visioni / Duccio vitali
Poste, ecco il nostro ultimo baluardo contro l’invasione
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ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
Poste potrebbe essere l’ultimo baluardo contro l’invasione di Amazon e Google, ma deve cogliere l’occasione subito altrimenti sarà troppo tardi. Il mercato cresce, ma si può fare meglio. Il nostro limite...
i fatti del giorno
marketplace
company
media
Da oggi è attiva anche in Italia, coordinata da Filippo Ferraro
E’ partita la campagna creata a sostegno della produzione tv
Lo speach sarà tenuto dal Ceo e Co-founder, Simone Rinzivillo
Poltrona di prestigio nella concessionaria per il manager
Integrate “Accademia” ed “Expertise”, così nasce #OgilvyChange
“Quantico”: per Fox si delinea un lancio multipiattaforma
Mamadigital a SMX Milano parla di Search Engine Optimization
Massimo Martellini Head of business sport di System 24
scenario
Audiovisivo: ci vuole una regia
35 link
coverstory
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Expo 2015: come si costruisce un evento di enorme successo Terminata la manifestazione è tempo di consuntivi e di bilanci. Intervista esclusiva al Direttore Marketing della kermesse, Silvia Tracchi
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i fatti del giorno
Strategie
#ogilvychange, la nuova unit che combina l’accademia con l’expertise Nata nel 2012 nel Regno Unito per iniziativa di Rory Sutherland, Vice Chairman di Ogilvy & Mather UK, #ogilvychange da oggi opera anche in Italia, sotto il coordinamento di Filippo Ferraro, Head of Planning, per realizzare progetti di comunicazione con forte impatto culturale e sociale partendo dalle conoscenze sui principi teorici che condizionano il comportamento individuale all’atto di qualsiasi scelta e che in genere non sono considerati dalle comuni analisi di mercato. Un approccio che declina psicologia, scienze sociali e marketing di Ottavia Quartieri
rory sutherland
“N
ei momenti decisivi, le persone compiono scelte economiche che riguardano cibo, salute, investimenti o viaggi sull’onda di percezioni, sentimenti e condizionamenti sociali che spesso scavalcano la logica e che, perciò, tendono a sfuggire agli studiosi di economia”. Con queste parole il Chief Executive Officer e Chairman di Ogilvy & Mather Italia, Guerino Delfino, ha fornito un’analisi sociale e comportamentale del processo di acquisto che mettono in atto le persone al momento di tirare fuori il portafoglio e fare investimenti importanti e che possono influire non solo sulle finanze familiari ma anche sullo stile di vita. A partire da questo ragionamento, che pone alcuni punti fermi nell’esperienza di acquisto del cliente, “Ancora una volta, abbiamo voluto rompere gli schemi e inaugurare un innovativo approccio di comunicazione in Italia, integrando nei nostri progetti competenze provenienti dall’ambito delle Behavioural Sciences, per metterle al servizio di quanti vogliono promuovere cambiamenti positivi nei comportamenti sociali” ha proseguito lo stesso Delfino. Se da un punto di vista “teorico” una tra le più importanti agenzie pubblicitarie del mondo come Ogilvy & Mather ha cercato di rispon-
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guerino delfino
dere al quesito “Come può una campagna di comunicazione stimolare e favorire cambiamenti positivi nelle abitudini delle persone?”, dal punto di vista pratico, invece, è stata creata #ogilvychange, la unit italiana di Ogilvy & Mather che si propone di integrare i più recenti studi di psicologia cognitiva e sociale e di economia comporta-
mentale con le competenze in comunicazione del Gruppo. Nata nel 2012 nel Regno Unito per iniziativa di Rory Sutherland, Vice Chairman di Ogilvy & Mather UK, #ogilvychange opera anche in Italia per realizzare progetti di comunicazione con forte impatto culturale e sociale, partendo dalle conoscenze sui principi teorici che condizionano
il comportamento individuale all’atto di qualsiasi scelta e che in genere non sono considerati dalle comuni analisi di mercato. Coordinata da Filippo Ferraro, Head of Planning, la nuova unit #ogilvychange si avvale della collaborazione e dell’autorevole contributo scientifico di IESCUM - Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano. Grazie a questa partnership, il team italiano di #ogilvychange lavora già da tempo al fianco di esperti italiani e internazionali con una vera e propria unit deputata a sviluppare idee e progettualità che stimolino e favoriscano cambiamenti positivi nelle attitudini dei consumatori. Tra gli esperti, Francesco Pozzi, psicologo e analista del comportamento e docente a contratto di Behavioral Economics all’Università IULM. “Negli ultimi anni, gli studi scientifici sui fattori psicologici, cognitivi ed emozionali che impattano sulle scelte economiche dei singoli ci hanno lasciato in eredità conoscenze e tecniche che hanno amplificato in modo incredibile le capacità predittive e di comprensione del marketing - ha sottolineato Rory Sutherland, Vice Chairman Ogilvy & Mather Group UK -. La conoscenza delle piccole sfumature che modificano il modo in cui la gente reagisce in ambito locale, regionale o nazionale fa realmente la differenza nel portare il cambiamento desiderato nella società, vincendo inerzie che altrimenti richiederebbero un lentissimo lavoro di sensibilizzazione e persuasione”. ANNO VI | #177| MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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i fatti del giorno
Advertsing
Riconoscimenti
Mirafiori Motor Village, il flagship di proprietà FCA, da circa un anno ha deciso di mettere a punto una strategia commerciale per dare visibilità al modello 500X: circa 2.000 auto della concorrenza sono state vittima di un originale morso vampiresco: un magnete a forma di 500X, insieme a un gadget, realizzato con denti di vampiro, e a un simpatico messaggio
L’evento è giunto quest’anno alla sua seconda edizione e dopo aver preso in considerazione un campione di oltre 1.100 aziende Made in Italy dei settori fashion, food e forniture con un fatturato compreso tra i 30 e 300 milioni di euro, ha premiato il Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio per la “Redditività del branded business”. Superata la concorrenza di 21 marchi
#HalloweeX, l’unconventional Acqua Sant’Anna premiata tra marketing è targato Fiat 500X le eccellenze “Save the brands” di Vera Modesto
I di Ottavia Quarteri
È
trascorsa solamente da pochi giorni la notte di Halloween, ma gli abitanti di Torino e soprattutto coloro che avevano deciso di parcheggiare la propria auto nel centro della città piemontese hanno ancora fresco e vivo il ricordo di quella sera. Il motivo? L’operazione, l’ennesima potremmo aggiungere, di unconventional marketing che Mirafiori Motor Village ha deciso di mettere a punto per dare visibilità alla Fiat 500X. Circa 2.000 auto della concorrenza sono state vittima di un originale morso vampiresco: un magnete a forma di 500X, che nella grafica ricorda però proprio un vampiro, è stato posto su migliaia di vetture di marchi concorrenti di FCA, insieme a un gadget a forma di
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denti di vampiro e al messaggio “Il mio morso è solo l’inizio… HalloweeX. Ora trasformala in una 500X”. A integrazione dell’azione di guerrilla, Mirafiori Motor Village ha “spaventosamente” animato le vie del centro torinese con due Fiat 500X rosse in versione Vampiress Car che, con tanto di fumo e mantello e guidate da bellissime e seducenti Vampiresse, sono inevitabilmente diventate le protagoniste di selfie con automobilisti e passanti, condivisi poi sui social con l’hashtag #HalloweeX. Il più grande flagship di proprietà di Fiat Chrysler Automobiles quindi, ha scelto la ricorrenza più spaventosa dell’anno per sostenere, con una nuova sorprendente azione di guerrilla marketing, il lancio di un piano commerciale denominato “HalloweeX”, che prosegue con successo da circa un anno.
l premio “Save The Brands”, evento giunto alla sua seconda edizione, quest’anno dopo aver preso in considerazione un campione di oltre 1.100 aziende made in Italy dei settori fashion, food e forniture con un fatturato compreso tra i 30 e 300 milioni di euro ha premiato il Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio per la “Redditività del branded business”. La nota marca di bevande si è aggiudicata questo riconoscimento importante per la capacità di sapersi distinguere negli ultimi anni con buone performance rispetto all’andamento del settore e superare la congiuntura negativa puntando sulla creazione di valore e sulla redditività del branded business, prevalendo tra le 22 ec-
cellenze della moda, le 20 del food e le 8 dell’arredo. Così si arricchisce l’importante palmares del Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio, fondato e tuttora guidato dall’imprenditore Alberto Bertone, guadagnandosi in meno di 20 anni Sant’Anna la fama di uno dei brand tra i più apprezzati e riconosciuti brand del Made in Italy. Il valore raggiunto dal marchio Sant’Anna è oggi la chiave di volta per gli altri prodotti del Gruppo che negli ultimi anni ha diversificato la produzione con il lancio sul mercato del tè freddo SanThé e dei nettari di frutta SanFruit, concepiti con gli stessi valori del marchio ombrello Sant’Anna. Quest’ultima è leader del settore acque minerali e terzo produttore del settore bevande, un marchio 100% italiano in un comparto ad alta concentrazione di multinazionali.
Gianluca buzzegoli è responsabile marketing del gruppo sant’anna
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i fatti del giorno Aziende
BizUp tra i grandi dell’SMX Milan L’evento di confronto e dialogo tra i più celebri esponenti del panorama internazionale del Search & Social Media Marketing, in programma i prossimi 12 e 13 novembre, vedrà tra i protagonisti BizUp con interventi a tema Sea e Seo: quattro speech e una blog partnership di Vera Modesto
Social
Gianna Nannini entra nella #BlueRoom di casa Twitter domani Domani, a partire dalle ore 15, la rocker italiana sarà nell’esclusivo spazio che permette alle celebrità di comunicare con il loro pubblico
Domani a partire dalle ore 15 Gianna Nanni, la rocker italiana per eccellenza con quasi 300.000 follower su Twitter e milioni di fans in tutta Italia e non solo, sarà ospite della #BlueRoom di Twitter Italia, lo spazio esclusivo pensato per permettere alle celebrità di comunicare in modo innovativo e interattivo con il proprio pubblico. Gianna Nannini coglie in questo modo anche l’occasione per presentare e promuovere il proprio album uscito lo scorso 30 ottobre – “HitStory” – oltre che rispondere alle domande dei fan dal suo account ufficiale @GiannaNannini così come prevede il format ufficiale della BlueRoom del social network. Per interagire con Gianna su Twitter domani pomeriggio, l’hashtag di riferimento sarà #NanniniBlueRoom. Il primo appuntamento della BlueRoom, con cui è stato inaugurato nel nostro Paese, è stato lo scorso 16 ottobre in cui Marco Mengoni ha presentato i le novità sul suo progetto.
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L’SMX in programma a Milano i prossimi 12 e 13 novembre, l’evento atteso da migliaia di esperti di Search Marketing, Social Media, Mobile, Customer experience, Content Marketing e Visual storytelling vedrà BizUp protagonista di quattro interventi a tema Sea e Seo: quattro speech e una blog partnership per una due giorni di confronto e dialogo tra i più noti esponenti del panorama inter-
nazionale di questi due settori. Andrea Serravezza, Head of Advertising dell’agenzia, prenderà parte alla sessione “Ad Bidding Strategies & Bid Modifiers”, contribuendo a definire assieme ad Andrew Goodman (presidente di Page Zero Media) la strategia migliore per massimizzare il ROI sulle campagne paid search. L’intervento è previsto per il primo giorno della manifestazione, dalle 14:15 alle 15:30. Matteo Monari sarà invece il protagonista delle tre ses-
Matteo Monari
sioni a tema Seo in programma. Dalle best pratice per acquisire link di qualità alla tavola rotonda conclusiva sullo stato del Search Marketing 2016, passando per le soluzioni ai più comuni errori Seo, Monari dividerà il palco con speaker di fama mondiale del calibro di Jason White (DragonSearch), Stephan Walcher (OnPage.org), Susan Geraeds (Booking.com) e Purna Virji (Microsoft Bing). “Data l’eccezionale qualità degli interventi, il taglio internazionale dell’evento, l’alto profilo degli speaker e la numerosità degli iscritti che rendono l’SMX Milan uno degli appuntamenti annuali di settore più importanti, non possiamo che essere orgogliosi di dare il nostro contributo a quella che reputiamo un’occasione unica di aggiornamento professionale e networking per gli addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo», ha dichiarato lo stesso Monari.
Spot
Lindor, un nuovo spot per il gusto di sempre Dalla scorsa domenica Lindt è tornato in tv per la seconda volta in autunno con una nuova campagna dedicata al cioccolatino icona del brand, creato dalla passione dei Maîtres Chocolatier
Dopo la campagna dedicata a Excellence, dalla scorsa domenica - 1 novembre - Lindt è tornata per la seconda volta in televisione questo autunno con un nuovo spot dedicato a Lindor, il cioccolatino icona creato dalla passione e dall’esperienza dei Maîtres Chocolatiers Lindt e diventato ormai celebre in tutto il mondo. La pianificazione prevede una campagna da 20 secondi sulle principali emittenti generaliste e digitali, a copertura dei programmi più visti dell’autunno, tra i quali Masterchef, XFactor, Grande Fratello e Pechino Express. Il nuovo spot rappresenta l’unicità di Lindor, un momento di puro piacere, un attimo di abbandono, un istante di sogno da concedersi ogni qualvolta lo si desideri: la morbidezza delle sue forme e l’intensità del suo profumo si fondono in una boule dall’irresistibile scioglievolezza che regala ogni giorno una nuova esperienza di gusto. La pianificazione della campagna è stata curata da Media Village, il centro media del Gruppo Mario Mele & Partners che gestisce anche le media relation di Lindt in Italia, attraverso MilleEventi. ANNO VI | #177| MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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i fatti del giorno palinsesti Ogni martedì alle 21 sul canale 122 di Sky
ricerche Campagna a supporto
L’intrigante serie action dal cuore investigativo arriva in prima tv esclusiva nel nostro Paese, dopo aver spopolato negli States lo scorso anno tra le proposte più innovative
Secondo un’indagine effettuata dal sito di couponing su oltre 5.000 utenti, gli amici si “contano sulle dita di una mano”
Stasera debutta “scorpion” su axn hd, la serie contro i sabotaggi tech Il team “Scorpion”
contest “Chef Les Voilà”
La sfida creativa di Parmalat Chef ha coinvolto tutti YAM112003 ha realizzato le otto video ricette dalla quali trarre ispirazione per creare altre ricette originali e particolari “Sfida di creatività” è il concorso a premi per promuovere le nuove panne “Chef Les Voilà” (Panna classica, Panna al curry e Panna alle erbe fini): tutti gli utenti sono invitati a partecipare al contest con Maurizio&Andrea, i due famosi foodblogger di Chissenefood, e inventare delle ricette creative utilizzando il nuovo prodotto Chef. All’interno del sito dedicato all’operazione sono presenti otto videoricette i cui protagonisti sono Maurizio&Andrea. In ogni video, realizzato da YAM112003, è possibile trarre ispirazione per creare delle ricette molto particolari. I due chef, infatti, utilizzano le nuove panne “Chef Les Voilà” per aggiungere un tocco di creatività ai piatti della tradizione. Ed è cosi che, per esempio, il classico pollo al curry diventa un insolito polpo al curry. Tutti i video sono presenti sul canale YouTube di Parmalat, sulla pagina Facebook “Siamo tutti un po’ Chef” e all’interno del sito dedicato al progetto. Partecipando al concorso e inviando le proprie ricette creative si potranno vincere premi, tra cui una cena a casa con Maurizio&Andrea.
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di Ottavia Quartieri
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enio e sregolatezza, conoscenza assoluta del crimine hi-tech, approccio analitico e studio del comportamento umano, sono questi gli elementi principali di Scorpion, l’intrigante serie action dal cuore investigativo che arriva questa sera sugli schermi AXN HD (canale 122 di Sky), a partire dalle 21 con un doppio episodio. Si tratta della celebre serie televsiva di CBS Television Studios, firmata dagli stessi produttori esecutivi di Hawaii Five-0 Alex Kurtz-
man e Roberto Orci, capaci di far registrare gli ascolti più alti in America tra tutte le nuove proposte dello scorso anno in tv. Ispirato a una storia vera, Scorpion ruota intorno alle vicende del genio eccentrico Walter O’Brien e la sua squadra di giovani brillanti, ma disadattati, che rappresenta l’ultima linea di difesa contro le minacce del crimine tecnologico. Tra i membri della squadra “Scorpion” c’è Toby Curtis, un esperto comportamentista, Happy Quinn il “prodigio meccanico” della squadra e Silvestro Dodd, il guru delle statistiche. Nono-
stante questo gruppo di prodigi sia perfetto, il loro approccio con il mondo esterno al team risulta sicuramente discutibile. Per migliorarsi si appoggiano a Paige Dineen, che ha un figlio giovane e particolarmente dotato, che aiuta la squadra ad interpretare il mondo “esteriore”. Alla fine questo insieme di geni talentuosi ha trovato il suo ambiente ideale: un luogo dove possono applicare la loro intelligenza eccezionale per risolvere i casi più complessi legati alla sicurezza nazionale, ma anche aiutarsi a vicenda ad integrarsi nel mondo.
rebranding Per anni presso Cheil Italia, ora si unisce al team Account
Viviana Nannoi entra in Conversion come account
C&A Aladino cambia nome e rinforza il team di account prevedendo una crescita del +20% anche per il 2016 con fortissimi investimenti
Dopo dieci anni di attività di engagement in-store ed eventi di successo, C&A Aladino cambia nome in Conversion e rinforza il team di account in previsione di una crescita del +20% anche per il 2016. Per questo Viviana Nan-
noi si è unita al team account di Conversion, guidato dal General Manager Francesco Nenna. Seguirà importanti clienti del portfolio e si dice entusiasta di poter lavorare nella prima omnichannel agency italiana che le permetterà
di sperimentare finalmente un approccio di comunicazione integrata. Conversion vuole continuare a crescere partendo dall’investimento più importante, le persone e le competenze, per essere pronta alla sfida di integrazione.
Groupon, i veri amici sono pochi, sinceri e “reali”
I veri amici? Pochi, sinceri - anche quando la verità fa male - e sopratutto molto “reali” e poco “virtuali”. Questo è quanto emerge dalla ricerca effettuata da Groupon su oltre 5.000 utenti: il 64% dichiara di avere da 2 a 4 amici su cui poter contare, il 16% dichiara di averne solo uno e, inoltre, i veri amici hanno il coraggio di dirsi tutto, in particolare quando si tratta di questioni caratteriali (40%) o per la cura della persona (26%). Ma come vivono le proprie amicizie gli italiani? Poco sui social network (solo il 5%), ma quasi quotidianamente su WhatsApp (50%) e vedendosi di persona (34%) e, che sia fuori a cena (57% ) o a casa per una pizza (32%), i momenti migliori che si trascorrono con i propri amici sono legati al cibo e a contesti in cui poter parlare tranquillamente. La coppia di famosi che impersona meglio il concetto di amicizia è Bonolis e De Laurentis. Questa ricerca di Groupon si integra nella campagna “Dillo con un coupon” che identifica, con una landing page dedicata sul sito, le proposte più adatte da regalare ai “veri” amici. ANNO VI | #177| MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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MARKET PLACE
Piazza Italia sceglie una delle famiglie più chiacchierate del momento, oltre che una delle più social
Belen e Stefano, i nuovi testimonial per imporre il Fashion Family Brand
La Rodriguez e il marito De Martino protagonisti dell’operazione realizzata dal brand low cost per una campagna che vuole rappresentare la naturale evoluzione del marchio come sponsor della gente comune, avendo come punto di riferimento la famiglia italiana
di Vera Modesto
Piazza Italia presenta la sua nuova campagna, dal claim Fashion Family Brand, e per l’occasione sceglie una delle famiglie più chiacchierate del momento, oltre che una delle più social, anche se manca il bel figlioletto... Stiamo parlando di Belen Rodriguez e Stefano De Martino, scelti dal brand low cost per una campagna che vuole rappresentare la naturale evoluzione del brand come sponsor della gente comune, parlando della famiglia italiana in chiave fashion. La campagna è stata ideata dal direttore creativo Stefano Ginestroni e scattata dal fotografo Joseph Cardo. L’impianto dell’operazione è di prifilo multimediale e vede il coin-
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volgimento di stampa, digitale, affissioni e televisione. Sembra trattarsi di una svolta epocale nella storia della comunicazione del brand, ma in realtà non è altro che l’evoluzione naturale di un percorso iniziato cinque anni fa. Allora l’azienda scelse di posizionarsi come brand popolare, in grado di avvicinarsi e dare voce alle esigenze di tutti, proponendo claim provocatori e irriverenti - basti ricordare gli slogan “Be intelligent. jeans 14,90” o “I veri miracoli li facciamo noi” - così da presentarsi, appunto, come sponsor della gente comune. Avendo consolidato nel tempo il proprio legame con questo target trasversale, Piazza Italia intende adesso portare l’identità acquisita sul piano della moda: non solo, in-
fatti, la collezione sarà più ricercata, ma anche la campagna presenta il nuovo concept di famiglia italiana in chiave più fashion. Due celebrities, dunque, come Belen e il marito Stefano, pronte a rappresentare la nuova famiglia italiana. Hanno entrambi, infatti, un’estrazione popolare e la loro storia lo dimostra, caratterizzata un forte senso della famiglia che li ha portati a concepire un figlio a cui si dedicano con grandissimo affetto. Nello storytelling aziendale diventano rappresentativi perché ognuno di loro prima di scegliersi ha avuto un passato fatto di sacrifici, come succede a tantissime giovani coppie, di tanto impegno e dedizione per realizzare i propri sogni. Sono attenti alla loro immagine e alla cura costante del loro fisico, come tantissimi giovani, e sono un esempio per tutti coloro che a volte sono tentati di arrendersi, perché Belen e Stefano, grazie alla loro determinazione, ce l’hanno fatta. È quindi con la stessa determinazione che Piazza Italia, grazie alla scelta di questi due testimonial, intende imporsi come Fashion Family Brand. ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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UNA PIANIFICAZIONE DI SANGUE BLU
La Cinque ha l’onore di ospitare la quinta stagione di una delle serie TV più amate e seguite di sempre: “Downton Abbey”. L’intreccio di vicende e personaggi dell’aristocrazia inglese è ormai un classico che vanta ad ogni puntata innumerevoli appassionati spettatori, pronti a farsi raggiungere dalla tua pianificazione opportunamente posizionata.
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MARKET PLACE
sta per approdare sul canale la nuova serie evento già campione di ascolti negli Stati Uniti
Per “Quantico” in tv Fox costruisce un lancio in stile multipiattaforma
Partita ieri la campagna creata a sostegno di una produzione definita dalla stampa statunitense un “incrocio esplosivo” tra altre due serie di enorme popolarità e seguitissime dal pubblico, non solo americano, come “Grey’s Anatomy” e “Homeland” di Marianna Marcovich
Arriva su Fox una produzione molto attesa e di significativo successo. Si tratta di “Quantico”, la nuova serie evento campione di ascolti negli Stati Uniti, a cui il canale dedica una campagna multipiattaforma con una protagonista d’eccezione. E’ infatti quello della donna più bella del mondo il volto della campagna dedicata a “Quantico”, in onda in prima visione assoluta su Fox dal 18 novembre, definita dalla stampa statunitense un “incrocio esplosivo” tra altre due serie di enorme popolarità e seguitissime dal pubblico non solo americano come “Grey’s Anatomy” e “Homeland”. Spionaggio, lotta al terrorismo ma anche sentimenti e passioni travolgenti: sono gli ingredienti della serie che vede protagonista Pryanka Chopra, miss Mondo 2000, cantante con all’attivo collaborazioni con will.i.am e Pitbull e star di Bollywood. Al
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centro della storia un gruppo di giovani reclute dell’Accademia dell’Fbi di Quantico, in Virginia, e la minaccia del più grande attacco terroristico dopo l’11 settembre. Ideata e realizzata dal team creativo di Fox International Channels, la campagna è pianificata a partire da ieri sui principali quotidiani e maga-
zine, su radio, web e, nella sua declinazione tv, sui canali Fox e della piattaforma Sky. Previste, inoltre, affissioni e posizioni retrobus. La messa in onda di “Quantico” su Fox sarà poi accompagnata da una serie di iniziative sui social media e sul web con un minisito dedicato, contenuti speciali e curiosità. Previsto, all’interno dell’accurato piano promozionale, anche un interactive game sui social media e sul minisito dedicato, che prenderà spunto dal tema della serie: in una vera e propria corsa contro il tempo, l’utente potrà mettersi alla prova con il countdown di una bomba da disinnescare. “Quantico” è stata creata da Joshua Safran (cui si devono anche “Gossip Girl” e “Smash”) mentre uno dei suoi produttori esecutivi, Mark Gordon, è noto per il suo contributo a serie di enorme successo tra cui “Criminal Minds” e l’immancabile “Grey’s Anatomy”. ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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MARKET PLACE
La compagnia telefonica è main sponsor della nona edizione del talent show in onda su Sky Uno
Wind crede sempre di più nella musica. E nell’“X Factor”: sponsoring a 360 gradi
Una partnership ambiziosa e strutturata, attraverso la quale il gruppo vuole essere in grado di far sentire gli spettatori ancora “più vicini” al mondo della popolare trasmissione televisiva aurora ramazzotti
di Cecilia Bianchi
Wind crede da sempre nella musica ed è main sponsor di “X Factor 2015”, il talent show musicale giunto alla sua nona edizione e in onda tutti i giovedì alle 21:10 su Sky Uno HD, ai canali 105 e 108 di Sky. Una partnership ambiziosa e strutturata, attraverso la quale Wind vuole essere in grado di far sentire gli spettatori ancora “più vicini” al mondo di “X Factor”. Una collaborazione che va a toccare tutte le fasi del programma e si declina su diverse piattaforme. Wind propone ai fan del talent numerosi contenuti inediti ed esclusivi e tantissime attività online. Innanzitutto, c’è la volontà di coinvolgere il pubblico con “Wind Save”, che prova a far sentire gli spettatori più vicini al cuore del programma, coinvol-
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gendoli anche sui social. “Wind Save” offre la possibilità di salvare dal ballottaggio due concorrenti in una puntata del live show. Gli utenti hanno così la possibilità di agire direttamente nelle dinamiche del programma grazie a una sessione di voto speciale online. Con “Wind Poll” gli spettatori possono partecipare a sondaggi ironici e rispondere a domande sul mondo di “X Factor” sui canali social di Wind. In seguito, all’interno di ogni “Xtra Factor”, vengono comunicati i risultati ottenuti dai sondaggi e vengono commentate le risposte date dal pubblico durante la puntata. Alla fine di ogni Live show, sempre sui canali social di Wind, viene lanciata “Wind Bis”, una votazione per decidere quale tra i brani cantati sul palco dai ragazzi è meritevole di un “bis”. Al ter-
mine della votazione i canali social di Wind ospitano l’esclusivo contenuto video dove uno o più concorrenti interpretano il pezzo in una versione “homemade”. E sempre grazie a Wind, inoltre, il backstage di “X Factor” diventa accessibile: in esclusiva per Wind, Aurora Ramazzotti, già popolarissima sui social media, racconta agli utenti, in una serie di video esclusivi, anteprime e novità direttamente dal dietro le quinte del talent. Alla stessa Wind è dedicato un intero minisito all’interno del sito ufficiale del programma (xfactor.sky.it) dove vengono raccolti tutti i contenuti video e fotografici inediti. A queste attività si aggiunge un ADVideo inedito da 45 secondi, prodotto in esclusiva per il talent show di Sky Uno, in cui Wind ripercorre le emozioni di tutti i protagonisti e vincitori delle ultime edizioni di “X Factor”, raccontando la vicinanza della marca ai talenti, al palco e alla musica, grazie anche all’offerta All Inclusive Music, con 2 Giga e la musica illimitata by Napster. Proprio con questo spot Wind ha lanciato in tv l’esclusivo concorso per vincere i biglietti per assistere alla finale di “X Factor”, il 10 dicembre, al Mediolanum Forum di Milano-Assago. ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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Finito Expo 2015, si tirano le somme di una manifestazione dall’esito clamoroso
Un successo NON annunciato sul fronte economico, nella comunicazione, nei numeri: come l’Esposizione ha fatto centro
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ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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di Aureliano Roio
e Daniele Bologna
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na lunga coda non poteva che essere così… ha tenuto a battesimo il dopoExpo. Dalla mattina al tramonto migliaia di persone hanno preso d’assalto il Museo delle Culture, scelto per ospitare la festa finale di Expoincittà. Alle 17:30 di domenica scorsa, quando già in 4.730 avevano visitato le collezioni e le mostre, è stato necessario chiudere i cancelli e invitare la gente a non mettersi in coda. Una conferma di quanto, già in mattinata, aveva detto Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano: «Questo è un museo che entrerà nel cuore della gente in poco tempo». E continuerà l’esperienza di Expo in città, capace di allineare 50 mila eventi in sei mesi. Il palinsesto di Natale sta già prendendo forma, a cominciare dalla Prima “diffusa” della Scala per finire con il concertone di San Silvestro in Piazza del Duomo. Del Corno ha poi anticipato che un’iniziativa analoga animerà tutti i fine settimana del 2016 e sarà riproposta continuativamente nei tre mesi estivi per accompagnare la 21ª Esposizione della Triennale. Anche Vicente Loscer-
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tales, segretario generale del Bie, sempre al Mudec, ha tirato la volata all’evento: «L’anno prossimo a Milano, per sei mesi, avremo l’Esposizione Triennale e ci aspettiamo molto, perché è un prodotto tipicamente lombardo, il centro del design del mondo». Quanto al successo di Expo, Loscertales ha detto: «Non era possibile fare un’Expo in Italia e a Milano senza avere successo». E ancora: «Expo è un esempio di come in Italia si possano fare cose straordinarie». Il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha confermato: «Da domani si riparte, con un nuovo modello di Expo in città, ma sempre con un brand attrattivo come quello di questi mesi. Credo sia stata una grande intuizione - ha aggiunto -, che Expo potesse non essere relegata solo nel sito». E all’indomani della «chiusura fantastica, bella, emotiva», per usare le parole di Loscertales, dell’Esposizione Universale, si riparte subito con gli incontri per il post Expo e con il Bie per la chiusura dell’evento. In tutto, domenica 1 novembre, oltre ai visitatori del Mudec, sono stati staccati altri 15 mila ingressi gratuiti in occasione della “Domenica al Museo”, l’iniziativa promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, a cui il Comune ha aderito.
Un’immagine simbolo: l’albero della vita
E spunta l’idea di organizzare un grande spettacolo per la riapertura (di quello che resta) del sito espositivo il prossimo primo maggio, insieme alla tentazione di forzare un po’ e tentare un evento anche per la notte di Capodanno; gli sponsor sarebbero pronti a re-
stare e a fare la loro parte. Già una decina di giorni fa il commissario di Expo, Giuseppe Sala, aveva annunciato che l’Albero della Vita sarebbe rimasto al suo posto dopo la chiusura dei cancelli e il commissario di Padiglione Italia, Diana Bracco, aveva elen-
cato i numeri del successo di questa installazione per rafforzare la tesi: «L’Albero non si tocca. Ci sono stati 15 milioni di spettatori che hanno seguito i 2.160 show andati a rotazione durante i sei mesi, più di 250 immagini postate su Instagram, l’hashtag #alberodellavita
che ha addirittura superato quello #alberodinatale». Poi, durante la cerimonia di chiusura, c’è stato l’inatteso endorsement del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha dedicato una parte del suo discorso all’Albero «che rappresenta simboli-
camente l’eredità di questo evento» e che è «un’immagine ormai divenuta familiare che mi auguro rimanga come testimonianza della rete di intelligenze e di solidarietà che Milano ha messo in campo nell’arco di questi mesi». Mattarella ha fatto riferimento a
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L’apprezzato padiglione della Francia ciò che l’Albero simboleggia e che stava alla base del concept del direttore artistico Marco Balich: «Le radici ben solide del passato e i rami aperti al futuro». L’ipotesi, dunque, è quella di organizzare un evento per il primo maggio, a un anno dall’apertura di Expo,
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quando torneranno utilizzabili alcuni spazi in attesa che parta il progetto di riqualificazione complessiva dell’area. L’altra idea è, nel frattempo, di pensare a festeggiare, invece che in Piazza Duomo, proprio davanti all’Albero l’arrivo del 2016, con uno spet-
tacolo ad hoc e musica. Il problema, in questo caso, è pero logistico perché bisognerebbe capire come far arrivare e come riportare a casa le persone che potrebbero partecipare. Per il mantenimento dell’Albero, intanto, si stanno muovendo anche gli sponsor: i tre
che hanno garantito la realizzazione dell’opera, Orgoglio Brescia, Coldiretti e Pirelli, sarebbero pronti a proseguire nel loro impegno economico per una decina di anni. Zone off limits Ma mentre si pensa al fu-
turo di alcune strutture, sono iniziati i lavori per lo smantellamento. Sono state transennate alcune zone che diventeranno off limits e sono state spostate le panchine per liberare il decumano e consentire, in prospettiva, ai Paesi di entrare con i camion e portare via
scatoloni o parti dei padiglioni soprattutto a quelli che hanno già individuato la destinazione finale dei loro spazi. Ieri mattina qualche decina di dipendenti di Expo, la stragrande maggioranza dei quali è ora in cerca di lavoro, hanno firmato il contratto che
li impegna ancora qualche mese: alcuni fino a dicembre, altri fino a giugno, a seconda delle competenze, per gestire proprio i lavori di smantellamento. E sempre da ieri il commissario Sala è tornato con la sua segreteria ad occupare l’ufficio di Via Rovello,
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mentre lo staff che resta attivo si trasferisce nei locali di Molino Dorino. Si apre un’altra pagina, insomma. Quanti “gufi”! La pagina, invece, chiusa, riguarda l’esito di una manifestazione che era partita parecchio in sordina e che ora sta celebrando un successo davvero clamoroso. A maggio, ancora prima che a Rho si aprissero i cancelli, il coro era univoco: “Expo 2015 sarà un insuccesso”, “I lavori non sono finiti”, “Nessuno andrà a vederlo”, “Costa troppo e non è educativo”. L’opinione pubblica italiana, invece, ha reagito in modo diverso all’Esposizione Universale di Milano, come conferma l’analisi compiuta in questi mesi da Catchy, Alkemy Lab, ONB Analytics e DTOK Lab nell’ambito del progetto Smart Culture. Oltre 735 mila hashtag analizzati, oltre 620 mila post monitorati, oltre 130 mila account privati studiati per cogliere i sentimenti profondi, meno visibili nei talk show. Dei risultati positivi di Expo 2015 si è parlato tanto, e meglio di quello che si poteva sperare alla vigilia, con le osservazioni positive a prevalere sulle pur numerose critiche, dapprima sui lavori, infine sulle code per gli accessi. Ma Expo ha appassionato gli italiani, che ne
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hanno discusso, ma l’hanno apprezzata. Da giugno a settembre sono stati monitorati i quattro principali social media - Facebook, Twitter, Instagram, YouTube - con i big data a fare da cronista digitale, seguendo ogni giorno chi passeggiava sul Decumano di Expo commentando dal cellulare. L’hashtag più utilizzato è #Expo2015, utilizzato per 168.015 volte, a riprova che il brand di Giuseppe Sala e dei suoi è stato accolto dalla comunità come distintivo preciso. Twitter registra un trend in costante crescita dall’inizio della manifestazione, Instagram invece una lieve flessione, per l’uso di numerosi hashtag alternativi, nel tentativo di raggiungere il più alto numero di utenti.
Il party finale
Di cosa si è parlato Ma di cosa hanno parlato gli italiani a proposito di Expo 2015? Di tante cose: Amministrazione, Turismo, Gastronomia, Economia, Piante, Cibo, Trasporto, Agricoltura, Ingegneria e Ambiente. L’obiettivo di Expo 2015, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, è raggiunto ed eclissa ogni polemica d’avvio. Cibo, agricoltura sostenibile, ingegneria agricola e ricerca di nuove forme di colture a basso impatto ambientale dominano la word cloud Expo 2015 senza rivali. ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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Ora si pensa al “dopoExpo” “Amministrazione” è dunque tema più discusso su tutti i social media, a eccezione di YouTube, dove trionfa “Turismo”, tema fisso al secondo posto: se Expo dove esportare il turismo Made In Italy nel mondo, ci siamo. Su Instagram è “Gastronomia” a occupare il secondo gradino del podio, il social delle foto è l’ideale per chi condivi-
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de le gustose foto dei piatti tipici, un altro punto andato a segno. L’onda lunga degli scandali legati a Expo e dei ritardi sui lavori non è però passata inosservata agli utenti dei quattro maggiori social media, e spesso “Amministrazione” e anche “Turismo” sono collegate a critiche radicali. Si parla con un’accezione più positiva di “Salute” e “Ambien-
te” e, oltre le polemiche, l’impegno sulle agricolture sostenibili ha colpito nel segno. Gli account ufficiali di Expo Milano 2015 sono riusciti a occupare la scena, guadagnando consensi alla kermesse italiana. Su Twitter gli account con il maggior numero di connessioni sono Expo Milano 2015, Padiglione Italia e CocaCola4Expo, che neutralizzano
gli scontri interagendo con i cittadini. Seguono in classifica i tre padiglioni che hanno colpito il mondo digitale: Stati Uniti, Europa e Israele. Per Instagram, maggior numero di connessioni per Expo Milano e Giuseppe Sala, il commissario unico di Expo 2015, poi i padiglioni Usa ed Europa. Facebook premia, invece, Expo 2015 Milano,
Pavillon Monaco e Swiss Pavilion. Lo scorso luglio, il social contest “Perché vorreste visitare Expo?” premiava la risposta più originale, con il premio di un tour di Expo con lo stesso commissario Sala come cicerone. Hanno vinto una mamma comasca, che ha risposto “Per dimostrare al mio bimbo che Beppe Sala esiste davvero” e una
mamma trevigiana con “Perché sono il padiglione che manca… allatto mio figlio da 10 mesi”. Successo o no, quindi per Expo Milano 2015? L’analisi, considerato anche il tono delle conversazioni, tra conviviali e di attrito politico calcola nel 23,3% dei post una connotazione negativa, mentre il 77%, ha un’accezione positiva o neutra. Expo 2015 appassiona e divide, non lascia indifferenti, non persuadendo un quarto degli utenti, che però hanno deciso spesso di visitare comunque i padiglioni, per decidere del proprio dissenso in prima persona. YouTube ha il record “filo Expo”, con solo il 12,9% di conversazioni negative, seguito da Facebook, 18,4%, e Twitter, con il 23,3%. Polarizzato Instagram, con il maggior numero di conversazioni negative, 24,5%, e il maggiore numero di positive, 37,7%. In media, 53% di conversazioni positive, 47% di conversazioni negative, escludendo le neutre. Discussione continua Dunque, tra le folle continuamente in attesa al Decumano, appassionati dibattiti online, maggioranza di “okay” e discussioni continue su qualsiasi argomento inerente la manifestazione, il web premia Expo 2015 Milano. Chi un
anno fa, guardando, appunto, il Decumano, l’asse che attraversa Expo da Est a Ovest, avesse profetizzato che in così pochi mesi sarebbe stato percorso da oltre ventuno milioni di visitatori, sarebbe stato preso per matto. Quel cantiere zavorrato dal fango, in cui anche i camion faticavano a muoversi, che per di più rischiava di affondare tra le inchieste giudiziarie, sembrava un luogo senza speranza. Invece, in una mattina di fine ottobre che sa già d’estate di San Martino, dal maxi-schermo nell’ufficio del commissario Giuseppe Sala, due ore prima dell’apertura ufficiale un fiume di teste si snodava lungo il chilometro e mezzo che ospitava i padiglioni dei 130 Paesi partecipanti. Nelle ultime settimane prima della chiusura la progressione degli accessi è stata costante: oltre 200 mila al giorno, più di un milione la settimana. Persone in molti casi consapevoli di essere a Rho solo per mettersi gioiosamente in coda, come testimoniano le attese di sette ore e più per il mitico padiglione del Giappone, o il serpentone sul cardo per entrare a Palazzo Italia. Più che un fenomeno internazionale, si è trattato di un caso italiano: quindici milioni le presenze dei connazionali contro le sei de-
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gli stranieri. La formula di un tale risultato è riassunta in quattro parole: partecipazione, identità, personalizzazione e ripartenza. «C’è un grande bisogno di esperienze, di condivisione - osserva il filosofo Franco Bolelli, critico verso i contenuti di Expo, ma curioso di indagarne le leve profonde -. È come mettersi in coda per l’ultimo iPhone. Si avverte il bisogno di essere nel luogo di cui parlano tutti, di avere un proprio punto di vista sul tema del giorno, per poter dire, un domani, io c’ero». Chi non si accontenta di una spiegazione limitata all’effetto emulativo è il sociologo Francesco Morace: «Certo, in molti siamo andati per farci un giro del mondo pop, per trascorrere una giornata non in una sagra di paese, ma in un luogo esotico e sprovincializzato, dalla Colombia all’Angola, passando per Corea e Brasile. E non è un caso che uno dei gadget di maggior successo sia stato proprio il passaporto – commenta -. Ma in questa progressione, in questa presa di coscienza cresciuta nel corso dei mesi, trovo anche la sfida di emergere, il desiderio di una nuova identità di Paese. Il sommerso italiano, sia dal lato degli espositori, sia da quello dei visitatori, ha espresso in modo chiaro la voglia di riconoscersi e
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La “nuvola” di Expo 2015
di essere riconosciuto. Non è stato un fuoco d’artificio transitorio, ma la costruzione duratura di un nuovo immaginario collettivo, sprigionatasi dall’energia positiva del cibo». La terza chiave Una terza chiave è stata la capacità di questo immaginario di strutturarsi su molti livelli diversi. Non c’è stata una sola Expo, ma centinaia, e ognuno ha potuto personalizzare il proprio menu: «A fianco alle multinazionali e alla diplomazia degli Stati abbiamo avuto i volontari della cascina Triulza - afferma ancora Morace -, mentre gli innovatori hanno trovato spunti nel supermercato del futuro di Carlo Ratti, i bambini nel plastico del padiglione Zero, e i ragazzi, grazie all’ingresso ridotto serale, hanno trasformato Olanda e Belgio in luoghi di convivialità». Visioni diverse che hanno saputo convivere. Alla fine, il numero dei visitatori ha superato la soglia fatidica dei 20 milioni, che marcava la riuscita o meno dell’evento. Merito anche di quasi 7 milioni di stranieri e di circa 2 milioni di scolari. Sono quelle del giorno di picco, sabato 10 ottobre, quando tra i padiglioni non si riusciva quasi a camminare. La settimana da record è sta-
ta quella dal 5 all’11 ottobre, con 1.243.701 ingressi in sette giorni. Per la prima volta in un’esposizione universale, l’Africa è stata il continente più rappresentato, con 39 Paesi. Ben 50 i capi di Stato transitati da Rho, ma anche persone comuni: in tanti, in questi mesi, hanno firmato la Carta di Milano, il documento con gli impegni sui temi profondi di Expo, consegnato il 16 ottobre
a Ban Ki-moon. Nel frattempo, le stime elaborate prima dell’avvio di Expo 2015 calcolavano l’impatto dell’evento sull’economia italiana attorno allo 0,2% del Pil, che uno studio di Confcommercio dello scorso marzo quantificava in circa 2,7 miliardi di euro. Giunti al termine dell’Esposizione, in virtù dei risultati raggiunti, alcune proiezioni si spingono a ipotizzare anche uno 0,3%
o addirittura uno 0,4% del Pil. Il calcolo tiene conto non soltanto dell’effetto economico più diretto ed evidente (i 21,5 milioni di biglietti venduti o le consumazioni all’interno del sito di Expo), ma anche delle voci economiche correlate: presenze turistiche aggiuntive, spese in ristoranti e negozi, commesse per le aziende, posti di lavoro generati. C’è poi un valore aggiunto di Expo, al momen-
to non quantificabile, che deriva dai contatti e dalle commesse generati per gli anni a venire a favore delle aziende italiane che, attraverso la sua piattaforma, hanno potuto farsi conoscere e incontrare delegazioni da tutto il mondo, composte da istituzioni e imprese. Molte aziende che hanno lavorato per realizzare l’Esposizione, o che sono state ospitate al suo interno, hanno già ricevuto
proposte o sottoscritto contratti per Expo Dubai 2020, così come molti manager e tecnici che hanno lavorato per la società Expo 2015. Ventimila lavoratori A Expo hanno lavorato in questi sei mesi circa 20 mila persone tra addetti alla sicurezza e alle pulizie, hostess e stewart, cuochi e camerieri, interpreti, tecnici e operai. Grazie agli accordi siglati dai sindacati con
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alcune agenzie per il lavoro (Manpower, Openjobmetis e Gi Group) per 5 mila di loro si apriranno ora percorsi di formazione mirati al ricollocamento in altri impieghi una volta conclusa l’Esposizione. Ci sono, poi, le aziende che hanno lavorato per Expo: ditte di costruzioni, aziende dell’arredamento, fornitori, bar e ristoranti. È presto per fare una stima di quanto è stato incassato. Possiamo citare il caso del gruppo Cir Food, che si è aggiudicato l’appalto per gestire ristoranti e bar delle aree di servizio del sito e che stima in 17 milioni di
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La cerimonia conclusiva
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euro i ricavi nei sei mesi. O del Catalogo dei fornitori realizzato da Camera di Commercio ed Expo spa (un elenco di 1.340 aziende italiane messo a disposizione dei Paesi partecipanti), attraverso il quale sono state transate attività per un valore di circa 28 milioni di euro. Proprio sul fronte delle ricadute per le imprese, Expo 2015 ha segnato una grande novità nella storia delle Esposizioni Universali, attraverso un sistema di incontri B2B tra aziende italiane e delegazioni estere che ha fatto scuola. Secondo il presidente della Came-
ra di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, sono oltre 40 mila gli incontri d’affari che si sono tenuti all’interno dei singoli padiglioni, in città o sul territorio lombardo. A organizzarli sono stati i padiglioni stessi, le associazioni industriali o di categoria, gli enti istituzionali. La stessa Camera di Commercio milanese (con Regione e Unioncamere Lombardia) ne ha organizzati quasi 15 mila, coinvolgendo oltre 12 mila imprese italiane e straniere e delegazioni da 110 Paesi. Il solo Padiglione Italia ha dato a 16 mila incontri B2B, 50 business forum e
400 tavoli tematici. All’interno di Cibus, il padiglione di Federalimentare, si sono invece tenuti 5 mila incontri d’affari, mentre The Waterstone di Intesa Sanpaolo ha funzionato come vetrina per la promozione di 530 aziende che hanno presentato i loro prodotti ai visitatori e a clienti selezionati. Impatto sul turismo Sul fronte turismo, gli ultimi dati diffusi dal Comune di Milano si riferiscono a settembre e parlano di 910 mila presenze, il 35,3% in più rispetto dello stesso periodo 2014. Tra maggio e settembre gli arrivi
(con pernottamento) in città sono stati 3,8 milioni (oltre la metà dall’estero), una cifra record per il capoluogo meneghino, raggiunta certamente grazie al traino di Expo e alla programmazione culturale e di intrattenimento offerta per l’occasione, con un palinsesto di migliaia di eventi raccolti sotto il “cappello” di Expoincittà. I primi a beneficiarne sono stati gli alberghi milanesi, con un tasso di occupazione delle camere salito dal 75% del settembre 2014 all’89% di settembre 2015. Come per i visitatori del sito di Expo, anche le presenze turistiche in città sono partite in sordina e han-
no registrato un’impennata a partire dai mesi estivi, con un boom in agosto (+49%). Dati confermati anche da Confindustria Alberghi, che da maggio in avanti ha registrato un incremento costante nel tasso di occupazione delle camere e del ricavo medio. Per quanto riguarda l’indotto economico, nel suo complesso, generato da Expo sul territorio lombardo, la Camera di Commercio di Milano ha stimato in 100 milioni le ricadute nei primi quattro mesi, mentre nel solo mese di settembre, e nella sola città di Milano, parla di quasi 50 milioni di euro. Inoltre, secondo Visa Euro-
pe, tra luglio e agosto i turisti stranieri hanno speso quasi 190 milioni di euro, il 29% in più dell’anno scorso. Secondo la Coldiretti, i visitatori dell’Esposizione hanno speso, per raggiungerla, visitarla, mangiare e dormire durante il soggiorno, 2,3 miliardi. Non mancano tuttavia le voci critiche, con alcune associazioni di commercianti del centro di Milano che hanno lamentato una riduzione degli affari, rispetto alle previsioni ma anche rispetto all’anno precedente, a causa soprattutto dello “spostamento” della movida serale dal centro città al sito di Rho.
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Come si costruisce un successo da 21 milioni di visitatori Intervista esclusiva a Silvia Tracchi, Direttore Marketing, Entertainment & Showtime Events di Expo 2015 Expo 2015 è stato un successo, questo è un fatto. Nei prossimi giorni, avremo sicuramente tempo per capire meglio quali siano stati gli elementi di maggiore interesse legati alla manifestazione. Se è vero o meno, come ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che Expo abbia “definito il cibo e l’alimentazione come lingua comune dei popoli” e così via. Nel frattempo, però, non possiamo non sottolineare come l’aspetto organizzativo della kermesse sia stato, sotto ogni punto di vista, il fiore all’occhiello di un evento organizzato, occorre ricordarlo, partendo con quasi un anno di ritardo rispetto alle fisiologiche tabelle di marcia. Un ruolo chiave nel definire, ottimizzare e portare al successo Expo Milano 2015 lo ha avuto di certo il marketing legato all’evento. Innanzitutto, costruendo la visitor’s experience e cioè il “contenuto” della manifestazione, poi nella definizione della strategia di supporto alla vendita dei biglietti a livello nazionale e internazionale. 360com ha intervistato Silvia Tracchi, Direttore Marketing, Entertainment & Showti-
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me Events di Expo 2015, per conoscere meglio i dettagli di un evento dall’accentuata complessità. Come si stabiliscono le strategie di marketing di un esposizione universale? «Abbiamo sempre lavorato basandoci sulle ricerche di mercato, per identificare il target, fare il profiling, costruire i contenuti della manifestazione, costruire la strategia di ticketing e creare le campagne di comunicazione e promozione nazionali e internazionali. Sono del parere che si venda bene ciò che si conosce bene e soprattutto a chi si conosce bene: la conoscenza e la quantificazione dei potenziali visitatori sono stati aspetti fondamentali poiché impattanti su una serie di attività: dalla pianificazione delle attività di marketing e comunicazione, appunto, alla gestione di aspetti legati alle operations del sito espositivo fino alla quantificazione degli impatti economici finanziari dell’evento. Quindi, prima di ogni altra cosa, abbiamo strutturato un articolato piano di ricerche di mercato, qualitative e quantitative, ripe-
tute nel tempo, in modo da ιdentificare i target di riferimento, le loro caratteristiche e le loro aspettative; approfondire il quadro sulla percezione in termini di awareness, immagine, posizionamento, appeal e brand equity dell’evento; testare i concept di comunicazione e di offerta tematica mirata (ticketing, percorsi tematici, ristorazione, pacchetti turistici, etc.) che la società ha man mano sviluppato e su cui ha costruito una customer experience davvero soddisfacente per i bisogni e le aspettative dei visitatori; stimare i visitatori nazionali e internazionali, includendo bacino di provenienza geografica, profilazione socio-demografica e modalità di partecipazione all’evento; segmentare, profilare e clusterizzare i target di visitatori nazionali e internazionali. Infine, durante i sei mesi di apertura del sito espositivo abbiamo realizzato ricerche “on site” al fine di rilevare i giudizi per ottimizzare l’offerta e per identificare i motivi del successo dell’evento e la sua eredità futura. E posso dire che i dati sono stati incredibilmente positivi».
silvia tracchi
Ma vi siete occupati anche di molto altro… «Abbiamo lavorato moltissimo anche sulla strategia di Licensing & Merchanding attraverso cui abbiamo supportato la costruzione del posizionamento “di eccellenza” dell’evento attraverso le attività di co-branding, mentre la mascotte Foody ha creato grande empatia con il pubblico, non solo quello dei bambini. Abbiamo supportato l’ingaggio di oltre 50 partner e sponsor con cui sviluppare piani di co-marketing per creare awareness sulla manifestazione e diffondere i valori del brand Expo Milano 2015. Poi c’è stato il “Progetto Scuola”, dove si è partiti con un piano di engagement per l’Italia degli Uffici Scolastici Regionali e Territoriali, dei docenti e dirigenti, coinvolgendo anche Paesi stranieri limitrofi ritenuti “strategici” per vicinanza territoriale come Francia e Svizzera. La stima iniziale di partecipazione era di 2 milioni di studenti, ma si sono verificate presenze da record di scuole di ogni ordine e grado che hanno reso Expo Milano 2015 l’evento più “partecipato” da parANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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te delle scuole; e sono certa che quella soglia è stata ampiamente superata». Quanta parte del marketing è stata digitale? Le attività di marketing digitale si sono concentrate soprattutto sulla promozione della vendita di biglietti come supporto alla strategia ticketing implementata da Expo. In particolare, sono stati attivati i canali della piattaforma Facebook per segmentare il target, e di Google, scelto per la sua capacità di engagement del navigatore. Nello specifico gli investimenti si sono concentrati su GDN (Google Display Network), AdWords (search) e YouTube (Pre-roll e MastHead). Il presidio di questi canali ha generato più 600 milioni di impressions. Ma nel complesso, sul nostro portale abbiamo avuto dal 1° maggio a oggi 30 milioni di utenti unici, 45 milioni di sessioni di navigazione e oltre 200 milioni di visualizzazioni. E gli eventi? Per quanto riguarda gli eventi, abbiamo lavorato a tutti i livelli, gestendo eventi istituzionali, di intrattenimento, dibattiti intorno al tema. Abbiamo ospitato e gestito oltre 120 “national days”, il momen-
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12
mila
gli spettatori che hanno scelto di presenziare al concerto tenuto a expo da francesco de gregori
to più importante per i partecipanti, in cui i Paesi celebrano la propria cultura e le proprie tradizioni alla presenza delle più alte cariche istituzionali del proprio Paese. Oltre a questo, in Expo si sono tenuti il Forum Mondiale dei Ministri dell’Agricoltura e quello dei Ministri della Cultura. Ma gli esempi sono innumerevoli, dalla visita di Bono che insieme al premier Matteo Renzi ha partecipato a Expo per raccontare il World Food Program fino al record della pizza più lunga del mondo (1 km e 600 metri, ndr) preparata e consumata tutta sul Decumano. In definitiva, abbiamo cercato di coinvolgere il visitatore offrendo eventi particolari e irripetibili. L’ultimo dei tanti concerti in cartellone, quello di Francesco De Gregori, ad esempio, ha portato oltre 12 mila persone all’interno dell’Open Air Theater, ma ci sono state anche ben 80 serate in compagnia di Cirque du Soleil che ha creato uno spettacolo straordinario in esclusiva. Non abbia-
Successo senza ombre, anche online
6,2
mln
la società Blogmeter ha misurato la presenza social dell’Esposizione Universale, basandosi su dieci mesi di dati. Positivo il “sentiment” e buone le performance dei canali ufficiali. Ma nessuna traccia del tema e pochi commenti legati ai partner
nel corso dei dieci mesi della manifestazione gli italiani hanno espresso oltre 6,2 milioni di messaggi
mo ancora fatto tutti i conti, ma sappiamo che gli eventi realizzati in Expo sono stati all’incirca 6.000». Qual sarà la legacy di Expo 2015? Il nostro paese ha dimostrato di fare sistema quando lo vuole veramente. Anche senza tenere conto degli innumerevoli attestati di stima giunti da tutte le delegazioni istituzionali internazionali che hanno visitato Expo, non possiamo che trarne un bilancio positivo. Abbiamo potenziato i trasporti, incrementato il turismo, avuto un impatto nella nostra economia nazionale; e contribuito a rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo. Questo è quanto ci dicono le ultime ricerche di mercato. E questa è certamente legacy. Sul piano individuale, è stata un’esperienza straordinaria, arricchente, formativa e gratificante. Abbiamo lavorato sette giorni a settimana senza sosta, con turni infiniti e sotto una grande pressione ma ne è valsa davvero la pena».
Il monitoraggio realizzato da Blogmeter Durante il semestre della manifestazione, sono state 4,3 milioni le citazioni raccolte, mentre il picco assoluto di messaggi è arrivato con la cerimonia di inaugurazione
Diciamoci la verità: per quanto si possa essere critici e puntare il dito sui singoli episodi di inefficienza, peraltro inevitabili ovunque quando si ha a che fare con un evento di tali proporzioni, qualunque discussione sull’Expo appena concluso non può che partire da un’inconfutabile constatazione: l’Expo di Milano è stato un successo. Enunciato l’assioma, in questi primi giorni del dopo evento possiamo “solo” tentare di capire me-
glio che tipo di successo sia stato. Analizzare, cioè, le variabili qualitative oltre a quelle numeriche per evidenziare, ad esempio, cosa pensano se e quanti degli oltre 21 milioni di visitatori della manifestazione sono rimasti soddisfatti della visita. E’ quanto ha fatto Blogmeter, azienda leader nella social media intelligence che ha analizzato dieci mesi di dati relativi a Expo 2015 e ai suoi partner dall’inizio del 2015 al 31 ottobre, giorno della
chiusura dei cancelli, per effettuare una misurazione dettagliata del parlato online e delle performance dei profili ufficiali. Complessivamente, si tratta di un totale di 6,2 milioni di messaggi italiani raccolti su social media e social network, condivisi da più di 1,2 milioni di utenti. Durante il semestre della manifestazione, sono state 4,3 milioni le citazioni raccolte, mentre il picco assoluto di messaggi è arrivato con la cerimonia d’inaugura-
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Tutti in coda per il Giappone Padiglione Italia, tanti zione del 1 maggio, giornata durante la quale il buzz online ha raggiunto quota 350mila citazioni. I numeri di Facebook, Twitter e Instagram Un’altra certezza inconfutabile circa il successo di Expo è che non è accaduto per caso, ma è il frutto dell’impegno quotidiano di migliaia di persone che vi hanno lavorato. Anche per quanto riguarda i social media, con una strategia editoriale risultata costante nel tempo e basata sulla qualità dei contenuti, che ha permesso di alimentare le conversazioni e stimolare la partecipa-
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zione degli utenti tenendo sempre alta la soglia dell’attenzione sull’evento. Prova ne è che a spopolare sul web sono stati sopratutto i profili social ufficiali di Expo che hanno totalizzato in pochissimo tempo numeri da capogiro: innanzitutto, la pagina Facebook, tra tutti, l’ha fatta da padrone con quasi 5 milioni di interazioni, la maggior parte delle quali raccolte durante l’inaugurazione e con la prima accensione dell’Albero della Vita, e 900 mila fan, ingaggiati nel trimestre prima dell’inizio, grazie ad attività di advertising mirate ed efficaci.
Anche su Twitter le performance sono state ottimali con più di un milione di interazioni, giunte in massa con l’inizio della manifestazione e riattivate nei mesi successivi grazie alla promozione delle numerose attività realizzate nel sito espositivo, come i concerti che si sono tenuti all’Open Air Theatre a settembre. I new follower generati da Twitter sono invece stati la metà rispetto a Facebook, poco più di 410 mila, mentre gli hashtag più utilizzati dagli utenti sono risultati #Expottimisti, #Expoidee e #NationalDay. Il canale rivelazione è sta-
to tuttavia Instagram che, con la condivisione delle numerosissime foto dello spettacolo dell’Albero della Vita, buona parte delle quali repost dei contenuti degli utenti, ha generato 7,3 milioni di interazioni e 250 mila nuovi follower, conquistati principalmente nel mese prima dell’inizio e in ottobre, grazie alla pubblicazione massiva di foto da parte dei numerosissimi visitatori. Sul social delle immagini, gli hashtag che hanno creato maggiore engagement oltre a #expo2015 sono stati quelli che avevano come protagonisti proprio gli utenti; ne sono
apprezzamenti
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un esempio #faccedaexpo e #expodellagente. Una citazione la merita l’attività di social caring messa a punto durante i sei mesi di manifestazione tramite il profilo Twitter @AskExpo, che ha offerto un supporto puntuale e alimentato la percezione tra gli utenti di una presenza continuativa. Sentiment positivo, ma ignorati partner e messaggio Grazie al motore semantico proprietario, Blogmeter ha anche analizzato il sentiment relativo a Expo, rilevando nel complesso una maggioranza di opinioni positive (il 54%, versus il 46% di negative). In realtà, l’andamento del sentiment è stato piuttosto altalenante e non sempre la rete è stata benevola nei confronti di Expo, come conferma Federica Leogrande, Marketing Eecutive di Blogmeter: «Nella prima fase, ancor prima dell’apertura dei cancelli, i temi dai quali sono scaturite più conversazioni sono stati soprattutto i problemi legati ai ritardi e agli scandali giudiziari, la polemica iniziale sui contratti non regolari e il famoso corteo no expo della vigilia. Ma una volta che la manifestazione è entrata nel vivo e le persone hanno avuto modo di visita-
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re il sito espositivo e partecipare agli eventi in loco, l’attenzione nelle conversazioni si è spostata tutta su questi aspetti». A farne le spese, nella percezione degli utenti è stato il tema portante di Expo 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, di cui sui social non c’è traccia: «A parte nella fase preapertura, in cui questo argomento è entrato in alcune piccole polemiche che hanno interessato anche i social, possiamo dire che non sia stato praticamente trattato. Allo stesso modo, l’argomento cibo in senso lato, ha avuto poca presa. Ad attirare l’attenzione degli utenti online sono stati soprattutto i partecipanti illustri, l’Albero della Vita, le discussioni sui padiglioni e, come è ovvio, negli ultimi giorni soprattutto sulle interminabili code» ha spiegato Leogrande. Infine, tra gli elementi più interessanti ma forse un po’ deludenti per i diretti interessati, c’è il dato sulle conversazioni che hanno riguardato o in cui sono stati co-citati i partner della manifestazione: solo l’1% dei messaggi ha riguardato in qualche modo le aziende sponsor. Tra di esse, le più citate, forse per il loro valore logistico, sono state, nell’ordine, Tim, Ferrovie dello Stato e Alitalia.
SuperManager In questa foto il commissario unico di Expo 2015, Giuseppe sala, ripreso durante il suo intervento alla cerimonia che ha concluso la manifestazione milanese. per il manager ci sono stati grandissimi apprezzamenti da parte di tutti gli addetti ai lavori e dei commentatori
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L’Italia che “fa sistema” una suggestiva immagine della cerimonia conclusiva di expo 2015. la manifestazione ospitata da milano era partita davvero in sordina, tra polemiche, rischi di flop, scandali legati alle procedure d’appalto dei lavori. invece, alla fine, il successo è stato clamoroso, oltre ogni aspettativa
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COM PANY Si avvicina uno dei più importanti eventi internazionali nell’ambito digital COM
Mamadigital protagonista a SMX Milan , speech sulla Search Engine Optimization
Interverrà Simone Rinzivillo, Cto & Co-Founder dell’agenzia, giovedì 12 novembre, alle ore 11:50 nell’ambito della sessione “The Latest In Advanced Technical SEO” simone rinzivillo
di Davide De Vecchi
L’edizione italiana 2015 del Search & Social Media Marketing Expo (SMX) è alle porte e la città di Milano si prepara a ospitare, per il terzo anno, quello che si identifica come uno dei più importanti eventi internazionali nell’ambito Digital. Or-
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ganizzato da Business International - Fiera Milano Media in collaborazione con Third Door Media, l’SMX 2015 è in programma nelle giornate dell’11, 12 e 13 novembre. Un appuntamento che si preannuncia particolarmente stimolante, tanto dal punto di vista degli argomenti trattati quanto cir-
ca i nomi degli speaker. Dopo l’esperienza positiva nel 2014, Mamadigital sarà presente anche quest’anno, con uno speech sulla Seo che Simone Rinzivillo, Cto & Co-Founder dell’agenzia, terrà giovedì 12 novembre alle ore 11:50 nell’ambito della sessione “The Latest In Advanced Technical SEO”. Il fulcro dello speech firmato Mamadigital ruoterà intorno all’analisi delle best practice per affrontare le principali ottimizzazioni Seo di carattere tecnico che ci si trova a dover realizzare quando si lavora su siti con infrastrutture complesse e rivolte ai mercati internazionali. «Rinnoviamo la nostra partecipazione all’SMX di Milano perché crediamo nel valore di questo evento che stimola il confronto, la condivisione di esperienze e quindi l’arricchimento professionale - spiega Simone Rinzivillo -. Quest’anno all’evento, insieme a me, parteciperanno in veste di attenti osservatori tre specialist dell’agenzia, referenti dei Team Sem, Social e Digital Pr. Sarà interessante al nostro rientro condividere l’esperienza con i colleghi, considerandola uno spunto per formulare nuove strategie». ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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sundar pichai
Le novità della società che detiene il 30% del mercato mondiale di semiconduttori e microprocessori
La visione del gruppo MediaTek ispirata dall’Internet delle Cose I microchip dell’azienda taiwanese sono presenti in moltissimi dei prodotti che utilizziamo ogni giorno, dallo smartphone al televisore, passando per tablet, console e set-top-box
di
Sebastiano Zeri
Potreste non averne mai sentito parlare, eppure i suoi microchip sono presenti in moltissimi dei prodotti che utilizziamo ogni giorno, dallo smartphone al televisore, passando per tablet, console e set-top-box. Si chiama MediaTek il colosso taiwanese che oggi detiene il 30% del mercato mondiale nel campo dei semiconduttori e dei microprocessori. Al recente Executive Forum di Londra, l’azienda ha avuto l’occasione di fare il punto sul presente e sul futuro del mondo della tecnologia connessa. A partire, inutile dirlo, dagli smartphone, visto che entro il 2020 si prevede che l’80% delle persone adulte in tutto il mondo abbia in tasca almeno uno di questi “supercomputer tascabili”, come li ha definiti Johan Lodenius, a capo del settore marketing. Il busi-
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Mountain View potrebbe già essere al lavoro da tempo
Chrome e Android insieme, ecosistema unico per dominare la convergenza di Davide De Vecchi
ness dei cellulari, almeno in termini di componentistica, è in fortissima espansione, visto che in meno di un anno e mezzo la stessa MediaTek è passata praticamente da zero a 150 milioni di chip Lte, quelli che permettono agli smartphone di connettersi a velocità 4G. Ma se lo smartphone del futuro punterà tutto su sensori sempre più avanzati, per interagire con il nostro corpo e con ciò che ci circonda, e un’esperienza fotografica molto vici-
na a quella di una macchina reflex, il grosso degli investimenti, nei prossimi anni, andrà verso il mondo dell’Internet delle Cose, ovvero tutti quegli oggetti d’uso quotidiano, dall’orologio al forno, dal termostato alla serratura di casa, che presto saranno connessi in rete e capaci di parlare tra di loro. Secondo gli ultimi dati, infatti, gli sviluppatori attivi in questo campo, che dai 300 mila del 2014 sono passati ai 4,5 milioni del 2015, sa-
ranno più di dieci milioni tra solo cinque anni. Motivo per cui MediaTek ha appena rilasciato due kit di sviluppo dedicati a HomeKit, il linguaggio per oggetti connessi sviluppato da Apple e principale concorrente di Brillo, l’alternativa ideata da Google. Ma sono firmati MediaTek anche i processori all’interno dell’ultima linea di tablet Fire Amazon, compresa la nuova Fire Tv, dotata di un processore quadcore a 64bit che consente
di gestire senza problemi lo stream video in qualità 4K e tutte le funzionalità cloud come la ricerca vocale di Alex, l’assistente vocale della compagnia fondata da Jeff Bezos. «Il presente è ancora fatto di tanti gadget separati uno dall’altro puntualizza Lodenius -, ma nel futuro avremo dispositivi davvero unificati, capaci non solo di scambiarsi dati, ma di condividere risorse hardware e software, con interfacce semplici da usare e prezzi alla portata di tutti».
Dicono gli esperti che la rivoluzione di Google sta procedendo verso un sistema operativo universale, valido sia su computer sia su smartphone. A governare tutti i dispositivi sarebbe Android, al momento sotto la lente dell’Antitrust Ue. Secondo la ricostruzione del quotidiano statunitense The Wall Street Journal, la società, entro il 2017, potrebbe unire in un unico ambiente tecnologico ChromeOS e Android, al fine di realizzare un ecosistema omnicomprensivo, di enorme potenza e capillarità. Fautore della convergenza è Sundar Pichai, ora capo di Google dopo la costituzione della holding Alphabet. Sempre secondo la testata economicofinanziaria americana, che ha dedicato ampio spazio alla questione, sarebbe in realtà Chrome a confluire in Android, che oggi è il sistema operativo più usato nel mondo: a parere dell’equipe di esperti della società Strategic Analytics, Android è montato attualmente sull’85% degli smartphone. ChromeOs, invece, secondo i dati della società Idc, sarebbe a bordo solamente del 3% dei computer di Google, i Chromebook. La convergenza in un unico sistema operativo oltre a essere un sogno e una semplificazione per molti utenti avrebbe anche una forte natura commerciale. Infatti, la combinazione dei due sistemi operativi significherebbe un’ulteriore espansione di Android su computer portatili e desktop, con il supporto diretto a Google Play Store, cioè l’equivalente di Apple Store, il negozio digitale su cui comperare film canzoni, app e libri. ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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ME DIA
La campagna stampa è curata da McCann e pianificata sui mezzi del Gruppo 24 Ore
Terminata l’esperienza con Sport Network si apre un nuovo capitolo che avrà durata quadriennale
In edicola con il quotidiano di Confindustria un’incantevole conversazione a distanza con l’amico saggio, ironico, affettuoso che tutti vorremmo avere
poltrona di prestigio per il manager all’interno della concessionaria del Gruppo 24 Ore: sarà suo compito curare i progetti di sviluppo nel settore sportivo della struttura, che ha l’incarico di advisor della Nazionale. particolare attenzione, inoltre, sarà prestata agli sport, in primis golf e tennis, vicini al target del sole
L’estro di Andrea Camilleri viene raccontato con “Segnali di fumo” di Luca Anelli
Corruzione, volgarità, populismo becero, disoccupazione, scontro sociale, impoverimento del Paese. Sono questi alcuni dei numerosi temi che lo scrittore Andrea Camilleri affronta in totale libertà, a seconda dell’estro del momento, nelle sue riflessioni, molte delle quali sono state pubblicate sul Domenicale del quotidiano Il Sole 24 Ore all’interno della rubrica “Posacenere”. E ora il volume “Segnali di fumo” va in edicola con Il Sole 24 Ore: da domenica scorsa raccoglie, in una sequenza sapientemente “narrativa”, questi brevi scritti, attraverso i quali lo scrittore siciliano di Porto Empedocle osserva la realtà con attenzione, leggendo e interpretando l’attualità con quel distacco e quell’ironia che lo caratterizzano da sempre. Ma, a tratti, la sua è anche una penna malinconica a
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cui tocca fare i conti con lo scorrere ineluttabile del tempo: “… il tempo è una giostra sempre in funzione. Tu sali su un cavalluccio o un’automobilina, fai un bel po’ di giri, poi, con le buone o con le cattive, ti fanno scendere”. In compagnia delle sue irrinunciabili sigarette, con cui ha un rapporto molto particolare - al punto tale da liberarsene dopo poche, ampie boccate - Camilleri svela di non aver perso il gusto del racconto disteso, dell’aneddoto rivelato-
re. E, accompagnati dal suo ritmo letterario intenso ma di facile comprensione, è probabile incontrare personaggi del tutto sconosciuti o addirittura famosi: importa poco, da lui sono trattati esattamente alla stessa stregua. Tante sono le domande che lo scrittore ormai novantenne ancora si pone con coraggio ma, alla fine, almeno una certezza viene fuori: “Voler volare alto è proposito assai rischioso. Meglio, molto meglio, stare sempre coi piedi per terra e tentare d’alzarsi facendo saltini di volta in volta sempre più elevati”. Il volume “Segnali di fumo”, edito dalla Utet, sta, dunque, affrontando l’edicola con Il Sole 24 Ore da due giorni, a 6,90 euro più il prezzo del quotidiano. E la campagna stampa a sostegno dell’iniziativa editoriale è stata curata dall’agenzia McCann e pianificata sui mezzi del Gruppo 24 Ore.
Nuovo incarico per Massimo Martellini: diventa Head business sport di System 24 massimo martellini
di Daniele Bologna
Massimo Martellini ha fatto ingresso nella concessionaria System 24 come head business sport. L’arrivo del manager pare volersi inqua-
drare in un progetto di sviluppo in ambito sportivo avviato dopo l’acquisizione dell’incarico di advisor della Nazionale italiana di calcio, in collaborazione con Infront, già annunciato lo scorso marzo. Questo incarico ha durata di quattro anni e nella visione di System sul progetto ci sarebbe la volontà di guardare a tutti quegli sport vicini al target del Sole 24 Ore, tra cui spiccano golf e tennis. La concessionaria
guidata dall’amministratore delegato Ivan Ranza, intanto, avrebbe anche chiuso i primi nove mesi dell’anno con un fatturato pubblicitario in linea con i risultati del semestre, a loro volta in crescita dell’8,7% rispetto all’analogo periodo 2014. Prima di approdare in System 24, Martellini ha lavorato dal 2002 a oggi all’interno di Sport Network, la concessionaria dei quotidiani Tuttosport e Corriere del-
lo Sport oltre che dei magazine del gruppo Amodei. In questa sede ha svolto l’incarico di amministratore delegato fino allo scorso maggio, per poi assumere quello di vice presidente, lasciando la poltrona di a.d. ad Aldo Reali. Il manager, infine, è anche presidente della federazione delle concessionarie, Fcp, e il suo mandato è stato confermato per la terza volta nello scorso mese di luglio. Proseguirà fino al 2017.
La stagione è partita a pieno ritmo e i canali sportivi Rai sono in prima linea a registrarne le vicende
E’ proprio il caso di dirlo: tutto lo sport invernale passa da RaiSport
In diretta, in esclusiva in chiaro e in HD tutte le gare della Coppa del Mondo di Sci Alpino 2015/16. La prima tappa è stata sul ghiacciaio austriaco di Solden, dove rai sport ha documentato il trionfo di federica brignone di Nicolò Franceschi
La stagione è partita a pieno ritmo e Rai Sport è in prima linea. I canali sportivi della Rai trasmettono in diretta, in esclusiva in chiaro e in HD, tutte le gare della Coppa del Mondo di Sci Alpino 2015/16. La prima tappa è stata sul ghiacciaio austriaco di Solden, dove Rai Sport ha potuto documentare il trionfo di Federica Brignone che ha dominato lo slalom gigante femminile battendo la favorita Mikaela Shiffrin.
La Coppa del Mondo di Sci Alpino riprende proprio questa settimana a Levi, in Finlandia, e proseguirà poi fino a marzo. Molto attesi gli appuntamenti nelle località italiane, con la classica discesa in Val Gardena sulla pista Sasslong, gli slalom in Alta Badia sulla magica Gran Risa, lo slalom in notturna sulla mitica 3Tre sul Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio, in Trentino Alto Adige; la discesa libera in Lombardia sulla pista Compagnoni di Santa Caterina
Valfurva; e poi le Tofane di Cortina d’Ampezzo e, infine, La Thuille in Val d’Aosta. Le finali si svolgeranno in Svizzera, a St. Moritz, dove si assegneranno tutti i titoli iridati. Tutta la manifestazione è trasmessa in diretta da Rai Sport 1, in simulcast con RaiSport 2 e in HD sul canale 557, garantendo una copertura totale dell’evento. Rai ha inoltre acquisito i diritti di trasmissione della Coppa del Mondo di Sci Nordico, Snowboard, Salto con gli Sci, Combinata Nordica e FreeStyle. ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
SC N RIO
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Si continua a dibattere sulla proposta di un Centro Nazionale per il Cinema e l’Audiovisivo, a garanzia di tutti gli interventi per il settore
“Cinema: Direzione Centro”, ribadita da Firenze la richiesta di un Ente per supervisionare il settore
Si discute su come organizzare al meglio le necessità di un’industria ritenuta centrale per l’economia del Paese. E della compatibilità con il sistema italiano di un ente amministrativo. di questo tema si é parlato nel corso di un convegno organizzato nell’ambito di france odeon rosa maria di giorgi
di Daniele Bologna
La senatrice Rosa Maria Di Giorgi, componente della commissione Istruzione a Palazzo Madama, e altri quarantasei senatori tra cui Sergio Zavoli, nello scorso luglio avevano firmato una proposta di legge volta alla creazione di un Centro Nazionale per il Cinema e l’Audiovisivo, ovvero di un ente pubblico amministrativo che vada a garantire tutti gli interventi riguardanti il settore cinematografico, la cui industria è centrale per l’economia di un Paese. Di questa necessità e della sua compatibilità con il sistema italiano, se n’è parlato ampiamente a Firenze nel convegno “Cinema: Direzione Centro”, organizzato nell’ambi-
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to di France Odeon, il Festival del Cinema Francese, giunto quest’anno alla settima edizione. Attualmente, il cinema in Italia - regolato ancora da leggi degli anni ‘60 - è sostenuto dallo Stato tramite il FUS (il Fondo Unico per lo Spettacolo) e il tax credit, i cui fondi provengono dalla fiscalità generale e le competenze attribuite a una moltitudine di soggetti, senza un efficace ente di collegamento che realizzi una politica coerente e uniforme del settore. Istituendo, invece, un organismo competente come il Centro Nazionale per il Cinema e l’Audiovisivo, si andrebbero a unificare le competenze, oltre a elaborare le politiche del settore, avendo così risorse certe e, soprattutto, una capacità di re-
azione immediata rispetto alle questioni che di volta in volta si creano nel comparto, anche in relazione ai cambiamenti tecnologici, all’evoluzione dei mercati e delle politiche europee,. In più, ci sarebbero autonomia di budget e autofinanziamento della gestione. Fino ad oggi, poi, in Italia si è saputo, e si sa, davvero poco di tutto quello che può riguardare la nascita, lo sviluppo e la futura esistenza di un’opera cinematografica anche se per realizzarla, distribuirla e trasmetterla si utilizzano soldi pubblici. Con il prelievo di scopo ci sarebbe, invece, un meccanismo di determinazione delle risorse per il cinema e l’audiovisivo attraverso l’assegnazione all’organismo competente (il CNC, appunto) di una piccola quota degli utili realizzati da chi guadagna con la diffusione di cinema e audiovisivo: televisioni, internet, telefoniche e la sala cinematografica. Ci vorrebbe un Registro Inoltre - come si legge nella proposta di legge - è prevista l’istituzione di un Registro Cinematografico presso il Centro Nazionale per il Cinema per
fare in modo che “tutti gli atti e i contratti, nonché i diversi sostegni nazionali, regionali ed europei riguardanti la vita di un’opera cinematografica, siano trasparenti”. Ispirandosi, poi, al mediatore del cinema che in Francia esiste dal 1982 - ci sarebbe, poi, anche un ufficio di conciliazione, con lo scopo di vigilare sulla libera circolazione delle opere risolvendo eventuali questioni relative ai rapporti tra distributori, programmatori ed esercenti, oltre a tutta una serie di sanzioni per chi trasgredisce, prima non previste. Spiega Andrea Purgatori, giornalista e sceneggiatore, membro del CdA della Siae e coordinatore nazionale dell’Associazione 100 Autori: «Quest’anno, gli autori dell’audiovisivo sono riusciti ad avere il 236% di risultato, pari a settanta milioni di euro. La musica è aumentata, invece, solo del 4%. Negli ultimi due anni abbiamo fatto una grande battaglia, portando in tribunale i player che non pagavano i profitti agli autori, perché molti di loro hanno fatto solo profitti senza restituire nulla e questo è bene che si sappia. Chi non paga le tasse in Italia, toglie
una grande quantità di denaro - ha precisato. - Abbiamo sempre guardato i francesi con ammirazione, portano una civiltà a noi sconosciuta. Ne abbiamo condiviso molte cose in tal senso, ma a noi italiani è sempre mancata una visione. La possibilità di avere una legge che ci tuteli è un’opportunità straordinaria, non da copiare ma da imitare. Così facendo, l’audiovisivo potrà essere libero dal mecenatismo ministeriale che oggi invece decide se darci o meno i soldi» ha aggiunto. Il valore delle immagini «In un momento in cui il valore delle immagini ha assunto un ruolo di primaria importanza, si rischia di far perdere alle nuove generazioni la memoria del proprio cinema e la capacità di conoscere la forza della narrazione per immagini - dichiara Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna. - E’ necessaria, più che mai, la conservazione delle sale cinematografiche e il recupero delle stesse, luogo di aggregazione e di celebrazione dell’arte cinematografica». Nel cor-
so del convegno - moderato da Francesco Ranieri Martinotti, presidente di France Odeon - sono poi intervenuti anche François Hurard, responsabile degli affari culturali del Ministère de la Culture et de la Communication, David Kessler, ex presidente del CNC, Pascal Rogard, della Sacd, Dragoslav Zachariev, neo addetto dell’audiovisivo dell’Ambasciata di Francia, e Anne-Dominique Toussaint, produttrice, tra gli altri, dei film italiani “Miele” e “Per amor vostro”, e del francese “Les deux amis”, esordio alla regia di Louis Garrel, presentato in anteprima italiana a Firenze. Tra i presenti, anche il premio Oscar per il film “The Artist”, Michel Hazanavicius, per il quale il CNC in Francia «è un posto strategico di cui gli autori, e non solo loro, non possono farne a meno». Da Roma, in collegamento streaming dalla Casa del Cinema, c’erano le associazioni Anac e 100autori che hanno già collaborato insieme alla realizzazione della clip delle Giornate degli Autori sull’urgenza di una legge cinema e sul prelievo di sco-
po - che hanno seguito con attenzione il dibattito. Al termine c’è stato anche l’intervento di Ettore Scola, che ha espresso il timore che un Centro Nazionale la cui governance risenta troppo della presenza ministeriale, possa porre dei rischi, in Italia, di mancanza di trasparenza nelle scelte. Rivoluzione francese? Non c’è mai stata... «La rivoluzione francese, da noi, non c’è mai stata - ha detto provocatoriamente Scola la stiamo ancora aspettando. La chiusura è stata, infine, di Purgatori: «L’audiovisivo è strategico per qualsiasi Paese: non è un costo, ma un investimento che porta altra ricchezza. Impiega oltre duecentomila persone e l’idea di avere una nostra legge è molto importante», ha aggiunto Purgatori. «Sentiamo questo ritardo» l’affermazione conclusiva della senatrice Di Giorgi, anche lei presente assieme a Marco Follini, presidente dell’APT, con un auspicio: «Entro la primavera, andremo ad avere il testo e una nuova legge del cinema».
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Dall’automotive all’abbigliamento, sono molte le partnership che preparano la rivoluzione dello “smart payment” guidata dalla società
ogni oggetto che sarà connesso potrà essere utilizzato per i pagamenti. Parola di MasterCard
da tempo attivo nella fintech (l’area delle tecnologie finanziarie), il colosso usa ha presentato la scorsa settimana alla conferenza di Los Angeles “Money 20/20” i prototipi che faranno della iot dello shopping una realtà del prossimo futuro di Valentina Lunardi
Il concetto di fare acquisti in qualunque luogo ci si trovi attraverso device connessi come smartphone e tablet dopo essere stato un trend in crescita, sta raggiungendo anche in Italia la posizione di pratica di shopping quotidiana, o perlomeno non certo stupefacente. L’idea, invece, che possa essere l’oggetto stesso del desiderio d’acquisto dei consumatori a essere connesso e acquistabile attraverso modalità ecommerce rappresenta ancora un’ipotesi futuristica, ma la cui realizzazione sembra sempre più vicina nel tempo. Di progetti nell’ambito dell’Internet of Things, la definizione entro cui si prospetta una realtà iper-connessa in cui qualunque device, dal telefono alla lavastoviglie, sono connessi a internet, se ne parla sempre più spesso e, secondo dati pubblicati da Cisco, entro il 2020 vi saranno oltre 50 miliardi di oggetti connessi nel mondo. A soli cinque anni dallo scenario prospettato dalla società di ricerca, è quindi naturale che diverse realtà si stiano preparando ad affrontare la prossima rivoluzione delle modalità dello shopping globale, non da ultimo un gigante dei pagamenti come MasterCard. Un designer da red carpet per creare lo “smart dress” Lo scorso 26 ottobre Mastercard ha presentato un nuovo programma, Commerce for Every Device, che permetterà di portare i canali di pagamento delle società su un ampio insieme di categorie di prodotti degli ambiti automotive, fashion, technology e wereables, con l’obiettivo di offrire alle persone la possibilità di fare
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acquisti attraverso una nuova molteplicità di canali assicurando alti standard di sicurezza. Il programma sarà attivato grazie al supporto di partner specifici, che possano rispondere alle diverse problematiche che ogni area di prodotti presenta: dal produttore di automobili General Motors, quindi, al designer Adam Selman, dall’innovatore tecnologico Nymi alla compagnia di gioielli “smart” Ringly, fino al bluetooth locator TrackR. Famoso per essere uno dei designer preferiti della pop star Rihanna, Selman per la sua collaborazione ha coprogettato con MasterCard una nuova generazione di wereable di pagamento: un vestito “payment-enabled” e una collezione di accessori pensati per fare shopping senza estrarre la carta di credito. Ospite speciale della presentazione di questi inediti canali di pagamento fashion e dei prototipi realizzati dagli altri partner alla conferenza Money 20/20, avvenuta la scorsa settimana a Las Vegas, il designer ha raccontato al New York Times le motivazioni della partecipazione a questo futuristico progetto: “MasterCard mi ha lasciato strada libera; l’idea più che essere quella di realizzare uno specifico prodotto, riguardava il porgetto di cambiare il modo in cui pensiamo all’azione di pagare per qualcosa, che è esattamente il compito vero e proprio dei designer: spingersi oltre i confini, pensare a cosa verrà dopo”. La partnership tra MasterCard e Selman include la realizzazione di guanti e occhiali da sole, oltre alla collezione degli “smart dress”; e questa collaborazione fashion-tech potrebbe fare il suo debutto nel 2016, al prossimo Met Ball (l’attesissimo evento del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York, che si tiene tradizionalmente a maggio) il cui tema sarà, appunto, quello di come la tecnologia stia trasformando la moda. Durante la conferenza Money 20/20, MasterCard ha rivelato anche i primi risultati delle altre collaborazioni avviate, che comprendono braccialetti (Nymi) e anelli (Ringly), tutti in versione smart payment. “Oltre a cose che possono essere effettivamente indossate e che funzionano da canali di pagamento alternativi a carte e contanti, MasterCard è anche al lavoro con General Motors e TrackR per realizzare un portachiavi bluetooth che possa riunire in un unico device portafoglio, chiavi e ogni altro oggetto quotidiano indispensabile, ma soprattutto essere connesso e capace di realizzare pagamenti” ha sottolineato la piattaforma di lifestyle e moda statunitense Refinery29.
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Non solo prototipi: una visione che MasterCard vuole lanciare nella realtà “Mentre sempre più ‘oggetti’ diventano connessi, i consumatori avranno infinite possibilità quando si tratta di come pagare i propri acquisti, e tutti i loro dispositivi dovranno lavorare insieme senza problemi -, ha affermato durante la conferenza Ed McLaughlin, direttore Emerging Payments Officer di MasterCard - Questo programma elimina i confini di come facciamo shopping, offrendo un’esperienza di pagamento digitale sicuro per praticamente qualsiasi cosa: anelli, fitness e bracciali intelligenti, portachiavi, abbigliamento, e tutto ciò che riserverà il prossimo futuro”. Il progetto è un’estensione dei programmi MasterCard Digital Enablement Service (MDES) e Digital Enablement Express (Express), che accorciano le distanze per realizzare la vision della società per cui ogni dispositivo diventerà nel futuro un dispositivo commerciale. Sulla spinta di questa proiezione, MasterCard punta a porsi come una società leader sul tema di come la tecnologia wereable stia alimentando pagamenti senza soluzione di continuità e sempre più smart, per sviluppare sistemi di sicurezza più solidi e all’avanguardia. Come osserva il magazine digitale PSFK (autore con MasterCard di una serie di contenuti intitolata “Future of Digital Safety &Security: A Consumer Guide”), “secondo un sondaggio condotto da MasterCard sulla sicurezza dei pagamenti condotto nel maggio 2015, il 77% dei consumatori ritiene che le nuove tecnologie nel settore dei pagamenti stiano avendo un impatto positivo sulla sicurezza personale. Mentre il concetto di ‘dispositivo
Tecnologia di pagamento all’ultima moda La collaborazione con la star del design Adam selman ha dato vita a una collezione di abiti e accessori che potrebbero fare il proprio debutto nel 2016 all’annuale met ball, l’evento organizzato dal metropolitan museum di ny
come ID’ sta appena iniziando a emergere all’interno del mercato, esso offre chiari vantaggi per il consumatore, naturalmente preoccupato per la sicurezza dei propri dati personali, ma che non vuole essere gravato da complicate operazioni e procedure”. MasterCard ha collaborato con NXP e Qualcomm Incorporated per sviluppare la tecnologia di pagamenti sicuri per dispositivi e accessori, e per il momento, solo le MasterCard emesse attraverso Capital One saranno supportate su piccoli dispositivi e accessori connessi, con il lancio dei primi prodotti programmato negli Stati Uniti per il prossimo anno. Una novità che ha attirato la curiosità e il positivo interesse di varie testate di settore alla presentazione di Los Angeles, come ha mostrato anche l’articolo pubblicato da The Verge: “L’obiettivo è quello di rendere i pagamenti - naturalmente, attraverso le carte di credito - i più semplici possibili. Invece di dover avere un dispositivo specifico in mano, MasterCard vuole che utilizziate semplicemente i tasti che si trovano già indosso a voi o l’anello che è già sul vostro dito. In tal modo, si comincia raggiungere il prossimo step del boom dei gadget collegati. MasterCard, insomma, immagina un mondo in cui la sua tecnologia permetterà anche all’abbigliamento di effettuare pagamenti in maniera semplice”.
ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015
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Arriva la svolta, perché le foto, ormai, non bastano più. Una redazione raccoglie i filmati migliori su un determinato tema e li presenta come se si trattasse di una televisione on demand.
L’ultimo episodio di “The Walking Dead” ha rapito l’attenzione di oltre 18 milioni di spettatori americani, una cifra importante di questi tempi. E non meraviglia che la statunitense Amc abbia prontamente confermato quel che già si sospettava: la seguitissima serie avrà almeno un’altra stagione, la settima. L’emittente che trasmette “The Walking Dead” continua, dunque, a mietere successi dopo “Mad Men” e “Breaking Bad”. Chissà se anche l’annunciata “Preacher”, fresca di primo trailer, cavalcherà l’onda, confermando la fortuna del canale.
Instagram, arriva un canale video
Per “The Walking Dead” quota sette
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tecnologie
Apple Tv presente anche in Italia Dopo i pre-ordini, è ufficialmente disponibile in Italia la Apple Tv di quarta generazione. E’ la scatoletta-decoder che, attaccata alla tv fa diventare il salotto di casa multimediale. Quest’ultima versione del dispositivo è apparentemente simile agli altri modelli, ma all’interno ha tante novità sia hardware sia software. A partire da tvOS, il sistema operativo che governa il dispositivo, basato su iOS, quello di iPhone e iPad: permette di installare app terze create dagli sviluppatori, semplicemente andando sull’App Store del dispositivo.
ANSA.IT
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classifiche
I miliardari più generosi al mondo
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Il ranking elaborato dal World Economic Forum, in collaborazione con Business Insider e Wealth-X: ecco l’elenco dei miliardari che hanno donato di più in beneficenza in tutto il mondo.
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al museo di storia naturale un’esposizione di incredibile bellezza, per ripercorrere oltre un secolo d’avventura Duccio Vitali ex partner di Bain, dal 2012 è amministratore delegato di Alkemy, società fondata con Riccardo Lorenzini per offrire consulenza digitale alle imprese. Il punto di partenza della riflessione è la penetrazione dell’ecommerce in Italia, pari al 3,5% del mercato retail: numeri che impallidiscono davanti al 22% del Regno Unito al 10% della Francia e anche al 9% della media Ue. E adesso il rischio reale è quello di venire spazzati via dai colossi come Amazon e Google che stanno ampliando i loro modelli di business per aggredire nuove fasce di mercato. A cominciare dalle vendite alimentari. Il gigante dell’ecommerce ha messo l’Italia nel mirino: per ora si limita a vendere alcuni prodotti basilari come la basta oppure il vino, ma è solo il primo passo. Entro qualche anno potrebbero lanciare anche qui il servizio “Fresh” con la consegna di cibi freschi, per ora attivo solo in California e a New York
visioni
di
Matteo Dedè
poste, il nostro ultimo baluardo
contro l’invasione Poste è l’ultimo baluardo contro l’invasione di Amazon e Google, ma deve cogliere l’occasione subito altrimenti sarà troppo tardi. Il mercato cresce , ma si può fare meglio. Il nostro limite non è il digital divide, ma le competenze. Gli addetti ai lavori devono ragionare su come raggiungere quell’enorme fatta di mercato che oggi non compra online. Molte aziende faticano a capire cose può rappresentare per loro il digitale. Non è fatto solo di ecommerce, ma anche di comunicazione, rapporto con fornitori e distributori, ottimizzazione dei costi. E’ un mondo nuovo che ancora si fatica a capire e spesso di banalizza. I colossi internazionali, in Italia, troverebbero un mercato fertile e nessuna concorrenza: il settore è troppo frammentato e le vendite alimentari valgono meno dell’1% contro il 4,4% della Gran Bretagna e il 3,6% della Francia. Per Tesco, che rappresenta il caso migliore, le vendite online valgono il 4 miliardi, il 5,2% del fatturato complessivo. Per Wallmart sono 10 miliardi, circa il 2% del totale. In Italia siamo ancora a zero: Esselunga fattura appena 100 milioni
su 7 miliardi e Coop è appena partita. Amazon Fresh e Google Express, con due modelli diversi, nel medio termine spazzerebbero via tutta la concorrenza, anche se il modello di Google Express potrebbe aiutare i negozi di piccole dimensioni, fornendo loro tutti gli strumenti per diventare digitali senza cambiare una virgola. Intanto, il calo strutturale del servizio postale universale ha accelerato i cambiamenti all’interno di Poste e in un settore dove la gestione della logistica è tutto, sarebbero un attore perfetto. Hanno già un rilevante traffico online con oltre 15 milioni di visitatori mensili del sito, hanno la capillarità e l’estensione della rete e un servizio di pagamento diffuso come PostePay. Inoltre entrerebbero in un mercato in crescita aiutando le piccole e medie imprese del settore alimentare e riqualificherebbero il ruolo del postino. Certo entrare in un comparto così comporterebbe dei rischi, ma le capacità e le competenze Poste le ha già. Il core business dei servizi postali è in continuo calo e l’entrata in campo di nuovi operatori è solo una questione di tempo.
Dal 1888 la National Geographic Society ha come missione e statuto l’esplorazione scientifica del mondo che ci circonda, la protezione delle culture, delle civiltà passate e delle risorse naturali; e la divulgazione delle sue scoperte attraverso le leggendarie pagine del National Geographic Magazine. Nei 127 anni della sua storia Nat Geo ha promosso imprese memorabili, dalla scoperta di Machu Picchu, in Perù, fino alla recente impresa di James Cameron, arrivato ad esplorare il fondale della Fossa delle Marianne. Ora, una mostra in 150 immagini ripercorre la storia della Society dalla sua fondazione ai giorni nostri, attraversando gli eventi che hanno reso immortale la cornice gialla del National Geographic e ricordando gli straordinari protagonisti dell’epopea dell’esplorazione del Novecento, dal viaggiatore artico Robert Peary all’archeologo Hiram Bingham, da Jacques Cousteau a Dian Fossey, da Jane Goodall ai Leakey, la famiglia di paleoantropologi più famosa del mondo. Tutto documentato dai grandi fotografi che hanno contribuito a raccontarci il mondo dalle pagine del magazine. Un viaggio emozionante attraverso diverse sezioni che conducono il visitatore al ritrovamento di civiltà perdute, alla conoscenza di popoli e culture diverse, alla scoperta di nuove specie. La mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Museo di Storia Naturale di Milano e da National Geographic Italia. Curatore Marco Cattaneo. ANNO VI | #177 | MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015