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visioni / aldo fontanarosa

La creatività presenta un conto purtroppo in rosso

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ANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015

Fa un certo effetto vedere un film svedese, sì svedese, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”, al terzo posto tra le pellicole più amate e più viste nei cinema di pregio, qui in Europa...

i fatti del giorno

marketplace

company

media

Consegnati, a Milano, gli “AboutPharma Digital Awards 2015”

Lo decretano gli ultimi dati divulgati dall’Osservatorio della Fcp

Un altro grande progresso per il Gruppo presieduto da Paolo Ainio

Giovedì esce il primo numero del settimanale di Italia Editrice

“Time to impact”: MSD Italia ancora Best Digital Company

Pubblicità su stampa a -5,9% fra gennaio e settembre del 2015

Per Banzai, il terzo trimestre porta buoni risultati: strategia ok

“Origami” d’attualità sono in edicola con il quotidiano La Stampa

scenario

La prima ricerca di base sulla radio

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coverstory

Domani World Business Forum

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MagNews racconta i suoi quindici anni di attività

L’azienda emiliana, che oggi vanta 3 sedi in Italia, 90 addetti e un fatturato complessivo intorno ai 7 milioni di euro, fa il punto sui propri traguardi

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reinventing viDeO ADvertiSing www.teads.tv


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i fatti del giorno

A Milano si è chiusa AboutPharma Digital Awards 2015

“Time to impact”: MSD Italia si conferma Best digital company

Si moltiplicano le aziende e i progetti che si sono aggiudicati premi nelle diverse categorie di Vera Modesto

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i è svolta a Milano la serata di gala per l’assegnazione degli AboutPharma Digital Awards 2015. HPS - Health Publishing and Services, editrice del mensile AboutPharma and Medical Devices, ha attribuito per il terzo anno gli Awards dedicati ai migliori progetti digitali nel mondo del farmaco, del dispositivo medico e dell’healthcare in genere. Il premio si è confermato il più prestigioso e ambito nel settore, come testimoniato dai numeri di quest’anno: 153 progetti presentati da ben 70 soggetti partecipanti fra aziende, istituzioni e associazioni (rispetto ai 95 progetti e ai 45 enti partecipanti dell’edizione 2014). Venticinque i giurati di questa terza edizione, che sono stati chiamati a valutare i progetti in gara in base alla loro effettiva capacità di impattare su quality of life dei pazienti, effectiveness dell’azione dei professionisti della salute, efficiency del sistema sanitario nel suo complesso. La concretezza e l’impatto reale dei progetti in gara sulla vita dei pazienti, degli operatori della sanità e dell’healthcare sono stati, infatti, i nuovi criteri di valutazione che hanno caratterizzato i Digital Awards 2015, ispirati alla convinzione che, anche nel nostro comparto, per il digitale sia ormai il tempo d’incidere, di offrire un cambio di marcia: “time to impact”, appunto, come recita il pay off dell’edizione di quest’anno.

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Chi ha vinto MSD Italia si è confermata per il terzo anno “Best Digital Company” nel panorama dell’healthcare italiano, seguita a distanza ravvicinata da GSK e Novartis, ma tantissime sono state le new entry fra i vincitori delle diverse categorie: fra i “progetti rivolti ai pazienti”, Orticaria App di Novartis si è aggiudicata il primo posto nella categoria “progetti di sensibilizzazione”; Epiclick-Epiluminescenza di Epiclick ha ottenuto la prima piazza tra i “progetti di prevenzione delle patologie”; ViaOpta di Novartis ha vinto fra i “progetti di miglioramento della qualità di vita dei pazienti; Haemoassist di Pfizer fra i “progetti per il miglioramento dell’aderenza alle terapie”; e Hiv Info game di Janssen fra i “progetti di empowerment”. Questi, invece, i vincitori della categoria “progetti rivolti a medici, farmacisti e professionisti della salute”: “progetti che aiutino i medici nella professione” per Easypod Connect di Merck Serono; “progetti che aiutino i farmacisti nella professione” ha visto il successo di La farmacia del futuro di PharmaWizard; nei “progetti di Multichannel Marketing” si è imposto Xinfo di Compugroup Medical; nei “progetti di engagement e digitalizzazione del team aziendale” gradino più alto per Compete2Learn di MSD.

Incidere nel quotidiano Fra i “progetti rivolti alle istituzioni e ai payors”, i vincitori della categoria “progetti di

miglioramento dell’organizzazione” sono risultati Podio di Eli Lilly e Rehability di Imaginary. «La grande novità degli AboutPharma Digital Awards 2015 - dice Stefania Ambra, Ceo di HPS, società editrice di AboutPharma -, ossia il richiamo al “time to impact”, e quindi alla capacità di incidere concretamente sulla vita di tutti gli stakeholder dell’universo della salute, pazienti in primis, ha messo in luce un aspetto interessante dell’innovazione digitale nel nostro comparto: finora, infatti, avevamo assistito essenzialmente alla digitalizzazione di processi e servizi che si sarebbero altrimenti svolti in maniera meccanica o analogica, oppure attraverso un apporto sostanziale e insostituibile del lavoro degli operatori. Quest’anno, invece, e per la prima volta, abbiamo premiato diversi progetti che consistono in un servizio o in una specifica funzione resa possibile proprio dalle performance peculiari degli strumenti digitali: penso, ad esempio, a strumenti di diagnosi precoce da remoto o all’ausilio offerto dalle tecnologie digitali a pazienti affetti da patologie particolarmente impattanti. È la conferma che il premio di HPS-AboutPharma si sta evolvendo nella giusta direzione, ma anche che l’affinamento delle tecniche e delle tecnologie digitali, in uno con il lavorio intellettuale dei professionisti che operano in questo comparto, possono dare ancora moltissimo all’universo dell’healthcare» ha concluso Stefania Ambra. ANNO VI | #176| LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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i fatti del giorno

scenari

Nel futuro delle ricerche di mercato si punta tutto su online, mobile e social L’analisi di Assirm “Research 2020: la parola agli utenti”, presentata al Marketing Research Forum 2015, ha sottolineato come le aziende ricorrano soprattutto a ricerche quantitative, ad hoc “digital” per il 92% degli intervistati e “tradizionali” per l’89%. Già pronte nuove metodologie, come media listening e buzz online, testate dalle aziende di Massimo Masi

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ual è il ruolo delle ricerche di mercato oggi? Quali sono le metodologie più richieste dalle aziende italiane e internazionali? Verso quali tendenze sta andando il settore? A queste e altre domande ha dato risposta la ricerca “Research 2020: la parola agli utenti” presentata in occasione del Marketing Research Forum 2015, l’appuntamento annuale di Assirm, l’associazione delle aziende di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale. Lo studio ha sottolineato come le aziende ricorrano soprattutto a ricerche quantitative, ad hoc “digital” per il 92% degli intervistati e “tradizionali” per l’89%. Non manca, inoltre, l’utilizzo delle nuove metodologie di analisi come social media listening e buzz online, scelte da più della metà delle aziende campionate (55%). Le aziende clienti scelgono, nella quasi totaumberto lità dei casi, di rivolgersi agli ripamonti istituti per le proprie ricer-

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che: il 94,3% dei rispondenti ha, infatti, dichiarato di aver chiesto la consulenza di un istituto durante l’ultimo anno. Nella scelta del provider esterno sono tre le principali leve che influenzano le aziende: il rapporto costi/benefici per l’80,4% delle aziende, il rigore e la scientificità della ricerca per l’88% e, soprattutto, la presentazione chiara dei risultati, elemento chiave per il 90,9% dei rispondenti. Il Value for Money risulta, dunque, essere un elemento importante, ma solo al terzo posto: qualità e scientificità sono i valori più strategici. E verso quali metodologie andrà il mercato? Le aziende nei prossimi anni punteranno all’online e al mobile per l’89% dei rispondenti, così come sono destinate ad aumentare anche le analisi sui social media per l’82% delle aziende. «I risultati mostrano come le aziende di ricerca costituiscano ancora oggi il principale interlocutore per chi commissiona ricerche, anche se gli intervistati prefigurino una crescita di centralità per altri attori nel prossimo futuro», il commento di Umberto Ripamonti, Presidente di Assirm.

Mercato

david mendels

con Brightcove Lift l’adv non si ferma più davanti agli adblocker Il fornitore di servizi cloud per il video ha realizzato una soluzione per ottimizzare i contenuti pubblicitari e che consente a editori, broadcaster, ott e altre aziende del settore media di massimizzare la distribuzione dei video adv sui dispositivi mobile e desktop di Vera Modesto

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rightcove, il fornitore leader di servizi cloud per il video, ha annunciato Brightcove Lift, una nuova soluzione nata per ottimizzare i contenuti pubblicitari e che consente a editori, broadcaster, ott e altre aziende del settore media di massimizzare la distribuzione di video pubblicitari e i ricavi sui dispositivi mobili e desktop. Combinando le inserzioni pubblicitarie lato server (SSAI) con i migliori servizi per la gestione di Html 5, Brightcove Lift neutralizza il blocco delle pubblicità e offre al pubblico un’esperienza delle inserzioni simile a quella della televisione, una maggiore interattività lato cliente così come compatibilità con i maggiori strumenti di reporting e analisi sul mercato. La nuova soluzione Lift consente alle aziende di fare diverse operazioni, come aggirare i blocchi pubblicitari, accorpando in modo dinamico gli annunci ai flussi di contenuti nel cloud per una migliore erogazione delle inserzioni e ricavi superiori su tutte le piattaforme e lavorare con il server di annunci preferito, essendo integrato in sistemi come DPF, Freewheel, SpotX e LiveRail. È possibile anche abilitare inserzioni mid-roll, che lato server consentono ai proprietari di contenuti di massimizzare l’inven-

tario e monetizzare le opportunità, distribuendole su tutte le piattaforme, così come mantenere l’interattività lato cliente, che consente agli editori di utilizzare funzioni interattive come scrubber dei blocchi, mid-roll ad break enforcement, tracciamento del click-through e companion ads. Infineconsente di sfruttare le prestazioni e le funzionalità di personalizzazione del Player Brightcove più avanzato del settore che è adattivo HTML5 e carica i contenuti velocemente, essendo facilmente personalizzabile con HTML, CSS e Javascript. “Crediamo fermamente che le aziende del settore media abbiano il diritto di monetizzare quei contenuti attraverso gli annunci pubblicitari. Da tempo i consumatori guardano i contenuti gratuiti al costo della pubblicità, ma crediamo anche che i consumatori non dovrebbero essere costretti a sopportare pesanti video player, tempi lenti di caricamento, alta latenza tra annuncio e contenuto e frequenti errori. Brightcove Lift, quindi, è una soluzione che aiuta le aziende del settore media a garantire continuità con il successo dei modelli di business che prevedono la pubblicità nei contenuti. E fornire ai consumatori un’esperienza più veloce, migliore, simile all’esperienza TV”, ha affermato David Mendels, Ceo della società. ANNO VI | #176| LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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i fatti del giorno

Mercato

Apple, un investimento record in adv globale: budget da 1,8 miliardi Il colosso americano, quest’anno, ha aumentato la propria spesa pubblicitaria del 50%, secondo quanto riportato nella sua relazione annuale, dichiarandosi del tutto consapevole che i finanziamenti sono fondamentali per lo sviluppo tech

Mercato

Eventi

sul palco degli studi rai di via mecenaTE, a milano

Coca-Cola trionfa ai Best Brand Italia con la “testa” e con il “cuore”

Nella serata di mercoledì 28 ottobre, presso gli studi Rai di Via Mecenate a Milano, la conduttrice Filippa Lagerback ha condotto la notte dei “Best Brands” incoronando il marchio più forte in Italia, sia per quanto riguarda l’affezione del pubblico sia per i risultati ottenuti dalle vendite dei prodotti di Marianna Marcovich di Sebastiano Zeri

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pple ha aumentato, per quest’anno, la propria spesa pubblicitaria globale di ben 50 punti percentuali, portandola a un budget record pari a 1,8 miliardi di dollari, secondo quanto si legge nella sua relazione annuale. L’aumento di 600 milioni di dollari, per l’anno conclusosi il 26 settembre 2015, è stato di sei volte più grande rispetto ai 100 milioni dell’anno prima. Il colosso americano guidato da Tim Cook nonché produttore iPhone ha speso, nell’anno conclusosi a settembre 2014, ben 1,2 miliardi di dollari e 1,1 miliardi nei 12 mesi ancora precedenti. L’investimento pubblicitario di Apple, dunque, è triplicato dal 2010 quando era di 691 milioni di dollari, aumentato a 933 milioni nel 2011 e a 1 miliardo nel 2012. Nel suo rapporto annuale, la società della Mela ha dichiarato di essere del tutto consapevole del fatto che “Gli investimenti in corso, nei settori di marketing e pubblicità sono fondamentale per lo sviluppo e la vendita di prodotti e tecnologie innovative”. Il gigante tecnologico a stelle e strisce utilizza, a livello globale, TBWA\Media Arts Lab per la parte creativa e Omd per media planning e buying.

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ella serata di mercoledì 28 ottobre, presso gli studi Rai di Via Mecenate a Milano, la conduttrice Filippa Lagerback ha condotto la notte dei Best Brands che ha incoronato il marchio Coca-Cola come il brand di prodotto più forte in Italia, sia per quanto riguarda l’affezione del pubblico sia per i risultati ottenuti in termini di vendite. Per la prima volta Il nome del vincitore è stato decretato non solo dall’opinione di una giuria o dalla sola analisi dei dati di mercato, ma da una classifica stilata unendo per la prima volta due criteri oggettivi e diversi tra loro: la “testa” - i numeri delle vendite - e il “cuore” (il senti-

ment e l’affetto). La serata ha visto la partecipazione di oltre 300 manager delle più importanti marche italiane operanti in Italia e, contestualmente, si è colta l’occasione per festeggiare la nascita del nuovo modo di valutare i brand al top, introdotto da Serviceplan, il più importante gruppo di comunicazione indipendente in Europa che lo creato, insieme a GkK, 13 anni fa in Germania. Sul palco si sono alternati Philippe Daverio con un intervento sul valore artistico e culturale di un brand, il serial starter Jorg Reinboldt, Ceo di Axel Spinger Plug and Play, e i partner Giovanni Gherlandi (Serviceplan Italia), Silvio Silprandi (GFK Eurisko), Fabrizio Piscopo (Rai Pubblicità), Ivan Ranza (System 24).

BEI, 25 milioni stanziati per la startup QWANT

La Banca Europea di investimenti ha annunciato questo ingente finanziamento per il progetto di stampo francotedesco in grado di rendere il motore di ricerca europeo più performante per effettuare search ancor più mirate di Ottavia Quartieri

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a BEI, Banca Europea degli investimenti, ha stanziato la considerevole cifra di 25 milioni di euro per sostenere la start up franco tedesca QWANT, a conferma di come sia da sempre vicina alle innovazioni e al digitale tra le sue priorità al fine di fare emergere i nuovi leader del web. Qwant è un’azienda giovane, dinamica e innovativa, che si è imposta sin dal 2013 come uno dei futuri leader europei del mercato digitale, nel settore specifico dei motori di ricerca. Utilizzando un sistema particolarmente performante, permette agli utenti di utilizzare internet con l’obiettivo di fare ricerche mirate che si adattino perfettamente ai loro bisogni sempre nel rispetto della privacy e della neutralità dei risultati della ricerca stessa. Il finanziamento messo in atto dalla BEI è frutto del programma Horizon 2020 e più precisamente di Innovfin, progetto per l’innovazione europea, che offre molteplici opportunità per finanziare sia la ricerca che l’innovazione di piccole, medie e grandi imprese europee. “La Bei è orgogliosa di accompagnare Qwant nel suo sviluppo su scala europea”, ha commentato la Vice Presidente Fayolle al momento della firma. Anche Eric Leandri e Jean Manuel Rozan di QWANT hanno espresso la loro soddisfazione ad affare concluso: “Siamo davvero fieri di vedere come i nostri valori e la nostra tecnologia siano supportati dalla Francia ,dalla Germania e dall’ Europa in generale. Per noi, questo finanziamento rappresenta un punto di partenza verso un percorso Europeo nuovo e in crescita”. ANNO VI | #176| LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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i fatti del giorno solutions Coca Cola se ne è servito per un progetto in Africa

strategie Business più efficace

E’ una tipologia di inserzione video creata a partire da una serie di immagini statiche con l’obiettivo di aiutare tutti gli inserzionisti a sperimentare nuove forme di creatività

Adesso è ancora più semplice per gli inserzionisti pianificare le campagne e raggiungere gli obiettivi di business

amplia Facebook presenta “Slideshow” per Instagram la propria offerta incrementare l’audience con i video adv per le aziende campagne Firma Max Information

Beghelli torna in tv a “Sorpresa” con Media Italia

Il protagonista dello spot è l’unica lampadina a risparmio energetico con tecnologia led della company E’ partita ieri la nuova campagna di comunicazione Beghelli per il lancio delle lampadine Led a risparmio energetico per la casa, con un’importante novità: “Sorpresa Beghelli”, l’esclusiva lampadina a risparmio energetico con tecnologia Led Beghelli che resta accesa anche quando va via la corrente. Questo ritorno in comunicazione del brand è finalizzato a presentare al pubblico i risultati della ricerca e dell’esperienza maturati dall’azienda nell’illuminazione a tecnologia LED. Lo spot, realizzato da Max Information, partner storico dell’azienda, esalta quanto tutti noi siamo diventati attenti al consumo, in continua ricerca del risparmi. La campagna, pianificata da Media Italia, è on air dalla scorsa domenica prossima nel formato da 30 secondi, sulle emittenti generaliste e digitali di Publitalia. Sul web vedremo, invece, il taglio da 45”. Con la direzione creativa di Vincenzo Celli, lo spot è stato girato a Madrid, per la regia di Igor Borghi con la casa di Produzione Filmgood.

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di Ottavia Quartieri

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ià da qualche stagione i video hanno iniziato a prendere il sopravvento all’interno dell’industry digitale e si sono rivelati un elemento potenzialmente indispensabile per la crescita dell’awarness di un’azienda che intenda farsi conoscere soprattutto sui social network. A questo proposito, Facebook ha presentato Slideshow, una nuova tipologia di inserzione video più leggera, coinvolgente e facile da utilizzare. Creata a partire da una serie di immagini statiche, Slideshow si aggiunge

alle soluzioni offerte da Facebook per creare connettività per tutti, e aiutare gli inserzionisti a sperimentare nuove forme di creatività. Ma come funziona esattamente Slideshow? Entrando nella pagina Facebook della propria azienda, seguendo brevi e semplici passaggi, si inizia selezionando le immagini che si desiderano inserire nel video, poi le si ordina e infine c’è la possibilità di regolare il tempo di transizione ed eventualmente di inserire delle parti testuali. Dunque, in pochissimi click, è possibile creare una sorta di “gallery fotografica in movimento” per aumentare la propria

brand awarness. Tra i benefici di questa nuova soluzione possiamo contarne principalmente tre: ridurre la quantità di risorse e di tempo necessari per produrre video; la dimensione ridotta di Slideshow aiuta gli advertiser a raggiungere un numero più ampio di persone; e, infine, la dimensione del video è circa 5 volte più ridotta rispetto a un altro video della stessa durata. Un esempio di successo è stato in Kenya e Nigeria, dove Coca Cola ha realizzato una nuova inserzione video per incrementare l’awareness della nuova stagione dello show Coke Studio Africa.

collane Esce in occasione della ventennale scomparsa del suo creatore

Il ritorno di Sturmtruppen e del genio di Bonvi

Tv Sorrisi e Canzoni, Corriere e La Gazzetta dello Sport riportano in edicola il capolavoro che ha fatto la storia del fumetto italiano

“Sturmtruppen”, il capolavoro di Bonvi che ha fatto la storia del fumetto seriale italiano, è in edicola con Tv Sorrisi e Canzoni, Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, e in libreria e fumetteria con tavole interamente restau-

rate dall’archivio Bonvicini. Questo lancio è anche l’occasione per celebrare il ventennale dalla scomparsa del suo creatore, in contemporanea alla mostra “ACH! Sturmtruppen di Bonvi” che vede le opere del maestro esposte nel-

le sale del Palazzo Ducale di Lucca, nell’ambito del festival Lucca Comics & Games 2015. A supporto dell’iniziativa è stata pianificata un’ampia campagna media su quotidiani, periodici, tv, principali siti web in target e social network.

dida

Negli ultimi mesi è molto più semplice per le aziende e gli inserzionisti pianificare campagne e raggiungere i propri obiettivi di business. Ottimizzando la reach e la frequenza delle campagne, gli inserzionisti possono gestire il numero di persone che vengono raggiunte con i loro annunci su Instagram e la frequenza con cui gli annunci vengono visualizzati. Per rendere ancora più semplice la pianificazione e l’acquisto di spazi pubblicitari, gli inserzionisti possono anche controllare la portata e la frequenza delle campagne pianificate sia su Instagram che su Facebook. E’ stata inoltre estesa la possibilità di acquistare annunci su Instagram in formato Carousel attraverso le interfacce self-serve: Ads API, Power Editor e Ads Manager, permettendo un targeting più flessibile la possibilità di inserire negli annunci pulsanti call to action, e link off-site, così da ottenere il massimo dei risultati. Infine, da ora le aziende hanno più possibilità per configurare, pianificare e monitorare i propri annunci. ANNO VI | #176| LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015



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MARKET PLACE

Sono stati divulgati i nuovi dati dell’Osservatorio curato da Fcp sui primi nove mesi dell’anno

Stampa italiana: la pubblicità in regresso di quasi sei punti nel periodo gennaio-settembre 2015

Il comparto viene fotografato in flessione del 5,9% sullo stesso periodo dell’anno precedente. I quotidiani perdono sette punti a fatturato, i periodici attestati a -3,9% di Massimo Masi

Il fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale registra un calo del -5,9%. Lo dicono i dati diramati dall’Osservatorio

Stampa curato da Fcp, relativi al periodo che va da gennaio a settembre 2015, raffrontati con il corrispettivo 2014. In particolare, i quotidiani nel loro complesso registrano -7% a fattura-

to e +0,1% a spazio. Per quanto riguarda le singole tipologie, la Commerciale nazionale ha evidenziato un regresso del 9,7% a fatturato e -0,3% a spazio. La pubblicità Commerciale locale ha perso 7,6 punti percentuali a fatturato e +0,1% a spazio. La tipologia Di Servizio ha segnato un -1,5% a fatturato e +9,1% a spazio. La tipologia Rubricata ha registrato una flessione del 3,3% a fatturato e -10,3% a spazio. I periodici, invece, segnano un calo a fatturato del -3,9% e a spazio del -1%. I settimanali registrano un andamento negativo a fatturato del 3,9% e a spazio dell’1,3%. Infine, i mensili, che hanno avuto percentuali negative a fatturato del -4,2% e, in termini di spazio, dello 0,8%. Chiudono le cosiddette altre periodicità, che registrano una perdita dell’1,1% a fatturato e un guadagno dello 0,7% a spazio.

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MARKET PLACE

Due grandi attori per rendere unico e imperdibile il sequel del primo episodio del cortometraggio

Il corto “The Gentleman’s Wager II” con Jude Law e Giancarlo Giannini

Il nuovo film targato Johnnie Walker Blue Label è diretto dal regista britannico Jake Scott, della Ridley Scott Associates, che aveva firmato anche la regia della produzione realizzata l’anno scorso, che aveva totalizzato la cifra stellare di quasi 45 milioni di visualizzazioni di Marianna Marcovich

Johnnie Walker Blue Label, il brand leader dei Blended Scotch Whisky di lusso, ha presentato il trailer del corto “The Gentleman’s Wager II”, che vede nel ruolo di protagonisti gli attori già candidati all’Oscar Jude Law e Giancarlo Giannini, affiancati dalla star del cinema cinese Zhao Wei. Il trailer è stata, in realtà, una gustosa anticipazione dell’attesissimo cortometraggio, in uscita proprio sabato scorso, sequel del primo episodio “The

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Gentleman’s Wager I” del 2014, che aveva riscosso un grande successo internazionale, totalizzando oltre 45 milioni di visualizzazioni online. Il nuovo film targato Johnnie Walker Blue Label, diretto dal regista britannico Jake Scott, della Ridley Scott Associates, che ha firmato anche la regia del primo episodio, è arricchito dalle apparizioni di due leggende della Formula 1, Mika Häkkinen e Jenson Button, pilota della scuderia McLaren Honda. “The Gentleman’s Wager II” racconta la storia di una scom-

messa tra due uomini. La posta in gioco, un’inestimabile auto d’epoca, la mitica Delahaye 135S da corsa, che non è solo l’ambito premio in palio, ma anche un prezioso cimelio di famiglia, proprietà della dinastia Walker da generazioni, fin dalla fine degli anni trenta. Nel seguire Law che lotta per vincere la sfida, si arriuca a capire come soltanto la gratitudine mostrata alle persone che lo aiutano lungo il cammino, e la gioia che ne deriva, permettono al nostro eroe di progredire e raggiungere la sua meta. ANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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MARKET PLACE

Ridefinito nella formula grafica, curata dall’art gianni mascolo, e arricchito nei contenuti

Circola un nuovo Venerdì Molte novità accompagnano la versione rivisitata del magazine del quotidiano la Repubblica, che il Gruppo l’Espresso ha voluto rilanciare, con arricchimenti, grandi firme e servizi esclusivi di Luca Anelli

Venerdì scorso, e non poteva che essere così, ha esordito in edicola un nuovo… Venerdì. Più leggibile, con una veste grafica più moderna, curata dall’art director Gianni Mascolo. I ritratti degli opinionisti che aprono il giornale sono stati affidati a uno dei migliori illustratori italiani, Gipi. Ma il Venerdì - magazine che accompagna nel quinto giorno della settimana il quotidiano la Repubblica, è stato anche arricchito da nuove sezioni e nuove grandi firme. Il primo servizio di copertina è stato dedicato all’esilio dorato dell’ex calciatore Diego Maradona a Dubai, tra recriminazioni, sonniferi, pochi amici e molta servitù. Un reportage che richiama un’altra novità del periodico del Gruppo l’Espresso: dopo l’introduzione della sezione “Economie”, ogni settimana il giornale racconterà storie inusuali di sport, scritte dalle migliori voci di la Repubblica - e l’inizio era “scritto”, con Gianni Mura e il ciclismo -, ma anche da scrittori, appassionati e viaggiatori. La rubrica della musica classica è passata a Giovanni Gavazzeni, critico e nipote d’arte. Le pagine di cultura sono state

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rese più ricche di commenti, recensioni, aggiornamenti sul panorama italiano e straniero, più qualche “graffio” d’autore. Infine la programmazione televisiva, che ora comprende i nuovi canali e diviene di più agile consultazione.

Un serivizo di grande impatto

strillato nella nuova copertina

nella foto in pagina è riprodotta la copertina del numero in edicola, che fa riferimento all’esilio dorato di diego armando maradona a dubai

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COVER STORY

Per l’azienda emiliana, che oggi ha tre sedi e un fatturato di circa 7 milioni di euro, l’occasione per fare il punto sul passato, il presente e il futuro

MagNews racconta quindici anni di attività. E cala la lente sui principali progetti in arrivo

Celebrato il traguardo con la stampa, l’azienda fondata e guidata da Maurizio Fionda, forte di un organico di novanta persone, si prepara ai prossimi anni con obiettivi ambiziosi quanto chiari: internazionalizzazione e ricorso al mercato. Senza dimenticare lo sviluppo del prodotto

ra di DIennea, e del suo fondatore e amministratore delegato Maurizio Fionda, insieme all’attuale presidente Stefania Pirazzini, MagNews nasce dalla semplice intuizione, in un’epoca in cui la parola newsletter era ancora di là da venire, di utilizzare l’email come strumento di comunicazione tra un’associazione e i suoi soci. Il primo prototipo e la sua presentazione ufficiale, avvenuta allo Smau del 2000, avvicinarono da subito aziende come Findomestic e Canon, che ancora oggi fanno parte del portfolio di MagNews. Da allora, seguendo un costante percorso di evoluzione tecnologica e crescita

professionale delle persone che vi hanno lavorato, giorno dopo giorno, relaziondosi da subito con multinazionali come Partesa (gruppo Heineken) si giunge fino a oggi. A un’azienda che impiega novanta persone in tre sedi, con un fatturato di circa 7 milioni di euro, una crescita superiore al 30% nell’ultimo quinquennio (36% nell’ultimo anno) e non ha alcuna intenzione di fermarsi. Oggi MagNews può vantare relazioni con oltre 500 top brand, con nomi quali Ducati, Bmw, le già citate Canon e Findomestic, Philips, Meridiana, Telepass, Imetec, DoveConviene; invia oltre un miliardo e mez-

jenny argnani, chief sales officer

di Aureliano Roio

Quanti sono quindici anni per un azienda? Certamente pochi se pensiamo a un’impresa tradizionale. Ma se prendiamo in considerazione l’universo della comunicazione digitale, ne-

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cessariamente nato dopo l’avvento di internet, il discorso cambia, e di molto. Le innovazioni tecnologiche che spesso ridisegnano in un solo tratto interi contesti competitivi, tendono infatti a “comprimere” il tempo, rendendo obsolete sempre

più in fretta informazioni, competenze e, a volte, intere aziende. Yahoo, una tra le veterane della rete, ha la bellezza di ventun’anni, mentre Google ne ha appena compiuti diciassette. Facebook, addirittura, ne ha “solo” undici. Va da sé che i quindici

anni di attività di MagNews costituiscano un traguardo ragguardevole e, soprattutto, un’occasione di fare il punto sul proprio passato, presente e futuro. Ed è proprio quanto ha fatto la scorsa settimana, a Milano, l’azienda faentina in un in-

contro con la stampa, regalando una serie di importanti anticipazioni sulle sue prossime mosse insieme, naturalmente, a un po’ della sua storia. La creatura di Fionda Creata nel 2000 ad opeANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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COVER STORY

maurizio fionda

zo di email al mese (+110% rispetto al 2014), raggiungendo più di 400 milioni di persone e inoltre, nell’ultimo anno, ha inviato oltre 25 milioni di sms. «Flessibilità, qualità, velocità, si aggiungono a parole come disponibilità, assistenza, professionalità e consulenza. Questo è ciò che i nostri clienti ci riconoscono - ha spiegato Florida Farruku, general manager MagNews - . Siamo l’unica azienda sul mercato che ha un servizio di assistenza telefonica diretta e gratuita attiva tutti i giorni lavorativi dalle 9:00 alle 19:00. Un approccio che ci ha garantito la fedeltà di tanti clienti importanti

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stefania pirazzini

mentre ne incontravamo di nuovi. E mentre MagNews tracciava il suo percorso di successo, Diennea diventava sempre più grande, crescendo da quindici fino a novanta persone, dividendosi in aree specializzate con professionisti qualificati e sviluppando, a partire dal core business, servizi digital a 360 gradi che spaziano dal mondo ecommerce a soluzioni mobile dedicate, rispecchiando in maniera del tutto coerente e coordinata il brand su ogni fronte». Sguardo al futuro «I traguardi che abbiamo raggiunto ci portano a ve-

dere il futuro di MagNews in senso sempre più multinazionale - ha affermato Farruku -. Vogliamo confrontarci con mercati più avanzati del nostro, come quello francese, perché riteniamo MagNews un prodotto di qualità e tecnologicamente all’avanguardia. E allo stesso tempo, naturalmente, sfruttare le occasioni rappresentate da quei mercati che invece si trovano in una fase di sviluppo meno avanzata quale, ad esempio, quello spagnolo. Attualmente, la crescita del nostro fatturato dipende dall’estero solo per il 20% ma è una quota destinata a crescere. Tuttavia,

florida farruku

il nostro “cervello” tecnologico e operativo formato da quasi cinquanta sviluppatori e tecnici resterà ben saldo in Italia, a Faenza». E’ questa dunque la prima importante novità nella strategia del 2016, lo sbarco dell’azienda oltre i confini nazionali. Un obiettivo di certo agevolato dall’alta scalabilità del business legato, in ultima istanza, al valore della piattaforma tecnologica. Non poca cosa per un’attività data più volte per morente: «Ricordo che la prima che ho sentito che l’email sarebbe morta è stato nel 2009 - ha spiegato Claudia Temeroli, marketing mana-

ger di MagNews -. Siamo alla fine del 2015, il panorama dei media è cambiato radicalmente e non solo non è affatto morta, ma secondo le ricerche oggi la posta elettronica è il secondo canale di comunicazione quanto a ROI prodotto, e per alcuni settori è quello che fa vendere di più. Perché resta lo strumento più usato dai professionisti, che oggi possono accedervi o leggerla da ogni dispositivo, compresi gli smartwatch». Un’importanza che neppure l’esplosione del programmatic” sta impensierendo più di tanto, anche se il management dell’azienda non nasconde

di tenere sott’occhio l’evoluzione di questa nuova modalità di pianificazione: «Ci stiamo pensando. Vediamo chiaramente come sta diventando sempre più importante per le aziende mettere a frutto i propri dati, anche se il nostro lavoro è già molto vicino a questa esigenza del cliente. C’è un cantiere aperto sul programmatic in azienda» ha precisato Federico Capucci, business developer di MagNews. Idee chiare anche sulle modalità con la quale finanziare tale ulteriore crescita: il ricorso al mercato. Un obiettivo che il management dell’azienda non è ancora in grado

di collocare temporalmente, ma che appare come una scelta quasi obbligata, vista la strategia intrapresa. Ciò che è già determinato, invece, è il lancio che avverrà con l’inizio del nuovo anno, di una nuova importante funzionalità, a conferma della costante attenzione allo sviluppo del prodotto: «MagNews è già una piattaforma multicanale che permette di gestire tutte le fasi delle campagne di email marketing, dal concept ai report, nonché un affidabile partner che consente vere e proprie analisi di business intelligence - ha spiegato Claudia Temeroli, marke-

ANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


COM

COVER STORY

ting manager di MagNews -. Il 2016 sarà un anno di evoluzioni tecnologiche che si orienteranno sempre più verso la marketing automation. Attraverso l’introduzione dei “work flow” in piattaforma, che avverà a inizio 2016, per le aziende sarà molto più semplice rispetto ad oggi creare e personalizzare il flusso delle comunicazione verso i singoli clienti, seguendoli nell’intera customer journey, con la creazione automatica di email mirate e personalizzate. Si tratta di un’innovazione significativa che abiliterà le aziende a progetti avanzati di marketing automation, anche grazie all’integrazione con altri asset aziendali come ecommerce e Crm». Il prossimo anno, aggiungeremo alla piattaforma un’importante nuova feature di marketing Automation, che noi chiamiamo “workflow”. Le aziende potranno così contare su un prodotto ancora più potente, che consentirà loro di organizzare e gestire un numero maggiore di attività di comunicazione, anche complesse, in un unico flusso, con ancora più immediatezza e semplicità». Non ci resta che augurare “buon compleanno” a questa azienda di quindici anni che, a quanto pare, è decisamente entrata nell’ “età dello sviluppo”.

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Un compleanno

difficile da dimenticare

nelle immagini in pagina alcune prospettive della sede di magnews e, qui a sinistra, un momento a latere dell’incontro di milano con la stampa ANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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notevole progresso per il gruppo presieduto da Paolo Ainio

Banzai: il suo Q3 mostra ottimi risultati. Segno che la strategia funziona Il consiglio di amministrazione della società ha approvato i ricavi preliminari al 30 settembre, che si attestano a 152,3 milioni di euro, +26,6% rispetto ai 120,3 milioni di euro negli stessi nove mesi del 2014 di Luca Anelli

Banzai chiude il trimestre in grande progresso. Il Consiglio di Amministrazione della società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana, di cui Paolo Ainio è Presidente e Amministratore Delegato, ha approvato i ricavi preliminari al 30 settembre 2015, che si attestano a 152,3 milioni di euro, +26,6% rispetto ai 120,3 milioni di euro nei nove mesi del 2014. Con 136,2 milioni di euro di ricavi

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nei nove mesi di quest’anno, in aumento del 28,7% sullo stesso periodo dell’anno scorso, la divisione ecommerce rappresenta il principale driver di crescita del gruppo. La divisione Vertical Content, con ricavi pari a 16,1 milioni di euro derivanti principalmente dalla vendita di pubblicità, ha registrato nei nove mesi una crescita dell’11,5%, accelerando il passo nel terzo quarto rispetto ai trimestri precedenti (+22% sul terzo trimestre del 2014). Nel complesso,

Banzai ha realizzato una performance superiore ai concorrenti diretti sia nel contesto nazionale dell’ecommerce sia del digital advertising, incrementando ulteriormente la quota di mercato. La divisione Vertical Content registra, secondo Audiweb, 17,5 milioni di visitatori unici mensili medi nei primi otto mesi del 2015, in crescita dell’1,7%; il time spent per visitatore unico mensile è in media pari a 24,3 minuti nel periodo gennaio-agosto 2015, in crescita del 13,8%; infine, l’active reach si attesta al 60,9%. La divisione ecommerce ha registrato nei nove mesi un incremento del 34,1% dei ricavi nelle categorie core (Elettronica ed Elettrodomestici, Abbigliamento/Altro) con una forte accelerazione nel terzo quarto (+42,2% YoY), anche grazie alla forte domanda, maggiore del previsto, di climatizzatori nel periodo estivo. I ricavi della categoria “Elettronica ed Elettrodomestici”, pari a 94,2 milioni di euro nei nove mesi, registrano un incremento del 39,3% attribuibile principalmente all’ampliamento della gamma di prodotti offerti e allo sviluppo dei servizi “premium” (consegna, installazione e ritiro dell’usato), oltre allo sviluppo della rete di Pick&Pay (87) e Lockers (280). Il terzo trimestre, in particolare, evidenzia gli effetti positivi della strategia di crescita annunciata in Ipo: i ricavi si attestano a 52,5 milioni di euro, +34,4% rispetto ai 39,1 milioni di euro nello stesso periodo del 2014. ANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015

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UN MEZZO PROTEIFORME CHE CONTINUA A CRESCERE e che sembra fatto apposta per intrecciarsi con i social media

La prima ricerca di base sulla radio Da quasi un secolo supera con successo mutazioni genetiche e rivoluzioni tecnologiche. Convive da sempre con i media tradizionali. E oggi sta continuando a prosperare e a crescere nel rinnovato scenario digitale di Pietro Castagna

Da quasi un secolo la radio supera con successo mutazioni genetiche e rivoluzioni tecnologiche. Convive da sempre con i media tradizionali. E oggi continua a prosperare e a crescere nello scenario digitale. La prima Ricerca di Base condotta dagli istituti GFK e Ipsos è nata proprio per dimostrare come il mezzo abbia saputo adattarsi all’avvento della rete e all’esplosione dei social network. Un’indagine

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complessa e innovativa, perché la radio viaggia su tutte le piattaforme, è digitale ma anche analogica, è mobile e domestica, è un personal media a vocazione comunitaria, fa compagnia e fa contenuti. Ed è un mezzo “liquido” che sembra nato per intrecciarsi con i social media. Nel miglior modo possibile. Queste e altre interessanti evidenze - ad esempio, l’ascolto dei giovani e giovanissimi, o l’uso crescente dello smartphone e della cuffia come device radio

- oggi si traducono in cifre che non mancano di sfatare qualche luogo comune, affermando la fisionomia della eadio com’è attualmente. L’ottimo stato di salute del mezzo si riflette nell’andamento degli investimenti pubblicitari, che da parecchi mesi segnano incrementi a doppia cifra. Anche per questo gli editori radiofonici nazionali e locali, pubblici e privati - hanno chiesto a due Istituti di vasta esperienza come GFK Eurisko e Ipsos di inquadrare il pe-

rimetro cangiante della radio, e di fotografarlo con il grandangolo. Nessun tipo di rilevazione degli ascolti lo aveva fatto finora, e forse nessuna indagine futura potrà prescindere dall’immagine “proteiforme”, vitale e sfidante che questa ricerca consegna agli operatori e al pubblico. In termini tecnici, si tratta di una ricerca realizzata con metdologia CATI, su un universo di riferimento corrispondente alla popolazione residente in Italia dai 14 anni in su,

pari a 52.903.250 individui. Il campione è costituito da 15.000 individui, con interviste suddivise tra i due istituti, 7.500 per ciascuna delle due strutture. La radio, dunque, ha risposto alle sollecitazioni dell’era digitale con una grande capacità di reazione. Rimane il mezzo “di tutti”, il secondo dopo la televisione, con il vantaggio distintivo di coniugare reach elevatissime (l’84% della popolazione ascolta la radio) e target pubblicitariamente pregiati. Pur in un contesto molto complesso, l’ascolto della radio è in crescita anche tra i segmenti di pubblico più esposti alle nuove tecnologie. Come i giovani: il 50% dei 14-17enni e il 47% dei 18-24enni dichiara che il tempo speso ascoltando la radio è aumentato rispetto a tre anni fa. L’ascolto della radio convive con la fruizione della musica online e anzi si rafforza. Il 90% di chi consuma musica digitale (circa un quarto della popolazione) ascolta anche la radio. I giovani lo fanno con maggiore intensità rispetto al passato: il 49% dei 14-17enni e il 48% dei 18-24enni ascoltatori di musica digitala dichiara che il tempo di ascolto è aumentato rispetto a tre anni fa. E’ un mezzo in sintonia con l’evoluzione tecnologica. I nuovi device hanno favorito la creazione di nuove modalità di contatto e relazione con il pubblico, che

si affiancano a quelle tradizionali: il 20% degli ascoltatori utilizza sia dispositivi classici sia nuovi. Si intensifica, così, il legame tra ascoltatore e mezzo: la durata media di ascolto della radio è di 149 minuti al giorno, che diventano 182 tra coloro che utilizzano entrambe le tipologie di dispositivi. La radio, intanto, diventa sempre più personal media grazie alla flessibilità di accesso garantita dai dispositivi mobili, che si confermano strumenti essenziali nella relazione con i target giovanili: il 28% dei 14-17enni, il 20% dei 18-24enni e il 15% dei 25-34enni ascolta la radio tramite tablet o smartphone. La relazione digitale con gli ascoltatori è poliedrica. I siti web diventano piattaforme aggiuntive di ascolto (l’8% della popolazione li visita e il 4% lo fa per ascoltare le radio in streaming); i social media sono il nuovo volto della tradizionale community radiofonica: il 14% della popolazione visita le pagine Facebook delle ra-

dio o dei programmi e l’11% è amico di una radio sempre su Facebook. La radio, poi, si ascolta tutto il giorno (in media 2,6 fasce orarie). E a target diversi corrispondono fasce orarie differenti, secondo stile di vita e attività quotidiane. Un mezzo davvero “proteiforme”, quindi. Inoltre, la radio si ascolta tutti i giorni. Chi l’ascolta lo fa l’intera settimana (81%) e solo il 18% la sente esclusivamente nei giorni feriali; un minuscolo l’ 1% limita l’ascolto al week end. L’auto è certamente un importante luogo di ascolto, ma non esaurisce le occasioni di contatto. Solo il 21% è ascoltatore esclusivo in automobile, mentre il 22% non la ascolta mai mentre è alla guida. Infine, il legame tra luogo e dispositivo di ascolto è sempre più sorprendente: ad esempio, il 10% dell’ascolto della radio in casa avviene tramite smartphone, tablet o mp3. Grazie anche ai nuovi device la radio ti avvolge in un intreccio inedito di situazioni e occasioni di ascolto.

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ME DIA

Nuovo settimanale di Italia Editrice, cui fanno capo il quotidiano torinese e Il Secolo XIX di Genova. il formato piegabile spiega il nome della testata

Origami d’attualità confezionati da La Stampa Giovedì il primo numero, a 1,50 euro. si tratta di un unico foglio di carta pesante del vecchio formato del quotidiano torinese, che piegato in tre diventa più o meno un a4. allegato a La stampa e al secolo XIX ogni giovedì, rimarrà in edicola per tutta la settimana vladimir putin

eric fottorino

cesare martinetti mario calabresi

cynthia sgarallino di Daniele Bologna

Si chiama Origami e, come l’arte giapponese, si può piegare e dispiegare per costruirci una struttura complessa, anche decodificarla entrando nelle mille pieghe dell’attualità: ed è il nuovo settimanale di Ita-

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lia Editrice, cui fanno capo i quotidiani La Stampa di Torino e Il Secolo XIX di Genova. Un unico foglio (carta pesante da 70 grammi) del vecchio formato lenzuolo della Stampa, che piegato in tre diventa, più o meno, un A4: Origami, che verrà lanciato il 5 no-

vembre a 1,50 euro, allegato ogni giovedì alla Stampa e al Secolo XIX, rimanendo in edicola per tutta la settimana - affronterà in ogni numero un tema monografico. Il primo, per esempio, sarà su Vladimir Putin: “Possiamo fidarci di lui?”. «Non ci dedicheremo,

però, solo all’informazione internazionale: il secondo numero, per esempio, sarà dedicato a Roma, che al di là della cronaca politica, affronteremo come grande questione nazionale», premette Cesare Martinetti, ora direttore di Origami dopo una vita profes-

sionale a La Stampa, di cui è editorialista, da cinque anni a fianco di Mario Calabresi, come Vice direttore, e esperienze di inviato e corrispondente da Parigi, Bruxelles e Mosca. «Proponiamo Origami, un prodotto di carta, che si può maneggiare, a quanti vo-

gliano rallentare e riflettere, fermarsi un momento e leggere qualche cosa che decodifichi l’attualità con i diversi linguaggi della scrittura, della graphic novel, dell’infografica. Le foto? Dipende, tendenzialmente ci affideremo al disegno». «Di fronte a una polarizzazione dei lettori spiega Mario Calabresi, Direttore editoriale di Origami - noi ci siamo mossi per andarli a incontrare dove sono, fornendo con velocità e leggerezza un’informazione di qualità. Ma anche analizzando l’online emerge che c’è uno zoccolo duro con tempi di lettura più lunghi. Un pubblico, non per forza anziano, composto da moltissimi giovani, che desidera un’informazione più solida. E con Origami vogliamo offrire a questo tipo di lettori quel livello di approfondimento. Insomma, siamo convinti che sul mercato ci sia spazio per un prodotto del genere». L’ispirazione per la realizzare Origami è venuta da Le 1, un settimanale che tratta un tema di grande attualità, attraverso lo sguardo di giornalisti, scrittori, ricercatori e artisti, fondato nel 2014 da Éric Fottorino, ex responsabile della redazione del quotidiano Le Monde, conosciuto da Martinetti durante suoi anni professionali in Francia:

l’ufficio di corrispondenza della Stampa si trovava proprio nella sede del quotidiano parigino. Con Le 1, che ha raggiunto una diffusione in edicola di 30 mila copie a 2,80 euro, Editrice Italiana ha stabilito una joint venture. A Origami, oltre a Martinetti, lavorano Francesca Sforza, Vice caporedattore di La Stampa a Roma, e Laura Aguzzi, che si è segnalata durante uno stage al quotidiano. La parte grafica è curata dall’art director de La Stampa, Cynthia Sgarallino. «Questo è il nucleo che realizza Origami - precisa Martinetti - per pensarlo lo staff si allarga, comprendendo anche la direzione della Stampa. E poi coinvolgiamo tutta la nostra area di collaboratori. Il lavoro più difficile è mettere a fuoco gli argomenti, uscendo dagli stereotipi e affrontandoli da punti di vista diversi e anche confliggenti, come abbiamo fatto con Putin». Origami non avrà pubblicità, ma parte della sua distribuzione potrà essere sponsorizzata da imprese e organizzazioni come avverrà per il numero di lancio ad Artissima, la fiera dell’arte contemporanea in programma a Torino dal 6 all’8 novembre. Nella settimana seguente Origami verrà presentato, oltre che nel capoluogo piemontese, a Milano e a Roma.

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LINK expo 2015

ricorrenze

Terminata l’Esposizione Universale scatta subito la necessità di elaborare bilanci. Lo fa anche il commissario di Expo Milano 2015, che dice: «Mi ha colpito la pazienza di tanta gente in coda».

Quando nacque Tuttolibri, quarant’anni fa, si pubblicavano in Italia 17 mila titoli l’anno, e sembravano già molti. Arrigo Levi, direttore de La Stampa che ideò e volle fortemente la nuova rivista di libri, lo sottolineò nell’editoriale d’apertura, che è stato ripubblicato sabato scorso col numero dedicato alla ricorrenza. Sono giorni di festa, dunque, per il giornale torinese, che celebra un anniversario importante non solo per gli enormi cambiamenti intervenuti in Italia, ma anche per quelli che l’informazione culturale sta fronteggiando.

Il primo bilancio di Giuseppe Sala

Tuttolibri in festa per i quarant’anni

CORRIERE.IT

televisione

Salvate il soldato Mediaset Premium Arriveranno a gennaio i nuovi decoder che permetteranno a Mediaset di vendere le sue partite di calcio della Champions League anche agli utenti della tv via satellite. E’ il segnale che la guerra della pay tv che infuria dall’estate tra il Biscione e Sky sta andando verso un’ulteriore escalation. Andare sul satellite per Mediaset è una mossa molto rischiosa. Perché se ne vedono i costi ma meno, al momento, i vantaggi. Ma la decisione è seria. E il primo segnale è che stavolta i decoder non sono prodotti di fascia medio bassa.

REPUBBLICA.IT

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LASTAMPA.IT

economics

Ma quanto vale il nuovo “Star Wars”?

ILSOLE24ORE.COM

Quanto a incassi, nella storia del cinema potrebbe essere secondo soltanto ad “Avatar”, il kolossal del 2009 di James Cameron. Analisti finanziari ed esperti stanno facendo i conti...

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In occasione dell’importante appuntamento che partirà domani a milano, presentiamo una nuova collaborazione e un’inedita ricerca

World Business Forum, Market Revolution e la necessità di farsi ispirare e guidare da idee innovative, ogni giorno L’evento sarà l’occasione per ascoltare storie capaci di motivare cambiamenti nei modelli di business. Ma non bastano due giorni per costruire una solida cultura del cambiamento: per questo è nata la nostra partnership con Futureberry, società “madre” di market revolution

Idee capaci di attivare grandi cambiamenti nel business

In attesa dell’apertura domani del world business forum milano, presentiamo un contributo di maurizio savioli (foto sopra), senior manager di futureberry e contributor di market revolution

di

Valentina Lunardi Maurizio Savioli

contributo di

Come in un Capodanno dedicato all’innovazione, l’attesa sta per concludersi e il momento “0” è alle porte: domani si alza il sipario sulla 12^ edizione del World Business Forum Milano, l’evento pensato per essere un concentrato di idee capaci di ispirare e attivare quei

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cambiamenti che modellano il nuovo mondo del business. Nelle giornate del 3 e 4 novembre al MiCo, centro congressi del capoluogo lombardo, il protagonista sarà uno storytelling potente, che racconterà come individui che hanno vissuto importanti cambiamenti, personali o aziendali, hanno utilizzato le sfide che gli si sono palesate per raggiungere obiettivi straordinari. Sotto il titolo “I am a Story Maker”, saliranno sul palco ospi-

ti d’eccezione, da sir Richard Branson a Seth Godin, da Alessandro Baricco a Steven Kotler, che con le loro narrazioni sapranno essere abilitatori di riflessioni inedite, da applicare ai propri modelli di business. Ma, si sa, in questa fase storica di grandi cambiamenti sociali, tecnologici e culturali farsi contagiare da una riflessione sul cambiamento per sole due giornate all’anno non basta per essere leader e protagonisti di modelli aziendali innovativi e di successo: la cultura del cambiamento deve essere coltivata e nutrita quotidianamente, per “stare al passo” con gli innumerevoli trend emergenti del mercato. È con questo obiettivo in mente che è nata la nostra nuova collaborazione con una società di consulenza “atipica”, che fa dell’innovazione il suo strumento essenziale per ridisegnare il futuro delle imprese: Futureberry. La sua missione è quella di accompagnare aziende nazionali e multinazionali (BMW, Vodafone, COOP ) nel loro percorso di crescita e sviluppo, e lo fa anche grazie a Market Revolution, un vero proprio “laboratorio” d’innovazione in house, che attraverso strumenti come incontri, ricerche e interviste, dà forma ogni giorno a nuove idee che possano ispirare e innovare il business delle aziende. Abbiamo scelto di presentare questa nuova collaborazione in questi giorni del WBF Milano come una sorta di invito, che formuliamo citando le parole di Market Revolution: per allenarsi a “tenere le antenne dritte per identificare le nuove tendenze che cambiano il mercato, raccontando l’impatto dei trend di consumo e i nuovi fenomeni del business e promuovendo l’innovazione per stimolare all’azione”. È con questo spirito che presentiamo oggi l’interessante analisi di Maurizio Savioli, Senior Manager di Futureberry, su una recente notizia che aveva creato un certo scalpore tra addetti ai lavori e consumatori: l’acquisizione di Grom, la popolare caANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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tena di gelaterie italiana, da parte di Unilever.

PERCHE’ UNILEVER HA ACQUISITO GROM? TRE RAGIONI E QUATTRO “CONSIGLI PER L’USO” Ad oggi le ragioni che hanno portato i fondatori di Grom a cedere la loro attività sono più che chiare - exit da una situazione finanziaria negativa - e ritengo anche poco interessanti. Quello che, invece, ha senso approfondire è il ragionamento complementare: perché un colosso del largo consumo come Unilever dovrebbe impegnarsi nella gestione di un’azienda di retail, quindi fuori dal suo perimetro di competenza ed expertise e per di più con un modello di business poco sostenibile? Come prima cosa va detto che un’acquisizione di questo tipo non è un caso isolato perché nel corso degli ultimi anni sempre più società leader nel mondo del largo consumo si sono avvicinate al mondo del retail, acquisendo società o tentando la strada del “canale diretto” con brand del proprio portafoglio.

Largo consumo e retail: un fenomeno in crescita Ferrero ne è un recente esempio, con l’OPA lanciata lo scorso giugno sul gruppo dolciario britannico Thorntons: la mossa del terzo produttore mondiale di cioccolato non solo ha portato “in casa” un concorrente, ma ha soprattutto consentito a Ferrero di mettere le mani su una rete di distribuzione che conta più di 240 negozi e caffè nel Regno Unito e oltre 158 outlet in franchising. Altro caso simile, sempre risalente alla scorsa estate, è quello di Lindt & Sprüngli che ha acquisito la catena statunitense Russel Stover Candies Inc. che, oltre ad essere il celebre marchio che compare nel film “Forrest Gump”, porta in dote oltre 30 punti vendita negli Stati Uniti e ne fa il terzo produttore di cioccolato del paese. Un altro caso interessate proviene, infine, dalla stessa Unilever, multinazionale che nel corso degli ultimi anni ha sperimentato diversi formati di concept store, il cui più famoso è forse quello a marchio Magnum. Esiste quindi una tendenza che vede il mondo del Largo Consumo cercare la propria strada per essere presenti direttamente sul mercato e di disintermediare i canali di distribuzione più o meno organizzata.

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Ma quali sono, quindi, le ragioni dietro a queste scelte strategiche? Osservando questo fenomeno da un punto di vista esterno, penso che vi siano alcune motivazioni specifiche che spingono il largo consumo ad avventurarsi per questa strada. Ragioni che possono essere raccolte in tre aree:

Le ragioni di un’acquisizione, tra largo consumo e retail

l’acquisto di grom da parte di unilever è un esempio di come la gdo stia lavorando per trasformarsi in “hub di esperienza” per i consumatori

Commerciale • Il primo e più evidente è quello di poter creare sinergie tra il proprio portfolio prodotti e quello del punto vendita, potendo lavorare con maggiore libertà sulla dimensione dell’assortimento e della marginalità; • il secondo, è quello di avere una leva negoziale in più con la distribuzione, perché si può giocare la doppia partita del fornitore-concorrente: “se non ti piacciono

queste condizioni posso fare da me”.

Brand • Non è un caso che le insegne coinvolte abbiano tutte una dimensione valoriale importante. Dietro sta forse la volontà di fare del “brandwashing”, ovvero di ripulire l’immagine del proprio brand (Vedi la recente polemica sull’utilizzo dell’olio di palma) in una logica non difensiva ma propositiva; • sfruttare il proprio impianto multinazionale per trasformare un fenomeno vincente a livello locale (o solo parzialmente internazionalizzato) su un palcoscenico globale in grado di garantire economie di scala.

Consumatore Quest’ultima componente è forse il punto più interesANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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sante e con una rilevanza più grande di quanto si possa immaginare. Oggi le aziende del Largo Consumo – ad eccezione di casi di successo conclamati – stanno vivendo uno scollamento rispetto ai loro consumatori, con un calo drastico della fiducia nei loro confronti, dell’awareness, della “share of mind”. La ragione chiara è che i consumatori oggi cercano con sempre maggiore consapevolezza esperienze e non prodotti: mentre questi ultimi finiscono per essere consumati e sostituiti, le esperienze significative, invece, accompagnano il consumatore e gli “restano attaccate”. Se è questo il terreno di scontro, allora è chiaro che la posizione delle aziende retail è di assoluto vantaggio. Questo contesto, inoltre, spiega anche la loro evoluzione da canali di distribuzione ad “hub di esperienze”, proprio come abbiamo avuto modo di evidenziare nel report che presenteremo domani al World Business Forum di Milano con la collaborazione di Media Forum e 360com, intitolato “Leading Innovation: Retail Store”. L’obiettivo di queste forme di disintermediazione sta nella volontà di riprendere le fila di una relazione con il consumatore attraverso un approccio a due direzioni: poter parlare ai consumatori senza schermi, ma anche di poterli ascoltare senza interferenze.

Quattro “consigli per l’uso” a Unilever: A questo punto viene spontaneo chiedersi: ma allora quale consiglio darei ad Unilever per sfruttare al meglio l’acquisizione di Grom? Oltre alle azioni più naturali che saranno messe in cantiere (razionalizzazione costi, espansione geografica), ho provato a dare alcuni piccoli “consigli per l’uso”, soprattutto legati al rapporto con i consumatori. = Immaginare un’evoluzione dei punti vendita in un “punto di riferimento dei super-freddi”, stando in guardia a compiere quest’evoluzione in modo graduale così da non intaccare il posizionamento della catena, ma anche dei prodotti; = Formare il personale per trasformarlo in uno dei touchpoint più importanti dell’azienda, sia per la creazione di un’esperienza memorabile, ma in particolare come antenna per l’ascolto del cliente; = creare un circolo virtuoso per “scaricare a terra”

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Leading Innovation: Retail store un e-book per raccontare l’innovazione Made in Milan

Mettere a sistema brand, store e consumatore

tra i “consigli per l’uso” evidenziati da savioli, rientra anche quello di fare del personale un importante touchpoint per creare esperienze ed essere veicolo di ascolto per i clienti

questi insight, che metta a sistema brand, store e consumatore; = Spingere l’acceleratore sul tema dell’esperienza. Oggi l’esperienza d’acquisto di Grom tutto sommato si differenzia poco dai suoi competitor. Il focus dovrà essere quindi questo: ingaggiare il cliente in un’esperienza aumentata, anche attraverso l’implementazione di nuove tecnologie, attenti però a non scadere in un utilizzo fine a se stesso, mettendo sempre al centro il cliente.

WHO’S WHO

Grazie alla neonata collaborazione tra Growing Consulting & Media e Futureberry, a partire da domani presenteremo in anteprima al World Business Forum di Milano il report realizzato da Market Revolution “Leading Innovation: Retail Store”, che potrete trovare presso il nostro desk. Questa originale analisi dedicata al panorama italiano del retail costituisce una sorta di viaggio tra i più interessanti trend d’innovazione del mondo della distribuzione, a partire dalle nuove esperienze di store apparse nella città di Milano, raggruppate in precisi percorsi tematici, nonché eccellenze del nostro paese: food, fashion, design e customer experience. Se, infatti, fino a poco tempo fa i grandi laboratori dell’innovazione del retail erano Londra, New York, Sydney, Tokyo, Shangai e Berlino, oggi questo movimento globale sta assistendo all’affermazione di un nuovo polo: Milano che si candida a non essere più follower, ma leader del cambiamento. Con il suo lavoro di analisi e interpretazione, Market Revolution ha creato una sorta di “cassetta degli attrezzi” fatta di spunti, casi e storie d’innovazione da cui lasciarsi ispirare per poter cambiare la propria visione del retail.

Futureberry è una Innovation Company che aiuta le imprese a ridisegnare il loro futuro. Con un approccio co-creativo, disegna strategie di sviluppo attraverso l’ascolto e l’analisi del contesto, sviluppa capacità d’innovazione aprendo una finestra sui nuovi trend che influenzano il mercato e sostiene progetti di cambiamento per far evolvere la cultura delle organizzazioni stimolando l’azione e la collaborazione. Market Revolution è una Inspiration Company che dà forma a nuove idee e crea strumenti per ispirare e innovare ogni giorno il business delle aziende. È un osservatorio sui trend di consumo e di business che identifica le nuove tendenze che cambiano il mercato, racconta l’impatto dei trend di consumo e i nuovi fenomeni di business promuovendo l’innovazione per stimolare all’azione. E’ parte di Futureberry. ANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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giornalista, Nel suo blog “Antenne” su Repubblica.it si occupa di media system

Matteo Dedè

nella nostra creatività il conto

purtroppo è in rosso

Fa un certo effetto vedere un film svedese, sì svedese, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”, al terzo posto tra le pellicole più amate e più viste nei cinema di pregio, qui in Europa, nel 2014. E un film polacco, la storia della novizia ebrea “Ida”, seguire a ruota, al quarto posto. I film che non ti aspetti - prodotti in Paesi che credevamo marginali - sono entrambi sopra i 500 mila biglietti staccati. E l’Italia, in questa classifica della qualità, dove si colloca? Lo stesso campione di 2.061 cinema europei dice che “La Grande Bellezza” di Sorrentino è nono con 435.085 ingressi, “Il giovane favoloso” di Martone dodicesimo, “Il Capitale Umano” di Virzì diciannovesimo. Sorrentino, Martone, Virzì sono come quelle squadre italiane che si battono bene in Champions o in Europa League anche se i loro stadi sono ormai cadenti e i settori giovanili trascurati. Sono quei talenti creativi che si impongono, nel nostro strano Paese e poi anche fuori, malgrado l’industria del cinema tricolore continui ad arrancare. Quando si tratta di elencare i “punti deboli” della nostra fabbrica della fantasia, i Ministeri dello Sviluppo Economico e dei Beni Culturali vanno avanti per ben 76 pagine del loro report, ribattezzato “Analisi strategica del settore audiovisivo”. Leggere di così tanti problemi (per i film, le fiction, le tv, i cinema, la formazione) fa una discreta rabbia se pensi che l’Italia ha in bacheca 13 premi Oscar (13) al miglior film straniero e 12 Palme d’Oro del Festival di Cannes (seconda solo agli Usa). Trionfi che arrivano più dal passato che dal nostro disordinato presente. Piccolo è bello, ci hanno sempre detto. Ma che orgoglio, quell’impresa: solo 10 dipendenti eppure è un gioiellino. L’Italia si illude che la sua economia collage di tante minuscole o medie imprese - sia ancora un modello virtuoso. Ma nel cinema come altrove piccolo è brutto e significa perdere per mancanza di benzina, di risorse. La classifica delle società leader nella produzione di film e fiction vede le italiane Taodue (quella di Checco Zalone) e Cattleya (Alessandro Siani, Stefano Sollima) alle posizioni 22 e 30, quanto a ricavi operativi. L’olandese Edam, la spagnola Mediaproduccion hanno una forza dieci volte superiore alla Taodue, la prima tricolore. E

poi ci sono le idee, anzi non ci sono. I nostri finanziamenti pubblici vanno (per il 75%) a film che sono commedie, “commedie amare” dove si ride e si piange, infine ad opere drammatiche. Siamo nel 2013. Noi italiani non sappiamo fare la fantascienza (un solo film finanziato), il thriller (appena 4 finanziamenti), i cartoni animati (3) e neppure i film di avventura (1), ormai. C’era una volta il West, e adesso? Il deficit di creatività e di soldi rende strutturalmente impossibile la scrittura di un film che ambisca a diventare un colossal, forte su scala globale. L’Italia avrà anche toccato il record di pellicole prodotte nella sua storia. Ben 194 nel 2014, ma il costo medio di produzione è fermo a 1,39 milioni. Facciamo tanti piccoli film, dunque, privi di una proiezione internazionale. E poi ci sono gli italiani che vanno al cinema, anzi non ci sono. Nel 2014, abbiamo comprato un biglietto virgola 6 a testa contro i 3,2 della Francia e i 2,6 del Regno Unito. E poi - ancora - ci sarebbe la televisione. Mediaset e Rai, che pure sono produttori e distributori di opere con le loro Taodue e RaiCinema, trasmettono molto meno titoli di quanti potrebbero. Nel 2014, la tv di Stato ha proposto solo 40 film italiani in prima serata (nessuno sulla Seconda Rete). E la banda larga? Gli italiani navigano dentro canali che ricordano quelli di Venezia, per quanto sono angusti. L’effetto è che la televisione via Internet non decolla nel Paese. Le aziende sono anche operative, con cataloghi video di pregio. Infinity di Mediaset, Tim Vision, Sky Online, Chili Tv e, dal 22 ottobre, anche la portaerei americana Netflix. Ma tutta questa gente si contende un mercato che ha avuto ricavi, nel 2014, per 40 milioni. Briciole rispetto ai 300 del Regno Unito. E poi c’è la tv della realtà. Sono quei programmi di “factual entertainment” dove l’uomo della strada è protagonista senza filtri. Una frontiera creativa nuova. Ma né Mediaset né Rai, che pure ci hanno investito, sono riuscite a vendere un solo format all’estero nel 2014. In questa situazione avvilente di export zero per certi generi sperimentali, l’Italia si scopre il maggior importatore europeo di serie estere, per le quali spende un miliardo e 60 milioni (nel 2012). La bilancia commerciale della creatività è in rosso.

SPAZIO A...

osservatorio agenda digitale 26 novembre - piazza della pilotta 4 @ roma

Agenda Digitale significa crescita e sviluppo del Paese attraverso lo sfruttamento delle tecnologie digitali, ristrutturare l’organizzazione della Pubblica Amministrazione attraverso la digitalizzazione dei processi e coinvolgere imprese e cittadini nel processo di innovazione. Agenda Digitale non è solamente un problema di governance, ma anche un problema di conoscenza, allineamento delle strategie, definizione delle priorità e alfabetizzazione di cittadini e imprese. In questo contesto l’Osservatorio Agenda Digitale si pone come un “luogo” qualificato, indipendente, duraturo e stabile nel tempo che mira ad offrire ai decisori chiave modelli interpretativi, strumenti fondati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto per attuare le opportunità offerte dall’innovazione digitale, in relazione ad alcuni grandi temi che condizionano la competitività del Paese. Il Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2015 costituirà l’occasione per rispondere criticamente a molte domande sul tema: quali e quante sono le risorse a disposizione per sostenere l’attuazione dell’Agenda Digitale italiana a livello nazionale e regionale? Come è possibile trasformare il procurement pubblico di Ict da freno a driver di digitalizzazione del Paese? Quali sono le azioni da intraprendere per stabilire efficaci partnership pubblico private nell’ambito dell’innovazione digitale? Qual è lo stato di attuazione normativa dell’Agenda Digitale a livello italiano e nei principali Paesi europei? Qual è lo stato di effettiva implementazione dell’Agenda Digitale in Italia e in Europa? Quali sono le strategie regionali di digitalizzazione e quale la loro copertura finanziaria? Il Convegno si terrà all’interno della seconda giornata del NEW Digital Government Summit organizzato da The Innovation Group, in collaborazione con l’Osservatorio Agenda Digitale, Astrid, Forum PA, Confindustria Digitale, CorCom e Agendadigitale.eu. La presentazione dei risultati della Ricerca 2015 sarà seguita da una tavola rotonda a cui parteciperanno esponenti della politica, del Governo, dell’AgID, delle Regioni e delle imprese partner dell’Osservatorio. Al termine del convegno sarà distribuito a tutti i partecipanti il Report inerente la Ricerca 2015. ANNO VI | #176 | LUNEDÌ 2 NOVEMBRE 2015


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