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visioni / massimo sideri

L’acquisto di Business Insider e il quarto potere 2.0

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ANNO VI | #161 | LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015

Il principale editore europeo di giornali, il gruppo tedesco Axel Springer, ha acquistato l’88% della testata online americana Business Insider per 343 milioni di dollari...

i fatti del giorno

marketplace

media

company

Tutti i segreti della famosa spia di Ian Fleming sul canale 304

Obiettivo: valorizzarne i servizi, tra cui la consegna in 72 ore

Nella storia della testata è il numero record di lettori paganti

L’omonimo capogruppo è il primo digital enabler italiano

Aspettando “Spectre”, Sky dedica un intero canale alla saga di 007

Showroomprive.it lancia la sua nuova campagna televisiva

Il NYT abbatte la fatidica barriera del milione di abbonati

Alkemy Tech arriva a presidio della digital transformation

scenario

Tutto il valore del marchio Ferrari

23 LINK

COVERSTORY

Bendle, lo Spotify per il giornalismo

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Economia digitale: le misure dell’Ocse per massimizzarla E’ stato presentato il Digital Economic Outlook 2015, dove il comparto è analizzato in quanto motore per l’innovazione e la crescita inclusiva

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i fatti del giorno

televisione

eventi

In attesa di “Spectre - 007”, Sky Cinema ha dedicato un intero canale alla saga

Da venerdì scorso, fino al prossimo sei novembre, i telespettatori abbonati all’opzione Cinema potrà godere sul canale 304 di una programmazione esclusivamente dedicata a James Bond. E, sempre in occasione dell’uscita nelle sale dell’ultimo capitolo dedicato alla spia più famosa del mondo nata dalla penna di Ian Fleming, la programmazione sarà valorizzata sia da speciali e documentari che materiali extra di approfondimento di Sebastiano Zeri Dopo il grande successo delle passate edizioni e in occasione dell’uscita sala dell’ultimo film della saga Spectre – 007, il 5 novembre, torna Sky Cinema 007, un intero canale dedicato alla spia più famosa del mondo nata dalla penna di Ian Fleming. Da venerdì scorso fino al prossimo 6 novembre il pubblico di Sky Cinema potrà godere sul canale 304 di una programmazione esclusivamente dedi-

Daniel Craig in “Spectre - 007”

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cata a James Bond, con la qualità dell’alta definizione. Tutti i film sull’agente 007 saranno, inoltre, disponibili su Sky On Demand e su Sky Go. E per chi volesse vedere i film con i sottotitoli, sarà possibile scegliere se visualizzarli in italiano o in lingua originale. Oltre ai film ufficiali, prodotti dalla MGM, la lista è arricchita anche dalla presenza di altri film di 007 non appartenenti alla serie ufficiale: “James Bond - Casino Royale” del 1967, “Mai dire mai” del 1983 e “Il pilota del-

la serie Climax”, prima incarnazione in celluloide di 007, Casino Royale (Climax) del 1954. La programmazione sarà, inoltre, valorizzata da speciali, documentari e materiali extra di approfondimento. In occasione dell’uscita nelle sale dell’ultimo capitolo della saga, andrà in onda uno speciale accompagnato da qualche minuto di anteprima. E non mancherà il debutto della produzione originale “Racconti di cinema”, il nuovo programma di Sky Cinema che esordisce con il mito di 007. Grazie a uno studio fantasmagorico, effetti speciali e la capacità narrativa di Francesco Castelnuovo, lo spettatore vivrà una vera e propria full immersion nella leggenda di James Bond. Per ripercorrere tutta la storia della spia più famosa e vincente del pianete sul grande schermo, da oggi al prossimo 6 novembre appuntamento alle 14.30 circa con tutti i 26 film del franchise in ordine cronologico. Ogni weekend appuntamento con l’Actor Day, con una programmazione dedicata alle star più celebri che hanno interpretato 007: ieri ha aperto Daniel Craig, domenica 18 ottobre è la volta di Sean Connery, domenica 25 ottobre di Roger Moore e, infine, domenica 1 novembre di Pierce Brosnan.

Innumerevoli le presenze istituzionali a Expo 2015 Tra Capi di Stato e di Governo, da Putin alla Merkel e a Hollande, a oggi sono stati 58 coloro che, in veste ufficiale, hanno visitato il sito espositivo milanese e, per la data di chiusura prevista per il prossimo 31 ottobre, sono altri 60 coloro che hanno annunciato la loro partecipazione a Expo Matteo Renzi e Angela Merkel in visita a Expo

Sono 58 i Capi di Stato e di Governo, da Putin alla Merkel passando per Hollande e Cameron, arrivati finora ad Expo ed entro la fine dell’esposizione universale, prevista per il prossimo 31 ottobre, hanno annunciato la loro presenza al sito altre 60 presenze istituzionali. Stefano Gatti, il general manager Partecipants di Expo, ha spiegato la situazione durante un convegno su “Problematiche e soluzioni costruttive per il sito Expo 2015” organizzato all’interno del museo della Scienza e della Tecnologia di Milano che apre la convention Expotunnel Milano. In tutto le visite

istituzionali sono state circa 300, con qualcuno che ha fatto o è tentato di fare il bis. La regina di Spagna, Letizia, è per esempio stata a visitare il sito espositivo milanese già nello scorso luglio e ha annunciato un suo ritorno proprio questo venerdì 16 ottobre, quando sarà consegnata al segretario Onu BanKi Moon la Carta di Milano, il documento ufficiale che raccoglie una serie di impegni contro lo spreco alimentare e la fame nel mondo, firmata da oltre un milione di persone tra cui, per l’appunto, i Capi di Stato e di Governo transitati a Expo Milano 2015. ANNO VI | #161| LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


OOH NEXT GENERATION

THE CUBE DARSENA on themadbox.com


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i fatti del giorno

music tool

Agenzie

A tre mesi di distanza dal lancio di Apple Music, è terminato il periodo di prova gratuita. Per il momento, in attesa di dati ufficiali, Jimmy Iovine ha confermato la filosofia nei confronti del mondo streaming e, più in generale, della nuova industria musicale online

a un milione di variabili e di determinare la concreta rilevanza di un messaggio per i consumatori. Quantcast ha, inoltre, annunciato l’ingresso nel proprio team di Daniele Maccarona, da dieci anni nel mondo dell’adv, come direttore vendite per il nostro Paese

Di Vera Modesto

di Ottavia Quartieri

Per Apple il vero problema è Quantacast in Italia cresce il modello freemium. Quanti in expertise e in organico lo IAB Seminar di domani dedicato al programmatic, l’agenzia presenterà utenti la pensano come lei? Durante “Segment of one”, il modello di profilazione in real time in grado di processare fino

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ora X è scoccata la settimana scorsa. Tre mesi dopo il lancio, per molti utenti di Apple Music il 30 settembre è terminato il periodo di prova gratuita. Quanti hanno confermato l’abbonamento (iniziando a pagare la quota mensile) e quanti lo hanno cancellato ? Per ora da Cupertino non arrivano dati ufficiali, ma nemmeno segnali di retromarcia. La politica del servizio rimane la stessa, così come il nemico numero uno: la musica gratis. Lo ha confermato Jimmy Iovine, l’ex discografico che oggi tiene le redini della nuova piattaforma di Apple. Ospite al Vanity Fair New Establishment Summit di San Francisco, nella prima uscita pubblica di un dirigente Apple Music dopo il passaggio cruciale del 30 settembre, Iovine ha confermato la filosofia nei confronti del mondo streaming e, più in generale, della nuova industria musicale online. «La mia opinione è che il vero problema sia il gratis», ha detto Iovine. «Il modello freemium è qualcosa di cui forse avevamo bisogno all’inizio, ma che adesso è come il gioco delle tre campanelle». Le aziende che propongono un modello del genere, ha aggiunto il dirigente di Apple Music, stanno costruendo la propria base di pubblico alle spalle degli artisti. Chiaro il riferimento ai totem della musica gratis legale su Internet: dal diretto competitor Spotify alla webradio Pandora, fino al gigante YouTube. Nel suo intervento Iovine non ha

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fornito quelle cifre che un po’ tutti si aspettavano – in particolare una: il numero di abbonati di Apple Music – limitandosi a un «Se le cose non dovessero andare bene, non sarei qui a parlare». In realtà, nel vuoto di dati ufficiali aleggiano ipotesi contrastanti. C’è chi si è già sbilanciato nel definire il servizio un fallimento (Forbes ), mentre dai confusi feedback sui social media emergono buoni segnali per Beats1 (la webradio che ha accompagnato il varo del servizio, che sembra molto apprezzata dal pubblico dei millennials) e pollici in giù per l’usabilità dell’app, l’integrazione con iTunes e la community Connect (sarebbe il secondo social flop di Apple dopo Ping). Ma si tratta solo di impressioni, ancora prive del supporto, certamente più attendibile, dei numeri. Certo è che Apple si trova a fronteggiare forse più difficoltà del previsto. Da un lato, consumatori che - a sentire i sondaggi e fiutare l’aria - non sembrano propensi a pagare in massa gli abbonamenti streaming . Dall’altro, rivali che non stanno certo a guardare. Mentre la francese Deezer ha avviato le grandi manovre per la quotazione in borsa, Tidal ha annunciato il primo milione di abbonati (che festeggerà con un concerto speciale a Brooklyn, il 20 ottobre, con Beyoncé, Jay Z, Nicki Minaj e Prince) e Spotify ha alzato ulteriormente l’asticella, fissando l’obiettivo per la fine del 2015 a 100 milioni di utenti. Naturalmente, compresi quelli dell’opzione free tanto odiata da Jimmy Iovine.

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omani prenderà il via il terzo appuntamento annuale dello IAB Seminar dedicato alla data analysis e al programmatic e, proprio in questa prestigiosa occasione, Quantcast, azienda tecnologica specializzata in real-time advertising e rilevazioni dell’audience digitale, presenterà “Segment of one”, il modello di profilazione in real time. Ilaria Zampori, direttore generale per l’Italia, durante l’intervento “Big Picture on Big Data” illustrerà le caratteristiche del modello Quantcast in grado di processare in tempo reale fino a un milione di variabili e determinare la concreta rilevanza di un messaggio per i consumatori. L’elaborazione costante in real time di Big Data, infatti, consente all’agency di profilare le audience in “segmenti di uno”, come esplica chiaramente il nome. «Negli ultimi nove mesi, Quantcast ha ampliato la propria attività in modo strategico in Italia e in tutta Europa a supporto della scalabilità delle campagne digitali a livello internazionale. Infatti molti advertiser hanno già compreso come la pubblicità digitale influenzi un intero piano media basato sui big data per attrarre nuovi clienti a lungo termine”, ha commentato Ilaria Zampori. L’agenzia, inoltre, annuncia anche la nomina di Daniele Maccarrona come direttore vendite per il nostro Paese, che dopo oltre dieci anni di lavoro nel settore dell’advertising porterà nel team di Quantcast una profonda esperienza del panorama advertising online italiano e in particolare della pub-

blicità dislpay. «Grazie alla disponibilità di Big Data aggiornati costantemente e elaborati in tempo reale da un’avanzata piattaforma di Real Time Advertising, Quantcast è una realtà unica nel settore del programmatic advertising. Queste peculiarità, che le consentono di targetizzare fino al singolo consumatore online, rappresentano la base ideale per la realizzazione di campagne pubblicitarie efficaci e, quindi, per la costruzione di collaborazioni vantaggiose con agenzie e inserzionisti», ha dichiarato il nuovo entrato Maccarona.

daniele maccarona ANNO VI | #161| LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015



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i fatti del giorno social

Tool

l’esclusiva #BlueRoom di Twitter apre le porte a Marco Mengoni Progetti

Un entertainment crossmediale di Laeffe per Ricola

Prende il via oggi la serie tv “Pazzo per le erbe”, realizzata e sviluppata dall’intero team creativo del network Una serie tv originale, condotta da Giacomo Salizzoni, in onda da oggi su laeffe, laeffe.tv e laeffe App, e un infomercial realizzato in totale coerenza estetica ed editoriale con il programma, per una comunicazione non convenzionale delle celebri caramelle svizzere. È questo l’innovativo progetto di brand entertainment crossmediale, dal titolo “Pazzo per le erbe”, messo a punto dal team creativo di laeffe per Ricola, che vuole promuovere la conoscenza delle erbe officinali. La serie tv, in onda alle 16:40 di oggi e in replica alle 20:00 e dal prossimo lunedì alle ore 11, vuole portare all’attenzione del telespettatore le potenzialità nascoste delle cinque erbe protagoniste degli altrettanti format, tutte comprese nella tradizionale ricetta Ricola. “Pazzo per le erbe” è realizzata da laeffe con la produzione esecutiva di Feedback Audiovideo e la regia di Alessandro Sasha Codaglio, autore Andrea Piana, e il progetto è supportato da una campagna tv e social su laeffe, laeffe.tv e laeffe App coordinata con il brand.

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Si tratta di uno spazio esclusivo per le star, italiane e internazionali, con l’obiettivo di dar vita a interviste, annunci, sessioni di Q&A e performance che verranno condivise su Twitter e Periscope di Massimo Luiss È appena sbarcata anche nel nostro Paese la celebre #BlueRoom di casa Twitter, lo spazio esclusivo che permette agli ospiti italiani e internazionali di vivere un’esperienza immersiva e unica all’interno del social. Ed è proprio in questo contesto che prenderanno vita, interviste, annunci, sessioni di Q&A, performance degli artisti e molto altro ancora, creando così una piattaforma ideale per consentire alle persone di entrare in contatto con le proprie star preferite e conversa-

re con loro. Negli States, dove il servizio è già attivo da qualche tempo, la #BlueRoom di Twitter ha ospitato celebrità del calibro di David Guetta, Imagine Dragons e Cody Simpson. Per il nostro Paese il social, invece, ha scelto il cantante Marco Mengoni per un evento unico all’interno del nuovo spazio, una sessione in diretta di domande e risposte per annunciare ai fan anche alcune novità che riguardano il nuovo progetto in anteprima. L’appuntamento è per venerdì 16 ottobre alle 13.45, quando il cantautore testerà, inoltre, per la prima volta

in Italia la nuovissima Q&A app di Twitter che permette di realizzare video in tempo reale per rispondere alle domande dei fan, creando un’interazione ancora più diretta e coinvolgente fra artista e follower. Non solo cantanti e musicisti, la #BlueRoom si appresta a ospitare personaggi provenienti dagli ambiti più disparati, dallo spettacolo alla cultura e allo sport per un’esperienza Twitter unica che, grazie a megaschermi, Periscope e Twitter Mirror, farà vivere ai follower momenti esclusivi, poi condivisi su tutti i tool del social.

Uno spazio esclusivo che permette agli ospiti di vivere un’esperienza immersiva e unica all’interno del social

Arriva in Italia la versione “Pro” di Enjore Manager La piattaforma digitale consente di gestire tornei sportivi, di videogame e di giochi in modo sia professionale che personalizzato

È arrivato sul mercato italiano Enjore Pro Manager, la piattaforma gestionale concepita per le società che desiderano un prodotto personalizzato ed estremamente performante per l’organizzazione di tornei sportivi. Enjore, strumento digitale gratuito che permette di gestire tornei sportivi, di videogame e di giochi in modo professionale, dopo aver raggiunto quota 100 mila utenti e sotto esplicita richiesta delle organizzazioni sportive italiane e internazionali, ha deciso di mettere a punto una versione “Pro” della piattaforma, cioè un’applicazione più avanzata, utilizzabile separatamente dal portale Enjore.com e declinabile su misura delle loro specifiche necessità. «Da tempo le grandi organizzazioni mostravano un forte interesse per il nostro prodotto ma non lo utilizzavano molto perché cercavano un sistema esclusivo e personalizzato, anche graficamente - precisa Nicola Taranto, Ceo di Enjore. Così abbiamo deciso di investire verso questo target e la risposta è stata sorprendente: venti attivazioni prima del lancio nel solo mese di settembre». ANNO VI | #161| LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


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i fatti del giorno aziende Quanto emerge dalla classifica “Best Global Brands”

poltrone Un team di Unicorn

Il brand automobilistico sale quest’anno in 39° posizione assoluta, mentre si piazza al settimo posto nella categoria automotive, con una crescita del +8,5% rispetto al 2014

Stiamo parlando di Daniele Ciacci che ha integrato la preparazione umanistica a quella digitale con un master in H-Farm

il valore del marchio hyundai raggiunge quota 11,3 miliardi agenzie Un website responsive

Italian-traditions e Adacto collaborano per il Made in Italy L’agenzia ha curato tutto il progetto di design e restyling grafico funzionale del portale, ridefinendone essenza e identità Adacto, struttura specializzata nella realizzazione di progetti di comunicazione integrata e multicanale, dal web al mobile ai social media, ha messo online la nuova piattaforma italian-traditions. com, l’anima digitale della start up italiana nata per diffondere e promuovere l’unicità e l’autenticità del Made in Italy e di chi lo produce nel mondo. L’agenzia ha curato in toto il progetto di redesign e restyling grafico funzionale del portale fino alla implementazione del sito portandolo a essere una vera e propria piattaforma editoriale e di promozione per le piccole e medie imprese italiane a cui si rivolge per favorire il loro ingresso nel mercato globale. Il risultato è esattamente quello sperato, cioè fare una rivista digitale che promuova le eccellenze italiane. Due gli elementi caratteristici del progetto: layout sobrio ed elegante e un sistema di navigazione articolato che combina tag e geotag.Completa la nuova experience digitale di Italian Tarditions una progettazione responsive per la fruizione dei contenuti in mobilità.

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di Ottavia Quartieri

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econdo la classifica dei 100 “Best Global Brands”, promossa da Interbrand, il valore globale del brand Hyundai sale quest’anno in 39° posizione assoluta, raggiungendo 11,3 miliardi di dollari, in crescita del 8.5% rispetto alo scorso anno. A ciò si aggiunge anche la settima posizione fra i brand automotive. Da rimarcare, inoltre, come negli ultimi dieci anni Hyundai abbia incrementato il proprio valore di oltre 7 miliardi di dollari, scalando la classifica di ben 36 posizioni: nello stesso pe-

riodo, il valore del brand è più che raddoppiato (+223%), con la miglior performance mondiale fra i costruttori automobilistici. «Nonostante la competizione nel settore, Hyundai ha migliorato il proprio posizionamento globale tramite l’evoluzione del prodotto e della propria immagine», spiega Mike Rocha, Interbrand Global Valuation Director. «L’impegno a offrire ai propri clienti un’esperienza di guida superiore, ha giocato un ruolo chiave nel riuscire a differenziare l’identità del brand nei vari mercati mondiali». Recentemente Hyundai ha intrapreso un viaggio di pro-

fondo cambiamento alimentato da nuove iniziative di brand marketing come la campagna video “A Message To Space”, che ha superato i 70 milioni di visualizzazioni su YouTube. Questa crescita creativa ha permesso alla Casa di migliorare significativamente la propria immagine, rafforzandone il posizionamento in ambito culturale, sportivo, nei temi di corporate social responsibility. Soprattutto, si è lavorato sull’elevata qualità del prodotto: anche per questo il brand Hyundai è oggi in grado di creare un forte legame con i clienti - anche sul piano emozionale.

eventi Iniziata sabato, è in programma a Colonia fino a mercoledì

La qualità Rovagnati vola alla fiera di Anuga L’azienda, leader in produzione e vendita di salumi, porta l’eccellenza dei salumi Made in Italy nella vetrina mondiale

Rovagnati, azienda leader in Italia nella produzione e nella vendita di salumi, annuncia la sua partecipazione ad Anuga, la kermesse in programma a Colonia fino al 14 ottobre, in cui vengono esposte le migliori produzioni agroalimentari. Ad Anuga,

ROVAGNATI è presente anche con il brand “Snello – Gusto e Benessere”, la linea di prodotti privi di glutine, proteine del latte e a basso contenuto di grassi, ma gustosi come nella migliore tradizione dell’azienda, e con il marchio Gran Gusto,

la gamma di salumi affettati dedicata al mercato internazionale. La partecipazione alle fiere di settore si inserisce nel piano di sviluppo, con l’obiettivo di supportare il processo di internazionalizzazione e la strategia di crescita del brand.

Hallelujah punta su un filologo 2.0 per le strategie digitali

Hallelujah, la digital agency milanese orientata al mondo delle data-driven ideas, dopo aver recentemente annunciato l’ingaggio della digital graphic designer Nice Chatong, presenta un’altra new entry sempre nel team strategist. Si tratta del 28 enne Daniele Ciacci che, dopo la laurea in Filologia Moderna e il seguente PhD in Italianistica all’Università di Friburgo, ha integrato la preparazione umanistica con quella digitale grazie al MasterLab in Digital Economics and Entrepeneurship presso H-Farm. Ha lavorato in We Are Social ricoprendo differenti ruoli, dall’Account Executive fino al Research and Insight Analyst. Ciacci è il primo ingresso nel team di Digital Strategist di Hallelujah (ma in arrivo c’è anche un Head of Strategist), reparto particolarmente importante per l’agenzia che si pone come obiettivo principale quello di redarre strategie digitali supportate sempre da solidi insight. «Daniele è un altro bell’esemplare di Unicorn - afferma Mizio Ratti. Non è stato facile trovare una persona appassionata alla comunicazione che abbia allo stesso tempo il talento di interpretare i dati». ANNO VI | #161| LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


13 Ottobre 2015

PROGRAMMATIC VIDEO: THE ESSENTIAL QUESTIONS TODD TRAN Global SVP of Programmatic and Mobile Teads SPECIAL GUEST: AMIR MALIK Director of Programmatic and Digital Local World Media

IAB SEMINAR PROGRAMMATIC ore 10.40 - MiCo Ala Nord (Gate 14) via Gattamelata 5, Milano #outstreameverywhere


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MARKET PLACE

L’iniziativa pubblicitaria è stata affidata all’agenzia Jésus et Gabriel

Showroomprive.it lancia una nuova campagna tv Il player delle vendite private online intende acquisire nuove quote di mercato, valorizzando i suoi servizi tra cui quello per i dispositivi mobile e quello di Consegna Express in sole 72 ore di Vera Modesto

In perfetta sintonia con la sua identità di marca incentrata sulle digital women - una super donna tanto attiva quanto amante della moda e del divertimento - Showroomprive.it ha scelto per la sua nuova campagna di mostrare le diverse “vite” di questa donna nelle sue sfaccettature. Con questa iniziativa pubblicitaria, Showroomprive intende acquisire nuove quote di mercato, valorizzando i suoi servizi tra cui quello per i dispositivi mobile e quello di Consegna Express in 72 ore. Con un piano media di diversi milioni di euro distribuito su cinque settimane in TV, la nuova campagna consoliderà la notorie-

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tà di Showroomprive.it, che in 9 anni è diventato uno dei principali attori nel mercato dell’ecommerce europeo presente in otto paesi. Per la sua ambiziosa realizzazione, la compagnia si è rivolta all’agenzia di pubblicità Jésus et Gabriel. «Questa campagna è importante per noi, perché permette di porre l’accento sui nostri servizi a forte valore aggiunto: il mobile e la consegna», precisa Thierry Petit, cofounder e Ceo di Showroomprive.com. «Ci rivolgiamo direttamente ai nostri clienti attraverso delle scene di vita fortemente rappresentative del loro quotidiano. Questo è il nostro modo di dimostrare loro che li comprendiamo e che offriamo loro delle soluzioni concrete». Sono stati realizzati 3 spot: una versione lunga generica (30 secondi) e due versioni più corte dedicate una al mobile (20 secondi) e l’altra alla consegna (10 secondi). La nuova campagna televisiva ha fatto la sua comparsa sul piccolo schermo in Italia nella giornata di ieri, con lo spot generico e quello dedicato all’app. In sintonia con il posizionamento del sito, lo spot fa trasparire eleganza e raffinatezza permeate da una buona dose di umorismo.

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EXPO MILANO 2015. UNO SPAZIO UNICO PER CULTURA, EVENTI E IDEE. THE WATERSTONE. LO SPAZIO DI INTESA SANPAOLO AL CENTRO DI EXPO. NOI CI SIAMO. Siamo in Expo Milano 2015 con THE WATERSTONE per offrire a tutti i visitatori un calendario ricco di iniziative con 184 giorni di programmazione, 80 appuntamenti culturali e 250 eventi. Saranno questi a raccontare al meglio la musica, l’arte e la cultura di un grande Paese: il nostro. Inoltre, sarà possibile ammirare il dipinto Officine a Porta Romana di Umberto Boccioni e immergersi nell’installazione artistica L’Orizzonte in Movimento progettata da Studio Azzurro.

www.expo.intesasanpaolo.com Messaggio pubblicitario.

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MARKET PLACE

Il prodotto editoriale, costituito da video e diviso in cinque sezioni, è di TheOutplay

Su OVO.com il racconto di personaggi di fama mondiale

Sul canale “Think” della piattaforma è ora disponibile l’intervista realizzata a Jean-Claude Trichet, Presidente della Banca Centrale Europea tra il 2003 e il 2011, che ha ricordato, in particolare, la giornata di svolta per l’Eurozona dopo la profonda crisi dei mutui subprime di Matteo Dedè

Jean-Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea dal 2003 al 2011, si è raccontato a OVO.com, ricordando in particolare un giornata storica per le sorti dell’Eurozona: il 9 agosto 2007. A causa della crisi dei mutui subprime, le operazioni sul mercato erano bloccate. Trichet ha raccontato le motivazioni che hanno spinto lui e i suoi colleghi a prendere una decisione fondamentale. In sole due ore e mezza. L’intervista completa è disponibile sul canale Think di Ovo.com, il prodotto editoriale di TheOutplay, interamente costituito da clip video, che racconta le idee e le visioni di persone straordinarie che hanno cercato nuove strade e che hanno osato cambiare. Le immagini in bianco e nero di altissima qualità, prodotte con un trattamento fotografico speciale, delineano chiaramente la figura di Jean-Claude Trichet che, durante l’intervista, appare fermo e deciso nel raccontare la sua storia e nel comunicare il suo messaggio. Il canale Think di OVO.com raccoglie le interviste fatte ai personaggi di fama mondiale: dall’ideatore della terapia del sorriso Patch Adams, allo scultore Arnaldo Pomodoro, fino ai pre-

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EDITO

RIA

NE MAGA W ZINE

mi Nobel per la Pace Shirin Ebadi e Tawakkul Karman; e ancora Dino Zoff, ex portiere campione del Mondo nel 1982, Michelangelo Pistoletto, protagonista dell’arte degli ultimi cinquant’anni, il fisico e informatico italiano Tomaso Poggio, il musicista Enrico Rava, lo scienziato Silvio Garattini, l’ex Primo Ministro delle Finanze della Grecia Yanis Varoufakis, l’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta. Insieme a Think, su OVO.com, si possono trovare altri 5 canali attraverso i quali approfondire tematiche che spaziano dall’attualità alla politica, passando per arte, cinema, storia e sport:

= OVOPedia, tutti i temi del sapere umano in meno di 3 minuti. Cultura, arte, turismo, sport etc. = OVOBio, la vita degli uomini e delle donne più importanti della storia. = OVOTake, il racconto degli argomenti più rilevanti e attuali del mondo, partendo dai dati numerici. = OVOIntelligence, un dossier di sintesi su quanto accaduto nel mondo nell’ultimo mese. = OVOSeeds, i video più belli della rete selezionati della redazione e segnalati dagli utenti di OVO.com. ANNO VI | #161 | LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


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MiCo MILANO

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MARKET PLACE

In sviluppo un programma di formazione specializzata per Account Director

The Ecosystem: è il nuovo network internazionale di relazioni pubbliche I fondatori della nuova realtà sono dieci importanti agenzie indipendenti, tra cui l’italiana Noesis. Nel prossimo anno prevista l’espansione verso Nord America, Africa e Asia Pacifico di

Vera Modesto

Lo scorso venerdì, dieci fra le più importanti agenzie indipendenti di comunicazione e public affairs hanno annunciato la nascita di un nuovo network internazionale, The Ecosystem. I fondatori di The Ecosystem sono le agenzie akkanto (Belgio), Atrevia (Penisola Iberica e America Latina), Dortok Communications (Turchia), ipse Communication (Germania), Hanover Communications (Regno Unito e Bruxelles), Narva (Svezia e Scandinavia), Noesis (Italia), SPN Communications (Russia, Ucraina e Kazakistan), Thomas Marko & Associes (Francia) e Vision Group (Polonia). Nel corso del prossimo anno, il network intende espandere la propria presenza in Nord America, Africa e Asia Pacifico. Intervenendo al ICCO Global Summit a Milano, Charles Lewington, fondatore di The Ecosystem e managing director di Hanover Communications, ha tracciato la sua visione del network quale organizzazione guidata da valori comuni e crescita del business: «The Ecosystem è un

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Charles Lewington, fondatore di The Ecosystem e managing director di Hanover Communications

gruppo di agenzie che credono in un servizio al cliente misurabile, nel mantenimento del cliente e nello sviluppo di talenti. Tutti i nostri membri sono esperti indiscussi nei rispettivi mercati, con esperienza consolidata nel fornire un servizio a tutti gli effetti trasformazionale. Abbiamo già iniziato a lavorare insieme su progetti internazionali, e non vedo l’ora di espandere la portata della rete e le opportunità di business». Martin Slater, Presidente di Noesis, ha commentato: «The Ecosy-

stem è un nuovo concetto di network per la condivisione di competenze ed expertise sia nelle relazioni pubbliche che nei public affairs. Siamo entusiasti di essere stati scelti come rappresenti italiani». Il network sta, inoltre, sviluppando un programma di formazione specializzata per Account Director, per facilitare standard di servizio universali e le relazioni tra agenzie. Per avere maggiori informazioni riguardo a The Ecosystem e i suoi partner: www. theecosystem.org. ANNO VI | #161 | LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


DIREZIONE CREATIVA COORDINAMENTO IMMAGINE MEDIASET

PIANIFICA CON LA SQUADRA GIUSTA

Continua l’appassionante saga della squadra di poliziotti più amata d’Italia. I 10 episodi di Squadra Antimafia 7 porteranno il celebre vicequestore Calcaterra, interpretato da Marco Bocci, e i suoi uomini a scoperchiare il potere economico e finanziario italiano, fra traffici di denaro e sviluppi imprevedibili. Pianifica e troverai il tuo target proprio lì, incollato allo schermo.

tutti i mercoledì in prima serata


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COVER STORY

Innovare, ancora una volta, si dimostra un elemento trainante ed essenziale per garantire all’esausto panorama economico occidentale di ritrovare il passo

Economia digitale: il motore rimane l’innovazione. E la crescita è inclusiva La mutazione, costante e sempre più trasversale, permea innumerevoli aspetti del tessuto economico mondiale, con un fondamentale impatto su numerosi settori, dal banking al retail, dall’energia ai trasporti, per arrivare a istruzione, editoria, media, salute. E soprattutto informazione e tecnologie della comunicazione. In questo quadro, un misto di tecnologia e lungimiranza caratterizza le startup di successo

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di Daniele Bologna

L’Ocse ha presentato di recente il Digital Economy Outlook 2015, la principale pubblicazione del Committee on Digital Economy Policies, il comitato di riferimento dello specifico gruppo di lavoro di cui è membro anche il Garante italiano. Il documento mette in evidenza il ruolo svolto dall’economia digitale in quanto motore per l’innovazione e la crescita inclusiva, che permea innumerevoli aspetti dell’economia mondiale con un fondamentale impatto su numerosi settori: dal banking al retail, dall’energia ai trasporti, per arrivare a istruzione, editoria, media, salute e soprattutto informazione e tecnologie della comunicazione. Il report indica, attraverso una panoramica delle prospettive di sviluppo e delle principali tendenze del settore Ict, le misure mediante le quali i Paesi membri dell’Ocse possono massimizzare il potenziale dell’economia digitale. Riguardo a quest’ultimo obiettivo, il documento si sofferma, in particolare, sugli aspetti legati alla fiducia di utenti e imprese nei confronti della digital economy, sul ruolo che gioca l’Internet delle cose e sulla necessità di adottare il cosiddetto privacy risk apANNO VI | #161 | LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


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COVER STORY

riccardo di blasio

bengu atamer

carlo ratti

proach: una metodologia che possa consentire, anche nel mondo digitale, di calibrare gli obblighi per chi tratta i dati sulla base della valutazione del rischio che quel trattamento comporta. Innovazione, dunque, ancora una volta elemento trainante ed essenziale per garantire all’esausta economia occidentale di ritrovare il passo. Concetto ormai trasversale e senza confini, ribadito in un’altra assise di prestigio, nel cuore di Milano, al centro di un triangolo che collega idealmente la casa di Leonardo, la sede storica della Edison e la casa di Giulio Natta, come ha ricordato Massimiliano Magrini, co-fondatore di United Ventures, promotore di Tech Insights, la giornata che il fondo italiano dedica al futuro della tec-

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nologia digitale. E degli investimenti che intende attrarre, in molteplici settori. A sottolineare proprio la trasversalità e l’eclettismo di cui gli innovatori italiani sono capaci ha pensato Carlo Ratti. Il direttore del Mit Senseable City Lab coordina cinquanta ricercatori tra Boston e Singapore allo scopo di rivoluzionare la vita nelle città di domani. Dal modo in cui faremo la spesa a quello in cui ci sposteremo. “Tramite i big data, ad esempio, possiamo mappare e osservare gli spostamenti urbani in modo nuovo, allo scopo di comprendere il traffico e le sue criticità”. Le risposte che si possono dare al problema sono diverse: una è HubCab. Nell’era della sharing economy, condividere la mobilità sembra una

massimiliano magrini

scelta quasi naturale. Più che a un car sharing o a un servizio alla Uber, però, al Mirt pensano di ottimizzare i percorsi con taxi simili ad autobus a chiamata, capaci di unire i puntini sulla mappa, e cioè le persone e le loro rispettive mete, in modo efficiente e razionale. Il risultato dei primi test dice che potremmo arrivare tutti in orario a destinazione con il venti per cento delle auto che abbiamo oggi. Se poi le auto fossero addirittura automatiche, si spezzerebbe alla radice la distinzione tra trasporto pubblico e privato. È questione di unire mondo fisico e digitale: è questione di algoritmi complessi. I modelli matematici per gli incroci possono evitare collisioni e ingorghi, rendendo la “mobilità intelligente”

il tessuto connettivo delle smart city di domani. Lo stesso vale per droni e veicoli volanti che diventano accompagnatori pronti a guidare le persone nella giusta direzione sia all’interno sia all’esterno degli edifici. Oppure ancora per il programma Superpedestrian, o Copenhagen Wheel, che gira attorno a una particolare ruota capace di restituire l’energia accumulata quando se ne ha bisogno. Senza necessità di comprare una bicicletta nuova, ma equipaggiando la propria con una tecnologia disponibile già oggi, anche grazie alla velocità di prototipazione della stampa 3D, ed economica. “Siamo sotto ai mille dollari, contro i duemila circa delle due ruote elettriche tradizionali”, ha sot-

tolineato Ratti. Sono tutti campi e soluzioni ad alto potenziale di innovazione e quindi capaci di attrarre investimenti, segmenti all’intersezione tra mobilità ed efficienza energetica, urbanistica e architettura, wearable, Internet delle cose e 3D printing. Il capitale si muove più velocemente anche tramite crowdfunding, la tecnologia e l’innovazione fanno altrettanto e lo fanno in modo sempre più capillare. Non solo in California, ma anche in Asia e in Europa, passando da Tel Aviv a Barcellona. Servono però condizioni ideali e un humus fertile per la crescita di idee e società nuove. “Servono differenti backgouround, etnie, contaminazioni per generare innovazione, e in Italia siamo ancora indietro in ter-

mini di integrazione della diversità rispetto a centri come Londra, New York o Berlino”, ha concluso Ratti. Fare startup oggi nel Bel Paese è più semplice rispetto a dieci anni, fa ma la capacità di attrarre grandi investimenti è uno scoglio da superare. È un problema di frammentazione di regole, che nella Silicon Valley non c’è, e anche un problema di cogliere il trend giusto e i bisogni fondamentali da soddisfare. Se parliamo di mobile il trend sono i video, come ha confermato Bengu Atamer, di BuzzMyVideos, piattaforma che aiuta i videomaker a diventare multi-piattaforma e multi-device in vista di quando, tra nemmeno cinque anni, l’80% del consumo di traffico dati sarà dovuto a mobile video

e gli youtuber saranno star al pari di quelle del cinema. Se parliamo più in generale “L’innovazione vera è il software”, ha affermato Riccardo Di Blasio, vice president di VMware. “Uno dei nostri clienti è Tesla eppure non dobbiamo immaginarla come un’auto elettrica ma come un iPhone con quattro ruote”. Per emergere definitivamente, infine, è necessario non solo avere l’intuizione giusta ma anche le capacità e le professionalità giuste. Quali il Chief Digital Officer, senza dubbio una delle figure chiave per il lavoro del futuro. “Un ponte tra le linee di business che ti mantengono profittevole oggi e le nuove idee che potrebbero farlo in futuro”. Proprio il misto di tecnologia e lungimiranza che caratterizza le startup di successo.

ANNO VI | #161 | LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


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nonostante la pressione che si è creata con l’era digitale, il publisher mantiene la sua forza

Il New York Times supera la fatidica barriera del milione di lettori ufficiali

Sommando gli affezionati lettori ufficiali all’edizione cartacea con i subscribers online, la testata vanta, a oggi, il più elevato numero di lettori paganti di tutti i suoi 164 anni di storia di

Vera Modesto

Una storia lunga 164 anni e nuovi traguardi raggiunti: il New York Times dichiara di aver superato la soglia del milione di abbonati online. Dal quartier generale della storica testata precisano di aver raggiunto quota 1,1 milioni sia sul versante online sia su quello cartaceo, due risultati che, sommati, danno al quotidiano il più grosso bacino di utenza “ufficiale”, in 164 anni di vita. Il direttore Dean Baquet ha sottolineato come «Molte società di media, affrontando la com-

petizione di altri gruppi digitali, hanno ridotto, e non di poco, i numeri nelle redazioni e gli investimenti in generale. Il NYT, invece, procede su binari opposti. Continuiamo a dare lavoro a un numero di reporter uguale a quello che avevamo 15 anni fa». Una storia che al New York Times si ripete da quasi un secolo, visto

che «Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la carta fu razionata, il nostro giornale tagliò la pubblicità, ma non gli articoli, mentre negli anni settanta, durante una difficile fase per l’editoria, mentre parecchie pubblicazioni chiudevano e/o si ridimensionavano, noi aggiungevamo nuove sezioni. Oggi, nell’era digitale, con i media sotto pressione, rimaniamo sempre forti, grazie ai nostri lettori».

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é Nata una nuova struttura, che fa capo alla capogruppo Alkemy, dedicata alla trasformazione digitale dei touch point delle aziende

Alkemy Tech, a presidio della digital transformation Alkemy, il profilo in sintesi La realtà, che ha sede a Roma, Milano, Cagliari e Rende, scaturisce dalla’acquisizione della società TSC Consulting, specializzata in system integration e ricerca e sviluppo di tecnologie di frontiera. e rappresenta il presidio tecnologico di Alkemy completandone l’offerta

di Sebastiano Zeri

Alkemy, il primo digital enabler italiano che, a poco più di tre anni dalla costituzione, ha raggiunto gli oltre 250 professionisti e 30 milioni di fatturato, inserisce un nuovo importante tassello nel suo percorso di crescita dando vita alle attività di Alkemy Tech: struttura facente capo alla capogruppo Alkemy e interamente dedicata alla trasformazione digitale dei touch point delle aziende. Alkemy Tech, che ha sede a Roma, Milano, Cagliari e Rende, nasce dall’acquisizione – dello scorso gennaio - di TSC Consulting, società specializzata in system integration e ricerca e

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sviluppo di tecnologie di fronalessandro mattiacci tiera. La società andrà a completare l’offerta complessiva di Alkemy_ digital enabler che ad oggi è organizzata in 4 business unit: Strategy, eCommerce, Media & Performance, Communication. Il mercato della digital transformation rappresenta uno dei settori più vivaci e in maggiore espansione del comparto digital con tassi di crescita, anno su anno del 20% e un valore complessivo intorno a 4B. Alkemy, per vocazione attento precursore delle grandi rivoluzioni innescate dal digitale ha

quindi scelto di dedicare una intera business unit (circa 100 professionisti impiegati) allo sviluppo di soluzioni front end, internet of things e big data. Alkemy Tech, guidata da Francesco Beraldi (Presidente) e Alessandro Mattiacci (Ceo) conta su un management di altissima seniority coinvolto anch’esso

nell’azionariato di Alkemy SpA: Alessandra Spada (CTO di Alkemy e responsabile di Alkemy LAB, centro di R&D sulle tecnologie di frontiera basato a Cagliari ), Marco Graziani (responsabile commerciale), Maurizio Beccari (responsabile delivery) e Berardo Marchini (altro amministratore e responsabile progetti speciali). La crescita costante di Alkemy in questi tre anni dalla nascita, conferma dunque la validità della strategia e delle premesse che hanno portato alla costituzione della società: oltre al ruolo sempre più

importante del digitale nello sviluppo del business delle aziende, la necessità del mercato di un attore forte e “multi-specializzato” capace di integrare in un unico gruppo le diverse tipologie di competenze e servizi del digitale. “Fare digitale” significa mettere allo stesso tavolo strategia, comunicazione e tecnologia: discipline e culture storicamente nettamente separate sia negli organigrammi, che nei processi di business” ha dichiarato Francesco Beraldi, già fondatore di TSC Consulting e attualmente Presidente di Alkemy Tech e consigliere di Alkemy. “La creazione di Alkemy Tech consente di consolidare e potenziare

Nata nel 2012, Alkemy è il primo digital enabler italiano. Alkemy è guidata da una serie di professionisti con comprovata esperienza come Riccardo Lorenzini (Presidente), Duccio Vitali (Amministratore Delegato), Alessandro Mattiacci (Vice Presidente), Matteo de Brabant e Francesco Beraldi (consiglieri). La compagine azionaria di Alkemy è composta sia dal management, sia da altri soci industriali e finanziari entrati nel progetto, a comporre un assetto societario inedito che fa di Alkemy la prima “public company” italiana del digitale. Società come Perfetti, Unicredit, L’Oreal, Sisal, Prysmian, Mediaset Premium, Campari, A2A, Barilla, Discovery Channel, Beretta e Bayer sono alcuni tra i clienti della società.

la nostra mission di digital enabler, rafforzando le nostre competenze in ambito tecnologico e consentendoci di entrare con forza in una delle aree di maggior fermento e a maggiori tassi di crescita: la digital transfor-

mation. Il mercato cioè che integra advisory, design, tecnologia e operations a supporto del digitale” ha aggiunto Alessandro Mattiacci, Amministratore Delegato di Alkemy Tech e Vice Presidente di Alkemy.

ANNO VI | #161 | LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015



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l’azienda di Maranello, che si appresta a sbarcare a Wall Street, potrebbe arrivare oltre gli 11 miliardi di euro

Tutto il valore del Cavallino Rampante il brand Ferrari trae giovamento dalla sua stessa esclusività, dettata non solo dal costo molto elevato delle auto, ma anche dalla ferma volontà di non produrne oltre una certa soglia quantitativa: fino all’anno scorso erano 7 mila le vetture in circolazione della casa, che potrebbero salire a 9 mila da qui al 2019

di Luca Anelli

Il fascino di Ferrari, nonostante l’indebitamento che il Cavallino Rampante si accollerà dal gruppo Fca, conquista gli americani: secondo alcune fonti citate da Bloomberg, il valore dell’azienda di Maranello, che si appresta a sbarcare a Wall Street, potrebbe arrivare a 11 miliardi di euro (12,4 miliardi di dollari). La stima arriva dai colloqui che si stanno tenendo tra le banche e i possibili investitori, secondo i quali il valore indicativo starebbe oscillando in una banda che al minimo vede la soglia di poco meno di 10 miliardi di euro. Fca sta mettendo in vendita il 10% della sua quota: l’azione di Fiat

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Chrysler, anche in seguito a queste indiscrezioni, è in buon rialzo. Le presentazioni agli investitori dovrebbero essere in programma per la prossima settimana, ma già prima del fine settimana potrebbe esser comunicato l’intervallo indicativo di prezzo. D’altra parte, ricorda l’agenzia Usa, lo stesso ceo Sergio Marchionne va dicendo da tempo che il modo giusto per valutare la Ferrari è quello di mettersi nell’ottica di trattare un’azienda del lusso, come Prada o Hermes, e non una casa automobilistica. Significa più che raddoppiare le stime, visto che le compagnie del lusso trattano a 20 volte gli utili operativi. Per altro, il settore automobilistico sta inevi-

tabilmente risentendo dello scandalo Volkswagen: da quando sono emerse le manipolazioni sulle emissioni dei diesel, lo scorso 18 settembre, l’indice Stoxx 600 su auto e componenti perde circa il 3%, ma ha recuperato il tracollo di fine settembre. Fca ha fatto eccezione, sospinta proprio dalle indi-

screzioni sulla valutazione della compagnia che si appresta a quotare e vendere. Il Cavallino potrebbe essere valutato nell’ordine di 12 o 14 volte l’ebitda (margine operativo lordo) atteso per il 2015: l’anno scorso si era fermato a 693 milioni di euro, con un margine sulle vendite del 25%. I profitti sono saliti dell’8,9% nel primo semestre dell’anno. Ferrari trae giovamento dalla sua esclusività, dettata non solo dal costo delle auto ma anche dalla ferma volontà di non produrne oltre una certa soglia: fino all’anno scorso erano 7mila vetture, che potrebbero salire a 9mila da qui al 2019, come specificato dai documenti presentati alla Sec.

sono tornate a circolare le indiscrezioni di un maggiore impegno nel settore

Amazon insiste sulla tv in streaming. Ma a pagamento

Il colosso di Seattle sarebbe in trattativa negli Stati Uniti con diverse emittenti del calibro di Nbc Universal, Cbs e Comcast per estendere la propria offerte di contenuti video in formato pay. una vecchia idea che adesso ritorna di moda? di Massimo Masi

Tornano a circolare le indiscrezioni di un maggiore impegno di Amazon nel settore della pay-tv in streaming. Il colosso di Seattle sarebbe in trattativa negli Stati Uniti con emittenti del calibro di Nbc Universal, Cbs e Comcast per estendere la propria offerte di contenuti video a pagamento, in particolare la trasmissione in diretta dei programmi messi in onda da queste emittenti. Una mossa che porterebbe Amazon ad acuire la concorrenza con Netflix ma soprattutto col rivale Apple che sta lavorando ad un progetto simile. La società di Jeff Bezos è da tempo interessata all’intrattenimento multimediale. Infatti con Prime Video offre già accesso ad un vasto catalogo di contenuti on demand come serie tv e film, sia di

terze parti sia prodotte in casa (tra cui la serie “Transparent” che ha vinto un Golden Globe). Di recente ha anche acquisito Elemental Technologies, una società attiva proprio nelle piattaforme dello streaming live. A testimonianza di quanto Amazon punti sul settore della tv in streaming, qualche giorno fa ha preso la decisione di cancellare dalla sua piattaforma di eCommerce la vendita di dispositivi che possono rivaleggiare con questo progetto e con la sua Fire Tv, come Chromecast di Google o Apple Tv. Voci di un maggiore impegno nel settore tv di Amazon circolano dal 2014 grazie ad una anticipazione del Wall Street Journal. Nel frattempo anche Apple, in contatto con emittenti Usa, sembra stia puntando a sviluppare il suo ecosistema dedicato alla fruizione dei video dal salotto di casa.

jeff bezos; nella foto a fianco, sergio marchionne

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social network

Secondo una ricerca di Nielsen i quattro grandi network americani (Abc, Cbs, Fox e Nbc) non hanno più successo tra i giovani. Nell’ultimo anno gli ascolti sono diminuiti del 25% tra i 18-49enni.

WhatsApp ha introdotto una nuova funzione per poter rileggere messaggi che si considerano importanti. Nel nuovo aggiornamento della popolare app, al momento disponibile solo per iOS, si potranno contrassegnare con una piccola stella singoli messaggi, in modo simile ai preferiti sui browser. Sull’applicazione sarà possibile salvare le conversazioni preferite, così da poterle recuperare con facilità quando si decide di consultarle nuovamente. Una possibilità per chi chatta molto e ha esigenze di “recupero” personali o professionali.

La tv negli Usa è in un mare di guai

WhatsApp ora ti fa “recuperare”

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aziende

Mondo Tv: affare “super” in Borsa Cartoni animati. Incredibile ma vero, la pepita d’oro che ha regalato più soddisfazioni ai suoi azionisti è una piccola Disney italiana. Mondo Tv è il gruppo fondato a Roma nel 1985, sulle fondamenta della Dea degli anni Sessanta, e da trent’anni produce e commercializza serie animate per tutto il mondo, Cina e Russia comprese, occupandosi anche di merchandising e licensing. La library del gruppo, una delle più grandi al mondo, ha oltre 1600 episodi di serie tv e più di 75 lungometraggi destinati a piccolo e grande schermo.

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scenari

Ecco le scuole più innovative

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Si trovano in Svezia, nella Silicon Valley, in Danimarca. Ma anche in Nigeria e in Cambogia. Sono scuole innovative non solo perché tecnologiche, ma anche per i metodi di insegnamento.

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martedĂŹ 13 ottobre ore 20,45

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Il micro-pagamento come forma di sottoscrizione sostenibile per il futuro dei publisher

La promessa di Bentle, lo Spotify del giornalismo online di qualità

Creata circa un anno fa a Utrecht da due giornalisti nemmeno trentenni, la missione della piattaforma è quella di offrire un modello alternativo di monetizzazione per l’industria editoriale, con la pubblicità sempre più sotto l’attacco dell’ad-blocking

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dono cura di rendere in maniera scrupolosa il layout di giornali e riviste, avendo provveduto ad acquisire le licenze per centinaia di font originali, e curano i dettagli fino alal’ultimo pixel, per rispettare ogni aspetto di look e sensazioni che esprimono le differenti pubblicazioni. Con un processo di registrazione assolutamente fluido, il sistema di transazione adottato beneficia della stessa immediatezza e cura per i dettagli dell’ecosistema Apple. Una volta registrati, lo user parte con un portfolio di 2,50 euro, che verrà decrementato un articolo alla volta. Bendle è ottimizzato sia per desktop sia per tablet, laddove i dispositivi mobili rappresentano il 60% del traffico della piattaforma (circa dieci punti in più rispetto a tanti outlet di news).

di Valentina Lunardi

Micro-pagamenti e molta tecnologia per salvare il giornalismo di qualità

La notizia, pubblicata alla fine della scorsa settimana, potrebbe essere passata inosservata per i più: New York Times, Wall Street Journal e Washington Post sono entrati a far parte di un gruppo di editori che si stanno affidando a una nuova soluzione per monetizzare le proprie pubblicazioni online: Bendle. Bendle è una piattaforma olandese che offre articoli individuali agli utenti in cambio di forme di micro-pagamento, un’offerta che ora comprende i tre grandi nomi del publishing internazionale, oltre al fatto non secondario che New York Times Company e l’editore tedesco Axel Springer abbiano acquisito un 23% combinato del capitale della compagnia. A un anno dalla sua creazione, Bendle ha aperto molte porte ai suoi fondatori Alexander Klöpping e Marten Blankesteijn, in Europa, negli Stati Uniti e anche oltre, e oggi iniziano ad essere nominati tra i chief executive da tenere sotto osservazione. Guidata, infatti, dai due co-founder quasi trentenni, la startup di Utrecht sta mostrando tutto il suo potenziale, dopo aver mosso i suoi primi importanti passi nel mercato tedesco, arrivando a offrire sulla sua piattaforma un centinaio di importanti editori. Il servizio, dopo il suo lancio nei Paesi Bassi, ha acquisito in pochi mesi 500 mila subscribers, i due terzi dei quali sono sotto i 35 anni; un numero che se paragonato alla popolazione connessa della Germania equivarrebbe a 2 milioni

Il primo punto a favore di Bendle e delle sue possibilità di successo è rappresentato dai suoi stessi creatori: sia Alexander Klöpping sia Marten Blankesteijn sono due giovani giornalisti che vedono come loro missione la difesa del giornalismo di qualità e credono che per avere prodotti editoriali eccellenti sia necessario fornire un qualche tipo di pagamento. Ma l’idea che sta dietro Bentle non è tanto trovare una qualche forma di protezione per un settore che sta lentamente procedendo verso la frammentazione e un’inedita concezione di gratuità, come ha spiegato in una recente intervista Klöpping: «Vogliamo che Bentle sia una piattaforma per il giornalismo allo stesso modo in cui Spotify lo è per la musica o Netlix per i film. Gli utenti lo vogliono, così come gli editori; è solo una questione di trovare il giusto equilibrio. Ho molto a cuore il giornalismo di qualità e credo che il problema non sia il contenuto, ma le forme distributive. E molti problemi possono essere risolti attraverso la tecnologia». Questo approccio aperto e alternativo arriva in un momento in cui il modello della pubblicità tradizionale si sta sgretolando sotto la pressione dell’utilizzo del programmatic e della pervasività degli ad-blocker, e punta ad aggirare le limitazione di sistemi di abbonamento e pagamento pensati per un audience benestante, per raggiungere un tipo di utenza più giovane. Già il solo sistema di pagamento per singolo articolo è una grande novità per l’intero

di utenti, mentre per la Francia a 1,4 milioni: una community di abbonati che è di molte volte superiore alle magre basi di utenti a pagamento delle testate di molti paesi europei. Per coloro che non hanno mai cliccato su Blendle, si tratta di un sito e una web app che permettono agli utenti di acquistare qualsiasi contenuto per un prezzo che varia da 0.20 a 0.99 euro al pezzo, di cui il 70% viene incassato direttamente dagli editori. Il funzionamento e il design di Blendle sono assolutamente notevoli: i suoi ingegneri e designer si pren-

La missione di due giovani giornalisti olandesi

i due co-founder di bendle, Marten Blankesteijn, sulla sinistra, e Alexander Klöpping: il loro obiettivo è creare uno “spotify per il giornalismo”, convinti che la tecnologia possa aiutare l’industria editoriale

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mondo dell’editoria e i suoi abbonamenti “a pacchetto” e sul lungo periodo. Intelligentemente, Bendle non sta posizionando oggi il micro-pagamento come la grande alternativa ai modelli sostenuti dalla pubblicità, ma come un canale ulteriore di monetizzazione per contenuti di qualità. La scommessa della compagnia è di puntare su persone che non vogliono sottoscrivere un classico abbonamento di lungo termine, ma sono felici di pagare per ottenere singoli articoli, liberi da pubblicità. «Al momento, l’ipotesi esistente è che l’unico modo per monetizzare un contenuto sia quello di vendere pubblicità – ha continuato Klöpping – le aziende tecnologiche non creano relazioni dirette tra contenuto e utenti, ma qui risiede una grande opportunità». È ancora presto per definire l’impatto che Bendle potrà avere sul corrente modello dell’industria editoriale, ma l’Economist, la cui strategia online si basa su un sistema di accesso limitato, ha assistito a un aumento delle sottoscrizioni nei Paesi Bassi dopo aver siglato la propria collaborazione con la piattaforma. Anche se non è certo che i due elementi siano correlati, questo dimo-

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stra che la possibilità di raggiungere una più vasta e giovane audience è comunque un beneficio per il brand di publishing ultracentenario. E Klöpping ha una sua visione sull’ampio settore delle pubblicazioni online in lingua inglese. «Certo, c’è moltissimo contenuto gratuito sul web, ma la tendenza è quella della sua contrazione. Sempre più i consumatori vedono il loro accesso

Un’attenzione particolare per la user experience

Gli ingegneri e designer di bendle sono sempre al lavoro per rendere nella maniera più scrupolosa possibile il layout di giornali e riviste online

limitato da paywalls, da siti che contano le visualizzazioni o dedicati ai soli utenti paganti. Questo è un problema che infastidisce gli utenti. E internet non ha al momento un sistema che permetta di superare questi limiti. Noi stiamo puntando a risolvere questa impasse, soprattutto in vista di quando l’ad-blocking inizierà a contrarre gli utili pubblicitari».

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Massimo Sideri Giornalista economico e commentatore del Corriere della Sera dal 2000. Si occupa di tecnologia, telecom e innovazione

Matteo Dedè

l’acquisto di business insider

e il quarto potere 2.0

Il principale editore europeo di giornali, il gruppo tedesco Axel Springer, ha acquistato l’88% della testata online americana Business Insider per 343 milioni di dollari. La società deteneva già una quota del 9%, acquistata pochi mesi fa per nome di una cordata di investitori. Resta dunque fuori un 3% che era finito precedentemente a Bezos Expeditions, società di investimento del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, che si è sempre professato un accanito lettore della testata nativa digitale. Due investitori molto differenti tra di loro: il primo è un media tradizionale alla ricerca di una ricetta nuova per l’editoria. Il secondo un uomo che ha conquistato fama e ricchezza grazie al digitale. Analizzando le differenti motivazioni che hanno portato agli acquisti è possibile comprendere un po’ di più cosa sta avvenendo nel mondo dell’informazione e, più in generale, dei contenuti. Il punto di vista di Axel Springer: la società tedesca aveva già tentato lo scorso luglio la conquista del quotidiano britannico Financial Times, poi venduto per 1,3 miliardi di dollari all’editore giapponese Nikkei. E’ chiaro, innanzitutto, che l’editore cerca uno sbocco nella lingua inglese. La Germania ha circa 82 milioni di abitanti e una propensione alla lettura dei giornali molto alta, ma per definizione, se si vuole conquistare la propria fetta di lettori su internet a livello globale, bisogna passare all’inglese (o al cinese. In Cina nascono nuove pubblicazioni ogni mese, compresi settimanali e mensili sul lifestyle, moda e cultura, segmento in crisi in tutto il resto del mondo). Il secondo motivo, strettamente intrecciato al primo, è che le aziende editoriali stanno iniziando a comportarsi come le grandi aziende di settori complessi come farmaceutica o softwaristica: quella che una volta era la ricerca e sviluppo interna non riesce a stare al passo con i tempi. Meglio investire all’esterno, in una start up come potremmo definire in senso

lato Business Insider (42 milioni di utenti unici in agosto, fondata da un ex analista di Borsa, Henry Blodget). La formula è quella dell’open innovation laddove per decenni si è sempre pensato che la cosa migliore fosse alzare una barriera tra sé e il mondo circostante. Oggi essere isolati è un punto debole. In questa maniera Axel Spinger cerca un business model nuovo che si affianchi a quello tradizionale dell’editoria, nella speranza che i due mondi si contaminino a vicenda. Il punto di vista di Jeff Bezos: l’investimento è avvenuto fuori dal perimetro di Amazon ed è poca cosa. Ma permette lo stesso di fare delle considerazioni. Il problema degli Over The Top è che un mondo iperdigitalizzato ma senza contenuti di qualità rischia di fare la fine prevista dall’economista John Maynard Keynes: nel lungo periodo saranno tutti morti. Prendiamo il servizio Kindle che permette di avere un accesso ubiquo alla maggior parte dei libri pubblicati. Quel clic che ci separa dal libro che vorremmo leggere in un determinato momento talvolta è molto complesso, perché nel troppo è difficile cercare. E’ vero che esistono comunità di utenti che consigliano le letture migliori, ma attirano soprattutto profili di lettori accaniti. Non i lettori saltuari. Quello dei libri è solo un esempio per comprendere come anche il modello di business degli Over The Top, pur essendo per ora florido, ha bisogno di ragionamenti sulla tenuta nel medio e lungo periodo. Non è per beneficienza che Facebook e Google hanno iniziato a supportare i giornali nelle strategie di condivisione online. Bezos ha ben chiaro il tema. E non a caso ha comperato anche una storica testata americana come il Washington Post, famoso per lo scoop del Watergate che fece saltare un presidente Usa, Richard Nixon. Insomma, due mondi che sembrano molto lontani, stanno piano piano avvicinandosi. E il punto di incontro potrebbe essere il Quarto potere 2.0.

SPAZIO A...

solo io mi chiamo yoga 13 ottobre - cascina triulza @ milano

Sarà inaugurata domani, alle ore 13:00, all’Expo Milano, alla presenza del presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini, la mostra dedicata al marchio di succhi di frutta Yoga, di proprietà del consorzio cooperativo bolognese. La mostra, che resterà allestita presso gli spazi della Cascina Triulza fino alla fine dell’esposizione universale, ripercorre i momenti più salienti della storia del marchio e della sua comunicazione, alla vigilia dei suoi primi settant’anni di vita. La storia di Yoga, il cui marchio fu registrato ufficialmente a Roma nel 1946, comincia già alla fine degli anni venti a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, sede della omonima industria Massalombarda, prima azienda italiana dedicata alla produzione di succhi di frutta. Il prodotto conobbe subito una larghissima diffusione, a tal punto che Yoga divenne quasi una parola di uso comune per indicare i succhi di frutta. Conserve Italia, che rilevò il marchio nel 1995, ha saputo valorizzare con immutata intensità il valore dell’italianità del succo, preservando sempre quella “fedeltà alla frutta” che è garanzia di bontà e di naturalità. Le campagne di comunicazione esposte nel percorso della mostra muoveranno dal claim storico “Solo io mi chiamo Yoga”, ovvero il messaggio che nel corso degli anni è riuscito a esprimere in maniera efficace e quasi lapidaria il concetto di unicità della marca. Yoga è unico, ma al tempo stesso anche vario e diverso, come i gusti dei succhi e della frutta proposti ai consumatori. Ed è stata proprio la frutta il soggetto e il mezzo con cui Yoga si è sempre proposta agli italiani. ANNO VI | #161 | LUNEDÌ 12 OTTOBRE 2015


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