visioni / claudio gagliardini
Google+: ecco perché e come ci può essere utile
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ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
Su Google+ c’è più vita che in discoteca al sabato sera, ma la maggior parte degli utenti si diverte nei privè, piuttosto che in pista; frequentano community in funzione dei loro interessi, seguono gli argomenti...
i fatti del giorno
marketplace
company
media
L’analisi di Reputation Manager sul brand giapponese dopo il Gp
Due le trasmissioni al debutto che hanno già conquistato il pubblico
Una startup che è stata fondata da Stefan Christiani e Marco Cappelli
Inizialmente lo sbarco era in previsione per i primi mesi del 2016
Dopo Valencia, l’89% dei contenuti online per Honda è negativo
Nel lunedì sera della Rai spiccano 3 nuovi programmi vincenti
Parte adbee, primo marketplace della pubblicità in Italia
Mediaset Premium: per il satellite serve prendere più tempo
scenario
Sharing Economy italiana: il punto
26 link
coverstory
Le prospettive dello shopping bio
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Parte, a Milano, la 12ª edizione di “21 minuti - The Human Startup”
Dodici eccellenze dell’innovazione e dell’imprenditoria si raccontano in 21 minuti, guidati dalla narrazione di Patrizio Paoletti
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i fatti del giorno
IL CASO
Dopo il GP di Valencia l’89% dei contenuti online è negativo per il marchio “Honda” L’analisi di Reputation Manager sulla reputazione digitale del brand giapponese dopo l’ultimo capitolo del motomondiale: i fan di Rossi hanno cinguettato oltre 150 mila volte #iostoconvale per sostenerlo
di Daniele Bologna
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opo l’ultima gara del MotoGP 2015, a Valencia, il comportamento in gara di Marc Marquez e le dichiarazioni al veleno di Valentino Rossi, l’89% dei contenuti online sul marchio Honda è negativo. Almeno secondo quanto rilevato da Reputation Manager, uno dei principali istituti ita-
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liani nell’analisi e misurazione della reputazione online dei brand e delle figure di rilievo pubblico, che ha monitorato i contenuti relativi a Honda per rilevare l’impatto che la gara sul circuito spagnolo ha avuto sulla reputazione del marchio. Le accuse rivolte da Valentino Rossi a Marquez hanno avuto un impatto molto negativo non solo sull’avversario spagnolo, ma anche su Honda. Se fino a ot-
tobre 2015 la reputazione online del brand godeva di una percezione ottima, con l’87% dei contenuti positivi, dopo l’ultima uscita stagionale il marchio è stato bersagliato da commenti negativi, accuse e proposte di boicottaggio. Le negatività, considerando solo i commenti rilevati dall’8 novembre in poi ha raggiunto l’89%. “Quanto avvenuto negli ultimi giorni - spiega Andrea Barchiesi, Ceo di Reputation Manager - rappresenta solo lo 0,6% dei contenuti totali presenti in rete riferibili a Honda, ma l’inversione del sentiment dimostra con chiarezza quanto un evento, in poche ore, possa incidere negativamente su una solida reputazione”. Interessante notare come, ad esempio, fino a giugno si associava al brand, oltre che una forza data dalle performance eccezionali delle sue moto e la sua grande storia, anche il valore della sportività, che oggi viene invece completamente negato. Questo, ad esempio, un commento sulle dichiarazioni di Livio Suppo dopo la gara di Assen: ma è stato lo stesso Livio Suppo, numero uno del team Honda, ad ammettere la cosa: “Rossi è stato avvantaggiato dal taglio di pista - ha spiegato - ma va detto che è stato colpito sulla spalla dal nostro pilota, quindi non poteva fare altrimenti. Vittoria meritata”. Bello. Davvero. La prova che in moto la sportività vince sempre su tutto, anche sulle polemiche che in altre discipline finiscono per avvelenare il clima. Davvero, poi, sono le critiche rivolte a Honda, soprattutto dopo la posizione espressa dalla casa giapponese che si è schierata a protezione del suo pilota, rigettando le accuse di Rossi. C’è chi definisce il marchio anti-sportivo, chi annuncia boicottaggi e chi prova a ipotizzare dietro all’accaduto una strategia di Honda per portare Jorge Lorenzo, nuovo campione del mondo, in sel-
andrea barchiesi
la all’HRC. La maggior diffusione del caso è stata, comunque, raggiunta attraverso i social network (84,6%). Facebook e Twitter sono i canali che hanno veicolato principalmente la protesta dei tifosi, e dei sostenitori di Valentino Rossi che hanno creato pagine e gruppi come “Boicott #Marcmarquez93 Boicott #Honda!”, “Boicotta Marquez, la Honda e tutti i loro sponsor”, “Io Non Comperò una Honda Fino a Quando Marquez Sarà Uno Dei Suoi Piloti” e hanno twittato 152.569 volte #iostoconvale. Anche molti personaggi dello spettacolo come Elisabetta Canalis, Ezio Greggio, Francesco Facchinetti, Simona Ventura e Luca Argentero si sono schierati con il Dottore, esprimendo il loro sostegno al campione pesarese, dissenso per quanto è accaduto a Valencia e condividendo immagini ironiche su Marquez. ANNO VI | #183| MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
reinventing viDeO ADvertiSing www.teads.tv
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i fatti del giorno
mercato
creatività
Nasce Global Media Intelligence, l’Eco della Stampa protagonista
Un ambiente di famiglia per il lancio di “Il Mio Duo” Star Lo stile delle riprese è originale, moderno e accattivante con una particolare attenzione a sottolineare le espressioni dei protagonisti
Un’alleanza di respiro internazionale con i protagonisti continentali del settore. World Disney Company e il gruppo Lamborghini sono le prime commesse internazionali condivise assegnate alla nuova realtà di Sebastiano Zeri Sei leader europei nei servizi di media monitoring e media analysis hanno stretto una collaborazione per la formazione di un’alleanza internazionale: Global Media Intelligence. A formare GMI sono l’italiana L’Eco della Stampa, la francese Argus de la Presse, la belga Auxipress, la spagnola Acceso, la britannica Pressdata e la tedesca Unicepta, che in futuro coordineranno le loro risorse in un’unica offerta per un totale di quindici Paesi, al fine di fornire ai clienti un servizio ancora migliore. Sono coinvolti nell’iniziativa Italia, Francia, Belgio, Spagna, Gran Bretagna e Germania, ma la copertura
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dell’alleanza si estende in modo diretto grazie alle sedi nell’Europa dell’Est, in America Latina, negli Stati Uniti, in Cina e India. Molti saranno i benefici per i clienti, a partire dall’ampia copertura in numerosi Paesi e dalla capacità di garantire esperienza e competenze in tutti i settori dei media, da quelli tradizionali ai più innovativi. I clienti di GMI potranno beneficiare, quindi, delle sinergie tra le varie società e di un servizio disponibile ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, grazie alla presenza globale. Inoltre, i partner svilupperanno standard comuni, ad esempio nell’ambito della trasmissione di dati; e condivideranno tecnologie e know how, a vantaggio sia dei
membri di GMI che dei loro clienti. Parallelamente al proprio business, le società che hanno preso parte a GMI parteciperanno insieme a commesse internazionali sotto un unico nome. Il primo progetto condiviso preso in carico dall’alleanza consiste nei servizi di monitoraggio a livello europeo per World Disney Company e Lamborghini. I principali servizi e prodotti offerti da GMI comprendono il monitoraggio di tutti i canali e media, analisi avanzata del media coverage, misurazione della reputazione aziendale, monitoraggio in tempo reale delle issue, ma anche servizi di redazione e traduzione, consulenza nelle strategie di comunicazione e servizi di ricerca. Partner di GMI per il nostro Paese, L’Eco della Stampa è il leader italiano nei servizi di media intelligence, che da oltre cento anni si occupa di affiancare organizzazioni pubbliche e private, di ogni settore e dimensione, nel monitoraggio della propria reputazione sui media tradizionali e digitali. Sono oltre cinquemila i clienti che ogni giorno si affidano a L’Eco della Stampa per il monitoraggio di oltre 15 mila testate - tra stampa, web, emittenti radiotv - e di tutti i principali social media, insieme al servizio di analisi dei contenuti monitorati.
In occasione e a supporto del lancio del suo ultimo prodotto, “Il Mio Duo”, Star presenta la nuova campagna televisiva on air da domenica scorsa che ne evidenzia le caratteristiche quale grande alleato in cucina di ogni moderna madre di famiglia. Se da oltre 65 anni il Dado Star permette di esaltare i sapori dei piatti di tutti i giorni, con la nascita del dado a doppio strato “Il Mio Duo” è possibile dare più sapore a specifiche ricette: “Minestrone”, “Sughi” e “Arrosti e stufati”. “Il Mio Duo” permette, da un lato, di arricchire i sapori, proprietà tipica del Dado, dall’altro di connotare con ingredienti specifici una ricetta distintiva. Inoltre, grazie alla sua texture, è facile da sbriciolare, si scioglie velocemente e si distribuisce in maniera omogenea. Queste caratteristiche lo rendono l’ideale alleato in cucina di una moderna mamma. La nuova campagna ha scelto, infatti, come protagoni-
sta proprio la figura di una giovane mamma, sempre alla ricerca di soddisfare in cucina le aspettative della propria famiglia. Una donna molto autoironica, attuale e dinamica che grazie al nuovo “Il Mio Duo” diventa sempre più apprezzata come la cuoca di famiglia. Lo spot della campagna ha come ricetta protagonista il minestrone, un piatto di tutti i giorni, che grazie a “Il Mio Duo” viene apprezzato da tutta la famiglia per il buon sapore e la cremosità perfetta. L’adv ritrae, in un’atmosfera giocosa e divertente, una tipica famiglia moderna a cui viene chiesto di fare la classifica di quelli che sono i loro piatti preferiti che prepara di solito la mamma. Tra la complicità dei figli, lo sguardo giocoso del padre e lo stupore della mamma, il minestrone risulta il mendo gradito. A questo punto, entra in scena la mamma che, certa di poter cucinare un ottimo minestrone, si affida a “Il Mio Duo”. ANNO VI | #183| MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
OOH NEXT GENERATION
THE CUBE DARSENA on themadbox.com
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i fatti del giorno
Bruno Bertelli
Poltrone
Bruno Bertelli continua a scalare posizioni in Publicis Il top manager ha assunto anche l’incarico di Executive Creative Director Western Europe di Publicis Worldwide È stato annunciato nella giornata di ieri che Bruno Bertelli, già Ceo ed Executive Creative Director di Publicis Italia, ha assunto l’incarico anche di Executive Creative Director Western Europe di Publicis WW, andando a lavorare fianco a fianco con Guy Wieynk, Chief Executive Officer di Western Europe, per testare il tasso della qualità creativa nell’intera regione europea. Un altro compito che dovrà soddisfare il neo eletto italiano riguarda anche il mantenimento nelle file di Publicis dei migliori talenti creativi, così come sempre a lui è stato affidato l’incarico di farli crescere e maturare sotto l’insegna del marchio. Bertelli inoltre è – e rimarrà – anche a capo del Heineken Global Team di Publicis Worldwide da quando, questa estate, il cliente ha deciso di affidare al network tutta la comunicazione del brand grazie al lavoro svolto dal team italiano negli anni precedenti.
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COMUNICAZIONE
Sponsorship
Al via dal 16 novembre la campagna “Milano è così”, realizzata da AMSA e JTI con il Patrocinio del Comune. In distribuzione tremila “Cenerino” agli esercizi commerciali
Grandi Navi Veloci ha ufficializzato la sponsorizzazione per il club calcistico, che ha conta su oltre un milione di tifosi
Palermo cavalca Milano lotta contro la dispersione Ill’onda di GNV per di mozziconi nell’ambiente urbano tutta la stagione di Pietro Castagna Ogni giorno, a Milano, si stima vengano prodotti 5 milioni di mozziconi. Di questi, circa 1,25 milioni vengono gettati a terra. Parte da questi dati la campagna di informazione e sensibilizzazione presentata ieri a Palazzo Marino dall’Assessore alla Mobilità e Ambiente, Pierfrancesco Maran, e dai promotori dell’iniziativa, PierCarlo Alessia-
ni, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia, e Mauro De Cillis, Responsabile Operativo di Amsa - Gruppo A2A. Sono intervenuti, inoltre, Gino Schiona, Direttore Generale CIAL, e Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco, partner nell’ideazione e nella realizzazione del nuovo “Cenerino”. La campagna “Milano è così”, realizzata da Amsa - Gruppo A2A e JTI con il Patrocinio del Comune di Milano, ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sulla dispersione dei mozziconi nell’ambiente, stimolare comportamenti socialmente virtuosi tra i fumatori e rendere la città più bella e pulita. Le attività di comunicazione prenderanno il via ufficialmente il 16 novembre con l’affissione di 310 manifesti nelle zone centrali della città e all’interno delle metropolitane. Parallelamente partirà la distribuzione agli esercizi commerciali di 3 mila “Cenerino” - un posacenere da esterno pensato appositamente per bar e ristoranti, interamente realizzato in materiali riciclati, prodotto in collaborazione con CIAL, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo Imballaggi in Allumino, e Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo Imballaggi a Base Cellulosica - e 25 mila posacenere tascabili, realizzati da JTI, che verranno consegnati ai fumatori insieme a una card della campagna, all’uscita della metropolitana M1 nelle stazioni di Duomo, Cadorna, Lima e Lotto. La campagna è stata ideata da Lisa Campo e Martina Strata, studentesse dell’Istituto Europeo di Design, sede di Milano, nell’ambito di JTI Clean City Lab, il contest internazionale ideato e realizzato da JTI con il supporto di Future Concept Lab, per stimolare comportamenti virtuosi tra i fumatori e rendere le città più pulite.
Palermo e il mare sono una cosa sola e, da oggi, a testimonianza di questo stretto legame si aggiunge anche la collaborazione tra il club calcistico rosanero U.S. Città di Palermo e Grandi Navi Veloci che proseguirà per tutto il campionato in corso. Palermo, infatti, è storicamente la sede legale della compagnia nonché porto strategico e uno degli hub principali di GNV da oltre vent’anni e ha colto l’occasione di rilanciare la linea Civitavecchia-Palermo, rivolta soprattutto al mercato del centro-sud Italia. GNV ha scelto di essere a fianco della U.S. Città di Palermo come top sponsor durante tutto il campionato, con una presenza costante nei tabelloni led, nel backdrop interviste e nello spazio vip hospitality in occasione delle partite giocate in casa. «Con la stessa passione dei tifosi rosanero - sottolinea Matteo Catani, direttore commerciale di GNV - noi affrontiamo ogni giorno le sfide che il mercato ci presenta». ANNO VI | #183| MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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i fatti del giorno
Campagna per il brand Active
comunicazione On e offline
Max Information, al via i lavori per i brand GrandVision
Il leader mondiale nell’ottica ha scelto l’agenzia bolognese, con assegnazione diretta, per una campagna multi paese GrandVision, leader mondiale nel campo dell’ottica, ha scelto, tramite assegnazione diretta, l’agenzia Max Information per l’advertising instore di alcuni degli exclusive brands che il gruppo sta lanciando. Max Information ha seguito la creatività e la realizzazione di tutti i materiali punto vendita per una campagna che sarà presente in diversi paesi a livello globale. Una collaborazione che è nata per celebrare un evento eccezionale: quello che ha portato Sensaya, brand già affermato e con un posizionamento di prestigio nell’ambito dell’ottica femminile, a unirsi con Swarovski, per una collezione limited edition dal look prezioso ed elegante, in piena sintonia con i valori dei due brand. Per il brand Activ l’agenzia bolognese ha, invece, lavorato a un riposizionamento pensato per valorizzare l’essenza della nuova collezione, dedicata al mondo dello sport, con un design ergonomico e un target maschile e metropolitano. Per entrambi i brand Max Information ha curato la realizzazione di uno shooting fotografico e di un video ad hoc destinato ai punti vendita e all’ online.
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aziende Fondata nel ‘98 dal presidente Massimo Lentsch
website Adaptive e responsive
L’azienda italiana rafforza le proprie strategie di marketing a sostegno della crescita registrata a livello nazionale, integrando nuove figure professionali e definendo nuovi piani operativi
Qnm.it, magazine maschile a cura di NanoPress, è un punto di riferimento del lifestyle per utenti e per sponsor
prosegue co.mark si presenta ai mercati con Trilud nel restyling dei il sostegno dell’agenzia imageware siti del network di Ottavia Quartieri
C
o.Mark, azienda italiana di Temporary Export Management, rafforza le proprie strategie di marketing e comunicazione, affidando le relazioni pubbliche e le media relation all’agenzia Imageware. La compagnia, fondata nel 1998 da Massimo Lentsch, attuale presidente, è oggi leader in servizi di internazionalizzazione per le piccole e grandi imprese, a cui offre un supporto concreto per lo sviluppo dell’export e delle vendite oltreconfine. Co.Mark è presente in Italia e
all’estero e opera sul mercato attraverso un ampio network di Temporary Export Specialist, manager specializzati nella creazione e nella gestione di reti commerciali in outsourcing, selezionati e formati attraverso training mirati. I TES intervengono a diversi livelli, organizzativi e pratici, per creare una strategia di sviluppo commerciale completa: dall’individuazione dei mercati di interesse, fino al contatto con i potenziali clienti e alla concretizzazione degli ordini. L’intervento di Co.Mark è indirizzato alle aziende di ogni dimensione e settore merceologico. Di crescente
importanza anche il supporto consulenziale e strategico alle grandi aziende e le numerose partnership con le associazioni imprenditoriali e con gli Istituti bancari. L’azienda ha una propensione costante all’innovazione, con focalizzazione sull’evoluzione di best practice e metodologie in linea con le continue mutazioni di mercato e con la diffusione delle nuove tecnologie. Sulla base di questi valori, Co.Mark registra dall’anno della sua nascita - 1998 - una crescita continua sia organica sia di mercato, accompagnata da risultati economici positivi.
partnership Con gli Australian Open si è chiuso il cerchio vincente
Lavazza, il caffè che conquista il Grande Slam L’azienda italiana diventa l’unico brand di food and beverage al mondo a essere partner di tutti e quattro i tornei del grande tennis
Dopo Wimbledon, Roland Garros e U.S. Open, Lavazza annuncia la partnership con l’Australian Open in qualità di caffè ufficiale : Lavazza diventa così il caffè ufficiale delle quattro competizioni del Grande Slam. L’azien-
da italiana è l’unico brand di food and beverage al mondo a essere partner di tutti e quattro i tornei del Grande Slam. L’esperienza di questi anni ha dimostrato quanto i mondi del caffè e del tennis siano complementari e acco-
munati da valori quali autenticità ed eccellenza. “È con grande orgoglio che oggi possiamo annunciare di essere il caffè ufficiale dei quattro tornei di tennis più importanti al mondo” ha dichiarato Giuseppe Lavazza.
Nuovo look e nuovi contenuti per qnm.it, il digital magazine di NanoPress punto di riferimento per tutti gli appassionati di lifestyle maschile ha deciso di rifarsi completamente l’immagine. Il portale, infatti, è stato completamente rinnovato sia dal punto di vista contenutistico che grafico, offrendo un nuovo layout adaptive e responsive, per una perfetta fruizione anche da mobile. La nuova release offre anche un’esperienza di navigazione più intuitiva e immediata e dal forte impatto visual, con immagini e video in primo piano. Semplicità e chiarezza attraversano l’home page di qnm.it e si legano contemporaneamente a uno stile elegante e attraente per la navigazione dell’utente. Il restyling, studiato per garantire una maggiore viewability dei formati advertising, non intacca la qualità dell’informazione e anzi rilancia un approccio social con una redazione dedicata, capace di rivolgersi a un target sempre più vasto e curioso sulle nuove tendenze maschili. ANNO VI | #183| MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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Psycommuniquette
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La rappresentazione della natura è attività vecchia come il mondo. Come è interpretata dai nostri advertiser? un viaggio in 5mila anni distoria, tra equivoci letteraturi e spot
Gli animali nell’advertising: calamite di emozioni inconfessabili (Parte 1)
nel corso della storia l’uomo ha sentito il bisogno di umanizzare il mondo animale, per non sentirsi l’unico attore di un mondo che ha per secoli dominato
5.000 anni di anticamera L’uomo si è sempre sentito parte della natura, svolgendo per millenni il ruolo di cacciatore/ allevatore/ raccoglitore, in un ambiente ostile e prevaricante. Sbocchi sul mare, fiumi, laghi, catene montuose e vallate hanno delimitato, protetto, ostacolato gli insediamenti. Fuori dalle città la selva oscura o il mare erano fonte di pericolo e ignoto. In questa chiave, si inseriscono i rapporti con gli animali, al di fuori dei pochissimi addomesticati. Il lupo, l’orso, il leone, il pescecane, il serpente rappresentavano i guardiani del mon-
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do in cui l’essere umano non poteva addentrarsi; emissari di una natura feroce, avara nel ricompensare un lavoro ciclopico nei campi o nella pesca. Le maledizioni o le punizioni divine, le descrizioni infernali sono storicamente state un esacerbarsi di eruzioni vulcaniche, terremoti, piogge di fuoco. I demoni hanno avuto al loro fianco animali immaginari nel loro essere spaventosi, condensando o ingigantendo caratteristiche naturali di forza o resistenza. Equivoci letterari Gli animali sono stati umanizzati
trasferendo loro nature teleologiche ove fosse un neutro istinto. Da Esopo a Cappuccetto Rosso, dalla Bibbia al Mahābhārata, nella vita animale si sono condensate emozioni in cui il genere umano ha trovato impossibile essere l’unico attore, di volta in volta attribuendo tratti di personalità, assoluti e verticali: le volpi sono furbe, le aquile coraggiose, i serpenti ingannatori. Dominerai sopra ogni animale che si muove sulla terra Questo fino al secolo XVIII, per poi franare all’inizio della rivo-
luzione industriale. Tecnologia, scienza, chimica hanno dato all’uomo il potere di vendicarsi per i secoli di inferiorità fisica e sudditanza emotiva. Finalmente si può annientare la selva, inaridire il mare, controllare le inondazioni, superando l’invidia del non saper volare o respirare sott’acqua, non pesare una tonnellata. La missione biblica di dominare le acque, le terre e il cielo è recepita. Fra lo scenario tecnologico, serpeggiano le prime riflessioni sull’origine ed evoluzione delle specie, che aiutano la nascita della paleontologia
con il ritrovamento di fossili non più visti come strani ossi di nessuna importanza. Il mondo si tinge di verde All’improvviso la natura è in pericolo, dopo cinquemila anni di dominio. I suoi abitanti sono studiati nel loro habitat, riconoscendo nella volpe un istinto diffidente, ridimensionando l’accanirsi dell’aquila sui piccoli roditori, codificando i limiti della struttura interna del serpente. L’antesignano dell’ecologia del XX secolo è il naturalismo romantico, che vede nella vita selva-
tica la purezza incontaminata dalla modernità. Animali in 30” e CMYB A questa panoramica contratta si devono alcuni pattern emotivi: • l’animale ombra che condensa sentimenti socialmente censurabili, ma propri della natura umana; • l’animale garante di purezza in quanto tale; • l’animale onnipotente perché condotto dalla divinità; • l’animale guida di valori antichi (e in quanto tali salvifici).
ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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MARKET PLACE
Un terzetto nel quale spiccano due nuovi programmi che hanno già conquistato il pubblico
Tre trasmissioni di successo spiccano nel lunedì sera delle tre reti di casa Rai
Sono la seconda puntata della fiction con Violante Placido “Questo è il mio paese”, il vivace show “L’erba dei vicini” e la prima puntata dell’atteso reality “Monte Bianco - Sfida verticale” di Marianna Marcovich
Il lunedì sera, sui canali Rai, si accende di successi: il 9 novembre hanno infatti debuttato sulle reti pubbliche ben tre nuovi programmi che hanno già conquistato il pubblico del lunedì sera. Su Rai Uno è andata in onda la seconda puntata della fiction con Violante Placido “Questo è il mio paese”, che ha registrato una media del 19,4% di share con picchi di ascolti del 25%; su Rai Tre ha invece esordito “L’erba dei vicini”, il vivace show che porta sul piccolo schermo i confronti Italia-estero dell’amato Beppe Severgnini, che registrano il 6% di share (8% sul target value). Infine, su Rai Due ha debuttato per la prima puntata l’attesissimo “Monte Bianco - Sfida verticale” che ha sedotto, in particolare, il pubblico femminile, totalizzando il 7,7% di share sul target value donne 25-54 anni
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e arrivando all’8% sulle donne 1524 anni. La predominanza di spettatrici donne caratterizza anche il pubblico degli altri show esordienti il cui target si contraddistingue anche per un alto livello di istruzione. In particolare, “Monte Bianco”, grazie al format innovativo e alla straordinaria regia che ha seguito la scalata delle sette cordate con sorprendenti riprese eseguite con droni ed elicotteri, ha saputo conquistare il pubblico, già orfano di “Pechino Express”, che si caratterizza per propensione allo sport e ai viaggi e amore per la cultura. Si tratta di un pubblico dinamico e moderno che ama risparmiare tempo, anche in cucina dove dichiara di consumare spesso pasti pronti; usa, inoltre, la tecnologia per fare i propri acquisti. Rai Pubblicità ha realizzato un’offerta commerciale dedicata per la trasmissione che propone, oltre alla pubblicità tabellare in forma-
ti da 15 secondi, anche cinque tipi di iniziative speciali tra cui Channel Box, Ad Video, Billboard, Inspot e Inviti all’ascolto. «“Monte Bianco” è un prodotto di alta qualità che abbiamo voluto valorizzare attraverso un’offerta commerciale in grado di accogliere un’ampia platea di investitori sia durante la trasmissione in tv che online. Per questo abbiamo optato per formati da 15 secondi e una ricca offerta digitale composta da banner e app» dichiara Fabrizio Piscopo, Amministratore Delegato di Rai Pubblicità. L’offerta, infatti, ha anche una declinazione digital che coinvolge il sito dedicato www.montebianco. rai.it, i siti istituzionali www.rai. tv e www.rai.it e le rispettive app, dove saranno disponibili, oltre alle puntate andate in onda, anche contenuti editoriali aggiuntivi come esclusive web, news, schede partecipanti e fotogallery.
ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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MARKET PLACE
A McCann il merito dell’idea #VorreiFarFelice, mentre Mediacom ha svolto la pianificazione
Torna il Fiocco Magico di Coca-Cola che vuol rendere felice ognuno di noi
Il marchio sarà on air da domenica 15 novembre, per sei settimane, su tutte le principali emittenti tv ed è online da lunedì con formati da 30” e 15’’ sui principali social network. Protagonista assoluto del format è Babbo Natale, icona dei valori tradizionali del brand Di Marianna Marcovich
Mancano esattamente 44 giorni a Natale ed è già tempo di immergersi nell’atmosfera natalizia che, si sa, ha la capacità di rendere tutti più buoni. Questo lo sa bene anche Coca-Cola che, per la sua storia e per la sua tradizione, da sempre attinge dall’universo della felicità e dell’ottimismo in quanto valori fondanti di ogni sua attività. Soprattutto per questa ragione il Natale è forse il periodo dell’anno che rispecchia maggiormente lo spirito dell’azienda. E il nuovo spot, dedicato alla campagna “Fai Felice Qualcuno”, è proprio una celebrazione dei “valori” e delle “icone” che fin dalle origini Coca-Cola ha cercato di promuovere e far arrivare a tutti i consumatori. La campagna, realiz-
zata dal team creativo di McCann per una pianificazione a cura di Mediacom, sarà on air da domenica 15 novembre, per sei settimane su tutte le principali emittenti televisive, mentre è online da lunedì con un formato da 30 e 15 secondi sui principali social network. Il protagonista indiscusso del TVC del marchio è una delle icone più classiche di Coca-Cola e del Natale stesso: Babbo Natale. L’idea creativa di fondo ruota attorno al valore della condivisione e al concetto che basta anche solo un piccolo gesto per far felice qualcuno, non serve necessariamente un qualcosa di materiale, basta un sorriso. Da qui, anche il nome della campagna, che si traduce nell’hashtag #VorreiFarFelice, che viaggerà sul web accompagnando tutti i consumatori du-
rante il periodo natalizio. Il brand Coca-Cola con il lancio di “Fai Felice Qualcuno” non si limita alla realizzazione di uno spot televisivo, ma per stare più vicino ai propri clienti amplifica il messaggio della campagna con una comunicazione all’interno dei propri punti vendita e di distribuzione. Infine, torna sul mercato anche la special edition “Fiocco Magico Coca-Cola” che, già lo scorso anno, aveva stupito e invitato tutti gli italiani alla condivisione. Quest’anno, oltre alla bottiglia da 500ml, anche la bottiglia di 1.5l sarà dotata del Fiocco Magico: basterà sollevarne un’estremità dell’etichetta, scoprire il nastro che si cela sotto e tirare: il Fiocco Magico di Natale sarà pronto per esser regalato all’amico/a, parente o persona del cuore.
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in italia e Sud America, da oltre 30 anni, l’azienda presidia il settore dell’edutainment a 360 gradi
La Fabbrica apre le porte al nuovo a.d. Daniele Tranchini
Dopo essere passato tra le file di Leo Burnett, Jwt, Young & Rubicam e Publicis, approda all’agenzia leader di mercato nella comunicazione didattica e nella corporate reputation È Daniele Tranchini il nuovo amministratore delegato del Gruppo La Fabbrica. Dopo un lustro passato nel Gruppo Publicis, il manager italiano approda all’agenzia milanese leader di mercato nella comunicazione didattica e nella costruzione di corporate reputation. Daniele Tranchini assume così un ruolo manageriale importante all’interno del gruppo La Fabbrica, agenzia di comunicazione dal profilo internazionale specializzata in corporate reputation, con sedi oltre che in Italia, a Milano, anche a San Paolo, Buenos Aires e Santiago del Cile. Dalle sedi in Italia e all’estero La Fabbrica sviluppa, promuove e distribuisce progetti in Italia, Romania, Russia, Bulgaria, Slovacchia, Francia, Spagna, Brasile, Argentina, Cile, Guatemala, Panama, Costa Rica, Messico. Inoltre, grazie al team internazionale conta tra i suoi clienti Enel, Ing Direct, Tim, Michelin, Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, Henkel, Coca-Cola. Da oltre 30 anni La Fabbrica presidia il settore edutainment traducendo la missione di aziende e istituzioni in contenuti e progetti di comunicazione e di branding che coinvolgono i giovani e le loro famiglie attraverso i canali più appropriati, come la scuola. Fondata nel 1984 da Alberto Merlati, l’agenzia è oggi presente nel nostro Paese e in America Latina con sedi e corrispondenti anche in Europa dell’Est. Il neo
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L’UNICO QUOTIDIANO GRATUITO DISTRIBUITO IN ARTIGIANO IN FIERA
daniele tranchini
eletto Tranchini in precedenza ha ricoperto il ruolo di Managing Director & Global Business Director presso Leo Burnett a Torino e vanta una carriera trentennale nel settore del marketing e della comunicazione, con esperienze a livello internazionale sia nel company management che nella gestione di grandi clienti internazionali. Il suo percorso professionale è iniziato all’interno di Jwt ed è proseguito in importanti realtà della comunicazione italiana e internazionale come Young & Rubicam e Publicis, oltre che in grandi aziende come Natuzzi. «Sono entusiasta di iniziare questa nuova avventura professionale a La Fabbrica, un gruppo solido, leader di mercato nel suo settore – ha commentato Tranchini - Il progetto di sviluppo è molto stimolante. L’obiettivo che abbiamo è costruire sulla nostra consolidata esperienza per aprirci a nuovi mercati e a nuovi settori della comunicazione, dove far valere il nostro know-how per poter offrire ai nostri clienti progetti sempre più innovativi in grado di creare valore per marche e aziende». ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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A TUTTO MINIRUGBY! UNA DOMENICA CON OLTRE MILLE BAMBINI A PAGINA 16
DISTRETTO STILICONE LA RINASCITA PASSA DA ARTE E... METRÒ A PAGINA 18
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Continua in prima serata su Canale Cinque “Grande Fratello”, il più famoso di tutti i reality. Alessia Marcuzzi con gli opinionisti Claudio Amendola e Cristiano Malgioglio apre le porte della casa per l’edizione numero 14. Non perdere l’occasione di pianificare durante il programma Endemol diventato un vero fenomeno mediatico.
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COVER STORY
Dodici eccellenze dell’innovazione e dell’imprenditoria si raccontano in 21 minuti guidati dalla narrazione di Patrizio Paoletti
A Milano “21 minuti - The Human Startup” Si avvicina l’edizione 2015 della conferenza internazionale sul capitale umano come chiave per il successo d’impresa. Appuntamento il 28 e 29 novembre di Daniele Bologna
The Human Startup è il tema portante scelto per l’edizione 2015 di 21 Minuti, la conferenza internazionale ideata da Patrizio Paoletti che si terrà il 28 e il 29 novembre presso il Magna Pars Event Space di Milano. Dodici eccellenze internazionali saranno le protagoniste di un percorso narrativo dedicato allo sviluppo del capitale umano come chiave di successo per imprese e startup, guidato da Patrizio Paoletti, formatore e mentore dei processi di cambiamento. 21 Minuti è una piattaforma di incontri che fa della concretezza e del metodo il suo punto di forza e agli speaker di 21 Minuti viene chiesto di condividere quei momenti di insight che hanno fatto la differenza nella comprensione del loro agire. Il tema che contraddistingue la settima edizione di 21 Minuti è, dunque, The Human Startup: si tende a parlare di startup in termini di processi legati al business e all’innovazione tecnologica. In questa edi-
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zione 21 Minuti vuole focalizzarsi sull’importanza dello sviluppo del capitale umano come motore per il raggiungimento dei propri obiettivi. È infatti il capitale umano la risorsa chiave tramite cui ogni progetto di business può crescere e raggiungere il successo. “Le idee hanno potere se condivise, le idee hanno potere se accolte”, questo è il posizionamento che Paoletti vuole narrare durante “21 Minuti - The Human Startup”. L’evento si rivolge a tutta la business community che vuole rintracciare gli strumenti adeguati per identificare in maniera chiara il percorso e lo sviluppo delle proprie attitudini professionali e del proprio talento. Sul palco della kermesse milanese si alterneranno dodici speaker internazionali che fanno dell’innovazione e della determinazione il proprio punto di forza, ciascuno degli speaker verrà identificato per mezzo di una “parola onda”, intesa come chiave di volta dalla quale si svilupperà lo speech di ogni oratore per condurlo nella spiega-
Il Magna pars event space di milano ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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COVER STORY oscar di montigny
zione del percorso di consapevolezza interiore che ha mosso il suo agire. 21 minuti, ogni anno, porta sul suo palcoscenico Premi Nobel e grandi personalità; nell’edizione di quest’anno i relatori saranno invitati a spiegare quali sono gli stimoli alla base della creazione di una nuova iniziativa imprenditoriale e quali siano i fattori più importanti nello sviluppo di una determinata visione. La peculiarità di 21 Minuti è da sempre l’indagine in molteplici campi per comprendere in maniera completa ed approfondita lo sviluppo dell’uomo e della società. Per questo, la struttura ha voluto ricondurre la propria narrazione non a una singola disciplina, ma alla visione d’insieme che può provenire dall’analisi delle quattro direttrici umane che com-
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pongono quella che viene definita F.A.S.E., ovvero Filosofia, Arte, Scienza ed Economia. Attraverso i keynote speech e le interviste agli oratori, Patrizio Paoletti costruirà un castello narrativo per identificare il percorso di consapevolezza interiore che è la chiave per migliorare il nostro mondo. 21 Minuti è una struttura sinergica che ci aiuta a capire come accadono le cose fuori di noi e come cambiarle. E “21 Minuti The Human Startup” inizia così il suo viaggio dalle parole, dalla capacità di comunicare, cioè di rappresentare se stessi e il mondo che si desidera. Per partecipare oppure per richiedere maggiori informazioni sui biglietti e sulle modalità di partecipazione è sufficiente compilare l’apposito form presente sul sito www. isaperidelleccellenza.it.
patrizio paoletti
I protagonisti della doppia giornata I dodici protagonisti chiamati ad animare l’edizione 2015 di “21 Minuti - The Human Startup” saranno: = Mario Cucinella, Architetto: Rivoluzione; = Gianluca De Novi - Docente presso Harvard University: Consapevolezza; = Kobi Richter, Fondatore Medinol: Ricerca; = Massimo Osanna, Soprintendente di Pompei: Sensibilità; = Candice Pascoal, Founder Kickante: Determinazione; = Oscar Di Montigny, Direttore Marketing e Innovazione Banca Mediolanum: Riflessione; = Andreas Kipar, Architetto: Lungimiranza; = Piero Formica, Docente Universitario: Trasversalità; = Saverio Murgia, Fondatore Horus Technology: Possibilità; = Nicola Farronato, Fondatore MySmark: Visione; = Gianpiero Lotito, Fondatore Facility Life: Coraggio; = Fabio Cavalli, Fondatore Me and Match: Evoluzione.
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ME DIA
Party affollato al Just cavalli di Milano per presentare l’iniziativa
Una supersexy Mariana Rodriguez per il maxicalendario di For Men Magazine
Momento top dell’anno per il mensile maschile più venduto in Italia, edito da Cairo Editore e diretto da Andrea Biavardi, in edicola da questo mese di Vera Modesto
È stato presentato lunedì sera, con un evento al Just Cavalli di Milano, il maxicalendario 2016 di For Men Magazine, il mensile maschile più venduto in Italia, edito da Cairo Editore e diretto da Andrea Biavardi, in edicola da novembre. Protagonista dei tredici scatti (copertina e dodici mesi) l’esplosiva ventiquattrenne venezuelana Mariana Rodriguez, accolta al party esclusivo in suo onore da un tripudio di flash. «Il maxicalendario di For Men 2016 è reso unico non solo dalla bellissima Mariana, ribattezzata ormai la nuova Rodriguez, ma anche dalle immagini davvero straordinarie del grande fotografo Settimio Benedusi - commenta il direttore Biavardi - Ancora una volta im-
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mortala, in un’atmosfera di svago e di gioco, il costume del momento, rappresentando i canoni della bellezza contemporanea. Quest’anno la testimonial è venezuelana, l’anno prossimo ci impegneremo a scegliere un’italiana». Sponsor del maxicalendario For Men 2016 è Figaro, la linea uomo di Mil Mil 76. Il maxicalendario di For Men Magazine accompagna i lettori dal 2003, anno di nascita del periodico maschile. Un appuntamento ormai imperdibile che ha visto susseguirsi negli anni magnifiche donne: Cecilia Capriotti, Samantha De Grenet, Raffaella Fico, Claudia Galanti, Magda Gomez, Francesca Lodo, Veridiana Mallmann, Carolina Marconi, Dayane Mello, Nina Moric, Antonella Mosetti, Cecilia Rodriguez e Sara Varone.
ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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ME DIA The Economist Uno sguardo
piersilvio berlusconi
all’Inghilterra, dove la stampa locale resiste
marco giordani
Inizialmente lo sbarco era previsto per i porimi mesi del prossimo anno
Per Mediaset Premium sul satellite ci vuole più tempo
Tra i motivi ci sarebbe anche la volontà di insistere sul rafforzamento dei contenuti della pay tv in digitale terrestre e in particolare sull’alta definizione di Daniele Bologna
Lo sbarco di Mediaset Premium sul satellite, inizialmente previsto per i primi mesi del 2016, sembra richiedere più tempo del previsto. L’operazione era stata confermata in primis dall’amministratore delegato del gruppo Piersilvio Berlusconi in occasione della presentazione dei palinsesti autunnali. Più di recente anche Marco Giordani, direttore finanziario e presidente della pay-tv, ha affermato che stimava a breve l’arrivo di
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un’offerta per il satellitare. Nelle ultime settimane, all’interno di Mediaset sembra però prevalere la volontà di prendere tempo per valutare costi e benefici dell’operazione, anche alla luce dell’andamento della campagna abbonamenti di Premium. Un elemento sembra confermare questo orientamento: nella prima parte dell’anno, Mediaset aveva raggiunto un accordo con Eutelsat, l’operatore che fornisce lo capacità satellitare, per avere lo spazio sull’infrastruttura in vista del lancio di un’of-
ferta ad hoc. Entro il 31 ottobre l’intesa avrebbe dovuto diventare esecutiva, ma tutto è rimasto fermo. Le parti sembrano avere tutta l’intenzione di collaborare, ma con una tabella di marcia da rivedere parzialmente. E sarebbero tre le ragioni di questo rinvio. In primo luogo i numeri degli abbonati di Premium, che vengono ritenuti soddisfacenti dal management con 112 mila nuovi clienti netti a fine settembre e un’ulteriore accelerazione nella prima parte di ottobre. Poi, in secondo luogo, a pesa-
re sarebbe anche la valutazione dell’appeal dell’offerta sul satellite in questa fase: giudicata buona ma non dirompente, con una capacità di attrazione massima stimata inferiore ai 100 mila clienti come bacino iniziale. Infine, ci sarebbe anche la volontà di insistere sul rafforzamento dei contenuti della pay tv in digitale terrestre e in particolare sull’alta definizione. Tutto questo, però, senza dimenticare gli investimenti necessari per la via satellitare che non potranno essere varati a cuor leggero, anche e soprattutto dopo lo sforzo sostenuto da Mediaset Premium per l’esclusiva della Champions League di calcio per tre stagioni: 230 milioni all’anno. Il satellite non sembra andare comunque nel cassetto: la sensazione è che una nuova tabella di marcia possa essere definita già all’inizio del nuovo anno.
La stampa locale britannica non è morta. Lo scrive il prestigioso settimanale The Economist, ricordando che l’editore Trinity Mirror sarebbe in procinto di acquisire Local World, catena di giornali locali che racchiude 83 testate, per una cifra non lontana da 220 milioni di sterline. Un’operazione destinata a influenzare l’intero mercato dell’editoria britannica. Lo scenario della stampa, anche in Gran Bretagna, è in costante trasformazione e dal 2008 giornali importanti come Manchester Evening News, Birmingham Mail e Express & Star avrebbero perduto circa la metà dei loro lettori cartacei, come spiega dettagliatamente The Economist; e nell’ultimo decennio, elemento ancora più drammatico per le condizioni di un settore davvero in crisi, hanno chiuso più di duecento testate locali. Mentre a crescere, per i giornali locali come del resto per i grandi titoli nazionali, è il numero di lettori sul web, composto in larga parte da giovani meno propensi a pagare per i contenuti, come sottolinea sempre il settimanale londinese. Anche i giornali locali britannici, allora, si stanno interrogando da tempo su come ottenere ricavi dai lettori digitali. Nel frattempo, prosegue la ricostruzione di The Economist, le testate hanno cominciato a chiedere ai propri cronisti di evolversi in redattori multimediali, in grado, cioè, di caricare foto e video su internet direttamente dagli smartphone e di realizzare reportage basati su dati precisi anche a livello locale.
real time journalism Giornalettismo.com
media partner di Torino Film Festival
Giornalettismo.com, sito di riferimento nel panorama del social journalism italiano, edito da Banzai - prima piattaforma nazionale di ecommerce e tra i principali editori digitali in Italia con 16 milioni di utenti unici al mese secondo la totale audience di Audiweb risalente allo scorso mese di agosto, quotato sul segmento STAR di Borsa Italiana, - annuncia l’inizio di una significativa collaborazione con il Torino Film Festival, in programma dal 20 al 28 novembre nella città piemontese. L’accordo di media partnership tra Giornalettismo.com e il Torino Film Festival si inserisce in un ampio piano di sviluppo della testata che, da più di un anno, dedica un’attenzione maggiore e strutturale all’arte, alla cultura e al cinema. Giornalettismo.com darà una larga copertura all’evento con articoli, video, interviste real time e sposterà una parte della propria redazione in loco durante l’intero periodo. «Questa operazione dichiara Marco Esposito, direttore di Giornalettismo. com - segna una maturazione definitiva della testata che ha ormai raggiunto una posizione centrale nel panorama dell’informazione nazionale». ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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COM PANY
E’ stata fondata da Stefan Christiani, attuale Ceo, e Marco Cappelli, partner
Adbee: il primo marketplace online della pubblicità in Italiam al debutto
La startup aspira a rivoluzionare il mercato dell’advertising mondiale con una piattaforma web in cui offrire o acquistare spazi, Online e offline. Un’opportunità per le Pmi e per tutte le realtà che sono spesso escluse dalla raccolta pubblicitaria le stime rilasciate lo scorso aprile dalla centrale ZenithOptimedia. Il meccanismo che regola Adbee è semplice: chi offre uno spazio pubblicitario - come ad esempio una squadra sportiva in cerca di sponsor per le proprie divise - crea l’annuncio, inserendo categoria, descrizione, immagini, località e prezzo desiderato per lo spazio. Chi invedi
Cecilia Bianchi
Piccole e medie imprese, professionisti, attività commerciali, ma anche squadre sportive locali, compagnie teatrali, organizzatori di eventi accedono difficilmente ai canali pubblicitari tradizionali. Ottenere visibilità per la propria attività o trovare sponsor può essere molto complesso e talvolta persino scoraggiante. Per questo nasce Adbee, il marketplace online della pubblicità, oggi attivo anche in Italia dopo la prima fase di lancio in Svizzera. Adbee offre a imprese, agenzie di comunicazione
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e privati una comoda piattaforma web, dove offrire o acquistare spazi pubblicitari online e offline, anche con investimenti minimi, in modo facile e sicuro, con pagamenti tramite carta di credito. Gli spazi vanno da quelli più tradizionali (come cartellonistica e mezzi di trasporto) a quelli totalmente “unconventional ”, come eventi privati e addirittura persone o drink. «Adbee è una soluzione e un punto di partenza per tutte quelle attività che non possono accedere ai canali pubblicitari convenzionali o per limiti di budget oppure per man-
canza di risorse, know how e contatti. Puntiamo anche a integrare armonicamente l’attività di comunicazione abituale di agenzie e aziende con le potenzialità della nostra piattaforma online» dichiara il Chief Executive Officer di Adbee, Stefan Christiani. Il progetto nasce dalla sintesi tra le competenze di specialisti di It, marketing, advertising e finanza, per rispondere alle esigenze di un mercato, quello pubblicitario, in cui si stima che gli investimenti cresceranno del 5,8% nel 2015 e del 6,1% nel 2016, arrivando oltre quota 525 miliardi di dollari, secondo
ce è alla ricerca di visibilità esplora gli spazi disponibili e manifesta un interesse a prenotarli. Solo dopo che il proprietario dello spazio avrà accettato la prenotazione, l’acquisto verrà confermato, esattamente come succede su altri marketplace online, ad esempio Airbnb. Adbee tutela sia acquirente che venditore: i pagamenti sono eseguiti soltanto se entrambe le parti sono soddisfatte e risolte eventuali controversie. In più, sia acquirente che venditore possono valutarsi a vicenda e consolidare la loro reputazione. La squadra di Adbee è già al lavoro in Italia: è recente l’acquisizione di una se-
rie di partnership e spazi a Milano su diversi media. Fra questi, ad esempio, un network nel settore della ristorazione, per consentire agli sponsor di dare visibilità al proprio brand tramite la personalizzazione di decine di migliaia di tovagliette in bar e ristoranti. Le adesioni alla piattaforma sono un chiaro segnale dell’interesse del mercato verso un nuovo strumento che semplifica la gestione e pianificazione degli spazi pubblicitari. Adbee è, dunque, il primo marketplace pubblicitario che offre sia ad aziende che a privati, la possibilità di offrire o acquistare spazi pubblicitari in modo semplice, rapi-
do e sicuro, tramite la sua piattaforma web. È lo strumento ideale per piccole e medie imprese, professionisti e attività commerciali, ma anche squadre sportive, compagnie teatrali, e privati normalmente esclusi dai canali pubblicitari tradizionali e che sono alla ricerca di visibilità per i propri brand o prodotti oppure sono alla ricerca di sponsor. La società, con sede a Lugano, è in grado di operare in tutta Italia e ambisce a esportare il suo business a livello globale. Fondata nel 2012 da Stefan Christiani (Ceo) e Marco Cappelli (partner), adbee è una realtà in crescita e impiega oggi già sette persone.
Stefan Christiani
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SC N RIO
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approfondito studio condotto da TNs: il 70% degli italiani la conosce, il 25% già la utilizza
Sharing Economy italiana: Chi, Cosa, Quanto, Dove e Perché L’utente al centro di un processo di ridefinizione. Il lavoro sviluppato dall’istituto è stato presentato ieri al convegno “Sharitaly”, con un intervento di Federico Capeci, Chief Digital Officer & Ceo della struttura
di Marianna Marcovich
La Sharing Economy si ridefinisce e si struttura. E’ quanto è emerso ieri a “Sharitaly”, l’evento organizzato da Collaboriamo e TRAILab, a Milano. TNS, istituto di ricerche di mercato tra i leader nel mondo, ha partecipato attivamente al confronto, con alcuni insight provenienti da uno studio esclusivo sul fenomeno. «In Italia, i servizi di condivisione sono conosciuti dal 70% degli intervistati e utiliz-
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zati dal 25%: circa un milione di individui in più dell’anno precedente - ha detto Federico Capeci, Chief Digital Officer & Ceo Italia di TNS. - La crescita è sempre sostenuta, ma sicuramente più timida. Un mondo eterogeneo di beni e servizi, usati in condivisione, che raccontano un profondo cambiamento sociale, l’emergere di motivazioni diverse sottostanti l’utilizzo di questi nuovi modelli di business». In Italia, l‘utilizzo di queste tipologie di ser-
vizi di condivisione è abbastanza trasversale, con punte naturalmente fra i più giovani: i Millennials. Hanno una forte sensibilità ai fenomeni di peer-economy e sono molto vicini e confident verso l’online e i pari: all’interno degli utilizzatori, il 46% è costituito da italiani fra i 18 e i 34 anni. Sono vicini al digitale e hanno valorizzato da subito i nuovi servizi disponibili. Ma quali sono le motivazioni sottostanti l’uso? La crisi ha sicuramente sostenu-
federico capeci
to e dato visibilità a ai nuovi modelli di business in condivisione e la motivazione di “saving”, menzionata dal 41% resta la principale. E’ seguita da quella “esperienziale”, che si sostanzia come inno-
vatrice e intelligente (39%), oltre che apprezzata risposta al consumismo (33%). E non solo: sono valori importanti i legami sociali, la fiducia verificata, il “feedback” e i commenti che danno affidabilità al servizio/all’utente in sharing, come succede per le piattaforme di condivisione della mobilità o dell’accomodation. La prospettiva poi, è ancora di crescita: quattro intervistati su dieci che oggi non sono ancora utilizzatori (45% degli intervistati) sono propensi all’uso in futuro o necessitano di maggiori informazioni per farlo, ma sono comunque aperti a queste nuove forme di business. Solo il 5% degli intervistati non pensa di utilizzarli in futuro. E di quali servizi parliamo? Quanto pesano sul panorama italiano? «Quello che emerge è uno scenario molto frammentato - ha evidenziato Capeci - Gli utenti dichiarano di aver usato le piattaforme di scambio e baratto di oggetti vari (10%), di accomodation (10%), di mobili-
tà collettiva e condivisione di costi di viaggio (9%), di mobilità con servizi forniti da aziende/enti in abbonamento/compenso (9%), di mobilità con servizi forniti da altre persone dietro compenso (8%). Emergono anche i servizi di crowdfunding, raccolta collettiva di fondi, con un 7% di utilizzo, così come il social lending, peer-to-peer lending (4%), realtà concrete che iniziano a farsi vedere. L’adozione della Sharing Economy segna un certo rallentamento. E’ un mondo in forte evoluzione, che sta delineando una sua realtà, un mondo che necessita di ridefinizione - ha continuato Capeci. - Il buon livello di apertura di chi non ne ha ancora fatto uso e l’esiguità di quanti se ne discostano, permettono di predire un trend futuro di crescita. I settori della mobilità e del leisure, nonché del baratto/scambio (di oggetti vari) risultano essere particolarmente potenziali». La regolamentazione dei servizi resta un elemento cri-
tico: a gran voce si chiedono maggiori informazioni, garanzie e tutele che permettano un avvicinamento al modello in maggiore sicurezza e tranquillità. «Ma quello che ci sembra importante sottolineare - ha concluso Capeci - è la necessità di ridefinizione di tutto il fenomeno. Stiamo parlando di beni o di servizi? Stiamo focalizzandoci su nuovi approcci sociali, nuovi modi di fare business fra pari, o ricomprendiamo anche i business model delle aziende che “affittano” beni per brevi periodi di tempo (un’ora o anche meno, come bike sharing o car sharing)? Il punto di vista cambia drasticamente, come cambiano le motivazioni sottese, siano esse, la solidarietà, il collaborativismo, l’approccio green, la scelta economica, la rete relazionale e sociale… dobbiamo comprendere le diverse realtà e focalizzare una singola motivazione su cui ingaggiare l’utente, unico grande giudice sul futuro dello sharing».
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LINK SOCIAL NETWORK/1
scenari
La chat, diventata popolare soprattutto tra i più giovani, da maggio a oggi avrebbe triplicato il numero di video visti dai suoi utenti, raggiungendo i sei miliardi di visualizzazioni al giorno.
A due anni sanno usare perfettamente l’app preferita sullo smartphone. A quattro impostano e fanno partire una playlist. A sette dominano le sfida di calcio simulato a “Fifa”. A dieci passano la giornata a vedere i video dello Youtuber del cuore o a postare foto su Instagram. Se fossimo in un fumetto Marvel chiameremmo i nostri figli “mutanti”, Qualcuno si preoccupa, altri scuotono la testa e biascica qualcosa sulle “diavolerie moderne”. C’è chi abbozza e sorride. E chi si vanta con gli amici delle naturali inclinazioni tecnologiche di figli e nipoti.
Snapchat accorcia le distanze da Fb
A due anni la app, a dieci Youtuber
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personaggi
Tim Cook: “Servite il bene pubblico” “Spingete, andate oltre, portate più in là le frontiere”: questo il messaggio di Tim Cook agli studenti dell’Università Bocconi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Per il Ceo di Apple, successore di Steve Jobs, è la prima volta in un ateneo europeo. E’ stato accolto come una rockstar, tra fotografie e autografi. «L’azienda che fa meglio è quella che serve il bene pubblico - ha spiegato Cook, - le conoscenze che apprenderete qui saranno utili per migliorare il mondo e modificare anche la vita di molte persone».
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CORRIERE.IT
SOCIAL NETWORK/2
Facebook pensa agli amici “vicini”
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Esordio in Europa per la funzione lanciata lo scorso anno negli Stati Uniti e sviluppata a partire dall’app Glancee, creata dall’italiano Andrea Vaccari e acquisita nel 2012 da Menlo Park.
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Con la crisi del 2008 se ne preannunciava la fine, ma non era stato previsto l’avvento dei millenials
Evoluzione e prospettive di crescita dello shopping bio. anche grazie ai social media
Mentre in Italia si parla del 2015 come l’anno record dell’alimentare biologico, guidato dalle vendite nella Gdo, una storica catena di supermercati “organic” degli stati uniti è in difficoltà. ma perché succede? lo racconta uno dei pionieri del settore, Craig Sems di Valentina Lunardi
Il boom del biologico. È stato questo il messaggio lanciato a settembre nel corso di Sana, la fiera dedicata ai prodotti biologici tenutasi a Bologna (manifestazione che ha segnato un record di partecipazione di espositori, utenti e buyer internazionali): secondo dati di Coldiretti, il fatturato annuale del settore è superiore a 2,5 miliardi di euro, un record per l’Italia che supera di sei volte i valori degli anni 2000. E il fulcro di questa ondata biologica, secondo l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), è la Gdo, con un fatturato nel segmento di circa 855 milioni di euro, pari al 40% del valore del bio-retail. Che segna una crescita in controtendenza rispetto alle vendite di prodotti alimentari convenzionali: gli acquisti “bio” hanno registrato nei primi sei mesi del 2015 un aumento in valore vicino al 20%, mentre l’agroalimentare complessivo si ferma al +0,1. Ma se l’Italia, in particolare il Nord, è nel pieno della tendenza “organic”, fatto che la avvicina a paesi come la Gran Bretagna e l’area scandinava, non ovunque i supermercati che offrono prodotti biologici prosperano. O, perlomeno, seppure siano avvantaggiati dall’affermarsi, soprattutto tra i consumatori Millennial, di abitudini di consumo alimentare attente a qualità e provenienza dei cibi, non trovano la fiducia degli investitori. Una situazione che è stata inquadrata sul quotidiano Financial Times da Craig Sams, Presidente di Green & Black’s Organic Chocolate, co-fondatore di Carbon Gold e parte di Slow Food Trust Uk.
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craig seims
Evoluzione del supermercato “organic” «Cosa sta succedendo a Whole Food Market? La catena di supermercati biologici è in difficoltà. Per anni la compagnia ha mantenuto margini stabili, ridotto i costi operativi e portato ottimi ritorni di investimento ai suoi azionisti, e all’inizio del mese di novembre ha annunciato un riacquisto delle azioni pari a un miliardo di dollari. Sembra, in poche parole, una storia di successo, ma il valore delle sue azioni è calato del 55% negli ultimi due anni. Cosa ha messo in allarme gli investitori? Alcuni fattori determinanti includono la preoccupazione che i consumatori stiano voltando le spalle al trend del cibo biologico; che la strategia della compagnia di aprire piccoli discount sarà fallimentare e che i supermercati statunitensi, che offrono in sempre maggior quantità prodotti biologici, stiano mettendo a repentaglio la posizione quasi monopolistica di Whole Food. La distribuzione dell’“organic food” è oggi un business ricco, la sola Whole Food ha un giro di mercato di 11 miliardi di dollari, ma le sue origini sono piuttosto umili. Nel 1969 ho aperto il primo negozio di alimenti naturali in Gran Bretagna, Ceres Grain Shop a Notting Hill, nella zona ovest di Londra, insieme a mio fratello Gregory. La nostra clientela arrivava in Daimlers guidate da chauffeur da Holland Park e biciclette traballanti provenienti dalle proprietà occupate a nord di Westway. Vendevamo verdure biologiche al doppio del prezzo stabilito dal mercato locale e a entrambi gli estremi dello spettro demografico. Il consumatore per gli alimenti organici, anche allora, era focalizzato su provenienza e qualità, piuttosto che sul prezzo. Il primo supermercato britannico a mostrare interesse verso il biologico fu Safeway, che supportava la Soil Association dalla fine degli anni ’80. Safeway si accorse, infatti, che gli acquirenti medi di cibo biologico spendevano il doppio per visita in negozio, anche se acquistavano un solo prodotto, Questi erano, anche se ancora non li chiamavano così, i “foodies”. Entro il 1998, i supermercati inglesi iniziarono a offrire oltre 2.000 linee di prodotti “organic”, e questa fu l’era dorata del business del biologico che io stesso costruii attraverso Whole Earth Food e Green & Black’s Chocolate. I supermercati iniziarono con lo sperimentare aree separate di prodotti, ma le nostre vendite di cioccolato duplicarono in alcune settimane dopo esserci spostati dall’area riservata al biologico agli scaffali, dove apparivano marchi come Lindt e ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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Cadbury. I supermercati americani non furono così veloci a comprendere il potenziale dei prodotti bio, e questo dette a Whole Foods la sua chance. La compagnia fu fondata a Austin, Texas, nel 1980, e negli anni seguenti acquisto gli spazi a buon mercato lasciati dai maggiori retailer del paese, impegnati nella creazione di superstore fuori dalle città; quando la compagnia arrivò a Wall Street iniziò l’espansione nazionale».
Dal biologico alla crisi, e ritorno (grazie ai social)
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«Anni dopo, i grandi supermercati statunitensi sono in lotta per mantenere la posizione sul mercato: non vogliono che i consumatori di vecchia data, che sono sempre più alla ricerca di prodotti biologici, vadano altrove. Ma potrebbe essere troppo tardi. Il trend tra gli acquirenti è quello di comprare poco e spesso: i giovani single e le coppie Millennial non possono pianificare con precisione le proprie necessità alimentari e hanno abbandonato la “spesa settimanale”. Lo spreco alimentare è un problema molto sentito e le persone mangiano più spesso
Previsioni sul bio
non proprio azzeccate
Gli alimenti bio sono un mercato particolarmente resiliente: nel 2008 molti analisti avevano predetto che la recessione avrebbe segnato la fine per questo settore “di lusso”. E molti negozi diminuirono lo spazio che era riservato al settore
fuori casa. I negozi locali sono una risposta a tutto questo, e la Gran Bretagna si sta popolando di Little Waitrose e Sainsbury’s Local. Negli Usa, i punti vendita locali di Whole Food saranno chiamati “365”, dal nome del suo brand discount proprietario. Questa strategia funzionerà? Molti di noi impegnati nel movimento biologico guardano alla Scandinavia come affidabile precursore di trend: nella regione che ha introdotto il cibo “raccolto”, l’organic ha una quota di mercato pari al 30% in categorie di prodotti come latticino-caseari, frutta e verdura. Agli attuali ritmi di crescita, il biologico rappresenterà più del 20% del mercato alimentare scandinavo entro il 2020. Gli alimenti bio sono un mercato particolarmente resiliente: nel 2008 molti analisti avevano predetto che la recessione avrebbe segnato la fine per questo settore “di lusso”. E molti negozi diminuirono lo spazio riservato al settore; ma Waitrose mantenne la propria linea organic che rappresenta oggi un quarto del giro d’affari della Gran Bretagna. Whole Foods dovrebbe avere successo. La demografica è dalla sua parte: i consumatori Millenial vogliono alimenti freschi, “puliti”, resi popolari da star dei social media come le sorelle Hemsley (Melissa e Jasmine, blogger divenute popolarissime con il nome di Hemsley + Hemsley ndr.) o Jamie Oliver, che cavalca il trend con il suo nuovo libro di ricette “Everyday Super Food” e le serie tv. Nel passato sapevamo di essere “cool” anche quando i detrattori ci etichettavano come “la brigata del riso integrale” (e non molti di noi portavano barbe e sandali). Oggi i consumatori biologici hipster hanno comunemente la barba e girano con Timberland e sandali Reef alla moda, mentre portano a casa pacchetti di semi di Chia per migliorare il proprio equilibrio microbiologico. Plus ça change». ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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Matteo Dedè
ci può essere utile Claudio Gagliardini è nato a Roma nel 1970. negli anni ’90 si avvicina al mondo della comunicazione digitale, dopo numerose esperienze in ambito turistico-ricettivo, in giro per l’Italia. esperto di Social Media Marketing, Web Copywriting e Digital PR, con competenze e partnership in ambito Search Engine Marketing e Search Engine Optimization, che completano la sua offerta di servizi e consulenze, anche in ambito formativo. Progetta e cura strategie di Comunicazione & Marketing Online, con particolare riferimento ai settori: Turismo, Food, Automotive e Real Estate attualmente è uno dei soci di seidigitale.com, Digital Agency specializzata in marketing online per piccole e medie aziende, associazioni, organizzazioni enti e professionisti
Su Google+ c’è più vita che in discoteca al sabato sera, ma la maggior parte degli utenti si diverte nei privè, piuttosto che in pista; frequentano community in funzione dei loro interessi, seguono gli argomenti e gli hashtag che preferiscono e interagiscono soltanto con chi è bravo a farsi notare e a scrivere di argomenti interessanti e ben targettizzati. Il profilo è l’account utente, da non confondere con le pagine aziendali e con le pagine locali, entrambe disponibili su G+ attraverso la dashboard Google My Business. Le cerchie, invece, sono le liste di utenti che ciascuno crea per interagire con altri utenti in funzione dei loro interessi e delle loro competenze. Le community, infine, sono gruppi di utenti che condividono gli stessi interessi, dai quali possono emergere utenti che andremo ad inserire nelle nostre cerchie, oltre che sulla community stessa. L’introduzione di Google My Business ha messo ordine nella gestione delle pagine aziendali e locali, che già esistevano ma che non erano ancora state dotate di una loro dashboard. Creare una pagina consente di selezionare un target, creando cerchie come fanno gli utenti e di partecipare oppure creare community, per ascoltare le conversazioni che ci interessano e trovare nuovi utenti con cui interagire. Google+ fa bene sia alle aziende locali che a quelle a più ampio respiro, perché consente di creare una propria audience e di segmentare il pubblico. Certo, gli hangout di G+ (videoritrovi) sono adatti sia ai singoli utenti che alle aziende, che addirittura possono trasmetterli in diretta sul proprio
canale YouTube. Ad un hangout è possibile aggiungere fino a dieci persone contemporaneamente, in video conferenza da personal computer, tablet o smartphone; condividere documenti, guardare assieme video o magari presentazioni e conversare in tempo reale. Gli hangout sono uno strumento potente e versatile, ottimo per alimentare il canale video di un’azienda e per interagire con esperti del settore, blogger, clienti, addetti ai lavori e partner. La segmentazione del pubblico e la possibilità di indirizzare sempre il messaggio giusto verso il target giusto, ottenendo l’attenzione anche di utenti che non ci conoscono e che non hanno mai interagito con noi. La forza di G+ è insita nel suo ragionare da motore di ricerca, piuttosto che da social network, lasciando ampio spazio ad un’interazione che va ben oltre gli standard sin qui resi disponibili dagli altri canali (amicizia, following). Quello che decido di postare in forma pubblica su G+ viene indicizzato dal motore di ricerca e mostrato agli utenti loggati, quando fanno delle ricerche su Google Search. Se siamo bravi a usare G+, quest’ultimo può rappresentare davvero un ottimo trampolino per i nostri contenuti; i post su G+ possono rappresentare, in un certo senso, delle ottime “landing page” per chiavi con le quali fatichiamo ad emergere, con i nostri siti o attraverso i nostri blog. Inoltre, +1, condivisioni e commenti rappresentano social signals cui Google attribuisce importanza, in termini di posizionamento; e possono aiutarci a migliorare la nostra visibilità e la nostra capacità attrattiva.
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mass media e sfera pubblica 12 novembre - via romagnosi 3 @ milano
Quali sono le funzioni della comunicazione politica? Quali cambiamenti contribuisce a innescare anche a seguito delle attuali trasformazioni della democrazia rappresentativa? Come agisce sui processi della sostituzione della rappresentanza con la rappresentazione? Domani, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - in Via Gian Domenico Romagnosi 3, a Milano - ospita la lecture “Mass media e sfera pubblica: verso la fine della rappresentanza” di Michele Sorice, docente di Democrazia deliberativa e nuove tecnologie e di Political Sociology al Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss “Guido Carli” di Roma e presidente del Centre for Media and Democratic Innovations “Massimo Baldini”. La lecture è un’occasione di confronto sul ruolo dei new e social media nei processi di influenza e di ridefinizione della sfera pubblica, in un contesto di trasformazione della democrazia contemporanea e delle forme di rappresentanza e partecipazione dei cittadini alla vita politica. Insieme a Sorice, ne discutono Massimiliano Panarari, politologo e saggista, docente del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’Università “Luigi Bocconi” di Milano e di Campaigning e organizzazione del consenso presso la Luiss “Guido Carli”, e Luciano Fasano, docente di Scienza politica e di Istituzioni politiche e Decision making all’Università degli Studi di Milano. L’incontro è organizzato nell’ambito delle attività del progetto di ricerca di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli sull’Innovazione Politica, che si propone di indagare i temi caldi della politica e le trasformazioni della democrazia contemporanea. ANNO VI | #183 | MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2015
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