360com162 2015

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world business forum

Si avvicina l’edizione 015: IamStoryMaker

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ANNO VI | #162 | MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015

Seth

Godin Autore di bestseller

e agente del Il 3 e 4 novembre la due cambiamento giorni organizzata da WOBI al MiCo di Milano: un percorso narrativo sui contenuti e i personaggi dell’evento, a cura della redazione di 360com

i fatti del giorno

marketplace

company

media

Dall’ultima release di Nation Brands 2015, di Brand Finance

Wpp Italia ha realizzato la ricerca sul vero impatto dell’Esposizione

Progetto ideato di Pasta Garofalo, con la pay tv come media partner

Le conclusione del monitoraggio curato dal gruppo Expert System

Il marchio Italia aiuta le imprese italiane. Ma ancora troppo poco

Gli italiani fanno un bilancio dell’esperienza con Expo Milano 2015

In partenza la seconda stagione del format “Quasi Amici”, su Sky

Reazioni su Twitter alla visita negli Usa di Papa Francesco

scenario

Luxury: il prezzo come indice chiave

27 link

coverstory

Storytelling lo stato dell’arte

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Al clou la competizione dedicata a startup italiane e all’innovazione

Concluse le valutazioni delle giurie per la quinta edizione del Premio Gaetano Marzotto 2015, per un montepremi da oltre 1 milione di euro

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OOH NEXT GENERATION

THE CUBE DARSENA on themadbox.com


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i fatti del giorno

Brand Finance ha elaborato la nuova Nation Brands 2015, analisi sui marchi dei 100 maggiori paesi mondiali

Il brand Italia continua a non aiutare (abbastanza) le imprese italiane Le riforme vanno in direzione di un rafforzamento del marchio tricolore, migliorando così l’effetto positivo sul resto dei prodotti italiani. Ma, a oggi, tutto questo sembra non bastare: il miglioramento è ancora lieve. In ogni caso, la valutazione è “Rating A”, cioè forte, e il posizionamento è al 59° posto nella classifica, vicino a paesi come Marocco, Slovenia e Azerbaijan di Massimo Luiss

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a quanto emerge dalla nuova Nation Brands 2015 di Brand Finance, «Nonostante un lieve miglioramento, la forza del brand Italia continua ad essere nettamente inferiore rispetto a quella delle Nazioni con le quali ci confrontiamo normalmente. Il fatto che il brand Italia non sia abbastanza forte implica sicuramente una maggiore difficoltà delle aziende italiane a fare business e potenzialmente un minore valore di queste imprese - afferma Massimo Pizzo managing director Italia di Brand Finance -. Per supportare il brand Italia sarebbe necessario intervenire sugli elementi che influiscono più negativamente

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sull’immagine del nostro paese: sistema giudiziario; gestione dei talenti, regolamentazione e tassazione delle imprese; prezzi delle strutture turistiche». Il valore nazionale del brand tedesco ha perso 191 miliardi di dollari. Il valore in dollari e la forza del brand Germania hanno risentito negativamente soprattutto degli scandali - Siemens e Deutsche Bank - e delle politiche verso i paesi UE, Grecia in testa. Certamente lo scandalo Volkswagen influenzerà negativamente soprattutto i valori dell’anno prossimo. L’osservatorio di Brand Finance, realizzato in partnership con FDI Intelligence - Financial Times, non riguarda settori merceologici specifici, ma si riferisce all’immagine complessiva di un paese che influenza sia gli acquisti di tutta

l’offerta di prodotti, servizi e investimenti, sia le relazioni internazionali, sia il capitale umano. Nonostante il brand Italia sia stato classificato “forte” (Rating A), tutti i nostri paesi concorrenti hanno ottenuto una rating migliore del nostro, ad esempio Francia, Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca sono classificati come “molto forti”; altri paesi come la Germania, la Svizzera e, in testa a tutti, Singapore, sono stati classificati come “estremamente forti”. Diversamente, al nostro livello, tra gli altri, oltre alla Grecia, ci sono tutti i paesi ubicati nell’Est Europa. Lo score 59, che posiziona il nostro brand nella fascia di Rating A, è basato sulla media concernente tre differenti pilastri fondamentali:

= 52% Organizzazione Sociale, in cui pesa molto negativamente, in particolare, il sistema giudiziario; = 53% Fare Impresa, in cui pesano molto negativamente la regolamentazione, la tassazione e la gestione dei talenti; = 71% Fruizione di Beni e Servizi, in cui troviamo gioie e dolori del settore turistico: scarso rapporto qualità prezzo; bene, ma non al top, attrattività, infrastrutture e apertura. La Nation Brands 2015 è la classifica dei principali 100 paesi ordinati sulla base del valore complessivo, in dollari americani, dei vari marchi nazionali. Se volessimo calcolare il valore finanziario dell’Italia, o di una altra qualsiaANNO VI | #162| MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


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i fatti del giorno

Massimo Pizzo, managing director Italia di Brand Finance

si nazione, naturalmente non dovremmo considerare solamente il Pil, ma dovremmo considerare anche il valore degli asset tangibili - come ad esempio monumenti, opere d’arte, fabbriche, edilizia - e quello degli asset intangibili come ad esempio il capitale umano, il saper fare, i brevetti e il marchio Italia. Brand Finance misura da anni il valore di quest’ultimo asset: il National Brand Value, cioè la somma del valore dei marchi delle aziende nazionali. Il National Brand Value italiano 2015 è pari a 1.445 milioni di dollari ed è aumentato del 12% rispetto al valore 2014. La buona notizia è amplificata dal fatto che la crescita è stata buona, nonostante il Pil 2014 fosse lievemente negativo, e il National Brand Value sia pesantemente influenzato dal Pil. L’incremento italiano da un lato, il contestuale decremento dell’Australia e il crollo del brand Brasile dall’altro, ha permesso al National Brand Value italiano di superare questi due paesi, passando dall’11° posto al 9°. «Complessivamente, tuttavia, non c’è moltissimo da stare allegri perchè il valore del nostro brand nazionale è ancora troppo basso. Infatti, il Canada che è all’8° posto nella stessa classifica, ha un valore del brand nazionale del 30% maggiore rispetto al nostro - continua Massimo Pizzo -. Da quest’anno, poi, Brand Finance ha cominciato anche a misurare il Nation Brand Effect, il valore in dollari del brand Italia: cioè quella quota del valore del brand che non dipende dal prodotto e dal relativo marchio dell’azienda, ma dalla Nazione di appartenenza. Il 5% di incremento del Nation Brand Effect,

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Nella City e in altre venti nazioni

dovuto al lieve miglioramento della forza del Made in Italy, è stato sufficiente a migliorare il ranking dal 12° all’11° posto. La differenza di performance tra il valore del brand nazionale (+12% relativo alla somma dei brand delle aziende

Brand Finance, con sede nella City di Londra e uffici in oltre 20 paesi, è la più importante agenzia di valutazione del brand e degli altri asset intangibili del mondo. Brand Finance realizza analisi per il marketing, per il finance, tax e legal. Brand Finance è indipendente ed effettua tutte le valutazioni con una metodologia trasparente, seguendo i principi delle norme ISO 10668 sulla valutazione del marchio.

italiane) e il valore del brand Nazione (+5% relativo al valore del brand Italia) indica che i brand delle imprese non sono supportati a sufficienza dal brand Italia. Un’ulteriore conferma della insufficiente spinta che il brand Italia dà ai brand delle nostre imprese, nasce da un semplice dato: mediamente, il brand Italia ha un peso pari all’11,7% sul valore complessivo del brand delle singole aziende mentre, negli altri paesi il supporto dato alle varie aziende dal brand Nazione arriva fino al 17%. Questo significa che le imprese italiane, anche solo per ottenere gli stessi risultati dei concorrenti stranieri, devono investire molto di più, poiché meno supportate dal proprio brand Nazione», conclude Massimo Pizzo. ANNO VI | #162| MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015



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i fatti del giorno

Formazione

Tool

Lens Academy dà le competenze tecniche per diventare Programmatic Specialist Nonostante gli investimenti in programmatic, dal 2012 a oggi, siano cresciuti in modo rilevante, si rileva ancora molta confusione su attori, tecnologie, metodologie di compravendita. A questo proposito, proprio per colmare tale lacuna, i coach dell’azienda intendono occuparsi di formare questo tipo di figure professionali, che sono fra le più richieste nel mercato pubblicitario italiano di Vera Modesto Il programmatic è, oramai, uno strumento tecnologico molto diffuso nel nostro Paese, se ne sente molto parlare, si organizzano eventi dedicati al tema – come il Seminar di Iab che si tiene proprio questa mattina – ma, andando a indagare a fondo, ci si accorge che sono davvero poche quelle persone che, in realtà, sanno di che cosa si sta parando. Gli investimenti in programmatic sono cominciati già

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nel 2012 ma a fine 2015 si rileva ancora molta confusione sugli attori, sulle tecnologie, sulle metodologie di compravendita, oltre ad apparire certa una scarsità di risorse che operano in questo settore. Ma la barriera più grande per il suo sviluppo rimane comunque una carenza di competenze e, proprio per colmare questa lacuna, Lens Academy sta cercando di formare i cosiddetti Programmatic Specialist. Lens Academy, che offre principalmente corsi di formazione onli-

ne e si occupa di consulenza aziendale, sta introducendo dei corsi per diventare veri specialisti del programmatic con l’obiettivo di far crescere il mercato dell’automazione pubblicitaria. Questo ruolo conosce le dinamiche sia lato domanda che offerta. Il Programmatic Specialist viene formato per poi specializzarsi secondo le direttive di in un profilo più tecnico di gestione e analisi, anche attraverso piattaforme, e di un profilo più commerciale di strategia e di relazione. Le opportunità di carriera di chi seguirà i corsi aumenteranno esponenzialmente: da un lato per affermarsi e crescere in azienda, dall’altro per fare parte di un network dove ci si scambiano offerte di lavoro nazionali e internazionali. «I coach di Lens Academy insegniamo con un approccio agnostico. – ha affermato Riccardo Guggiola, cofounder e Ceo dell’azienda. Lens Academy non ha nessun partner preferito ma è costituita solamente da professionisti del settore internazionali e nazionali che diventano coach per insegnare il programmatic con l’obiettivo di fare crescere il mercato», ha poi concluso.

Pronti gli aggiornamenti per il Sales Navigator targato LinkedIn Si tratta di uno strumento attraverso il quale gli utenti potranno scoprire meglio le connessioni in comune e i temi più rilevanti

LinkedIn, all’interno dell’evento Sales Connect di Las Vegas, ha annunciato due nuovi aggiornamenti per il suo prodotto dedicato ai professionisti delle vendite. Stiamo parlando di Sales Navigator, uno strumento attraverso il quale gli utenti potranno scoprire meglio le connessioni in comune e gli elementi più rilevanti che possono emergere dai contenuti proposti dai 380 milioni di membri presenti, a oggi, su LinkedIn in tutto il mondo, aiutandoli a scoprire e costruire relazioni con nuovi clienti in modo più semplice attraverso un approccio informale. Solo lo scorso agosto, il social aveva annunciato la disponibilità del Social Selling Index per tutti i membri, un nuovo tool per la misurazione dei dati più importanti che aiutasse a individuare i benchmark e valutasse la forza del proprio personal branding attraverso 4 fattori - creazione di un brand

professionale, identificare il target, creare interesse nei propri contatti con gli insight e costruire relazioni. Oggi, quindi, gli utenti LinkedIn saranno, d’ora in avanti, in grado di vedere questi dati e comprenderne il valore all’interno del prodotto. Non solo le funzionalità ma anche l’homepage è stata completamente rinnovata, aggiungendo nuovi strumenti e rendendo le funzioni di “social selling” più semplici da usare per le persone. Nuovi filtri per aiutare i venditori ad allinearsi con gli aggiornamenti che vedono per focalizzarsi sulle migliori opportunità. Maggiori dettagli su come gli utenti hanno creato le proprie connessioni, e consigli su come iniziare conversazioni autentiche per essere sicuri di utilizzare un approccio di successo. Migliorare il flusso di lavoro per rendere più semplice riprendere l’attività là dove l’avevate interrotta l’ultima volta. ANNO VI | #162| MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


13 Ottobre 2015

PROGRAMMATIC VIDEO: THE ESSENTIAL QUESTIONS TODD TRAN Global SVP of Programmatic and Mobile Teads SPECIAL GUEST: AMIR MALIK Director of Programmatic and Digital Local World Media

IAB SEMINAR PROGRAMMATIC ore 10.40 - MiCo Ala Nord (Gate 14) via Gattamelata 5, Milano #outstreameverywhere


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i fatti del giorno

Con Lindt la dolcezza di alta qualità torna in televisione

Campagne

Lindt ha presentato, sul piccolo, schermo il capolavoro Excellence Il nuovo spot della cioccolateria appena partito è a copertura dei programmi Rai, Mediaset, La7 e Sky di maggior richiamo Dallo scorso week end, precisamente da domenica, è tornata in televisione sulle principali emittenti italiane lo spot di Lindt dedicato a Excellence, il capolavoro fondente realizzato con passione e meastria dai Maitres Chocolatiers Lindt. La pianificazione, curata da Media Village il centro media del gruppo Mario Mele & Partners che gestisce anche le media relation attraverso Mille Eventi, prevede una campagna multiformato da 30 e 15 secondi che vede, affiancata alla presenza tabellare, anche iniziative speciali. Verranno coperti i programmi più interessanti e importanti dei canali Rai e Mediaset, oltre a La7 e La/D del Gruppo Cairo e una selezione di canali Sky a target. Lo spot è stato adattato dall’agenzia Lowe Pirella, mentre il materiale, che è stato prodotto da Leo Burnett, rappresenta un viaggio alla scoperta di sensazioni inesplorate e uniche che conquisteranno tutti gli appassionati del cioccolato fondente.

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Poltrone

Agenzie

Il nuovo ingresso, già sales & programmatic buying in PerformGroup Italia, sarà responsabile dello sviluppo della strategia commerciale e di prodotto delle soluzioni proprietarie DMP

Sono Andrea Scarpetta, Sara Anastasio e Giulia Murrone, pronti ad aggiungersi al team che è guidato da Marco Loguercio

di FIND Simone Fortunato entra a far parte L’organico cresce ancora con del team italiano del gruppo Digilant tre nuovi ingressi di Ottavia Quartieri Simone Fortunato è il nuovo Business Development Manager per il mercato italiano. Ad annunciarlo è Digilant, la media company leader nel programmatic advertising a livello mondiale che offre soluzioni pubblicitarie personalizzate e strategiche ad agenzie e brand, che proprio ieri ha annunciato l’ingresso di Fortunato nel proprio team, specificandone anche il ruolo: Simone sarà responsabile dello sviluppo della strategia commerciale e di prodotto delle soluzioni proprietarie DMP. Negli ultimi due anni il trentacinquenne Simone Fortunato ha ricoperto il ruolo di Sales

Simone Fortunato

& Programmatic Buying Manager in PerformGroup Italia, mentre prima è stato Industry Manager in Yahoo! Italia con responsabilità della gestione dei Key Client. Prima ancora è stato Sales Account Manager divisione online-services in Tiscali Advertising e Senior Digital Media Planner & Me-

dia Buyer presso il centro media Omnicom Media Group maturando una solida esperienza nelle logiche strategico-operative del buying/vendita e della pianificazione sui media digitali su tutti i livelli nonché nelle logiche di utilizzo di piattaforme DMP/DSP/SSP. «C’è un grande potenziale in Italia per una società come Digilant che offre soluzioni di display, video, mobile e social attraverso una gamma di servizi di altissimo livello. Quindi è con grande entusiasmo che accolgo questa nuova sfida professionale», ha affermato la nuova entrata nelle file della medi company. «Ci siamo posti traguardi ambiziosi nel mercato italiano e, per soddisfare al meglio i nostri clienti, abbiamo ricercato i professionisti del digital advertising più qualificati del mercato da inserire nel gruppo di lavoro. Sono entusiasta di accogliere Simone che svolgerà un ruolo importante per proseguire con slancio la costruzione del nostro business in Italia», ha poi aggiunto Florence Malaud, Country Manger di Digilant in Italia.

Nella foto, da sinistra: Sara Anastasio, Giulia Murrone, Andrea Scarpetta FIND, l’agenzia di search marketing fondata e guidata da Marco Loguercio, dà il benvenuto a tre nuovi specialisti - Andrea Scarpetta, Sara Anastasio e Giulia Murrone - che si sono aggiunti al team nell’ultimo mese, con l’obiettivo di portare esperienza e far fronte ai nuovi progetti che l’agenzia si appresta a seguire. Le aree Seo, Account Management e Search & Performance Advertising dell’agenzia sono, rispettivamente, i settori che si andranno a migliorare e potenziare con i nuovi ingressi. Soddisfatto dell’ampliamento del team, che dopo due anni di vita conta già 14 specialisti, il fondatore Marco Loguercio: «Per un’agenzia indipendente boutique come FIND sono proprio gli specialisti il vero asset fondamentale. È naturale che dedichiamo al recruitment un’attenzione particolare, sia per portare all’interno persone di esperienza, sia per attirare talenti con una passione per il mondo della search da far crescere gradualmente». ANNO VI | #162| MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


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i fatti del giorno

Una delle dieci associazioni No Profit protagoniste della campagna di Amaro Montenegro

poltrone Posizione prestigiosa

Francesca Terragni a capo di tutti i brand di Moët Hennessy Milanese, classe 1968, sarà lei il direttore marketing e comunicazione di Vini, Spirits e Champagne distribuiti nel nostro Paese

La direzione marketing e comunicazione dei vini, degli champagne e degli spirits di Moët Hennessy a partire da oggi verrà affidata a Francesca Terragni, milanese, classe 1968, una laurea in Economia Aziendale all’Università Bocconi e un Master in Business Administration. Nella nuova posizione Francesca Terragni gestirà le attività di marketing e comunicazione di cinque marchi simbolo dello champagne: Dom Pérignon, Krug, Veuve Clicquot , Moët&Chandon e Ruinart. «Assumere la Direzione Marketing e Comunicazione di tutti i brand di Champagne, Wine e Spirits di Moët Hennessy Italia mi onora e mi pone di fronte a sfide importanti, nei confronti del Gruppo, del mio team e del mercato - ha commentato la nuova entrata. Raccolgo con entusiasmo anche il testimone che mi porgono Hennessy, Belvedere, Ardbeg e Glenmorangie e sono grata all’azienda, che ringrazio per la fiducia che mi ha accordato nel tempo e che mi ha confermato con il nuovo incarico», ha poi concluso.

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progetti Nuova campagna di comunicazione integrata

agenzie Diverse collaborazioni

In occasione del suo 130° anno di vita, l’amaro si racconta attraverso storie di persone comuni coinvolte in prima persona nel volontariato, raccogliendo le esperienze sotto l’hashtag #eroiveri

L’obiettivo è quello di potenziare le attività di relazione con i media, online e offiline, e intensificare tutto il flusso comunicativo

supporta con #130 secondi di sapore vero. così il Noesis Immobiliare.it in gruppo at celebra amaro montenegro pr e ufficio stampa di Ottavia Quartieri

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n occasione dei suoi 130 anni, Amaro Montenegro ha deciso di lanciare una nuova campagna di comunicazione integrata realizzata dal Gruppo Armando Testa (Armando Testa e Testa Digital Hub). Lo storico brand, che da sempre ha reso protagonisti delle sue campagne eroi senza tempo, sceglie di celebrare questo importante anniversario raccontando storie di uomini e donne comuni coinvolti in prima persona nel volontariato attraverso l’hashtag #EROIVERI. Eroi di ogni giorno

che, con coraggio e determinazione, si mettono in gioco in prima persona e testimoniano le loro piccole, grandi imprese quotidiane attraverso l’uso di trenta action cameras. Nasce così “#130SECONDI DI SAPORE VERO”, progetto dedicato alle storie dal sapore vero di dieci associazioni no profit italiane. La nuova campagna televisiva, un video trailer da 30 e 15 secondi, inviterà gli spettatori ad andare sul sito montenegro130.it, nel quale si potrà supportare l’associazione preferita attraverso lo Share Founding. Basterà semplicemente condividere il web video da 130”, che

racchiude tutte le imprese dei volontari coinvolti, e Amaro Montenegro donerà 130.000 euro suddividendoli tra le dieci associazioni sulla base di un regolamento prestabilito, pensato per premiare le associazioni più apprezzate dalla rete e, nello stesso tempo, garantire un adeguato supporto anche agli altri enti coinvolti. In questo progetto, il Gruppo Armando Testa ha messo in campo un team di lavoro multidisciplinare, che ha saputo rinnovare i valori storici del brand in chiave innovativa e originale, coinvolgendo i principali mezzi di comunicazione.

eventi Presenti Carte d’Or, Knorr, Lipton Be More tea e Hellmann’s

Unilever Food Solutions con Expansion Group Pieno successo dell’evento organizzato da Expansion che ha riunito il top management di Unilever Food Solutions e i maggiori player del settore

Un pieno successo per la serata organizzata da Expansion Group che si è svolta presso i locali del Ristorante Aromatica del Gruppo CIR. Circa 100 grossisti provenienti da tutta Italia hanno potuto conoscere da vicino 4 tra

i marchi più importanti dedicati ai professionisti della ristorazione: Carte d’Or Professional, Knorr Professional, Lipton Be More tea e Hellmann’s, la linea di dressing famosa nel mondo e da poco lanciata in Ita-

lia. Expansion Group – in stretto contatto con Stefano Orrù, Channel Marketing Chains Italy & Greece - ha curato la regia dell’evento e l’ideazione e la realizzazione di tutti i materiali creativi e di allestimento.

Noesis Comunicazione è stata incaricata di supportare il portale di annunci immobiliari leader in Italia, Immobiliare.it, nelle attività di ufficio stampa e pubbliche relazioni. A partire da ora e per tutto il prossimo anno, Noesis si occuperà di supportare il team interno all’azienda nelle attività di media relation, affiancando il cliente sulle attività di ufficio stampa con tutti i target media. Immobiliare.it ha scelto Noesis per potenziare ulteriormente le attività di relazione con i media, online e offline, intensificando il flusso di comunicazione istituzionale e di prodotto. L’agenzia, tra le maggiori in Italia, supporterà anche le attività svolte per gli altri portali partner, tra cui LuxuryEstate.com, il sito dedicato a chi desidera acquistare o affittare una casa di lusso in tutto il mondo, così come agli appassionati di immobili di prestigio, residenze d’epoca e dimore uniche, e Casevacanza.it, il portale per gli affitti turistici di breve periodo che offre anche annunci all’estero. ANNO VI | #162| MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


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Impatto positivo su reputazione, economia e attrattività del Paese

Il bilancio degli italiani su Expo 2015

Dalla ricerca di Wpp Italia, per il 78% degli italiani l’Esposizione Universale ha migliorato la reputation della nazione, per il 79% anche quella di Milano. Molto positivo, secondo la maggioranza dei cittadini, l’impatto che la kermesse ha avuto sul rilancio dell’economia e su una maggiore attrattività del Sistema Paese, anche rispetto all’opinione internazionale di Cecilia Bianchi

Qual è il bilancio degli Italiani a un mese dalla fine di Expo? Ci sono stati benefici in termini di immagine e reputazione del nostro Paese? Expo ha contribuito al rilancio dell’economia? Sono queste le domande alle quali Wpp Italia, gruppo leader nei servizi di comunicazione e marketing, ha dato risposte attraverso un sondaggio condotto da Lorien Consulting su un campione rappresentativo della popolazione italiana per sesso, età e area di residenza. In generale, per il 78% degli italiani Expo Milano 2015 ha inciso in modo positivo (molto positivo per il 24%) sulla reputazione dell’Italia, anche all’estero. Per il 79% degli italiani Expo ha

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anche migliorato la reputazione di Milano. Molto positivo, secondo la maggioranza degli italiani, l’impatto che l’Esposizione Universale ha avuto sull’economia e sul “sistema Paese”, anche rispetto all’opinione internazionale. In particolare, considerando l’apporto di sistema: il 76% degli italiani ritiene che Expo abbia valorizzato il “Saper Fare” dell’Italia nella percezione internazionale e i prodotti e i marchi Made in Italy (75%); il 68% ritiene che abbia aumentato l’attrattività del Sistema Paese e mostrato la sua capacità di fare sistema e di essere efficace. Per quanto riguarda l’apporto economico, per l’81% degli Italiani Expo 2015 ha avuto un impatto positivo sulla Lombardia e creato molto lavoro nella regio-

ne (76%) ma non è molto inferiore la percentuale di quanti ritengono che l’impatto economico sia stato reale per l’Italia intera (65%). La quasi totalità tra i visitatori giudica, complessivamente, l’esperienza di Expo “positiva”, ma è alto l’apprezzamento anche di chi non l’ha visitato: l’86% degli italiani giudica, complessivamente, l’esperienza Expo positiva. Percentuale che sale al 95% tra i visitatori. Il 12% la ritiene “molto positiva”, ma la quota quasi raddoppia tra i visitatori del sito espositivo. Massimo Costa, Chairman e Country Manager di Wpp Italia, ha commentato: «Questa ricerca rileva che Expo ha rappresentato un elemento propulsivo per la ripresa dell’Italia che adesso deve “decollare”. E’ importante “fare” le cose, attuare le riforme, creare opportunità per i giovani e così via; ma anche la comunicazione può avere un ruolo fondamentale, facendo crescere la fiducia delle imprese e dei consumatori. Dobbiamo continuare a investire sulla reputazione e immagine del Sistema Paese: è il momento di rifocalizzare il “brand Italia”, ancora troppo vittima di stereotipi, puntando sulla ricchezza del nostro saper fare e sul valore delle tante eccellenze. Come, appunto, Expo ci ha dimostrato». ANNO VI | #162 | MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015

EDITO

RIA

NE MAGA W ZINE


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EVE NTI 3 - 4 Novembre 2015 MiCo Milano Congressi

In questo numero prosegue la rubrica sul World Business Forum Milano, il maggior evento privato di management d’Europa, giunto alla XII edizione che si terrà il 3-4 novembre al MiCo Milano Congressi. Ogni settimana si scoprono gli straordinari protagonisti dell’evento, che quest’anno è dedicato agli “story maker”, persone che non raccontano storie, ma le creano, costruendo il futuro per sé e per gli altri. Grazie alla partnership con WOBI realizzeremo la prima pubblicazione digitale a puntate dedicata all’evento e ai suoi protagonisti. Per informazioni: marketing@ediforum.it

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EVE NTI LA carriera in pillole Crea Seth Godin Productions, azienda di packaging di libri

Seth

Godin Autore di bestseller e agente del cambiamento

1995

1986

Crea Yoyodine, agenzia di marketing online (venduta a Yahoo nel 1998)

Pubblica “Purple Cow: Transform Your Business by Being Remarkable”

2006

2003

Crea Squidoo, community di user generated content

Entra nel Direct Marketing Wall of Fame

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prosperare nell’economia della connessione Uno dei più influenti e intuitivi pensatori di business, Godin è l’autore di 17 bestseller mondiali. Seth scrive di rivoluzione post industriale, di come le idee si diffondano, di marketing, leadership e soprattutto di come cambiare tutto. Al World Business Forum parlerà dei benefici derivanti dall’utilizzo del pensiero creativo per trasformare le idee e le pratiche di business. Oltre all’attività di scrittore, Godin è anche il fondatore di squidoo. com, community che permette agli utenti di creare pagine e scrivere su temi di interesse.

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L’importanza delle storie narrate dalle aziende: comunicare valori e diffondere idee Creare prodotti che si facciano notare dai consumatori Perché il conformismo non porta più al comfort: trova il coraggio di trattare il tuo lavoro come una forma d’arte Come la tecnologia ha cambiato la natura della leadership: perché i leader oggi si “nascondono” ovunque Le chiavi per innescare l’iniziativa all’azione nella tua organizzazione

ANNO VI | #162 | MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


EXPO MILANO 2015. UNO SPAZIO UNICO PER CULTURA, EVENTI E IDEE. THE WATERSTONE. LO SPAZIO DI INTESA SANPAOLO AL CENTRO DI EXPO. NOI CI SIAMO. Siamo in Expo Milano 2015 con THE WATERSTONE per offrire a tutti i visitatori un calendario ricco di iniziative con 184 giorni di programmazione, 80 appuntamenti culturali e 250 eventi. Saranno questi a raccontare al meglio la musica, l’arte e la cultura di un grande Paese: il nostro. Inoltre, sarà possibile ammirare il dipinto Officine a Porta Romana di Umberto Boccioni e immergersi nell’installazione artistica L’Orizzonte in Movimento progettata da Studio Azzurro.

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MARKET PLACE

sponsoring

Consultinvest sulla maglia di Foppapedretti

Un look rinnovato per avere tutte le funzionalità principali in uno snap

Subito aggiorna l’app per Windows Phone Una ridefinizione del tutto in linea con la nuova immagine aziendale, dallo stile contemporaneo e ricco di colori di Pietro Castagna

Consultinvest, gruppo modenese che opera in consulenza e gestione finanziaria, ha concluso un’importante sponsorizzazione nel volley femminile. E’ stato infatti sottoscritto - a Bergamo - il nuovo accordo con Foppapedretti, una delle compagini più titolate della pallavolo nazionale e internazionale: otto scudetti, sette Coppe dei Campioni, cinque Coppe Italia, sei Supercoppa Italiana. Palmares impressionante per una compagine societaria nata solo nel 1991. Consultinvest sarà jersey sponsor esclusivamente della maglia del libero della squadra orobica. Come è noto nel mondo del volley, il libero che riveste un ruolo prettamente difensivo potendo giocare solo in seconda linea - ha una maglia di colore diverso rispetto alle altre e la Lega del volley femminile ha concesso la possibilità di avere uno sponsor diverso da quello indossato dalle compagne di squadra.

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Subito, azienda numero uno in Italia nella compravendita online con oltre 8 milioni di utenti unici al mese, lancia una migliorata versione della sua app Windows Phone in linea con la nuova immagine aziendale, dallo stile contemporaneo e ricco di colori, e già “ready” per il prossimo aggiornamento a Windows 10 su mobile. L’app, pensata per far vivere un’esperienza d’uso immediata e ancora più emozionale, facile e sicura, permette di navigare, inserire annunci e rispondere alle inserzioni in tempo reale. La user experience è stata potenziata per garantire una fruizione più semplice e veloce dei contenuti, mentre la grafica è resa ancora più intuitiva grazie al look total white e alla presenza di nuove icone e colori ma soprattutto del logo di Subito con l’inconfondibile snap. Anche la modalità di consultazione della listing cambia, restituendo un impatto visivo minimal e più funzionale che guida l’utente alla ricerca di ciò che desidera in un attimo. La nuova app Windows Phone dispone ora del “live tile”, che segnala i nuovi annunci caricati che rispondono alle proprie ricerche, permette l’inserimento da mobile degli annunci in tutte le categorie, comprese quelle a pagamento, e l’acqui-

sto di premium feature direttamente durante il caricamento di ciò che si desidera vendere. Rispetto alla precedente versione è inoltre possibile promuovere, modificare o eliminare i propri annunci nell’area riservata, oltre a consultare le relative statistiche. Infine, il contatto con il customer support è immediato grazie all’area info dove trovare regole, indicazioni sulla privacy e sulla policy. Con oltre 500 mila download e oltre mille annunci inseriti ogni giorno, l’app Windows Phone di Subito conferma la crescente importanza del canale mobile.

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MARKET PLACE

il divario esistente tra usa e europa nel mondo startup

Billion Dollar Companies

ma in terra europea c’è spazio per emergere di Daniele Bologna

Gli Stati Uniti sono da sempre visti come i protagonisti dell’innovazione, soprattutto in materia di startup e propensione all’imprendi-

torialità. I dati, del resto, lo confermano. Circa 36 miliardi di dollari contro 1.800 biliardi: è il confronto tra il valore delle startup e aziende tecnologiche europee e quelle americane.

La cifra, anche se indicativa, è stata ricavata aggregando i valori delle principali imprese americane tecnologiche (non solo startup, ma anche giganti come Microsoft, Google,

eBay, Facebook e Apple) a confronto con le principali realtà europee (Skype, Spotify, Rovio, Zalando, Yoox, Soundcloud, Wongai, King. com e vente-privee.com). Il dato, inutile nasconderlo, è un chiaro segnale che l’Europa ha molta strada da percorrere nelle politiche di sostegno alla nuova imprenditorialità e nella creazione di ecosistemi virtuosi. Analizzando le realtà europee, spesso ci si meraviglia di come idee molto semplici si siano rivelate vincenti. Spotify, per esempio, co-fondata nel 2006 dallo svedese Daniel Ek, offre un servizio musicale di streaming on demand ed è stata valutata 4 miliardi

nelle immagini in questa pagina, all’alto a sinistra: Daniel ek, co-fondatore di spotify nel 2006; dan wagner, fondatore, nel 2007, di powa, l’impresa britannica che si occupa di mobile payment e customer data; Janus Friis, co-fondatore, insieme a Niklas zennstrom, di KaZaA e Skype; in basso, sempre da sinistra, Peter van der does, creatore di ayden, società fornitrice internazionale di soluzioni di pagamento online, mobile e nei punti vendita; niklas osteberg, che nel 2007 diede vita alla tedesca delivery hero

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di dollari. Un successo generato dal talento di un ragazzo scandinavo che a 16 anni si candidò per un posto di lavoro a Google senza riuscire a farsi assumere, a 23 divenne multimiliardario vendendo una società di advertising online in Svezia e in seguito decise che avrebbe creato un servizio musicale alternativo a quelli illegali. Oggi Spotify è la più grande piattaforma mondiale di offerta musicale su abbonamento al mondo. La tedesca Zalando, multinazionale dell’ecommerce che vende scarpe, vestiti e altri prodotti di moda e che ha debuttato in Borsa nel 2014, ha raggiunto una valutazione di quasi 6 miliardi di dollari. Powa, impresa britannica fondata nel 2007 da Dan Wagner, si occupa di mobile payment e customer data ed è valutata 2,7 miliardi di dollari. La tedesca Delivery Hero, co-fondata nel 2011 dallo svedese Niklas Òstberg e valutata 1,9 miliardi di dollari, si occupa di servizi di prenotazione di cibo online. Dopo aver lanciato nel 2007 una piattaforma per ordinare online la pizza nella nativa Svezia, Niklas Òstberg decise di applicare quel modello di business al cibo in generale e di estendere l’offerta a tutta l’Europa. L’olandese Adyen, fornitrice internazionale di soluzioni di

pagamento online, mobile e nei punti vendita, è stata co-fondata da Peter van der Does nel 2006 ed è valutata 1,5 miliardi di dollari. Shazam, londinese, fondata nel 2002, fornitrice di un’app per smartphone per individuare titolo e autore di una canzone sentita alla radio o per strada, è valutata un miliardo di dollari. Farfetch, piattaforma online di vendita operativa nel luxury con sede a Londra, vende abbigliamento per boutique di moda indipendenti con clientela di fascia alta, è valutata un miliardo di dollari. L’Europa, quindi, seppure indietro rispetto agli Stati Uniti, ha le sue eccellenze. Quali sono, quindi, le ragioni del proliferare di imprese di così grande successo anche in terra europea, nonostante condizioni non così favorevoli come quello americane? Niklas Zennstròm, co-fondatore di Skype, ha recentemente affermato: «Now is the best time in history to be a European technology entrepreneur». Si tratta sicuramente di un’affermazione molto forte, ma suffragata da alcuni elementi che consentono di essere ottimisti. Innanzitutto, oggi in Europa ci sono degli importanti tech hub, con una forte concentrazione di startup e, in alcuni casi, con una marcata specializzazione, come

Helsinki per tutto quello che riguarda il mondo del gaming, e Londra per il fintech. In secondo luogo, in Europa stanno nascendo i distretti delle startup, grazie all’esperienza e al successo di pionieri come per esempio Niklas Zennstròm e Janus Friis (Skype), Riccardo Zacconi (King), Dkka Paananen (Supercell), Daniel Ek e Martin Lorentzon (Spotify). Oggi i giovani startupper europei non sono costretti a sognare di fondare la nuova Facebook, ma possono sognare di avviare la nuova Rovio (Angry Birds) piuttosto che un’altra BlaBlaCar o una SoundCloud. Infine, occorre considerare che i mercati sono definitivamente globali. Conta relativamente poco da dove si parte per fondare una startup, conta dove si arriva. E paradossalmente partire da piccoli paesi forza le startup a pensare globale fin dalle prime fasi. La grande maggioranza di “billion dollar company” create dopo il 2003 sono diventante internazionali prima di diventare società valutate almeno un miliardo di dollari. Le startup fondate in paesi con meno di 50 milioni di abitanti impiegano meno di un anno e mezzo a diventare internazionali. Meno della metà del tempo di quelle create in paesi più grandi.

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Concluse le valutazioni delle giurie per la quinta edizione
del Premio Gaetano Marzotto 2015
per un montepremi da oltre un milione di euro

Entra nel clou la più importante competition italiana dedicata alle startup e all’innovazione Annunciati i finalisti: dall’assistenza indossabile per ciechi ai sistemi di pre-screening tumorale, dai droni alla purificazione dell’acqua; sono solo alcuni dei progetti in gara che si contenderanno i premi. La cerimonia di premiazione il prossimo 26 novembre a Milano, presso l’UniCredit Pavilion di

Daniele Bologna

Il Premio Gaetano Marzotto, la più importante competition italiana dedicata al mondo delle startup e dell’innovazione, è entrata nelle fasi finali della sua quinta edizione. In palio un montepremi totale di oltre un milione di euro, che verrà ripartito durante la cerimonia di premiazione finale che si terrà il giorno 26 novembre a Milano, nella cornice dell’UniCredit Pavilion. A Villa Trissino Marzotto le giurie hanno incontrato per i colloqui individuali i finalisti 2015 che concorreranno alle tre sezioni principali: Premio per l’Impresa, Premio dall’Idea

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all’Impresa e Premio Speciale UniCredit Start Lab, a cui quest’anno si aggiungono inoltre i tre Premi Corporate, per i quali i progetti sono in fase di valutazione direttamente da parte delle aziende promotrici. Sono, allora, cinque i grandi finalisti per il Premio per l’Impresa che si contendono un riconoscimento di 300 mila euro in denaro e un percorso di affiancamento in Fondazione CUOA del valore di 25 mila euro; cinque anche i finalisti per il Premio dall’Idea all’Impresa, in gara per aggiudicarsi il premio in denaro del valore di 50 mila euro e selezionati tra i vincitori dei venti periodi di residenza e affianca-

mento messi a disposizione dagli incubatori partner del Premio per un valore totale di 680 mila euro. A questi si aggiungono sette finalisti in gara per il Premio Speciale UniCredit Start Lab che assegna percorsi di affiancamento dedicati per un valore totale di 150 mila euro. «Diversi i progetti finalisti legati all’ambito medicale, della salute e delle energie rinnovabili, ma anche sistemi di monitoraggio del ter-

ritorio e quelli per l’agroalimentare, fino alla sicurezza degli elicotteri, passando per le tecnologie dedicate allo sport, i servizi per facilitare la vita dei genitori in viaggio - commenta Matteo Marzotto, Presidente di Associazione Progetto Marzotto e Ambassador di Expo Milano 2015 -. Le proposte ammesse alla fase finale tracciano la direzione e rispecchiano gli ambiti verso cui si orienta lo svilup-

po della nuova impresa in Italia. Da sempre il Premio Gaetano Marzotto si impegna a supportare e premiare concretamente i giovani imprenditori italiani. Sostenibilità, ricaduta sociale sul territorio italiano, anche in termini occupazionali, e innovazione, sono i principi a cui il Premio riconduce, portando avanti quella visione di mecenatismo illuminato promossa prima da mio nonno Gaetano e

successivamente da mio zio Giannino». Ottocento iscrizioni «L’alto livello di partecipazione al bando, che anche quest’anno ha visto oltre 800 iscritti, e la qualità dei progetti presentati, testimoniano il fatto che l’Italia è un Paese ricco di talenti e di innovatori determinati a concretizzare le proprie idee e a fare impresa - commenta Ferdinando Busina-

ro, Amministratore Delegato di Associazione Progetto Marzotto, che ha coordinato i lavori delle giurie durante i colloqui con i finalisti a Villa Trissino -. Il nostro obiettivo è quello di continuare a sostenere e stimolare la nascita di nuova impresa, favorendo in particolar modo l’opportunità d’incontro e il dialogo tra l’ecosistema dell’innovazione e il sistema industriale italiano». «Il Premio Gaetano Marzotto

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si conferma come la realtà di riferimento per l’ecosistema delle imprese innovative in Italia, in grado di costruire intorno a se un network che coinvolge gli attori principali del sistema dell’innovazione nel nostro Paese - commenta Cristiano Seganfreddo, Direttore Generale dell’associazione -. Una realtà che si arricchisce con l’ingresso di tre importanti partner industriali, quali CLN Group, Santex Rimar, Santa Margherita Gruppo Vinicolo, e l’istituzione dei rispettivi premi corporate, in una logica di “open innovation” che rappresentano la significativa novità di questa quinta edizione». 
 Il Premio per l’Impresa Sono, allora, cinque, i progetti finalisti individuati dal comitato di selezione - presieduto da Emil Abirascid e composto da personalità del mondo dell’imprenditoria, della ricerca, delle istituzioni, delle università, della finanza, dei venture capitalist e della stampa di settore.
 Si comincia con Archon, (Incubatore Knowble - Spilaberto, Modena): ispezioni e sorveglianza automatizzata di zone critiche 24/7 grazie alla gestione intelligente di numerosi droni e stazioni di ricarica. Archon automatizza azioni ripetitive e potenzialmente rischiose per l’uomo

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nelle immagini di questa pagina: in questa foto, un momento della presentazione del premio al termine della proclamazione dei finalisti. sotto, da sinistra: un flash sui lavori della giuria; cristiano seganfreddo, direttore generale dell’associazione Progetto Marzotto e, a destra, il presidente della realtà associativa, matteo Marzotto. in basso, nel riquadro, massimo maccaferri, e Ferdinando Businaro, Amministratore Delegato dell’aSSOCIAZIONE

(videosorveglianza e monitoraggio del territorio e infrastrutture critiche). Poi, Horus Technology, Trento: assistente personale indossabile per ciechi e ipovedenti, si indossa sul capo come un microfono ad archetto, e tramite un sistema di visione stereoscopico osserva la realtà, la analizza nelle sue tre dimensioni e la descrive all’utente mediante una sintesi vocale a conduzione ossea. E ancora: Marioway, Milano: carrozzina elettronica innovativa, autobilanciante, con seduta ergonomica in posizione verticale variabile che permette alle persone con difficoltà motorie di guidare senza mani effettuando ginnastica pas-

siva; Scent, Ferrara: porta la tecnologia sensoristica nel campo bio-medicale, con dispositivi per il prescreening tumorale e patologico generale, in particolare permette di raffinare il protocollo di analisi attuale per il tumore al colon retto; Watly (Buiani Clima Energie srl, Talmassons, Udine): un depuratore d’acqua solare, purifica l’acqua da qualsiasi fonte di contaminazione senza l’uso di filtri o membrane, generando inoltre energia e permettendo la connettività a internet. Ricadute significative La giuria di imprenditori chiamata a valutare questi progetti e a individuare tra

loro la migliore impresa innovativa capace di generare significative ricadute positive negli ambiti sociali, culturali, territoriali o ambientali è composta da: Alberto Baban, Presidente Piccola Industria di Confindustria; Amulio Cipriani, Board Member CLN Group; Riccardo Illy, Presidente Gruppo Illy e Vicepresidente Illycaffè S.p.A; Massimo Maccaferri, Presidente Eridania Sadam e JCube; Gaetano Marzotto, Presidente Pitti Immagine, Presidente Santa Margherita SpA, Consigliere di amministrazione Hugo Boss, Zignago Holding, Zignago Vetro, Alpitour, Ettore Riello, Presidente Verona Fiere e pre-

RICONOSCIMENTO DI Durata decennale

Il Premio Gaetano Marzotto è promosso e ideato da Associazione Progetto Marzotto dal 2011 e ha durata decennale. Associazione Progetto Marzotto nasce per creare, attraverso una serie di azioni diversificate, un nuovo tessuto sociale (www. progettomarzotto.org), e il Premio Gaetano Marzotto ne è un’appendice, con l’obiettivo di individuare e promuovere lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali, in grado di rispondere a criteri di sostenibilità economico-finanziaria e generare al tempo stesso benefici concreti per il territorio italiano, in primis occupazionali. Il tutto
con il patrocinio di
Ministero del Lavoro e delle Politiche Social, Agenzia per l’Italia Digitale, Ministero dello Sviluppo Economico,

CNA - Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa,
CRUI - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane,

Padiglione Italia Expo 2015 e 
Unioncamere. Coinvolte nelle tre articolazioni del Premio anche Italia Startup come main partner, CLN Group, Santex Rimar Group, Santa Margherita, UniCredit Start Lab, Fondazione CUOA, Jacobacci&Partners, Italian Angels for Growth, Startupbusiness, AlmaCube, Boox, Cesena Lab, Consorzio Arca, Digital Magics, FabriQ, Fondazione Parco Tecnologico Padano - Acceleratore Alimenta, H-Farm, I3P, Impact Hub, Industrio Ventures, JCube, Luiss Enlabs, M31, Nana Bianca, Polihub, Polo Meccatronica, Progetto Manifattura, Seedlab, Talent Garden, Trento Rise e Vega. ANNO VI | #162 | MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


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sidente Riello S.p.A.; Diana Saraceni, General Partner Panakés Partners; Francesco Zonin, Vice Presidente Casa Vinicola Zonin S.p.A.
 Sono invece venti i vincitori dei percorsi di residenza e affiancamento, nominati dagli incubatori e acceleratori d’impresa partner del Premio Idea all’Impresa; tra questi, cinque sono i finalisti selezionati che si contenderanno il riconoscimento in denaro di 50 mila euro. Sono Amiko, Milano: acquisizione e analisi dei dati relativi allo stato dei farmaci, selezionati da I3P; WindCity (Padova): una turbina eolica che permette di catturare il vento anche nelle città, caratterizzato da un andamento variabile, e aumentare la produzione di energia, selezionata da Progetto Manifattura; ProXentia (Univeristà degli Studi di Milano): strumenti per il controllo della sicurezza e qualità per l’industria alimentare, selezionata da M31; MEDinAction (Roma): servizio di medici a domicilio on-demand per turisti e viaggiatori che invia un medico al domicilio scelto dall’utente 24/7, selezionata da Digital Magics; RTF-27.C (Università Politecnico di Milano): Sia Aerospace propone una linea di prodotti per la sicurezza nel settore elicotteristico in grado di ridurre drasticamente i danni subiti in uno schianto a terra, selezionata

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da Seedlab.
 Tra i venti vincitori dei percorsi di formazione e affiancamento ci sono, inoltre, UnveilConsulting, selezionati da AlmaCube; Sunny Rev, selezionati da Cesena Lab; Smart Doner, selezionati da Consorzio Arca; Aria, selezionati da FabriQ; Sinba, selezionati da H-Farm; L’azoto: da problema a risorsa, selezionata da Impact Hub; Clover Therapeutics, selezionata da Industrio Ventures; 3D 4UMan, selezionata da JCube; Sporteevo.pro, selezionata da Luiss Enlabs; HRInCloud, selezionata da Nana Bianca; efesto, selezionata da Parco Tecnologico Padano; Leaf Line, selezionata da Polihub; Roboze One, selezionata da Polo Meccatronica; With You - Health, selezionata da TAG; Keplero, selezionata da Vega.
 La giuria del Premio dall’Idea

all’Impresa, dedicato ai giovani fino a 35 anni di età, è composta da Luca Colombo, Country Manager Facebook Italia; Luca De Biase, Giornalista, Il Sole 24 Ore; Stefano Gallucci, Amministratore Delegato Santex Rimar Group; Salvatore Majorana, Direttore technology transfer, Istituto Italiano di Tecnologia; Ettore Nicoletto, Amministratore Delegato Santa Margherita SpA; Cosimo Palmisano, Vice Presidente Decisyon e founder ECCE Customer; Massimo Russo, Vicedirettore de La Stampa; Massimo Sideri, Editorialista del Corriere della Sera e scrittore.
 Per quanto attiene, invece, il Premio Speciale UniCredit Start Lab - 
percorsi di affiancamento dedicati del valore di 150 euro - per i vincitori è previsto l’inserimento in un programma

UniCredit che include l’assegnazione di un mentor - scelto tra professionisti, consulenti, imprenditori, partner di UniCredit sull’innovazione - che organizzerà confronti periodici con le startup su aspetti strategici e di crescita; la partecipazione alla Startup Academy; un programma di

coaching da parte del team di UniCredit Start Lab; l’assegnazione di un Relationship Manager di UniCredit per seguire le esigenze bancarie; per le startup che ne abbiano i presupposti, organizzazione di Business Meetings con clienti corporate di UniCredit e con possibili investitori. I settori di in-

IN QUESTA IMMAGINE è PROTAGONISTA Watly, DI Buiani Clima Energie srl. LA PROPOSTA DELLA STARTUP DI Talmassons, Udine, SPICCA TRA I FINALISTI DEL PREMIO MARZOTTO. E’ un depuratore d’acqua solare, che purifica l’acqua da qualsiasi fonte di contaminazione senza l’utilizzo di filtri o membrane, generando, inoltre, energia e permettendo la connettività a internet

teresse includono: Ict/Digital/Web, Life Science, Clean Tech, Nanotech, Moda & Design, Robotica, Agrifood e Turismo.
 Ecco le sette startup selezionate come finaliste per questo premio: Amiko srl, Milano: acquisizione e analisi dei dati relativi allo stato dei farmaci; Archon (Incubatore Knowble - Spilamberto, Modena): ispezioni e sorveglianza automatizzata di zone critiche 24/7 grazie alla gestione intelligente di numerosi droni e stazioni di ricarica; BabyGuest, Milano: piattaforma per il noleggio di attrezzature per l’infanzia che aiuta i genitori in viaggio e qualifica gli hotel come kid friendly; Bikee Bike (Rovereto, Trento): kit di conversione mid-drive che trasforma la tua bici in una potente e-bike, in quindici minuti; NeuroGoggles (Palermo): occhiali tecnologici

integrati con serious games offrono una nuova frontiera per cura dei disturbi cognitivi dell’adulto e del bambino; ProXentia (Univeristà degli Studi di Milano): strumenti per il controllo della sicurezza e qualità per l’industria alimentare; Zulu Emergency, Treviso: piattaforma per il supporto, la registrazione e la condivisione delle attivita di diagnostica mobile in emergenza di primo soccorso. Corporate all’avanguardia Tra le novità di questa quinta edizione tre Premi Corporate, del valore di 50 mila euro l’uno. Verranno assegnati dai tre gruppi industriali e nuovi partner CLN Group, Gruppo Santex Rimar e Santa Margherita Gruppo Vinicolo, che partecipano al Premio Gaetano Marzotto con l’obiettivo di premiare il progetto che ritengono più in linea con le rispettive strategie di crescita all’interno dei settori di riferimento indicati. I progetti finalisti dei tre Premi Corporate sono in fase di valutazione da parte delle aziende stesse, che hanno istituito giurie dedicate. I tre Premi sono destinati alle imprese innovative candidate sia al Premio per l’Impresa che al Premio dall’Idea all’Impresa del Premio Gaetano Marzotto 2015.

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Più appuntamenti, nuove storie e impegni anche in trasferta

E’ in partenza la seconda stagione di “Quasi Amici”

Riparte il progetto ideato da Pasta Garofalo con Sky Media Partner. Da domenica 18 ottobre su Sky Sport HD la prima puntata del format tv che racconta un nuovo modo di vivere il calcio di Marianna Marcovich

Sarà il match “Napoli-Fiorentina” ad aprire ufficialmente la seconda stagione di “Quasi Amici”,, il programma tv ideato e curato da Pasta Garofalo con Sky Sport come media partner. Per presentare la nuova edizione, ieri negli studi di Sky Sport24 HD, c’erano il direttore Fabio Caressa, il calciatore del Napoli Mirko Valdifiori, ed Emidio Mansi, Responsabile Commerciale del Pastificio Garofalo. Dopo il grande successo riscosso nella prima stagione con quasi 11 milioni di contatti e visualizzazioni registrati in

totale su tutte le piattaforme, “Quasi Amici” torna da domenica 18 ottobre su Sky Sport HD con un doppio appuntamento settimanale (il sabato alle 15:25 su Sky Sport24 HD e la domenica su Sky Sport 1 HD prima di “Sky Calcio Show” delle 14:00): un format rinnovato e nuovi giovani protagonisti per raccontare, ancora una volta in modo fresco e autentico, il tifo, la rivalità sportiva e gli aneddoti più divertenti del mondo del calcio. Lo spunto di ogni puntata di questa nuova edizione sarà un aneddoto, il racconto di un’abitudine che diventa scaramanzia o magari scommessa. Aneddoti che, nel tempo,

Nella foto qui sotto, da sinistra, emidio mansi, fabio caressa e mirko valdifiori

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condurranno alla scoperta dei vari protagonisti del format, del loro passato e dei loro rituali, sia come singoli che come gruppo. Il progetto vuole raccontare lo sport più amato nel nostro Paese mettendo al centro del percorso narrativo i ragazzi, interpreti di una storia lunga quanto un campionato. Quest’anno, inoltre, alcune delle puntate verranno realizzate durante le trasferte del Calcio Napoli. «I risultati della prima edizione ci hanno convinto a rinnovare il nostro impegno per una seconda stagione, che attraverso un format più avvincente, riprese anche in trasferta e dei protagonisti che sono certo sapranno conquistare i telespettatori in tv ed in rete, vuole raccontare un tifo che unisce e non divide e gli aneddoti più appassionanti e divertenti del mondo del calcio» ha dichiarato Emidio Mansi, Responsabile Commerciale del Pastificio Garofalo. Fra gli elementi del format per selezionare le storie e i racconti alla base di “Quasi Amici”, spiccano il talento e la competenza calcistica di Enrico Brizzi, autore di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, oltre che di molti altri romanzi e

I credits dell’operazione

Ideazione Pescerosso Autori Enrico Brizzi, Alfredo Ruggieri, Alessandra Amigoni Regia Alfredo Ruggieri Producer Riccardo Cesarini, Al one saggi, grande appassionato e tifoso del Bologna. Il progetto “Quasi Amici”, è nato dalla volontà di Garofalo di raccontare un’immagine di tifo, ironica e pulita, che incoraggi il concetto di ospitalità sia in campo che fuori. Un racconto onesto, privo di falsi buonismi o retorica, che mette in luce la vera passione per il calcio. Quest’anno, allora, saranno due gli appuntamenti. Si parte la domenica su Sky Sport 1 HD prima di “Sky Calcio Show” delle 14:00, dove sarà possibile iniziare a conoscere i ragazzi che saranno interpreti della puntata del weekend successivo, ripresi nella

loro città e nel loro ambiente. Il sabato pomeriggio della settimana seguente, alle 15:25 su Sky Sport24 HD, i protagonisti del format tv incontreranno e accoglieranno i tifosi della squadra avversaria delle partite casalinghe del Napoli provando a diventare “quasi amici”. Al centro della narrazione un gruppo di ragazzi dai 17 ai 24 anni che a turno, puntata per puntata, guiderà i telespettatori in una storia sul calcio e sul tifo: da questo si partirà per scoprire i vari personaggi e le loro storie, un viaggio che durerà per tutto il campionato. Oltre che sui canali Sky, sarà

inoltre possibile seguire il progetto su Facebook, Instagram, Twitter sul sito www.iotifoquasiamici.it/ e sul sito del Pastificio Garofalo. L’hashtag ufficiale è #iotifoquasiamici. Aggiornamenti anche sugli account Facebook e Twitter di Sky Sport e sul sito skysporthd.it. Per illustrare e comunicare il programma sono stati prodotti trailer da 10 e 20” con una call to action alla sezione dedicata su Facebook e su PastaGarofalo.it. La pianificazione media prevede passaggi giornalieri sui principali canali Sky per un totale di circa 3.000 spot durante i prossimi mesi. Il con-

cept di “Quasi Amici”, è stato sviluppato dall’agenzia Pescerosso che ha già realizzato per Garofalo il progetto “Garofalo firma il Cinema” e altre iniziative di brand content. Come la prima edizione del format, Pescerosso, facendo leva sulla partnership fra il Pastificio ed il Calcio Napoli, ha sviluppato un percorso di storytelling che trasmette i valori del brand e, al tempo stesso, crea una connessione con i telespettatori che potranno affezionarsi ai protagonisti di “Quasi Amici”. «La seconda stagione di “Quasi Amici” continua all’insegna del brand entertainment. Con Garofalo abbiamo deciso di far evolvere il progetto e di continuare a raccontare delle storie, di calcio di passione, dove il tifo e gli aneddoti sono il fulcro narrativo di ogni puntata. I risultati di ascolto della prima stagione sono stati molto buoni, al punto che, d’intesa con Sky Sport, abbiamo aggiunto un nuovo appuntamento, ed un nuovo canale tv, questa volta con riprese effettuate nella città dei ragazzi che saranno ospiti a Napoli. E’ un progetto di comunicazione molto interessante, che posiziona il brand Garofalo, in maniera distintiva, rispecchiandone i valori nei contenuti. Al pari del progetto Garofalo firma il cinema, coinvolgimento con l’azienda, voglia di osare e visione della comunicazione sono gli ingredienti del successo di questo format tv», ha dichiarato Benedetto Condreas, di Pescerosso.

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Un imponente monitoraggio sviluppato dai tecnici del gruppo Expert System

Reazioni su Twitter alla visita americana di Papa Francesco Dall’analisi semantica di 35 mila tweet sono emersi argomenti, concetti e sensazioni degli utenti: Fidel Castro e Giovanni Paolo II, traffico e sicurezza, comunismo e capitalismo, bene e male. senza dimenticare temi delicati come gender, aborto e abusi sessuali di Massimo Masi

Expert System, leader nello sviluppo di software semantici per la gestione strategica delle informazioni e dei big data, quotata sul mercato AIM Italia, organizzato e gestito da Borsa Italiana, ha svolto un’analisi dei commenti pubblicati su Twitter in relazione alla recente visita di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti. Fin dall’inizio del suo pontificato, il Papa “venuto dall’altra parte del mondo” scatena quotidianamente un grandissimo interesse mediatico: un esempio è la sua visita in America a fine settembre che ha spinto gli utenti a condividere sui

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social media commenti, giudizi e sensazioni. L’analisi di Expert System si è proposta di cogliere proprio le reazioni su Twitter in relazione a questo viaggio storico: grazie al software semantico Cogito che capisce automaticamente il significato delle parole, Expert System ha analizzato oltre 35 mila tweet in lingua inglese, in base agli hashtag più usati per indicare questo evento. Sono emersi risultati interessanti e dati curiosi descritti in dettaglio in questo report. Molto rilevante sembra per gli utenti di Twitter il tema politico, con un’evidente contrapposizione tra comunismo e capitalismo che ha caratterizzato le varie tappe del viaggio papale: il termine communist, che indi-

ca l’assetto politico di Cuba, in antitesi a capitalist, che descrive l’economia statunitense ed è associato prevalentemente a termini negativi (poverty, evil, destruction).

Il Presidente Obama è il più menzionato Come prevedibile, il leader politico più menzionato è Barack Obama, seguito da Fidel Castro, più citato del fratello Raúl Castro, a rimarcare l’influenza politica e sociale detenuta ancora oggi dell’ex presidente. Molta curiosità è stata suscitata dallo scambio di regali tra Francesco e Fidel (book, gift, present, receive), così come da alcune situazioni di confronto tra Presidenti Usa e Pontefici: l’accoglienza del Papa da

parte di Obama ha ricordato quella riservata a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI da parte di George W. Bush. Tra gli argomenti trattati dal Papa durante la sua visita e che hanno fatto più discutere gli utenti ne emergono alcuni molto attuali e controversi, come il tema del gender, affrontato attraverso l’opposizione inclusione/esclusione (discrimination, inclusion, is welcome, bridges, issues). Gli utenti dedicano particolare attenzione anche al tema che riguarda le donne, a cui sono associate parole quali child, care, men, force e, in particolare, il tema dell’aborto e del perdono (forgiveness, forgive, absolve). Nei tweet si parla spesso del Papa in relazione all’attuale situazione

Software semantici per la conoscenza strategica Expert System, quotata sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana, è leader nello sviluppo di software semantici utilizzati dalle aziende per gestire in modo più efficace le informazioni e ricavarne conoscenza strategica. Tutti i prodotti di Expert System sono basati sulla tecnologia proprietaria Cogito e offrono avanzate soluzioni per cercare, ordinare, correlare e analizzare grandi quantità di documenti. Grazie alla comprensione automatica di qualsiasi tipo di testo, Cogito consente di creare valore da tutti i dati e le informazioni a disposizione, aumentando il vantaggio competitivo e supportando al meglio i processi decisionali. Fra i principali clienti: Shell, Chevron, Gruppo Eni, Telecom Italia, Intesa Sanpaolo, Il Sole 24 Ore, Ely Lilly, Wolters Kluwer, Networked Insights, Dipartimento di Giustizia e Dipartimento delle Difesa degli Stati Uniti.

politica e alla crisi (compaiono termini come immigrants, refugee crisis). Il terrorismo fa sempre paura Al termine del viaggio l’incontro con alcune vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti: un argomento molto ripreso su Twitter riguarda proprio la necessità di supporto e giustizia per queste vittime. La preoccupazione per la sicurezza nazionale Usa e per possibili attacchi terroristici risulta evidente:

lo dimostra il fatto che spesso gli utenti parlano di attacks, security e citano agenzie americane di sicurezza nazionale. A Philadelphia pare, invece, interessare il percorso stradale seguito dal Papa, soprattutto per i possibili disagi alla viabilità (si parla infatti di traffic, logistical nightmare, traffic box, transit). I discorsi di Papa Bergoglio si sono incentrati sulla dicotomia good/evil: good è stato associato alla sfera religiosa (Church, God, Jesus, religious, faith) ma anche a concetti più generici quali love, freedom, peace, future, a rimarcare l’attenzione di Bergoglio verso ogni aspetto della vita. Sebbene se ne parli meno, evil è riferito a death penalty, conflict, enemy,

arm, crime, nuclear weapon, global warming, quindi problemi di rilevanza sociale più che temi tipicamente religiosi, come odio e peccato. In generale l’analisi del sentiment (positivo per il 68%) e degli aggettivi (sono emersi good, great, human, social), ha evidenziato la simpatia degli utenti verso Papa Francesco, accolto positivamente come Giovanni Paolo II, da sempre considerato una figura religiosa rilevante e positiva nella storia della Chiesa. Papa Francesco ha sorpreso, infine, per la scelta della Papa mobile, una Fiat 500 (che risulta compact, small, little, humble, modest, economic) tanto che gli utenti lo hanno definito “a big man in a little car”.

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Per la prima volta uno studio firmato ContactLab ed Exane BNP Paribas, mappa le strategie di pricing online del settore luxury

Il pricing, prezioso indice chiave del posizionamento nel mondo del lusso L’indagine, che ha analizzato il prezzo di quasi 40 mila referenze vendute online da trenta brand del lusso sul loro sito americano, ha evidenziato le categorie su cui i brand giocano la partita dell’esclusività

Relationship between Revenue CAGR 11-14 (%) and Overall Product Range Median Price Higher priced brands seem to have benefited from higher growth recently

di Vera Modesto

Le strategie di prezzo sono il primo “lasciapassare” per entrare nel mondo del lusso: un prezzo elevato dà la misura dell’esclusività di un brand, e così lo posiziona, sia online che offline. Non sorprende, quindi, che per ognuno dei 30 brand analizzati da ContactLab ed Exane BNP Paribas nel nuovo report “Digital Luxury: The Online Pricing Landscape SS15” (download su www.contactlab.com/ it/risorsa-in-evidenza/luxury-online-pricing-landscape), che ha mappato circa 40.000 prezzi a catalogo online sui loro siti monomarca americani, ci sia consistenza tra il posizionamento dei prodotti venduti nella propria vetrina online e quelli venduti nei negozi. Meno

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scontato, e dunque più interessante dal punto di vista strategico, è la correlazione che l’analisi di ContactLab ha individuato tra il livello di prezzi e le performance finanziarie dei brand. Una correlazione diretta che suggerisce come quei brand che scelgono di presidiare il mer-

cato con prezzi più elevati abbiano beneficiato nell’ultimo triennio di una crescita maggiore e più alta redditività, nonostante il momento di contrazione dei consumi in questo settore. Nel determinare la fascia di prezzo dei prodotti venduti fa la sua parte anche il paese di prove-

nienza di un capo: l’heritage di Paesi come Italia, Francia e Svizzera in cui l’artigianalità e la ‘nazionalità’ sono coerenti con il valore del brand determina una strategia di prezzo “cost-plus” che impatta sul posizionamento verso l’alto dei prodotti. Dall’analisi è fortemente emerso che le

borse sono il vero elemento differenziante attorno a cui si gioca la partita del lusso: il prezzo di “partenza” per la vendita delle borse è per tutti i brand decisamente più elevato e contribuisce a determinare in modo significativo il livello di esclusività di ciascuno. All’opposto, su soft acces-

sories e piccola pelletteria c’è un significativo livellamento dei prezzi, con abbigliamento e scarpe a metà strada. «Dalle nostre analisi è risultato che le borse sono la vera cartina al tornasole del lusso - spiega Marco Pozzi, Senior Advisor di ContactLab e ideatore dello studio -; il pricing di questo prodotto racconta da solo dove un brand si vuole posizionare, lasciando poi ad altre merceologie tipo sciarpe, cravatte, accessori casa e cosmetici il compito di attrarre i clienti aspirazionali dei brand. È la prima volta che uno studio di settore mappa le strategie di pricing online del settore del lusso; grazie a questa indagine abbiamo potuto capire su quali categorie si gioca la partita dell’esclusività, e le strategie di posizionamento dei singoli trenta brand analizzati». L’indagine indebolisce anche la convinzione secondo cui i luxury player usano l’e-commerce solo per vendere prodotti di basso prezzo: i prezzi mediani dei prodotti venduti da brand come Cartier, Loro Piana, Bulgari, Brunello Cucinelli e Hermés passano dai 620 dollari di quest’ultimo e ai 2.510 del primo, con picchi di oltre 100 mila su alcuni prodotti di gioielleria o anche Ready to Wear. È anche vero che i Premium brands come Ralph Lauren, Tory Burch, Armani, Hugo Boss, Michael Kors viaggiano su prezzi medi che si aggirano tra i 145

dollari (RL) e i 250 (Kors). Oltre all’ampiezza del catalogo venduto online, questo si spiega anche con il fatto che i Premium brands, in genere, producono una buona parte della loro gamma in paesi “non-heritage”. Ogni brand ha poi la sua strategia, come si vede ad esempio per Dolce&Gabbana ed Hermés. Il brand italiano, tornando di recente a crescere, vede finalmente i primi frutti della sua coraggiosa strategia di riposizionamento verso l’alto dei prezzi. Il marchio francese, invece, articola la sua strategia di prezzo con una forte differenziazione per linea di prodotto: si posiziona tra i cinque brand più cari in assoluto in quasi tutte le categorie di prodotto, soprattutto borse, scarpe, gioielleria e pelletteria, ma nello stesso tempo “aggredisce” i consumatori allettandoli con prezzi molto più accessibili sulla vastissima gamma di cravatte, foulard, e accessori per casa comprabili online. Uno degli altri dati emersi dall’indagine è che i gioiellieri Cartier e Bulgari, più alcuni brand Fashion tendono ad escludere il top del top della loro offerta dalla vendita online. Nel caso di Louis Vuitton, ad esempio, i prodotti su web non in vendita online sono mediamente più cari del 70%; Hermés, nel suo caso, non vende online né la Birkin né la Kelly; Chanel e Dior vendono online solo profumi e cosmetici.

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LINK libro bianco

mercato

Al recente Internet Festival di Pisa è stato diffuso un libro bianco rivolto al Governo. Le principali proposte riguardano: agevolazioni fiscali, crowdfunding e internazionalizzazione.

Colpo da record nell’industria tecnologica: Dell e il fondo di private equity Silver Lake rileveranno Emc Corporation, società che sviluppa e fornisce infrastrutture per l’information technology, l’immagazzinamento dei dati e la business intelligence, per 67 miliardi di dollari in contanti e azioni. Si tratta di una delle maggiori acquisizioni di sempre nel settore del tech. La transazione dovrebbe chiudersi nel secondo o terzo trimestre dell’anno fiscale di Dell che termina 3 febbraio 2017: darà vita alla più grande società di tecnologia integrata.

Richieste digitali per il Governo

E’ colpo da record: Dell si prende Emc

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ricorrenze

L’Espresso: film sul piacere di leggere Il potere della scrittura, il potere dei giornali, il potere. Ma anche gli imbecilli del web, il gossip, le bufale. La malinconia, la nostalgia. Il rigore “dei comunisti di una volta”, il ricordo della prima “Bustina” di Umberto Eco e di un matrimonio lungo 50 anni”, il piacere inesauribile di esercitare un mestiere senza tempo, capace di guardare avanti, di “influire sulla società”. E’ il documentario intenso e affettuoso di Roberto Andò e Bruno Manfellotto, editorialista e già direttore del settimanale, che racconta l’Espresso e i sessant’anni del magazine.

ESPRESSO.REPUBBLICA.IT

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REPUBBLICA.IT

ricerche

Media Usa: solo 4 su 10 hanno fiducia

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Solo 4 americani su 10 hanno fiducia in giornali, tv e radio. Questi i dati, raccolti tra a settembre 2015 su un campione di 1.025 adulti, dai 18 anni in su, del rapporto della società di ricerca Gallup.

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Un’occasione preziosa per fare un’analisi accurata delle strategie di branding nel nostro paese

La via italiana a comunicazione d’impresa e storytelling: il successo passa da qui

Si è tenuto ieri, presso l’Università IULM di Milano, il terzo appuntamento con il Corporate Storytelling Forum, organizzato dall’Osservatorio di Corporate Storytelling dell’Università di Pavia, in partnership con l’Executive Master in Relazioni Pubbliche della stessa IULM e il supporto tecnico di Anthea Consulting, ecco cosa è uscito dall’intensa giornata di confronto Casi importanti,

strategie narrative, progetti di valore

Nella foto sopra, a destra, un momento dei lavori del convegno di ieri ospitato dalla iulm di milano, dedicato allo stoprytelling nel suo rapporto con la comunicazione d’impresa. A coordinare l’illustrazione della carrellata di storie di brand presentata nel corso del forum era presente Emanuele Invernizzi, docente di Rp e Comunicazione d’Impresa e direttore scientifico del corso di Corporate Storytelling, organizzato dall’Executive Master in RP d’Impresa (MARPI) di Valentina Lunardi

Si parla sempre più spesso di quanto lo strumento dello storytelling e l’evoluzione delle tecniche della narrazione d’impresa siano diventati fattori essenziali per portare il proprio brand ad avere successo nel nuovo panorama del marketing e dell’advertising dell’era di-

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gitale. Queste tendenze non sono estranee al nostro mercato, ma quando si citano case history che possano mostrare l’effetto positivo di progetti narrativi per i marchi, molte volte si rivolge lo sguardo verso l’estero, Stati Uniti in particolare, focalizzandosi su grandi compagnie e azioni di comunicazione di enorme portata. Il positivo intento del Corporate Storytelling Forum

è proprio quello di riportare l’attenzione entro i confini del mercato italiano, dove nuove strategie di branding narrative hanno attivato campagne e progetti di valore, che mostrano lo stato dell’arte dello storytelling in Italia. Tenutosi ieri nella cornice dell’Università Iulm di Milano, l’evento è stato organizzato dall’Osservatorio di Corporate Storytelling dell’Università di Pavia, in partnership con l’Executive Master in Relazioni Pubbliche della stessa Iulm e il supporto tecnico di Anthea Consulting. A coordinare la presentazione della carrellata di storie di brand presentata nel corso del forum erano presenti Emanuele Invernizzi, docente di Relazioni Pubbliche e Comunicazione d’Impresa nonché direttore scientifico del corso di Corporate Storytelling, organizzato dall’Executive Master in RP d’Impresa (MARPI) in collaborazione con l’Osservatorio sullo Storytelling e Storyfactory, e Andrea Fontana, cofounder di Storyfactory e direttore didattico del corso.

Una panoramica sullo storytelling italiano Oltre al racconto diretto dei vari casi che hanno partecipato ai Brand Storytelling Awards, Andrea Fontana ha offerto alla sala gremita del Forum una panoramica ragionata di quanto stia accadendo nel campo della comunicazione d’impresa in Italia. «I casi che sono presenti oggi raccontano alcune cose importanti di ciò che sta avvenendo in Italia: siamo in un cambiamento di fase, da una che definirei romantica a un’altra etico-scientifica - ha spiegato Fontana -. Fino a poco ANNO VI | #162 | MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


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tempo fa chi faceva storytelling era preso come il romantico o l’idealista di turno, ora si è capito che occorrono competenze e dinamiche organizzative. In tutti i casi presenti oggi sono presenti all’interno questioni sociali rilevanti, a volte declinate in modo ironico oppure trattate più seriamente. Ma la dinamica sociale è sempre presente e essenziale: i brand raccontano per la comunità, le persone. I problemi e desideri della comunità sono incorporati nella comunicazione d’impresa». In relazione a questo obiettivo di narrazione, secondo Fontana, le aziende italiane devono sviluppare e rispondere a quattro macro-competenze: • agire in maniera strategica per allineare la comunità cui si vuole parlare attraverso il racconto; • creare contenuti narrativi curando attentamente la ricerca di persone competenti nella scrittura; • sviluppare abilità visive, su tutti i tipi di canali; • focalizzarsi in particolare sulla user experience, orchestrando attentamente una strategia multi-piattaforma, online e offline. Fontana ha anche affrontato un aspetto particolarmente delicato in tema di narrazione di brand: quello della maggiore o minore presenza del marchio, una riflessione sospinta in particolare della numerosa partecipazione di case history provenienti dalla concessionaria Discovery Media, di proprietà dell’omonimo gruppo media. Sostenute da due canali unici in Italia per verticalità e presenza di volti, o talent come li hanno definiti gli speaker Luca Piccirilli, Veronica Sozzani e Marco Tamiazzo, Real Time e DMAX, Discovery ha presentato una serie di cooperazioni create con i brand in modalità innovativa rispetto allo scenario della televisione italiana. Ad esempio, con le iniziative “Chissa cosa direbbe Carla” per Nivea e “Drive me crazy by Hyunday”, infatti, Discovery ha mostrato il potere di influencer di un volto noto del canale verticale dedicato a fashion, lifestyle e food Real Time, quello di Carla Gozzi, che ha portato alla realizzazione di una sorta di rubriche editoriali, programmi in cui i prodotti conquistavano un ruolo funzionale al racconto, oltre la sola comunicazione pubblicitaria, e che attivavano e coinvolgevano una vasta community online già attiva nel seguire il canale. Una spinta verso la narrazione che Discovery Media ha portato a un livello ulteriore con Samsung, per la quale è stata pensata

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la campagna “Ti presento i nostri”, dove gli stessi talent dei due canali DMAX e Real Time, per la prima volta in un progetto cross-channel, con le loro storie personali sono diventati i protagonisti di un progetto commerciale che ha fatto solo da cornice per un prodotto profondamente narrativo ed editoriale. Attività come queste, secondo Fontana, dimostrano come la strada sia aperta anche in Italia per una scomparsa graduale del marchio nella pubblicità, una presenza più “soft” che sappia accogliere le nuove tendenze di abbandono di un’idea di targeting unilaterale, per accogliere una comunicazione cooperativa, rivolta alle persone.

Smeg, quando lo storytelling di qualità viene direttamente dai consumatori Brand d’eccellenza nel panorama del design Made in Italy, Smeg si è aggiudicata, insieme all’agenzia digital Webranking, il premio speciale della giuria del Forum di quest’anno. Come? Con un progetto che in realtà è stato ispirato dall’utilizzo molto particolare che gli utenti e altre aziende facevano dei prodotti Smeg, spesso scelti come mezzo o oggetto simbolo per raccontare storie personali o comunque slegate dal brand. Come ha raccontato Stefania Sighinolfi, Mar-

Consumatori italiani pronti e ricettivi. E

vogliono storie interessanti

sopra, un’immagine del progetto denominato “Chissa cosa direbbe Carla” per Nivea, in grado di mostrare il potere di influencer di un volto noto del canale verticale dedicato a fashion, lifestyle e food Real Time: quello di Carla Gozzi, che ha portato alla realizzazione di una sorta di rubrica editoriale. qui a lato, un momento dei lavori del forum

keting Communications Assistant, il famoso frigorifero dalle linee anni ’50 è stato addirittura protagonista di un commercial di un marchio di birra canadese, durante il cui video è possibile vedere per tutta la durata il famoso elettrodomestico nella versione con la bandiera del Canada sullo sportello. Il tutto senza che Smeg avesse nessuna relazione con lo spot. «Il prodotto era stato lanciato nel 1996 senza una particolare campagna; l’idea aziendale è che i prodotti parlano da se - ha spiegato Sighinolfi -. Ma quando così tante persone creano storytelling con il tuo prodotto, un’azienda non può che accogliere questo regalo». È così che i piccoli elettrodomestici della Linea 50s Style sono diventati protagonisti, con un form online sul sito www. smeg50factory.com, di una nuova call-to-action aperta a utenti e web talent internazionali, invitati a interpretare il mix di suggestioni estetiche, tecnologia, valori culturali che la collezione porta con sé attraverso una webserie. Dal 6 ottobre, inoltre, è partito online il concorso a premi #smeg50style, sempre improntato sulla condivisione di contenuti da parte degli utenti, i cui alti livelli di engagement riflettono un trend internazionale che vede i consumatori italiani pronti e ricettivi: quello dello storytelling plurale, dal basso e molto digitale, creato direttamente da coloro che un tempo erano solamente gruppi target.

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Remo Bodei Dal 2006 insegna filosofia alla UCLA di Los Angeles; già docente di storia della filosofia ed estetica alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa

di

Matteo Dedè

differenze tra la memoria umana

e quella informatica

Una delle differenze più importanti tra la memoria umana e quella registrata dai moderni strumenti informatici consiste nel fatto che le nostre memorie sono naturalmente esposte alla dissoluzione e alla mutilazione e nessuna forma di identità personale o collettiva può essere indefinitamente preservata nel tempo senza venir modificata. Questi fenomeni troppo frequenti per essere accidentali - possono procurarci quella malinconia che sorge quando contempliamo le rovine delle memorie e degli affetti altrui o l’accumularsi dei simboli ripudiati che sono lasciati come testimoni di vite, fedi e situazioni precedenti. Nel lungo corso degli eventi umani quanti sono stati i popoli dissolti o sterminati? Quante le lingue morte, le città scomparse, le esistenze che di sé non hanno lasciato o nessuna traccia o segni sbiaditi. Perché gli individui e le comunità improvvisamente dimenticano il loro passato o ci rinunciano, specie dopo un cambio di regime, una rivoluzione o una netta discontinuità con il passato? Per rispondere occorre, dapprima, invertire la domanda, non chiedendoci tanto perché gli individui dimenticano, ma piuttosto perché ricordano. La mia ipotesi è che - dopo tanti cambiamenti che vanno oltre la normale soglia di tolleranza di un sistema - la dimenticanza non è semplicemente ascrivibile (in senso negativo) all’ipocrisia, all’opportunismo camaleontico, al desiderio di dimenticare esperienze altamente spiacevoli. Questo non significa affatto escludere l’esistenza di uomini “buoni per tutte le stagioni”, né la più o meno conscia propensione in tutti gli individui ad adattare ad hoc la realtà ai loro desideri. La dimenticanza non rappresenta solo una forma di damnatio memoriae e di amnesia-amnistia verso il passato. Non si tratta di una “cancellazione” reale o simbolica di nomi, date e circostanze - come facevano gli antichi romani nelle epigrafi - o in una semplice deprivazione di ricordi. Dipende anche (in senso positivo) dal collasso di quelle energie che (attivamente) formano e promuovono memoria storica e senso di appartenenza a una comunità e che (passivamente) la mantengono e la preservano. Napoleone diceva che “durante una rivoluzione si dimentica ogni cosa”. La dimenticanza coinvolge istituzioni collettive, abitudini, festività e traumi, per non parlare delle capillari e quasi invisibili forme di indottrinamento e

imposizione di sistemi di valori. In questi sistemi l’esperienza individuale è pubblicamente commisurata con il “tempo monumentale” delle commemorazioni, delle cerimonie solenni e degli anniversari. L’esistenza degli individui è anche connessa al pulsare dei ritmi “storici” e agli eventi “spartiacque” condivisi da comunità generazionali relativamente ampie (per esempio, il 25 aprile del 1945, l’assassinio di J.F. Kennedy, il “settembre nero”, la caduta del muro di Berlino, l’11 settembre 2001). L’oblio è prodotto dalla scomparsa e dal venir meno di forze che tengono in vita, danno legittimità e giudicano le nostre memorie condivise e le nostre credenze. Perciò a prima vista sembra essere una perturbazione, una confusione o una perdita di memoria ufficiale e pubblica. In ultima istanza, è un fattore nella produzione di significato. Parafrasando Michelangelo, dimenticare, così come con le statue, scolpisce gli eventi per mezzo della “rimozione”. Possiamo confrontare la memoria collettiva con una vecchia locomotiva fuori moda, che funziona solo se la si alimenta con il carbone, come a dire, che se non la si alimenta in maniera continua si spegne. Da questa prospettiva l’oblio è una ipoalimentazione temporanea o permanente di ricordi. Quando le tradizioni s’interrompono o si modificano, anche i loro più solidi e coerenti criteri di selezione cominciano a perdere forza e a collassare. Ma se è vero che nessuno è capace di vivere in una realtà completamente senza senso, allora quando frammenti solo accennati del passato recente rimangono, l’identità tende a rinnovare se stessa ricomponendo quei frammenti in figure fantastiche o miti. Disgraziatamente disinfettare il passato da tutti i suoi fantasmi è un obiettivo impossibile da raggiungere. Assistiamo a un paradosso: alla consapevolezza non solo della possibilità di redimere il passato, ma anche della sua effettiva mutevolezza. Questa apparente anomalia può essere spiegata in due modi. Agostino, ad esempio, mette a confronto la memoria con l’amore e il perdono come opposti alla legge del taglione dell’Antico Testamento: “occhio per occhio, dente per dente”. La memoria come amore - senza cancellare gli eventi passati - mette fine al circolo senza termine di risentimento e dipendenza da un passato immodificabile. Rompe il “doppio legame” e riscrive il passato con un

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osservatorio startup-hitech 21 ottobre - fieramilanocity @ milano

Durante il Convegno dell’Osservatorio Startup Hi-Tech verranno presentati i risultati della ricerca 2015, che si è posta i seguenti obiettivi: valutare gli investimenti effettuati da investitori istituzionali, business angel, family office, incubatori e aziende in startup hi-tech; analizzare casi significativi di startup italiane, per investimenti ricevuti, dinamiche di crescita, exit; approfondire le caratteristiche delle startup finanziate. Al termine verrà distribuito a tutti i partecipanti il Report di Ricerca 2015. L’edizione 2015 dell’Osservatorio Startup Hi-tech è realizzata dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano e da Italia Startup, in collaborazione con Smau. solo attacco, modificando il suo peso. Se riusciamo a disinnescare l’esplosivo del passato e a distribuire la sua energia potenziale negli interessi del presente vivente - se perciò l’individuo smette di essere angosciato dai suoi ricordi - allora egli può affermare di aver redento il passato. Proviamo a compiere il prossimo passo. Integrando quanto appena detto, si può osservare che non è tanto l’esattezza degli eventi passati ad essere messa in questione quanto piuttosto il loro significato e la possibilità di una loro riformulazione. Memoria e oblio, infatti, non rappresentano territori neutrali, ma veri e propri campi di battaglia in cui l’identità - specialmente l’identità collettiva - è decisa, messa in forma e legittimata. Attraverso una serie di difficoltà, gli avversari si appropriano dei loro patrimoni di eredità simbolica; ostracizzano o enfatizzano alcune caratteristiche a spese di altre, componendo un “chiaroscuro” che è relativamente ben adatto ai più pressanti bisogni del momento. Consideriamo l’esempio più semplice. Dopo ogni guerra il passato è trascritto e trasfigurato dai vincitori in un modo molto diverso da quello dei perdenti. Anche questo caso non è senza complicità simmetriche - per esempio l’annullamento reciproco di memorie traumatiche e relativi sentimenti di colpa o l’attribuzione di criteri divergenti di rilevanza alle azioni compiute. Perciò gli americani commemorano il 7 dicembre del 1941, la data dell’attacco di Pearl Harbor, come “il giorno dell’infamia”, mentre ignorano o ricordano, ma solo con molta riluttanza, il 6 agosto del 1945, la data della prima bomba atomica su Hiroshima. ANNO VI | #162 | MARTEDÌ 13 OTTOBRE 2015


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