sulla maglia rosa è servita a portare il logo Balocco in tutti gli angoli d’Italia e anche all’estero, come nella tappa del 2014 a Belfast, allo stesso modo da questa sponsorizzazione sono nate importanti occasioni di visibilità per il territorio di Fossano, dove ha sede l’azienda. Una grande festa, che ha coinvolto i dipendenti, la cittadinanza e migliaia di appassionati accorsi dai dintorni, ha salutato la partenza da Fossano della tappa numero 13 del 23 maggio 2014. «Siamo molto soddisfatti dell’esperienza fatta al Giro nelle scorse due edizioni e molto entusiasti di essere a fianco della carovana anche nel 2015 - ha commentato Alberto Balocco, Presidente e Amministratore Delegato di Balocco Spa -. Come abbiamo detto all’alba del nostro debutto al Giro, per noi non è mai stata solo una sponsorizzazione sportiva, ma l’occasione di ribadire il nostro orgoglio italiano in uno degli appuntamenti sportivi più seguiti e condivisi dal popolo italiano, anche quello che vive fuori dal Paese. Questa gara, con la fatica e l’impegno che richiede, talvolta in condizioni estreme, per raggiungere le conquiste più appaganti, è l’Italia in cui Balocco si riconosce e per questo la sosteniamo con grande convinzione». ANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014

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Non semplici spettatori, ma soggetti attivi della manifestazione

E ora “Hack the Expo” Un’iniziativa promossa dalla rivista Wired Italia in partnership con Sisal. La collaborazione tra la nota testata di Condé Nast e il gruppo si basa su una reale condivisione di valori comuni di

Davide De Vecchi

Non semplici spettatori, ma soggetti attivi di Expo, con le nostre idee e progetti innovativi: questo è il concept di “Hack the Expo”, iniziativa promossa dalla rivista Wired Italia in partnership con il Gruppo Sisal. Sabato 4 ottobre, in Galleria del Corso a Milano, Simonetta Consiglio, Vice President Marketing, Communication and Innovation del Gruppo Sisal, è stata parte della giuria che ha premiato i progetti vincitori. La collaborazione con Wired e con il Gruppo Condé Nast si basa su una condivisione di valori comuni, come l’attenzione alle novità e al cambiamento tecnologico, che ha portato alla realizzazione di progetti e iniziative che negli ultimi anni hanno dato ampio spazio al talento e al tema dell’innovazione. «Abbiamo scelto di collaborare all’iniziativa di Wired perché condividiamo l’obiettivo di “Hack the Expo”, che ha la volontà di dare spazio alle idee che il nostro Paese sa mettere in campo approfittando di un evento di così ampia visibilità come Expo 2015 - ha dichiarato Simonetta Consiglio -. Sisal ritiene davvero che l’innovazione sia alla base di uno sviluppo di lungo termine e la consideriamo elemento fondamentale per anticipare e soddisfare i bisogni dei nostri sta-

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keholders e per rendere i processi i più efficaci. Lo sviluppo dell’innovazione in Sisal è affidato al lavoro di un’unità interna all’azienda composta da un team di giovani risorse - ha concluso Simonetta Consiglio -. Sulla base di un sistema di open source, questa divisione collabora con importanti istituzioni nazionali e internazionali scientifiche e universitarie che contribuiscono in modo attivo alle creazione dei nostri progetti». L’innovazione è da sempre nel Dna di Sisal, che negli anni ha saputo adattare e trasformare la propria offerta di prodotti e canali, anche attraverso l’uso di nuove tecnologie,ponendo i consumatori sempre al centro delle proprie scelte. Una’ttenzione al cliente che è stata alla base anche di una scelta strategica di diversificazione del proprio business, attraverso l’offerta di servizi di pagamento del brand SisalPay, con cui l’azienda ha sviluppato nuove soluzioni con l’obiettivo di rendere più semplice la vita dei consumatori. Sisal, nata nel 1946, è stata la prima azienda italiana a operare nel settore del gioco come concessionario dello Stato. E da oltre 65 anni è protagonista della storia dell’Italia e degli italiani. Oggi Sisal Group, guidato dall’amministratore delegato Emilio Petrone, è leader nei mercati dei giochi e dei servizi di pagamento, con oltre 45 mila punti vendita ca-

emilio petrone

pillarmente distribuiti sul territorio nazionale. Sisal Group gestisce i giochi SuperEnalotto, SiVinceTutto-SuperEnalotto, Vinci per la Vita-Win for Life, Eurojackpot e VinciCasa. È presente anche nel settore delle scommesse su eventi sportivi con Sisal Matchpoint, online attraverso il canale internet www.sisal. it, e le applicazioni mobili dedicate. Nel settembre del 2010 l’azienda ha lanciato il nuovo concept retail Sisal Wincity, che unisce intrattenimento e ristorazione, con quindici punti vendita nelle principali città italiane. Inoltre, con il brand SisalPay, l’innovazione si pone al servizio del consumatore con modalità di pagamento comode, semplici e sicure per bollette, ricariche telefoniche, carte prepagate e molto altro. Sin dalle sue origini la storia di Sisal è pervasa, poi, da un forte senso di responsabilità. Un impegno tradotto in una articolata strategia di responsabilità sociale, declinata in ambito educativo, culturale, sportivo e scientifico, con progetti qualificati che mirano alla valorizzazione del talento, alla formazione dei giovani e alla ricerca scientifica. Tutto questo insieme a un adeguato programma di gioco responsabile che rappresenta l’elemento centrale e distintivo della strategia di sostenibilità sociale di Sisal Group. ANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014

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sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con la consulenza scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità Network Italiano Acido Folico

Campagna per la prevenzione della Spina Bifida promossa da ASBI Onlus www.asbi.info



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ME DIA

guido acchioni

La “mission impossibile” del Governo per recuperare i ritardi accumulati con il resto d’Europa prende consistenza. obiettivo: applicare i dettami dell’agenda digitale dell’ue

Banda ultra larga 2014-20120: il piano è pronto di

Daniele Bologna

Eccolo, è pronto il piano “banda ultra larga 20142020” con cui il governo Renzi tenta la “mission impossible” di recuperare gli storici ritardi accumulati con il resto d’Europa. È un dossier che vale circa sette miliardi di euro, tra fondi comunitari, regionali e nazionali, ed è affidato al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Il piano sarà ultimato entro il 15 ottobre per poi essere consegnato alla Commissione Europea entro fine mese. Arriva, peraltro, in un clima particolare di forti investimenti privati: nell’ultima settimana, Vodafone ha avviato una rete in fibra ottica e Fastweb ha annunciato un’estensione della propria. Il nuovo piano governativo prende le mosse appunto dalle lacune degli investimenti privati, poiché i fondi pubblici serviranno a fare la rete banda ultra larga dove gli operatori non sono interessati a investire. L’obiettivo, nel complesso, è di dare i 100 Megabit al 50 per cento della popolazione e i 30 Megabit al 100 per cento entro il 2020, secondo i dettami dell’Agenda Digitale Euro-

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Un dossier che vale circa sette miliardi di euro, tra fondi comunitari, regionali e nazionali, affidato al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Il piano sarà ultimato entro il 15 ottobre per poi essere consegnato alla Commissione Europea entro fine mese

L’obiettivo è dare 100 Megabit al 50% della popolazione e i 30 Megabit al 100% entro il 2020, secondo i dettami dell’Agenda Digitale Europea

pea. Adesso siamo intorno al 20 per cento, contro una media Ue che ha superato il 50 per cento. Il problema principale è che gli operatori italiani non hanno presentato piani nazionali di copertura a 100 Megabit. Ecco perché il Governo ha scelto di focalizzare le risorse sulla realizzazione di reti con questa velocità.

graziano delrio

Sarà più facile, invece, raggiungere l’obiettivo 30 Megabit, dato che gli operatori mirano da soli a coprire il 70 per cento di popolazione entro il 2020. Un’altra novità del nuovo piano nazionale è che prende atto della passione, tutta italiana, per la navigazione internet in mobilità: i fondi serviranno, infatti, anche per

potenziare, con fibra ottica, le antenne cellulari (reti 4G) e per installarci sopra hot spot Wi-Fi (utilizzabile come mezzo alternativo di accesso a internet). Tutto ciò con quali fondi? È questa la partita che sta giocando in questi giorni il Governo, attraverso i ministeri competenti e la Presidenza del Consiglio, in riunio-

ni serrate con la Commissione Europea e le Regioni. Buona parte delle risorse, infatti, vengono dai fondi agricoli (Feasr) e di sviluppo regionale (Fesr), che sta alle Regioni, in ultima battuta, decidere come spendere. «Il problema è che molte Regioni del CentroNord ci hanno comunicato, in una proposta di apri-

le, l’intenzione di stanziare poco o niente sulle reti banda ultra larga», spiega Guido Acchioni, che si occupa di questo capitolo presso la Direzione Generale “Connect” nella Commissione Europea. Appena 1,6 miliardi di euro, compreso il cofinanziamento nazionale e regionale, per tutta l’Italia. «Ma stiamo negozian-

do e contiamo di aumentare questa cifra», aggiunge Acchioni. Si arriverà probabilmente a 2 o 2,5 miliardi di euro (Fesr e Feasr, dove ci sono 300 milioni di euro per la banda larga), a cui va sommato il Fondo Sviluppo e Coesione (su cui decide il governo centrale) e un residuo della programmazione 2007-2013. Le stime del Ministero dello Sviluppo economico indicavano, in precedenza, che servivano 15 miliardi di euro di fondi pubblici per dare all’Italia i 30 e 100 Megabit; ma adesso si sono dimezzate grazie allo sviluppo della tecnologia, ai nuovi incentivi alla banda larga (nel decreto Sblocca Italia di settembre) e ai nuovi investimenti degli operatori. Vodafone ha avviato i lavori in otto città e mira a cablarne 30 entro marzo 2015. Fastweb arriverà a quota 100 città (dalle attuali 20) entro il 2016. A quel numero è già giunta Telecom Italia, pronta ad arrivare a 600 nel 2016. Ultimo attore è Metroweb, a Milano, Genova e Bologna: le offerte agli utenti, su questa rete, sono di Vodafone e Wind. ANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014



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COM PANY

Scatta un’imponente operazione per il mercato italiano, con la regia di Havas e ZenithOptimedia

Disneyland Paris pensa già al Natale Intanto la multinazionale Walt Disney corre in soccorso della controllata Euro Disney in crisi di liquidità. La società europea che controlla il parco di divertimenti ha annunciato una ricapitalizzazione da un miliardo di euro, sostenuta e garantita proprio dalla casa madre americana. ed è in vista una opa sulle azioni rimanenti

disneyland paris è la prima destinazione turistica in europa, ma la crisi economica e la propensione al risparmio delle famiglie ha condizionato il trend degli ultimi anni di

Daniele Bologna

Walt Disney corre in soccorso della controllata Euro Disney in crisi di liquidità. La società europea che controlla Disneyland Paris ha annunciato una ricapitalizzazione da un mi-

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liardo di euro, sostenuta e garantita proprio dalla casa madre americana. Abbastanza per far crollare il titolo in Borsa. Quello del debito monstre, però, resta un problema mai risolto e che perseguita il gruppo

francese fin dalle sue origini. A complicare la situazione, negli ultimi anni, è stata l’esplosione della crisi economica che ha causato il crollo dei visitatori. Il piano annunciato dal gruppo si dovrebbe, quin-

di, tradurre in una Opa finalizzata al delisting del titolo dalla Borsa di Parigi. Con l’intervento finanziario, la società dovrebbe migliorare la sua situazione di cassa di 250 milioni di euro, riducendo il debito

a 1,7 miliardi a poco meno di un miliardo. La ricapitalizzazione prevede, infatti, un’iniezione di capitale in contanti da 420 milioni di euro, garantito da Disney, e la conversione in azioni di 600 milioni di euro di credito detenuti sempre dalla casa madre americana. Disney sarà, quindi, costretta a lanciare un’ulteriore Opa sulle azioni rimanenti. «Disneyland Paris è la prima destinazione turistica in Europa, ma la crisi economica e il peso del debito hanno avuto un impatto devastante sulla sua liquidità», ha dichiarato il nuovo presidente della controllata europea, Tom Wolber, che ha aggiunto: «Questa operazione di ricapitalizzazione è essenziale per rinforzare la sua solidità finanziaria e permettere al gruppo di continuare a investere nel parco per migliorare l’esperienza dei visitatori». Nel primo semestre dell’anno 2013-14, Euro Disney ha aumentato le perdite nette del 16%, a 103,6 milioni con un calo del 6% dei visitatori, scesi di 400mila unità: solo lo scorso anno ne aveva già perso un milione. Intanto, il parco di divertimenti lancia per la prima volta sul mercato italiano, una campagna media nazionale dedicata alla promozione della stagione natalizia, declinata in uno spot onli-

ne con display e video sui principali portali e i principali canali web delle reti televisive, spot radio su Rds, Radio Deejay, Radio Capital, Rtl 102.5, Radio Italia, R105, Rmc e Virgin, oltre a una serie di azioni di comunicazione nelle agenzie di viaggio. La creatività ruota intorno al concetto “tutti vorremmo che il Natale arrivasse prima...”, declinata a seconda dei formati. Nel supporto video la protagonista è una bimba che tenta di ricreare l’atmosfera natalizia, prima suonando con il flauto “Jingle bells” e poi lanciando in aria palline di polistirolo per simulare la neve. Lo spot radio, invece, è incentrato su due bambini alle prese con la creazione delle palline di Natale. Visti i tentativi mancati in entrambi i casi, una voce fuori campo consiglia una soluzione più semplice e sicuramente d’effetto: vivere la stagione natalizia solo a Disneyland Paris. La comunicazione nelle agenzie di viaggio, invece, è stata incentrata su uno dei contenuti chiave di questa stagione natalizia: l’incontro con Elsa e Anna, le protagoniste del film “Disney Frozen - Il Regno di Ghiaccio”. Al messaggio emozionale viene abbinata anche una call to action, che prevede uno sconto fino al 30% sul pacchetto soggiorno, con la

combinazione dell’offerta “i bambini sotto i 12 anni non pagano”, per prenotazioni effettuate entro il 23 novembre. La campagna media nazionale a supporto prevede un mix radio e online. Gli spot radio di 30 secondi andranno in onda, da ieri, fino al 15 ottobre. La campagna online, dall’1 ottobre al 19 novembre, prevede una combinazione tra display e video sui principali portali e i principali canali web delle reti televisive. La creatività è stata localizzata dall’agenzia Havas Worldwide Milano, mentre la pianificazione è stata curata dal centro media ZenithOptimedia.

tom wolber

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Paul Budnitz vendeva bici in titanio nel suo negozio del Vermont. Ora, tutti i media parlano di lui. O meglio, del social network da lui creato, Ello, che promette di creare grattacapi al potente concorrente.

Un piccolo ma interessante test per verificare come si comportano gli utenti di Google una volta che il motore restituisce i risultati di una ricerca. E’ quello che ha condotto Local Strategy su un piccolo campione di 218 utenti e sulla chiave “hotel Roma”. I risultati mostrano chiaramente ciò che molti , in effetti, già sanno: l’interesse maggiore è ovviamente nella zona alta della pagina e in particolar modo si suddivide principalmente tra il primo risultato organico e Google Hotel Finder (il box dove compare la lista degli hotel). Seguono la mappa e infine gli annunci sponsorizzati.

Lo Zuckerberg senza advertising

Dove cliccano gli utenti di Google

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social marketing

Il visual customer service e i social Le immagini sono esteticamente gradevoli, divertenti, accattivanti e in grado di catturare l’attenzione. Un’efficacia che in un’epoca digitale in continua evoluzione, con un costante sovraccarico sensoriale di informazioni che rende difficile per l’utente mantenere alta la capacità di attenzione, può risultare fondamentale per molte attività. Per esempio quelle legate alla customer relationship in cui per l’azienda è fondamentale trasferire le giuste informazioni e nella forma più corretta ed efficace possibile. Un’infografica spiega come utilizzare meglio le immagini sui social media.

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La vera storia del Times New Roman Il Times New Roman è uno dei caratteri tipografici più conosciuti e più usati al mondo. E’ stato disegnato nel 1931 da Victor Lardent per il giornale britannico The Times che lo ha utilizzato per 40 anni.

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Media

Il programmatic advertising è oggetto di controversie perché ritenuto “portatore sano” di una certa quantità di traffico finto. Che esiste perché esiste una domanda. Ma evitarlo è possibile. Ecco come.

Quello che è accaduto ieri è davvero un caso unico in Italia. L’Uri (Unione Radiofonica Italiana), poi Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e infine Rai ha infatti compiuto, appunto ieri, i suoi primi novant’anni. E il compleanno, ovviamente, è per la radio. L’importante traguardo è stato celebrato in tante iniziative e in tutti i palinsesti dei tre canali della radio pubblica. Ma l’iniziativa più sorprendente è stata che, per tutta la giornata, la radio ha interrotto numerosi programmi televisivi, senza alcun preavviso, proprio come accade in un caso di guerrilla marketing a tutti gli effetti. Ma radiotelevisivo.

Il traffico fake non è inevitabile

La radio scatena la guerrilla in tv

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strategie

Perché Hp si dividerà in due E’ ufficiale: HewlettPackard, uno dei colossi della Silicon Valley, ha annunciato in un comunicato la sua intenzione di dividersi in due società: una dedicata ai servizi alle imprese (business software, server) che si chiamerà “Hewlett-Packard Enterprise” e sarà guidata dall’attuale ceo Meg Whitman, e un’altra per la vendita di personal computer e stampanti, il cui capo operativo sarà Dion Weisler. Ma quali sono le ragioni che hanno portato uno dei leader mondiali della tecnologia a una simile operazione? Per rispondere a questa domanda, è necessaria una approfondita analisi strategica.

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Il Canada visto dai Canadesi Il sito 35milliondirectors. com raccoglie in uno spot di 2’ i video girati da 35 milioni di canadesi - 65 ore di materiale -, chiamati ad essere registi e condividere il “propri” Canada. Un notevole esempio di storytelling.

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L’ 87% DEI PREMIUM PEOPLE HA UN TELEVISORE HD Premium People, la community degli abbonati Mediaset Premium, è l’audience di alto profilo che sceglie la qualità della pay-tv digitale. Per i possessori di Tv di nuova generazione ecco la magia dell’alta definizione.

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Questo contenuto è disponibile anche su Fonte: Gnresearch S.p.a., “Customer Satisfaction Famiglie Mediaset Premium” (CATI 1900 casi) Dato Novembre 2012


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20/21 ottobre - palazzo vecchio - @ firenze

360com è una pubblicazione di Growing C&M Sede leGale piazza G. Grandi 24, 20135 - Milano Sede oPeratiVa via Sardegna 32, 20146 - Milano tel.+39.02.53598301 fax +39.02.53598330 www.growingcm.com Abbonamento a 360com la testata 360com è registrata al tribunale di milano al 254 del 3 maggio 2010. growing consulting & media srl è iscritta al r.o.c. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno riproduzione riservata. il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza giuseppe grandi 24, 20135 milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 dlgs 196/2003

Direttore responsabile Daniele Bologna dbologna@growingcm.com Content Manager Aureliano Roio aroio@360com.it Redazione redazione@360com.it Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi Progettazione grafica e realizzazione RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@growingcm.com Traffico Caterina D’Amico traffico@growingcm.com Diffusione e abbonamenti diffusione@360com.it Pubblicità e iniziative speciali Ivano Moro ivano.moro@growingcm.com tel. +39.02.53598207 mob. +39.3393970611

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Non un evento celebrativo, ma una manifestazione che si situa all’interno di un’azione strategica di promozione Luca Bacherotti prima direttore commerciale della divisione italiana è oggi Managing Director Italy e Regional Director South East del gruppo asics. è stato general manager di Levi Strauss Italia, dove era entrato nel 2008 e che ha lasciato nel 2013. In precedenza, era stato sales director per Tommy Hilfiger. è affidata, dunque, a lui la conduzione della multinazionale di origini giapponesi, manager dal curriculum sviluppato nelle aziende dei marchi internazionali del fashion, Chiamato alla sfida di dare un profilo da vera impresa, a un marchio che propone una strategia diversa rispetto ai tre noti brand multinazionali, Adidas, Nike e Puma. Mentre i primi due, infatti, sono impegnati a inseguire fatturati “monstre”, sfidandosi in primis sul calcio, Asics preferisce andare sulle numerose nicchie che il mondo dello sport e degli sportivi offre: running, volley, tennis, rugby; dimostrando come sia possibile crescere anche se non si sviluppa una strategia aggressiva legata al football

visioni

di

Matteo Dedè

parlare la stessa lingua

in tutta l’europa La distanza tra lo storico modello Asics Italia e il modello di business che l’azienda sta perseguendo, è enorme. In un modello di gestione patronale c’è una persona che decide quello che ritiene più giusto e gli altri eseguono. Nell’organizzazione della multinazionale, che conosco bene provenendo da Levi’s e Tommy Hilfigher, si prevedono livelli di responsabilità crescenti e una chart in cui ognuno conosce il proprio ruolo e riceve obiettivi da portare a termine ogni anno. La contaminazione dei vari ruoli e del background era fortissima, ma nonostante ciò ha portato a risultati straordinari. Ma quando poi viene a mancare quella certa figura carismatica, si mette a rischio tutto se non vi è una solida struttura sottostante, perché è tutto troppo personalizzato. Mentre in un modello organizzato non nascono problemi in caso di sostituzione di una singola professionalità. C’è maggiore attenzione alle

regole perché ognuno sa entro quale framework può spostarsi e agire. Inoltre, uno dei maggiori vantaggi di cui stiamo godendo è quello di avere una strategia comune a livello globale, per cui abbiamo elaborato una comunicazione uguale al resto del mondo. Cerchiamo di parlare la stessa lingua e avere le stesse strategie in tutta Europa, cercando di trovare l’equilibrio tra i clienti di una stessa fascia di target che vivono in nazioni diverse. La nostra grande sfida è quella di portare al mercato, ai consumatori e al trader, un unico messaggio attraverso un’unica voce. Perché noi abbiamo prodotti cosiddetti globali, che a volte vengono successivamente modificati, ad esempio nel colore o altri aspetti secondari, al fine di rispondere meglio alle esigenze del mercato europeo. Le tecnologie e i materiali, però, vengono completamente definiti in Giappone, a Kobe, presso il nostro centro di ricerca e sviluppo.

un frame dello spot ideato alla presidenza del consiglio

Pianificato sulle reti Rai lo spot tv mostra giovani studenti, professionisti, turisti, appassionati dell’Italia di ogni parte del mondo, che con brevi frasi in italiano offrono l’occasione per informare gli spettatori su cifre e dati di particolare rilevo, come i 700 milioni di euro l’anno spesi da studenti stranieri in Italia o la presenza nel mondo di 140 Istituzioni Scolastiche Italiane e di 83 Istituti di Cultura Italiana. “Niente racconta quello che siamo meglio della nostra lingua, l’italiano” commenta uno speaker fuori campo, a chiusura della galleria di testimonial. Lo spot si conclude con l’annuncio degli Stati Generali e l’invito ad approfondire il tema sul sito www.esteri.it. La campagna di comunicazione “L’italiano nel mondo che cambia” viene promossa anche sul web al fine di amplificarne la risonanza e il potenziale informativo e di creare momenti di scambio e approfondimento con i diversi pubblici di riferimento. Gli Stati Generali, che si svolgeranno a Firenze, saranno un’occasione di approfondimento sulle strategie di diffusione dell’italiano all’estero e daranno l’opportunità di fare il punto sulle nuove sfide da affrontare. L’idea delle due giornate fiorentine è di dimostrare che la lingua è un patrimonio autentico che può generare molte opportunità per il futuro. Tutto questo movimento di idee sarà raccolto in un “libro bianco degli Stati Generali della lingua italiana nel mondo”. ANNO V | #112| MARTEDI’ 7 OTTOBRE 2014


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