visioni / simone arcagni
Le giuste strategie per un nuovo mercato televisivo
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ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
Una cosa è sicura: l’effettivo “sbarco” in Italia di Netflix ha prodotto una serie di riflessioni sul ruolo dei broadcaster e sul video on demand, nonché sul peso di sistemi mediali differenti...
i fatti del giorno
marketplace
company
media
Prosegue la tendenza che dovrebbe portare l’anno a quota zero
Fox International Channels porta il tema a IF! Italians Festival 2015
Ha funzionato la prima raccolta fondi sulla piattaforma inglese
Sono passione, business e charity a spingere il magazine del Sole
Nielsen: pubblicità a +1% nei primi nove mesi del 2015
La paura prende vita e trasforma i fumetti di Azaceta in serie tv
Bidtotrip vola su Seedrs: raccolte più di 130.000 sterline
Le ragioni per cui How to Spend It punta anche sull’arte
scenario
Una risonanza... e ti dirò chi sei
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coverstory
if-Italians Festival: segui la diretta
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Il giornalismo di oggi: solo una questione di narrativa. E di soldi Andrea Pontini, ad del Giornale.it, ci racconta i progressi del sito e del progetto di reportage “Gli occhi della guerra”
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i fatti del giorno
Rilevazioni nielsen Gli investimenti pubblicitari in Italia nei primi nove mesi del 2015
Un punto in più: gli investimenti si muovono
A settembre prosegue la tendenza di avvicinamento a quota zero anche per il resto dell’anno da parte della tv. Mentre tornano in terreno negativo i quotidiani di Vera Modesto
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ono stati diramati ieri dall’istituto Nielsen i nuovi dati sull’andamento del mercato pubblicitario in Italia. Gli investimenti da parte delle aziende, nei primi nove mesi del 2015, cresce dell’1%, considerando anche la porzione web (principalmente search e social) stimata dalla stessa Nielsen. Sulla base del perimetro attualmente rilevato nel dettaglio si registrano, invece, un calo dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2014 (in tutto 70,7 milioni in meno) e un incremento del 3,8% per il singolo mese di settembre. «Gli ultimi due mesi hanno favorito una significativa ripresa del mercato, grazie a un apporto complessivo di circa 32 milioni di euro - ha dichiarato Alberto Dal Sasso, Advertising Information Service Business Director di Nielsen - Alla luce di questo consolidamento del trend, stimiamo che tutti i mezzi, a eccezione di stampa e direct mail, possano chiudere in crescita i mesi che ci separano dalla fine dell’anno, impattando positivamente sull’andamento generale del mercato 2015». Relativamente ai singoli mezzi, la televisione cresce del 6,6% nel singolo mese, portando il periodo cumulato gennaio-settembre a -1,6% e confermando la tendenza di avvicinamento a quota zero anche per il resto dell’anno. Tornano in terreno negativo i quotidiani, che registrano un mese di settembre a -3,6% e chiudono i nove mesi a -7,3%, così come i periodici, in perdita del 3,9% per lo stesso periodo. Il mezzo radio continua a distinguersi con un andamento molto positivo: +10,2% a settembre e +10% nel periodo consolidato. Per quanto riguarda internet, relati-
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alberto dal sasso
vamente al perimetro attualmente monitorato, cresce del 4,6% nel singolo mese di settembre, riducendo a -1,3% il decremento sui nove mesi del 2015. Sulla base delle stime di Nielsen relative al totale del web advertising, aggiungendo, dunque la porzione di mercato non monitorata, il digitale crescerebbe del 9,1% nel periodo gennaio-settembre. Il periodo è ancora negativo per il cinema, rispettivamente a -14,8% nel singolo mese e -2,3% nel cumulato,
e per il direct mail (-1,8% a settembre, -3,6% nei nove mesi). Continua l’ottimo momento dell’intero mondo dell’out of home che, sempre trainato da Expo, chiude in terreno positivo a gennaio-settembre: outdoor a +4,1%, transit a +19,4% e out of home tv +9,5%. Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano undici stabili oppure in crescita, con un apporto di circa 91,1 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti dif-
ferenti nei nove mesi del 2015: alla crescita di alimentari (+4,9%, circa 27,3 milioni) e farmaceutici (+5,1%, circa 11,2 milioni), si contrappongono i cali di finanza/assicurazioni (-6,4%, circa 14,5 milioni), automotive (-1,5%, circa 6,2 milioni) e telecomunicazioni (-10,7%, circa 28,3 milioni). I maggiori apporti alla crescita arrivano da servizi professionali (+20,9%), enti/istituzioni (+10,4%), gestione casa (+8,2%) e oggetti personali (+3,8%). ANNO VI | #180| VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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i fatti del giorno paola marella
solutions
Tim Style: un knowledge project insieme a Logotel
La service design company è partner della compagnia telefonica per la creazione di una community che ha, tra gli obiettivi, la formazione di una rete di vendita per l’allenamento continuo di competenze e abilità richieste dall’evoluzione del business
Subito e Discovery media si alleano con “Vendo casa”
di Vera Modesto
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n servizio di business community dedicato all’aggiornamento e alla formazione della rete di vendita indiretta Tim. “Tim Style”, questo il nome del programma di change management, ha da poco terminato la fase di lancio e ora è a regime, inserendosi in un più ampio progetto di empowerment dell’intero sistema commerciale con l’obiettivo di creare uno “stile Tim” che sia comune e distintivo per tutte le persone che lavorano fisicamente nei punti vendita. A dare forma a Tim Style, oltre che a gestirne il flusso quotidiano dei contenuti, è stata chiamata Logotel, la service design company specializzata nel progettare e accompagnare l’innovazione d’impresa in modo collaborativo. Nel segmento dei servizi dedicati alle business community, Logotel ha accumulato competenze ed esperienza in oltre quattordici anni e oggi vanta in itinere ventinove business community con forte crescita dei progetti a perimetro internazionale. «Una business community è un luogo dove le persone possono trovare in modo facile e sempre aggiornato servizi efficaci, strumenti operativi e informazioni utili per semplificare il proprio lavoro quotidiano. Ma è anche un luogo per crescere e partecipare al cambiamento - spiega il responsabile del progetto, Gabriele Buzzi, Community Project Manager Logotel - Tim Style ha il suo focus sulla formazione della rete commerciale Tim e in
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accordi
Il format televisivo di Real Time, giunto quest’anno alla sesta edizione, è pensato per single e coppie che cercano “disperatamente” di vendere la propria abitazione questo senso si può anche definire una Learning Community». La piattaforma, che è gestita da uno staff multidisciplinare Tim+Logotel, è rivolta a duemiladestinatari. «I partecipanti sono tutti ragazzi giovani con un’età media inferiore ai trent’anni - precisa Buzzi, - abituati a usare la tecnologia e conoscitori delle logiche dei social network. I consulenti alla vendita acquisiscono una serie di competenze relative al rapporto con il cliente attraverso step in cui vengono elaborati moduli di formazione svolti in aula e soprattutto online. L’ingaggio avviene anche per mezzo di iniziative extra legate, ad esempio, ad una vera gara di performance». Ogni giorno, poi, grazie a diversi spazi di conversazione i partecipanti interagiscono tra di loro e con le redazioni territoriali di Tim per mantenere un link locale. Tutte queste attività mirano ad aumentare la competenza necessaria a gestire evoluzioni di offerta e modello di servizio e a creare motivazione.
di Vera Modesto
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ubito, azienda numero uno in Italia nella compravendita online con oltre 8 milioni di utenti unici, e Discovery Media, concessionaria interna di Discovery Italia, hanno firmato un progetto di brand partnership per il lancio della nuova stagione del programma di successo “Vendo casa…disperatamente”, condotto da Paola Marella e in programmazione su Real Time a partire da ieri, ogni giovedì alle 21:10. Il format televisivo, giunto quest’anno alla sesta edizione, è pensato per single e coppie che cercano “disperatamente” di vendere la propria abitazione: grazie all’aiuto di Paola Marella e dell’architetto Andrea Spera - già protagonista di “Cerco casa… disperatamente”, - le problematiche strutturali o estetiche saranno risolte in un attimo, rendendo l’immobile appealing per il mercato. Nel corso di ogni puntata una
squadra di esperti supporta i due conduttori nel trasformare l’appartamento per incontrare i gusti del potenziale acquirente che, durante un open day dedicato, sarà invitato a visionarlo. In ogni puntata, per dare visibilità alla casa e trovare possibili compratori, i concorrenti caricano l’annuncio dell’appartamento su Subito con l’aiuto di Paola Marella. L’originale attività di product placement consentirà a Subito di essere presente durante tutta la durata del programma, coinvolgendo Paola e gli ospiti della puntata che si collegheranno al sito per mostrarne la semplicità di utilizzo e l’efficacia. Con questa partnership, Subito entra da protagonista all’interno del format, diventando naturalmente parte dei contenuti e posizionandosi come canale di vendita preferenziale nel settore immobiliare e dell’interior design. La partnership prosegue, inoltre, on air attraverso la sponsorship del programma tramite billboards e i codini al promo. ANNO VI | #180| VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
MEDIAPOLE
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i fatti del giorno
iniziative
Veratour ha messo le proprie agenzie al centro del progetto
Speak About Verastore è l’iniziativa che, dal 10 novembre, renderà protagoniste le strutture italiane collegate al brand di Cecilia Bianchi
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davide pavarina
massimo broccoli
i potrebbe parafrasare “l’agenzia tiene banco” l’imminente carrellata di appuntamenti che toccherà l’Italia da nord a sud. Durante undici tappe, dal 10 novembre in poi, le agenzie Verastore saranno, infatti, il fulcro del progetto “Speak About”. Dopo una prima parte in cui si procederà a una rapida presentazione aziendale, la parola passerà alle agenzie, a coloro che sono in prima linea sul territorio, e che decideranno, per la maggior parte dell’incontro, come affrontare le tematiche legate al prodotto e alla politica commerciale. Il Direttore Commerciale, Massimo Broccoli, insieme al Direttore Vendite, Davide Pavarina, e ai trade account di zona, sarà presente a tutte le undici tappe, fondamentalmente per “ascoltare”. Sarà un confronto e un canale aperto sulle esigenze e sulle criticità. Sottolinea Massimo Broccoli: «Ribadiamo l’obiettivo di costruire e mantenere una relazione forte e trasparente con il canale agenziale, in cui entrambe le parti possano evolvere insieme e affrontare le sfide del mercato. A seguito di questo primo ciclo di incontri ne fisseremo altri, più operativi, con le agenzie Verastore, che rappresentano i nostri partner più fidelizzati». Sulla stessa linea Davide Pavarina: «Gli Speak About Verastore nascono fondamentalmente dall’esigenza di un confronto sempre più stretto e sinergico con la rete distributiva, in particolar modo con le agenzie che collaborano con noi da anni. Ci auguriamo che a parlare saranno soprattutto loro; per questo ogni tappa prevede un massimo di trenta partecipanti, così da garantire a tutte un tempo adeguato per esprimersi».
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STARTUP
ChatSim conquista il Web Summit di Dublino
campagne
la resa dei conti nel gp motul di valencia
Lo scontro per l’assegnazione del titolo si correrà nel weekend in Spagna, a Valencia, circuito che ha Motul come Title Sponsor di Nicolò Franceschi
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l “Gran Premio Motul de la Comunitat Valenciana” è il terzo appuntamento della stagione dove Motul compare come Title Sponsor. Dopo le gare corse al Motul TT Assen e il Motul Grand Prix of Japan, quella spagnola sarà l’ultima, e proba-
bilmente la più emozionante, di tutto il championship 2015. Oltre alla sfida per l’assegnazione del titolo mondiale, scenderanno in pista anche gli otto piloti dei quattro team supportati direttamente da Motul: Monster Yamaha Tech3, Forward Racing, Aprilia Racing Team Gresini e Team Suzuki. Per tutti gli appassionati che arriveranno al circuito in moto, Motul offrirà un servizio già sperimentato in occasione del Motul TT Assen: il Motul MC Care Pit Stop. All’ingresso del parcheggio moto (pista Luis Climent) tutti i motociclisti potranno provare l’emozione di un Pit Stop
e, in soli trenta secondi, farsi pulire il faro della moto e la visiera del casco con i prodotti della gamma MC Care Motul. Ad Assen, in Germania, sono stati più di mille i motociclisti che sono passati dal Motul MC Care Pit Stop. Motul è una società francese di livello mondiale specializzata nella formulazione, produzione e distribuzione di lubrificanti ad alta tecnologia (auto, moto e altri veicoli) rispondenti alle specifiche e omologazioni delle case costruttrici, e lubrificanti per l’industria attraverso Motultech. Il marchio vanta una storia di oltre 160 anni e un’esperienza maturata nelle competizioni motoristiche di alto livello: 24 Ore di Le Mans (auto e moto), FIA World Endurance Championship, Super GT, FIM Ice Speedway Gladiators World Championship e Roof of Africa solo per citarne alcune. La filiale italiana è a Torino, la sede centrale ad Aubervilliers, Parigi.
La struttura, fondata da Manuel Zanella, ha conquistato l’Angels Choice Award 2015 e incontra nuovi investitori di Vera Modesto
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on era facile spuntarla tra le oltre 2.100 start-up innovative presenti al Web Summit di Dublino, che si è concluso ieri nella capitale irlandese. Ma ChatSim ce l’ha fatta. La start-up - fondata da Manuel Zanella nello scorso gennaio - ha infatti conquistato l’Angels’ Choice Award 2015, strappando consensi e applausi all’RDS Main Hall, sede dell’evento definito dal magazine Forbes “la miglior conferenza del pianeta sulla tecnologia”, dove si danno appuntamento ogni anno le grandi multinazionali del settore It, migliaia di startupper e investitori da tutto il mondo. Nata come prima Sim al mondo in grado di far chattare gratis e senza limiti, anche in assenza di Wi-Fi, con le app di messaggistica istantanea, oggi ChatSim è il primo “Instant Messaging Mobile Operator” al mondo, nato da un’intuizione geniale di Manuel Zanella, 38 anni, oggi Ceo della struttura, già Fondatore e Ceo di Zeromobile, primo operatore mobile globale in Italia per il roaming low cost. Zanella ha saputo leggere il cambiamento della comunicazione digitale, realizzando che il mercato dell’instant messaging rappresenta ormai il futuro, mentre mail e sms sono strumenti sempre più obsoleti, come confermano gli studi più recenti. L’Angels’ Choice Award 2015 ha così riconosciuto e premiato l’intuizione di Zanella e la forza innovativa di ChatSim, considerata dai tanti investitori presenti al Web Summit un’azienda dotata di un incredibile potenziale di crescita per il 2016 e per gli anni a venire. «Questo riconoscimento ci rende molto orgogliosi e ci proietta verso una crescita sempre più rapida, anche grazie all’incontro con nuovi investitori - ha dichiarato dopo la consegna del premio Manuel Zanella - Il nostro, d’altronde, è un mercato completamente nuovo, con grandissime potenzialità. Un mercato - tiene a sottolineare Zanella - che abbiamo inventato noi solo l’anno scorso. Anche per questo, a pochi mesi dalla nascita del business, riesco a trovare partner e investitori che scelgono di puntare su di noi». ANNO VI | #180| VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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i fatti del giorno
Jacuzzi ha scelto la Audi FIS World Cup per una presenza da Event Sponsor
aziende Otto gare coinvolte
Sci: Jacuzzi Event è lo sponsor della Coppa del Mondo La sponsorizzazione è di carattere internazionale e il gruppo è anche sponsor ufficiale della US Ski Team «Jacuzzi è un brand internazionale, leader nel mondo dell’idromassaggio. Significa performance e benessere, che sono valori insiti nel Dna dell’azienda, così come lo sono nel mondo dello sci professionistico. Lo sport è anche innovazione tecnologica dei materiali e questo anche nei nostri prodotti è fondamentale». Con queste parole Fabio Felisi, Presidente e General Manager di Jacuzzi per Emea e Asia, ha annunciato la partecipazione alla Audi FIS World Cup 2015/2016 in qualità di Event Sponsor, in occasione della recente convention mondiale dei rivenditori spa che si è tenuta a Chamonix, in Francia, lo scorso 22 ottobre. Gli fa eco Stéphane Bridot, Vice President Marketing Emea e Asia, che parla dell’idromassaggio come “The best moment of the day”, nuovo manifesto del brand, «Perchè dopo una giornata faticosa di lavoro, immergersi in una spa Jacuzzi, da solo, con la famiglia o gli amici, diventa il “miglior momento della giornata”».
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CAMPAGNE/1 Pubblicità centrata sui plus del prodotto
out of home Nuova ricerca
Un approccio insolito per il settore, che utilizza una creatività particolare e divertente per presentare al mercato l’innovativa linea di sistemi stiranti dell’azienda tedesca
L’indagine unisce le audience della pubblicità statica, dinamica, metropolitana, aeroportuale e autostradale tra di loro
adv originale: braun carestyle 5 vince la sfida contro ogni tessuto di Marianna Marcovich
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na sfida all’ultima piega: presentata la nuova campagna Braun, dedicata ai nuovi sistemi stiranti CareStyle 5, vincitori del Plus X Awards per Miglior prodotto dell’anno 2015/2016. Un approccio adv insolito per il settore, che utilizza una creatività originale e divertente per presentare la nuova linea di sistemi stiranti dell’azienda tedesca, leader nel settore dei piccoli elettrodomestici per la cura della casa e della persona. L’idea è una “gara” tra i nuovi sistemi stiranti CareStyle 5
Braun e i suoi competitor. Il prodotto di Braun con la sua piastra Eloxal 3D, “surfa” tra le pieghe, le cerniere e i bottoni, risultando imbattibile nella battaglia contro ogni genere di tessuto, anche quello più difficile, e arrivando primo al traguardo, dopo aver stirato molti più indumenti degli altri. La planning strategy è volta a promuovere la maneggiabilità e versatilità della nuova linea CareStyle 5, andando a colpire quella fascia di consumatori che, per motivi di tempo e lavoro, hanno bisogno di uno strumento veloce e facile da usare che permetta di ottenere al contempo ottimi risultati. Lo spot,
in due versioni da 10 e da 20 secondi, sarà in onda fino al 14 novembre, sulle principali emittenti nazionali, pubbliche e private: Sky Uno, Cielo, Fox, Discovery, Mediaset, Rai e Cairo. «Abbiamo scelto di presentare CareStyle 5 con questa nuova campagna, per raccontarne, con un messaggio semplice e immediato, le caratteristiche uniche - afferma Federica De Filippo, Brand Manager Braun -. L’idea di far scivolare i nostri sistemi stiranti sui tessuti, a tutta velocità, ci è sembrato il modo migliore per comunicare a tutti l’eccellenza di questo prodotto - conclude Federica De Filippo».
campagne/2 Planning radiofonico per l’iniziativa partita a Milano
“Abitare Leggero” si fa conoscere in radio Appartamenti ristrutturati in modo ergonomico senza barriere architettoniche. E caratterizzati da servizi di base all inclusive
E’ partita la campagna radiofonica di “Abitare leggero”, realizzata per dare ampia comunicazione sull’iniziativa che a Milano sta per trasformare la quotidianità di molti senior, con la creazione di Progetto
Silver. E’ un inserimento all’interno di alcuni condomini della città, di appartamenti ristrutturati in modo ergonomico, senza barriere architettoniche, e caratterizzati da servizi di base all inclusive, che
riguardano la manutenzione e la gestione dell’appartamento, ma anche la qualità di vita delle persone. Qui il link per ascoltare gli spot radiofonici in programmazione sulle principali radio italiane.
AudiOutdoor Multiambiente in distribuzione
E’ stato distribuito, ed è quindi a disposizione del mercato, il software della Nuova Ricerca AudiOutdoor Multiambiente che lega le audience della pubblicità Statica con quelle della Dinamica, della Metropolitana, degli Aeroporti e delle Autostrade. L’indagine è il grande risultato di un investimento massiccio in tecnologia. Ed è al primo posto tra le ricerche multiambiente out of home a livello europeo. Online è disponibile anche il manuale dettagliato della ricerca, già presentato agli operatori nei mesi scorsi. Questa ricerca completa e di largo respiro permetterà pianificazioni complesse e complessive sui diversi ambienti dell’out of home. Le società che hanno dato vita e sostenuto con il loro investimento questa indagine sono Clear Channel, IGPDecaux e Ipas. AudiOutdoor, intanto, sta proponendo, vista la complessità del sistema e la vasta area di mezzi su cui insiste, sessioni di formazione per l’utilizzo della piattaforma agli esperti dei centri media e delle aziende. ANNO VI | #180| VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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MARKET PLACE
Fox International Channels Italy spicca tra i content partner dell’edizione 2015 di IF! Italians Festival
La paura prende vita e trasforma i fumetti di Azaceta in una serie tv
E’ questo il titolo dell’intervento del broadcaster all’evento milanese, per spiegare la genesi di “Outcast”, il cui protagonista, kyle barnes, è un giovane posseduto dal demonio
Ottimizza le campagne advertising su Facebook, Twitter & Instagram
paul azaceta di Daniele Bologna
Fox International Channels Italy spicca tra i content partner dell’edizione 2015 di IF! Italians Festival, in programma a Milano fino a domani. In particolare, Fox è presente al Festival con un ospite d’eccezione: Paul Azaceta, autore del fumetto horror da cui è tratta la serie “Outcast”, prodotta da Fox International Channels e prossimamente in onda su Fox, al canale 112 di Sky. “Outcast”, prodotta da Robert Kirkman, già creatore di “The Walking Dead”, racconta la storia di Kyle Barnes (Patrick Fugit, visto in “Gone Girl”),
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un giovane che fin dall’infanzia è stato perseguitato da possessioni demoniache, e sarà in onda sui canali Fox di tutto il mondo nel 2016. Titolo dell’incontro, che si terrà domani alle 11:30 presso la sala A del Teatro Franco Parenti di Milano, è “La paura prende vita: dal fumetto alle serie tv, la genesi di The Walking Dead e Outcast”, e vedrà protagonista oltre a Azaceta, Luca Rochira, Programming Director Entertainment Channels di Fox. A moderare il panel sarà Marta Cagnola, giornalista e conduttrice di Radio 24. I fumetti sono sempre stati considerati materia per veri appas-
sionati. Ma oggi non è più così e il fumetto d’autore trova spazio in tv con serie che diventano di culto e raccolgono milioni di fan in tutto il mondo come “The Walking Dead” e adesso “Outcast”. Un legame che si fa sempre più stretto tra comics e serialità televisiva, dove linguaggi e temi si fondono fino a procedere in parallelo in opere che nascono insieme per la carta e per lo schermo tv, arrivando a creare un nuovo genere. Nell’incontro verrà esplorata proprio questa nuova tendenza per capirne le caratteristiche e i possibili sviluppi dal punto di vista creativo e produttivo. ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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MARKET PLACE
Un riconoscimento che sancisce la positività del nuovo posizionamento del player distributivo
Anche quest’anno per Lidl i premi raddoppiano e si esaltano tutti i plus
Si è tenuta mercoledì cinque novembre, a Milano, la premiazione dell’edizione 2015-16 del premio “Insegna dell’Anno”, organizzato da Studio orlandini e Q&A Researc & Consultancy. Per il terzo anno di seguito, l’importante catena di supermercati tedesca si è aggiudicata il riconoscimento in quanto “miglior insegna” del 2015, oltre a quello di “Miglior Supermercato dell’anno in Italia” di Francesca Mussi
Si è svolta mercoledì 5 novembre, a Milano, la premiazione dell’edizione 2015-2016 del premio “Insegna dell’Anno”, organizzato da SEIC – Studio Orlandini e da Q&A Research & Consultancy. Ad aggiudicarsi il premio, per il terzo anno consecutivo, è stata Lidl, la catena di supermercati che da 23 anni opera in Italia con oltre 570 punti vendita. La famosa azienda tedesca, da luglio scorso guidata dal nuovo Presidente Ignazio Paternò, anche quest’anno si è conquistata un doppio titolo come “Miglior Supermercato dell’anno in Italia” e come “Insegna dell’anno Italia”, a conferma del duro percorso intrapreso per il nuovo rinnovamento e riposizionamento. A tal proposito Massimiliano Silvestri – A.d. Vendite di Lidl Italia - dichiara “Negli ultimi quattro anni, abbiamo investito molto nella modernizzazione dei nostri punti vendita, che ora sono più ampi, luminosi e gradevoli, e nel rinnovamento del nostro assortimento, che oggi può vantare più dell’80% di prodotti italia-
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Da sinistra, luca boselli, e massimilano silvestri, rispettivamente cfo e a.d.vendite lidl italia
ni” e aggiunge “I clienti hanno dimostrato di aver capito e apprezzato il percorso intrapreso e questo riconoscimento ne è la dimostrazione”. Il premio, infatti, vede i clienti come i veri protagonisti della votazione, dando loro la possibilità, attraverso un sito specifico, di inviare la propria valutazione; questa edizione ha raccolto 179.900 valutazioni, + 26% rispetto all’anno precedente, per oltre 400 insegne che abbracciavano 27 categorie del mondo retail: dall’abbigliamento all’elettronica, dall’arredamento ai supermercati. Ben 37.800 valutazioni, circa una su cinque, sono andate a favore di Lidl con un incremento del 40% rispetto
all’anno scorso. Forte del sostegno dei propri clienti, l’azienda è risultata vincitrice non solo della categoria di appartenenza “ Supermercati”, ma anche del premio assoluto assegnato all’insegna con le migliori valutazioni sia da un punto di vista quantitativo, ossia il numero di voti, che qualitativo, la media dei voti. Afferma Luca Boselli - A.d. Finanza di Lidl Italia - “Il merito di questo riconoscimento è dei nostri 11.000 collaboratori che con la loro professionalità e impegno sono i veri protagonisti del cambiamento intrapreso da Lidl Italia negli ultimi anni garantendo un’esperienza di acquisto positiva e piacevole”. ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
Francesco Hayez Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV, 1859 - olio su tela - Milano, Pinacoteca di Brera
7 novembre 2015 21 febbraio 2016 Gallerie d’Italia Piazza Scala 6 milano
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Quasi un secolo di opere. La più completa e aggiornata esposizione sull’artista nella città che l’ha consacrato come il maggior interprete del Romanticismo.
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MARKET PLACE
Anneliese Abarth, figura immancabile, appassionata di motori, accanto al geniale marito Carlo
La testimonial ideale, così il marchio Abarth non smette di entusiasmare
è la consorte del fondatore il vero brand ambassador del marchio automobilistico che, attraverso la partecipazione attiva agli eventi, contribuisce a mantenere vivi i valori originali del marchio di Sebastiano Zeri
La testimonial è sempre lei: Anneliese Abarth. La consorte del fondatore Carlo è il vero brand ambassador del marchio automobilistico e attraverso la partecipazione attiva agli eventi contribuisce a mantenere vivi i valori originali del brand. E’ sempre stata una grande appassionata di motori, presidentessa della Carlo Abarth Foundation, e figura immancabile accanto al geniale fondatore della marca fino al giorno della sua scomparsa. Lo staff al vertice di Abarth è concorde nel commentare il suo apporto alle iniziative di marketing e di relationship: “Raccoglie un ideale testimone nel segno della continuità e in nome di un rapporto lungo e profondo che ha caratterizzato le vite dei due coniugi. Nessuno meglio di lei, che ha vissuto in prima persona la storia di Abarth, può esprimere meglio ciò che il fondatore concretizzava attraverso le performance delle sue vetture”. Carlo e Anneliese Abarth si conobbero all’inizio degli anni Sessanta, e vissero un rapporto in cui la vita personale e quella professionale si intrecciavano di continuo, in una perfetta armonia. I due erano accanto in ogni
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annelise abarth
occasione importante, e Anneliese - raccontano dall’headquarter della società - partecipava con grande trasporto emotivo ai collaudi e alle corse. Inoltre, divenne la fotomodella preferita di Carlo Abarth e un’icona di stile per le sue creazioni. I valori iniziali del marchio dello scorpione continuano oggi a vivere nel cuore di tutti gli appassionati attraverso una gamma che esprime sportività e tecnologia, come dimostrano, ad esempio, le ultime nate: 595 Yamaha Factory Racing e 695 Biposto Record. Il primo modello intende omaggiare la prestigiosa partnership tra la factory e il Team Movistar Yamaha. Sempre identificata con il concetto “racing” nel comparto automobilistico, per il biennio 2015 e 2016 Abarth è official sponsor e official car supplier del
team impegnato nel Campionato mondiale di MotoGP e ha finora conquistato due dei tre titoli mondiali in palio. La 695 Biposto Record è invece la versione che celebra il cinquantesimo anniversario del record di accelerazione con una vettura di classe G ottenuto da Carlo Abarth nel 1965, presso l’Autodromo di Monza. La vettura è identificabile a prima vista grazie all’esclusiva livrea “Giallo Modena” con finiture in “Tar Cold Grey” e badge “695 Record” smaltato sulla fiancata. “La combinazione perfetta tra performance, handmade e cura dei dettagli - aggiungono al quartier generale, - così come l’attività costante di Anneliese Abarth in termini di promozione del brand, alimenta l’entusiasmo di tutti gli appassionati. E tiene vivo il ricordo del fondatore». ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
IL GRANDE CINEMA VI STA ASPETTANDO... NON PERDETE L’APPUNTAMENTO CON I FILM IN USCITA NELLE PROSSIME SETTIMANE!
SNOOPY & FRIENDS: IL FILM DEI PEANUTS 3D
SPECTRE
ALASKA
ROCK THE KASBAH
MALALA
DAL 5 NOVEMBRE AL CINEMA
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BY THE SEA
PAN: VIAGGIO SULL’ISOLA CHE NON C’E’ 3D
GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI
PREMONITION
IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI
DAL 12 NOVEMBRE AL CINEMA
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Per il quotidiano online incursioni sui problemi dell’editoria mondiale e aggiornamenti tecnologici
Il giornalismo oggi: solo una questione di narrativa. E di soldi
Andrea Pontini, amministratore delegato del Giornale.it, illustra i progressi del sito e del progetto “Gli occhi della guerra”, partito due anni fa: una serie di reportage provenienti dalle zone sensibili del globo di Davide Sechi
Rischio, adrenalina, sangue, sudore e lacrime. Un giornalismo per cui si possa palpitare, insomma. Tragitti alternativi dai soliti comunicati stampa rimasticati. Non è mica un pio desiderio, una classi-
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ca utopia. Si può eccome, anche in Italia, senza che le risate montino. Il famigerato reportage che tanto ha contribuito a scrivere l’epica del giornalismo, soprattutto nel secolo scorso. Oggi come oggi i dubbi che un cronista possa essere interessato a spostarsi
dalla poltrona del suo desktop, collegato virtualmente con il globo intero, si sprecano. Ma non è sempre vero. Per esempio, dalle parti del Giornale.it la pensano diversamente, come dimostra l’apertura del sito gliocchidellaguerra.it poco meno di due anni fa,
un progetto che sta contribuendo a ridefinire i limiti del giornalismo nazionale che si nutre di esteri, una questione che da noi non ha mai veramente attecchito, in barba ai rari Montanelli. Tanta poesia che però non deve far scordare un altro elemento basila-
andrea pontini ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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re: i soldi, il cosiddetto finanziamento che consenta di coprire spostamenti e ogni probabile intoppo. Chi meglio dell’a.d. Andrea Pontini avrebbe potuto aggiornarci sull’andamento del progetto? Catturato a due passi da un imbarco aereo, ha raccolto la sfida, regalandoci anche qualche news legata al sito de Il Giornale, un classico ben accetto, soprattutto quando l’anno che verrà si profila all’orizzonte. Il 2015 ha regalato qualche buona novella al Giornale.it? Tra page view e lettori nel 2015, in questi primi nove mesi abbiamo assistito a un incremento dei lettori del 30%. E anche la pubblicità dovrebbe attestarsi intorno a un +7-8%. Sia come sia, i sentori provenienti dal mercato sono positivi. Ci aspettiamo di chiudere l’anno con un margine positivo. A essere cresciute di circa il 50% sono le metriche. Ci siamo riorganizzati sul fronte redazionale. Grazie anche all’apporto di validi collaboratori esterni, inglobando all’interno del sito circa 80 blogger, senza contare il numero dei free lance. L’obiettivo è migliorare in termini di qualità e tempestività. Poi c’è il “caso” Gli occhi della guerra…
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Il nostro focus è puntato su “Gli occhi della guerra”, reportage provenienti da zone sensibili del globo: India, Kurdistan, Libia, Iraq, Siria, Turchia, Bosnia, Repubblica Centro Africana, Ucraina. Si tratta di servizi che per essere tali hanno bisogno di essere spinti attraverso dei finanziamenti, che arrivano grazie alle attività di crowfounding: i nostri lettori, in questo senso, dimostrano di essere interessati a simili argomenti. La rete ha il dovere di sfruttare situazioni che sul cartaceo non sono poi così familiari. Come vede oggi il mercato editoriale mentre anche il secondo decennio del nuovo secolo si sta ormai avviando verso la fase finale? A livello mondiale non si può non essere preoccupati per il progressivo limite imposto al pluralismo, dettato dal costante scontro tra grandi gruppi, del tutto disinteressati alle sorti di situazioni più piccole. Da ciò dipende la difficoltà a reperire finanziamenti. Come si può reagire: differenziandosi, alzando il livello di qualità del lavoro e, di conseguenza, la relazione con il lettorato. Ecco perché “Gli occhi della guerra” sta diventando qualcosa di particolare,
speciale, nonché una vera e propria palestra per il talento del cronista. Un passaggio, ormai obbligato, se si vuole andare avanti, tra vecchio e nuovo giornalismo. Su cosa deve puntare, in particolare, una testata per riuscire a differenziarsi e cercare di conquistare una fetta adeguata di prestigio? Puntiamo sempre più sui giovani e sulla creazione di un rapporto confidenziale con la nostra utenza. Un altro obiettivo, in questo senso, è costruire qualcosa che possa essere diffuso a livello internazionale, quindi servizi in altre lingue. Perché i numeri non mentono, è vero, ma i più significativi sono quelli che rimangono, e per essere tali devono es-
sere legati alla qualità. Ci sono novità sul fronte più tecnico? Abbiamo appena regalato un refresh al sito, abbiamo asciugato e reso più agile l’home page. Ma non è finita qui, anzi. Si tratta solo del primo passo. Per vedere un restyling ancora più completo occorrerà aspettare ancora qualche mese, il 2016. Come vi muovete sul fronte della mobilità? Ci stiamo lavorando. Personalmente non ho visto nulla di veramente innovativo e funzionale sull’argomento, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Il mobile significa ridurre i tempi di connessione ma anche di consumo, il che va a scontrarsi con il nostro
interesse a puntare sulla qualità. Ci pensiamo, ma non abbiamo ancora trovato la strada giusta. La mobilità non deve inficiare le questioni legate alla narrativa e all’ingaggio. Quale la dimensione più consona al Giornale.it?
Le sezioni dove ci sentiamo più forti? Gli esteri. Il massimo lo rendiamo tra reportage e video. Sui social media, e su Facebook in particolare, il cantiere è aperto, una situazione virtuale che somiglia non poco alla realtà della nostra redazione, organizzata
non solo fisicamente come un open space. Cosa serve per crescere? Saper scrivere e saperlo fare a ritmi altissimi. La strada perfetta è quella della triade narrativa-qualitàingaggio.
ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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Ha funzionato la prima campagna di raccolta fondi sulla piattaforma inglese chiara fusaroli
augusto grandi
sara brunelli
Bidtotrip vola su Seedrs: raccolte, per il momento, più di 130 mila sterline
La start up di Cesena, un anno fa, ha lanciato in Italia e in Gran Bretagna il primo sito di aste online dedicate a viaggi e vacanze di lusso. e ora prepara l’ingresso in altri mercati di Daniele Bologna
L’obiettivo è stato superato in meno di ventiquattro ore: circa 77 mila sterline, che poi, in pochi giorni, sono salite a oltre 130 mila. È stato un vero e proprio exploit per Bidtotrip la prima campagna di raccolta fondi sulla piattaforma inglese Seedrs. Un caso di successo tutto italiano. La start up di Cesena, che poco più di un anno fa ha lanciato in Italia e in Gran Bretagna il primo sito di aste online dedicate a viaggi e vacanze di lusso, ora si prepara a varcare i confini di altri mercati
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europei. Grazie anche a un’operazione di crowdfunding con cui ha fissato il traguardo di una raccolta di 150 mila sterline. La piattaforma inglese Seedrs è un tipico esempio di equity crowdfunding, con il quale si investe non tanto in un prodotto, ma in quote di una compagnia: nel caso di Bidtotrip, un’azione ogni dieci sterline investite. Ciò consente agli investitori di sviluppare con la società una relazione a lungo termine, rendendoli parte attiva nel processo di sviluppo dell’impresa. A questo punto il risultato raggiunto consente ai tre fondatori di pro-
seguire l’attività di reclutamento di nuovi collaboratori. Dopo alcune assunzioni, in cantiere ci sono la ricerca di sviluppatori informatici e di un digital marketing manager. Tutto è nato dall’idea di tre giovani sotto i 35 anni, Sara Brunelli, Chiara Fusaroli e Augusto Grandi, partendo dalla constatazione che oltre un milione di posti letto in hotel di lusso ogni giorno restano invenduti a causa del loro prezzo elevato, a fronte del proliferare di offerte low cost. Accolta da CesenaLab, l’incubatore fondato nel 2013 dal campus cesenate dell’Università di Bologna, insieme al Comune e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, Bidtotrip conta già 15 mila iscritti: l’80% sono italiani, il 20% inglesi. La prossima tappa è l’espansione nei Paesi del Nord Europa. La piattaforma web si basa sulla scelta della meta preferita tra quelle disponibili, spendendo in media da uno a tre euro. Al raggiungimento del numero di iscrizioni richieste, si attiva un’asta al rialzo. Un meccanismo semplice che permette di risparmiare fino al 98%. Tutti gli altri partecipanti all’asta hanno diritto alla restituzione delle puntate offerte, a esclusione della quota d’iscrizione, e a una proposta ad hoc per la destinazione preferita a un prezzo scontato anche del 50%. Oggi il sito conta circa 300 hotel, a 4 o 5 stelle, convenzionati tra Italia e grandi capitali europee. ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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GLI IMPRENDITORI PROMUOVONO EXPO «UN GRAN TRIONFO» A PAGINA 2
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All’Esposizione universale, in quanto acqua ufficiale dell’evento, ha dissetato un visitatore su quattro
Expo 2015: San Pellegrino ha stimato 15 milioni di incontri
ship con l’Esposizione Universale. Oltre a essere l’acqua ufficiale, è stato infatti partner del Padiglione Italia, questo a sottolineare la duplice natura: la sua pro-
venienza italiana e una vocazione internazionale, che la caratterizza fin dai primi anni del 1900. Per celebrare e valorizzare la speciale occasione, il marchio ha
poi realizzato una bottiglia special edition, distribuita in 150 milioni di esemplari e in 80 Paesi, promuovendo l’Esposizione sulle tavole di tutto il mondo.
L’azienda stima che ben quindici milioni di persone abbiano visualizzato i suoi prodotti all’interno del sito espositivo, grazie a una presenza capillare nei Padiglioni di cento Paesi e a una distribuzione in 160 tra ristoranti e bar. il marchio ha inoltre realizzato una bottiglia special edition distribuita in 80 paesi di Massimo Masi
Il Gruppo Sanpellegrino ha chiuso i sei mesi di Expo Milano 2015 con numeri esaltanti: l’azienda leader nel mercato del beverage in Italia stima che ben quindici milioni di persone abbiano visualizzato i suoi prodotti all’interno del sito espositivo, che hanno dissetato circa il 25% dei visitatori dell’Esposizione. Questo grazie a una presenza capillare all’interno dei Padiglioni di cento Paesi e a una distribuzione in 160 tra ristoranti e bar. «Abbiamo subito intuito le enormi potenzialità di Expo Milano 2015 e valutato gli effetti positivi che avrebbe potuto avere per un’azienda come la nostra, che affonda le proprie radici nel nostro Paese e che fa della qualità e dell’eccellenza Made in Italy i caratteri peculiari dei propri prodotti - afferma Stefano Agostini, Presidente e Amministratore Delegato
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del Gruppo Sanpellegrino Siamo pertanto orgogliosi ed entusiasti che oggi, i fatti e i risultati, confermino la lungimiranza dell’investimento che abbiamo pianificato fin dall’inizio di questa avventura. Expo è stata un’occasione unica per tutto l’agroalimentare italiano di mettersi in mostra agli occhi del mondo e, nel caso di Sanpellegrino, un’opportunità per avviare delle importanti partnership commerciali. L’Esposizione Universale è stata un’altra dimostrazione che, quando l’Italia si impegna e fa sistema, raggiunge successi importanti. Siamo fiduciosi – ha concluso Agostini che quanto creato in questi mesi possa avere effetti positivi anche nel mediolungo periodo». Uno dei momenti più significativi della presenza del Gruppo Sanpellegrino all’Esposizione Universale è stato un grande convegno sul Made in Italy che si è concretizzato con un manifesto conse-
gnato al Governo italiano con l’obiettivo di fare sempre più sistema e creare sinergie tra imprese e istituzioni. Il “Manifesto per il Made in Italy”, presentato nel corso di un evento a cui hanno partecipato oltre 250 persone, è stato sottoscritto dagli imprenditori dei più importanti settori del Made in Italy, insieme a Confagricoltura e Confartigianato. “Vivaio a scuola” Expo è stata anche l’occasione, in cui il Gruppo Sanpellegrino, ha messo a disposizione del pubblico e degli operatori la propria conoscenza della risorsa acqua, delle sue specificità, della necessità di tutelarla e valorizzarla attraverso i laboratori “Vivaio scuola” che hanno ottenuto grande successo con oltre 7.000 partecipanti, 3.831 bambini e 3.190 adulti. Grande partecipazione anche all’evento, “Hydration and Health, the hidden link”, durante il
quale è stata chiesta, al Ministero della Salute, l’istituzione della Giornata Nazionale dell’Idratazione. Attraverso questa iniziativa, Sanpellegrino ha contribuito a portare all’attenzione internazionale il tema dell’importanza di una corretta idratazione, inserendolo nella Carta di Milano, affinché possa diventare uno dei principali obiettivi di salute delle politiche internazionali future e uno dei pilastri di un corretto e moderno stile di vita. Simbolo del “fine dining” La presenza del Gruppo Sanpellegrino a Expo Milano 2015 è stata guidata dal marchio di acqua minerale naturale S.Pellegrino, Official Water Partner dell’evento e simbolo del fine dining italiano in tutto il mondo. Sanpellegrino è stato, inoltre, l’unico brand del food ad avere una doppia partner-
stefano agostini
La più grande realtà italiana del beverage
Sanpellegrino è la più grande realtà nel campo del beverage in Italia, con acque minerali, aperitivi analcolici, bibite e tè freddi. I suoi prodotti, sintesi di benessere, salute ed equilibrio, sono presenti in 145 Paesi attraverso filiali e distributori sparsi nei cinque continenti. Sanpellegrino, in qualità di principale produttore di acqua minerale, è da sempre impegnata per la valorizzazione di questo bene primario per il pianeta e lavora con responsabilità e passione per garantire a questa risorsa un futuro di qualità. ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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MARKET PLACE
Iniziativa indirizzata a computer, tablet e cellulari, per rendere l’esperienza pubblicitaria meno invasiva
Adform lancia sei nuovi formati nel rispetto di ogni consumatore
davide ingrassia
Sono stati progettati con il fine di rispettare il comportamento degli utenti e di soddisfare, allo stesso tempo, le esigenze degli inserzionisti e degli editori, in risposta all’incremento delle installazioni di adblocker di
Nicolò Franceschi
Adform, la piattaforma più produttiva, ricca e versatile del mondo nell’ambito degli annunci di marchi su vari dispositivi, ha annunciato ieri il lancio di sei nuovi formati pubblicitari per computer, tablet e cellulari, creati per rendere l’esperienza pubblicitaria meno invasiva per il consumatore e, allo stesso tempo, per produrre migliori risultati per gli inserzionisti e gli editori. Negli ultimi anni, Adform ha monitorato l’effetto dei formati rich media rispetto ai banner tradizionali e ha scoperto che il coinvolgimento dei consumatori ha registrato una traiettoria ascendente costante. Gli annunci in formato rich media sono sei volte più efficaci dei banner tradizionali e, pertanto, sono la strategia preminente nelle campagne dei marchi. Questi sei formati rispettano gli elementi più apprezzati dai consumatori quando si tratta di pubblicità: ricchezza del conte-
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nuto, trasparenza completa e coinvolgimento rispettoso, non invasivo. Sono stati sviluppati in risposta all’incremento delle installazioni di programmi per bloccare la pubblicità. I sei nuovi formati Adform a misura di consumatore sono: Chatterbox Dal design intuitivo, invita gli utenti a trascinare un annuncio al centro dello schermo per accedere alle informazioni aggiuntive presenti nell’hub dei contenuti. Questo formato può comprendere un’ampia varietà di materiale, come video, immagini, editoriali, pulsanti di acquisto con un clic, libri bianchi, Api, social feed e molto altro ancora. Sebbene sia stato progettato per l’uso su tablet, Chatterbox funziona bene anche su computer e campagne multicanale. Native Box Questo formato mostra una pubblicità discreta, creata per riflettere il contenuto editoriale. L’unità pub-
blicitaria si ridimensiona automaticamente e rimane visibile mentre i consumatori utilizzano la pagina. Per promuovere la trasparenza, l’unità visualizza le credenziali del marchio. I consumatori possono decidere se accedere o meno al contenuto. Contextual Match Le immagini e i messaggi contestuali del contenuto editoriale vengono utilizzati direttamente nella creatività pubblicitaria, permettendo, così, una sinergia solida tra il marchio e il percorso editoriale del consumatore. Il formato può includere un’unità aggiuntiva visualizzata in base al target. Parallax Scroll Lo spostamento potenzia la funzionalità di parallasse per trasformare delle immagini piatte in esperienze grafiche in 3D. Parallax Scroll può essere sincronizzato con il mouse del consumatore affinché si attivi al passaggio del cursore. In
alternativa, gli inserzionisti possono aggiungere la funzione di spostamento, che espande o riduce un’immagine in 3D quando gli utenti si muovono all’interno della pagina.
re praticamente qualsiasi tipo di materiale di lunghe dimensioni, come video in streaming, editoriali, widget per prenotare con un clic, gallerie e molto altro ancora.
Cinemagraph Particolarmente efficace sui telefoni cellulari, Cinemagraph offre l’opzione perfetta che consente ai marchi di connettersi con il consumatore attraverso differenti tecniche creative, come GIF e video perfettamente in loop. Come unità indipendente, raccoglie un maggior tasso di clic, mentre come precursore dei video, evita l’irritazione causata dalla riproduzione automatica di un file audiovisivo.
«Quello che stavamo cercando» Daniele Morena, Direttore Marketing di SportNetwork Italia, commenta: «Questi formati sono esattamente quello che stavamo cercando. Sono annunci interessanti, creativi e non invasivi che non interrompono la navigazione del consumatore e che potrebbero anche ridurre le probabilità che i nostri visitatori installino dei programmi per bloccare gli annunci». «Ci preoccupa vedere quanti consumatori decidono di installare dei software di blocco e le conseguenze a lungo termine che questa situazione infligge sugli inserzionisti - afferma Davide Ingrassia, Brand Solutions Sales Director Italia di Adform Comprendiamo anche che la pubblicità sta deludendo
Great Wall Come Chatterbox, questo formato pubblicitario invita gli utenti ad accedere a contenuti di lunghe dimensioni cliccando, toccando o spostandosi sull’unità per rivelare un hub dei contenuti. L’hub può presenta-
i consumatori in molti modi e, di conseguenza, anche gli inserzionisti e gli editori. Abbiamo bisogno di rispondere con urgenza agli utenti, proponendo annunci invitanti che migliorino la loro esperienza globale, non che sottraggano valore con pubblicità fastidiose. Abbiamo analizzato le lamentele dei consumatori e creato questi formati basandoci sui loro
commenti e la nostra attenzione continuerà a concentrarsi su questo punto. Questi formati si sommano alla già ampia gamma di prodotti rich media di Adform. Tutti quanti possono essere creati con il nostro HTML5 Studio. Quattro di questi possono essere serviti programmaticamente: Chatterbox, Parallax Scroll, Native Box e Contextual Match.
Il potere ai marchi
Adform, fornitore di tecnologie pubblicitarie indipendenti per agenzie di comunicazione, trading desk, inserzionisti ed editori online, offre l’unica piattaforma programmatica di media del mondo capeggiata dai marchi, che incorpora tutti gli aspetti della pubblicità di marchio multi schermo. La gamma tecnologica di Adform include le piattaforme orientate all’offerta e alla domanda, nonché di gestione dei dati (DPM), automatizzazione garantita, server pubblicitari di terzi, mercato privato, server pubblicitari programmatici per supporti online PPAS (Programmatic Publisher Ad Server) e una suite creativa leader nel mercato. Fondata in Danimarca nel 2002, Adform ha uffici in quindici paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Repubblica Ceca, Lituania e Bielorussia. ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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ME DIA
con Il nuovo numero del mensile in edicola oggi con il quotidiano prende vita il progetto di visibilità multichannel
How to Spend It punta sull’arte per passione, per business, per charity
Per il magazine del Sole 24 Ore secondo record consecutivo di foliazione e raccolta pubblicitaria di Nicolò Franceschi
Prende il via il progetto di visibilità integrata, multichannel e a 360 gradi ideato da How to Spend It-Il Sole 24 Ore, in occasione del suo primo anniversario; e trova il suo apice in un evento charity la sera del 10 novembre, quando nella suggestiva e prestigiosa sede del MUDEC di Milano, si aprirà l’asta online ideata da How to Spend It per celebrare il suo primo anno di pubblicazione in Italia, realizzata a favore di Save the Children proprio per promuovere il talento italiano. L’evento vede coinvolti alcuni tra i più grandi brand del lusso, che, in qualità di partner di How to Spend it nel 2015, hanno potuto aderire al progetto di valorizzazione della creatività artigiana e tailor made, creando un artwork unico, che reinterpreta la copertina, i valori e lo spirito del magazine, utilizzando i tratti e i materiali distintivi del brand. Gli artwork verranno presentati, per la prima vol-
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ta, la sera del 10 novembre, nel suggestivo spazio della “nuvola” di Chipperfield al Museo delle Culture. Una mostra che propone il meglio delle capacità produttive, dalla moda al design, dal beauty all’alta gioielleria. Protagoniste le più note aziende italiane e internazionali e i loro artwork, vere opere d’arte collettive, ideate, realizzate e donate appositamente per il progetto. Tutti gli esemplari, pezzi unici, saranno venduti tramite asta online a cura di Charity Stars fino al 15 dicembre. Il ricavato sarà devoluto interamente a Save the Children Italy per sostenere i “Punti luce”, spazi ad “alta densità educativa” per promuovere il talento dei bambini nei quartieri svantaggiati delle città italiane. Anche l’artista Sandro Chia ha voluto sostenere l’Anniversary Artwork Exhibition di
How to Spend It con l’opera “Il dono”, che sarà oggetto di un’asta dedicata, in collaborazione con Christie’s. Il tema dell’arte e delle sue ricadute sociali è anche al centro del numero di novembre di How to Spend It in edicola oggi, che in copertina presenta proprio un’intervista all’artista Sandro Chia. La concezione di bellezza secondo Chia è molto chiara: “Un messaggio di coscienza e di risveglio: la bellezza fa sì che non ci si dimentichi che l’uomo non è fatto per finire.” Il valore estetico, l’abitudine al bello, svolge una funzione educativa, perché sviluppa “anticorpi” contro il “brutto”, inteso come l’imbarbarimento, la volgarità, il degrado, il cattivo gusto. Gradimento costante Anche questo numero di How to Spend It ha rag-
giunto una foliazione di 126 pagine, un nuovo numero record, che va a sommarsi al record del numero di ottobre del magazine del Sole 24 Ore, grazie alla fidelizzazione dei suoi clienti a cui il progetto Anniversary ha dato un ulteriore, importante impulso. Un risultato più che positivo, che conferma ancora una volta il gradimento di How to Spend It da parte degli operatori del settore, che sembrano aver colto in pieno la vocazione di un giornale nato per raccontare non solo l’eccellenza imprenditoriale e creativa, l’estetica come qualità, l’unicità del prodotto, il pregio del “su misura”, ma anche il bello che fa bene. Il grande entusiasmo con cui le aziende hanno aderito all’idea di produrre una copertina-artwork con una finalità interamente charity ne è un’ulteriore conferma. Il nuovo numero del mensile è in edicola a partire da oggi, mentre l’asta charity sarà online e aprirà al pubblico dal 10 novembre fino al 15 dicembre.
OGNI MESE, UNA NUOVA COLLEZIONE DI DESIDERI How To Spend It: moda, design, motori, food, beauty, viaggi e arte.
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REAL RESULTS
SC N RIO
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Le neuroscienze continuano a progredire, accendendo fantasie, preoccupazioni e interrogativi “neuroetici”
Una risonanza e ti dirò chi sei. E anche cosa sei capace di fare
Anche il mondo del marketing e della comunicazione potrebbe essere rivoluzionato da scoperte sempre più approfondite sul funzionamento delle nostre aree cerebrali, aprendo scenari solo immaginabili per il momento todd constable
di
Pietro Castagna
Uno studio appena pubblicato su Nature Neuroscience da un gruppo di ricercatori americani ha acceso fantasie ormai sempre meno futuristiche e immediati interrogativi etici; o meglio, neuroetici, secondo la nuova disciplina che si occupa delle conseguenze delle scoperte sul nostro cervello. Emily Flynn e i colleghi della sua equipe, coordinati da Todd Constable, hanno utilizzato gli schemi di connessione fine tra aree cerebrali per tracciare un profilo “unico” di ciascuno dei partecipanti alla ricerca, riuscendo anche a provare una stretta correlazione tra specifici profili
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e le prestazioni cognitive dei soggetti, misurate con comuni test, tra cui quello di intelligenza. In base all’esito delle sperimentazioni, un giovane potrebbe, potenzialmente, essere sottoposto a risonanza magnetica funzionale per capire per quale tipo di studi sarebbe più portato, in funzione dell’architettura del suo sistema nervoso. E su questa linea si potrebbero ottenere indicazioni sulla propensione alla violenza, non proprio l’anticipazione dell’intenzione di commettere un crimine, come nel famoso film “Minority Report”, con Tom Cruise protagonista, ma qualcosa di molto simile. Con conseguenze sia positive sia assai problematiche. Un futuro ancora lontano In realtà, nulla di tutto questo è davvero vicino, hanno spiegato gli autori, con la cautela d’obbligo. Ma poi hanno ammesso che la strada è aperta. Lo era già dal punto di vista teorico – effettivamente non cpmparirebbe nulla di veramente nuovo
nello studio -, ma ora si è tecnicamente riusciti a realizzare una identificazione neuronale dei soggetti, almeno nel breve periodo. Constable, interpellato da una giornalista del magazine Wired, ha infatti scherzato, ma non troppo, affermando che la rivista potrà esaminare con la fMRI le connessioni funzionali di un aspirante reporter e stabilire così se ha la stoffa (cerebrale) del cronista. Le connessioni ci dicono chi siamo Ma proviamo a vedere più nel dettaglio come si è arrivati fin qui. I ricercatori hanno utilizzato le scansioni di 126 giovani che, nell’ambito del “Progetto connettoma umano”, sono stati analizzati in due giorni consecutivi, sia in completo riposo sia durante l’esecuzione di alcuni compiti verbali e di memoria. Il primo passo è stato quello di considerare 268 piccole porzioni dell’encefalo (ciascuna composta da milioni di neuroni) e vedere in che modo si collegano l’una con l’altra, ovvero quanto “dia-
logano”. Sulla base di questo indicatore è stato possibile, con l’aiuto di un software, abbinare in modo corretto le “immagini” cerebrali di un soggetto analizzato il primo giorno con quelle dello stesso soggetto analizzato il secondo giorno, scegliendole tra 126 diverse, senza considerare nessun altro elemento che non le stesse scansioni eseguite con la fMRI. In altre parole, è come se avessimo un profilo di attivazione del sistema nervoso secondo connessioni specifiche tra le aree che permette di capire chi è la persona in questione, con un’accuratezza molto alta, che sfiora il 90%. In particolare, sono le zone frontali e parietali dell’encefalo quelle che permettono di meglio discriminare, coerentemente con il fatto che sono queste le aree tipicamente correlate alle funzioni mentali superiori dell’essere umano, compreso il ragionamento astratto. Infatti, nelle zone che sovraintendono alla visione e alle funzioni motorie i circuiti sembrano cablati in modo abbastanza simile tra perso-
ne diverse, mentre le maggiori specificità si hanno nelle aree di recente evoluzione filogenetica. Il passo in più è stato quello di abbinare i diversi profili con i risultati dei test di intelligenza svolti dai partecipanti all’esperimento. In questo caso, si è notato che le connessioni delle zone frontali consentono di stabilire una correlazione tra specifici schemi di “dialogo” tra le aree cerebrali e i punteggi ottenuti. Sono i collegamenti più forti all’interno delle aree frontali e parietali e tra di esse quelli che sembrano maggiormente influenzare le prestazioni nei compiti cognitivi. Cautele e rischi delle nuove conoscenze Ovviamente, le differenze tra cervelli sono con buona probabilità il frutto di una combinazione tra dotazione genetica, istruzione, esperienze
di vita e influenze ambientali. E gli schemi di connessione variano di conseguenza nel tempo: non si dimentichi che il confronto tra le scansioni dei soggetti è stato fatto nell’arco di due giorni. Il vantaggio di avere chiari profili identificativi dell’attività cerebrale sta nella possibilità di individualizzare al meglio le cure per le malattie psichiatriche, ma, forse, anche nell’eventualità che si possano valutare i “talenti” o le capacità di qualcuno nel momento specifico dell’esame. Come detto, la plasticità del cervello fa pensare che gli schemi di connettività tra le aree cambino nel tempo per l’effetto di tutti gli stimoli, intesi nel senso più ampio, che una persona riceve. Pur con queste avvertenze, è inutile negare che questi progressi conoscitivi portano con sé anche l’ombra di alcuni rischi. Premesso che
fare una risonanza magnetica di questo tipo è possibile oggi soltanto con il consenso e la collaborazione attiva della persona coinvolta, dati così sensibili sulle “predisposizioni” scoperte nel sistema nervoso, una volta acquisiti, espongono al pericolo di utilizzi impropri, di “determinismi” e di una selezione sociale su base. Il primo problema è quella della cosiddetta privacy cerebrale. Se venissero a conoscenza delle assicurazioni, sarebbero un elemento per concedere o meno polizze sulla vita? E i datori di lavoro potrebbero chiedere agli aspiranti a un posto di alta responsabilità di sottoporsi a un esame di questo tipo? Ma gli interrogativi si possono moltiplicare. In attesa di ulteriori avanzamenti scientifici e tecnologici. Che ovviamente potrebbero rivoluzionare anche il mondo del marketing.
ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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l’ultima puntata dedicata alle narrazioni inspirational del World Business Forum Milano
il segreto del successo di virgin? la filosofia ribelle di richard bronson
L’evento organizzato da WOBI al MiCo del capoluogo lombardo è giunto a conclusione, ma questo non deve valere per i suoi messaggi, che ora dovranno entrare a far parte dei modelli aziendali e di leadership delle aziende in Italia e nel mondo. Ispirandosi magari a un imprenditore che dell’andare controcorrente ha fatto uno stile di vita e lavoro Dai sex pistols ai viaggi spaziali, con un solo brand
Branson è alla guida di un impero di oltre 290 aziende e 50 mila dipendenti attivi in tutto il mondo nei settori più differenti, ma il suo successo non basta a spiegare perché tanti manager lo ammirino
di Valentina Lunardi
Ogni grande evento ha la sua star e questo è valso anche per il World Business Forum di Milano. Ma perché tra tanti Story Makers, con narrazioni, idee e profili interessantissimi (da Seth Godin, eccellenza del marketing, a Marìa Belòn, sopravvissuta allo tsunami raccontato poi dal blockbuster “The Impossible”, o Greg Brandeau, uno dei top manager che hanno fatto la sto-
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ria di Pixar e poi Disney, solo per fare alcuni nomi), tra il folto pubblico dell’appuntamento organizzato da WOBI c’è stato un nome a risuonare con maggior eco? A un livello superficiale spiegare perché Richard Branson goda di una grande popolarità tra il mondo dei dirigenti di tutto il mondo non sembra difficile. Richard Charles Nicholas Branson è nato a Londra nel 1950 da una famiglia che potremmo definire della classe media inglese e come studente, anche perché affetto da disles-
sia, le sue performance accademiche non erano certo brillanti, tanto che in più biografie del miliardario si ricorda come il suo direttore scolastico gli avesse detto, nel suo ultimo giorno di scuola, che o sarebbe andato in prigione o sarebbe diventato un milionario. Eppure, solo qualche anno dopo, nel 1972 e appena ventenne, Richard aveva già lanciato l’etichetta discografica Virgin Records e acquistato una villa a nord di Oxford che sarebbe poi diventata il famoso The Manor Studio. Da questo punto la sua parabola di incredibili successi corre veloce: dal contratto sottoscritto con la band icona del punk, i Sex Pistols, al lancio dei Culture Club, all’avvio di sempre nuove business venture come la Virgin Atlantic Airways, nel 1984, Virgin Mobile, nel 1999 o Virgin Galactic, creata nel 2004 con l’obiettivo di creare il nuovo settore del turismo spaziale. Branson è oggi alla guida di un impero di oltre 290 aziende e 50 mila dipendenti attivi in tutto il mondo nei settori più differenti, e il suo successo basterebbe a spiegare perché, magari con una punta di invidia, tanti manager lo ammirino. Ma il fondatore di Virgin non è un magnate tutto d’un pezzo del business internazionale e nemmeno un guru ispirato nello stile di Steve Jobs. Osservando meglio il tono delle sue interviste o video sparsi sul web (o ancora meglio ascoltandolo dal vivo), l’inequivocabile percezione che si ha di lui è quella di una persona estremamente positiva e dalla mente aperta, un uomo di 65 anni che ha un aspetto giovanile perché quello è il riflesso del suo punto di vista sul mondo: uno spazio d’espressione libera e di “gioco”. Lo testimoniano le tante avventure, più o meno rocambolesche, in cui Branson si è imbarcato nel corso della sua vita, come la traversata compiuta con la speciale mongolfiera “Virgin Atlantic Flyer” dal Giappone alla zona artiANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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ca del Canada. E chiedergli quale sia l’equazione del suo successo significa ascoltare ricordi e avvenimenti di una vita avventurosa e priva di limiti precostituiti. Dove non c’è un segreto di successo, ma una lezione: come grandi traguardi possano essere raggiunti grazie a un atteggiamento ribelle, curioso e sempre aperto ad affrontare anche le sfide più impensabili.
Lezioni da un imprenditore ribelle La prima domanda rivolta sul palco del Forum a Richard Branson è allo stesso tempo semplice e misteriosa: qual è l’essenza del brand Virgin? Branson, sorriso ampio e atteggiamento rilassato, con poche parole sintetizza quello che è il suo modello di business: «Il vero punto è cosa sia il business. Per me significa fare qualcosa che non è mai stato fatto prima, per far si che la vita delle persone sia migliore. La maggior parte della nostra vita è passata al lavoro, ma molte volte gli imprenditori lo dimenticano; in Virgin noi cerchiamo di dare molta flessibilità ai dipendenti. Le persone vogliono lavorare in un posto che le tratti da adulte». Quindi responsabilità e autonomia per ogni individuo parte del team è una regola univoca della filosofia Virgin, che si unisce però anche alla costruzione di figure di leadership di alto livello, non tanto per il mondo aziendale, ma per il beneficio dell’intero pianeta. Al 2007 risale la fondazione di The Elders, un gruppo di leader internazionali impegnati nella risoluzione dei conflitti, mentre con Virgin Unite l’obiettivo è quello di proporre nuovi modelli di leadership nei paesi in crisi o in via di sviluppo e supportare le iniziative imprenditoriali locali formando allo stesso tempo un management responsabile. «Io credo che compito delle aziende sia quello di fare del mondo un posto migliore e cerchiamo che siano anche un posto di lavoro piacevole, divertente. Per questo lasciamo che chiunque lavori da noi possa vestirsi come vuole: in fondo i businessman sono degli artisti e credo che possano esprimersi al meglio anche cambiando i propri vestiti», ha affermato un Branson divertito dopo aver fatto un’incursione armato di forbici all’intervistatore dell’evento, che si è ritrovato con la cravatta “decapitata”. Perché Branson è così, un momento ispira con i suoi progetti e idee innovativi, un
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Non solo business
branson ha detto di credere che il compito delle aziende sia anche quello di fare del mondo un posto migliore. cosa che virgin cerca di fare con fondazioni come the elders
momento dopo si svela essere lo stesso animo giocoso e ribelle del ragazzo che a soli 27 anni dal settore musicale si era lanciato in quello notoriamente difficile delle linee aeree: «Come ho fatto ad avere successo con Virgin Airline? Il segreto è nei piccoli dettagli: quando volo cerco sempre di raccogliere le idee degli altri passeggeri, cercando soluzioni anche controcorrente. Altro fattore è che le persone che lavorano con me devono sempre sapere se clienti e team sono felici, in ogni parte del nostro business». Business che è, tra l’altro, in continua espansione: dopo numerosi test
avviati nel 2008, la Virgin Galactic si prepara a lanciare nel prossimo anno il primo volo commerciale nello spazio, dopo aver superato la crisi di un grave incidente accaduto la scorsa estate, in cui il pilota Michael Alsbury rimase ucciso. Il sogno dello “spazio per tutti” sembrava infrangersi, ma Branson ha spiegato come è stato superato il momento negativo: «Abbiamo proseguito ascoltando prima di tutto le persone e le famiglie di tutte le persone coinvolte. Nonostante lo stress e gli attacchi della stampa, bisogna saper trovare il coraggio di parlare con onestà se accade qualcosa, non nascondersi quando si è criticati, ma difendere la propria identità». Una nozione non certo nuova, ma che detta da Branson acquista una sfumatura in più, perché lui l’imprenditore che racconta è anche quello che è nella realtà. Come suggeriscono le sue parole conclusive, che descrivono le “lezioni di vita” che Branson ha voluto offrire al pubblico del Wolrd Business Forum: «Il mondo è migliore rispetto a quanto lo è stato nel passato, l’Unione Europea ne è una dimostrazione: mio padre, mio nonno e il mio trisavolo hanno combattuto tutti in guerre europee oggi impensabili. Ma esistono altri luoghi che devono trovare un nuovo futuro. Io sono ottimista, ma dobbiamo lavorare sodo per creare davvero un mondo migliore». ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015
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Gli investimenti pubblicitari annullano qualsivoglia grattacapo: le entrate collegate alle sponsorizzazioni hanno fatto un balzo del 45% a 4,3 miliardi di dollari, il mobile pesa per il 78%.
Apple torna al passato. Riprendono a circolare le ipotesi di un iPhone più piccolo, da 4 pollici, che dovrebbe essere lanciato nell’autunno 2016. In pratica avrebbe la stessa misura dell’iPhone 5 lanciato nel 2012, ma sarebbe potenziato. Nel frattempo cresce l’adozione del sistema operativo iOS 9 per iPhone e iPad: è ora installato sul 66% dei dispositivi in circolazione. A trainare, il rilascio dell’ultimo aggiornamento, che ha introdotto 150 nuove emoji. E ora arriva la previsione di un iPhone più piccolo e con un prezzo anche più basso.
Affari d’oro per Facebook
Apple, il fascino di tornare al passato
CORRIERE.IT
il caso
Usa: ma è la bolla o una rivoluzione? Oltre cinquanta “unicorni”, aziende valutate più di un miliardo di dollari. Nell’ultimo anno sembra un dato abbastanza chiaro: siamo ad altissimo rischio “bolla” nel mercato tech privato negli Usa. Cerchiamo subito di fare chiarezza: la “bolla” non c’è in Europa, nonostante il mercato di investimenti in startup e venture capital sia in crescita; e sicuramente non c’è in Italia, dove il mercato è molto piccolo e a crescita quasi zero. Semmai, qui nel Bel Paese, rischiamo di implodere per carenza di fondi e non di esplodere per over-investing come negli Stati Uniti.
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turismo digitale
Expedia compra e sfida Airbnb La società quotata al Nasdaq aggiunge un altro tassello al suo piano d’espansione, con il sito di annunci di case da vacanza in affitto HomeAway. La sfida è al sempre più minaccioso Airbnb.
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Matteo Dedè
Simone Arcagni Ricercatore presso l’Università degli Studi di Palermo. E’ stato direttore responsabile della rivista “Close-up” e collabora con diversi altri titoli: “Segnocinema”, “Tutto Digitale”, “Bianco & Nero”, “Imago”, “I Quaderni del CSCI”. Svolge attività di giornalista sui temi delle nuove tecnologie e dei nuovi media per “Nòva24 Il Sole 24 Ore”, “Oxygen”, “Bravacasa”, “TechnoNews” “Tutto Digitale”; e tiene un suo blog (“Postcinema”) sul sito “Nòva 100” del “Sole 24 Ore”. Ha fondato, (e ne è co-direttore) assieme a Katia Gasparini, la rivista scientifica “screencity”. Membro del comitato scientifico di “Game - Games as Art, media, Entertainment. The Italian Journal of Games Studies”, di “Cinergie”, rivista e collana di libri (Mimesis) e della collana di studi “cinemaespanso” sui media digitali, diretta da Christian Uva (Bulzoni). Consulente editoriale per le Edizioni Kaplan, dirige la collana di libri “One PM” sul cinema e media digitali. Tra le sue pubblicazioni spiccano i volumi “Dopo Carosello” (Falsopiano), “Music Video” e “Oltre il cinema - Metropoli e media” (Kaplan), “Screen City” (pubblicato da Bulzoni)
mercato televisivo Una cosa è sicura: l’effettivo “sbarco” in Italia di Netflix ha prodotto una serie di riflessioni sul ruolo dei broadcaster e sul video on demand, nonché sul peso di sistemi mediali differenti. Ma soprattutto spinge i broadcaster “tradizionali” una volta di più a interrogarsi sulle strategie e sul mercato. Roberto Suárez Candel, nella sua ricerca fatta per la European Broadcasting Union, ha messo in evidenza proprio i grandi cambiamenti del mercato dei media e la sfida che attende i broadcaster su vari fronti e con concorrenti molto diversi; dalle compagnie telefoniche ai grandi player del web, ormai molti sono i media player sul mercato: Facebook e il suo fresco primato di piattaforma dove vengono postati e fruiti più video, surclassando così YouTube. E poi Amazon, Netflix, ma anche social meno scontati come Vine che ha lanciato la webserie in animazione “White Ninja” o Instagram con la webserie “Uno di troppo”. I produttori non stanno sicuramente a guardare e cercano di avvicinarsi al mercato del web e del mobile magari con coproduzioni, come fa ormai da qualche anno l’americana Hbo che, dopo aver concordato il passaggio degli episodi delle sue due serie “The Brink” e “Ballers” su Facebook, ha deciso di produrre la terza stagione di “High Maintenance”, la webserie indipendente su un pusher hipster newyorkese postata su Vimeo e che ha fatto parlare molto di sé. Una serie web sembra ancora essere un’ottima chiave d’ingresso per sondare uno spazio e un’audience differenti. Il portale web della Radiotelevisione Svizzera Italiana, per esempio, aveva esordito con la serie “Notte Noir” e ora, a di-
stanza di due anni, ritorna alla produzione per il web con “Arthur”, webserie ma anche serial game. Che si tratti di social, di web companies o di broadcaster, il tema centrale è proprio quello dei contenuti. Yahoo, da questo punto di vista, ha puntato già da diversi anni su contenuti specifici del web: tutorial (soprattutto all’inizio) webserie (“Roast to Coast”, “Electric City”, “Gli abiti del male”) e poi scouting sul web. Ma a fianco dello scouting, strategia che ultimamente ha caratterizzato anche Rai e Mediaset, Yahoo ha lavorato anche a portare personaggi della televisione, della stampa e del cinema come Simona Ventura, Roberto Saviano, Nicolas Vaporidis o il Trio Medusa a realizzare programmi pensati per il web senza snaturare la specificità del web che ha regole, tempi e modalità differenti. Proprio Yahoo ha lanciato una nuova webserie che è un tentativo di un nuovo approccio alla fiction per il web, “Eat Ali”, nata da un fatto di cronaca: è la storia di Asad Ullah, immigrato bengalese con un piccolo negozio di alimentari a Torino che emette scontrini con il marchio “Eat Alì”, rifacendosi ironicamente al ben più noto marchio Eataly. Da lì una fama sui social che vede tra i suoi fan lo stesso Oscar Farinetti. La web serie inizia da qui e ha come protagonista lo stesso Asad Ullah che gioca a fare l’attore con una serie di personaggi che interagiscono con la sua attività. A metà tra la fiction e il reality Eat Alì è veloce, “mordi e fuggi”, il contenuto giusto per un mercato che è la naturale evoluzione del sistema precedente. Si tratta di un adattamento a nuove potenzialità offerte dalla tecnologia.
SPAZIO A...
il digitale nel retail
18 novembre - via giuseppe la masa 19 @ milano l’innovazione al centro del meeting, presso l’istituto “mario negri”, che investiga sulla ricerca del valore
il digitale sta conquistando spazio sempre più ampio nei negozi fisici
In un contesto in continua evoluzione, i retailer sono chiamati a innovare sia per rispondere alle nuove esigenze espresse dai consumatori digitali sia per migliorare la gestione dei processi interni. Il convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2015 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, sarà l’occasione per provare a rispondere a molte, signficative domande. Ad esempio, quali sono le priorità di investimento in innovazione digitale per i retailer italiani, o quanto investono i retailer italiani in innovazione digitale. E ancora: quali sono i principali modelli omnicanale, utilizzati dai retailer italiani, che prevedono l’utilizzo congiunto e integrato dei canali fisico, online e mobile? Quali sono i risultati ottenuti dai retailer italiani grazie all’innovazione digitale? Quali sono i principali ostacoli che i retailer incontrano durante il percorso implementativo? E infine: qual è il ruolo delle startup nello scenario nazionale e internazionale? La presentazione dei risultati della Ricerca sarà seguita dalla testimonianza di alcuni retailer italiani che hanno già sperimentato con successo l’innovazione digitale e da una tavola rotonda con i player dell’offerta per discuterne le opportunità. Al termine del convegno verrà inoltre distribuito a tutti i partecipanti il Report di Ricerca 2015. ANNO VI | #180 | VENERDÌ 6 NOVEMBRE 2015