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visioni / vincenzo Galizia

Da WhatsApp a WhichApp il passo è davvero breve...

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COM

ANNO VI | #157 | MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015

WhatsApp rispetto a WhichApp, se le mettessimo a fianco, risulterebbe un po’ datata; la nostra application ha una grande attenzione sulla privacy, non dà informazioni come “messaggio letto”...

i fatti del giorno

marketplace

company

media

E’ stato inaugurato il primo negozio online di manifatture italiane

Per farlo, a Mountain View, sono bastati poco meno di due mesi

E’ il frutto della collaborazione fra l’azienda e Cristiano Ronaldo

Un gruppo di siti cerca alternative per vendere gli annunci online

Il Made in Italy su Amazon si apre a 285 mln di clienti

La trasformazione è già realtà e Google si chiama Alphabet

“CR7 Drive”, nuovo drink per sportivi. E’ targato Herbalife

Gli editori ribelli che rifiutano il programmatic adv

Scenario

Smau, l’incontro fra 56 progetti

26 link

coverstory

Cosa è successo all’Adv Week NY

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Social Network pervasivi: cosa sanno davvero di noi?

L’allarme risuona, da tempo. Un lato delicato del rapporto fra persone e digitale su cui vale la pena riflettere. Che riguarda anche i brand

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OOH NEXT GENERATION

THE CUBE DARSENA on themadbox.com


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i fatti del giorno

Mercato

Il “Made in Italy” su Amazon si apre a 285 milioni di clienti

nel laboratorio di sbigoli terrec antica bottega artigiana fondata nel 1857 nel cuore di firenze

È stato lanciato ieri, nella cornice di Palazzo Vecchio, a Firenze, alla presenza del sindaco della città Dario Nardella e del country manager di Amazon Italia e Spagna, Francois Nuyts, il primo negozio Made in Italy capace di offrire l’eccellenza della manifattura italiana ai clienti della piattaforma in tutto il mondo. Il numero di venditori italiani che si servono di Amazon Marketplace è cresciuto del 90%
e il relativo fatturato ha superato 133 milioni di euro solo dalle vendite all’estero il salone dei cinquecento a palazzo vecchio, firenze. qui si è tenuta la presentazione di “made in italy” targata amazon

di Vera Modesto

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mazon.it e Amazon.co.uk hanno recentemente inaugurato un nuovo marketplace dedicato all’eccellenza dei prodotti artigianali realizzati nel nostro Paese. Con il lancio del nuovo negozio Made in Italy, gli artigiani di tutta Italia potranno aprire le porte delle loro botteghe e rendere disponibili i loro prodotti ai milioni di clienti Amazon su scala internazionale. Sono già 5 mila i prodotti che si possono trovare nel portale, frutto del lavoro

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certosino di centinaia di artigiani toscani e non solo, e in questo modo hanno ora a disposizione un nuovo canale per promuovere i propri complementi d’arredo, la bellezza dei gioielli realizzati a mano, porcellane e capi unici in pelle, rendendoli disponibili a più di 285 milioni di clienti Amazon che vivono in tutto il mondo. «Siamo orgogliosi di essere i primi a presentare i tipici prodotti della nostra cultura artigiana all’ampia base di clienti di Amazon. In questo modo prodotti artigianali fiorentini e toscani avranno l’opportunità di essere scoperti e apprezzati da mol-

te altre persone, oltre agli stranieri che hanno già dimostrato il loro interesse rispetto all’alto livello della nostra manifattura», ha commentato il sindaco di Firenze Dario Nardella durante la presentazione della partnership che si è tenuta ieri nella cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio alla presenza del sindaco e di Francois Nuyts, country manager di Amazon Italia e Spagna. «Il Comune di Firenze, pertanto, è pioniere di un progetto che coinvolgerà sempre più anche le altre regioni italiane, contribuendo alla crescita dell’export italiano», ha

aggiunto Nuyts. Anche Francois Saugier, direttore Eu Marketplace di Amazon, ha commentato la collaborazione tra il colosso a stelle e le piccole realtà toscane: «Oggi siamo felici di presentare il negozio dedicato all’artigianato italiano. Made in Italy è tra i marchi più conosciuti e ricercati al mondo, e questo nuovo negozio delizierà anche i nostri clienti internazionali. Tramite il Marketplace di Amazon, gli artigiani italiani avranno l’opportunità di presentare e vendere i loro prodotti al di fuori della loro regione e dei confini nazionali. Durante gli ultimi 12 mesi, il numero di aziende italiane che hanno esportato i loro prodotti con Amazon è cresciuto di più del 90% e questi, tramite Amazon.it Marketplace, hanno fatturato più di 133 milioni di euro solamente dalle esportazioni». Hanno partecipato all’evento anche Sbigoli Terrecotte, Penko e Cornici Maselli, in rappresentanza delle centinaia di artigiani, i cui prodotti sono disponibili da oggi nel negozio Made in Italy, e di quelli che si uniranno al nuovo negozio nelle prossime settimane dalle altre regioni d’Italia.
 «Essere fra le prime botteghe a presentare le proprie creazioni su Amazon.it è entusiasmante e rappresenta anche una sfida - ha commentato Gabriele Maselli, figlio del fondatore di Cornici Maselli - Inoltre speriamo che le persone saranno anche semplicemente interessate a scoprire e conoscere i nostri prodotti di altissima qualità». ANNO VI | #157| MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015


MEDIAPOLE

CARRYMEDIA

TOTEMALL

CENTRO COMMERCIALE GDO

RETAIL

RETAIL

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WEBMEDIA PARK

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i fatti del giorno

Progetti

Campagne

Cartoon Network e Favij: partnership attiva tra due colossi del mondo egame Lo YouTuber più famoso d’Italia, con oltre 2 milioni di fan sulla propria web tv, ogni primo mercoledì del mese lancerà sul suo canale FavijTV una clip in cui testerà e commenterà un gioco online firmato dal network di Ottavia Quartieri A partire dal 2011, anno in cui ha aperto il suo primo canale YouTube - The Shared Gaming - con gli amici Nickybox e iPuffo, Lorenzo Ostuni, in arte Favij, è diventato uno degli YouTuber più seguiti d’Italia nonché uno dei top YouTuber nella classifica mondiale. Dal domani diventerà il game tester ufficiale di Cartoon Network (canale 607 di Sky e 353 di Mediaset Premium) grazie a un accordo fra il canale e Web Stars Channel, società di consulenza artistica per star del web. Favij è un grande fan di Cartoon Network e del sito ufficiale www.cartoonnetwork.it, che vanta circa 200 ga-

Lo youtuber Favij

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mes online e lancia ogni mese un nuovo gioco, per cui ogni primo mercoledì del mese, per sei mesi, pubblicherà sul suo canale FavijTV una clip in cui testerà e commenterà un gioco on line firmato Cartoon Network. Ma non finisce qui, infatti lui stesso inviterà i suoi fan a mettersi alla prova nel ruolo di game tester inviando tramite il sito www.cartoonnetwork.it il video con il loro test, decretando poi il game tester del mese. Si parte il 13 ottobre alle 17.55 con il primo appuntamento in cui le clip di Favij saranno disponibili on air su Cartoon Network, per poi essere declinate online su cartoonnetwork.it e sulla pagina YouTube del Canale cartoonnetworkit,

il martedì successivo alla pubblicazione su Favijtv. «Siamo felici che Lorenzo, che ha da poco festeggiato gli oltre 2 milioni di iscritti al suo canale YouTube, abbia accettato con entusiasmo la nostra proposta – dichiara Marco Rosi, Head of Channels di Turner Broadcasting System Italia. L’e-gaming è senza dubbio un fenomeno mondiale in continua crescita ed è una delle attività più amate dal nostro target.E’ grazie a questa capacità che il Canale viene percepito dal suo pubblico - e dai trendsetters quali Favij e Jovanotti con i quali abbiamo recentemente collaborato - come “cool”, sempre in movimento e contemporaneo», ha poi concluso Rosi.

San Carlo, dal 1936 al giorno d’oggi in soli sessanta secondi È partito domenica, con un lancio a reti unificati sui canali Mediaset e Rai, alle 21, il nuovo spot “1936 Antica Ricetta” Un frame dello spot

Sono passati quasi 80 anni da quando Francesco Vitaloni, riprendendo la ricetta originale delle patatine della famosa rosticceria San Carlo di Milano, ha lanciato sul mercato quelle che oggi sono diventate le patatine più rinomate d’Italia. Patate di prima qualità, arricciate e croccanti, cotte lentamente e spolverate con un pizzico di sale marino, queste patatine sono così speciali da meritare un ritorno in grande stile. Ed è proprio a questo proposito che il 4 ottobre scorso è partita la campagna “1936 Antica Ricetta”, studiata e realizzata da J. Walter Thompson proprio per San Carlo che andando a ritroso nel tempo e partendo proprio dagli anni trenta, ripercorre 80 anni di storia del nostro Paese attraverso le mode e gli stili che hanno caratterizzato le diverse epoche. L’idea è quella di raccontare, attraverso l’analogia di una relazione, il ritorno delle patatine San Carlo tanti anni dopo. I

protagonisti sono due giovani innamorati, la ragazza nel lontano 1936 parte e la ragazza con un gesto rapido sottrae il sacchetto di patatine al fidanzato e scompare all’orizzonte salutando dal finestrino. Il tempo passa, un orologio scandisce il tempo, passano stagioni, anni e decenni, il ragazzo è sempre lì, mentre intorno a lui cambia tutto. Adesso lui è un signore molto, molto anziano. Arriva un modernissimo Frecciarossa e dal treno scende una giovane che sta pescando patatine da un sacchetto su cui leggiamo “1936”. Il vecchio signore si illumina: sembra lei, l’amore della sua vita, è forse tornata? Lui si avvicina sorridendo emozionato e…. Siamo difronte a un’inedita storia d’amore, fatta di passione, attese e speranze che ha visto coinvolti oltre al cliente San Carlo, anche l’agenzia JWT Italia) e la casa di produzione Movie Magic, per la regia del maestro Giuseppe Tornatore. ANNO VI | #157| MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015



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i fatti del giorno

Partnership

“Gusto & Benessere”, la linea del gruppo Fini targata Bitmama

Dopo essersi aggiudicata la gara per il lancio nel mercato italiano dei nuovi prodotti Fini, l’agenzia digitale creativa sta preparando una campagna di comunicazione integrata che sarà online da ottobre fino all’inizio del prossimo anno

editoria

campagne

Brother “Make it real” con il gruppo Factory

La seconda giovinezza per la “Newsletter” è merito de La Stampa

Il quotidiano torinese ha deciso di implementare l’offerta dando una opportunità ai lettori: scegliere di ricevere gratuitamente al proprio indirizzo email tutti gli aggiornamenti speciali riguardanti i temi e le bnotizie preferiti

L’azienda giapponese, specializzata in campo tecnologico, con di Ottavia Quartieri 52 e 43. Non si tratta di il nuovo spot, on air sui canali Sky per 8 settimane, diventa numeri della schedina, sponsor ufficiale nella realizzazione dei progetti dei giovani ma sono rispettivamenstartupper italiani. Obiettivo: aumentare la brand awarness te i milioni di minuti spesi onli– 251 – e i milioni di contee imporre la sua leadership anche a livello di comunicazione ne nuti emessi sui social network

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di Vera Modesto di Massimo Luiss

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itmama si aggiudica la gara per il lancio in comunicazione dei nuovi prodotti Fini “Gusto&Benessere” e si conferma partner strategico, creativo e tecnologico del Gruppo Fini. Per raccontare questa nuova linea di prodotti Fini, Bitmama sta preparando una campagna di comunicazione integrata che sarà online da ottobre fino ai primi mesi del 2016. La campagna, fortemente orientata al contenuto, prenderà vita soprattutto sui media digitali, attraverso la comunicazione sui canali social, contenuti di native advertising, video di branded content e il coinvolgimento di blogger provenienti non solo dal mondo del food. Con questa vittoria, diventa ancora più solida la relazione tra Bitmama e il Gruppo Fini. Meno di un anno fa, infatti, l’agenzia ha ideato e realizzato per il Gruppo la piattaforma digitale nonsolobuono.it: un magazine online e al tempo stesso una filosofia che accomuna i tre brand del Gruppo (Fini, Le Conserve della Nonna e Greci). Bitmama proseguirà anche nella ordinaria gestione dei canali social del gruppo: le pagine Facebook di Non Solo Buono, di Fini e Le Conserve della Nonna.

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rother, azienda giapponese specializzata nella produzione e distribuzione di stampanti, apparecchi multifunzione, fax ed etichettatrici, è on air grazie alla collaborazione con Factory Group con l’obiettivo di aumentare la brand awareness e comunicare la sua leadership nel segmento delle stampanti. La nuova campagna istituzionale si sviluppa intorno a una “storia vera”, in cui i valori del brand assumono una dimensione personale e vicina al target. Brother emerge come partner in tutti momenti della vita del giovane protagonista, Gianluigi Parrotto, mentre costruisce il suo successo, familiare e professionale dando vita a un’azienda innovativa partendo da un’idea ambiziosa: trasformare una sua invenzione, la miniturbina eolica, in un elettrodomestico a larga diffusione. Con il claim “Make it Real”, Brother diventa “sponsor ufficiale” nella realizzazione dei progetti dei giovani startupper italiani che hanno ancora voglia di mettersi in gioco e di far diventare un sogno il proprio lavoro. Lo spot, visibile nei formati da 30 e 60 secondi, è in onda da ieri e per le prossime otto settimane sui canali Sky e sarà affiancata da un’attività digital che prevede una pianificazione di video pre-roll su Youtube sia “in stream” che “in display”.dal 19 ottobre, infine, partirà “Make it real with…”, il contest online che invita a far conoscere chi ci è stato vocino nella realizzazione di un sogno o di un progetto.

– 43. È il frutto di un’incessante rivoluzione tecnologica che, parallelamente all’esplosione del web e dei social, ha visto aumentare esponenzialmente le informazioni disponibili online. In questo contesto, La Stampa, costantemente attenta alle reali esigenze dei propri lettori, ha scelto di implementare ulteriormente la propria offerta, proponendo un’ampia gamma di newsletter tagliate su misura per gli specifici interessi che è possibile ricevere gratuitamente al proprio indirizzo mail. E’ sufficiente registrarsi alla pagina web www.lastampa.it/newsletter e selezionare le proprie preferite. Nonostante la newsletter non sia uno strumento nuovo, ma ultimamente sta vivendo una seconda giovinezza, una fase di alta popolarità, per il fatto che è un servizio gratuito che permette di mantenere un rapporto diretto e mirato con i singoli lettori e i propri interessi. Ogni lettore de La Stampa, da oggi, sfruttando questo nuovo servizio avrà l’opportunità di gustarsi tutti gli approfondimenti che offre il quotidiano direttamente al proprio indirizzo mail, decidendo di ricevere solo i propri temi preferiti. Da Tutto Scienze a Tutto Libri, dall’appuntamento con Torinosette agli aggiornamenti sportivi cittadini come QuiJuve e Qui Toro, per non dimenticare le riuscitissime edizioni di BreakingNews, del Meteo e de La cucina della Stampa con il direttore Mario Calabresi. La campagna a supporto del lancio di Newsletter è stata curata da Simonetti Studio di Torino. ANNO VI | #157| MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015


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i fatti del giorno partnership Prevista anche una partecipazione al capitale

tool On air a partire da ieri

Una data partnership a livello mondiale che offre ad agenzie e inserzionisti un targeting e un’estensione di audience senza paragoni nell’utilizzo dei dati dei differenti verticali

L’agenzia pubblicitaria, con la divisione digitale firma un progetto integrato di comunicazione per il marchio di Alcon

webedia e tradelab, il potere dei data per un accordo strategico Gaetano Polignano

advertising/1 Progetto outdoor

Dole Italia colora Bergamo e Genova con frutta di qualità Con la creatività di True Company e la pianificazione di IGP Decaux, la campagna si protrarrà nei mesi di ottobre e novembre

Nei mesi di ottobre e novembre, Dole Italia colorerà con accattivanti immagini di frutta Bergamo e Genova. La nuova campagna pubblicitaria outdoor dinamica e statica, creatività True Company e pianificazione IGP Decaux, interesserà numerose pensiline delle fermate degli autobus e rivestirà i mezzi pubblici locali. ”Più buona se sai da dove arriva” è il concept su cui si sviluppa la comunicazione e pone l’accento sulla totale trasparenza dell’intera filiera: attraverso, infatti, l’innovativa piattaforma online Dole Earth www.dole-earth.com ogni consumatore ha l’opportunità di effettuare un viaggio virtuale nelle piantagioni Dole, convenzionali e biologiche, percorrendo il tragitto seguito dalle banane e dagli ananas, dal luogo di coltivazione fino al punto vendita dove sono stati acquistati. E sempre a Bergamo e a Genova Dole Italia, nell’ambito di un mix coordinato e coerente di attività, scenderà in campo all’interno di selezionati fruttivendoli con un ciclo di interessanti operazioni in-store.

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di Ottavia Quartieri

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l gruppo Webedia, primo gruppo media digitale francese che raggiunge più di 80 milioni di visitatori all’internazionale, ha annunciato di aver concluso un accordo strategico con la piattaforma programmatica Tradelab, quarto programmatic buyer in Europa (AppNexus 2015) per l’utilizzo dei dati delle differenti verticali (cinema, gaming, cucina e turismo), potendo così offrire alle agenzie media e agli inserzionisti un targeting e un’estensione d’audience senza eguali. «Quest’accordo è di grande

rilevanza per lo sviluppo all’internazionale di Tradelab. – ha commenta Gaetano Polignano, country manager per l’Italia. - Attraverso questa partenership strategica, siamo oggi in grado di offrire un forte valore aggiunto in termini di targeting e di reach agli acquisti programmatici su importanti verticali tematiche, garantendo una completa trasparenza sulle metodologie di creazione di segmenti d’user affini alle campagne degli inserzionisti interessati ad espandere il loro business in Italia e all’estero». Il valore aggiunto a cui si riefrisce Polignano riguarda non solo il miglioramento

delle tecnologie d’acquisto e d’ottimizzazione, ma il fatto che i due partner permettono agli inserzionisti e alle agenzie d’accedere a una copertura incomparabile di profili qualificati. Per garantire la protezione e la valorizzazione dei dati d’audience, il gruppo Webedia ha assunto una partecipazione al capitale di Tradelab. «È essenziale per noi trovare su questo mercato un attore indipendente, capace di assicurare una protezione ottimale dei nostri dati e di utilizzarli al meglio per i nostri clienti e inserzionisti», ha detto Cédric Siré, fondatore e Direttore Generale di Webedia.

advertsing/2 Si rinnova la collaborazione che dura da diversi anni

Cooee, un piano di product adv per Fila

On air da fine settembre, ha abbracciato diverse attività, tra cui l’ideazione di un concept declinato online e offline per Fila Active

Mauro Miglioranzi

Cooee, agenzia di comunicazione associata AssoCom, ha studiato il piano di product advertising per il sistema Active, la nuova soluzione Fila appositamente studiata per la rimozione e la preven-

zione delle muffe. Fila, azienda leader al mondo specializzata in prodotti per la pulizia professionale di tutte le superfici, rinnova con quest’ultimo incarico un fertile sodalizio con Cooee, che ha cura-

to tutte le campagne di prodotto, oltre alla comunicazione istituzionale. On air da fine settembre, ha abbracciato diverse attività, tra cui l’ideazione di un concept declinato online e offline.

TBWA\Italia crea “Incontact”, l’app delle lenti Air Optix

TBWA\Italia, con la sua divisione digitale, ha firmato un progetto di comunicazione integrato a supporto di Air Optix, brand di lenti a contatto di Alcon, divisione Vision Care di Novartis. Il progetto prevede l’ideazione, la creazione e lo sviluppo di una applicazione gratuita “InContact” scaricabile da App Store o Google Play oltre ad attività di comunicazione BTL, BTC e concorso dedicato. InContact” è infatti uno strumento utile sia agli ottici rivenditori di Air Optix che ai portatori di lenti a contatto che, una volta scaricata l’app e registratosi, possono programmare la prenotazione delle proprie lenti a contatto mensili presso il negozio o trovare il rivenditore più vicino grazie a un sistema di geolocalizzazione. TBWA\Italia ha ideato e gestito anche il concorso dedicato che permette di vincere due Samsung Galaxy S6, al giorno. Basta recarsi all’ottico più vicino aderente l’iniziativa e comprare due confezioni di lenti mensili a scelta della famiglia Air Optix, entrare nella sezione dell’app dedicata al concorso e inserire i propri dati e la foto dello scontrino per sapere subito se si è vincitori. ANNO VI | #157| MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015


reinventing viDeO ADvertiSing www.teads.tv


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MARKET PLACE

Softec ha costituito al suo interno un team specificamente dedicato al mondo di Mountain View

Il digital advertising non può più fare a meno dei servizi di Google

Un’equipe altamente specializzata che quotidianamente opera per sfruttarne le potenzialità e offrire ai clienti soluzioni in grado di aumentare la visibilità dei progetti e delle campagne adv

di Daniele Bologna

Google si conferma uno degli strumenti migliori per consentire ai brand di intercettare il proprio target e incrementare il proprio business. Questo vuol dire che ogni digital company che si rispetti, dovrebbe necessariamente specializzarsi in tutti gli strumenti che il grande mezzo offre, per proporre ai clienti servizi innovativi in grado di intercettare i potenziali clienti e definirne le abitudini di navigazione. In questo quadro Softec, che da sempre si presenta al mercato come azienda specializzata in tutti i servizi del digital marketing, ha costituito al suo interno un team dedicato al mondo Google, che quotidianamente opera per sfruttarne le potenzialità e offrire ai clienti soluzioni in grado di aumentare la visibilità

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dei progetti e delle campagne adv. Questo ha permesso all’azienda di certificarsi come Google Partner, il prestigioso riconoscimento che Google riserva a un numero ristretto di agenzie, per veicolare insieme servizi specializzati di advertising, necessari per portare le Pmi online e garantire loro il massimo livello di visibilità. A testimoniare l’esperienza dello staff Softec, sono le ultimissime certificazioni in Google Analytics e Google Adwords, ottenute dopo esami di notevole complessità che solo dei veri conoscitori degli strumenti sarebbero in grado di superare. Ma non solo. L’efficienza degli strumenti Google utilizzati da Softec è riconosciuta soprattutto dai clienti, che si affidano alla società per far decollare le proprie iniziative di marketing e non possono più farne a meno. In tal sen-

so, un caso di successo, è sicuramente il progetto portato avanti per il noto marchio Segafredo Zanetti, che ha sperimentato con ottimi risultati i servizi di Keywords Adevertising, Remarketing e Google Shopping per sponsorizzare il portale Segafredoshop.it e offrire un servizio migliore a tutti i consumatori del buon caffè. Sin dai primi giorni di attivazione della campagna, è aumentato notevolmente il numero delle visite sul sito, è cresciuta la quantità di interazione e il numero delle vendite online. Infatti, in pochissimo tempo, si è raggiunto un “Return on Ad Spend” superiore al 450%, soprattutto grazie alle competenze del team Softec specializzato in ecommerce, che ha lavorato sulla user experience degli utenti al fine di incrementare il conversion rate. E non da meno, è moltiplicata la soddisfazione degli utenti che ora vengono indirizzati facilmente su una pagina web che gli permette di effettuare direttamente gli acquisti dei prodotti preferiti. Quindi, chiunque abbia voglia di sfruttare le potenzialità della rete, ha bisogno di un partner tecnologico come Softec, che rompendo gli schemi della tradizionale digital company garantisce innovazione, tecnologia e consulenza di qualità. ANNO VI | #157 | MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015

EDITO

RIA

NE MAGA W ZINE


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EVE NTI 3 - 4 Novembre 2015 MiCo Milano Congressi

In questo numero inauguriamo una rubrica sul World Business Forum Milano, il maggior evento privato di management d’Europa, giunto alla XII edizione che si terrà il 3-4 novembre al MiCo Milano Congressi. Ogni settimana scopriremo gli straordinari protagonisti dell’evento, che quest’anno è dedicato agli “story maker”, persone che non raccontano storie, ma le creano, costruendo il futuro per sé e per gli altri. Grazie alla partnership con WOBI realizzeremo la prima pubblicazione digitale a puntate dedicata all’evento e ai suoi protagonisti. Per informazioni: marketing@ediforum.it

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EVE NTI

SPINGERE I CONFINI PER ISPIRARE IL CAMBIAMENTO Primo nipote del leggendario Jacques-Yves Cousteau, Fabien continua a onorare l’eredità della sua famiglia nel preservare e proteggere gli habitat e le specie marine più a rischio. Nel giugno 2014 Fabien e il suo team di subacquei si sono imbarcati nella Mission 31, la più lunga spedizione mai realizzata in un habitat statico sotto il mare, raccogliendo in appena un mese l’equivalente di diversi anni di dati scientifici. Sulle orme dei giganti: definire la propria identità basandosi sul lascito di chi è venuto prima Avventura, scoperta, intrighi: l’importanza strategica di inquadrare la tua missione in un modo che possa ispirare e coinvolgere Spingere i confini dell’esplorazione umana: la preparazione fisica e mentale per diventare un subacqueo da record Lezioni apprese dopo 31 giorni sotto il mare: nuove prospettive sugli habitat oceanici e sul comportamento umano Una sfida per le aziende: l’importanza vitale degli ecosistemi acquatici e perché è necessario agire oggi per salvaguardarne l’integrità

Greg Brandeau Ex CTO in The Walt Disney Studios

sfruttare il genio collettivo della propria organizzazione

Fabien Cousteau Subaqueo, esploratore, oceanografico, ambientalista e documentarista

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Ingegnere formato al MIT, Greg è stato Chief Technology Officer in The Walt Disney Studios e Senior Vice President of Technology in Pixar, contribuendo alla crescita del colosso dell’entertainment che tutti conosciamo. Successivamente è diventato Presidente e COO di Maker Media, l’innovativa media company che ha lanciato il movimento mondiale dei Maker. È coautore del libro Collective Genius, dove condivide le sue idee su come creare e incoraggiare una cultura in cui l’innovazione si realizzi ripetutamente. Che cosa fanno di diverso i grandi leader dell’innovazione Come mantenere viva l’innovazione attraverso vari cicli di vita e in tutta l’organizzazione Interiorizzare l’innovazione nella cultura della tua impresa: come sviluppare scopo, valori e regole d’ingaggio comuni Scoprire le condizioni necessarie a sviluppare il potenziale innovativo di ciascuno Pixar, eBay, IBM e altre: insegnamenti dall’interno delle aziende più innovative al mondo

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DIREZIONE CREATIVA COORDINAMENTO IMMAGINE MEDIASET

PIANIFICA CON LA SQUADRA GIUSTA

Continua l’appassionante saga della squadra di poliziotti più amata d’Italia. I 10 episodi di Squadra Antimafia 7 porteranno il celebre vicequestore Calcaterra, interpretato da Marco Bocci, e i suoi uomini a scoperchiare il potere economico e finanziario italiano, fra traffici di denaro e sviluppi imprevedibili. Pianifica e troverai il tuo target proprio lì, incollato allo schermo.

tutti i mercoledì in prima serata


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MARKET PLACE

A poco meno di due mesi dall’annuncio, la grande trasformazione di Mountain View è realtà

Google non c’è più, si chiama Alphabet

IABFORUM.IT #iabforum

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Al timone delle nuova conglomerata il fondatore ed ex Ceo di Google, Larry Page. Ruth Porat, già vice presidente esecutivo e chief financial officer di Morgan Stanley, veste i panni di Cfo

di Davide De Vecchi

A poco meno di due mesi dall’annuncio, la grande trasformazione di Mountain View è realtà. Dopo la chiusura dei mercati statunitensi di venerdì scorso, la nuova Alphabet ha sostituito Google come società quotata in Borsa. Tutte le azioni di Google sono state convertite in azioni Alphabet e hanno iniziato a essere scambiate al Nasdaq con i simboli tradizionali (GOOG e GOOGL) da ieri. Al timone delle nuova conglomerata il fondatore ed ex Ceo di Google, Larry Page. Ruth Porat, già vice presidente esecutivo e chief financial officer di Morgan Stanley, veste i panni di Cfo. Ogni attività sottostante al grande cappello ha un amministratore delegato, a partire da Sundar Pichai, Ceo di Google cui fanno capo Search, Advertising, Maps, Youtube (che continuerà a esse-

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re guidata da Susan Wojcicki) e Android. BigG rimarrà il cuore del business di Alphabet. Gli altri marchi della holding candidati a diventarne società direttamente controllate sono Calico, ricerca e sviluppo sulla longevità; Google X, laboratorio di cui fa parte anche il progetto dell’auto autonoma; Nest, tecnologie per la domotica; Google Ventures e Google Capital, rami di investimento; Fiber, progetto legato alla diffusione della banda larga. I primi risultati finanziari di Alphabet, compresi quelli di Google, saranno disponibili nel gennaio del 2016. Mentre il Nasdaq ha salutato la novità con una crescita delle azioni superiori al 2%, fa capolino una primo e non trascurabile cambiamento: come ha notato il Wall Street Journal, Alphabet non agirà all’insegna del Don’t be evil che ha caratterizzato il decennio dell’era Google a partire dal-

la quotazione in borsa del 2004. Nel nuovo codice di condotta della holding si parla di “fare la cosa giusta (“Do the right thing”), seguire la legge, agire con onore e trattare gli altri con rispetto”. Un testo molto più asciutto di quello che continuerà a caratterizzare l’attività di BigG, e dunque quella della maggior parte dei dipendenti di Alphabet, in cui ci si concentra sulla necessità di evitare i conflitti di interesse e rispettare le norme sulla concorrenza. Non ci sono tutti i riferimenti, presenti nel codice dei Google, al consumo di alcool o alla presenza dei cani in ufficio. «Google non è una società convenzionale e non lo diventerà», scrivevano i due fondatori Larry Page e Sergey Brin nel 2004. Alphabet, invece, lo è. E non basta più, anche quando si risponde alle accuse, appellarsi alla buona fede del “Don’t be evil”: bisogna fare sempre la cosa giusta. ANNO VI | #157 | MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015

DICEMBRE

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MARKET PLACE

“The luxury and cosmetics financial factbook” di Ernst&Young è arrivato alla quinta edizione

Per la cosmetica il focus punta sulla innovazione dei prodotti Tra possibilità di crescita non ancora rassicuranti, ma presenti, e la necessità di esplorare nuovi paesi. Per la prima volta, dopo anni di crescita, nel 2014 le vendite del settore hanno rallentato di Pietro Castagna

Una crescita che c’è ancora, ma che rallenta; nuovi Paesi da esplorare; focus sull’innovazione di prodotto: il settore del lusso, nella sua generalità, e quello della cosmetica hanno le stesse caratteristiche, come spiegano i numeri di “The luxury and cosmetics financial factbook”, cu-

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rato da Ernst&Young, arrivato quest’anno alla sua quinta edizione. Nel 2014, si legge nello studio che mette a confronto i due settori, per il secondo anno consecutivo e dopo anni di crescita a doppia cifra, le vendite globali di “personal luxury goods” hanno rallentato la loro corsa, salendo del 3% a 224 miliardi di euro; parallelamente,

l’industria della cosmetica è cresciuta del 3,6% per un fatturato globale di 181 miliardi di euro. Per entrambi, il rallentamento è quasi fisiologico dopo un periodo di “retail rush”, l’entusiastica espansione della propria rete di vendite degli ultimi anni. E per entrambi, se i mercati principali restano Cina e Russia, altri come il Giappone e la Corea del Sud sono in veloce espansione. Nel 2014 le vendite mondiali di cosmetici hanno raggiunto la cifra di 181 miliardi di euro (+3,6% sul 2014). I prodotti più venduti sono stati quelli per la cura della pelle (35% delle vendite), seguiti dai prodotti per capelli (25%) e da quelli per il makeup (17%). Il mercato più prolifico è stato quello dell’area Asia Pacifico, davanti a Europa e Nord America.

ANNO VI | #157 | MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015


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Su quanto i social network siano pervasivi si potrebbe discutere a lungo. Resta il fatto che gli strumenti per elaborarne i dati esistono

Cosa sanno, davvero, di noi? Si parla ancora troppo poco di “reputation” e di conseguenze. L’allarme risuona da tempo. Ecco un lato delicato del rapporto tra le persone e il digitale su cui vale la pena riflettere. E che coinvolge in pieno anche i brand. E poi spunta un software basato sui “like”

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di

Daniele Bologna

Su quanto i social network siano pervasivi si potrebbe discutere a lungo. Troppo poco, invece, si parla di “reputation”. E di conseguenze. In questo caso, proprio il ruolo dei social è importantissimo. Non è un mistero, per esempio, che prima (o magari subito alla fine) di un colloquio, il datore di lavoro vada a “sbirciare” su Facebook, su Twitter o Google tutto ciò che c’è di te - e su di te - in rete. Non è un mistero, ma pochi si ravvedono. E delle conseguenze di un post su Facebook? Cosa può implicare?. E’ ininfluente? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che “Anche se la parte offesa ha impostato i meccanismi di difesa della privacy, rendendo visibile la bacheca Facebook solo agli “amici”, la condotta di chi posta un contenuto offensivo sulla bacheca altrui integra comunque il reato di diffamazione aggravata di competenza del tribunale monocratico”. Se non è un allarme, poco ci manca, non fosse altro per la leggerezza con cui spesso vengono utilizzati questi strumenti. Reputazione e conseguenze, comunque, sono argomenti attualissimi. E tutto ciò sta spingendo con forza la na-

scita di nuovi software (o più precisamente tool) in grado di valutare il comportamento digitale degli utenti e stabilire quali informazioni personali possiedono i social nertwork. Apply Magic Sauce Uno degli ultimi esempi è “Apply Magic Sauce”, software realizzato dai ricercatori del centro di psicometria dell’Università di Cambridge, che con un semplice click è in grado di dirti tutto quello che Facebook conosce di te. I dati su cui fa leva sono innanzitutto i “like”, autentici alfieri della profilazione. Con questi, e con l’ausilio di un algoritmo complesso, Apply Magic Sauce fornisce il tuo profilo secondo il social di Mark Zuckerberg. O almeno qualcosa che gli somigli. E parecchio. Basta un click e il software sa dire qual è la tua religione, la tua fede politica, il tuo orientamento sessuale, quanto sei soddisfatto della tua vita, ma anche se hai un comportamento da single o da sposato. Roba pesante, tratti profondi della propria personalità che perdono filtri e riservatezza. Sa maneggiare con cura. Per fortuna, però, il grado di precisione di software come Apply Magic Sauce viene giudicato da vari esper-

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l’università di cambridge

ti parziale, semplicemente perché basato su dati non sempre reali. I “like” che gli utenti lasciano su Facebook spesso sono casuali, a volte involontari. In sostanza, dunque, poco attendibili. Ma è un’arma a doppio taglio. Il software lavora lo stesso. Non conta

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la verità. Conta il dato. E la sua interpretazione. Un software basato sui “like” Esempio: una persona, magari, decide di seguire la pagina di Matteo Renzi perché appassionata di politica, ma allo stesso

tempo potrebbe non condividere per nulla le sue idee o le sue proposte. È su questo punto che un software basato sui “like” va in difficoltà. La psicometria applicata ai dati, insomma, deve ancora crescere. E in questo contesto si inserisce bene la

notizia dell’arrivo di un tasto di “dislike” su Facebook. Zuckerberg ha detto che servirà ad aumentare l’empatia degli utenti. Più probabile che sia stato pensato per aumentare la già altissima proliferazione degli utenti. Un altro software molto simile

è Digital Shadow, prodotto da Ubisoft. Anche in questo caso c’è un algoritmo che va a scandagliare fra le attività su Facebook di una persona e ne crea il profilo, precisando quale parola si usa più spesso o a quale orario si “posta” di più, aggiungendo l’età, il

lavoro, la residenza e tutto il resto. Ma non è finita qui. Esistono tool, come Iconic History - un’applicazione del browser Chrome - che tiene traccia di tutti i siti che si visitano, e se qualcuno lo chiede, può fornire un resoconto. Oppure c’è Mit’s Im-

mersion Project, che crea una mappa delle email che vengono mandate. E poi c’è tutta la galassia Google. Perché se qualcuno pensasse che stare lontano dai social fosse la soluzione per non essere profilato, cadrebbe in errore. In rete, si sa, ogni click

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Michele Tesoro Tess

diventa storia. E quello inerente i social è solo un pezzo di questo mondo. Per esempio, quando si utilizza Google Maps per i propri spostamenti, Google li registra e crea una cronologia delle posizioni. Quando si fa una ricerca sul motore, Google la registra e la utilizza per capire cosa piace e fornire annunci pertinenti. Tutte azioni delle quali “BigG” non fa mistero, tanto che nei mesi scorsi ha anticipato eventuali software di terzi lanciando il tool “Ac-

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count Personale”, grazie al quale è possibile capire cosa sa di noi il colosso di Mountain View. Che i social media abbiano un impatto sull’immagine pubblica delle aziende è ormai fuor di dubbio: una campagna social ben riuscita attira l’attenzione di molti e incrementa clienti e vendite; per contro, un passo falso sulle piattaforme social può diffondersi a macchia d’olio e tramutarsi in un disastro con conseguenti perdite di fatturato.

Intanto, sempre per restare intorno al tema della reputazione, c’è chi sostiene che l’impatto dei social media sulla reputazione di brand non sarebbe così determinante come si crede. A sostenerlo, tra gli altri, è Michele Tesoro-Tess, direttore generale della sede italiana di Reputation Institute, che in un post sul sito della società analizza miti e realtà dell’effetto social media sull’immagine pubblica delle aziende. Innanzitutto, sostiene Tesoro-Tess, i social media

non possono distruggere in un giorno una buona reputazione costruita in anni di lavoro. I risultati di molti studi accademici dimostrano che la reputazione positiva è resistente e “si attacca” all’azienda. Il caso Volkswagen farebbe pensare altrimenti, ma certo il crollo reputazionale della casa automobilistica tedesca non è stato deterrminato dai social media. Il secondo mito da sfatare è che il successo reputazionale sui social si ottenga attraverso stra-

tegie online, anche sui social media stessi. In realtà, spiega Tesoro-Tess, gli studi hanno rilevato che le strategie online adottate dalle aziende dipendono in gran parte dalla loro reputazione generale. Brand con una buona reputazione tendono a essere più trasparenti e autentici, mentre quelli con una reputazione più debole percepiscono i social media come rischiosi e sono riluttanti a discutere publicamente delle proprie azioni. Una reputazione

forte sui social media, rileva quindi Tesoro-Tess, è inevitabilmente legata a una reputazione forte offline. Un terzo fattore da tenere in cosiderazione è che i social media non sono rappresentativi dell’intera società: lo diventeranno forse in futuro, ma per il momento la loro portata non è tale da poter valutare la reputazione di un brand basandosi soltanto sull’analisi di ciò che succede su Facebook e simili: i tradizionali studi basati su interviste e questionari hanno ancora un valore rilevante. Infine, l’ultimo mito da

sfatare: il sentiment espresso sui social media non equivale alla reputazione. La reputazione è costrutto complesso che tiene conto di diversi fattori, e il sentiment (online e offline) ne è solo una delle componenti. E per quanto gli algoritmi di analisi delle conversazioni social siano sofisticati, di fatto traducono una molteplicità di opinioni, sfumature e percezioni in termini molto semplificati - sentiment positivo, negativo oppure neutro -, insufficienti alla misurazione della reputazione.

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COM PANY

Collaborazione tra la multinazionale della nutrizione e la leggenda vivente, e praticante, del calcio mondiale Cristiano Ronaldo

“CR7 Drive”, il nuovo drink per sportivi di Herbalife

L’accordo pluriennale con la stella portoghese prevede che la società sia al fianco dell’atleta dentro e fuori dal campo; e l’ultimo prodotto è stato progettato appositamente per ottimizzare la sua performance e soddisfare le sue esigenze nutrizionali specifiche Cristiano Ronaldo

di Nicolò Franceschi

Herbalife, la multinazionale che opera nel settore della nutrizione, e la leggenda del calcio mondiale Cristiano Ronaldo hanno annunciato il lancio di “CR7 Drive”, il nuovo drink per sportivi di Herbalife. In qualità di fornitore nutrizionale ufficiale di Ronaldo, “CR7 Drive” è la punta

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di diamante del rapporto che lega la multinazionale di nutrizione alla stella di fama mondiale ed è il risultato di mesi di collaborazione reciproca. L’accordo pluriennale con Ronaldo ha previsto che Herbalife fosse al fianco dell’atleta dentro e fuori dal campo e “CR7 Drive” è stato progettato per ottimizzare la sua

performance e soddisfare le sue esigenze nutrizionali specifiche. «Cristiano Ronaldo prende molto sul serio la propria alimentazione e sa quanto una dieta corretta in combinazione con determinati nutrienti possa contribuire a rafforzare le proprie performance - ha dichiarato Michael Johnson, Presidente e Ceo

di Herbalife -. Abbiamo sviluppato “CR7 Drive” appositamente “per” e “con” Ronaldo, ma le sue necessità non sono poi così diverse da quelle degli sportivi amatoriali o appassionati di fitness, e siamo onorati di mettere “CR7 Drive” a disposizione di tutti gli atleti a qualsiasi livello». Considerato il portafortuna della squadra dei “Galácticos”, il Real Madrid, già affollata dei migliori talenti, Cristiano Ronaldo ha raggiunto l’apice del calcio. Con tre Palloni d’Oro, due Champions League, oltre a un gran numero di scudetti e record di reti, sia al Manchester United che al Real Madrid, Ronaldo si è assicurato un posto tra le leggende del calcio. Ed è inoltre l’unico giocatore ad aver vinto la Scarpa d’oro per quattro volte. «Herbalife sa perfettamente quanto l’alimentazione sia fondamentale per le mie prestazioni - ha detto Cristiano Ronaldo -. Lavorare con un team di Herbalife, sia sportivo che scientifico, per sviluppare “CR7 Drive” è stato incredibilmente gratificante

e dimostra come dovrebbe funzionare realmente una partnership. Non vedo l’ora di poter dare il mio contributo agli atleti di tutto il mondo nel comprendere come i prodotti per la nutrizione possano aiutarli a ottenere il massimo dalle proprie performance». Freschezza e leggerezza “CR7 Drive” è la versione moderna delle tradizionali bevande sportive, senza dolcificanti artificiali, dal sapore leggero e fresco; questa miscela di carboidrati ed elettroliti aiuta gli atleti a reidratarsi prima e durante l’allenamento. Fornisce carboidrati e reintegra le sostanze che si disperdono con il sudore, inclusi gli elettroliti essenziali. I suoi ingredienti principali rendono “CR7 Drive” un prodotto ideale per una vasta gamma di attività sportive di resistenza, tra cui calcio, spinning, corsa o altre discipline che determinano un aumento significativo della frequenza cardiaca. Come tutti i prodotti Herbalife24, “CR7 Drive” è stato testato per verificare la presenza di sostan-

ze vietate attraverso il programma “Informed Sport”, che certifica come i prodotti siano stati testati per le sostanze proibite nello sport. Un team di professionisti Herbalife lavora con Ronaldo per aiutarlo a sfruttare al meglio la sua alimentazione quotidiana e gli fornisce la consulenza tecnica per migliorare le performance complessive grazie a un’integrazione specifica e mirata. Ed è proprio grazie a questa collaborazione che nasce “CR7 Drive”. La multinazionale Herbalife, dal 1980, opera nel settore della nutrizione migliorando la vita delle persone. I prodotti per la nutrizione, il controllo del peso, lo sport e la cura della persona sono disponibili in più di 90 paesi esclusivamente attraverso i Membri Herbalife. L’azienda è impegnata in tutto il mondo nella lotta all’eccesso di peso e alle cattive abi-

tudini alimentari, offrendo prodotti di alta qualità, l’assistenza personalizzata dei Membri e promuovendo fra i clienti uno stile di vita sano e attivo anche attraverso l’esempio di chi lavora nel mondo Herbalife. SostieneHerbalife Family Foundation e il suo programma Casa Herbalife, creato per garantire un’alimentazione sana ai bambini più bisognosi. La multinazionale è anche sponsor di oltre 190 squadre, eventi sportivi e atleti in tutto il mondo, fra cui, appunto, Cristiano Ronaldo, la squadra di calcio Los Angeles Galaxy e molti altri campioni di diverse discipline sportive. L’azienda ha circa 7.800 dipendenti in tutto il mondo e nel 2014 ha registrato un fatturato netto pari a 5 miliardi di dollari.

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ME DIA

c’è una Battaglia in corso, protagonista chi si rifiuta di compromettere i contenuti con annunci invadenti

Clamorosa novità per la serie di film interpretati da Mel Gibson e Danny Glover

La rivolta degli editori digitali ribelli, “Arma letale” s’affaccia in tv i due poliziotti protagonisti è previsto un ritorno eclatante, anche se non pronti a rifiutare il programmatic adv Persi parla di un nuovo film. Ma di una serie televisiva ispirata alle pellicole La testata economico-finanziaria The Wall Street Journal ha individuato un gruppo di siti alla ricerca di nuovi strumenti più personalizzati per vendere annunci online. PAre che stiano costruendo una tecnologia proprietaria

di Pietro Castagna

In controtendenza rispetto alla corsa al programmatic, Refinery29, sito di fashion e lifestyle, insieme ad altri editori - tra cui spiccano Vice Media, Vox Media, Buzzfeed e Mic -, avrebbero scelto di gestire e vendere direttamente i propri spazi pubblicitari online, piuttosto che lasciare il compito a terzi. Almeno sarebbe questa l’indiscrezione rivelata dal quotidiano The Wall Street Journal, che li ha definiti “editori digitali ribelli”, cioè coloro che si rifiutano di compromet-

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tere i propri contenuti con annunci fastidiosi e invadenti. La testata statunitense ha rivelato, inoltre, che questi siti starebbero cercando di costruire una propria tecnologia proprietaria. Mic, il sito che parla di politica e cultura, destinato a un pubblico giovane, offre, per esempio, un proprio formato personalizzato, ovvero giganteschi banner e contenuti sponsorizzati creati apposta per i brand. Le dodici persone dello staff che gestisce l’advertising hanno ottenuto l’anno scorso ricavi per dieci milioni di dollari,

avrebbe rivelato una fonte a The Wall Street Journal. Chris Altchek, co-fondatore di Mic, ha commentato: «Abbiamo analizzato come apparivano gli ads automatici tre anni fa e abbiamo visto che quel tipo di esperienza era negativa sia per gli utenti sia per gli inserzionisti». Il “movimento ribelle” cerca di guardare anche all’esempio di Facebook e Google, che si sono creati un network pubblicitario personale, così come strumenti di data management per aiutare gli inserzionisti ad aumentare i ricavi sugli ads. Facebook sem-

bra essere dalla loro parte. «La prima generazione di ad-tech non si è concentrata sulla creazione di valore per gli editori, e questo ha creato nervosismo - ha detto Brian Boland, vicepresidente dell’advertising technology di Facebook -. Molti editori sentono il bisogno di costruirsi i propri strumenti perché nessuno li sta aiutando».

degli anni ottanta e novanta, voluta da Fox Tv e prodotta dalla Warner Bros di Sebastiano Zeri

Niente sequel o reboot per “Arma letale”. Ma non è questa la vera notizia riguardante la popolare serie di film interpretati da Mel Gibson e Danny Glover negli anni ‘80 e ‘90. Per i due poliziotti protagonisti è infatti previsto un ritorno eclatante, anche se non si parla di un nuovo film. Bensì di una serie televisiva voluta da Fox Tv e prodotta dalla Warner Bros. La versione per il piccolo schermo si basa sull’ex Navy Seal texano Martin Riggs (origina-

riamente Gibson) il quale, in seguito alla scomparsa della moglie e del figlio, si trasferisce a Los Angeles per iniziare una nuova vita. Lì viene assegnato come partner al detective della LAPD Roger Murtaugh (Glover), da poco colpito da un lieve attacco di cuore e costretto ad evitare ogni tipo di stress. Scritto dall’autore di “Forever e Chuck”, Matt Miller, a produrre il pilot saranno Dan Lin (“The LEGO Movie”, “Suicide Squad”) e Jennifer Gwartz. Saranno loro i produttori anche della serie, che spera

di conquistare il pubblico dei vari “Arma letale” che si sono succeduti tra il 1987, anno della pellicola d’esordio, al 1998, anno del film numero quattro. La trasformazione in serie televisiva di un film divenuto ormai di culto si inserisce in quello che sembra essere il principale trend d’Oltreoceano attualmente, visti i recenti annunci riguardanti gli adattamenti tv di film come “Taken”, “Scream”, “Watchmen” e “The Mist”, per non parlare di Minority Report, in onda sempre su Fox proprio da ieri.

Da sinstra, danny glover e mel gibson

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Come si crea la pubblicità intelligente.

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Sulla scena a Milano i 56 progetti di innovazione social finanziati dal Miur, un universo davvero variegato

A Smau per incontrare il mercato Si tratta di iniziative messe a punto da giovani under 30 delle Regioni Convergenza: Puglia, Sicilia, Calabria e Campania. Come opportunità di business e formazione nell’ambito di idee tecnologicamente originali e creative di

Massimo Masi

La nuova Governance del Miur si fa “smart”. E punta al ruolo sociale dell’investimento in ricerca, ovvero a un ritorno concreto per contribuire alla soluzione di bisogni e problemi presenti nella società e nelle comunità in cui viviamo; su questa linea si inserisce il PON “R&C” 20072013 che ha chiesto ai giovani del sud di dare soluzioni nuove per rispondere alle esigenze del pro-

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prio territorio. L’obiettivo è di promuovere nelle Regioni Convergenza (Puglia, Sicilia, Calabria e Campania) progetti che prevedano lo sviluppo di idee tecnologicamente innovative per la soluzione, nel breve-medio periodo, di specifiche problematiche presenti nel tessuto urbano di riferimento. Coinvolgere le nuove generazioni - giovani di età non superiore ai trent’anni per l’individuazione dei bisogni sociali e l’elabora-

zione di idee progettuali a sostegno dello sviluppo di una cultura di “innovazione sociale”, indirizzandoli su ambiti ritenuti strategici come la mobilità, la salute, il cloud computing legato alla governance, cultura e turismo, energie rinnovabili, efficienza energetica risorse naturali sostenibili in chiave “smart”, ha dato origine a 56 nuovi progetti innovativi. Si va dalla mobilità ecocompatibile per merci e persone in

zone a traffico limitato e ad alto rischio di congestionamento traffico a nuovi sistemi di carpooling, fino a tecnologie di conversione dell’energia ondosa in elettricità appropriatamente studiata per i climi meteomarini del Mediterraneo a vantaggio della sostenibilità. Un sistema di scientific networking che pone i giovani ricercatori calabresi al centro di un sistema di condivisione di informazioni scientifiche. Un laborato-

rio locale a supporto della valorizzazione, restauro, manutenzione, riqualificazione energetica ad alto standard di qualità. E ancora interventi di pianificazione, un prototipo di micro cogeneratore compatto costituito dall’abbinamento di un motore Stirling a una caldaia a condensazione a gas, l’utilizzo della tecnologia a favore delle persone “fragili”, in particolare bambini affetti da autismo, illuminazione efficiente, non invasiva e di elevata resa cromatica, di aree urbane di pregio artistico-architettonico, di opere d’arte e immobili di pregio. Un universo davvero variegato e affascinante. Un percorso, quello dei 56

progetti vincitori, in prossimità della conclusione delle attività progettuali e in procinto di affrontare il mercato in maniera consapevole e con strumenti appropriati. Sono queste le esigenze che hanno portato il Miur a scegliere Smau come evento finale per i 56 progetti finanziati e strategico per informare e diffondere i contenuti per le attività relative al nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 e per offrire, nei tre giorni di evento -a Milano il 21, 22 e 23 ottobre - a ciascuno dei progetti coinvolti, una serie di specifiche attività che vanno dalla formazione, alla promozione, al matching. «Tale evento può rappre-

sentare un’opportunità di business per i soggetti attuatori dei progetti, che si apprestano ad affrontare il mercato, nonché un momento informativo sulle attività svolte dal Miur con riferimento particolare alle giovani imprese - dichiara Anna Maria Fontana, responsabile per l’attuazione e la gestione del Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014-2020 del Miur - e conferma la comprovata e specifica capacità tecnica di Smau di collegare startup a progetti innovativi con i protagonisti dei sistemi produttivi, delle pubbliche amministrazioni e di quelle locali».

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ricorrenze

Per il terzo anno consecutivo Apple si conferma numero uno al mondo per valore del marchio, incrementando il proprio valore del 43% su base annua e raggiungendo 170,3 miliardi di dollari.

A quattro anni dalla scomparsa di Steve Jobs, il 5 ottobre del 2011, molto è cambiato a Cupertino. Apple parla oggi un linguaggio un po’ diverso, rinuncia allo scheumorfismo nelle icone di iOs e Os X, introduce il pennino sull’iPad, prende posizione su temi politici con il ceo Tim Cook. Ed è più diretta nelle comunicazioni con la stampa. Ma anche gli ultimi prodotti e servizi della multinazionale fanno a meno della “i”: dall’Apple Watch (anche se qui, forse, per motivi di copyright) a Apple Pay, dalla rinnovata Apple Tv fino a Apple Music.

Il brand Apple è tre volte primo

Quattro anni senza Steve Jobs

ANSA.IT

televisione

“Vinyl” la serie di Jagger e Scorsese Una serie destinata a tenere migliaia di telespettatori incollati alla tv, prodotta da duew pezzi grossi del calibro di Mick Jagger e Martin Scorsese, anche regista della puntata pilota. La lavorazione di “Vinyl”, iniziata nel 2011, arriverà a gennaio 2016 sull’emittente statunitense Hbo, che manderà in onda le nove puntate. Le storie narrate sono scandite dal “suono della rivoluzione” che visse la musica nel corso degli anni Settanta, a cavallo tra punk e rock e la frenesia di un business discografico alle prese con cambiamenti davvero epocali.

REPUBBLICA.IT

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LASTAMPA.IT

nomine

Twitter conferma Jack Dorsey ceo

CORRIERE.IT

Jack Dorsey resta numero uno. Il cofondatore di Twitter terrà in modo permanente il ruolo di amministratore delegato dell’azienda, assunto ad interim tre mesi fa al posto di Dick Costolo.

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manhattan centro nevralgico (e affollato) della conversazione, live e digitale, su cosa accade nel mondo di marketing e comunicazione

“Not Advertising Week”: a new york il settore affronta il suo lato oscuro. e un invito a cercare nuove identità

La settimana newyorkese dedicata all’ecosistema pubblicitario si è conclusa lo scorso venerdì, con due ospiti ingombranti e inaspettati: ad blocking e ad fraud. il tutto accompagnato da sorprendenti campagne “out-of-home” e “pre-roll live” e con un Martin Sorrell, come sempre protagonista, che ha parlato di molti temi, come la fusione intervenuta tra comscore e rentrank di Valentina Lunardi

A nemmeno una settimana di distanza dal seguitissimo viaggio di papa Francesco negli Stati Uniti, durante il quale ha portato a Manhattan il suo messaggio anticonsumista, l’Advertising Week ha aperto curiosamente i battenti lunedì 28 settembre in una cattedrale di New York. C’è da sottolineare che St. Bart, dove si è svolto l’evento, è una chiesa episcopale, in modo che il papa “cool”, come è a volte soprannominato dalla stampa statunitense, avrebbe potuto persino essere d’accordo con la location; e magari anche con il fatto che il direttore esecutivo dell’Advertising Week, Matt Sheckner, abbia predicato le glorie della pubblicità dal pulpito. Illuminare le pareti della chiesa con

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l’hashtag #AWXII e il logo dello sponsor dell’evento Amazon.com, forse è stato un po’ troppo non solo ipoteticamente per questo papa anticonvenzionale, ma anche per alcuni spettatori. Ma l’Advertising Week non sarebbe l’Advertising Week senza un po’ di eccessi (e le chiese come location di eventi pubblicitari non sono una novità di quest’edizione, visto che anche la chiesa anglicana St. James’ Church aveva ospitato speaker come Maurice Levy di Publicis durante l’AW di Londra); e forse il più fastidioso eccesso della settimana era l’umidità. Insolitamente caldo, il tempo umido unito ai numerosi turisti della zona di Times Square ha portato un certo numero di partecipanti a lamentarsi, immancabilmente ANNO VI | #157 | MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015


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sir Martin Sorrell anche attraverso i social network. Ma quando i delegati non erano distratti dai loghi luminosi, dal tempo o dalla confusione, tutta la loro attenzione è rimasta concentrata su le quattro seguenti tendenze, “temi caldi” dell’Advertising Week 2015.

L’ingombrante presenza dell’ad blocking L’ad blocking non ha avuto esattamente una presenza ufficiale all’interno della programmazione dell’appuntamento newyorkese, ma ha acquisito attenzione e importanza come tematica nel susseguirsi dei panel. Il successo dei servizi di blocco pubblicitario, insieme alla problematica dell’ “ad fraud”, hanno giocato il ruolo di protagonisti quando gli speaker si sono avventurati nel terreno dei punti dolenti

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dell’ecosistema pubblicitario contemporaneo, anche se non molto è stato offerto in termini di soluzioni pratiche. Numerosi esponenti di agenzie e delle aree marketing di grandi aziende hanno sottolineato come il passepartout per poter risolvere l’impasse provocato da queste due tendenze sia “una nuova e migliore creatività”. Ma solo nel caso in cui l’Interactive Advertising Bureau prendesse una posizione decisa rispetto alla battaglia, pubblicitaria e tecnologica, che sta avvenendo all’interno dei dispositivi connessi dei consumatori.

Il risveglio dell’outdoor Approfittando di tutte le preoccupazioni circolanti intorno ai servizi di blocco pubblicitario sul web e al tema dell’ad fraud, oltre che dell’opportu-

nità di avere riunite così tante persone del settore nello stesso luogo, la Outdoor Advertising Association of America, con l’aiuto dell’agenzia PNYC, ha condotto una campagna decisamente sui generis e piuttosto brillante. Utilizzando cartelloni pubblicitari, chioschi del telefono, pensiline, autobus e anche lo spazio di Times Square, la creatività della campagna comprendeva un richiamo diretto e per nome di agenzie e singoli dirigenti ( tra cui Maxus, Mediacom, ma anche Lauren Crampsie cmo di Ogilvy e Ben Winkler, chief digital officer e chief innovation officer di OMD) con l’obiettivo di comunicare come la pubblicità outdoor non è solo il vero affare, ma potrebbe anche apportare risultati reali in campo digitale. Gli annunci guidavano le

persone verso il sito feelthereal.org, dove sono stati chiaramente spiegati i pericoli del digitale e i vantaggi dell’advertising outdoor. Con l’invito a “feel the real”, la campagna out-of-home ha inteso far pensare al pubblico dell’evento come quei cartelloni fossero effettivamente visti da persone reali, al contrario di molta pubblicità digitale, visionata unicamente da robot. Ma l’annuncio conteneva, curiosamente, anche un messaggio non immediatamente comprensibile: le serie di numeri binari stampati sul lato di ciascuna pubblicità conteneva, infatti, frasi come “Ad Age loves real clicks” o “OHH makes digital real”.

Il pre-roll delle conferenze I partecipanti dell’Advertising Week avranno avu-

to l’impressione di essere di fronte allo schermo dei propri pc o smartphone, intenti a guardare video online: ogni pannello è stato infatti preceduto da una pubblicità video. Ma Adobe, insieme con Goodby, Silverstein & Partners, è andata oltre, presentando la sua ultima campagna della serie “Do you know what your marketing is doing?”, pensata per mostrare il lato peggiore e fallimentare della pubblicità online. Il brand protagonista della campagna questa volta è stato AstroBoost, un energy drink fittizio, che è stato però distribuito come bevanda ufficiale per i marketer presenti all’appuntamento newyorkese. E il lancio pubblicitario del prodotto nel video mostrato al pubblico prima delle sessioni, non era altro che un fastidioso pre-roll che interrompeva nientemeno

che una grandiosa missione spaziale su Marte. Un messaggio molto chiaro per ogni inserzionista del pianeta.

Per Sorrell non è più l’evento della pubblicità Uno degli speaker più attesi dell’Advertising Week, così come di molti altri eventi della industry, è indubbiamente sir Martin Sorrell, ceo della potente holding Wpp. Come aveva già avuto modo di affermare durante la precedente edizione dell’AW di Londra, non senza un tocco di provocazione, secondo il numero uno di Wpp oggi la settimana dell’evento “È qualcosa d’altro, ma non certo un’Advertising Week”. Il tutto durante un panel dal titolo “Pardon the Interruption: Advertising Is Back”, dove dialogando con Michael Kassan di Medialink, Sorrell

ha toccato vari argomenti, tranne inaspettatamente proprio la pubblicità. Il secondo fulcro del dibattito è infatti stata la recente fusione tra comScore e Rentrank, nella cui società Wpp non è entrata a far parte del gruppo di consiglio, ma detiene il 16%. Nonostante Sorrell abbia criticato la strategia di fusione, il ceo ha anche affermato come “È giusto dire che li abbiamo incoraggiati a unirsi, perché clienti e media owners vogliono analisi e misurazioni migliori”. Questo, intendendo come sia arrivato il momento di superare un certo tipo di monopolio nel campo delle misurazioni, al momento nelle salde mani di Nielsen e di Google e Facebook, società definite come “mascherate da aziende di tecnologia, ma, al loro cuore, reali proprietari media”. ANNO VI | #157 | MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015


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360com è una pubblicazione di Growing C&M sede legale piazza G. Grandi 24, 20135 - Milano sede oPerativa via Gustavo Fara 25, 20124 - Milano tel.+39.02.53598301 fax +39.02.53598330 www.growingcm.com Abbonamento a 360com la testata 360com è registrata al tribunale di Milano al 254 del 3 maggio 2010. growing consulting & Media srl è iscritta al r.o.c. con il numero 16331. © tutti gli articoli hanno riproduzione riservata. il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza giuseppe grandi 24, 20135 Milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 Dlgs 196/2003

Direttore responsabile Daniele Bologna dbologna@growingcm.com Content Manager Aureliano Roio aroio@360com.it Redazione redazione@360com.it Davide De Vecchi, Giacomo Broggi, Sebastiano Zeri, Vera Modesto Progettazione grafica e realizzazione RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@growingcm.com Traffico Caterina D’Amico traffico@growingcm.com Diffusione e abbonamenti diffusione@360com.it Pubblicità e iniziative speciali Ivano Moro ivano.moro@growingcm.com tel. +39.02.53598207 mob. +39.3393970611

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Vincenzo Galizia Managing Director del gruppo Asset Consulting Service. E’ stato presidente e ceo di Praeda Asset Management e oggi è anche Responsabile Marketing di ANPIB, Associazione Nazionale Private & Investment Bankers. acs è la società che ha sviluppato una innovativa App Nel panorama delle applicazioni mobili per chattare, dominato ancora saldamente da WhatsApp. si sta, dunque, affermando un nuovo player, che, a dispetto del nome, è italiano. Si tratta di WhichApp, Sviluppata da un team composto da sette persone, con un’età media 34 anni; iniziativa nata dalla percezione che il mercato fosse alla ricerca di strumenti di comunicazione più intimi e riservati, in grado di preservare le comunicazioni, mettendo al primo posto la privacy e la protezione dei dati

visioni

di

Matteo Dedè

da whatsapp a whichapp

il passo è breve... WhatsApp rispetto a WhichApp, se le mettessimo a fianco, risulterebbe un po’ datata; la nostra application ha una grande attenzione sulla privacy, non dà informazioni come “messaggio letto”, non-letto e ultima connessione. Ha un traduttore integrato, quindi la possibilità di parlare in ogni lingua con qualunque lingua, un ambiente “Ghost” da cui inviare messaggi che si autodistruggono e un’infrastruttura completamente protetta e crittografata. E dispone anche di una funzione social che si chiama “Scopri Amici” e consente di scoprire amici in tranquillità perché non viene condiviso il proprio numero, ma più semplicemente un Pin che viene attribuito a ogni utente in fase di registrazione. Dalla chat classica, infatti, con uno “swipe” o cliccando sul “fantasmino”, si accede a un ambiente nascosto dove ogni cosa che si scambia si autodistrugge dopo 5, 10 o 15 secondi, a scelta. WhichApp è stata inizialmente supportata dai sistemi

operativi Android e Apple, sta per arriverà la versione per Windows Phone, poi ci sarà il rilascio per tablet, pc e Mac. Ci piacerebbe raggiungere i 50 milioni di utenti in due anni, da qui a qualche mese rilasceremo un concetto di condivisione molto più sofisticato e intimo di quello che è stato visto finora. L’idea è nata da una chiacchierata tra amici e dall’esperienza precedente nel mondo delle app. In sette, tutti giovani, con un investimento iniziale di 500 mila euro. Ora sono stati raggiunto 190 mila utenti che si scambiano oltre un 1 milione di messaggi al giorno. L’89% degli utenti, al momento, è italiano, ma l’app sta iniziando a farsi conoscere all’estero. L’abbiamo lanciata a fine agosto, gratuita, e abbiamo avuto un boom a dicembre. Da pochi giorni è stata rilasciata la nuova versione, con migliore grafica, stabilità, interfaccia più curata, ottimizzazione per iPhone 6 e 6 Plus e con elementi di material design di Android.

Dal 22 al 25 ottobre, dopo la straordinaria partecipazione di pubblico registrata nelle passate edizioni, anticipata per accompagnare la conclusione dell’Expo, torna BookCity Milano, manifestazione dedicata al libro e alla lettura e dislocata in tutta la città, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dal Comitato promotore BookCity, composto da Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura, in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori e il sostegno dell’Associazione Italiana Biblioteche, Associazione Librai Italiani e Librerie Indipendenti Milano. BookCity si avvale di Intesa Sanpaolo come main partner, oltre al contributo di Arcus e Fondazione Cariplo. Partecipano come partner Gioco del Lotto, Fastweb, Poste Italiane, Pirelli; partner tematico è AcomeA SGR; inoltre, c’è il supporto di Borsa Italiana. Gli sponsor: Federazione della Carta e della Grafica, Comieco, Canon, CiyLife, Fondazione Fiera Milano, Fpe, Fondazione Zoe’ Zambon Open Education, ibs.it, Lavazza, Novamont. Legal advisor Bird&Bird. Coinvolti anche IGPDeacaux e Spontini. Resta da ricotrdare che BookCity Milano è un evento ExpoinCittà e di Milano Città del Libro 2015. «BookCity Milano è ormai un modello di grande successo capace, tuttavia, di una continua rigenerazione grazie alle innovazioni che ogni anno porta al suo programma - dichiara l’Assessore alla Cultura, Filippo Del Corno -. Quest’anno sono stati coinvolti nuovi spazi, come il Laboratorio Formentini appena inaugurato e il Museo delle Culture, e ideate nuove iniziative, come Bookcity Young. Un programma ricchissimo pensato per avvicinare ancora più pubblico al piacere della lettura e per stimolare nuovi approcci alla conoscenza nei lettori già appassionati: un obiettivo coerente con l’investitura di Milano a “Città del Libro” per l’anno 2015». BookCity Milano si articola in più giorni, con più di 800 eventi, incontri, presentazioni, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari sulle nuove pratiche di lettura, a partire da libri antichi, nuovi e nuovissimi, dalle raccolte di biblioteche storiche pubbliche e private, dalle pratiche della lettura come evento individuale, ma anche collettivo. ANNO VI | #157 | MARTEDÌ 6 OTTOBRE 2015


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