visioni / marcello cardani
Per il sistema dei media urge una riforma ampia
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ANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
Gli indicatori per la banda ultra larga presentano un grado di arretratezza preoccupante rispetto all’Europa. L’Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68% dell’Ue a 28...
i fatti del giorno
marketplace
company
media
C’è la possibilità di monitorare le performance ottenute dall’adv
Una sfida il cui esito dovrà fare i conti con il tradizionalismo italiano
Lo dicono i risultati scaturiti da una ricerca del portale Statiska
Va sotto la lente l’esperienza di lettura del cosiddeto target “top”
Con Twitter Ads le campagne si possono gestire in mobilità
Missione: far capire qual è il valore reale di un bene di lusso
Email retargeting sconfigge email tradizionale 14 a 1
Nuova modalità di elaborare i dati firmata Audipress
scenario
La battaglia dei palinsesti
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coverstory
I brand e l’etica, una riscoperta
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Italiani social: selfie a profusione anche mentre si fanno gli acquisti
Secondo un’indagine di Eumetra e commissionata da Neinver, il 70% degli intervistati afferma che questi autoscatti sono uno strumenti “utili”
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OOH NEXT GENERATION
THE CUBE DARSENA on themadbox.com
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i fatti del giorno
Social advertising
Spazio e tempo non sono più un freno. Con Twitter Ads gestisci una campagna anche in mobilità
E’ stato denominato Twitter Ads companion lo strumento mobile lanciato dalla piattaforma social che dà l’opportunità a tutti gli advertiser di controllare le performance della propria campagna, ottimizzare il budget e la pianificazione. E nel contempo rispondere a notifiche di Ottavia Quartieri
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witter ha recentemente lanciato Twitter Ads companion e a partire da oggi sarà possibile per tutti gli advertiser gestire molto più facilmente le proprie campagne pubblicitarie sulla piattaforma social, anche in mobilità. Grazie al nuovo strumento pensato e lanciato sul mercato dalla company californiana, guidata dal Ceo Jack Dorsey, i fattori spazio e tempo non sono più vincolanti. Infatti a tutti gli advertiser che utilizzeranno Twitter Ads companion sarà data l’opportunità di gestire e controllare le performance della propria campagna, ottimizzare il budget e la pianificazione, e anche rispondere alle notifiche. Tutto ciò anche in mobilità, è questa la vera novità. Twitter ha pensato a uno strumento mobile che può essere fruito dopo aver impostato le campagne da laptop o da computer desktop e chiunque abbia un account Twitter Ads può accedervi direttamente dall’app del social network. Per gli utenti dotati di un iPhone 6 o di un modello successivo, invece, basta entrare nel proprio profilo Twitter e cliccare sull’icona del grafico per accedere a Twitter Ads. Ma ecco come funziona più nel dettaglio Twitter Ads companion, le opportunità e le garanzie che dà all’advertiser e all’utente. Come già anticipato in precedenza, semplicemente dal proprio smar-
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tphone, dopo aver installato l’applicazione, sarà possibile monitorare le campagne in corso e ricevere informazioni relative alle visualizzazioni, alle interazioni, alla spesa, al cost per engagement e anche al tasso di engagement. Gli stessi dati poi, potranno essere richiesti anche per quanto riguarda le campagne precedenti e perciò Twitter Ads companion fornirà un riepilogo di tutte le campagne attivate oppure darà l’occasione di controllare la performance di una campagna specifica. Sul
fronte dell’ottimizzazione, per gli advertiser da oggi estendere una campagna di successo o fare degli aggiustamenti a un budget già stanziato sarà ancora più semplice. Con Twitter Ads companion, infatti, è possibile modificare il bid, il budget e il timing della campagna. Inoltre lo strumento mobile permette di mettere in pausa oppure riattivare una campagna semplicemente con pochi “touch”. Ricevere delle notifiche e rispondere in tempo reale è una funzionalità che la company ha sviluppato introducendo anche l’opportunità di effettuare modifiche alla campagna in corso in basi ai dati ricevuti. Per esempio, nel momento in cui ci si accorge che il budget per una campagna è esaurito dopo l’arrivo di una notifica, con un semplice click su un link da oggi si potrà prolungare la campagna e dare nuova linfa al budget. «Grazie a Twitter Ads companion, abbiamo semplificato e reso ancora più immediato il processo di gestione delle campagne su Twitter», ha dichiarato Salvatore Ippolito, Country Manager di Twitter Italia. «Ogni inserzionista, infatti, sia esso un cliente diretto o un’agenzia che gestisce campagne per conto terzi, ha oggi a disposizione uno strumento aggiuntivo per monitorare e ottimizzare, in modo tempestivo, i propri investimenti su Twitter». ANNO VI | #124| MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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i fatti del giorno Partnership
di Cecilia Bianchi
Zanox sostiene le startup digitali parte di Digital Magics Un frame della campagna
Campagne
con l’estate Infasil Donna èDa domenica on scorsa airla lineacon Armando testa di deodoranti Infasil Donna è tornata in comunicazione con un piano che prevede due spot, firmati dall’agenzia torinese: uno da 30’’ in onda sulla principali emittenti televisive e uno da 20, destinato, invece, all’online di Sebastiano Zeri
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er il lancio dei nuovi deodoranti Infasil Donna, la linea di prodotti appositamente studiati per la peculiarità della pelle femminile, dallo scorso 5 luglio è on air un piano di comunicazione che prevede due spot firmati da Armando Testa: uno da 30 secondi in onda sulla principali emittenti televisive e uno da 20, visibile, invece, online. Per sottolineare il contenuto innovativo dei deodoranti, il film parte con la scritta “innovazione” che si trasforma nel logo Infasil su uno sfondo di esagoni rosa, icone grafiche della linea. Gli esagoni fluttuano in direzione dello schermo per scoprire i prodotti
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Infasil Donna su uno sfondo di luci eleganti e raffinate che mette in risalto le preziose confezioni. Attraverso le immagini di una bellissima donna e della sua pelle, il film spiega che la linea Infasil Donna, oltre a deodorare, si prende cura della pelle della donna, più sottile e con meno fibre di collagene. In un secondo momento ci addentriamo alla scoperta dei prodotti della linea. Il primo è Infasil Donna Puro, in spray e roll on, ideale per le pelli sensibili perché nichel tested. Il secondo è Infasil Donna Rigenera, in spray e crema, per pelli sottoposte agli stress quotidiani come depilazione, detersione e sfregamenti. Una demo evocativa di un test in
vitro ci mostra come il complesso dermo-restitutivo di Infasil Donna Rigenera sia in grado di ripristinare la barriera protettiva dell’epidermide, rendendo la pelle della donna uniforme e luminosa. Il film chiude sul volto sorridente della protagonista accanto ai pack con le braccia incrociate come ad abbracciare se stessa. Intanto la speaker ricorda che la linea di deodoranti Infasil Donna è “Solo per noi donne”. Sotto la direzione creativa di Piero Reinerio, hanno lavorato al progetto l’art Monica Barbalonga e la copy Chiara Demichelis. La regia è di Pierluca De Carlo per la casa di produzione Little Bull (Gruppo Armando Testa).
Sheyla Biasini
Layla Pavone, Venture Partner e membro del board Digital Magics
L’accordo tra il network leader in tutta Europa nell’ambito del performance marketing e il venture incubator ha soprattutto l’obiettivo di favorire l’ingresso di giovani imprenditori italiani nel mondo dell’affiliate marketing, supportandoli nella loro crescita e garantendo il valore all’investimento A sostegno delle startup digitali italiane, nelle attività di advertising e marketing online, è stato siglato l’accordo tra zanox, il network leader in tutta Europa nel performance marketing, e Digital Magics, venture incubator quotato nella borsa italiana di Milano. Zanox si pone come un partner funzionale al supporto di una crescita sostenibile da parte delle startup che fanno parte del portfolio di Digital Magics. Infatti, gli imprenditori italiani già all’interno dei programmi di incubazione di Digital Magics che decideranno di aderire al network di affiliazione zanox, beneficiano di alcune agevolazioni che favoriscono il loro ingresso nel mondo dell’affiliate marketing. Un altro vantaggio concreto per gli startupper è il modello commissionale dell’affiliate marketing che applica zanox, che è basato sulle performance e garantisce loro il valore dell’investimento stabilendo delle commissioni sostenibili e dando la libertà di remunerare solo le vendite effettive. Una volta raggiunto l’accordo tra le startup e zanox,
quest’ultimo metterà a disposizione degli imprenditori un training formativo per illustrare concetti e strumenti dell’affiliate marketing, in particolare il business e le possibilità d’investimento dell’azienda. QuitePeople, il portale di social shopping leader nella distribuzione turistica online sviluppato parte di Digital Magics, è stata la prima che ha deciso di beneficiare dell’accordo. «La partnership con l’incubatore Digital Magics rappresenta un passo importante non solo per noi, ma anche per tutto il settore digitale del Paese - commenta Sheyla Biasini, Country Manager Italia di zanox -. È un’opportunità unica di crescita per le imprese emergenti “digital ready” che aspirano a diventare i prossimi protagonisti all’interno del panorama dei new media e del performance marketing». ANNO VI | #124| MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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i fatti del giorno Automotive
di Marianna Marcovich
nel Jeep Temporary Store una brand experience unica
Chiunque visiti il negozio in piazza Gae Aulenti, nel cuore di Milano, può vivere un’esperienza di viaggio simulata utilizzando “Gear VR”, il visore per la realtà virtuale prodotto da Samsung in collaborazione con Oculus
Formazione
Smart Coding, continua il progetto per la digitalizzazione delle scuole
L’idea è stata lanciata dalla multinazionale sudcoreana Samsung del 2013 e ha visto coinvolti oltre 770 istituti italiani, centrando l’obiettivo di avvicinare studenti, docenti e genitori al mondo del coding, come attesta l’Osservatorio della Cattolica di Pietro Castagna
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l progetto italiano Samsung Smart Coding, rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo grado, lanciato da Samsung nel giugno del 2013 a sostegno del processo di digitalizzazione dell’istruzione in Italia, ha concluso con successo la sua prima fase, centrando in pieno l’obiettivo di avvicinare studenti, docenti e genitori al mondo del
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coding e del pensiero computazionale, perfettamente in linea con quanto richiesto dal MIUR. Tra le 776 scuole su tutto il territorio nazionale, di cui oltre 990 docenti e 27.500 ragazzi coinvolti nel progetto, alle quali è stato chiesto di sviluppare progetti digitali attraverso un kit di lavoro, con l’affiancamento di uno “Smart Team”, composto da 25 educatori, solo le dieci che hanno interpretato al meglio il sen-
so dell’iniziativa sono state, alla fine, premiate. Grazie all’iniziativa messa in campo da Samsung sembra essere cresciuta la consapevolezza sul valore del coding nelle fasi dell’apprendimento: infatti, secondo l’Osservatorio dell’Università Cattolica, il 34% degli studenti vorrebbe inserirlo nelle lezioni quotidiane e il 75% dei docenti lo ritiene efficace per diversificare le modalità di insegnamento.
È stato inaugurato il Temporary Store Jeep che, per tutta la durata di Expo, accoglierà il pubblico nel quartiere milanese di Porta Nuova. Si tratta di un’area espositiva di 500 metri quadrati che consente di conoscere il mondo Jeep attraverso una brand experience. Allestito secondo gli stilemi del marchio, il Temporary Store si trova in piazza Gae Aulenti e si integra tra i quartieri Isola, Corso Como e Brera. Chiunque visiti il Temporary Sto-
re Jeep può vivere un’esperienza di viaggio simulata utilizzando “ Gear VR”, un visore per la realtà virtuale prodotto da Samsung in collaborazione con Oculus. Questo dispositivo garantisce un’avventura immersiva grazie alla visione dei video a 360° girati da Jeep per testare le capacità 4x4 della Cherokee. Jeep sarà anche protagonista nei cieli del quartiere di Porta Nuova. In quanto Main Partner del progetto “MiColtivo. The Gre-
eventi
en Circle”, che rientra nel palinsesto di iniziative civico - culturali dedicate alla “Porta Nuova Smart Community”, promosso da Fondazione Riccardo Catella per il 2015, Jeep offrirà ai visitatori la possibilità di ammirare Milano e i suoi cambiamenti urbanistici dall’alto. A partire dall’8 agosto e fino al 25 ottobre ogni fine settimana una mongolfiera si librerà per 20 metri, offrendo ai suoi ospiti il panorama della città visto dall’alto.
di Ottavia Quartieri
Sir Tim Berners-Lee in Italia per il World Retail Congress 2015 “Trasformazioni nel retail, quali scenari oggi, domani e in futuro”. È questa la tematica scelta dal World Retail Congress, l’evento internazionale e punto di riferimento per il mondo retail che, giunto quest’anno alla nona edizione, si svolgerà per la prima volta nel nostro Paese. Sarà la Capitale il palcoscenico che ospiterà il World Retail Congress 2015. nella prestigiosa cornice dell’Hotel Cavalieri. e sarà l’occasione ideale per oltre 150 aziende leader nel settore e tra le più influenti a livello mondiale di confrontarsi sul futuro del retail. Il programma
Sir Tim Berners-Lee prevede eventi, workshop, tavole rotonde e presentazioni interattive per una tre giorni del tutto incentrata sulle nuove sfide, sulle soluzioni e sulle prospettive offerte. Per l’edizione italiana, inoltre, sono previste iniziative esclusive e importanti: dal “World
Retail Congress Innovation Hub”, contest che premierà le migliori startup che avranno l’opportunità di presentare il proprio progetto alle principali aziende presenti, al “Future Vision”, meeting con un panel di esperti che discuteranno sul futuro del settore e ancora “Ceo Leadership Workshop”, iniziativa per la continua formazione dei dirigenti. L’evento, dall’8 al 10 settembre, avrà quest’anno come ospite eccezionale Sir Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, che terrà un particolare speech sui futuri e visionari sviluppi del web. ANNO VI | #124| MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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i fatti del giorno
Da sinistra: Enrico Tantussi e Barbara Loru, di Econocom
eventi Si parte sabato da Mestre
Crodino Twist Bar gira l’Italia con un happy hour no stop
Parte sabato il tour con giochi, musica e divertimento, dove sfide originali e insolite possono diventare realtà Parte questo sabato il Crodino Twist Bar, l’happy hour itinerante dove tutto può succedere. Sfide a colpi di spiedini, duelli all’ultimo ciuffo, gare su pong ball e tanto altro tutto racchiuso all’interno del Bar più frizzante e disimpegnato di sempre. Prendendo spunto dalla campagna pubblicitaria del brand, che ha spopolato nelle scorse settimane in televisione e sul web, Crodino Twist ha deciso di portare in giro lungo tutta la Penisola la bontà della bevanda e le sfide più originali. Da Nord a Sud, in alcune delle principali località italiane, durante i weekend, prende vita un luogo colorato e “disimpegnato” dove, tra un Crodino Twist agli Agrumi e uno ai Frutti Rossi, tutto può succedere. Con il Twist Bar si parte sabato a Mestre, presso il Parco San Giuliano, poi ci saranno le tappe di Pescara e Senigallia rispettivamente l’1 e il 7 agosto. In ogni tappa non mancherà inoltre il nuovissimo Biondò, il risciò dal ciuffo biondo che girerà nelle città per portare divertimento e disimpegno in tour.
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brand L’agenzia milanese ottiene l’incarico dopo una gara
ecommerce Da 15 anni al top
Il digital service provider, che da 40 anni affianca le aziende nella scelta delle soluzioni innovative più utili per il loro business, prosegue nel suo percorso di posizionamento come abilitatore digitale
Il sito, in costante crescita e in continua evoluzione, offre una piattaforma rinnovata e tecnologicamente all’avanguardia
5 nuovi mercati in Econocom conferma Sterling Cooper Europa. E’ questa che lancia il progetto #thefutureison la sfida di Kelkoo di Ottavia Quartieri
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conocom, digital service provider europeo che da quarant’anni affianca le aziende nella scelta delle soluzioni innovative più utili a potenziare il loro business, prosegue nel suo percorso di posizionamento come abilitatore digitale per le imprese e sceglie l’agenzia milanese Sterling Cooper per tutte le attività di comunicazione. Il MarCom dell’azienda ha indetto un pitch a fine dell’anno scorso per scegliere l’agenzia di riferimento e
Sterling Cooper si è aggiudicata la selezione finale, in shortlist con Soho Square (gruppo Ogilvy & Mather Italia). Prosegue quindi un percorso di collaborazione iniziato l’anno scorso con la campagna di employer branding #alwaysON, che raccontava in prima battuta al personale Econocom il nuovo approccio sul mercato.Il 2015 vede evolvere questa idea nel nuovo concept #thefutureisON, strategia globale di comunicazione che interpreta efficacemente i punti chiave del piano di riposizionamento strategico “Mutation
2013-2017” che l’azienda sta portando avanti a livello globale. L’agenzia ha ideato un percorso di storytelling che scorre attraverso una serie di digital experience reali, disegnate e rese possibili da Econocom, che impatteranno nella vita quotidiana di tutti noi: queste racconteranno come ciò che si immagina appartenere a un futuro più o meno prossimo, sia in effetti una realtà che già appartiene ai nostri giorni. E #thefutureisON sarà la nuova parola chiave intorno a cui ruotano tutti i progetti.
arte Fino al 31 agosto l’ingresso alla mostra milanese sarà gratuito
The illy sustainArt world è alla Triennale Un’immagine della mostra
Otto artisti, provenienti dai Paesi produttori di caffè, scelti per interpretare la collezione dedicata ad Expo, di cui il marchio è official coffee partner
“Sustainable connections – the illy sustainArt world” è la mostra che da ieri fino al prossimo 31 agosto animerà la Triennale di Milano all’interno di illyartlab. Gli artisti, tutti provenienti da Paesi produttori di caf-
fè, sono stati coinvolti da illy nel corso degli ultimi due anni per interpretare le illy sustainArt Collection dedicate ad Expo, di cui l’azienda triestina è Official Coffee Partner. L’esposizione si compone di una ricercata sele-
zione di opere nel campo delle arti visive per un momento di immersione totale nel mondo della multidisciplinarietà alla scoperta delle nuove tendenze che caratterizzano la scena artistica internazionale.
Pierpaolo Zollo
Polonia, Portogallo, Svizzera, Irlanda e Repubblica Ceca. Sono questi i cinque nuovi mercati nei quali Kelkoo, una delle più grandi piattaforme di online advertising per l’ecommerce a livello globale, ha annunciato di voler lanciare delle nuove operazioni commerciali. Con l’apertura di questi nuovi mercati nella zona europea, la piattaforma di online advertising per l’ecommerce diventa l’unica realtà del settore che opera in 19 paesi del mondo con 6.000 merchant e oltre 2.500 editori. Per poter soddisfare tutte le esigenze degli utenti, Kelkoo da molti anni si mantiene in continua evoluzione, ponendo all’avanguardia la propria piattaforma. Dopo 15 anni di attività , l’azienda ha saputo anticipare le avoluzioni del mercato dando vita ad un network che propone 70 milioni di offerte nell’ultimo anno ha generato 280 milioni di click e 4.4 miliardi di euro di vendite post-click per i propri clienti» dichiara Pierpaolo Zollo, Commercial Director Europe & International di Kelkoo. ANNO VI | #124| MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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MARKET PLACE
la prima testata in Italia ad affrontare un mercato allora inesplorato
Quindici anni di free press, Metro festeggia
Diretto da Giampolo Roidi è distribuito attualmente a Milano, Roma, Torino, Genova, Firenze e Bologna, con una tiratura di 800 mila copie di Vera Modesto
Anniversario storico nel panorama italiano dei media: il free paper Metro ha compiuto quindici anni. Era, infatti, il 3 luglio del 2000 quando fece il suo debutto a Roma, primo quotidiano gratuito distribuito nel nostro Paese. «Oggi Metro è ancora il primo free press nel mondo e il primo in Italia», ricorda Mario Farina, editore dal 2009. Al timone della testata, adesso, c’è il direttore Giampaolo Roidi: distribuito a Milano, Roma, Torino, Genova, Firenze e Bologna, con una tiratura complessiva di 800 mila co-
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pie, per tutta la durata di Expo Milano 2015 Milano sotto l’egida di Metro si distribuisce anche, in 30 mila copie, una guida settimanale in formato pocket a eventi e iniziative dell’esposizione universale. Nato in Sve-
Giampaolo Roidi
zia nel 1995, Metro ha dato vita a un grande network internazionale e in Italia ha aperto il mercato dei quotidiani gratuiti dove, in seguito, sono entrati Leggo del gruppo Caltagirone e City di Rcs Media Group, poi chiuso nel 2012. Un mercato, quello della stampa gratuita, duramente colpito dalla contrazione degli investimenti pubblicitari (quasi il 50% in meno negli ultimi cinque anni), unica fonte di sostentamento per questi giornali, ma nel quale Metro si conferma primo per readership (Audipress 2015/1) con 826 mila lettori (equamente ripartiti tra maschi e femmine) nel giorno medio. «Informarsi attraverso la lettura di un giornale resta ancora la via maestra per capire e fissare davvero ciò che succede ogni giorno intorno a noi. Ed è un’abitudine che, non per forza, richiede ore di tempo», commenta il direttore Giampaolo Roidi -. Metro, da quindici anni, offre ai propri lettori una selezione delle notizie più importanti e interessanti dall’Italia e dal mondo, scritte volutamente in breve e con un linguaggio comprensibile davvero a tutti». In Italia, Metro è stato pubblicato inizialmente dall’editore svedese e poi, dall’agosto 2009, grazie a un accordo di franchising, dalla New Media Enterprise di Mario Farina, che nel luglio 2004 ha rilevato da Metro International anche la testata e il marchio, rimanendo, comunque, legato al network internazionale per una serie di iniziative speciali. ANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
DIREZIONE CREATIVA COORDINAMENTO IMMAGINE MEDIASET
EFFETTO CINEMA
C ’ È UNA RE T E C HE SI C O N FE RMA L’O T TAVA IN P R IM E T IM E C O N P I Ù D I 3 . 5 0 0 F I L M A L L’ A N N O O LT R E A C I C L I M A R ATO N E , R U B R I C H E E A P P R O F O N D I M E N T I . PIANIFICANDO SU IRIS R A G G I U N G E R A I O G N I G I O R N O T U T T I G L I A P PA S S I O N AT I DELLE EMOZIONI DEL GRANDE SCHERMO.
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MARKET PLACE
I numeri del comparto sono al momento premianti, ma d’ora in poi lo scenario potrebbe cambiare
Far capire il reale valore di un bene di lusso: è questa la sfida
Ma le aziende del settore tendono a usare gli stessi schemi messi a punto anni fa e perfezionati nel corso del tempo, forti dei risultati raggiunti. come dar loro torto? Dai 128 miliardi del 2000 il mercato è arrivato, nel 2014, a 224 miliardi di Pietro Castagna
Parole severe. Intervallate da numeri e cifre. Per inquadrare un trend e provare a immaginare un futuro che è già qui. «Le aziende del lusso tendono a usare gli stessi schemi messi a punto dieci o quindici anni fa e perfezionati nel corso del tempo, forti dei risultati raggiunti. In fondo, come dar loro
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torto? Dai 128 miliardi del 2000 il mercato è arrivato, nel 2014, a 224 miliardi, senza smettere, quasi mai, di crescere. E negli ultimi vent’anni i marchi hanno venduto beni di lusso per oltre 3 trillioni di euro. Ma con il 2015, secondo me, entriamo in uno mondo completamente diverso e le strategie andranno profondamente riviste». È questa la premessa e allo
stesso tempo l’invito fatto da Claudia D’Arpizio di Bain&Company, del resto già ascoltato in occasione della presentazione dell’ultimo Osservatorio Altagamma sul mercato del lusso. Il report elaborato dalla sigla aveva, in effetti, confermato tutte le previsioni fornite nell’ottobre precedente per il 2014: il mercato mondiale è cresciuto, rispetto al 2013, del 3% a cambi costanti. «Ed è questo il parametro che intendiamo usare d’ora in poi: solo così possiamo capire se le vendite aumentino in termini reali e non solo grazie alle differenANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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MARKET PLACE
ze valutarie», aggiunge D’Arpizio, partner di Bain&Company e forte di un’analisi - quella dell’Osservatorio - che nasce dalla collaborazione con un panel di 350 aziende del settore. «Per il 2015 siamo cautamente ottimisti, abbiamo chiamato lo scenario “new normal”: crescita nominale a due cifre, per via dell’euro debole, ma reale a una cifra, compresa tra il 2 e il 4% a livello globale. Una crescita frutto di strategie che non considerano più i mercati geografici, bensì analizzano i consumatori per nazionalità, ovunque essi comprino». Dunque, le stime del Consensus di Altagamma, elaborato in collaborazione con analisti di oltre venti banche e società di consulenza, sono in linea con quelle di Bain&Company. La crescita interesserà tutti i mercati: Europa, Americhe, Giappone, Asia, Medio Oriente e resto del mondo, ma dovrebbe essere single digit. Ambizioso, in questa direzione, l’obiettivo proposto da Andrea Illy, presidente di Fondazione Altagamma, riferendosi in particolare alle aziende italiane: «Rappresentiamo l’1% della popolazione
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claudia d’arpizio mondiale ma, di fatto, vendiamo un’idea di lusso a tutto il pianeta. Stimiamo che la percentuale del mercato dell’alto di gamma globale riconducibile ad aziende italiane sia del 10%. Credo che potremmo portarla al 15% entro il 2024, ma per farlo dovremmo crescere a un tasso doppio rispetto a quello attuale. Credo sia alla nostra portata, a patto di adeguare le strutture aziendali e in alcuni casi anche la cultura d’impresa». Le aziende italiane non sono le uniche a doversi adattare, ribadisce Claudia D’Arpizio: «Ormai la leadership
dei cinesi come consumatori di beni di lusso è una certezza, sono i primi con il 30% del totale. Ma gli acquisti, per la maggior parte, non sono fatti in patria: nel 2013 e fino a parte del 2014, ad esempio, c’erano stati forti flussi verso gli Stati Uniti, che ora si stanno muovendo verso l’Europa e che restano, invece, forti verso il Giappone. I cinesi viaggiano anche per lavoro o per crescere culturalmente, ma il primo scopo resta lo shopping. E a spingerli è la ricerca del miglior prezzo». Uno dei temi del 2015 sono, però, i listini: alcune maison, come Chanel, hanno iniziato a livellarli in ogni Paese, per evitare almeno in parte l’imprevedibilità degli acquisti dei “globe shopper”. «Forse altre aziende faranno lo stesso - conclude D’Arpizio -. Ma il punto è che lo shopping deve diventare, in primis per i cinesi, un’esperienza gratificante non solo se riescono a fare l’affare in questo o quel Paese. Le aziende devono far capire cosa sia il valore intrinseco di un bene di lusso, è questa la vera sfida». ANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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L’esito dell’indagine di Eumetra commissionata da Neinver
Italiani social anche negli acquisti: i selfie non mancano mai di Daniele Bologna
Eccolo, il “selfie in camerino”. Tanto di moda, di questi tempi, da diventare il tema esplorato da un sondaggio condotto da Eumetra e commissionato da Neinver, una delle maggiori società immobiliari internazionali presente in Italia con due centri outlet: Castel Guelfo, nel bolognese, e Vicolungo The Style Outlets, in provincia di Novara. La ricerca mostra che i selfie effettuati durante il processo d’acquisto sono considerati un utile strumento di shopping; e il ricorso a questa pratica è
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Un dato clamoroso: più del 70% degli intervistati afferma che si tratta di un “utile” strumento di shopping. E per buona parte di loro sta diventando la normalità anche nel momento dell’acquisto sempre più frequente, tanto da venire percepita, ormai, come una consuetudine. Infatti, più della metà degli intervistati dichiara di essersi fatto almeno una volta un selfie con indosso il capo che stava provando. A sorpresa, i più fedeli al selfie sono gli uomini: il 59% di loro dichiara di aver fatto almeno una volta un autoscatto durante i propri acquisti; in particolare, questa ANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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COVER STORY
Una questione “normale”
Più del 70% degli intervistati afferma che il selfie è un “utile” strumento di shopping; e per buona parte di loro sta diventando la normalità durante gli acquisti.
L’autoscatto dentro lo shop affermazione viene confermata dal 72% degli uomini del Sud. Il selfie, per il mondo maschile, ha due funzioni principali: ottenere un ra-
pido parere da un amico, familiare o conoscente circa l’acquisto (31%), oppure è un’occasione di divertimento, durante la quale ci si
Il 48% delle donne e il 57% degli uomini decretano l’outlet come il luogo ideale per il selfie durante le fasi di shopping.
fotografa con indosso abiti improbabili (20%). Giocoso, mirato all’acquisto rapido e “come viene, viene”, questo è il selfie maschile. Solo una minoranza degli uomini infatti, il 29%, ritiene che il selfie debba essere per forza ben fatto, mentre una quota maggiore non presta particolare attenzione al risultato finale e non teme
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eventuali brutte figure davanti a persone sconosciute; tanto è vero che anche il selfie scattato fuori dal camerino non desta particolari preoccupazioni “perché tanto è normale”. Donne più timide Le donne, sebbene utilizzino i selfie durante il loro shopping (56%), sembrano es-
sere più timide rispetto agli uomini; infatti, è maggiore la quota di chi dichiara di realizzare i propri autoscatti principalmente all’interno dei camerini, perché “si vergognano”. Il selfie femminile è inoltre più funzionale: ha infatti come scopo principale l’acquisto immediato, grazie al rapido feedback di una persona cara (41%), oppure
l’acquisto ragionato (18%). In quest’ultimo caso, il selfie diventa un prezioso e utile strumento di riflessione - “per avere memoria di come mi sta un capo/accessorio e riflettere sull’acquisto con più calma”. La pratica del “selfie in camerino” fa emergere anche quanto gli italiani si fotografino per il gusto di mettersi in mo-
Uomini in cerca di
pareri sugli acquisti
Per gli uomini, il selfie può avere una duplice funzione: la ricerca di un parere ad amici e/o parenti oppure la creazione di un pretesto divertente
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social
interaction?
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stra. Tra gli “assidui” utilizzatori del selfie emerge, infatti, uno spiccato tratto di vanità: rispettivamente, il 18% degli uomini e il 20% delle donne. Luoghi ideali Ma qual è il luogo perfetto per il “selfie in camerino”? Il 48% delle donne e il 57% degli uomini decretano l’outlet come luogo ideale. Le ragioni di questa scelta risiedono nelle qualità dell’outlet
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stesso. Infatti, fare shopping all’outlet permette di avere il tempo per attendere il parere della persona interpellata (40% delle donne, 47% degli uomini); consente di confrontare più selfie, riflettendo quindi sugli acquisti che si intendono fare e tornare successivamente nel negozio (33% delle donne, 27% degli uomini); inoltre, soprattutto per gli uomini, l’outlet permette di fare shopping con la calma necessaria (42% de-
gli uomini). In effetti, shopping in solitaria, idee confuse e il tempo di attendere il parere del “consigliere” interpellato sono le condizioni perfette per il selfie da shopping. E’ quello che afferma circa il 40% degli intervistati nel descrivere le situazioni in cui più spesso si fanno autoscatti durante gli acquisti. Strumenti condivisi Tra i principali strumenti di condivisione del sel-
Simboli iconici per selfie in camerino
Sopra, L’attore luca argentero, nella prima foto a sinistra; al centro belen rodriguez e poi la conduttrice televisiva alessia marcuzzi: sono le principali fonti d’ispirazione per i selfie, rispettivamente, di uomini e donne. qui a fianco, l’outlet nel novarese i cui spazi fanno capo al gruppo neinver
fie primeggia l’utilizzo di WhatsApp, con il 65% di risposte femminili e il 59% di risposte maschili. Segue il post su Facebook (19% delle donne, 27% degli uomini) e infine quello su Instagram (4% delle donne; 5% degli uomini). Tra gli oggetti maggiormente scattati nei selfie femminili vi sono: l’abito (47%), l’outfit intero (36%), ma anche gli occhiali da sole (33%). Il mondo maschile preferisce, invece, gli occhiali da sole, con il 49% delle risposte, seguono una maglia (34%) e un cappello (29%). Infine, agli intervistati è sta-
to chiesto quali siano le loro principali fonti di ispirazione per i ‘selfie in camerino’. Tra le donne primeggia Belen Rodriguez (32%) seguita da Alessia Marcuzzi (20%), mentre gli uomini si ispirano maggiormente a George Clooney (34%) e Luca Argentero (24%). Metodo e campione Il sondaggio è stato realizzato da Eumetra: è stato intervistato un doppio campione di 400 donne e 200 uomini italiani. L’età delle persone coinvolte è stata tra i 18 e i 50 anni. L’indagine, dove ciascun campione è rappresentativo del rispettivo universo di riferimento per genere, età ed area geografica di residenza, è stata condotta online tramite sistema CAWI (Computer Assisted Web Interview). Neinver è una delle aziende leader europee nel settore dello sviluppo, degli investimenti e delle gestioni immobiliari e di fondi. Sin dalla sua fondazione, nel 1969, Neinver si è occupata dello sviluppo, della acquisizione, della locazione e della ge-
stione di un’ampia gamma di immobili, tra cui parchi commerciali e industriali, oltre a spazi retail. Negli ultimi diciotto anni, Neinver ha sviluppato oltre 1 milione e 500 mila metri quadrati di immobili industriali secondo le esigenze dei singoli clienti. Neinver ha consolidato il proprio posizionamento sul mercato retail europeo con 565.100 metri quadri di superficie commerciale, 2.000 negozi e oltre 1.200 tra i migliori brand nazionali e internazionali. Il gruppo opera in Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Paesi Bassi. Da oltre vent’anni, la strategia di crescita di Neinver si fonda sulla specializzazione, in particolare nel settore degli outlet. Il gruppo spagnolo gestisce, infatti, 15 centri outlet per un totale di 311.600 metri quadri con i marchi The Style Outlets e Factory. A Neinver è stato, inoltre, riconosciuto dai principali marchi internazionali il secondo posto per affidabilità tra i gestori di outlet. Uno dei valori di Neinver è svolgere la propria attività basandosi sui principi dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale. Per questo, il gruppo è stato il primo nel settore a conseguire la certificazione Breeam In-Use per il proprio intero portafoglio di outlet presenti in Europa.
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COM PANY
Click-Through Rate quattro volte maggiore per il settore finanziario e per quello delle telecomunicazioni
Nell’ecommerce, email retargeting batte email tradizionale per 14 a 1 Lo dicono i risultati di un’indagine comparativa condotta da gennaio a maggio 2015 su 500 mila nominativi, comparando la percentuale di click ottenuta con mailing generici e con email retargeting in vari settori di Massimo Masi
A distanza di trent’anni dalla sua introduzione, l’e-mail è tuttora uno dei più importanti strumenti per la comunicazione digitale. Secondo i dati del portale tedesco Statiska, nel 2014 sono, infatti, transitate ogni giorno nel mondo circa 109 miliardi di email in ambito business, un dato previsto ulteriormente in crescita per gli anni a venire. Grazie al loro imbattibile Roi e alla possibilità di misurare i risultati, i mailing si sono affermati nel tempo come standard nell’ambito del marketing mix e sono diventati sempre più efficaci grazie agli sviluppi tecnologici. In particolare, l’email retargeting, che si basa su messaggi personalizzati e pertinenti con
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il comportamento dei potenziali clienti su web, rappresenta un fattore di successo determinante in un numero molto maggiore di casi rispetto ai classici mailing generici. Questo è, infatti, quanto emerge da un’indagine condotta da Remintrex dalla fine del mese di gennaio alla fine di maggio 2015, in cui sono state inviate 500.000 email per il settore dell’ecommerce e altrettante per quello
finanziario e per il mercato delle telecomunicazioni. I messaggi sono stati mandati prima ai contatti selezionati in modo casuale e poi, in un secondo momento, in modo mirato ai visitatori dei siti appartenenti ai tre diversi settori. La finanza è avanti Successivamente sono stati analizzati i risultati ed è stato riscontrato che nel caso dei messaggi mira-
ti in base all’email retargeting la percentuale di clic in ambito e-commerce è stata del 5,5%, contro lo 0,4% ottenuto con il mailing tradizionale, quindi, 14 volte più elevata. Interessanti i risultati anche per quanto riguarda il settore finanziario, spesso associato allo spam, dove il click-through rate è stato del 3,1%, decisamente maggiore rispetto allo 0,7% del mailing. Per quanto riguarda, in-
fine, il mercato delle telecomunicazione il CTR riscontrato con il retargeting email è stato 4,4%, a fronte dell’1% ottenuto con il tradizionale mailing. Florian Werner, Ceo di Remintrex, ha commentato: «Per ottenere attenzione tra la moltitudine dei messaggi che arrivano ogni giorno è sempre più importante che siano inviate comunicazioni personalizzate. Come mostra l’indagine comparativa che abbiamo svolto, infatti, i mailing massivi anonimi non sono più efficaci. I clienti debbono, infatti, potersi identificare nel messaggio che ricevono. Il retargeting offre le migliori possibilità, approcciando i potenziali clienti in base al loro comportamento sul sito, ancora prima che si siano registrati o abbiano effettuato il primo acquisto».
posta. Le diverse opportunità di retargeting che offre ai siti di ecommerce, ma anche alle aziende di online marketing, rappresentano un perfetto complemento al Crm convenzionale. I potenziali clienti che visitano un sito, ma poi abbandonano senza acquistare o registrarsi, possono ora essere identificati e raggiunti con campagne creative via telefono, email o posta tradizionale. Grazie a Remintrex, le aziende sono oggi in grado di raggiungere visitatori, fino a quel momento sconosciuti, durante i loro
processi di acquisto e provare a incoraggiarli a diventare clienti. Unica realtà in grado di offrire questa tipologia di servizi in oltre trenta paesi nel mondo, Remintrex mette a disposizione gratuitamente la creazione e l’impostazione delle campagne di retargeting, prevedendo solamente costi calcolati in base alle performance. Remintrex è un prodotto che fa capo a Smartup Venture, società fondata nell’autunno del 2013 e diretta attualmenteda Florian Werner e da Rafael Razim.
Perfetto e adeguato complemento al Crm Remintrex è leader in Europa per i servizi di retargeting via email, telefono e
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di Davide De Vecchi
Audipress, in collaborazione con Doxa, ha pubblicato il primo focus di approfondimento sui comportamenti di lettura della popolazione italiana. In questa prima indagine viene rilevata l’esperienza nel cosiddetto target “Top”, corrispondente all’8% della popolazione adulta italiana (14 anni e oltre), identificato con l’elite alla quale si è aggiunta una quota di individui appartenenti alla classe sociale medio superiore con professione (propria o del capofamiglia) di livello elevato, come imprenditori, liberi professionisti, dirigenti, quadri. «Ogni giorno più della metà degli italiani di questo segmento legge un quotidiano, +16,4% rispetto alla po-
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Una nuova modalità di elaborazione dei dati sviluppata da Audipress in collaborazione con l’istituto Doxa
L’esperienza di lettura del target “Top” Il primo commento del presidente della società di rilevazione, Maurizio Costa: «Ogni giorno più della metà degli italiani di questo segmento legge un quotidiano, il 16,4% in più rispetto alla popolazione totale»
polazione totale, e anche per i settimanali e i mensili crescono le differenze rispetto alla media nazionale, +4% per i lettori dei settimanali e +12,8% per i lettori dei mensili»,
ha spiegato il presidente di Audipress, Maurizio Costa, nel rilevare come questi numeri dimostrino quanto e come il mezzo stampa sia presente nella dieta mediatica
di questo qualificato segmento della popolazione. L’introduzione della versione digitale dei giornali ha portato la readership complessiva del segmento ad un livello superiore, moltiplicando le possibilità di lettura. Sottolinea, infatti, Costa: «Tra questi lettori è più che doppia la quota di coloro che leggono su entrambi i supporti, cartaceo e digitale, rispetto alla popolazione totale (10,7% vs 4,8%)». La fru-
izione del mezzo stampa è integrata nelle abitudini del target in tutte le sue declinazioni sociodemografiche (sesso, classi di età, eccetera), mentre non sembra influenzata dalle aree geografiche o dalla diversa ampiezza dei comuni. Il legame con il mezzo è confermato anche dal prevalere della copia comprata personalmente o in famiglia e da una fedeltà di lettura sopra la media.
Un target molto importante per le aziende, da sempre Un segmento che si definisce “top”. ne fa parte, da tradizione, l’elite della popolazione, a cui si è aggiunta una quota di individui appartenenti alla classe sociale medio superiore con professione (propria o del capofamiglia) di livello elevato, come imprenditori, liberi professionisti, dirigenti
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di Marianna Marcovich
Poco più di 1,2 miliardi di euro. E’ il valore a cui si avvicina la raccolta pubblicitaria televisiva degli ultimi quattro mesi monitorati. Tutto questo mentre la Rai aspetta il nuovo verticie dirigenziale e la concorrenza, Mediaset ovviamente in primis, affila le armi per combattere la battaglia televisiva d’autunno, quella decisiva per le sorti dell’intera stagione. Intanto, il progetto del premier Matteo Renzi per trasformare la tv di Stato in una vera media company, sembra proseguire, pur tra ostacoli di ogni genere. «Dopo il 12 luglio, data in cui formalmente scadrà il consiglio di amministrazione della Rai, convocherò l’ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza per comprendere insieme la strada da intraprendere per il rinnovo del cda. Non possiamo, infatti, “bypassare” la legge attuale». Queste parole, di alcuni giorni fa, sono del presidente della stessa Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle. Impossibile, allora, prevedere quando, e con quale strumento, verranno nominati i nuovi vertici della tv pubblica dopo la scadenza
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Le principali reti televisive si stanno attrezzando sul fronte delle programmazioni per la stagione decisiva
La Rai aspetta i vertici, mentre si prepara la battaglia d’autunno le decisioni finali per l’emittenza pubblica, a sorpresa, potrebbero arrivare prima della pausa estiva. Oppure se ne parlerà a settembre. Nel frattempo, la sfida sui palinsesti si sta profilando più agguerrita che mai
il cast di “gomorra 2”, in onda nella primavera 2016 su sky
formale del consiglio di amministrazione presieduto da Anna Maria Tarantola, che ha affidato il timone dell’azienda nelle mani del direttore generale Luigi Gubitosi. Sarebbe in arrivo un parere legale richiesto dallo stesso Fico. Perché la situazione è nota. Il disegno di legge del Governo è ancora all’esame della Commissione Lavori pubblici del Senato e potrebbe approdare in aula alla fine di questa settimana dopo l’ultima riunione di ieri. Ma in ogni caso l’appro-
vazione definitiva, dopo il necessario passaggio alla Camera, sarebbe impossibile prima di agosto, sempre che la navicella superi gli scogli degli emendamenti.
enrico mentana
Cosa succede dopo l’estate? Quindi il nuovo Consiglio, il nuovo presidente e il nuovo direttore generale dovrebbero a settembre (con la nuova legge) oppure molto prima, anche subito se Fico dovesse sparigliare e convocare la commissione parlamen-
fabio fazio
carlo conti
luigi gubitosi
maurizio crozza
tare, dopo il parere legale, per votare con la legge in vigore attualmente, cioè la Gasparri. Domanda ancora priva di risposta, perché il nodo è tutto politico. Nel frattempo, la battaglia d’autunno si annuncia infuocata. In tv è sempre stato così, ma stavolta, però, non ci sarebbe più nulla di rituale, come sanno gli interlocutori economici e, in prima fila, gli inserzionisti pubblicitari, protagonisti di un mercato per ora in contrazione secondo i dati gennaio-aprile 2015:
in tutto il comparto media, gli investimenti nel periodo gennaio-aprile 2015 sono stati classificati a quota 2.073,1 milioni di euro contro i 2.122,5 nello stesso periodo del 2014, quindi in contrazione, anche se Rai e Mediaset avrebbero già segnalato una conclusione del mese di giugno molto positiva. In ogni caso, la tv resta la grande protagonista della partita con 1.241,5 milioni (erano 1.269 nel 2014) contro i 141,9 milioni investiti sul web (erano 145,7 nel-
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del futuro, la Rai ha puntato su molti brand consolidati, valorizzandoli. Riappare il marchio di “Rischiatutto” su RaiTre, in prima serata e con il volto di Fabio Fazio al posto di Mike Bongiorno; al Festival di Sanremo torna lo sperimentato Carlo Conti; Maurizio Costanzo guiderà il team degli autori del redivivo
la conduttrice del talent “amici” maria de filippi
“Domenica in”. Mediaset, invece, giocherà la carta di Adriano Celentano su Canale 5, giudicato “l’evento televisivo dell’anno, una sorpresa di altissimo livello, una storia da raccontare”, e poi sulla Champions League di calcio e l’intramontabile “Amici”. Passando a Sky, spunta “Gomorra 2”, nella primavera 2016, su
roberto fico lo stesso periodo 2014). Unico settore in crescita pubblicitaria è però la radio: 116,2 milioni nei primi quattro mesi nel 2015 contro i 107 del 2014, tenendo presente lo stesso periodo. Iniziata la battaglia I competitori della Rai, intanto, si stanno muovendo su tutte le piattaforme. Da giugno, Cairo Pubblicità, la società controllata da Cairo Communications, ha iniziato la vendita degli spazi pubblicitari per i contenuti televisivi di La7 sui canali YouTube, grazie a un accordo con Google. Ed
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è solo un esempio. Naturalmente, l’“ammiraglia” Rai può contare su una forza indiscutibile confermata nel periodo tra l’1 gennaio e il 13 giugno di quest’anno: il 38% di share medio di individui (contro il 33,7% di Mediaset, il 3,6% di La7, il 6,1% di Sky e il 5,4% di Discovery. Ma nella fascia tra 25 e 54 anni, ovvero quelle “teste” responsabili dell’acquisto tanto care agli inserzionisti pubblicitari, la Rai è ferma al 29,7% contro il 37,1% di Mediaset. Ma in aiuto alla sfera pubblica arriva il riscatto finale: secondo i dati di Auditel, il pubbli-
co considerato di fascia economica e culturale “alta”, raggiunge, sul fronte Rai, il 41%, mentre in casa Mediaset, nel complesso, è a quota 27,8%. Bisogno d’innovare Dunque, il bisogno di innovazione per la Rai si può intendere chiaramente, molto nitido, anche nelle cifre. Così come un cambiamento, in tante direzioni, risulta necessario anche nelle valutazioni di Palazzo Chigi. Basta rileggere il passaggio del documento sulla nuova Rai divulgato nello scorso aprile e frutto di una riflessione di Matteo
Renzi con i suoi più stretti collaboratori: «Costruire il servizio pubblico del futuro significa porre le condizioni per una governance che accompagni la trasformazione della Rai da broadcaster a media company. Una media company capace di essere presente e produrre contenuti per tutte le piattaforme, lineari e non lineari, con una particolare attenzione all’innovazione tecnologica». E mentre l’ultimo atto della gestione Tarantola-Gubitosi è stata l’approvazione del bilancio 2014 e dei palinsesti autunno- inverno 2015-2016, in attesa
cui i vertici della pay tv contano parecchio, così come sulla nona edizione di “X Factor” e, soprattutto, sull’offerta sportiva con 1.619 partite live, di cui 1.365 in diretta esclusiva. La7, infine, sfodera la pattuglia dell’approfondimento giornalistico, di cui fanno parte Enrico Mentana, Lilli Gruber, Giovanni Floris, Gianluigi Paragone, Corrado Formigli e Myrta Merlino, senza dimenticare l’arma in più rappresentata da Maurizio Crozza. E da un’insidiosa zona laterale, anche Discovery si dichiara pronta alla sfida con la tv generalista.
Palazzo chigi, a roma, sede del governo, dove si stanno decidendo i destini della nuova rai ANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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paoloni
renato
giugliano
valentina
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mantica Netflix, tutti ne sono certi, dovrebbe far lievitare il mercato dei contenuti. La svolta sembra alle porte. Solo nell’ultimo anno, più di 37 milioni di italiani avrebbero guardato filmati in rete; e il 73% degli utenti web ne hanno preso visione almeno una volta al giorno di Daniele Bologna
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ribeiro Gli utenti attivi che pubblicano video su YouTube o su Vimeo stanno aumentando
Videomaker: avete davanti una stagione senza precedenti Lo scenario è il seguente: chi si occupa di filmati per internet ha davanti una stagione professionale senza precedenti, fatta di chance e concorrenza. Netflix - tutti ne sono certi - dovrebbe far lievitare il mercato dei contenuti. La svolta sembra alle porte. Solo nell’ultimo anno, più di 37 milioni di italiani, secondo le stime di Ya-
hoo, avrebbero guardato filmati in rete; e il 73% degli utenti web ne hanno preso visione almeno una volta al giorno. Il consumo di video online è in costante crescita e così la sua produzione, a livello amatoriale e professionale. Gli utenti attivi che pubblicano video su YouTube o su Vimeo aumentano mese su mese e, come anticipa-
to, in tempi brevissimi è atteso lo sbarco di Netflix in Italia. Per i video maker, e più in generale per chi si occupa di registrazione, montaggio e produzione video per il web, si potrebbe aprire una stagione professionale senza precedenti, fatta di opportunità, ma anche dinuova concorrenza. Lo dimostra il successo planetario di “Hou-
se of Cards”, pensato in primis proprio per il web, ma anche di altre serie divenute molto celebri. Un trend che non ha soltanto incuriosito, ma letteralmente “ingolosito” numerosi attori del mercato. Le produzioni dal basso hanno spazio libero per tentare il successo di pubblico, anche perché i costi di produzione e le apparecchiature sembrano avere raggiunto livelli accettabili anche per chi ha budget risicati. Gli spazi da occupare In questa rivoluzione del mercato del lavoro, la platea dei professionisti non è rimasta a guardare, ma si è ritagliata spazi precisi d’azione. Le principali famiglie di videomaker sono, oggi, quattro: gli esperti di video-informazione, gli operatori che eseguono registrazioni di eventi e contenuti per la comunicazione d’impresa, i creativi che operano nell’advertising e per i social media e quelli più spinti verso il lato artistico e filmico. «In tutti i casi - racconta Marino Paoloni, dell’agenzia Agr Press - servono solide basi tecniche nell’ambito della fotografia, della registrazione e del montaggio audio e video. I primi passi sono quasi sempre da autodidatta ed è sempre più facile iniziare, anche per la forte diffusione di macchine fotografiche ibride, a costi contenuti, adatte alla ripresa. Per produzioni professionali, tuttavia, bisogna avere strumenti avanzati e molta esperienza
sul campo». Sulla stessa linea è anche Sha Ribeiro, che dalla fotografia è passato, nel 2012, a occuparsi anche di videoproduzioni. «Il web è un’arma a doppio taglio: moltiplica le occasioni, ma rischia di abbassare la qualità dei prodotti. Saper girare bene, in maniera pulita, e montare un video restano le competenze chiave di questo lavoro. Spesso i committenti non si rendono conto di quanto lavoro ci sia dietro le quinte e si presentano con budget limitati e richieste altissime, senza rendersi conto che andare sul web non significa anche scarsa qualità o bassi costi di produzione”. Videomaker specializzati La specializzazione dei videomaker è una scelta obbligata. Ormai serve questo per operare correttamente sul mercato e tra i segmenti più vivaci c’è sicuramente quello dell’advertising e dei piccoli team di lavoro, costituiti da giovanissimi o professionisti fuoriusciti dalle grandi agenzie. «La nostra scelta è stata, anni fa, quella di creare una struttura agile e snella, per garantire qualità e velocità di produzione con budget limitati - racconta Valentina Mantica, cofounder di Uramaki, web video factory milanese nata nel 2011 -. Il mercato è molto competitivo, per essere efficaci come videomaker per il web bisogna svolgere più mestieri insieme, specializzandosi in discipline complementari: oltre
alla capacità di gestire il processo creativo e tecnico è utile saper scrivere buoni storyboard, parlare la lingua del marketing e definire strategie social e di comunicazione». Il successo dei video virali si basa, infatti, sempre più sul lavoro di squadra tra videomaker e social media manager o digital pr che completano la fase di lancio e promozione. Contenuti e strategia vanno definiti insieme, ex ante, perché un video abbia fortuna. Questo vale anche per le opere autoriali, sostiene Renato Giugliano, che insieme ad altri due filmaker ha recentemente prodotto “Status”, fortunata serie web finanziata con 60 mila euro dal Milan Film Festival. «In passato ho lavorato con Ermanno Olmi, ma ora sono approdato al web. È un altro pianeta, nuovo, un treno in corsa, il mondo più democratico che esista per chi produce contenuti, perché mette subito a contatto col pubblico, anche autori giovani e chi produce virali. Richiede velocità e una forte conoscenza delle dinamiche online». La distribuzione con internet è passata dai distributori classici al tam tam su rete, alimentata da strategie social. «Questa attività è alla portata di tutti, ma difficile da rendere redditizia. Servono competenze ampie e buoni team di lavoro. Il mercato è competitivo, ma siamo i pionieri e sono ottimista. I budget americani sono lontani, ma lavoro ce n’è; e con l’arrivo di Netflix crescerà certamente la domanda di contenuti».
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Come si crea la pubblicità intelligente.
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Le turbolenze in Grecia non scombinano i piani estivi degli italiani, che incoronano il Paese ellenico al centro del dibattito come prima meta di vacanza. A dirlo è “Google Summer Trends”.
Parla anche italiano la “line” dei top manager intergruppo della nuova Sky europea. Il grande gruppo televisivo da oltre 20 milioni di abbonati, nato lo scorso novembre dall’acquisto, da parte di BskyB, di Sky Deutschland e Sky Italia, sta dotandosi di una ristretta squadra di superdirettori che hanno l’incarico di indirizzare e supervisionare in modo unitario settori chiave delle attività industriali,i. Alla dell Procurement, ovvero la struttura che indirizza acquisti per oltre 4 miliardi di euro l’anno, è stato nominato Fabio Francalancia.
Cosa cerchiamo su Google in estate
Sky in Europa parla italiano
GOOGLEITALIA.BLOGSPOT.IT
microsoft
Nella musica, a tutti costi… Microsoft punta a non restare indietro nel settore della musica in streaming che ha appena visto scendere in campo Apple. La compagnia ha annunciato nuovi nomi per le app di intrattenimento sulla piattaforma Windows 10 che arriverà il 29 luglio: il servizio Xbox Music diventerà Groove, mentre Xbox Video si chiamerà Movies & Tv. Come i competitor, tra cui Spotify, Apple e Google, per un abbonamento mensile di circa 10 dollari Groove darà accesso a un catalogo di oltre quaranta milioni di brani, da ascoltare e gestire con l’application.
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ILSOLE24ORE.IT
televisione
La nuova stagione targata Fox Sports
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Tanto calcio - Premier League, campionato olandese e Bundesliga - nel palinsesto Fox Sports, in esclusiva agli abbonati Sky. Mancano per ora la francese Ligue1 e la Liga spagnola.
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Ikea,ella’s kitchen, allianz e triodos bank: esempi di “successo sostenibile”
l’innovazione etica come ingrediente indispensabile per la percezione del brand di Valentina Lunardi
Innovazione e pratiche etiche di business sono due degli elementi più importanti per creare una positiva percezione dei brand. Ma come possono le compagnie combinare questi due elementi, assicurandosi che le proprie innovazioni siano esse stesse etiche? Le persone, d’altro canto, sono diventate sempre più consapevoli riguardo le proprie abitudini di consumo, prendendo in seria considerazione il lato etico dei prodotti che acquistano, sempre più spesso dando più importanza a questo fattore piuttosto che a prezzo, qualità e reputazione generale. Come risultato, in un contesto dove esiste una moltiplicazione delle scelte di consumo e una competizione serrata a livello globale, il valore del brand può determinare da solo la scelta di un prodotto o servizio piuttosto che di un altro. Ikea è uno di quei brand in cui i processi innovativi sono guidati da obiettivi sostenibili. Citando alcuni esempi, il 76% del cotone utilizzato dalla compagnia svedese è prodotto attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili, più di 700.000 pannelli solari sono stati installati su edifici Ikea in tutto il mondo e il gruppo possiede e gestisce 224 turbine eoliche. Magnus Holst, direttore globale del programma di fidelizzazione Ikea Family, ha affermato in una recente intervista: “I consumatori hanno una visione molto più ampia dei brand, rispetto a cinque o dieci anni fa. Oggi, si aspettano non solamente di ottenere ottimi prodotti e servizi, ma i valori di un marchio sono diventati altrettanto importanti. Molti consumatori scelgono un certo brand perché possono identificarsi con esso, a prescindere dalla specifici-
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Per le compagnie aumentare il valore dei propri marchi e attrarre i nuovi consumatori, sempre più attenti al posizionamento delle aziende rispetto a problematiche ambientali e sociali, sono diventate necessità a cui rispondere al più presto per competere nell’era del marketing consapevole tà della sua offerta”. E secondo Holst questi valori devono essere compresi in tutti i processi aziendali, compreso lo sviluppo di nuovi prodotti: “I valori etici devono integrarsi in maniera naturale, senza forzature o finzioni. Devono collegare e espandere il core business e provare la propria coerenza nel tempo”. Altra prova da superare è quella di rispondere, nel contempo, ai propri obiettivi di business senza per questo sollevare considerazioni ciniche da parte delle persone; per questo la fiducia è un elemento chiave. “Per me, si tratta di essere aperti e comunicare in modo naturale, dimostrando come i nostri progetti sociali aiutino a realizzare i nostri obiettivi di business, e viceversa”, ha aggiunto Holst. “La fiducia può essere guadagnata solamente sodisfando le aspettative dei consumatori, e questo include l’offerta di prodotti o servizi di alta qualità uniti a una comunicazione stimolante e onesta”.
Successo commerciale, ma soprattutto etico Nick Giles e Michael Hayman, autori del libro “Mission: How the Best in Business Break Through”, hanno identi-
ficato un altro rapido cambiamento che sta avvenendo nel mondo dei consumi: un nuovo interesse da parte dei consumatori per le startup sostenibili, in particolare nel settore alimentare. Gli autori, che sono co-fondatori della società di comunicazione Seven Hills, hanno riunito le osservazioni di imprenditori che hanno costruito imprese come Whole Foods, Airbnb e Ella’s Kitchen, osservando come le aziende possano avere successo definendo chiaramente i propri scopi, realizzando campagne per posizionarsi efficacemente sul mercato e sfruttando il giusto momento. Giles ha osservato in particolare a proposito di Ella’s Kitchen, compagnia produttrice di alimenti biologici per bambini e neonati: “È un marchio nato da un’idea semplice, che oggi è arrivata a dare vita al brand numero uno nel campo dei prodotti alimentari per i più piccoli nel Regno Unito, vantando un business da decine di milioni di sterline l’anno”. Coerentemente, Paul Lindley, fondatore di Ella’s Kitchen, ha sostenuto in molti dei suoi interventi e interviste che essere un marchio consapevole significa conseguire risultati commerciali che si sviluppino di pari passo con esiti sociali. Secondo l’analisi formulata nel libro da Hayman, l’attuale panorama commerciale è caratterizzato dall’emergere di tre nuovi fattori, il cui rapido sviluppo è trainato dalla crescita delle startup con scopi solidali o etici: “caring”, le compagnie oggi affermano il proprio interesse nel migliorare la vita delle persone; “sharing”, una delle caratteristiche fondamentali del-
Processi innovativi guidati da obiettivi sostenibili
il 76% del cotone utilizzato da ikea è prodotto attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili, mentre a livello globale, più di 700.000 pannelli solari sono stati installati su edifici del gruppo. inoltre, sempre nel campo delle rinnovabili, l’azienda svedese possiede e gestisce 224 turbine eoliche
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la nuova economia della condivisione, in particolare delle informazioni; “daring”, le aziende si mostrano sempre più audaci nell’affrontare le nuove sfide. Secondo Hayman, le compagnie che rispondono a tutte e tre queste caratteristiche sono l’esempio più alto di ciò che la tecnologia odierna può rendere possibile nel campo del business. “Questi brand hanno inglobato le finalità sociali nelle proprie strategie, superando quella mentalità ossessivamente commerciale ereditata dalla generazione precedente di imprenditori e marketers. Prendete un settore fondamentale come il cibo: non è un segreto che le forme esistenti di produzione alimentare stiano diventando insostenibili, mentre la popolazione mondiale continua a salire di numero. L’innovazione in questo campo è essenziale e ha un naturale sviluppo etico”.
L’innovazione è un processo condiviso Nonostante sia largamente avvertita, l’innovazione spesso si afferma per compartimenti divisi, isolati da colleghi di lavoro o clienti. Tuttavia, coinvolgere gli altri può essere un valido strumento per garantire che l’innovazione sia disciplinata dall’etica di business. “Devi sempre assicurarti di portare le persone con te, di farle sentire parte del processo di innovazione e cambiamento”, ha osservato in proposito Roger Miners, CMO Europe di Allianz Global Investors. “Bisogna dimostrare che il proprio business stia veramente vivendo i valori che comunica e che la storia che si sta raccontando sia davvero tua”. Allianz ha recentemente lanciato una nuova immagine aziendale per supportare il posizionamento del marchio “Understand. Act.”, con cui si
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le prassi evidentemente insostenibili delle banche globali negli ultimi anni. Ad esempio, Triodos Bank è orgogliosa di essere una banca etica e trasparente al 100%. Il suo amministratore delegato, Peter Blom, è anche presidente della Global Alliance for Banking on Values, che a marzo ha lanciato un nuovo fondo d’investimento denominato SFRE (pronunciato Sapphire). Esso è destinato a fornire un miliardo di dollari di capitale di investimento a lungo termine per il segmento crescente delle banche con finalità sociali. Huw Davies, capo del personal banking, vendite e marketing, ha assicurato che Triodos Bank presta denaro solo ad imprese etiche. “Siamo una banca d’affari che utilizza i depositi dei nostri risparmiatori esclusivamente per concedere prestiti a progetti e organizzazioni che lavorano per dare vita a un cambiamento positivo, come nel campo delle energie sostenibili”. Inoltre, ha spiegato Davies, “Si tratta di un business con valori chiari che rispecchiano quello che facciamo e come lo facciamo; la trasparenza è importante, soprattutto su come utilizziamo i soldi. Noi non abbiamo una corporate social responsability costruita nel nostro modello di business principale: è tutta la nostra compagnia ad essere eticamente sostenibile”. Non molte aziende possono vantare lo stesso, ma in molte possono lavorare per assicurarsi che l’etica sia il comun denominatore di tutte le proprie prossime innovazioni.
Tecnologia
e innovazione al primo posto
Nick Giles e Michael Hayman, autori del libro “Mission: How the Best in Business Break Through”, hanno identificato un fondamentale cambiamento che sta avvenendo nel mondo dei consumi: il nuovo interesse da parte dei consumatori per le startup sostenibili, in particolare nel settore alimentare
propone di riflettere la diversità culturale sia del personale sia dei clienti del provider di investimenti corporate. Miners è un convinto sostenitore del fatto che per raggiungere gli obiettivi sia sociali sia di business sia necessario far sentire più persone possibili parte del processo di cambiamento. “Fin dall’inizio dell’implementazione della nuova strategia abbiamo reso chiaro il fatto che tutti nella nostra azienda dovevano essere parte di questo viaggio. Infatti, il progetto per la nostra nuova immagine aziendale ha preso vita a partire dal concorso fotografico, aperto a tutti i nostri dipendenti, che abbiamo organizzato in occasione della giornata per l’inclusione e la diversità del 2014”. Nel settore dei servizi finanziari vi è chiaramente ampio spazio d’azione per l’innovazione etica come differenziatore dei modelli di business, anche in considerazione delANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015
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Matteo Dedè
Marcello Cardani nato a Milano, il 26 luglio del 1949, docente, è l’attuale Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dal luglio 2012. Laureato in Economia e commercio all’Università commerciale luigi Bocconi di milano, è stato Professore Associato di Economia Politica presso il medesimo ateneo. Ha svolto alcuni ruoli istituzionali nell’ambito dell’Unione europea, dove è stato membro del gabinetto del Commissario europeo Mario Monti per il mercato interno e Capo di gabinetto aggiunto del Commissario europeo Mario Monti per la politica della concorrenza. Nominato l’11 luglio 2012 presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con decreto del Presidente della Repubblica su indicazione del Consiglio dei Ministri, e senza alcuna procedura di valutazione comparativa, ha preso il posto di Corrado Calabrò, rimasto in carica nei precedenti sette anni, dal 2005 al 2012
una riforma ampia Gli indicatori per la banda ultra larga presentano un grado di arretratezza preoccupante rispetto all’Europa. L’Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68% dell’Ue a 28 e di conseguenza un digital divide doppio rispetto a quello europeo e con situazioni regionali che arrivano al cento per cento, ovvero alla totale assenza di reti a banda ultralarga. Pur considera “accettabile” la situazione per la banda larga, riguardo alle connessioni a banda ultra larga è ancora più critica la situazione se si considera il livello di penetrazione: solo il 4% delle famiglie utilizza connessioni superiori a 30 megabit al secondo (contro il 26% dell’Ue a 28) e praticamente nulle sono le connessioni superiori a 100 mbps, attestate al 9% nell’Unione Europea a 20. Un ruolo decisamente importante nella direzione di colmare tale divario potrà essere svolto attraverso gli strumenti messi in campo dal Governo in attuazione della strategia per la banda ultralarga, che prevede la destinazione di una quota significativa di incentivi e contributi finanziari alle aree bianche, percentuale di digital divide pari al 100%, del Paese. Negli ultimi cinque anni, in Italia, si è poi registrata una progressiva riduzione dei ricavi nel settore dell’informazione: i media “classici” - quotidiani, tv, radio - hanno complessivamente perso quasi 2 miliardi di euro, con una riduzione pari al 16% nel periodo 2010-2014, con punte superiori al 30% nel caso dei quotidiani. Ed è un effetto della digitalizzazione sull’editoria. A fronte delle opportunità offerte al sistema delle comunicazioni elettroniche dai nuovi bisogni
e dalle nuove modalità di consumo, la digitalizzazione ha effetti in controtendenza sulla domanda di servizi tradizionali di comunicazione e informazione, primi tra tutti i prodotti editoriali e i servizi postali. Il fenomeno, generalizzato a livello internazionale, richiede un’attenzione specifica a livello nazionale, trattandosi di servizi che perseguono obiettivi di interesse pubblico e sociale. A questi settori è richiesto, più di altri mercati di competenza dell’Autorità, un cambiamento capace di rispondere ai nuovi modelli di domanda nell’ambito delle specificità territoriali. Distinguendo tra media classici, la televisione, anche grazie alla sua funzione di intrattenimento, mantiene comunque una posizione importante, mentre i quotidiani soffrono di un “declino strutturale”. In questo settore è necessario un radicale ripensamento del disegno istituzionale e regolamentare. In primo luogo occorre adottare un quadro di regole coordinate per i vari media, flessibile, al passo con l’evoluzione del sistema e in grado di continuare a garantire il pluralismo informativo. Il quadro dovrebbe tener conto in particolare delle specificità del web e del primario ruolo di mezzo di informazione che esso va assumendo in virtù dei molti operatori che agiscono come piattaforme di aggregazione, ricerca e condivisione sociale. Si sente la “necessità” di una riforma ampia della normativa italiana in materia di comunicazione, informazione e media, considerando che il quadro esistente, tra l’altro molto frammentato e disomogeneo, è ormai obsoleto rispetto alle sfide imposte dal nuovo sistema.
SPAZIO A...
cortina incontra
13/19 luglio @ cortina d’ampezzo (belluno) seconda edizione della manifestazione dedicata ai temi dell’informazione, con un ampio spazio per il digitale
Dal 13 al 19 luglio, Cortina D’Ampezzo s’impone al centro del dibattito sul futuro dell’informazione. Una settimana di conferenze, riflessioni e approfondimenti sul mondo dei media, nonché numerosi seminari gratuiti. L’innovativa proposta dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto insieme a Cortina Turismo, lanciata lo scorso anno, torna nella splendida cornice della Regina delle Dolomiti con veticinque appuntamenti in sei giorni, e più di sessanta relatori. Tante le novità della seconda edizione, in larga parte dedicata alle tecnologie digitali, grazie anche alla partnership con Google, con seminari dal lunedì al sabato, e focus sempre più specifici e specializzanti. Inoltre, ci sarà la prima edizione di Cortina Top Press, concorso dedicato al giornalismo turistico, con il patrocinio del MiBACT. E ancora, incontri aperti al pubblico nel weekend insieme ai protagonisti dell’informazione: attesi, tra gli altri, Fabio Bogo, direttore di Affari&Finanza e vicedirettore del quotidiano la Repubblica; Marzio Breda, inviato e quirinalista del Corriere della Sera; lo scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco; Luca De Biase, editor di innovazione a Il Sole 24 Ore e Nòva 24; Iacopo Gori, responsabile di corriere.it; Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti; Roberto Napoletano, direttore de Il Sole 24 Ore; Massimo Russo, vicedirettore del quotidiano La Stampa. ANNO VI | #124 | MERCOLEDÌ 08 LUGLIO 2015