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ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015

ieri l’esordio del prestigioso evento internazionale con i servizi dei nostri inviati in germania

3 dmexco Colonia, la prima giornata i fatti del giorno

marketplace

company

media

Un presidio che equivale ad aprire le porte al ricco mercato francese

Due spot, dal 20 settembre, per l’azienda impegnata nel petfood

La struttura vuole potenziare lo sviluppo dell’offerta commerciale

Il social network potrebbe varare un concetto alternativo al “like”

MagNews parteciperà in qualità di espositore a E-commerce Paris 015

ADoC lancia la prima campagna della linea a marchio Day by Day

ADmantX: ora nuovi fondi per proseguire nella propria crescita

Dislike? Meglio dire “parere non positivo”. Facebook aggiunge…

scenario

Giovanissimi in rete con lo smartphone

29 link

coverstory

Ma è vero che i blog presto spariranno?

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Alta formazione ed esperienza nel Dna dello startupper italiano

Sono due degli elementi desunti dall’indagine “La voce delle startup” svolta da Italia Startup, che crea un identikit dell’imprenditore innovativo

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l’intervista / Adam Ross, Coo di zanox International, e Sheila Biasini, country manager italiana con lunga esperienza nel digitale

Un’offerta che sia sempre più efficace, trasparente e multidevice: per rispondere all’evoluzione continua

modelli di fruizione e tecnologie in continua evoluzione, quali sono le principali sfide in arrivo per il settore del performance marketing e anche per voi di zanox? Sheila Biasini L’universo del digital marketing è da sempre in rapida evoluzione e i cambiamenti sono sempre arrivati senza soluzione di continuità. Da anni, in zanox, lavoriamo per adattarci alle mutazioni dell’ambiente, in modo da creare, appunto, un ambiente, sia in senso tecnologico sia per quanto riguarda i servizi, capace di accogliere le novità in arrivo sul mercato e integrarle al meglio nel nostro network. Abbiamo sempre puntato su un’offerta trasparente e multidevice, come sanno tutti coloro che utilizzano la nostra piattaforma.

il principale network di affiliate marketing d’Europa, che all’evento tedesco è presente in qualità di main sponsor, ha accolto i propri visitatori con il management continentale al gran completo. ecco tutte le opzioni, gli strumenti, le idee e i numeri di un player che continua a crescere e a rinnovarsi di

Aureliano Roio

Tra i tanti protagonisti del Dmexco 2015 ne spicca uno che, con i suoi dieci anni di storia non rappresenta, ovviamente, alcuna novità per il mercato italiano (ed europeo), ma che merita ugualmente elevata attenzione per la ferma volontà di continuare a interpretare un ruolo di primo piano in uno dei settori del digitale che da anni è al centro delle strategie di investimento delle aziende. Si tratta di zanox, il principale network di affiliate marketing d’Europa,

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nell’immagine sheila biasini e adam ross, fotografati ieri a colonia nel corso di dmexco. hanno concesso un’intervista esclusiva a 360com che al Dmexco è presente in qualità di main sponsor e, come tale, ha accolto i propri visitatori con

il management continentale al gran completo. Ne abbiamo approfittato per incontrare insieme Shei-

la Biasini, fresca country manager italiana (ma con lunga esperienza nel digitale e nell’azienda stessa)

e Adam Ross, giovane e brillante Coo di zanox International a cui è stata affidata la missione di trac-

ciare la rotta per il futuro dell’azienda. Tra big data, nuovi

Adam Ross I nostri clienti (e i publisher) utilizzano da tempo il canale mobile per pubblicizzare prodotti e

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servizi. Oggi che il multi device è divenuta un’esigenza imprescindibile ci stiamo preparando a migliorare ulteriormente la qualità dei nostri servizi introducendo nuove tecnologie di misurazione della customer esperience e, di conseguenza, più efficaci modelli di misurazione. E’ un aspetto che riteniamo sarà strategico nel prossimo futuro. Tuttavia, non ci interessa scoprire e cavalcare la prossima “fast, exciting, new big sexy thing”. Ci interessa essere affidabili e performanti per advertiser e publisher. Il nostro obiettivo è continuare a fare ciò che facciamo da dieci anni nella maniera migliore possibile. La sfida, probabilmente, sarà quella di deliverare i nostri servizi in una forma sempre più personalizzata. SB In effeti, la sfida, per una piattaforma come la nostra, è proprio quella di riuscire a essere preparati per integrare in maniera veloce e trasparente le novità che il mercato porta. Noi ci siamo mossi non solo a livello tecnologico, ma anche dal punto di vista dei servizi e della consulenza: abbiamo, infatti, un team internazio-

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nale di esperti del mondo publisher che ha l’obiettivo di cogliere le nuove opportunità che il mercato propone, valutarne le potenzialità e integrarle nello zanox Marketplace in modo tale che i nostri clienti possano attivare i nuovi publisher e canali nel più breve tempo possibile. Ovviamente, ci sono canali e contenuti che meglio si prestano a essere integrati in un network a performance: ad oggi, ad esempio, il mobile è un ottimo canale per le performance, mentre il video lo è meno. Ma non sappiamo se in futuro questa tendenza cambierà ancora. Quali sono, viste in ottica “europea”, le principali peculiarità del mercato italiano del performance marketing, sia dal lato dell’offerta, sia per quanto riguarda la domanda di servizi di performance? SB Una singolarità del nostro mercato riguarda la tipologia di inserzionisti che lavorano con noi. Più che in altri paesi abbiamo clienti in area moda, abbigliamento e accessori. Inoltre, le dimensioni delle aziende che lavorano con noi sono per la maggior par-

te medie o grandi; in altri mercati sono invece presenti in modo più significativo anche le imprese di dimensione minore, che proprio grazie a una realtà come zanox decidono di investire nel digital advertising attraverso i servizi a performance. In Italia, purtroppo, non c’è ancora la necessaria competenza, sia tecnologica che di marketing, per farlo. Anche per questo abbiamo stretto alcuni accordi con incubatori italiani e internazionali, al fine di aiutare le piccole nuove imprese a diventare grandi, insieme; e offrendo consulenza e tecnologie a costi contenuti. Ci sono poi differenze che riguardano il differente stadio di sviluppo in cui si trova un determinato comparto, come ad esempio quello dei codici sconto o i loyalty programs, che sono molto più sviluppati nei paesi del nord dell’Europa. In Italia questa voce è cresciuta con decisione solamente a partire dall’ultimo anno e mezzo, con l’entrata sul mercato di alcuni player internazionali. Ci aspettiamo, con le necessarie differenze, che anche per noi tali canali possano rappresentare una parte importante del performance marketing.

AR Ogni Paese ha le proprie caratteristiche e talvolta le differenze sembrano inspiegabili, ma sono legate a numerose variabili intervenute nello sviluppo dei mercati. Ritengo che una differenza fondamentale tra il mercato del digital adv italiano e quelli del nord Europa, come Uk o Germania, sia nella qualità ma soprattutto nel “coraggio” e nell’aggressività commerciale degli investitori pubblicitari, che condiziona positivamente tutto il mercato e lo spinge a crescere e perfezionarsi. Credo che all’Italia manchi un po’ di questo coraggio. Ma credo che la situazione, con l’arrivo

della “prossima generazione” di operatori, potrà migliorare notevolmente. Che andamento avrà il “vostro” mercato nel 2015? Quali risultati vi aspettate? SB Le nostre stime di chiusura dell’anno sono positive, in linea con quanto avevamo preventivato. Siamo soddisfatti di quanto abbiamo fatto quest’anno e sono contenta che i risultati positivi riguardino non solo i ricavi e l’utile, ma anche la crescita delle competenze interne e il numero di persone che lavorano nel team italiano. Questo è un chiaro segno che lo scopo ultimo di

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zanox è lavorare per creare un business sostenibile, sia per i nostri clienti sia per i dipendenti, con un forte focus posto sulla consulenza offerta dalle persone che lavorano nel team italiano e negli altri team internazionali che ci supportano. Oggi a Colonia sono presenti tutti i capi delle country in cui zanox opera. Quanto contano, per “lavorare bene” nel digital, il confronto e la contaminazione con altri mercati e altre professionalità? SB Contano tantissimo. Il fatto di essere parte di un

team internazionale è per noi un incredibile vantaggio che si concretizza non soltanto nel poter offrire ai nostri clienti, publisher e advertiser, supporto e consulenza in molti paesi diversi, ma anche nell’avere un punto di vista privilegiato sui trend di mercato in atto e prevedere quelli futuri. Anche per questo, in zanox, la cultura del coordinamento internazionale è oggi molto presente. Teniamo meeting periodici non solo tra i responsabili dei vari mercati, come l’ultimo a Londra la settimana scorsa, ma organizziamo anche incontri e workshop tra le persone responsabili di aree specifiche, publisher, advertiser e operation ad esempio, con lo scopo di promuovere lo sviluppo di competenze globali. Ogni paese porta le proprie eccellenze locali e tutti collaborano per imparare dagli altri e importare le soluzioni esistenti in altri mercati. Anche per questo, qui al Dmexco, sono presenti rappresentanti di tutti gli stati europei nei quali ci troviamo a operare, ed è un momento importante per incontrare insieme clienti attivi su più paesi per un confronto a più mani sulle strategie del futuro. <

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La prima giornata a dmexco 2015 raccontata dal nostro inviato alla manifestazione che si sta svolgendo in germania, a colonia

Una affollata kermesse a Colonia: cronache, critiche e scenari dell’imponente digiconomy

Al grande appuntamento del marketing digitale, che cresce per partecipazione ed espositori del 10% rispetto al 2014, la pubblicità digitale non è soltanto celebrata, ma anche affrontata in chiave costruttiva, senza lesinare spunti critici e osservazioni

di Valentina Lunardi

Oltre 75 mila metri quadrati, oltre 32 mila visitatori, 881 espositori da tutto il mondo, più di 500 speaker internazionali con 200 ore di programmazione tra conferenze e seminari, per una crescita totale dell’intero evento del 10% rispetto alla scorsa edizione. Chiunque, ieri, abbia partecipato all’apertura della fiera del marketing digitale di Colonia, il Dmexco, si sarà reso subito conto che tra visite agli stend, partecipazioni alle conferenze e ai dibattiti non sono pochi i chilometri da percorrere. E ancora più numerosi gli

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espositori su cui soffermare il proprio sguardo, non da ultimi gli stand presentati da Google, Facebook, Adobi, Amazon e Spotify, che colpiscono per il loro essere più simili a piccoli mondi esperienziali e che con la loro presenza “ad effetto” sottolineano come il

digital marketing sia diventata un’area di business di primo piano nella industry. Stesso discorso vale per l’ospite d’onore giunto quest’anno ad aprire i battenti dell’edizione 2015 del Dmexco: sir Martin Sorrell, ceo di Wpp, la più grande advertising holding company

del mondo, con un turnover di 14,7 miliardi di euro (dati 2014), una capitalizzazione di mercato di 28,5 miliardi, che oggi realizza il 36% dei propri profitti nel comparto digital, percentuale che Sorrell ha affermato vorrebbe portare al 40/45%. Un percorso di cre-

scita digitale che inevitabilmente incontra sulla sua strada il peso crescente detenuto nell’advertising globale da Google e Facebook. Il ceo di Wpp ha affermato di invidiare il grande controllo che detengono sul proprio business Mark Zuckerberg, Larry Page e Ser-

gey Brin e la loro capacità di focalizzarsi su strategie a lungo termine, piuttosto che rimanere imbrigliati nel confronto con i propri investitori a ogni trimestre. Ma, arrivando a parlare propriamente di prodotti pubblicitari, l’atteggiamento di Sorrell è diventa-

to meno lodevole. In particolare, il riferimento è stato alla rapida crescita dell’offerta video di Facebook, che sta facendo decollare i profitti mobile di Menlo Park, ponendo però delle questioni nel campo della misurazione digitale. La regola dei tre secondi introdotta da Facebook per indicare l’intento degli utenti a visualizzare un video è, infatti, per sir Martin “ridicola”. «Vorrei solo sottolineare che Facebook ha molto lavoro da fare in termini di video e video viewability», ha continuato Sorrell, cogliendo l’occasione dell’appuntamento dedicato al marketing digitale per sottolineare la necessità nel mercato di misurazioni più robuste per il digitale, in un momento in cui gli standard di misurazione per la televisione lineare appaiono come molto più stabili. Sempre nel corso della mattinata, altro ospite particolarmente atteso è stato Yannick Bolloré, global chief executive di Havas, il cui messaggio per la folta platea dell’appuntamento di Colonia è stato che le agenzie parlano troppo di digitale e tecnologia. Bolloré ha affermato di non essere a conoscenza di quale percentuale del business di Havas derivi dal comparto digitale, per la motivazione che ragionare per silos frammentati non ha senso. «Bisogna mettersi nei panni dei consumatori. Online e offline

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sono un processo unico e il digitale è uno strumento per rendere l’advertising operativo». Continuando, poi, così: «Quando leggo le dichiarazioni dei miei colleghi - i nostri concorrenti - spesso affermano che tecnologia e digitale sono la chiave. Ma la creatività è il nostro core bu-

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siness. Questo è ciò che dobbiamo fare, soprattutto in un panorama così frammentato come quello odierno. Un buon pezzo di creatività credo possa navigare meglio nel mare dei contenuti», ha concluso Bolloré. Se la mattina è stato il momento dei grandi nomi del panorama pubbli-

citario, il pomeriggio di ieri è stata l’occasione per analizzare alcuni dei fenomeni più rilevanti del marketing digitale, nel corso di numerosissimi seminari e workshop. Qui vi raccontiamo quelli che la nostra redazione ha reputato come più interessanti e ricchi di spunti.

Il mobile è oggi, ma quale formula per il suo successo? A chiarire il ruolo del mobile nel contesto del marketing digitale ci ha pensato in apertura del “Mobile Summit” la moderatrice della conferenza, Anna Bager, di Iab: mobile e video sono le

aree di crescita più interessanti dell’universo online, e il primo, in particolare, è al centro del palcoscenico digitale. Ma quale possa essere la ricetta per il successo e il prossimo step nell’integrazione dei device mobili all’interno dei propri piani marketing resta una questione

speciale alquanto aperta. Per Patricia McDonald, chief strategy officer di Isobar, la grande opportunità aperta dal mobile è quella di poter combinare dati e creatività: «È solo con soluzioni creative che è possibile rispondere alle questioni di rilevanza, responsiveness e real time. I retailer,

player particolarmente aperti a testare le opportunità del mobile, hanno intuito questa risposta e puntano molto sul proximity marketing». Essere attori più coraggiosi e non perdere le possibilità rappresentate dal mobile è stato il messaggio forte e chiaro di Robert Bridge, Vice President International Editorial and Marketing di Yahoo: «È il momento di capire in che modo le persone stanno consumando contenuti, e la risposta è il mobile. La sperimentazione può sembrare rischiosa, ma solo il prossimo anno il mobile dovrebbe arrivare a essere il terzo media per spesa pubblicitaria», ha sottolineato Bridge. Cambiare la via con cui si comunica con i consumatori è stato un tema affrontato anche da Dan Rosen, global director of advertising di Telefonica, che ha anche affrontato due aspetti focali dei device mobili: data diversificati e contestuali. «Il mobile rappresenta al meglio le differenze, gli interessi e le pratiche differenti delle varie aree di mercato globali, per il suo essere intrinsecamente collegato al contesto. L’opportunità aperta per utilizzare il video su mobile come elevatore di contenuti e amplificatore di engagement è unire dati di prima parte e contestuali, informazioni preANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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ziose per un marketing di successo». Tante possibilità, quindi, ma non senza importanti punti irrisolti. A ricordarlo è stato Mahi de Silva, ceo di Opera Mediaworks, piattaforma eminentemente mobile, con un focus sul formato video. «Oggi il 70% delle impression pubblicita-

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rie sono servite all’interno di applicazioni: un fatto che introduce un gap tecnologico importante, come si può rilevare dal fatto che il sistema dei cookie sia ancorato al desktop. Questo per il mercato è un punto di frizione molto rilevante, che porta a rallentare l’acquisizione del mobi-

le come parte integrale della propria strategia», ha concluso de Silva. La via cinese all’ecommerce Per il suo debutto al Dmexco, il gigante cinese dell’ecommerce JD.com ha scelto di mostrare tutta la forza

dei numeri colossali che solo il paese orientale è capace di schierare. Con 668 milioni di utenti online e 373 milioni di shoppers digitali, il filo conduttore della presentazione della compagnia fatta dalla sua vice presidente Kate Kui non poteva non essere quella di un invito a scoprire tutte le

possibilità di un mercato colossale. Ma non solo di grandi numeri ha parlato Kui: la Cina sta cambiando volto, e i suoi abitanti non cercano più prodotti a poco prezzo, ma un servizio ecommerce di alta qualità che possa offrirgli prodotti d’eccellenza, internazionali, ma anche ser-

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vizi nelle aree beauty e food dalle alte performance. «Tutto questo si rispecchia nei nostri andamenti di crescita, dove ad avere un andamento positivo non è il C2C, modello reso noto da eBay, ma il B2B. Quello che stiamo facendo oggi come compagnia è connettere i consumatori ci-

nesi con i miglio brand internazionali», ha affermato Kui. Un business che, però, non è solo in cerca di riproporre tendenze e modelli occidentali, ma che mostra strategie innovative e all’avanguardia. Come la partnership realizzata da JD.com con WeChat, piattaforma di messaggistica e social di grandissimo successo in Cina. «Grazie a questa partnership di social ecommerce abbiamo raggiunto 600 milioni di utenti e processato 144 milioni di ordini giunti attraverso WeChat nel solo secondo trimestre del 2015. Risultato, quest’ultimo, che porta al 47% gli ordini realizzati attraverso la piattaforma social sul nostro totale come JD.COM», ha raccontato Kui. La presentazione è stata anche l’occasione per lanciare un messaggio ai brand europei interessati al mercato cinese: «La popolazione cinese è sempre più digitale, ma anche la struttura dell’online business è maturata enormemente. Esistono molti competitor a JD.com, ma quello che possiamo offrire noi è una visione approfondita del mercato e una piattaforma digitale aperta a soluzioni diverse», ha aggiunto Kui, sottolineando infine come la Cina di oggi sia un paese aperto al business con ogni player del mercato globale, sempre più trasparente e competitivo. ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015



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MARKET PLACE

Azione pubblicitaria a partire dal 20 settembre per il marchio di Agras Delic, tra i leader nel pet food

ADoC lancia con K&P la campagna dedicata alla linea “forte” Day by Day

Oggetto dell’iniziativa un prodotto che si caratterizza per l’ottimo rapporto tra qualità e prezzo, aspetto che, come suggerisce il nome stesso, lo rende ideale per ogni giorno della settimana. e i due spot ideati ad hoc per l’occasione ruotano intorno a questo concept EDITO

RIA

NE MAGA W ZINE

di Cecilia Bianchi

ADoC, marchio di Agras Delic, azienda tra i leader nel pet food, lancia il 20 settembre la prima campagna pubblicitaria della linea Day by Day. Una gamma di alimenti per cani e gatti, senza conservanti né coloranti, privi di aromi artificiali e zuccheri aggiunti, cotti a vapore per conservare intatti il gusto e i principi nutritivi che rendono i prodotti un pasto completo e gustoso, per il benessere di ogni giorno. In particolare, tutte le referenze sono arricchite con vitami-

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ne, biotina e Omega 3, utili a fortificare la cute e il mantello, oltre che a rafforzare le difese immunitarie. ADoC Day by Day si caratterizza per l’ottimo rapporto qualità/prezzo, aspetto che, come suggerisce il nome stesso, lo rende ideale per ogni giorno della settimana. La campagna si sviluppa proprio intorno a questo concept: un cane giocherellone e un gatto pigrone sono i protagonisti dei due spot in cui viene messa in scena l’allegra quotidianità, fatta di passatempi e dormite. Una voce fuori campo accompagna le immagini

dei due animali con una filastrocca che fa il verso a quelle che vengono insegnate ai bambini per imparare i giorni della settimana. Entrambi gli spot intendono strizzare l’occhio ai proprietari di pet, dimostrando come ADoC conosca bene la vera natura dei loro amici a quattro zampe e come possa rappresentare il prodotto “ad hoc”, dando gusto a ogni pasto giorno dopo giorno. La campagna è stata realizzata dall’agenzia Kastner & Partners, sotto la direzione creativa di Laura Colombo e quella artistica di Lara Turco. ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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MARKET PLACE

Due nuovi concorsi che il brand propone ai consumatori

Star premia il gusto di stare in famiglia

Fino al 31 dicembre, le due iniziative si avvarranno di collaborazioni con aziende e marchi grazie ai quali il marchio ribadisce l’attenzione ai bisogni di chi consuma di Vera Modesto

Star è sempre vicina alle famiglie italiane, e annuncia il lancio di due nuovi concorsi a premi - “Il Gusto di Star in Famiglia” e “Fai la Spesa con più Gusto” - che offrono ai consumatori l’opportunità di vincere fantastici premi. Entrambi valide fino al al 31 dicembre 2015, le due iniziative si avvalgono

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di collaborazioni con aziende e marchi grazie ai quali Star ribadisce l’attenzione ai bisogni dei consumatori ponendosi quale partner ideale per semplificare la vita in cucina. Con Conad, contribuendo al budget dedicato alla spesa, con Kitchen Aid regalando set di utensili e un fantastico robot da cucina. Con il concorso “Fai la spesa con più Gusto”, i consumatori che

avranno effettuato, presso i punti vendita a insegna Conad aderenti all’iniziativa, l’acquisto di almeno cinque prodotti a marchio Star a propria scelta di cui almeno due confezioni di GranRagù Star, avranno la possibilità di partecipare all’estrazione e provare a vincere uno dei quaranta premi in palio consistenti in buoni spesa Conad ciascuno del valore di 50 euro. Con il concorso “Il Gusto di Star in Famiglia”, i consumatori che acquisteranno, presso tutte le insegne e i punti vendita aderenti all’iniziativa in Italia, almeno due prodotti a marchio Star a propria scelta tra Il Mio Dado, Il Mio Brodo, Il Mio Gran Ragù e Il Mio Duo avranno la possibilità di partecipare sia all’estrazione giornaliera di un set di utensili sia all’estrazione finale di un super premio consistente in un robot da cucina, strumenti entrambi a marchio Kitchen Aid che renderanno più facili la preparazione delle ricette e che arricchiranno la cucina di eleganza e carattere. Per maggiori informazioni si rimanda al regolamento completo disponibile su www.star.it/promozioni. I prodotti Star, dunque, portano in tavola il piacere di “Star in famiglia”: grazie a ingredienti selezionati e a prodotti comodi e facili da usare, accompagnati dalla passione e dedizione di tutti, la grande famiglia Star entra ogni giorno nelle cucine degli italiani, contribuendo alla creazione di un momento speciale da condividere con i propri cari. ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015

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In prima serata su Canale Cinque prosegue con grande seguito di pubblico la quarta stagione de L’onore e il rispetto. Le vicende dell’amatissimo attore Gabriel Garko si avviano a un epilogo serrato, in cui si troverà diviso tra amore e vendetta. Approfitta di questa occasione per pianificare davanti agli occhi di tutti.

ogni martedì in prima serata


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i fatti del giorno

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Con Highlight leggi solo quello che ti interessa. Parola di Twitter

A partire da oggi Twitter rende disponibile, a livello globale, la funzionalità che offre una sintesi dei cinguettii con il contenuto più rilevante per ciascun utente attraverso notifiche rich push. Highlight inizialmente è stato studiato solo per Android, mentre è ancora in fase di studio un suo possibile lancio su altre piattaforme nel prossimo futuro di Ottavia Quartieri

Q

uante volte è capitato di collegarsi a Twitter e vedere la timeline piena, per non dire intasata, di cinguetii che non ci interessavano minimamente? E quante altre volte ancora, al contrario, è capitato di lasciarsi sfuggire qualche tweet che avremmo voluto leggere ma che invece non ci è stato possibile? Tutte queste situazioni da oggi molto probabilmente non si ripeteranno - quasi – più, basta avere una piattaforma Android. Parola di Twitter. Il social network, infatti, ha deciso di rendere disponibile a livello globale Highlight, la funzionalità che offre una sintesi dei tweet più interessanti della giornata per ciascun utente, attraverso notifiche rich push. Si tratta di un semplice e veloce riassunto di ciò che succede sulla piattaforma social, consentendo all’utente di trovare velocemente i contenuti più rilevanti, quelli che gli interessano maggiormente. Per creare gli Highlight più rilevanti per l’utente, Twitter analizza una serie di elementi, come gli account e le conversazioni più popolari fra le persone seguite, i cinguetti delle persone a cui si è più legati, gli argomenti e gli eventi di tendenza nell’area geografica o all’interno del proprio network, e le persone popolari o in trending fra gli account seguiti. Qualche mese fa tale tool è stato lanciato esclusivamente in lingua inglese, sempre per tutti i dispositivi Android, ma a partire da oggi questa funzionalità è estesa a livello globale e resa disponibile nelle oltre 35+ lingue supportate da Twitter. Con l’introduzione di Highlight, ogni utente riceverà una notifica sul cellulare che indica che i tweet più in evidenza sono stati selezionati e sono pronti per essere visualizzati. All’apertura della notifica, si potrà entrare direttamente nella applicazione del social dove, attraverso una nuova interfaccia, si potranno vedere gli Highlight. Si potranno visualizzare scorrendoli da destra a sinistra. Una volta arrivati all’ultimo post in evidenza con un tocco finale si tornerà direttamente sulla timeline. Gli Highlight, infine, si possono vedere in qualsiasi momento toccando l’icona overflow nella timeline. La nuo-

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va funzionalità messa a punto dal social, come già anticipato, sarà inizialmente abilitata sui dispositivi Android, mentre per quanto riguarda un lancio futuro sulle altre piattaforme è ancora in fase di studio. Già a partire dalle prossime settimane la maggior parte di coloro che hanno una versione aggiornata di Android inizieranno in modo automatico a ricevere le notifiche di Highlight, quindi è necessario controllare che le impostazioni del cellulare relative alle notifiche siano attive. In caso contrario, per poter attivare il servizio è necessario selezionare l’icona “Overflow” e in seguito toccare Impostazioni, cliccare sull’account dal quale si desiderano ricevere le notifiche, selezionare ancora le notifiche mobile e assicurarsi che siano attivate e, infine, cliccare sulla casella vicino ad Highlight.

Aziende

Nescafé trasloca e si trasferisce su Tumblr Con la scelta di portare tutti i suoi siti web globali e locali sulla piattaforma social, il brand potrà promuovere owned media attraverso la piattaforma sociale e guidare la conversazione con una giovane comunità di autentici appassionati di caffè

Nescafé ha annunciato che trasferirà tutti i suoi siti web globali e locali su Tumblr, a cominciare da Regno Unito e Messico nelle prossime settimane. Michael Chrisment, head of global integrated marketing del brand, ha detto a Brand Republic: «Stiamo trasferendo tutto su Tumblr, eccetto i dati di consumo. E’ una piattaforma unica, agile responsive, connessa. E’ la piattaforma sociale a più rapida crescita e un modo fantastico per connettersi con le persone più giovani». Il sito di Nescafé continuerà a esistere, ospitando landing pages per le promozioni offline, i bottoni “Buy”, recensioni e valutazioni. Con questa scelta Nescafé otterrà la capacità di promuovere owned media attraverso la piattaforma sociale Tumblr, e di guidare la conversazione con una giovane comunità di appassionati di caffè. Proprio il caffè è tra i primi cinque argomenti di conversazione nella

categoria alimenti di Tumblr. Nescafé beneficerà, inoltre, del design mobile friendly di Tumblr. A questo si aggiungono benefici di Seo, gli utenti Tumblr potranno “rebloggare” facilmente i contenuti di Nescafé, creando collegamenti DoFollow sul web, e Nescafé potrebbe vedere così un innalzamento significativo nella ricerca organica. Il vantaggio sulla piattaforma di Tumblr è che i marchi possiedono codice, dominio e seguaci propri. Non c’è un algoritmo che decide quale contenuto di marca vedono i seguaci. Nescafé non sarà ritirata dalle altre piattaforme social. Chrisment ha spiegato che i post di Nescafé verranno aggregati sul sito Tumblr, e Pete Blackshaw, global head of digital & social media di Nestlé, ha aggiunto che Nescafé avendo “molti seguaci di alto valore su Facebook”, può decidere di sfruttare questo social come hub di contenuti emergenti. ANNO VI | #144| GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


IL GRANDE CINEMA VI STA ASPETTANDO... NON PERDETE L’APPUNTAMENTO CON I FILM IN USCITA NELLE PROSSIME SETTIMANE!

INSIDE OUT 3D

TUTTE LO VOGLIONO

UN DISASTRO DI RAGAZZA

WE ARE YOUR FRIENDS

VIA DALLA PAZZA FOLLA

DAL 16 SETTEMBRE AL CINEMA

DAL 17 SETTEMBRE AL CINEMA

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L’ATTESA

MAGIC MIKE XXL

THE GREEN INFERNO

TRANSPORTER LEGACY

EVEREST 3D

DAL 17 SETTEMBRE AL CINEMA

DAL 24 SETTEMBRE AL CINEMA

DAL 24 SETTEMBRE AL CINEMA

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MEDIA La pubblicità al cinema.

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i fatti del giorno

comunicazione

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ecco nuova lamborghini Huracàn Spyder, squarcia il cielo con la creatività di stv Ddb La collaborazione tra la casa automobilistica e l’agenzia, scelta in seguito a una gara, è online dallo scorso 15 settembre, in concomitanza con la conferenza stampa di presentazione presso il Salone di Francoforte di Sebastiano Zeri La collaborazione tra Lamborghini e stv Ddb innesta una nuova marcia. Dopo il lavoro sugli aspetti strategici della comunicazione di marca, sul posizionamento e il lancio all’ultimo salone di Parigi della concept car ibrida Asterion, mentre è in atto la revisione dell’identità del brand su tutti i touchpoint (dai concessionari al sito web), arriva il primo film prodotto assieme, frutto di una gara che ha visto confrontarsi diverse agenzie. Online dal 15 settembre, in concomitanza con la conferenza stampa di presentazione a Francoforte della nuova Lamborghini Huracán Spyder,

UN FRAME DELLO SPOT

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il video fa rivivere tutte le emozioni che il nuovo gioiello della casa di Sant’Agata Bolognese può trasmettere, uno spettro ampissimo che parte dalle sensazioni della strada e arriva fino a quelle che può offrire il cielo. Proprio la dialettica tra la supercar in versione cabrio e il cielo è al centro della storia, che si apre in una città sotto la pioggia. Un uomo e una donna si preparano a uscire e per un istante si fermano a osservare il muro di nubi che sovrasta tutto. Si guardano e sorridono: hanno deciso che quella è una giornata perfetta per godersi una corsa sulla Lamborghini Huracán Spyder e non saranno certo le condizioni meteo a fargli cambiare idea.

Quando salgono a bordo, infatti, la prima cosa che fanno è aprire la capotte. Saranno la potenza dell’accelerazione e un percorso mozzafiato articolato attraverso le diverse configurazioni di guida a far sì che il cielo si squarci al passaggio del bolide, lasciando filtrare il sole. Alla fine di un percorso epico che ridisegnerà i limiti di ciò che un’auto può far provare, il claim di campagna “Own the sky” non farà che ribadire l’atteggiamento sempre sopra le righe di chi ha fatto dell’essere oltre una filosofia. Executive creative director: Luca Cortesini, Michelangelo Cianciosi Art: Daniel Cambò. Copy: Luca Bartoli. La cdp è Karen Film, il regista Alberto Colombo.

Il vero vincitore di Vuelta e US Open è stato Eurosport Il network televisivo ha ottenuto un record d’ascolti in tutta la zona europea con i due grandi eventi sportivi del mese Flavia Pennetta

Con la storica finale tutta italiana degli US Open Vinci – Pennetta nel tennis e il trionfo di Fabio Aru alla Vuelta nel ciclismo a trionfare in queste prime due settimane di settembre non è stato solamente lo sport e l’orgoglio italiano, ma anche il canale Eurosport che ha fatto registrare record televisivi in tutta Europa, e non solo nel nostro Paese. Quella del 2015 è stata, in termini di ascolti televisivi, la migliore edizione di sempre per i due grandi eventi. La Vuelta ha coinvolto una media di 1.46 milioni di telespettatori europei per le dirette, durante le tre settimane di gara per un incremento del 47% rispetto al precedente record del 2014. L’Italia ha festeggiato la vittoria del beniamino nazionale Fabio Aru con un netto +66%, seguita da Polonia (+54%), Romania (+29%) e Olanda (+23%). Il quarto torneo del Grande Slam stagionale è stato il miglior US

Open nella storia del canale, con un audience medio per le dirette di 990.000 spettatori europei, +20% rispetto al 2014 e +4.65% rispetto al precedente record del 2011. Il torneo è stato inoltre il migliore di sempre in Italia (+70%) con picchi assoluti per la finale tutta italiana, dove è stato battuto un altro primato, totalizzando oltre 2.6 milioni di spettatori europei, miglior audience di sempre per una partita degli US Open su Eurosport. In Italia questo storico match ha fatto registrare i migliori dati di ascolto in assoluto per un programma su Eurosport, con 780.000 spettatori collegati. L’incontro è stato inoltre visibile su Deejay TV, canale in chiaro del Gruppo Discovery. Assieme, Eurosport e Deejay TV, hanno totalizzato oltre 2 milioni di spettatori, pari a una share in Italia del 10,1%. Questi dati premiano la strategia di Eurosport di investire nella produzione, per migliorare i contenuti proposti e offrire un’esperienza televisiva premium, grazie anche ad una maggior produzione di contenuti on site. «Gli investimenti fatti nella produzione di Eurosport stanno pagando e garantendo risultati che stanno superando i record precedenti», ha commentato orgoglioso Peter Hutton, Chief Executive Officer di Eurosport. ANNO VI | #144| GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


COM

i fatti del giorno Eventi

manager

Con l’expertise di Eric Hadley parte il rilancio di Outbrain Hadley, in qualità di nuovo global head of marketing solutions, avrà il compito primario di elevare il profilo della società Outbrain ha nominato Eric Hadley global head of marketing solutions, con l’obiettivo di promuovere l’azienda presso brand e agenzie, nonché di supervisionare le partnership a livello internazionale. Hadley ha lavorato per Yahoo, Microsoft, dove si è occupato del lancio di Bing e The Weather Channel, e arriva dall’esperienza a Pinterest, dove ha ricoperto il ruolo di head of parternships. In Outbrain avrà il compito di elevare il profilo della società attraverso iniziative strategiche e partnership. Yaron Galai, ceo e cofounder di Outbrain, ha dichiarato che «L’esperienza e la profonda conoscenza di Eric fanno di lui un’aggiunta chiave per la nostra company». Outbrain è una piattaforma di content discovery fondata nel 2007 da Ori Lahov e Yaron Galai, che fornisce ai publisher un servizio di raccomandazione link per monetizzare il proprio traffico. Con headquarter a Netanya, Israele, l’azienda ha ricevuto sette round di finanziamenti, per un totale di 149 milioni di dollari. L’ultimo, da 50 milioni, è avvenuto a fine luglio. In Italia Outbrain è guidata da Alberto Mari.

Eric Hadley

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Campagne

MagNews apre le porte al mercato d’oltralpe La realtà specializzata da oltre 15 anni in Email Marketing e Progetti di Digital Marketing ha annunciato la partecipazione in qualità di espositore all’E-commerce Paris, il più grande evento del settore in Europa, che si terrà nella città francese dal 21 al 23 settembre 2015 di Ottavia Quartieri Il prossimo lunedì 21 settembre si aprirà a Parigi l’E-commerce Paris, il più grande evento dedicato al settore dell’ecommerce in Europa che si terrà nella capitale francese proprio dal 21 al 23 settembre 2015, in concomitanza con la Paris Retail Week. L’evento, organizzato dal leader mondiale in event management Comexposium, vedrà la partecipazione in qualità di espositore MagNews, realtà specializzata in Email Marketing e Progetti di Digital Marketing, con alle spalle 15 anni di esperienza sul mercato italiano. La piattaforma supporta le aziende nell’implementazione di strategie per massimizzare le vendite ecommerce, comunicando con il cliente in maniera one-toone in tutte le fasi del customer journey. Grazie alle integrazioni con le principali piattaforme ecommerce, Magento e Pre-

stashop, con MagNews è possibile proporre offerte mirate al giusto target, stimolare azioni di cross-selling e up-selling nel corso del ciclo di vita di un cliente e soprattutto, misurare in tempo reale i risultati di una campagna. MagNews, dunque, annunciando la sua partecipazione all’appuntamento internazionale e multicanale più importante del settore, che riunisce ogni anno più di 500 aziende partecipanti e oltre 30.000 visitatori, apre le porte anche al merca-

to d’Oltralpe che, secondo i dati forniti da Netcomm, si posiziona al terzo posto in Europa per vendite online con un fatturato stimato per il 2015 di 56,8 miliardi di euro. «La scelta di investire in Francia segue la nostra volontà di capitalizzare gli investimenti fatti in questi 15 anni sulla nostra piattaforma, che oggi è in grado di soddisfare le esigenze progettuali più complesse in ambito di digital direct marketing», ha spiegato Florida Farruku, General Manager di MagNews.

Ora le idee possono prendere forma con i.active Biodynamic L’innovativo cemento biodinamico di Italcementi è il protagonista del primo spot televisivo della società Lo spot crea un collegamento ideale con la figura di Michelangelo

Bellezza e innovazione, questa è l’idea alla base dello spot con cui Italcementi ha debuttato in tv lo scorso 14 settembre e sarà on air per le prossime tre settimane sui canali Rai, Mediaset, Sky e La7, con pianificazione curata da Initiative, network di comunicazione globale del gruppo IPG Mediabrands. Ideato dall’agenzia PG&W, con la direzione creativa di Ezio Foresti e Claudio Magnabosco, la regia di Paolo Ameli per la casa di produzione Cow&Boys, e la produzione esecutiva di Carlo Giudice, lo spot si focalizza su i.active Biodynamic, il rivoluzionario cemento biodinamico che ha reso possibile costruire la “foresta pietrificata” di Palazzo Italia. i.active Biodynamic contiene, tra l’altro, aggregati derivanti dal marmo di Carrara, un materiale che ha fatto la storia dell’arte mondiale. È questo il punto di partenza dello spot e l’ideale collegamento con Michelangelo, un artista che, “lotta con la materia fino a ritrovare e liberare l’idea”. ANNO VI | #144| GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015



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i fatti del giorno agenzie Percorsi formativi differenti per un unico obiettivo

strategie Un cambio radicale

Si tratta di Michele Nicoletti che andrà a ricoprire la carica di Senior Project Manager di Treeweb, mentre Chiara Clemente è la nuova Account Manager dell’agenzia milanese

La prima iniziativa è stata progettata dall’agenzia Auge, mentre Adacto ha messo la firma sulla versione mobile

true company con le due new entry mantiene una visione people oriented Michele Nicoletti e Chiara Clemente

partnership Progetto digital

Il rebranding di De Luca & Partners è completo con Melis

L’agenzia ha lavorato su diversi fronti, ridefinendo sia la brand identity che rinnovando logo, oltre alla parte digital Melismelis, l’agenzia indipendente specializzata in progetti di comunicazione multicanale, ha sviluppato una nuova brand identity per De Luca & Partners. Per l’azienda si tratta di un rebranding completo, che ha visto il team creativo dell’agenzia impegnato su più fronti. La collaborazione tra Melismelis e De Luca & Partners ha portato, contemporaneamente, al restyling del logo e allo sviluppo della nuova brand identity e di tutti i materiali di comunicazione coordinata. Il focus dell’attività si è poi spostato sul mondo digital: Melismelis ha lavorato sia allo studio della struttura sia dei testi e della grafica del nuovo sito delucapartners. it, il cui sviluppo tecnico è stato curato, invece, dall’agenzia Drop. Il nuovo spazio, caratterizzato da un look & feel che rispecchia il dinamismo dello studio, consente una più semplice fruizione delle notizie e delle numerose pubblicazioni curate dal Centro Studi, fiore all’occhiello di De Luca & Partners.

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di Ottavia Quartieri

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rue Company annuncia l’ingresso nel gruppo di due nuovi professionisti, continuando a tenere alta la vision di un’agenzia sempre più “people oriented”. Michele Nicoletti è il nuovo Senior Project Manager di Treeweb unendo competenze dei settori IT e adv. Lascia la Sicilia giovanissimo per frequentare la Scuola Navale Militare F. Morosini di Venezia e prosegue gli studi presso l’Università degli Studi di Catania con una laurea in Ingegneria Informatica. Trasferito-

si a Roma nel 2005, lavora inizialmente per il gruppo Immobiliare. it e poi per la Digital Agency Flyer. it. Dal 2009 è a Milano dove matura importanti esperienze nel digital advertising in diverse agenzie: Milano AD (Grisbì Levi’s, Brico), Ogilvy&Mather (Carrefour, Payback), EarlyMorning (Piaggio, Mattel, Hogan, Dainese, Tezenis). Chiara Clemente, invece, entra a far parte del team dell’agenzia come Account Manager. Nel 2002, dopo una laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Pisa, si trasferisce dalla Toscana in Lombardia per fre-

quentare un master in Brand Communication presso il Politecnico di Milano. Per 8 anni rimane nella città meneghina, iniziando la sua esperienza lavorativa prima in AB Comunicazioni, con un portfolio clienti prettamente istituzionale, e poi nel dipartimento marketing di un’azienda di stampo più internazionale (Vitaldent). Una parentesi di 3 anni a Bologna, presso l’agenzia SDB, seguendo clienti quali Air Dolomiti e Italpizza, per tornare poi a Milano come Account Manager presso Ogilvy&Mather, lavorando sui prodotti del gruppo Galbani.

aziende Trasformare la creatività handmade in professione si può

DaWanda lancia il Lovebook per l’inverno

Lanciato in occasione dei 100 giorni a Natale per offrire agli utenti idee per i propri regali, presenta i trend più rilevanti della stagione

DaWanda, in occasione dei cento giorni a Natale, ha lanciato Lovebook Inverno 2015/16 per offrire agli utenti ispirazioni e idee per i propri regali. Il Lovebook presenta i trend più rilevanti della stagione e i prodotti

più originali, selezionati tra i 5,3 milioni di articoli messi in vendita dagli artigiani, creativi e designer. Quest’anno è stato riservato ancora più spazio ai tutorial e alle ispirazioni per creare, come quelle su DIY with love, il

brand recentemente lanciato da DaWanda dedicato a tecniche e materiali. Nel Lovebook, infine, 4 storie per raccontare l’esperienza di chi è riuscito a trasformare la passione handmade in una professione.

Sammontana punta forte sul web con FruttiAmo e MSite Home page del nuovo Msite

Auge, l’agenzia guidata da Federica Ariagno e Giorgio Natale, ha curato il lancio sul web di FruttiAmo, il nuovo stecco sorbetto di Sammontana. Auge ha sviluppato un format video che è stato lanciato su YouTube, sui principali social network e sulla landing page dedicata. Al centro della comunicazione c’è la frutta, rappresentata da alcuni character illustrati che riprendono le fattezze di fragola e pesca, le due varianti di gusto di FruttiAmo. Intanto, il sito di Sammontana diventa mobile. È infatti online l’MSite Sammontana, la versione del sito progettata e realizzata da Adacto per rendere sempre migliore l’esperienza di brand anche in movimento. Nella nuova versione del sito, oltre a ripensare spazi e funzionalità, Adacto ha anche razionalizzato i contenuti: prodotti, le schede con gli ingredienti, l’elenco rivenditori, l’area eventi e concorsi sono subito raggiungibili e consultabili. L’agenzia ha curato tutte le fasi del progetto: progettazione, architettura dei contenuti, sviluppo, adattando e ripensando il design grafico del sito desktop. ANNO VI | #144| GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


are you ready for

interaction?


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Ecco cosa serve per emergere attraverso la realizzazione di aziende innovative in un contesto che diventa sempre più competitivo

Identikit dello startupper italiano

Alta formazione ed esperienza. Sono questi gli elementi principali desunti dall’indagine “La voce delle startup”, svolta da Italia Startup, che svela quali sono i caratteri distintivi di chi crea nuove imprese innovative in Italia di Daniele Bologna

Ha più di 40 anni e una grande passione per il proprio settore lo startupper italiano così come viene delineato da una ricerca condotta da Italia Startup, l’associazione che riunisce gli operatori, fra i quali investitori, acceleratori e startup, del mondo dell’innovazione in Italia.

Dall’analisi condotta su un campione di oltre 400

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startup di cui 2 terzi iscritte al registro delle startup innovative creato dal Ministero dello Sviluppo Economico, emergono le qualità prevalenti nelle figure dei founder di imprese il cui obiettivo è innovare nel rispettivo settore di appartenenza professionale. L’indagine è stata condotta nel mese di giugno 2015 attraverso GRS Ricerca e Strategia.

Lo startupper italiano ha un’età prevalente com-

presa fra i 30 e i 49 anni. Gli under 30 e gli over 50 numericamente tendono ad equivalersi (rispettivamente 15,2% e 14,4% dei rispondenti). Questa caratteristica mette in luce l’esistenza di un periodo nel quale l’imprenditore è stato per anni impegnato a livello professionale prima di creare un’impresa innovativa. Un valore aggiunto, quello della preparazione, che in Italia si rivela par-

ticolarmente importante e in netto contrasto con la percezione più diffusa che vede lo startupper come un giovane genio la cui intuizione è riuscita a cambiare un intero sistema in breve tempo. La massiva prevalenza di attività legate al B2B (47,2%) e al B2B2C Business-to-Business-toConsumer (34,8%) evidenzia un approccio al miglioramento del settore nel quale gli startupper hanno

operato nel corso della loro vita professionale. «Il profilo che emerge dalla ricerca evidenzia come i nuovi imprenditori in Italia siano radicalmente diversi dal cliché del giovane inesperto e ambizioso, nonché

dal fondatore di imprese tipico del boom economico commenta Marco Bicocchi Pichi, presidente di Italia Startup -. I nuovi founder hanno una preparazione di alto livello, messa a disposizione dell’economia del Paese. È auspicabile che l’innovazione generata da questo nuovo tessuto inneschi un circolo virtuoso nel quale queste nuove realtà possano interagire con le medie e grandi imprese italiane. Le professionalità che oggi creano impresa stanno realizzando progetti di alta specializzazione che potrebbero determinare la creazione di cluster specifici. In questo senso le grandi imprese non possono che guarda-

re con interesse alle figure degli attuali founder non giovanissimi che verrebbero immessi in un contesto per loro naturale, per delineare un nuovo sistema di economia della conoscenza in una logica di open innovation». Ci vuole anche l’esperienza Osservando più da vicino il livello di formazione accademica, si scopre che il 33,5% dei nuovi imprenditori ha concluso un lungo percorso di studi con una laurea di secondo livello. Il 32,9% ha conseguito un master ed è presente anche una nicchia di PhD (5,2% dei founder), un aspetto fortemente dif-

ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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un’Età compresa fra i 30 e i 49 anni marco bicocchi pichi

ferenziante rispetto allo stereotipo che vorrebbe lo startupper molto giovane, certamente con lumi di genialità, ma senza un’esperienza corposa in ambito aziendale. Questo spaccato mostra invece un pool di “neo” imprenditori con una preparazione corpo-

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sa dal punto di vista accademico e di esperienza nel proprio settore, una valorizzazione che si riflette nel fatto che in azienda vengano organizzati momenti di formazione interna per un periodo più lungo di 40 ore a dipendente per quasi un terzo delle startup. Secon-

do Enrico Gallorini, consigliere di Italia Startup e autore di questa ricerca, “lo stereotipo della startup va profondamente rivisto, poiché i dati sono chiari: in un sistema complesso e mutevole come quello in cui ci muoviamo, le persone, le organizzazioni e le aziende

italiane hanno sempre più bisogno di partire da una preparazione e professionalità estremamente elevate, e continuare ad investire in aggiornamento e formazione per generare e garantire valore”. Questo modello diffuso nella percezione comune sembra non ave-

re riscontro neppure negli Stati Uniti, se analizziamo uno studio condotto dalla Kauffman Foundation e basato su interviste effettuate a 549 founder di startup di successo negli Stati Uniti. Anche in tal caso infatti emerge che il fondatore tipicamente aveva 40 anni di età e fra i 6 e 10 anni di esperienza lavorativa nel settore. Guardando ai cosiddetti “unicorni”, startup di enorme successo e orientate al pubblico di massa sono stati fondati quando l’imprenditore aveva una trentina d’anni. Interessante notare che nel 60% dei casi i team dei fondatori erano composti da professionisti che avevano lavorato precedentemente insieme. Fra i founder americani, emerge che solamente il 47% ha proseguito gli studi oltre la laurea di primo livello (Bachelor Degree, comunque ottenuta dal 95% di essi) - a differenza degli italiani che nel descriversi mettono a segno un 71,6% di incidenza di laureati magistrali, master e dottorati di ricerca.

Oltre il 66% dei founder ha un’età compresa fra i 30 e i 49 anni e una laurea di secondo livello, post laurea o dottorato in oltre il 70% dei casi (5,2% di questi hanno conseguito un dottorato o PhD) La motivazione prevalente è poter mettere a disposizione del proprio settore le conoscenze acquisite in funzione dell’innovazione, non a caso solo il 15% delle startup è puramente B2C, mentre oltre l’80% delle imprese innovative italiane si rivolgono al B2B business to business o al B2B2C business to business to consumer.

Chi è Italia Startup Italia Startup è l’associazione no profit e sopra le parti che rappresenta l’ecosistema delle startup italiane, allargato a tutti i soggetti, privati e pubblici - nuove imprese innovative, incubatori e acceleratori di startup, investitori, aziende ed enti - che ne agevolano la valorizzazione, la visibilità e la crescita, credendo nella creazione di un nuovo tessuto imprenditoriale italiano. Italia Startup mira a diffondere la passione del fare impresa e a promuovere la cultura dell’intraprendere. In particolare, un suo importante obiettivo è far conoscere e valorizzare le giovani iniziative imprenditoriali, avvicinandole al consolidato mondo dell’industria italiana, oltre che agli investitori di profilo internazionale e nazionale, per rafforzare e rendere più competitivo l’intero ecosistema italiano. ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


Come si crea la pubblicità intelligente.

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REAL TIME BIDDING

Rocket Fuel in 4 passaggi.

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CROSS-CHANNEL

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REAL RESULTS


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COM PANY

La struttura intende potenziare lo sviluppo della propria offerta commerciale

ADmantX: ora nuovi fondi per proseguire nella crescita L’azienda italiana specializzata nella pubblicità semantica online annuncia che si è chiusa con successo la sottoscrizione di un aumento di capitale di oltre 2 milioni di Euro per far fronte alla crescente richiesta di soluzioni intelligenti rivolte all’advertising online di Sebastiano Zeri

ADmantX, prima e unica azienda italiana specializzata nella pubblicità semantica online, annuncia che si è chiusa con successo la sottoscrizione di un aumento di capitale di oltre 2 milioni di Euro per far fronte alla crescente richiesta di soluzioni intelligenti per l’advertising online e accelerare la nuova fase di crescita dell’azienda. Nel corso del 2015, ADmantX ha proseguito nell’ampliamento della presenza commerciale e nello sviluppo dell’offerta. Sono state consolidate le partnership tecnologiche, con particolare riferimento all’ambiente programmatico (Adform, AppNexus, Turn, Rubicon Project), dove, grazie alla copertura di 21 lingue, l’offerta è stata estesa in Nord ed Est Europa e lanciata in Asia e

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America Latina. L’azienda ha avviato l’ottimizzazione dei prodotti di punta, a partire dall’advanced contextual targeting, con lo sviluppo di

un set di categorie pronte all’uso, dettagliate sulle caratteristiche particolari di 65 specifici prodotti identificati nei principali settori di mercato (dai

servizi bancari e assicurativi alla telefonia, dalla moda ai prodotti farmaceutici, alla telefonia, ai viaggi, ecc.). Sono stati introdotti nuovi ser-

Semplificare la pianificazione ADmantX è un’azienda in rapida crescita che semplifica la pianificazione e la targetizzazione delle campagne pubblicitarie. Grazie alla capacità di comprendere il reale significato dei contenuti online, ADmantX non identifica solo parole ma concetti ed emozioni, e supporta lo sviluppo di profili di interesse per consentire a editori e inserzionisti di posizionare le pubblicità nei contesti più appropriati garantendo ai brand la massima protezione. Nata come spin-off di Expert System S.p.A., leader in tecnologia semantica per la gestione delle informazioni non strutturate in tutti i principali settori di mercato, ADmantX offre servizi in ventuno lingue, è presente in Europa e negli Stati Uniti, ha clienti in più di quindici paesi con clienti come NBCUniversal, Financial Times, WPP, Amnet, Simple Agency, Accuen, Banzai e partnership strategiche con le principali DSP e SSP (Turn, Adform, AppNexus, Rubicon Project).

vizi, per semplificare la pianificazione di campagne stagionali (eventi sportivi, festività, musica, ricorrenze speciali come Black Friday, Back to School, ecc.). È stata ampliata l’offerta legata all’intelligent brand safety attraverso lo sviluppo di specifici segmenti di sicurezza, studiati per i diversi settori di mercato, e con l’introduzione

di un servizio per evitare il posizionamento dei brand in siti di streaming e downloading illegali. «Sono molto grato della fiducia che ci è stata accordata da nuovi e attuali investitori e soddisfatto di questo aumento di capitale a riconoscimento della nostra strategia di sviluppo e del successo finora ottenuto - ha dichiarato Giovanni Stroc-

chi, Ceo di ADmantX -. I nuovi fondi ci supporteranno nel percorso di crescita che abbiamo avviato a livello globale con l’espansione della rete di clienti internazionali e il miglioramento continuo della nostra offerta. Ci consentiranno inoltre di investire maggiormente nel potenziamento dei nostri nuovi servizi, a partire dal first party advanced profiling, la soluzione per lo sviluppo di profili di interesse, basati sulla combinazione della nostra capacità unica di comprendere i contenuti visitati online dagli utenti e avanzati modelli matematico-statistici di Artificial Inteligence e deep learnig». ADmantX si è prefissata di potenziare la rete commerciale per posizionarsi sul mercato in modo sempre più rilevante, proseguire nella strategia di partnership ed integrazioni per rendere disponibili i propri servizi a un numero sempre maggiore di clienti in ambiente programmatico, e continuare ad investire in innovazione per supportare i propri clienti nel miglioramento della targetizzazione dell’audience (1st party advanced profiling) e della pianificazione delle campagne future.

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ME DIA

Potrebbe arrivare presto una novità clamorosa sul fronte Facebook: un concetto alternativo al “like”

dove i post vengono votati in una sorta di “up e down”. Non è il tipo di community che abbiamo in mente».

Il fondatore Mark Zuckerberg ha ventilato, o forse qualcosa di più, la possibilità di inserire un tasto nuovo, per permettere agli utenti di asserire anche “non mi piace”. Sarebbe una vera rivoluzione. vediamo perché

Questione di empatia «Più che mettere un “dislike” - ha continuato il Ceo le persone cercano di stabilire empatia. Ed è quello che vogliamo provare a fare: dare loro la possibilità di esprimerla. Vogliamo dare altre opzioni per manifestare in modo più completo i sentimenti di fronte ai contenuti condivisi e dare la possibilità di interagire anche in casi in cui qualcosa non sia adatta al “mi piace” per qualcuno che la vede, come l’annuncio della perdita di una persona cara. Gli amici vogliono farti capire che ci sono, ti sono vicini, ma non se

Meglio dire “parere non positivo”

di Davide De Vecchi

Probabilmente a Mark Zuckerberg non piace molto il “non mi piace”. Eppure lo sa: il “mi piace” sta stretto al suo miliardo e mezzo di utenti. Ed ecco che annuncia una novità non da poco: Facebook potrebbe a breve offrire la possibilità di esprimere un parere “non positivo” su post e contenuti. Un “non mi piace” insomma, ma non semplicemente un tasto contrario all’attuale “like”, più

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che altro un ventaglio di emozioni alternative tra le quali potrebbe spuntare anche un concetto simile al “dislike”. Lo ha detto il ceo del social nella sessione ufficiale di domande e risposte a Menlo Park, per la prima volta dal vivo. Parola d’ordine: “dislike” Le domande selezionate, tra migliaia, sono quelle, ovviamente, che hanno ricevuto più “like”. La prima arriva da Said, egiziano. È

un quesito che, come ricorda il moderatore, è stato posto migliaia di volte. E che dopo solo due minuti già dà filo da torcere all’amministratore delegato del social network. Said chiede: “Caro Mark, ci servono altre opzioni a parte il mi piace. Qualcosa tipo ‘Scusa, oppure è interessante, o non mi piace”. Mark sorride. È visibilmente imbarazzato. Diventare il giovane più ricco, più famoso, più invidiato e ammirato della Silicon Valley non gli ha levato di dosso

la timidezza degli esordi. «Beh - attacca -, sono anni che le persone ci chiedono del pulsante “dislike” e oggi è un giorno speciale perché possiamo finalmente dire che ci stiamo lavorando e siamo vicinissimi a realizzare un concetto alternativo al “like”. Ma ci è voluto molto tempo per arrivare fin qui, non volevamo costruire semplicemente un tasto “non mi piace”: non vogliamo trasformare Facebook in un forum dove ci si scatena a criticare e “degradare” il post di un altro,

la sentono di mettere un “like” perché non sarebbe appropriato. Ci stiamo lavorando, e stiamo solo cercando la direzione giusta», ha detto Zuckerberg. Può darsi che il vero pollicione in giù, come quello di Youtube per intenderci, non vedrà mai la luce, per diversificarsi in molte opzioni che magari somiglieranno a quelle da scegliere quando si posta: “Feeling.../come ti senti” con le varie emoticon a seguire. Il “mi piace” sta stretto, ormai, non basta più. E a contenuti tristi proprio non si addice. Una guerra all’ultimo “like” Che un post condiviso non stimoli il mi piace non significa che meriti automa-

ticamente il “non mi piace”, è chiaro, ma forse la gogna della rete fa paura anche a Zuckerberg, al quale un “non mi piace” sotto a prodotti e inserzioni, potrebbe procurare grattacapi non da poco. Perché se manciate di “like” in vendita fatturano migliaia di dollari, come guadagnare dai “dislike”? Come arginarli se prendessero il sopravvento? Pagando per cancellarli? Ingaggiando dei “ghost likers” che passano giorno e notte, 24 ore su 24, a consumarsi i polpastrelli schiacciando il tasto “mi piace”? Potrebbe diventare una guerra all’ultimo “like” per superare il numero dei “dislike”, soprattutto quando si tratta di contenuti sponsorizzati dai clienti e ci sono in gioco parecchi soldi.

mark zuckerberg

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SC N RIO

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L’esito della ricerca messa a punto dall’Università Cattolica di Milano

La conferma: tanti giovanissimi vanno in rete con lo smartphone

L’indagine è stata presentata ieri a Roma, curata dall’equipe coordinata dalla ricercatrice Giovanna Mascheroni. Indagato il fenomeno del cyberbullismo di Matteo Dedè

Sempre più connessi e sempre più piccoli sui social network. Soprattutto: sempre più esposti a cyberbulli e web-odiatori. Poco o per nulla accompagnati da genitori e insegnanti. E comunque alla costante ricerca di «isole digitali» dove poter interagire in sicurezza. È questa la fotografia della “Generazione smartphone” in Italia che emerge da uno studio commissionato da Tim, curato dalla ricercatrice dell’Università Cattolica di Milano Giovanna Mascheroni, presentato a Roma in un incontro con il Family Online Safety Institute, organizzazione internazionale che lavora per rendere il mondo online più sicuro per bambini e famiglie. Otto su dieci in rete con lo smartphone Scrive il dossier che per i giovanissimi tra 9 e 17 anni i telefonini sono il disposi-

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tivo principale per accedere alla Rete: oltre otto su dieci navigano su Internet e comunicano con gli altri dallo smartphone. L’indagine, poi, scopre che più di sette intervistati su dieci - tra quelli che hanno dai 9 ai 12 anni - non solo navigano, ma hanno pure un profilo sui social network (soprattutto Facebook) e un account sulle app di messaggistica istantanea come WhatsApp. Piccolo particolare: per iscriversi a Facebook bisogna avere almeno tredici anni. Età minima che sale a sedici - “salvo il consenso dei genitori” ò- per poter utilizzare WhatsApp. Questo vuol dire che uno su cinque (compresi i non connessi) tra chi ha 9-10 anni e uno su quattro tra gli 1112enni mente sulla propria età quando sceglie di registrarsi sul social network di Mark Zuckerberg. WhatsApp la più sicura Quanto ai risvolti negativi, i maschi in generale - e i 15-17enni - sono i meno prudenti tanto che uno su cinque ha aggiunto ai propri contatti profili di persone mai incontrate nella vita reale. Nove intervistati su cento - scrive ancora la ricerca - hanno raccontato di essere stati vittima di cyberbullismo e la stessa proporzione riguarda quelli, tra

Giovanna mascheroni

i 9 e i 17 anni, che hanno ricevuto messaggi con contenuto sessuale. Testi che vengono ricevuti pure su WhatsApp, nonostante venga considerata dai giovanissimi la piattaforma più sicura per interagire. Il perché è presto detto: per scrivere agli altri bisogna avere il numero di telefono. «Ma quando si finisce nei gruppi di conversazione arrivano i problemi: diverse ragazze, per esempio, hanno raccontato di essere state vittime di sexting da parte di persone che hanno avuto il numero di cellulare grazie ai gruppi», spiega la curatrice Giovanna Mascheroni, ricercatrice in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi. Bullismo digitale in netto aumento «Il dossier ci dice che sono in crescita alcuni tipi di rischi: il bullismo digitale e l’esposizione ai contenuti negativi generati da al-

tri utenti», sintetizza Mascheroni. E questo «non solo perché più ragazzini accedono alla rete, ma anche perché aumenta lo “hate speech”, l’incitamento all’odio, che sembra essere soprattutto il riflesso di quello che succede offline, nel mondo reale». Insomma, siamo pure più cattivi. Per aumentare la sicurezza online Stephen Balkam, amministratore delegato del Family Online Safety Institute, invita alla creazione di un «progetto nazionale» che però ha bisogno di «un approccio coordinato tra Governo, rappresentanti dell’industria, ong, genitori e scuole». «Per questo dobbiamo lavorare non solo sui parametri economici delle nostre tecnologie ma anche sugli impatti sociali», ragiona Marcella Logli, direttore Corporate Shared Value di Telecom Italia. Logli ritiene positiva l’adozione degli smartphone da parte dei ragazzi - perché «aumenta il tasso di digitalizzazione del Paese» -, ma pensa che sugli aspetti educativi ci sia ancora strada da fare, soprattutto perché «due attori fondamentali - scuola e famiglia - sono un po’ indietro». Un esempio? «Sugli smartphone i genitori possono impostare il “parental control”: ma sono in pochissimi a farlo».

ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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eventi

Dopo WhatsApp un’altra chat popolare tra gli adolescenti inizia a batter cassa. Snapchat tradisce le origini e consente agli utenti di soffermarsi di più sui messaggi, ma a soltanto a pagamento.

James Murdoch, ceo di 21 Century Fox, sarà il protagonista, il 19 ottobre a Firenze, dell’incontro pubblico con gli studenti del progetto Il Quotidiano in Classe, giunto alla sua sedicesima edizione, durante il quale si discuterà del valore dei contenuti di qualità nell’era digitale. Completeranno il programma degli eventi autunnali dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori due incontri con il Governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, nell’ambito del progetto sull’alfabetizzazione economico-finanziaria dei più giovani.

Snapchat decide di battere cassa

Al Quotidiano in classe c’è Murdoch

ANSA.IT

mercato

Birra: forse nasce gigante mondiale Si profila la nascita del nuovo gigante mondiale della birra. Il gruppo SABMiller (che detiene i marchi Pilsner, Peroni, Dreher e Foster) ha annunciato di essere stato contattato dal leader del settore, Anheuser-Busch InBev (che commercializza, tra gli altri, Corona, Budweiser, Beck’s, Stella Artois e Leffe) per un’offerta d’acquisizione finalizzata alla fusione. SABMiller, gruppo sudafricano, ha il suo quartier generale a Londra e ha precisato che non è stata fatta ancora una offerta formale e che il cda non ha dettagli da fornire sull’operazione.

ILSOLE24ORE.COM

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PRIMAONLINE.IT

comunicazione

Ikea contro Apple, via al secondo atto

AFFARITALIANI.IT

Ikea contro Apple, atto secondo. Il colosso svedese gioca in punta di penna e, per la seconda volta in due anni, prende in giro i nuovi prodotti della Mela. Una sorta di contro-marketing...

ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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LINK

Una ricerca svela uno scenario imprevedibile fino a poco tempo fa. il cambiamento sarà enorme…

Blog e siti web? Scompariranno entro tre anni Con la monopolizzazione della rete da parte dei social network si sgretolano le primitive strutture del web 2.0 per lasciare posto ad un mondo di piattaforme centralizzate che ospiteranno la maggior parte dei contenuti online. Resta irrisolto il problema della loro sostenibilità. Come si guadagnerà?

di

Vera Modesto

«I siti web sono nella stessa situazione in cui erano i dinosauri alla fine del periodo Cretaceo, 65 milioni di anni fa. Ovvero in procinto di estinguersi». A sparare questa sentenza è stato Evan Williams, cofondatore di Twitter e Ceo di Medium, la piattaforma di blogging multiautoriale che sta avendo un notevole successo con oltre 300.000 utenti che producono contenuti e 25 milioni di visitatori unici in un mese. Per Williams, intervistato durante la recente conferenza i2, a San Francisco, il futuro è questo: «Non è creare un nuovo sito web. Questa idea è morta. Un sito web individuale non interessa. Internet non sarà fatta da miliardi di persone che visitano milioni di siti web. Il futuro sarà di grandi piattaforme centralizzate». Di morte dei blog se ne parlava già alcuni

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anni or sono. Un popolare articolo di Paul Boutin su Wired, nel 2008, esordiva così: “Stai pensando di aprire un blog personale? Accetta il consiglio di un amico: non farlo. E se già ne hai uno, chiudilo». Per Boutin, le nuove realtà dell’informazione online che in quel momento erano in trend di crescita esponenziale, come ad esempio The Huffington Post, avrebbero accaparrato l’attenzione

Un sito web solo individuale

ormai non interessa quasi più

nella foto qui sopra, evan williams, cofondatore di twitter e ceo di medium, la piattaforma di blogging multiautoriale che sta avendo un notevole successo con oltre 300 mila utenti che la utilizzano

dei visitatori anche grazie a una migliore visibilità sui motori di ricerca.

Contenuti intelligenti Nel suo articolo Boutin affermava: “Oggi, una ricerca in rete dell’ultimo discorso di Barack Obama porterebbe a una pagina di Wikipedia o ad un articolo di Fox News e a un numero ristretto di commenti di siti professionali come Politico.com. La possibilità che il tuo contenuto intelligente sia in alto nella lista? Praticamente zero”. Nel tempo, invece, i blog sono numericamente cresciuti a livello globale, passando dai quasi 36 milioni di blog censiti nel 2006 ai 173 milioni dell’ottobre 2011, come riportato in un rapporto di NM Incite, società del gruppo Nielsen/McKinsey. Questo, purtroppo, non vuol dire che le previsioni di Boutin e di tanti altri fossero campate in aria. È significativo, invece, riscontrare come tale crescita si sia verificata in misura direttamente proporzionale alla crescita degli utenti internet e in particolar modo in aree dove lo sviluppo della rete ha seguito un percorso diverso per ragioni culturali, economiche e sociali. Uno studio di comScore, sovrapponibile temporalmente all’analisi di Nielsen, dimostra che, a giugno del 2011, la nazione con il maggior tempo speso dagli utenti sui blog fosse il Giappone (62,6 minuti al mese), seguito da Corea del Sud, Polonia, Indonesia e Brasile; mentre leggermente diversa, ma in ambito geografico simile, la classifica dei visitatori, con in testa Taiwan. In occidente e nei paesi che hanno visto uno sviluppo precoce di internet, l’avvento dei social network avrebbe modificato in maniera sgnificativa lo scenario della produzione e della fruizione dei contenuti, incidendo profondamente sui comportamenti, soprattutto quelli degli adolescenti. E come riportato in uno studio approfondito del PewResearch Center, negli Stati Uniti il numero dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni che pubblicavano un blog è dimezzato, passando dal 28% riscontrato nel 2006 al 14% dell’anno 2009. Proprio quando Facebook avviava l’espansione e iniziava a diffondersi senza più alcun freno. ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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LINK centralizzate. Se da una parte Facebook sembra aver ingranato il suo modello di business, lo stesso non può dirsi per Twitter e per lo stesso Medium. Mentre le testate tradizionali faticano a sopravvivere. Attualmente un autore che pubblica su Medium non ha alcuna possibilità di guadagno. Williams ipotizza l’introduzione sulla piattaforma di pubblicità, contenuti sponsorizzati e forse contenuti a pagamento dietro un paywall, ma solo in futuro: al momento non ci sono queste opzioni. Medium, per sostenersi almeno in parte, ospita contenuti “brandizzati”, prodotti da aziende come Marriott, Bmw e Intel. E secondo Williams, nell’ecosistema pubblicitario della rete «il native advertising è l’unica forma di pubblicità che funziona. Le altre forme di pubblicità non si sono rivelate vincenti. Non che siano finite. Non sarà domani. Ma tutti sanno che entro cinque anni i banner pubblicitari non saranno più redditizi. Come non lo saranno i video o altre cose». Il problema sostanziale sembra essere sempre lo stesso: dove prendere i soldi per sostenere le attività editoriali?

Le profezie degli esperti si stanno avverando nell’immagine qui sopra, jean boudin, che in suo popolare articolo pubblicato oltre sette anni fa sul periodico wired, negli stati uniti, aveva avviato la discussione sul futuro dei blog sul web

“The blog is dead, long live the blog” Nel frattempo, invece, il numero dei blogger nella popolazione sopra i 34 anni cresceva dall’11% del 2008 al 14% nel 2010: Jason Kottke, lo scorso anno, su Nieman Lab, in un articolo dal titolo “The blog is dead, long live the blog”, ricordava come nel 1997 i giovani creassero dei “diari” online e, nel 2004, il blog era “the king”, mentre oggi la probabilità che un ragazzo apra un blog è la stessa che acquisti un cd. “I blog sono per i “40-qualcosa” con bambini” scriveva Kottke nel

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suo articolo. Il mondo dei blog era il mondo dei link e dei blogroll, in una rete di collegamenti che determinava come i contenuti e le informazioni si propagassero in rete. Oggi, come gli esperti della comunicazione spiegano, la maggior parte del traffico di rete, verso i maggiori siti di contenuti (inclusi i giornali online) viene da Facebook, mentre il peso del motore di ricerca si riduce notevolmente. Lo scenario prospettato da Evan Williams sembra quindi concretizzarsi, ma resta irrisolto il problema della sostenibilità delle piattaforme ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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editorialista del quotidiano il corriere della sera, scrittore, conduttore radiofonico per radio 24

Matteo Dedè

tra le innumerevoli crisi quella

della comunicazione

In una società come quella attuale, dove si è divorati dalla necessità di far conoscere sempre più - cose, idee, parole, immagini, suoni, dati e anche altro - sembra che, tra le innumerevoli crisi, sia in corso proprio quella riguardante la comunicazione. Uno psichiatra di valore, che non si concede con leggerezza come troppi fanno alle telecamere, l’ha definita una “parola-valigia” che entra in gioco in ogni forma di discorso e di vita. Di più: ha anche aggiunto che è di natura ambivalente. Forse per tali motivi, ricordare come sovente accade che la nostra è la società della comunicazione, equivale a proferire parole che hanno senso dette singolarmente, ma lo perdono quando desideriamo che si uniscano per dar vita a una frase. Bella o brutta che sia. Il verbo comunicare, rammenta ancora il nostro psichiatra, significa “rendere comune”; il termine nasce dal latino “munus”, dono. Insomma, equivale a dialogo, relazione; dovremmo intenderlo, pur nella sua sfuggente condizione attuale, come qualcosa che si realizza “con la nostra interiorità e quella degli altri, nella convinzione che comunicazione sia sinonimo di cura”. Ma perché tirare in ballo la crisi? La risposta, in tal caso, la aggiungiamo in calce al discorso e alle possibili digressioni: il medesimo “parlarsi” è entrato in sofferenza. Più mezzi si hanno per scambiare parole e più tempo libero sembra di possedere, più è difficile farlo; raggiungere un certo interlocutore diventa con sempre maggior frequenza un’impresa titanica, ricordarsi di quanto si è detto o sentito - con le relative emozioni - per molti significa un privilegio. Eppure non si deve cadere nelle illusioni opposte: la parola non ha smarrito del tutto il suo valore e occupa ancora il centro della nostra vita. Senza di essa l’umanità non sarebbe tale, non potendo esprimere nemmeno gli affetti. Dobbiamo soltanto ricordare che, come scriveva Thomas Mann in “Nobiltà dello spirito”, la “meditazione cosmologica paragonata al suo opposto, a quella psicologica, ha in sé qualcosa di puerile”. In noi c’è a volte un universo più complesso di

quello che si osserva nelle notti stellate: per tale motivo non dobbiamo dimenticarci di inviare continuamente in esso degli esploratori. I quali non hanno bisogno di navicelle spaziali ma solo e soltanto di ritrovare le emozioni e le parole che ci governano. Lo psichiatra a cui siamo debitori è Eugenio Borgna e le ultime meditazioni le ha affidate a un libro esile, denso e prezioso: “Parlarsi. La comunicazione perduta” (Einaudi, pagine 98, euro 11). Le sue considerazioni si possono comprendere meditando quanto scrive pensando ai malati: “Quando ci si incontra con un paziente in psichiatria, ma anche in oncologia, il modo con cui ci si guarda, e ci si saluta, è importante nel creare, o nell’ostacolare, una relazione; ma ugualmente importanti sono le concordanze tra il tempo di chi cura, e il tempo di chi è curato”. La comunicazione passa soprattutto da tali vie. Per questo resta essenziale. Le parole possono anche stancarsi in una società che le utilizza eccessivamente, e non soltanto in politica. Giuseppe Pontiggia soleva dire che quando una persona proferisce la locuzione “Stiamo in contatto”, desiderava parlare il meno possibile con l’interlocutore in questione. Tuttavia le parole, pur cambiando di significato e di cariche emotive, non moriranno mai, almeno finché sulla terra – usiamo un’espressione di Nietzsche – “saltellerà l’ultimo uomo”. Di certo esse ritornano continuamente e, tra le tante dimostrazioni possibili, eccone una in questi giorni a Milano: la visita ufficiale del Metropolita di Mosca, Hilarion Alfeev. Tra i suoi appuntamenti, oltre l’Expo e incontri con i vertici della Chiesa, è prevista una lectio magistralis alla Biblioteca Ambrosiana che viene preceduta dalla presentazione degli Opera Omnia di Sant’Ambrogio in russo. Lo hanno tradotto soltanto ora, ma se ne è avvertita la necessità, nonostante i secoli passati, i regni e i totalitarismi dissolti. Le crisi passano e le parole, soprattutto quando conservano forza, ritornano. La comunicazione cambierà ancora e forse abituerà di nuovo gli uomini a “parlarsi”. Così come internet ha aiutato molti a scriversi.

SPAZIO A...

digitale x la crescita

8/9 ottobre - grand hotel quisisana @ capri “facciamo il punto. verifichiamo la rotta”. è questo il sottotitolo dell’evento campano firmato ernst&young L’evento “Digitale x crescere” si tiene a Capri l’8 e il 9 ottobre con l’obiettivo di proseguire il dialogo tra il mondo Ict e gli altri settori, coinvolgendo sempre più interlocutori e individuando azioni concrete che possano contribuire a rilanciare l’economia e attrarre gli investimenti nel nostro Paese. Dalla sua prima edizione, il dibattito nato da un’idea di François de Brabant, EY Senior Advisor e Fondatore di Between, ha contribuito all’evoluzione della cultura dell’innovazione in Italia, anticipando temi che hanno segnato in maniera profonda l’agenda della politica e dell’economia. Nell’edizione 2014 sono intervenuti, tra gli altri: Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture; Marianna Madia, Ministro per la Pubblica Amministrazione e per la Semplificazione; Carlo D’Asaro Biondo, di Google; Maximo Ibarra, di Wind; Alberto Calcagno, di Fastweb; Simone Battiferri, di Telecom Italia; Maurizio Santacroce, di Sisal Group; Agostino Santoni, di Cisco Italia; Francesco Caio, di Poste Italiane. Trovarsi a Capri, allora, è essenziale per confrontarsi e continuare a lavorare al contributo che l’innovazione digitale può portare alla crescita del nostro Paese. Provenienti da tutto il mondo prestigiosi ospiti animano, di anno in anno, un confronto in cui attualità, considerazioni di business e pensiero visionario concorrono in egual misura a tracciare i contorni di questioni quali: sanità, banca e scuola digitale, smart cities, e-business, internet delle cose, pagamenti elettronici, riforma della pubblica amministrazione. E l’evento è ormai riconosciuto tra i più importanti in Italia in termini di contenuti, relatori e livello dei partecipanti, costruito proprio per favorire un confronto tra competenze, visioni e progetti, valorizzare i casi di successo per moltiplicare capacità progettuale e innovazione e sfruttare pienamente il potenziale dell’Ict per rilanciare l’economia e attrarre gli investimenti. Dalla prima edizione, il dibattito sviluppato a Capri ha coinciso con l’evoluzione della cultura dell’innovazione in Italia, anticipando temi che hanno segnato in maniera profonda l’agenda della politica e dell’economia. ANNO VI | #144 | GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015


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