360com191 2015

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COM anno VI | n. 191 -1 dicembre 2015

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coverstory

L’intelligenza artificiale di pronta a conquistare il

Rocket Fuel Mobile Dopo i primi sei mesi dell’anno in crescita del 186%, l’azienda si prepara a capitalizzare gli sforzi messi in campo anche grazie alla nuova filosofia/ tecnologia del “moment scoring”

Enrico Quaroni Managing director


IAB Forum 2015 WORKSHOP Video Advertising dalla TV a Internet: GRP converter e Programmatic Video come nuove certezze per l’industry.

MICHELE MARZAN CEO di Teads Italia

DONATELLA URRAI Senior Sales Manager & Head of International di Teads Italia

1 Dicembre 2015 / h.15.00 Display & Video ADV

PIERPAOLO DE VITA Head of Programmatic & Mobile di Teads Italia


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editoriale

Iab Forum 2015

L’appuntamento dell’anno, dove lo sguardo va oltre

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Daniele Bologna - dbologna@360com.it

speciali 360com - only for digital addicted

Torna l’appuntamento più atteso dagli operatori per fare il punto sul mercato dell’adv digitale. Un percorso da affrontare con attenzione per scoprire come vincere le sfide che ci attendono dietro l’angolo

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SPECIALE

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Performance marketing

ecommerce

influencer marketing

Compiuti 10 anni, Ligatus diventa grande, anzi leader

INTERGIC e SMC Con InstaBrand Consulting insieme, la tecnologia al è il player completo servizio dei social

Il progetto 360com continua il suo viaggio esplorativo nel mondo della comunicazione digitale e conclude il 2015 dando voce in questo numero speciale sia ad attori affermati sia a personaggi emergenti della industry. In questo numero 360com presenta una panoramica sui maggiori player del mercato, allo scopo di delineare lo stato dell’arte del settore, con le sue eccellenze nazionali e internazionali, che spaziano in modo trasversale ed eterogeneo all’interno dell’universo pubblicitario, muovendosi dalla tecnologia del programmatic adv, dall’ottimizzazione del performance marketing alla nuova frontiera del content marketing, dai social media come strumento business fino all’ecommerce, altro segmento propulsore, che quest’anno ha contato su una crescita che sfiora il 16%. 360com continuerà a perseguire la propria mission di scouting delle realtà più innovative del settore, per aggiornare i propri lettori sulle ultime tendenze del mercato e dare loro tutti gli spunti necessari per essere parte attiva della rivoluzione digitale in corso. Nella sua natura di quotidiano d’approfondimento, 360com conferma e ribadisce la propria scelta di posizionamento, proponendosi come “laboratorio di sperimentazione” dell’informazione digitale, aperto a partnership, collaborazioni creative e progetti pilota, sempre alla ricerca di contenuti e ricerche che possano essere di spunto e ispirazione per la propria audience. Per farlo, quest’anno, i reporter del-

la redazione hanno girato anche l’Europa, presidiando eventi di rilievo, a caccia di dati e testimonianze che potessero spalancare gli occhi e allargare gli orizzonti degli esperti della digital & media industry. Dal DmexCo di Colonia all’Advertising Week di Londra, passando dal Festival della Creatività di Cannes, all’Interactive di Berlino, fino al Mobile World Congress di Barcellona. Queste solo alcune delle tappe scelte da 360com per rivelare ai lettori più curiosi le anticipazioni di un mercato in continua metamorfosi e cercare di tracciare insieme a loro il quadro di riferimento del mercato. Nel corso del 2016, la redazione di 360com certo non si fermerà, oltre agli eventi già seguiti quest’anno, il calendario degli appuntamenti si continua a infittire, sempre cercando di anticipare le nuove tendenze del mercato e sensibile alle necessità di formazione ed evangelizzazione della industry italiana. Per stare al passo del segmento di cui portiamo la bandiera, la redazione di 360com sta, inoltre, rinforzando sempre di più la sua presenza online e social. Contenuti “only for digital addicted” sono pubblicati tempestivamente su www.360com.it, che si consoliderà quale vetrina importante dove potersi aggiornare in tempo reale, ma anche dove poter leggere insight internazionali. Al pari del sito, anche i canali social, Facebook, LinkedIn e Twitter, diventeranno un luogo di incontro, scambio di impressioni e informazioni con il lettore.

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Iab Forum 2015

L’appuntamento dell’anno. Dove lo sguardo va oltre di Daniele Bologna

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Si ripropone il meeting più atteso dagli operatori italiani per fare il punto sul mercato, soprattutto sul fronte della comunicazione interattiva e del marketing digitale. Un percorso da affrontare con attenzione per scoprire cosa ci aspetta domani e cosa non dovremo dimenticare per reggere una sfida sempre più impegnativa e delicata. Ma per chi saprà vincere, la ricompensa sarà lauta

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SPECIALE

i chiama Alexa 65 e ha ricevuto recentemente il Technical Lifetime Achievement Award all’ultima edizione di Cine Gear Expo. La produce l’impresa tedesca Arri, che si avvicina a grandi passi al prestigioso traguardo dei 120 anni di età e che verrà raggiunto nel 2017. Nel frattempo, l’azienda non dorme sugli allori, ma coglie i primi successi legati proprio alla crescente utilizzazione della Alexa. Lei, Alexa, è una macchina da presa large-format 6K, con sensore 54.12 mm x 25.59 mm (tre volte l’area di un Super 35 mm), non prevista per la vendita ma reperibile esclusivamente attraverso l’organizzazione Arri Rental. E chi l’ha tenuta tra le mani per tutto il periodo di ripresa del suo ultimo film, “Snowden”, in uscita il 25 dicembre negli States? Oliver Stone, il famoso regista statunitense che sarà la guest star dell’edizione 2015 di Iab Forum, l’appuntamento dell’anno in tema di pubblicità interattiva e marketing digitale. Una pellicola, “Snowden”, che ha creato grande aspettativa, dedicata al Datagate e al giovane tecnico informatico che l’ha scatenato. Nel cast, oltre al protagonista Joseph Gordon-Levitt nei panni di Edward Snowden, spiccano Nicolas Cage, Shailene Woodley, Melissa Leo, Zachary

Quinto, Tom Wilkinson e Rhys Ifans. Da non perdere. Montaggio subliminale Uno che di cose digitali sembra masticare parecchio, allora, Oliver Stone. Almeno a giudicare dalla sua carriera. Chi frequenta il variegato mondo della produzione cinematografica sa che quello definibile come accelerato è il tipo di montaggio incalzante reso celebre dalla sequenza del film francese “La roue”, di Abel Gance, datato 1923, in cui lo spettatore vede una locomotiva lanciata a folle velocità. Il senso dinamico in questa sequenza veniva esasperato tramite il susseguirsi di inquadrature sempre più brevi. Un linguaggio che sarà poi tipico dei videoclip, per anni gloria e vanto della Generazione Mtv. E chi è stato, in tempi moderni, a sperimentare questo tipo di montaggio, sfruttando in chiave, appunto, sperimentale le possibilità offerte dal digitale? Ancora lui, Stone, ai tempi di “Natural Born Killers”, pellicola del 1994, il cui montaggio si potrebbe definire persino subliminale. Un pioniere, in qualche modo, Oliver Stone, che si affianca quest’anno alle special guest internazionali di Iab Forum 2015: sul palco dell’importante evento dedicato all’advertising

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SPECIALE Oliver Stone. a fianco, nei riquadri, dall’alto, un’immagine dal film “snowden” e da “natural born killers”

martin eberhard

digitale, che si terrà l’1 e 2 dicembre al MiCo - Milano Congressi (Ala Sud), oltre al geniale cineasta americano ci sarà anche il rivoluzionario ingegnere cofondatore di Tesla Motors, Martin Eberhard, a condividere le sue esperienze con il pubblico. I due ospiti, entrambi protagonisti di un grande successo e fautori di progetti altamente innovativi per il loro settore, si racconteranno agli spettatori in un format di forte impatto, che sarà fonte di ispirazione creativa per tutti i protagonisti dell’ad-

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vertising digitale e per tutti i rappresentanti dei più famosi brand e media digitali. Gli interventi di Oliver Stone e Martin Eberhard si contestualizzano all’interno del concept del Forum

2015 “Learn, Do, Become”, che richiama le tre fasi dell’evoluzione di Iab negli ultimi anni - apprendimento, azione e trasformazione - e svelano al daniele pubblico i camsesini, direttore biamenti che generale hanno carattedi iab italia rizzato le loro carriere e la loro capacità di reinventarsi con successo. Oliver Stone esporrà la sua idea di innovazione digitale in ambito cinematografico e la sua

visione di come si trasformerà il mondo del cinema e dell’advertising nei prossimi anni. Martin Eberhard descriverà il percorso attraverso il quale la tecnologia ha cambiato e cambierà abitudini ed esperienze di consumo, in un’ottica di una sempre maggiore centralità della persona e di un gusto estetico che unisca culto della bellezza e funzionalità. Iab Forum è ormai giunto alla sua tredicesima edizione e si conferma un’occasione privilegiata di confronto e networking sul mondo dell’advertising di-

gitale, un mercato sempre più strategico per il contesto socioeconomico italiano. L’agenda del Forum, in una mix ben orchestrato di contenuti di qualità, momenti ad alta spettacolarizzazione e workshop tecnici, offrirà a tutti i partecipanti insight creativi, dati di mercato e spunti di riflessione che contribuiranno a delineare l’evoluzione del digital advertising. Tre fasi di cambiamento Il claim scelto dagli organizzatori, dunque, ri-

chiama le tre fasi di cambiamento che Iab ha attraversato negli ultimi anni: apprendimento, azione e trasformazione, espresse graficamente con le figure di tre imponenti animali dell’ambiente marino, associato al “mare magnum” della comunicazione digitale. La Balena, simbolo di saggezza e apprendimento, incarna uno degli obiettivi prioritari della mission di Iab, ovvero la divulgazione della cultura digitale e l’approfondimento degli strumenti che la in-

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dustry mette a disposizione del mercato. La Tartaruga di mare, simbolo di azione e passione, richiama lo spirito degli eventi dell’associazione, che vogliono offrire spunti, esperienze e riflessioni concretamente uti-

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li per orientare i protagonisti del settore nel complesso mondo dell’advertising online. Infine, lo Squalo, emblema di azione e passione, animale forte e determinato, rappresenta la sicurezza di chi, avendo acqui-

sito conoscenza ed esperienza, si muove con consapevolezza nel mare della comunicazione digitale. «Negli anni abbiamo assistito all’evoluzione di Iab Forum che, da un lato, si conferma l’evento di riferimen-

FB FANS

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SPECIALE

dal digitale al cognitive business, la tecnologia è trainante La digitalizzazione è ormai un elemento essenziale per la trasformazione del business, ma non è abbastanza. Questo è il pensiero di Tom Rosamilia, Senior Vice President di Ibm Systems, che ha commentato le dichiarazioni del Ceo di Ibm, Ginny Rometti: “Forget digital, cognitive business is the future”. Secondo Rosamilia, “il cognitive business è qualcosa di completamente diverso dalla digitalizzazione. I sistemi cognitivi hanno come loro punto di forza l’autoapprendimento, la comprensione degli eventi attraverso l’analisi dei dati non strutturati, la “percezione” e l’interazione attraverso il linguaggio naturale dell’uomo; compiono ragionamenti generando ipotesi, considerazioni, argomentazioni e raccomandazioni; imparano dagli esperti (dall’uomo, quindi) e dalla continua “ingestione” e analisi di dati, ma con una velocità assolutamente impensabile per una mente umana. È molto di più della digitalizzazione dei processi e dei modelli di business”. E lo è anche per Ibm, dato che ha annunciato il cognitive business quale elemento portante della propria strate-

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gia di mercato dei prossimi anni. “Si tratta di una naturale evoluzione del concetto di Smarter Planet - spiega Rosamilia - perché di fatto rappresenta la sintesi di ciò che abbiamo raccolto sul campo negli ultimi dieci anni, che ci ha permesso di comprendere a fondo tutti quei fenomeni di profondo cambiamento che stanno scaturendo dall’intersezione tra tecnologia e business”. Proliferazione dei dati e software economy sono in particolare le due grandi direttrici attorno alle quali si è sviluppata la strategia di Ibm incentrata al cognitive business. “I dati stanno di fatto trasformando la vita di ognuno di noi - spiega Rosamilia - ma il patrimonio di conoscenza che essi racchiudono, un’incredibile fonte di ricchezza per l’umanità, è ancora per lo più sconosciuto alle aziende che lavorano solo con il 20% dei dati realmente disponibili”. L’80% dell’ammontare di dati (saranno oltre 44 zettabytes nel 2020) resta ancora invisibile ai computer ed è quindi di scarso aiuto. Questo perché si tratta di dati non strutturati, ossia qualsiasi cosa l’umanità codifichi in linguag-

tom rosamilia, senior vice president di IBM system

gio - dai libri alle formule, dalla letteratura alle conversazioni - più tutto ciò che viene catturato sotto forma di immagini, suoni, movimenti e non solo, anche dettagli come il tono, il sentiment, lo stato emozionale, la natura delle relazioni umane rappresenta dati destrutturati suscettibili di analisi e comprensione attraverso le opportune tecnologie. “Se poi guardiamo alle applicazioni, è già abbastanza evidente che stiamo riscrivendo l’intero mondo sotto forma di codici software, e il cloud è la piattaforma su cui ciò avviene - sottolinea Rosamilia -. Non vi è più alcun tipo

di business che non sia in qualche modo abilitato (o addirittura dipenda) dalle applicazioni. E i due fenomeni (cioè la proliferazione dei dati e le app economy) sono strettamente connessi tra loro dato che, come abbiamo visto accadere fino ad oggi, la digital transformation fonda le proprie radici tecnologiche su nuovi sistemi “customer centrici” ossia su sistemi che abilitano un più efficace ‘engagement’ con il cliente, utente, mercato, ecc. ma che a loro volta devono interagire con i cosiddetti “system of records” ossia con i sistemi di backend prensenti in azienda. Questa inte-

grazione sta cambiando i workflow aziendali; è così che sta avvenendo la digitalizzazione”. Nel cognitive b u s i n e ss a vincere s a ra n n o le aziende in grado di estrarre dai dati la “giusta conoscenza”, ossia applicare tecnologie cognitive per estrapolare il senso delle informazioni attraverso sistemi in grado di imparare ed adattarsi.

to per l’intera industry, grazie alla presenza di speaker di alto livello in grado di ispirare i leader dei media digitali, gli imprenditori e le startup, e dall’altro si apre anche ai non esperti del settore - dichiara Carlo Noseda, Presidente di Iab Italia -. L’advertising digitale è ormai un tema strategico per la crescita del nostro Paese, ne abbiamo conferma dall’interesse manifestato dai grandi investitori che recentemente sono entrati a far parte di Iab.

carlo noseda

Nell’ultimo anno si sono infatti associate aziende importanti per la crescita del Paese, penso a Piaggio, CheBanca!, Banca Generali, Telecom, a conferma del ruolo primario di Iab Italia nel processo di evoluzione ed innovazione del mercato italiano» conclude Noseda. Sponsor di Iab Forum sono Kijiji - Gruppo Ebay, RadiumOne e SKY in qualità di Diamond Sponsor, e Ligatus, Next Fourteen, OVH.it, Rocket Fuel e Zodiak in qualità di Platinum Sponsor. Confermata la collaborazione con Marco Montemagno, che nell’ultimo anno ha messo a disposizione le sue competenze di moderatore e innovation scouter e ha contribuito insieme al Consiglio Direttivo all’ideazione e alla conduzione di tutti gli eventi 2015. Gli youtuber del momento, effetto contaminazione Tre tra i più famosi youtuber italiani del momento, Favij, Leonardo Decarli e Federico Clapis, saranno ospiti di Iab Forum. Insieme a loro sul palco ci sarà anche Luca Casadei, fondatore e Ceo di Web Stars Channel, la più grande società di consulenza per aziende e brand che deside-

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SPECIALE

L’importanza dell’innovazione per le nazioni Sono 27, su 34 totali, i Paesi Ocse dotati di strategie digitali, molte nate nel biennio 20132014, a conferma della conclamata importanza dell’innovazione come leva per migliorare competitività, crescita e benessere sociale. E’ quanto emerge dal Rapporto Ocse Digital Economy Outlook 2015, che evidenzia che la maggior parte dei paesi ha rivolto la propria azione su misure concentrate sullo sviluppo della domanda, sulla banda larga in particolare. Il rapporto, biennale, esamina e documenta l’evoluzione, le sfide e le opportunità offerte dall’economia digitale ed evidenzia inoltre anche le diverse politiche dei Paesi Ocse attraverso un’analisi comparata. È stato compiuto un notevole sforzo, dunque, ma ora la sfida è su due fronti: il lavoro e la privacy. Il futuro del settore Ict sembra essere positivo. L’export nel manifatturiero è cresciuto del 6% all’anno mentre i servizi sono cresciuti di 30% all’anno nel periodo 2001-2013. Il settore rappresenta il 30%

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del totale degli investimenti privati in R&S e il 40% di tutte le domande presentate per la registrazione di brevetti, a testimonianza del ruolo fondamentale del settore nel produrre innovazione. Mentre l’occupazione nel settore Ict rimane stabile, crescono gli informatici all’interno di tutti gli altri settori produttivi, raggiungendo almeno il 4% del totale dell’occupazione in molti Paesi. L’accesso alla rete e ai servizi di telecomunicazioni è sempre più veloce e meno costoso. Nel giugno del 2014, la fibra ha raggiunto il 16,4% sul totale di tutte le connessioni a banda larga e i prezzi sono diminuiti sensibilmente nel periodo 2012-2014. La telefonia mobile è sempre meno costosa: il prezzo delle offerte per i pacchetti smartphone è diminuito del 52% rispetto al 2012. Emerge anche che, nel 2014, l’attività della maggior parte delle imprese è legata all’Ict: il 95% ha la banda larga rispetto all’86% del 2010. Il 76% del settore privato ha una presenza sul web. Una larga mag-

gioranza (90%) interagisce in rete con la Pubblica Amministrazione. Il cloud computing sta accelerando: è utilizzato dal 22% del campione e l’Italia è tra i primi tre paesi. Nell’area Ocse permangono, tuttavia, numerosi ritardi. Solo il 21% delle aziende vende online con una crescita di appena il 2% rispetto al 2009 e solo il 31% delle aziende ha usato l’Enterprise Resource Planning (Erp) nel 2014. Le dimensioni contano: le imprese più grandi hanno livelli d’adozione maggiori delle Pmi con conseguenti ricadute negative sulla produttività. Considerato che le Pmi rappresentano una larga parte dell’economia dei Paesi Ocse, c’è ampio spazio per interventi del settore pubblico volti ad incentivare l’introduzione dell’Ict. Ancora più disomogeneo è l’uso di Internet da parte della popolazione, con significative differenze rispetto all’età e all’istruzione. L’82% della popolazione adulta nei Paesi Ocse utilizza Internet, il 95% se ci limitiamo alla fascia d’età dei 24enni. Usa la rete,

invece, meno del 49% di quanti hanno un’età superiore ai 55 anni. Gli utenti mostrano maggiore preoccupazione, rispetto al passato, nei confronti della loro privacy. In un recente survey, il 64% dei intervistati ha risposto di essere preoccupato per i propri dati personali ma anche per i governi sicurezza e privacy sono considerate priorità. Si afferma la necessità di individuare strategie integrate che facciano leva anche sulle possibilità offerte dalla tecnologia. La possibilità di connettere qualsiasi oggetto “intelligente” è il fattore abilitante dell’ “Internet delle cose”, un’innovazione che avrà un profondo impatto su diversi settori dell’economia, inclusa l’automazione, la fornitura d’energia e i trasporti. Oggi, nei paesi Ocse, una famiglia di 4 componenti, con due figli adolescenti ha “in” o “intorno” a casa, almeno dieci device connessi alla rete. Secondo le stime Ocse, si passerà dal miliardo attuale di “cose connesse” ai 14 miliardi nel 2022.

favij, al secolo lorenzo ostuni

aldo agostinelli, consigliere di iab italia e attuale tesoriere dell’associazione

rano collaborare con i nuovi talenti del web. Casadei e i tre talenti della rete presenteranno al pubblico di Iab il caso di studio “Game Therapy”, un vero e proprio progetto multimediale di comunicazione in grado di mostrare la forza della rete da loro realizzato insieme a un altro youtuber, Zoda (Own). Un mondo, quello dei talenti della rete, recentemente oggetto di grande attenzione. Un’attenzione che ha origine anche dai loro numeri: i protagonisti del progetto - FaviJ, Decarli, Clapis e Zoda - rap-

presentano insieme un totale di oltre 2,4 milioni di fan su Facebook e oltre 3,4 milioni di iscritti su YouTube. Intanto, come ogni anno, oltre 12 mila persone, tra professionisti del mondo digitale e della comunicazione, rappresentanti delle istituzioni, giornalisti, studenti e illustri relatori italiani e internazionali, si daranno appuntamento nel capoluogo lombardo per dare vita a un melting pot di presentazioni, scoperte, discussioni, confronti, workshop e performance imperdibili. I celebri youtubers chiuderanno il programma della prima giornata, intervenendo martedì 1 dicembre alle 12:45 in un panel dedicato.

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intervista al managing director Enrico Quaroni

L’intelligenza artificiale di Rocket Fuel è pronta a conquistare anche il Mobile

Dopo i primi sei mesi dell’anno in crescita del 186%, l’azienda si prepara a capitalizzare gli sforzi messi in campo anche grazie alla nuova filosofia/tecnologia denominata “Moment Scoring”: investimenti ottimizzati al massimo di

Giacomo Broggi

Il programmatic advertising prosegue il trend positivo di crescita anche nello Stivale, portando i suoi grandi benefici a tutta la filiera. Sono diverse le società che operano in questo segmento dalle grandi potenzialità: un’analisi di Magna Global stima che questo settore varrà ben 320 milioni di euro già entro la fine di quest’anno. In questo mare magnum occorre differenziarsi, avere una visione e una tecnologia in grado di rendere la propria offerta unica. «È il caso di Rocket Fuel - spiega a 360com il country manager dell’azienda Enrico Quaroni - che ha da poco aggiornato il proprio algoritmo basato su un avanzato sistema di intelligenza artificiale le cui caratteristiche sono ben riassunte nel rinnovato claim “Moment Scoring”, ovvero la nostra capacità di scegliere il momento migliore per l’erogazione della campagna per magnificare il messaggio pubblicitario».

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Partiamo dal 2015 di Rocket Fuel, com’è andata in generale? È stato un anno davvero positivo e importante a livello internazionale ma soprattutto in Italia. Lo dicono i numeri, pertanto vi svelerò i più significativi: innanzitutto nel primo semestre abbiamo registrato una crescita del 186% su base annuale suffragata da un aumento dei clienti pari al 135%. Nello stesso periodo le impressions sono incrementate del 111%. Guardando ad altri indicatori la buona performance di Rocket Fuel Italia è ricavabile anche dalla marcata crescita dell’organico, più che raddoppiato dalle 5-6 persone d’inizio anno alle 13 attuali. Insomma abbiamo investito sulle persone e penso che continueremo a farlo. A proposito di risorse umane, come sta funzionando l’assunzione in campi innovativi e tecnologicamente sviluppati come

il programmatic? È una meccanica molto semplice e chiaramente basata sulla capacità e non sull’esperienza. Ma d’altra parte è molto difficile trovare dei veri esperti di programmatic, io stesso all’inizio della mia carriera ho dovuto lavorare molto per prendere consapevolezza di questo argomento. Dalle parti di Rocket Fuel siamo abituati a guardare davvero con grande attenzione alle qualità umane extraprofessionali e anche alla capacità e velocità di approfondimento. In sintesi privilegiamo le qualità all’esperienza. Ma devo dire che mi sembra una cosa abbastanza ovvia. Ad agosto dell’anno scorso avete completato l’acquisizione di [x+1] per 230 milioni di dollari, come procede l’integrazione? Direi che dopo una fase di assestamento è terminata con successo in tutti e ventuno i mercati in cui siamo presenti, compreso

quello italiano. Diciamo che con questa operazione siamo riusciti a portarci in casa una Dmp e che l’interesse nei suoi confronti sta crescendo, con i clienti che possono sfruttare questa nostra capabilities e combinarla con il resto della nostra offerta.

Enrico Quaroni managing director di rocket fuel

Dalle parti di Rocket Fuel guardiamo con grande attenzione alle qualità umane extraprofessionali e alla capacità e velocità di approfondimento. In sintesi, privilegiamo le qualità all’esperienza

Proprio quest’anno avete annunciato un nuovo posizionamento, una nuova visione chiamata Moment Scoring, ci racconta qualcosa in più? Moment Scoring rappresenta la riformulazione di quanto abbiamo fatto fino a oggi. È il momento migliore per magnificare il messaggio pubblicitario, per fare in modo che gli investimenti siano ottimizzati al massimo e trasformati in qualcosa di utile. Moment Scoring non è solo una filosofia ma una vera e propria tecnologia: è la versione più evoluta dell’algoritmo di intelligenza artificiale di Rocket Fuel. ANNO VI | #191 | MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015


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Programmatic e creatività, un binomio che per alcuni non è importante per altri fondamentale, cosa ne pensa? Direi che per noi l’elemento creativo è imprescindibile. A maggior ragione nel campo del programmatic dove si hanno a disposizione strumenti tecnologici davvero rilevanti che rischiano di essere vanificati da concept che non sono attrattivi o rivolti a untarget sbagliato. Per questo stiamo catalizzando le nostre energie sul mondo dei retailer con soluzioni dinamiche, che consentono a queste realtà di erogare annunci su misura con il semplice utilizzo di una tecnologia. Rocket Fuel Dynamic Personalised Ads, questo il nome della soluzione, si rivolge proprio a quei retailer che gestiscono volumi elevati, aggregatori nel settore travel e aziende con cataloghi di pro-

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dotti complessi, semplificandoli la vita e le attività di marketing. Penso che un altro fronte su cui concentreremo i nostri sforzi con sempre maggior intensità è il video. Il tema della formazione, della diffusione di ricerche vi è sempre stato a cuore. Perché questa scelta? Avendo a disposizione tantissimi dati e operando in un settore relativamente giovane pensiamo che condividere la nostra conoscenza sia utile per tutti quanti. Per questo ci piace definirci una “Knowledge Company”, perché mettiamo a sistema - con articoli, white paper, etc - quello che è il nostro bagaglio di esperienze in questo settore. È per questo che avete deciso ancora una volta di sostenere Iab, questa volta al Forum, in qualità di platinum sponsor? Sì. Anche quest’anno siamo a Iab Forum, con uno stand dove invito la platea a venirci a trovare per scoprire il nostro mondo, il team e tutte le novità relative alla nostra proposta commerciale. Daremo aggiornamenti e racconteremo la nostra espansione. Terrò anche un workshop, in programma alle 15 dell’1 dicembre, dal titolo “Persone non device”.

COS’è IL MOMENT SCORING La società in cui viviamo è già stata definita in più occasioni e da più fonti, come la società moment-driven. Vale a dire che il modo in cui pensiamo, agiamo e soprattutto spendiamo è spesso definito in singoli momenti. Questo comporta, dal punto di vista di chi fa marketing, che il modo in cui reagiamo alla pubblicità in un determinato istante non è quasi mai uguale all’istante successivo, a parita di altre condizioni. Un “riallineamento” in tempo reale delle nostre aspettative e dei nostri comportamenti che i marketer dovrebbero tenere sempre sotto controllo, per poter aggiornare e di conseguenza ottimizzare le loro campagne pubblicitarie in tempo reale, anziché sprecare, come spesso accade, migliaia di dollari tentando di comunicare verso segmenti e profili “statici”, aggiornati settimane, se non addirittura mesi prima. Gli operatori del marketing devono quindi imparare che individuare il giusto momento - non il segmento e neppure il singolo, univoco, consumantore - è la via moderna per ottenere i migliori risultati. Con questo metodo, infatti il

consumatore diventa un mezzo per raggiungere un obiettivo di comunicazione, non l’obiettivo in sé e va considerato soltanto come uno dei fattori dell’equazione complessiva. I “Rocket Fuel Moments” non sono, quindi, intervalli temporali ma opportunità di comunicazione. Essi sono costituiti non solo dai molti attributi del profilo dei consumatori (età, genere, cronologia degli acquisti, abitudini di navigazione e così via), ma anche da migliaia di funzioni contestuali quali, ad esempio, le condizioni metereologiche, il tipo di dispositivo, lo specifico orario in cui un’azione si svolge e, soprattutto, gli obiettivi dell’attività di marketing. Considerando tutti questi attributi contestualmente all’interno di un’unica architettura dati, l’intelligenza artificiale di Rocket Fuel impara a prevedere in che modo massimizzare il successo di una campagna advertising. E’ la Moment Scoring Technology, una tecnologia esclusiva messa a punto negli anni e in grado di eseguire un calcolo in tempo reale per ogni occasione pubblicitaria, determinando (attraverso ogni canale) la probabilità che ha un consumatore di svolgere una determinata azione.

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Ha sempre sostenuto che il programmatic si sposterà da obiettivi di performance ad altri branding. E continuerò a farlo! Grazie al nostro algoritmo proprietario siamo in grado di utilizzare in maniera sempre più efficace la nostra potenza di fuoco, conquistando anche la parte branding. Diciamo sempre ai marketer che il branding è un veicolo ulteriore per ampliare le attività e raggiungere un pubblico più vasto e quando prima parlavo di video, mi riferivo proprio alla sua capacità di aiutare lo sviluppo del programmatic branding. A livello di categorie merceologiche, quali sono quelle che prediligono il programmatic? Sono convinto che il programmatic sia un ambito trasversale e che i margini di crescita riguardino un po’ tutti i settori. Dal nostro osservatorio privilegiato, segnaliamo un grande sviluppo del Lusso e del Largo Consumo ma

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anche Abbigliamento e tutte quelle categorie che hanno budget importanti e voglia di sperimentare. Siamo partiti con il 2015, chiudiamo con il 2016: quali sono le aspettative di Rocket Fuel? Mi attendo grandissime cose sia a livello di mercato sia per Rocket Fuel. I brand ci stanno dando ragione e penso che potremmo raccogliere i frutti del nostro lavoro anche nel corso dell’anno prossimo. Al di là delle proiezioni di crescita, un altro tema che ci sta a cuore è il mobile: vogliamo spingere e far esplodere il nostro prodotto Cross Device Optimization. In base alla nostra tecnologia, infatti, possiamo identificare le persone che stanno dietro ai vari schermi, naturalmente nel pieno rispetto della privacy e dell’anonimato. Possiamo conoscere a fondo gli utenti sui vari dispositivi, è una capacità unica ed estremamente innovativa di Rocket Fuel. La nostra speranza, allora, è che anche il mercato saprà apprezzarla.

11 consigli per un programmatic efficace

1) INTEGRARE PROSPECTING E RETARGETING

Il programmatic adv funziona meglio quando è possibile combinare le attività della parte superiore e inferiore del funnel all’interno dello stesso programma. La pratica migliore è quella di non delineare affatto i vari stadi del funnel e lasciare che i vendors di programmatic competano lealmente su tutto il funnel o, se l’inserzionista insiste nel delineare le varie fasi, lasciare che ogni vendor scelga in quale fase vuole competere.

2) RACCOGLIERE DATI da ogni pagina

Il programmatic advertising funziona molto meglio quando conosce più cose possibili sull’utente precedentemente esposto all’adv dell’inserzionista. Ecco perché i (bravi) vendors del programmatic chiedono agli inserzionisti di non posizionare il pixel solo in una (o alcune) pagina di conversione ma su più pagine possibli e ogni altro media digitale sul quale l’utente ha accesso.

3) OTTIMIZZARE gli OBIETTIVI DI BUSINESS REALI

Il programmatic advertising fornisce i risultati migliori per gli inserzionisti quando le agenzie e i marketers sono in grado di andare oltre obiettivi di breve termine. Se riescono a identificare l’obiettivo aziendale sottostante, e collegare questo obiettivo diretta-

mente agli sforzi programmatici, i risultati sono molto più rilevanti per l’inserzionista, facendo crescere esponenzialmente il proprio contributo alla bottom line dell’insezionista.

4) MINIMIZZARE I VINCOLI

Il programmatic buying lavora meglio quando quando può utilizzare tutti i dati disponibili sugli utenti e poi amplificare con successo le conversioni a favore di una nuova audience che presenta caratteristiche simili

5) TESTARE TRA LORO I VARI MODELLI DI DATI

Gli operatori con esperienza nel programmatic buying iniziano a notare come la loro pubblicità diventa sempre meno dipendente dai siti o dalle applicazioni nei quali è distribuita e sempre più dalla presenza di dati corretti sui consumatori che stanno alla base della selezione delle impression. Ecco perché ha senso arricchire di dati la pianificazione.

6) Testare molteplici varianti creative

Mentre gli annunci programmatici devono somigliare a piccoli annunci stampa per essere efficaci, la grande differenza con il digitale è che non c’è bisogno di una creatività finale. Se, infatti, l’obiettivo è imparare e ottimizzare il più possibile durante il programma allora avere una creatività “finale” in qual-

siasi posizione essa sia, è sicuramente controproducente.

7) affidare l’ottimizzazione giornaliera agli algoritmi

Molti operatori, soprattutto quando lavorano direttamente con l’inserzionista piuttosto che con l’agenzia sono molto interventisti quando si tratta di gestire i loro budget. Essi sono abituati ad apportarvi continui cambiamenti in base all’andamento delle performance degli utlimi giorni. Questa pratica è certamente utile nell’advertising tradizionale o nel search, ma può essere controproducente nel programmatic buying, soprattutto in un ambiente fortemente automatizzato.

8) ADOTTARE LE CONVERSIONI VIEW-THROUGH

I consumatori solitamente visualizzano gli annunci più di una volta: durante una ricerca su Google, su Facebook, dal display, dall’email o su di un qualunque sito di un network di affiliazione. A volte in ognuno di questi canali. Di conseguenza, non ha molto senso dare tutto il merito all’ultima volta in cui una persona ha cliccato su un annuncio convertendolo. I programmi di advertising efficaci coinvolgono l’utente in ogni fase del processo d’acquisto.

9) CONDIVIDERE I RISULTATI IN TEMPO REALE

Uno dei risultati più immediati del programmatic è quello di poter condividere i dati di performance con i venditori su base programmatica. Con un solo accesso al vostro sistema server o di analisi degli annunci è possibile ottenere un enorme miglioramento delle prestazioni unicamente sulla base di quanto il sistema di programmazione può imparare dai risultati ottenuti.

10) CLASSIFICA I VENDORS CON TRASPARENZA

C’è un’altra forma di condivizione che è facile da realizzare e garantisce notevole efficacia: dire semplicemente a ogni partner come se la sta cavando rispetto ai suoi concorrenti.

11) SCEGLIERE UN PARTNER CHE adotta IL MARKETING ALWAYS ON

Scegliere il giusto partner è un aspetto cruciale. Essendo la più famosa piattaforma di programmatic advertising, Rocket Fuel è estremamente focalizzata nel fornire risultati ottimali alle attivitùà di advertising, giorno dopo giorno. Il nostro approccio “always on” al programmatic significa che i risultati dei vostri programmi saranno testati, rivisti e ottimizzati tutti i giorni (e le notti). Con questa strategia, possiamo portare i tuoi risultati e il tuo ritorno sull’investimenoto pubblicitario a un livello mai raggiunto prima.

ANNO VI | #191 | MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015


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SPECIALE

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Il nostro mercato rappresenta una componente importante della storia di successo del gruppo Ligatus

Il Native Performance Network è diventato grande, anzi leader

compiuti dieci anni, inizia una nuova fase storica per l’azienda guidata in italia da sebastiano cappa

di Massimo Masi

Un nuovo logo, uno schema di colori innovativo, un sito web rinnovato secondo i più moderni dettami, persino una nuova sede nel centro di Milano. Un decimo compleanno, quello festeggiato a ottobre da Ligatus im-

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prontato, senza dubbio, all’insegna delle novità. Tuttavia, la vera “novità” che il più importante native performance network d’Europa ha introdotto, senza annunciarla, è una rinnovata consapevolezza del proprio ruolo di leader di un settore, quello del native e performance advertising,

destinato a essere nei prossimi anni, una chiave di volta per lo sviluppo di tutto il digital marketing, in tutto il continente. E visto che il nostro mercato sta acquisendo un’importanza sempre crescente nelle strategie della multinazionale Gruner+Jahr, abbiamo incontrato l’artefice del “mi-

racolo italiano” di Ligatus, Sebastiano Cappa, per farci raccontare i progetti e le sfide future dell’azienda e l’orizzonte del native performance advertising. A ottobre Ligatus ha festeggiato i suoi 10 anni di attività internazionale e i due anni di presenza sul mercato italiano. Qual è il bilancio di questo biennio, dell’anno che volge al termine e quali sono le previsioni per il 2016? Sì, Ligatus ha compiuto quest’anno il decennale dalla sua fondazione, avvenuta nel 2005 come filiale indipendente del Gruppo OnVista in Germania, poi acquisita da Gruner + Jahr nel 2008 e avviando con successo l’internazionalizzazione del proprio modello aziendale a partire dal 2009. Oggi, Ligatus è la società con la più vasta esperienza nel settore del Native advertising in Europa e con la reach più completa a disposizione: 27 miliardi di impressions al mese su oltre 1.200 siti partner premium in nove Paesi e 170 dipendenti in tutta Europa. Il bilancio a livel-

lo globale è più che positivo, in questo primo decennio la società è cambiata in modo significativo passando da ente tedesco ad attore internazionale leader nelle aree di crescita di native advertising e content recommendations. Un cambiamento che si riflette nella nuova identità aziendale in qualità di #1 Native Performance Network, espressione del nostro spirito innovativo e della nostra competenza tecnica unica. Una tendenza all’innovazione che si riflette anche nella scelta di fare il nostro ingresso due anni fa in Italia, paese molto interessante in ambito digital, in cui Ligatus è riuscito a imporsi come leader di mercato nel settore del Native Advertising. Per dare un dato esemplificativo, durante il primo semestre 2015 abbiamo registrato una crescita superiore al 300% in termini di revenue rispetto al primo semestre del 2014 e contiamo di dare il via al nuovo anno vedendo confermato questo trend. Ligatus vedrà nel 2016 una sempre maggiore focalizzazione in ambito native, con un occhio di riguardo alle evoluzioni nel programmatic sia lato

desktop sia lato mobile e alla tematica Adblock. In entrambi i casi siamo infatti già pronti a rispondere alle esigenze dei nostri clienti e degli editori con soluzioni sviluppate ad hoc e che si sono già confermate valide e affidabili. Ovviamente puntiamo a crescere, consolidando il nostro posizionamento e rinnovando la promessa fatta di rispondere con efficacia e prontezza per soddisfare le esigenze di branding e performance dei clienti e del panorama digital italiano in senso più ampio. Continuate a far crescere il team italiano. Quanti siete adesso e quali novità ci sono dal punto di vista dei ruoli e delle funzioni per il cliente? A due anni dall’ingresso sul mercato, Ligatus conta oggi in Italia su di un team di 10 professionisti che operano nella nuova sede di via Sant’Antonio 5, 200mq nel cuore della cultura milanese. Oltre a una sede nuova, dietro a una società affidabile e concreta ci sono soprattutto le persone. Ligatus mette al centro la relazione, sia essa mediata

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SPECIALE

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da un device o meno, e lavora ogni giorno in collaborazione con gli Editori, cogliendo le loro esigenze e ottimizzando ogni aspetto delle loro campagne online per giungere insieme ai risultati attesi e, soprattutto, a cogliere il reale interesse degli utenti. E’ poi nella filosofia di Ligatus mantenere alto lo standard formativo delle persone che vi lavorano a completo vantaggio del cliente finale che può rivolgersi in sicurezza a professionisti preparati, ‘sempre sul pezzo’. Confidiamo di crescere ancora in Italia, consapevoli che le soluzioni Ligatus sono la risposta di cui il mercato ha bisogno. Grazie al nostro modello di business, unico in Europa, siamo infatti in grado di offrire a editori e inserzionisti un servizio completo che spazia dall’ideazione delle campagne alla loro realizzazione concreta fino alla pubblicazione all’interno di un network esclusivamente Premium e trasparente, a tutela della BrandSafety e contro gli Adblock. A che punto è l’adozione del programmatic nel vostro settore e in Ligatus? Il Programmatic con la sua portata tecnologica e innovativa è stato fuori di dub-

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bio significativo per il nostro settore e si appresta oggi ad una ulteriore evoluzione nella direzione Mobile, dove è in crescita la concentrazione degli utenti che trascorrono sempre più tempo, ad esempio, nell’interazione da e con le loro app preferite. Mentre la prospettiva per i computer desktop è verso un ruolo più utilitaristico, i dispositivi mobili si confermeranno il centro dell’esperienza di fruizione e intrattenimento dei consumatori. Più in generale, in termini di adozione di questa tecnologia, è opportuno informare che la divisione di ricerca e sviluppo di Ligatus da sempre attenta alle evoluzioni del settore, è da tempo pronta a fare i passi necessari per un’integrazione fortunata con il programmatic. Oltre al lato desktop, sul mobile, Ligatus é infatti già in grado di monetizzare le posizioni Native nelle app mantenendo il suo posizionamento Premium per app di editori di news. Ligatus è attivo già sullo standard OpenRTB 2.3 - con cui è possibile far incontrare domanda e vendita di spazi nativi con metodologie programmatiche. Quali sono i prodotti “preferiti” dal mercato italiano e quali quelli su cui

punterete per il 2016? Ligatus mette oggi a disposizione del mercato nazionale un’offerta di soluzioni semplificata, che consta dei prodotti di ‘Direct Response’ e di ‘Content Promotion’ che insieme al retargeting incontrano il favore delle aziende di ogni dimensione, grazie alla possibilità di integrarsi tra di loro. Di recente introduzione, vi è poi la soluzione proprietaria Ligatus capace di bypassare gli Adblocker, che rappresentano il tema caldo del momento e che prevediamo si protrarrà tale per tutto il 2016. Nel nuovo anno il Native continuerà ad essere il nostro core-business nelle sue connotazioni di strumento per generare traffico di qualità, e nei suoi prossimi sviluppi in modalità programmatic. Affronteremo questo scenario sicuri delle basi solide su cui abbiamo fondato la nostra offerta di soluzioni all’interno di un network Premium e trasparente, rivolgendo l’attenzione alle evoluzioni in ottica programmatic di cui dicevamo. Rispetto a queste, possiamo anticipare che siamo già pronti a immettere sul mercato la DSP e la SSP a cui sono agganciati gli algoritmi di ottimizzazione delle campagne. Tecnologie che andremo a integra-

re nella nostra offerta non appena gli stessi editori si saranno adeguati. Come operatori di Native Adv avete un ruolo “importante” nel nostro mercato, alla luce della crescita del fenomeno dell’ad blocking. Qual è la vostra posizione ufficiale in merito e che scenario vi attendete nel prossimo futuro? Il fenomeno dell’ad-blocking ha contribuito a rendere lo scenario piuttosto complesso e noi in Ligatus riteniamo opportuna responsabilità di tutti affrontare questa questione con la dovuta attenzione. Ci sono purtroppo politiche commerciali che cavalcano questa onda alla ricerca di facili profitti, senza rendersi conto del danno etico e di mercato che questa scelta comporta. Ligatus dispone di soluzioni proprietarie in grado di bypassare gli adblocker e sviluppate ad hoc per il settore editoriale allo scopo di aiutare i partner nell’intraprendere la strada della trasparenza e della sicurezza di investire in un network Premium. In questo caso, Premium è sinonimo di garanzia di una relazione umana, e non robotica, dietro ai comportamenti degli utenti online. Premium e trasparente,

aggiungo, è poi garanzia di sicurezza per il proprio Brand, che trova pubblicazione in una lista ben definita di siti online, tutti esclusivamente Premium. Abbiamo voluto dedicare il nostro workshop VIP allo IAB Forum 2015, in programma il 1° Dicembre alle ore 14:00 proprio a questi aspetti – Adblock, brandsafety e trasparenza. Nella formula di tavola rotonda, insieme ai nostri ospiti, tre Editori e advertiser, ci confronteremo su questi contenuti che danno il titolo stesso all’appuntamento, ovvero “Quanto sono efficaci e sicuri i vostri investimenti in digital advertising? Le risposte di Ligatus e dei suoi ospiti su AdBlock, Brandsafety, trasparenza, engagement fino al conversion-rate”. Quali sono le vostre considerazioni, in chiave futura, sul native adv? Intravediamo un futuro Native, Mobile e Programmatic, in cui le aziende, gli Editori e gli inserzionisti si vorranno dotare di strategie e tecnologie create per adattarsi alla varietà di device (tablet e smartphone in primis), oltre che in grado di collocare i propri contenuti unici all’interno delle pagine web in maniera naturale e rispettosa degli interessi degli utenti.

Sebastiano cappa

due immagini della festa tenutasi nella nuova sede milanese per celebrare i dieci anni di attività

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Tablet — — Smartphone

Per la maggior parte dei responsabili marketing è sempre la stessa persona

— Domenica — L’ora del film

6.30 del pomeriggio — Martedì — TV in streaming — Facebook — Parzialmente nuvoloso —

— Ricerca per le vacanze Ricerca per visita medica —

— Musica in streaming — Torino — Attrezzatura sportiva

Risparmi per l’Università —

— Architettura — 28˚ C 22˚ C — — Guardando un panorama Libri — — Notizie Adv su assicurazione vita — Milano —

— Scarpe da ginnastica appena viste

Alla ricerca di un Minivan — Consegna di cibo a domicilio — Attrezzatura sportiva — — Pubblicità di tour operator vista ieri

— FIFA

— Programmare un viaggio

— Viaggio

Moment Scoring™ considera Roberto ogni volta in maniera diversa Se è la coppa del mondo o se è il momento di assaporare un bicchiere di vino, il Moment Scoring di Rocket Fuel aiuta i responsabili marketing a raggiungere Roberto sulla base di ciò che lo interessa in quel momento. Non sorpende quindi che la ricerca che Rocket Fuel ha commissionato a Forrester dimonstri che Moment Scoring è in grado di aumentare le performance della campagna fino al 229%*.

Non importa quale sia il tuo obiettivo, Rocket Fuel può aiutarti a non sprecare i tuoi budget pubblicitari e a cogliere il miglior attimo di marketing. Scopri di più sulla nostra piattaforma di marketing multi-channel sia tramite la nostra piattaforma self-service che tramite il nostro managed service e permettici di presentarti le nostre soluzioni DMP e DSP. Visita oggi il nostro sito RocketFuel.com/Fortune.

Viaggio —

Libri —

Instagram — Auto —

— Libri Calcio — — Auto — 11.30 del mattino

— 2 prodotti nel carrello

Ciclismo — *Su studio TEI (Total Economic Impact) commissionato a Forrester da Rocket Fuel nel 2013, è emerso che la tecnologia di programmatic buying di Rocket Fuel, grazie all’algoritmo di intelligenza artificiale proprietario, ha generato un ritorno sull’investimento (ROI) del 229% per le agenzie e del 192% per gli advertiser su un arco temporale di tre anni.

Mappe —


SPECIALE

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una suite ecommerce supportata da un team di professionisti con esperienza decennale nel mondo del commercio online

INTERGIC e SMC Consulting, la partnership che il mercato eCommerce stava aspettando

questa collaborazione segna un netto miglioramento nella user experience: la decennale esperienza di intergic nella selezione dei migliori software si completa con l’expertise di smc consulting. insieme danno vita a un player completo

no dell’eCommerce, per non rimanere drammaticamente indietro, deve saper sviluppare know how e dotarsi di tecnologie all’avanguardia per rispondere in maniera sempre più completa alle esigenze del mercato, soprattutto quello internazionale. E proprio per soddisfare questa richiesta è nata la partnership strategica tra Intergic e SMC Consulting che offre alle aziende italiane una gamma completa di soluzioni e servi-

zi ad alto valore aggiunto con un focus esclusivo sull’eCommerce e il digital marketing. La sinergia dei prodotti offerti dalle due società è in grado di creare una suite eCommerce modulare e completa, supportata da un team di professionisti con un’esperienza decennale nel mondo del commercio online. 360com, in una doppia intervista, ha dato voce ai due Ceo delle aziende, Marino Casucci di Intergic e Ralf Männlein di SMC Consulting.

Marino Casucci, CEO DI INTERGIC Qual è, dati alla mano, lo stato di salute del mercato eCommerce italiano? E quali sono, invece, le previsioni per il futuro?

di Ottavia Quartieri

Dal 2010 prosegue, inarrestabile e costante, la crescita del commercio elettronico in Italia tan-

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to che quest’anno l’incremento sarà di 16 punti percentuali. Una tendenza da non sottovalutare è l’ascesa del mobile commerce, fenomeno che ha

modificato radicalmente le abitudini degli online consumers e che ha triplicato il proprio valore in soli due anni, passando dai 610 milioni

del 2013 agli 1,8 miliardi di euro dell’anno in corso. A livello internazionale, l’eCommerce corre ancora più velocemente, nei numeri e nelle tec-

nologie, ed è diventato un punto strategico di non ritorno per l’implementazione delle aziende. In un tale scenario, l’intero mercato italia-

«Certamente i numeri dell’eCommerce italiano sono distanti anni luce da quelli del mercato internazionale. Mancano le competenze e un’autentica consapevolezza, da parte dei grandi retailer e dei brand, che il commercio elettronico rappresenta una strada obbligata da scegliere strategicamente. Tuttavia la crescita costan-

te a cui stiamo assistendo è segno che non si tratta di un mercato saturo. Oltre all’aumento del fatturato, che oggi si attesta intorno ai 16,611 miliardi di euro con una crescita del 15% nel 2015, si notano anche interessanti sviluppi nella distribuzione dello stesso per settori. Sta finalmente prendendo piede il food & beverage e sempre più brand decidono di puntare sul digitale per la propria crescita. Il passaggio graduale ma inarrestabile, dall’esternalizzazione di queste attività

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marino casucci, ceo di intergic

all’adozione di tecnologie e competenze tecniche in-house, è un segnale forte che ci da fiducia».

Voi siete esperti nell’accompagnare aziende estere in Italia. Quali sono i vantaggi per il vostro interlocutore italiano e, in quest’ottica, la partnership con SMC Consulting che tipo di valore aggiunto porta al cliente finale? «Proprio perché i mercati esteri europei sono più sviluppati di quello italiano, è facile che nascano e prendano piede tecnologie all’avanguardia, come il motore di ricerca prodotti “FACT-Fin-

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der”, il tool di personalizzazione dinamica “prudsys” o “SOFORT Banking”, l’innovativo sistema di pagamento. Allo stesso tempo, non è particolarmente vantaggioso per le aziende produttrici di queste soluzioni costruire una propria rete su un territorio con un potenziale ancora in fase di sviluppo. Noi di Intergic abbiamo riconosciuto questo tassello mancante e abbiamo cercato di far fronte a questa lacuna, diventando così il ponte fra queste tecnologie e l’eCommerce italiano. Il merchant nostro cliente ha il vantaggio di avere accesso alle migliori tecnologie estere, interfacciandosi con un interlocutore

locale per tutte le tematiche commerciali, di comunicazione e di supporto. Possiamo ritenerci precursori nella selezione delle tecnologie più innovative, rappresentando, quindi, per il mercato eCommerce nazionale un canale privilegiato. La partnership con SMC Consulting allarga ulteriormente le nostre capabilities, in quanto potremo offrire anche la parte di configurazione e assistenza di secondo livello, in modo che il cliente possa avere un unico interlocutore per tutto il processo».

Ci ha parlato della necessità di insourcing dell’attività eCommerce. Che cosa intende esattamente? «“Digital Transformation”, ovvero la capacità di reinventare l’offerta del proprio business per renderla più aderente alle aspettative del mercato, grazie alle tecnologie digitali e, conseguentemente anche più competitiva, è una definizione che ricorrerà spesso nei prossimi anni. Per i merchant significherà puntare strategicamen-

te sull’ eCommerce e sul Mobile Commerce. Nella maggior parte dei casi in Italia, fino a oggi, le aziende si sono affidate alla consulenza di partner esterni per la gestione del proprio eCommerce; a un certo punto poi, diventerà indispensabile per avere il pieno controllo della gestione possedere il know how, la tecnologia e le risorse internamente. L’insourcing è un processo lento ma incontrovertibile che non è decontestualizzabile dalle competenze o infrastrutture disponibili. Abbiamo bisogno di una maggiore cultura digitale, di un ambiente economico e formativo che possa attirare nuove leve e sfornare futuri manager del digitale. Saranno necessarie azioni politiche che favoriscano questa crescita. Penso a Università con la facoltà di eCommerce, agevolazioni per chi introduce queste figure in azienda oltre che, naturalmente, alle necessarie infrastrutture di connettività. Esiste già un’agenda digitale ed esistono anche le organizzazioni che la portano avanti. Si può e si deve fare di più».

SPECIALE Ralf Männlein, ceo di SMC Consulting In che cosa consiste e come si declina l’offerta di SMC Consulting nel nostro Paese? Tenendo conto anche del fatto che ci troviamo di fronte a uno scenario cross device e sempre più mobile oriented «Siamo specializzati in soluzioni eCommerce e Mobile sia per il B2B che B2C. La nostra offerta si articola in una piattaforma On-premise per i clienti più grandi e strutturati e una in SaaS, Blossom, per aziende di medie dimensioni, entrambe basate su tecnologia Intershop. Oggi l’eCommerce è cambiato: l’online consumer utilizza un portatile, un tablet e uno smartphone per fare gli acquisti e, a livello Italiano, lo shopping cross device rappresenta il 53% delle transazioni, un numero che non possiamo ignorare, a cui anzi rispondiamo con soluzioni in grado di gestire l’omni-channel. Il design responsive e la completa integrazione con tutti i touchpoint perfezionano la nostra offerta. La partnership con Intergic ha reso la nostra solu-

ralf Männlein, ceo di smc consulting

zione eCommerce ancora più completa e in grado di rendere vincenti le strategie di vendita dei nostri clienti».

Quali sono le caratteristiche principali delle vostre soluzioni e quali le differenze rispetto ai competitors? «Il mercato oggi offre molteplici soluzioni eCommerce e i nostri competitors spaziano da piattaforme più o meno strutturate, come la nostra, a tool gratuiti per il fai da te. La cosa che sicuramente distingue SMC Consulting è l’alto livello di professionalità, dalla definizione della strategia per i diversi canali di vendita fino alla realizzazione e gestione della infrastruttura, sia in house che in cloud. Oggi non si può fare

eCommerce senza tenere conto della centralità del consumer, senza rendere la sua esperienza unica e personale, garantendo una user experience indimenticabile. Partendo da questo abbiamo studiato delle soluzioni in grado di assistere i clienti a ogni livello del processo di vendita, dalla creazione dell’eshop al perfezionamento dell’acquisto».

Quale valore aggiunto porta la partnership con Intergic? Quali sono le aspettative, nel breve e nel lungo periodo? «Stavamo cercando un partner che potesse far crescere la nostra offerta, sia in termini di applicazioni da integrare sia in termini di competenza nelle vendite e nel marketing. E Intergic è stata sicuramente la scelta migliore che potevamo fare. SMC Consulting e Intergic insieme portano sul mercato una sinergia di competenze e professionalità capace di rispondere alle necessità di un mercato, come quello italiano, che continua a crescere e a essere sempre più esigente».

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La società che sta cambiando questo settore dalle grandi potenzialità

Con InstaBrand, l’influencer marketing sposa la tecnologia Dopo aver ricevuto un finanziamento da 2,5 milioni di dollari, l’azienda si è espansa in Italia ed è pronta a sbarcare a Londra con un nuovo ufficio, forte della sua piattaforma in grado di ottimizzare tutte le fasi di una campagna, come spiega a 360com l’head of marketing and sales Europa Karim De Martino di Giacomo Broggi

Il team italiano di instabrand a los angeles

da sinistra karim de martino, marco marranini, elena amici, alexandra balsan, stefania rubino, riccardo filini e antonio perfetto

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Dopo aver ricevuto 2,5 milioni di dollari in un recente round di finanziamenti, la startup californiana InstaBrand è pronta per diventare un attore protagonista anche in Europa e cambiare i paradigmi dell’influencer marketing. Con la recente apertura in Italia, cui dovrebbe presto seguire quella di Londra, l’obiettivo è portare la propria piattaforma al servizio di quei brand che fanno influencer marketing. Un settore che si sta trasformando rapidamente e sta cambiando pelle, transitando sempre più spesso sugli schermi social, Instagram, in primis. Ma con altre opportunità, come Snapchat, ancora poco diffusa in Italia ma utilizzata da 100 milioni di utenti al giorno che visualizzano 6 miliardi di video. Un tesoro che InstaBrand, nata inizialmente come agenzia per l’influencer marketing su Instagram, non vuole e non può lasciarsi scappare. Karim De Martino, recen-

temente nominato head of marketing and sales Europa di InstaBrand, con responsabilità anche sulla sede italiana, racconta tutto a 360com. «Il business si è spostato dai blog ai social network. Quando lavoravo in Kiver, infatti, la monetizzazione avveniva attraverso i blog, per esempio abbiamo curato diversi progetti con celebrità del calibro di Alessia Marcuzzi o Melissa Satta», ha dichiarato De Martino. E quando InstaBrand nasce a Los Angeles, il suo obiettivo è portare l’influencer marketing su Instagram, in tempi in cui ancora pubblicità sul social del fotoritocco non se ne vedeva. Dopo i primi positivi esperimenti, la società si interessa a uno sbarco italiano, «E riesce subito a chiudere contratti con grandi marchi, inizialmente soprattutto con quelli del

fashion che mostrano una grande attenzione ai mercati internazionali, come Dolce e Gabbana, Salvatore Ferragamo, Tod’s, Cruciani», prosegue De Martino. Il business italiano e le tendenze in seno all’influencer marketing «Oggi l’Italia rappresenta una fetta importante del giro d’affari di InstaBrand, grazie all’amore nei confronti di social e mobile della sua popolazione. Il BelPaese genera il 25% delle nostre revenue. Se i primi ad essere attratti dalle potenzialità di InstaBrand sono stati i marchi del fashion, abbiamo presto saputo intercettare aziende dell’automotive, del beverage e del food. Tra questi ci sono Corona, Beck’s, Pepsi e Coca Cola, per fare degli esempi. Quindi, abbiamo notato

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un allargamento dello spettro di categorie merceologiche e una verticalizzazione del comparto, che sta accogliendo numerosi nuovi influencer tra le sue fila, non solo qualche personaggio di spicco. Insomma la sua diffusione è sempre più capillare», ha affermato ancora il giovane manager. Prossimo obiettivo conquistare Londra I piani di espansione, dopo l’apertura italiana, proseguono a ritmi serrati. «Se attualmente l’Europa è gestita da Milano, si sono rivolti a noi diversi clienti di mercati come Uk, Germania e Francia. Per esempio in Regno Unito abbiamo sviluppato interessanti progetti per il brand di Unilever “Magnum” e per Diageo. Per questo nel 2016 apriremo uffici a Londra che andranno ad aggiungersi a quelli già operativi a Los Angeles, New York, Milano e Kiev. Lo possiamo fare perché cresciamo bene e perché a inizio anno abbiamo ricevuto 2,5 milioni di dollari, veicolati nell’apertura italiana e in sviluppo tecnologico». L’arma vincente di InstaBrand Proprio la tecnologia rappresenta, a detta di De Martino, l’arma in più di InstaBrand: «Le fasi dell’influencer marketing sono principalmente

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tre: scouting, messa in opera e reportistica/analisi post campagna. Grazie alla nostra tecnologia proprietaria, siamo in grado di scalare questi processi. Per la prima parte, infatti, la tecnologia aiuta a capire quali sono influncer più rilevanti analizzando le loro audience; per la seconda siamo in grado di gestire il rapporto con l’influencer, dalla trasmissione del brief, alla ricezione delle preview, approvazione del cliente etc; per la terza possiamo contare su una piattaforma che analizza ogni singolo post pubblicato e fornisce al cliente KPI come reach ed engagement, ma anche per esempio la conversione in termini di nuovi follower. Quindi alla fine si ha un report dettagliato dal punto di vista del marketing. Dico questo perché è un elemento che ci caratterizza rispetto a quelle agenzie di digital pr che offrono servizi di influencer marketing. Non che non siano brave ma non possono godere del supporto tecnologico di cui InstaBrand dispone e hanno quindi una proposta non comparabile alla nostra, anzi spesso ci cercano per integrare l’elemento tecnologico nei loro progetti». Alcune case history di successo «Mi vengono in mente decine di campagne, abbiamo un tasso di rinnovo che su-

pera il 70%, questo dimostra che i clienti sono soddisfatti dei risultati e del processo che adottiamo. Con Calvin Klein per esempio abbiamo gestito 5 differenti campagne solo quest’anno, dagli accessori all’abbigliamento. Tornando a Unilever e al brand Magnum ci siamo occupati di dare visibilità all’evento organizzato a Cannes in primavera durante il Festival del Cinema, al quale ha partecipato l’influencer Mariano di Vaio e l’intera operazione ha avuto una reach di oltre 55 milioni di contatti. Per l’Orèal Paris Italia invece abbiamo lanciato un challenge con dei brevi video dove le influencer si sfidavano ad applicare il Mascara Superstar in 15 secondi senza aprire la bocca: 11 milioni la reach solo in Italia e centinaia di contenuti generati dagli utenti spontaneamente. Parlando invece dell’internazionale chiunque utilizzi Instagram avrà visto i post di MateFit, una tisana detox che si riconosce dal mixer fluorescente presente in migliaia di fotografie di Influencer e utenti, molte delle quali sono parte integrante di nostre campagne», ha affermato De Martino. Il futuro dell’influencer marketing «Vivendo da un anno a Los Angeles, posso dire senza ombra di dubbio che il futuro è

In alto, da sinistra, le attività di instabrand per calvin klein, clinique di estée lauder e corona di in bev; in basso, da sinistra, big hero 6 di disney, 500 abarth di fiat e tod’s

rappresentato da Snapchat, oggi qui un vero e proprio fenomeno di costume. InstaBrand lavora già su campagne dedicate a questo canale, per lo più relative ad eventi, premiere di film o al mondo travel. In Italia le aziende stanno scoprendo ora Instagram, ma sono sicuro che nel 2016 si sentirà molto parlare di Snapchat anche nel nostro

Paese, nonostante manchino personaggi capaci di attirare masse critiche di utenti come succede in Usa. Se parliamo in generale dell’offerta di servizi di influencer marketing, credo che dopo una fase di affollamento (ora è la moda del momento e tutti ci si buttano), solo chi possiede delle caratteristiche davvero distintive rimarrà sul mercato: anche

gli influencer stessi ormai ricevono centinaia di richieste ogni settimana e se non trovano dall’altra parte un player capace di gestire le campagne in maniera strutturata e professionale spesso non rispondono neanche alle email. I brand dal canto loro non si accontentano di qualcuno che li metta in contatto con gli influencer, questa è la parte più

facile del lavoro, spesso le loro email sono pubblicate sui profili; quello che le aziende cercano è l’influencer giusto, selezionato attraverso parametri oggettivi e dettati da strategie di marketing, attività che solo chi dispone di una tecnologia capace di leggere e interpretare i “big data” può svolgere con cognizione di causa», ha concluso De Martino. <

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a destra tiziano tassi, managing director della digital agency

il fatturato, rispetto al 2015, è più che raddoppiato. e le previsioni per il 2016 sono di un’ulteriore crescita

Ideas Never Sleep. Con questa filosofia Caffeina interpreta il mondo digitale In occasione dell’edizione 2015 di IAB Forum, a cui la digital agency partecipa da protagonista per il terzo anno consecutivo, il Managing Director Tiziano Tassi presenta strategie, obiettivi futuri e performance di Caffeina, fornendo anche un punto di vista sulla situazione attuale del mercato digitale nel nostro Paese di

Ottavia Quartieri

#NeverSleep. In questo breve ma significativo hashtag sono racchiuse tutte le principali skills che connotano la digital agency italiana guidata dal Managing Director Tiziano Tassi che, per l’occasione, ha risposto alle domande di 360com. Essere sempre attenti e impegnati a capire ciò che accade nel mercato digitale italiano, adottare un approccio dinamico e flessibile coniugandolo a serietà e professionalità nel fornire servizi di qualsiasi tipo e su qualsiasi piattaforma online. È proprio ciò che quotidianamente fa il team di Caffeina, mettendo idee e innovazione al centro di tutti i progetti ‘senza mai dormire’: aiuta brand e aziende a creare siti, servizi e prodotti in rete, riuscendo a integrare i comparti Marketing, Development e Design e preoccupandosi di seguire il cliente da vicino in tutte le fasi del progetto. L’ambizione certo non manca in casa Caffeina,

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ma è altrettanto importante anche la volontà dell’intero team di rimanere con i piedi per terra procedendo un passo alla volta, consapevoli che per crescere nella giusta direzione è necessario prima un consolidamento nel nostro Paese. Ma ora spazio a Tiziano Tassi, Partner e Managing Director della digital agency, che fa il punto della situazione sul mercato digitale italiano e sulla sua creatura. Per il terzo anno consecutivo a Iab Forum 2015 «Saremo presenti a IAB Forum con due importanti spazi di visibilità e comunicazione: uno stand che comunicherà il nostro stile, approccio e posizionamento, presso il quale saremo felici di discutere i temi legati alla cultura di marketing digitale, e un workshop, che si terrà durante la prima giornata di lavori e sarà dedicato alle strategie di engagement digital e social, con la presenza di Hogan e UBI Banca, due

brand di primo piano. IAB Forum per Caffeina è l’occasione di saggiare la maturità degli operatori del nostro settore e dei brand sulle attività di marketing digitale». Il vostro mantra è “Ideas Never Sleep”. Si può dire lo stesso del mercato digitale italiano? Rispetto alle previsioni degli anni scorsi, la sua evoluzione e il suo sviluppo hanno soddisfatto le attese? I movimenti attuali fanno ben sperare per il futuro? «Il mercato digitale italiano ha spazi di crescita e non può considerarsi statico. L’attuale percorso del digitale sta creando una convergenza tra mondi un tempo separati e che oggi, invece, si avvicinano sempre di più (come ATL e Digital). In questo senso credo che la scommessa di un approccio integrato sia vincente e possa senza dubbio dimostrare efficacia nel futuro».

Lo scenario che ci troviamo di fronte è sempre più cross device. In quest’ottica, come si è adattata l’offerta di Caffeina? «Siamo nati cross device e tutti i nostri progetti si concepiscono, nascono e crescono con un approccio che mette al centro l’idea di un’esperienza coerente tra strumenti diversi. Parliamo di come gli utenti consumano contenuti o fruiscono servizi: la sfida, per cui ci siamo attrezzati con un team interno, è quella di scindere gli obiettivi dai canali. Caffeina è una realtà perfettamente in grado di sviluppare una strategia e di lavorare alla sua execution con i mezzi più adatti, e parlare di mobile first website, responsive (o adaptive) web o mobile app native o ibride è la normalità. E non dimentichiamoci dei contenuti: anche questi devono essere pensati per una fruizione multicanale, nei visual, nei formati e anche nei testi».

#UBI1000 una case history di successo targata Caffeina «#UBI1000, che presenteremo anche durante il workshop, rappresenta un grande esempio di strategia che ha saputo mettere insieme tanti mezzi diversi con obiettivi ambiziosi. UBI è così diventata la banca più seguita su Instagram, ha coinvolto decine di migliaia di persone, con una campagna integrata che ha visto partecipare, coordinati come in un’orchestra, blogger, community di instagramers, campagne media digitali, marketing automation, creazione di contenuti sull’evento in real time, un contest che ha prodotto un ebook scaricato da migliaia di persone, una campagna advertising geolocalizzata sulle tappe dell’evento, e molto altro ancora. #UBI1000 è il primo esempio di campagna integrata promossa e realizzata da una banca che ha deciso di mettersi in gioco, muovendo i primi passi nel mondo

dei branded content e ottenendo un successo davvero strepitoso». Dopo un biennio da incorniciare, con collaborazioni con player di alto livello e un fatturato altrettanto positivo, a oggi quali sono le strategie di Caffeina? Al consolidamento nel mercato italiano si affiancano anche ambizioni di approdare all’estero? «Siamo ambiziosi, ma umili. Pensiamo che le opportunità offerte da altre country siano importanti, ma che prima si debba fare un necessario consolidamento in Italia. In questa direzione va la scelta di non distribuire utili ma di investirli completamente nell’agenzia. Ed è grazie a questo che potremo fare alcuni investimenti fondamentali per sostenere la crescita nel 2016: un incremento di organico di almeno altri 10-15 talenti e una nuova sede, con

una capacità fino a 100 persone, più spazi comuni, che diventerà un laboratorio digitale in cui sperimentare ed esprimere il meglio di noi. I nostri clienti ci hanno dato fiducia scegliendoci. Il modo migliore che abbiamo per ripagare la loro scelta è garantire da parte nostra qualità dei progetti e continuo investimento». Come chiuderete l’anno a livello di fatturato? Ci sono dei servizi, all’interno della vostra offerta, che sono più richiesti? «Quest’anno il nostro fatturato, rispetto all’anno scorso, è più che raddoppiato. Le previsioni per il prossimo anno sono di un’ulteriore, decisa crescita. Caffeina gode di un’ottima reputazione data dalle sue competenze digitali che ci permettono di manipolare la tecnologia e di metterla al servizio delle necessità e degli obiettivi di marketing e comunicazione. #NeverSleep».

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L’influence engine optimization platform è stata ideata alla fine del 2012 e finanziata un anno dopo da Digital Magics

Buzzoole, l’ottimizzazione delle rp al servizio di agenzie e centri media la storia della startup è ricca di soluzioni innovative. Ce ne parla il chief executive officer Francesco Perrone di Luca Anelli

Nella Silicon Valley le idee trovano spesso terreno fertile dove affondare le proprie radici. I campi sono permeati di know how, la luce illumina con decisione i suoi frutti, seleziona quelli migliori e li riempie di energia in modo che possano crescere e maturare. Esiste un luogo del genere qui da noi? Apparentemente no, o almeno non a quei livelli. Ma il clima del Belpaese non è affatto ostile ai frutti di uno dei business che ne sta trainando l’economia. Anzi, ci sono delle realtà pronte a provare a offrirne la linfa necessaria per crescere ancora... e ancora. È il caso di Buzzoole, un influence engine optimization platform ideato alla fine del 2012 e finanziato da Digital Magics circa un anno dopo con 180 mila euro. La versione beta è stata rilasciata a giugno 2014, quando è stata comunicata la vendita del prodot-

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fabrizio perrone

to. Da quel momento l’escalation è stata rapida, tanto da raggiungere un run rate di 1,5 milioni, una crescita del 30% mese su mese e un porfolio clienti che, tra i 150 nomi, ne conta alcuni davvero importanti. Il rapido successo di questo tool porterà la start up oltre i confini nazionali con l’anno nuovo. L’apertura della sede londinese batterà il terreno non solo per il mercato Emea, ma accorcerà le distanze di Buzzoole anche con l’ambito terreno statunitense. La storia della start up è recente, ma ricca di soluzioni innovative e dinamiche, che continuano a cambiare e migliorare in funzione del vorticoso mercato di riferimento. Per chiarire il posizionamento del prodotto 360com ha intervistato Fabrizio Perrone, Ceo di Buzzoole, che afferma: «Ci posizioniamo come un tool al servizio di agenzie e centri media per l’ottimizzazione delle digital pr. Proponiamo uno strumento che può dare una grande mano nella gestione e nel planning delle strategie di digital pr e sfrutta l’effetto passaparola affiancato alla pianificazione display». Parole che sembrano descrivere lo strumento che tutti coloro che lavorano nella comunicazione digitale vorrebbero. Ma andiamo più a fondo con il Ceo. Come lavora il vostro sistema?

Siamo partiti da una considerazione: le celebrity non sono sempre la scelta più adatta per ottimizzare un budget dedicato alle digital pr. La loro fama, a volte, mette in ombra il brand, canalizzando le discussioni sul personaggio invece che sul prodotto. In questi casi, la reach è inversamente proporzionale all’influenza. Attraverso un lavoro di scouting, invece, è possibile individuare delle altre personalità più efficaci. La nostra piattaforma si pone a metà tra queste e i brand. Offre agli influencer la possibilità di lavorare sulla loro visibilità, anche attraverso una “palestra di personal branding”, e di collaborare con i brand; e alle marche un’alternativa più efficace all’allocazione dei budget direttamente sulla social adv, generando campagne organiche utili sia per spingere in maniera nativa il contenuto attraverso la conversazione sia per incrementare la propria presenza nella SERP dei motori di ricerca». Come si è evoluto il vostro prodotto? Il prodotto Buzzoole è nato inizialmente come un tool per l’analisi dell’influenza online: dapprima, quindi, era rivolto agli utenti finali, poi abbiamo pensato alla possibilità di monetizzare l’applicazione attraverso il coinvolgimento degli utenti nelle campagne. In principio il focus era sulle campagne

“social pure”, poi abbiamo esteso il business fino a includere nuovi social (vedi Instagram e Youtube), con particolare riferimento ai blog. Man mano che il mercato di riferimento cresceva e si diversificava, abbiamo reso disponibili per gli inserzionisti anche nuovi format di campagne: da quelle Instagram al live tweeting per sostenere eventi fisici e/o online. Come chiuderete l’anno? Arriverete a raggiungere l’obiettivo dei mille clienti? Il raggiungimento dell’obiettivo dei mille clienti è stato fissato a luglio, appena chiuso il round di finanziamento da un milione di euro. Si tratta, quindi, di un obiettivo 2016. Per quanto riguarda il 2015, invece, chiuderemo l’anno a poco meno di 1,5 milioni in revenues e poco meno di 200 clienti. Sono oltre 300 le campagne gestite da qui a fine anno. Ultimamente, anche grazie alla crescita esponenziale di Instagram, gli influencer sono un asset sempre più importante. Avete notato lo sviluppo di nuovi trend? Ci sono categorie merceologiche che ne hanno beneficiato più di altre? E l’influencer marketing ha

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penetrato settori in cui prima era marginale? A nostro avviso, gli influencer sono fondamentali per tutte le categorie di business, ciò che cambia è il canale di distribuzione. Mi spiego meglio. Ci sono canali social che si prestano meglio di altri per determinate categorie di business: ad esempio, il fashion ha come canali di distribuzione principalmente blog e Instagram, la tecnologia blog e Twitter. C’è un influencer per ogni settore. Il nostro obiettivo è proprio quello di far percepire ai brand la grande importanza che rivestono queste attività all’interno delle strategie di marketing online. Da poco, infatti, Nielsen ha pubblicato la survey “Global Trust in Advertising Report” che spiega come oltre il 60% degli utenti si fidi delle recensioni postate online dai consumatori; rappresentano il terzo formato adv, con il più alto livello di trust. In questo senso, l’influencer marketing deve essere percepito dai marchi come una riga aggiuntiva all’interno dei piani media dell’azienda, non come un canale da attivare in funzione di attività specifiche. Esistono settori che sono già molto più consapevoli di altri dell’importanza di questo asset: sicuramente il tech e l’abbigliamento ma anche il food e il gaming. Siamo certi che

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questa pratica, come già accade negli Stati Uniti, sarà ben presto estesa a tutti gli altri segmenti. Oltre a Fb e Instagram, quali sono o saranno i social maggiormente interessati nel futuro, a vostro parere? Per quanto riguarda il prossimo futuro, oltre al consolida-

mento di alcune leadership, come nel caso di Instagram, sicuramente uno dei social a maggior potenziale è rappresentato da Snapchat. Questa affermazione trova conferma, non soltanto nell’interesse dimostrato da Facebook verso la piattaforma, ma anche dai numeri: a livello globale, infatti , il 5% degli utenti internet, di età

compresa tra i 16 e i 64 anni, utilizza Snapchat. Tale percentuale cresce notevolmente se si circoscrive l’analisi a livello dei soli teens, passando dal 5 al 15%. State preparando delle novità per il 2016? Ci sono tool oppure dei prodotti pronti a essere lanciati?

Il 2016 si preannuncia davvero ricco di novità. Sicuramente, la più grande sarà rappresentata a livello aziendale dall’apertura di una nuova sede nel Regno Unito e dall’assunzione, entro l’anno, di tre nuove risorse sul territorio. Un passo propedeutico all’apertura nel mercato e alla successiva espansione nel mercato degli Stati Uni-

ti. Anche dal punto di vista del prodotto ci muoveremo: lato brand, infatti, lanceremo le “campagne obiettivo” che, al pari di quanto avviene con Facebook e Twitter, permetteranno ai brand di pianificare campagne a partire da un obiettivo di business (conversazioni, recensioni, reach e così via), ma soprattutto daremo la possibilità

di utilizzare il nostro canale per la costruzione di audience da impiegare per le attività di retargenting. Si tratta di uno sviluppo che vedrà la luce per la metà del prossimo anno e i cui dettagli sono ancora top secret. L’influencer marketing si sviluppa su un terreno comune alla SERP. Avete in mente delle collaborazioni per aiutare i brand a migliorare le loro performance nel Seo? Sì e no. Diciamo che il terreno della Seo può essere ricco di insidie. Sappiamo tutti, infatti, che da anni Google ha intrapreso un’autentica guerra contro la compravendita di link e noi non vogliamo posizionarci come un tool per tale finalità. Una cosa è valorizzare la link popularity di un sito, altro è vendere un servizio con finalità dirette al miglioramento del ranking. Dal punto di vista della SERP non va trascurata l’importanza che può avere per un brand la recensione, visibile nella pagina dei risultati del motore di ricerca. Se un utente, infatti, compiendo una ricerca specifica per una keyword di brand approda (oltre che sul sito del brand) anche su di una recensione, questa cosa può avere un alto valore poiché può rappresentare un driver a finalizzare l’atto di acquisto.

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Netnoc, joint venture tra artattack native adv e giunti

Il Content Marketing di qualità made in Italy rgb 0 - 240 - 198 # 00f0c6

La startup integra gli asset editoriali e il know how di Giunti Editore con le competenze di marketing, comunicazione digitale e produzione video di ArtAttack native adv per offrire il miglior servizio al cliente: fornisce contenuti di qualità certificata e gestisce operativamente progetti di content complessi su qualsiasi device. Aruba e Veesible sono solo due delle partnership più importanti avviate

pasquale borriello, account director di netnoc

di Ottavia Quartieri

Chi si ferma ad ascoltarci lo fa, in media, per circa 8 secondi. Meno di un pesce rosso. Solo considerando questo dato emblematico si potrebbero aprire numerose discussioni sullo stato dell’arte del mercato digitale e pubblicitario italiano ma, per completezza, aggiungiamo altri elementi significativi. Il 90% delle informazioni che riceviamo ci arriva attraverso uno schermo e oltre 600 mila contenuti al giorno

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vengono condivisi sui social, per un totale di circa 2 ore e mezza di navigazione. Da questo scenario emerge, lato utente, una richiesta: leggere qualcosa che interessi davvero per ottimizzare i tempi di visualizzazione di una pagina. Più semplicemente, si richiede maggiore qualità dei contenuti. In termini commerciali invece, si può parlare di Content Marketing, un fenomeno che da anni i maggiori brand utiliz-

zano, anche se l’ Italia sembra aver solo recentemente scoperto le potenzialità di questo trend. Questa esigenza è stata correttamente intercettata da netnoc - startup che integra gli asset editoriali e il know how Giunti Editore con le competenze di marketing, comunicazione digitale e produzione video di ArtAttack native adv - e che ha deciso di costruire un nuovo modello di contenuto, mai visto pri-

ma. Pasquale Borriello, Acrgb 0 - 157 - 194 # 009dc2 count Director di netnoc, fa il punto sulla situazione della joint venture e sul mercato italiano. Come nasce netnoc: origine, sviluppo e riscontri sul mercato «Come agenzia abbiamo sempre ricercato formati pubblicitari innovativi – la prima esperienza fu un magazine cartaceo per la promozione di alcuni film di Universal Pictures e del Musical Notre Dame de Paris nei primi anni 2000. A partire dal 2012 abbiamo cominciato a ragionare su modalità innovative ed efficaci di Native Advertising. Nel 2013 l’incontro con Giunti Editore è stato illuminante: abbiamo subito capito che un editore così importante e con una così forte redazione interna ha tutto ciò che manca a un’agenzia in termini di competenze per la creazione di contenuti editoriali di alta qualità. Di contro, un’agenzia ha la creatività e la capacità di execution rapida di cui solitamente l’editore non può disporre. Abbiamo quindi iniziato a ragionare insieme sugli sviluppi di un’unione tra le competenze di un editore e un’agenzia. Dopo qualche primo

progetto di successo, come la campagna ‘Native’ Lettori Straordinari (www.lettoristraordinari.it), si è deciso di dar vita a qualcosa di nuovo e mai visto prima, almeno in Italia: una realtà che mettesse a fattor comune le migliori competenze e potenzialità dell’agenzia e dell’editore. Così, quest’anno nasce netnoc. Dopo una prima fase di pianificazione e definizione del piano di lavoro, siamo partiti con il market test che ha avuto subito i primi riscontri positivi. Abbiamo immaginato un mondo di contenuti di qualità per i brand come non si era mai visto e i primi clienti ci hanno seguito. Poi con Veesible si è trovata una formula efficace anche per i loro clienti e per il mondo dei centri media in particolare». Come si adatta l’offerta di netnoc in uno scenario sempre più cross device? E i suoi obiettivi? «Netnoc offre ai propri clienti consulenza strategica per l’avvio e l’implementazione di progetti di content marketing, fornisce contenuti di qualità certificata ed è in grado di gestire operativamente progetti di content complessi. In quest’ottica, i contenuti di qualità sono centrali in tutto quello che facciamo e per definizione non sono legati a un device in particolare. O meglio,

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le persone ormai consumano contenuti su tutti i device con i quali si connettono. E non dimentichiamo il digital signage, il fisico, la carta: contenuti di qualità servono su tutti i mezzi, da quelli più tecnologici a quelli più tradizionali. La nostra mission è fornire i migliori servizi di content marketing in Italia, perché crediamo che attraverso i contenuti di qualità i nostri clienti possano migliorare il proprio business, su molteplici livelli». È in programma il lancio di nuovi prodotti? «A inizio 2016 lanceremo la prima piattaforma di Content Marketing Made in Italy in assoluto. Uno strumento che darà una marcia in più alle aziende che fanno Content e che servirà non solo a monitorare le performance delle proprie attività su tutti i canali social e owned, ma anche a ottimizzare i costi di produzione e distribuzione del contenuto». Veesible e Aruba, partnership importanti «Abbiamo portato a casa un primo progetto speciale con Veesible e il cliente Continental, The Winter Navigator, che è un long form content innovativo e interattivo. Ultimamente poi abbiamo cominciato una collaborazione con dotCloud di Aru-

ba, un progetto di espansione internazionale dell’azienda toscana, che si concentra soprattutto sui mercati Usa e Uk. Non a caso, per il fatto che lì il mercato del Content Marketing è un po’ più avanti rispetto a noi».

Un pensiero sul mercato del content marketing, italiano e internazionale. «Il Content Marketing non è un trend recente: la guida Michelin è uno dei primi esempi e aziende come Nike, Hasbro e Lego sono diventate quello che sono perché hanno creduto nei contenuti. Tuttavia negli ultimi anni c’è, anche in Italia, rinnovata attenzione sul tema, un po’ per la grande quantità di contenuto che consumiamo ogni giorno, purtroppo non sempre di qualità, un po’ perché l’advertising push funziona sempre meno. Le aziende hanno capito che per distinguersi c’è bisogno di contenuti di alta qualità che crea curiosità, engagement e in ultima istanza fedeltà al brand. Usa e Uk sono indiscutibilmente più avanti, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia applicata al Content Marketing. Nel nostro piccolo, lavorando quotidianamente e duramente, vorremmo contribuire a un avanzamento del livello qualitativo del Content anche nel nostro Paese».

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Il futuro sarà cross mediale, ma serve ancora del tempo

È questo, in sintesi, il pensiero del direttore commerciale di Talks Media, Emiliano Messeni. il manager riflette sull’intero comparto dell’advertising, mettendo in evidenza la scalata del trend del mobile fino allo scenario sempre più cross device verso cui si sta andando. Messeni, infine, fa il punto sull’anno in corso e anticipa le strategie per un 2016 ambizioso di

Ottavia Quartieri

Il cliente ha sempre ragione. La frase pronunciata dal londinese Henry Gordon Selfridges, fondatore dell’omonima catena di grandi magazzini, nel corso del tempo è diventata celebre non solo tra la gente comune ma anche tra gli esperti di settore. Per anni è stata insegnata nelle scuole di managment e ripetuta come un

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mantra, incisa nei manuali di marketing come una pietra miliare di questa materia. Dogmi come questi, a forza di essere ripetuti, rischiano di non essere più presi sul serio, snervati come sono da un assiduo utilizzo. Ma oggi è ancora così? Nel mondo del marketing ci sono varie correnti di pensiero, più o meno radicali, che trovano un punto di incontro nel “Cliente

ha quasi sempre ragione”. Anche sul versante parallelo, quello dell’advertising, non esistono certezze, ma un punto fermo c’è: «L’advertising deve necessariamente seguire le abitudini di fruizione dei di-

spositivi». Proprio con queste parole il direttore commerciale di Talks Media, Emiliano Messeni, si esprime sul mercato pubblicitario, orientato verso uno scenario cross device. Le abitudini di navigazio-

ne cambiano, vanno oltre i singoli dispositivi utilizzati e le modalità d’acquisto sono sempre più “automatizzate” e data driven per ridurre al minimo la dispersione. Anche Talks Media, a questo proposi-

Un team ad hoc

dedicato ai progetti speciali

Nella foto qui sopra, il direttore commerciale di talks media, emiliano messeni, che ha sottolineato la recente costituzione, all’interno della struttura, di un team dedicato ai progetti speciali crossmediali

to, ha appena puntato internamente alla creazione di un team dedicato ai progetti speciali di natura crossmediale. Mobile, andamento dell’anno, strategie e ambizioni future sono gli altri temi trattati da Messeni. Quale trend ha caratterizzato maggiormente quest’anno? «Credo che quest’anno i driver principali siano stati il mobile come device, sia per la massiccia migrazione di utenza sia per gli investimenti pubblicitari che cominciano ad avere un peso importante; e il comparto video che ha mantenuto ottime quote di investimenti». A proposito di mobile, la sua scalata sembra ormai inarrestabile: è il primo media digitale per fruizione di contenuti e presto lo sarà anche per valore delle transazioni economiche. Come sta reagendo il mercato italiano? «Il grande paradosso del mobile è la distanza tra fruizione del prodotto editoriale e relativi investimenti pubblicitari. A oggi, specialmente in alcuni settori (tra cui il ga-

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ming nostro settore storico e di riferimento), l’utenza ha drasticamente spostato le abitudini di fruizione del contenuto su piattaforma mobile. Questo rapido cambiamento non è stato seguito da un altrettanto valida crescita e dal consolidamento del know how tecnologico per rendere l’adv su dispositivi mobili valida a livello di formati, reportistica, modalità di tracciamento e misurazione, quindi traducendosi in fiducia e performance per gli investitori. Io credo che ultimamente si stiano finalmente affermando misurazioni, formati e possibilità di qualità che faranno fare a tutto il comparto un grande passo in avanti e permetteranno agli editori di non perdere revenue nell’inevitabile switch di fruizione dei propri contenuti sui device mobili». A oggi, quanto è cross mediale la pubblicità? «A oggi la pubblicità si sta avviando verso un futuro di totale cross medialità ma è ancora, a mio parere, molto presto per poter pensare a un piano media che realmente ottimizzi tutti i device abbattendo le barriere tra dispositivi. L’advertising deve necessariamente seguire le abi-

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tudini di fruizione dei dispositivi che negli ultimi anni hanno aperto possibilità e frontiere interessanti spingendo per una fruizione orizzontale dei contenuti. Le abitudini di navigazione stanno variando rapidamente e si stanno consolidando, principalmente su alcuni target, verso una navigazione che oltrepassa la barriera del dispositivo. Questo approccio dovrà portare tutti gli attori del mercato a seguire questo trend. L’advertising sarà sempre più cross mediale e la modalità di acquisto sempre più “automatizzata” e data driven per ridurre al minimo la dispersione. In questo panorama, rimane fondamentale per la sostenibilità del sistema la qualità dell’inventory e quindi il concetto di spendere “meglio”, non “meno”».

Un esempio di un’operazione da voi condotta, recentemente, che ha avuto particolare successo? «Una campagna che ha avuto particolarmente suc-

cesso è stata “Ubi Enjoy The Music” per Ubi Banca su Discoteca.it un nostro editore di proprietà. Il progetto speciale si declinava in adv display (desktop e mobile) e native, inserendo la carta Enjoy (e i relativi

sconti a cui dava accesso) all’interno del sistema di navigazione di Discoteca. it, portale di informazione sulla nightlife italiana. Un tab native all’interno della navigazione della classifica dei migliori eventi della propria città puntava su una landing che permetteva il download di una app di Ubi che dava la possibilità all’utente di usufruire di alcuni sconti per concerti e festival e alcuni benefit come “salta la fila”. La forte componente local di Discoteca.it, unita alla intuitiva user experience di navigazione del sito, ha permesso a Ubi di informare in modo unconventional su un servizio uti-

le a un’utenza sensibile al mondo della musica e dei festival. La campagna ha registrato ottimi tassi di conversione ed è stata seguita da una campagna di app download che ha garantito al cliente importanti conversioni». Parteciperete a Iab Forum di quest’anno? E in che modo? Che cosa vi aspettate dalla manifestazione? «Quest’anno non parteciperemo in maniera diretta allo Iab Forum, ma tutto il team, come ogni anno, sarà sicuramente presente alla manifestazione, un momento fondamentale di networking e confronto per tutta la industry digitale italiana». Come chiuderete l’anno a livello di fatturato? Ci sono dei verticali, all’interno della vostra offerta, che vanno meglio? «Il nostro obiettivo per il 2015 era di 2,5 milioni di euro e lo supereremo, registrando una crescita circa del 100% rispetto al 2014. Stiamo lavorando tanto su nuove verticalizzazioni come sport, mamme e kids (abbiamo appena firmato con Rainbow per la concessione del sito ufficiale delle Winx) e, a livello strategico, ab-

biamo puntato internamente alla creazione di un team dedicato ai progetti speciali cross mediali, sicuri della validità dei nostri prodotti editoriali verticali, community di successo che si prestano alla strutturazione di progetti versatili on e offline che riescono sempre a portare al cliente un vero e percepito valore aggiunto. La verticalizzazione gaming rimane uno degli asset fondamentali, che da quest’anno si è arricchito con l’ingresso di Eurogamer Network, una realtà internazionale che vanta grandissimi tassi di crescita nel nostro paese e che si pone come prima struttura italiana per utenti unici e pagine viste mese sui gamers. Il 2016, per noi, sarà un anno con ambiziosi obiettivi di crescita che ci vedrà impegnati nella creazione di un team dedicato al programmatic e un forte orientamento alla tecnologia, driver ormai davvero fondamentale nel panorama dell’advertising italiano. Stiamo anche strutturando tutti i dati di prima parte derivanti dalle nostre community per fornire un targeting sempre più puntuale agli investitori e stiamo lavorando all’inserimento di nuovi e innovativi formati cross device».

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PayClick, digital adv di successo

Ricerca e sviluppo per crescere in uno scenario cross device

La media agency indipendente, guidata dal Ceo Luca Formicola che coordina un team di giovani esperti in digital marketing, amplia la propria offerta con la Video Dem, un nuovo strumento che arricchisce la classica Dem con un video caricato in streaming. e Molte altre novità sono in cantiere per l’anno 2016

di

Ottavia Quartieri

Da quando è nato il world wide web, ormai più di vent’anni fa, l’esperienza ci insegna che internet è sinonimo di cambiamento. È tutto riconducibile all’aforisma eracliteo del “Panta Rei”, in cui tutto scorre e non esistono momenti di stasi: internet è un fiume in piena e gli elementi che vi scorrono seguono le correnti senza mai passare due volte dallo stesso punto. Quello che potremmo definire un “Panta Rei 2.0” consiste nel fatto che oggi coloro che navigano su internet

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hanno cambiato le proprie abitudini: mentre prima bastava affidarsi a un sito web visualizzato dal proprio personal computer, negli ultimi anni invece si assiste all’uso di diversi dispositivi per lo più mobili, come smartphone, tablet e pc. È improbabile che una user experience avvenga su un unico dispositivo e da un unico touchpoint, perciò gli operatori del mondo digitale devono sviluppare, in primis, la consapevolezza e poi la capacità di offrire l’annuncio giusto, all’utente giusto, nel momento giusto e su qualsiasi dispo-

sitivo. PayClick, media agency indipendente che opera in diversi paesi, è riuscita a trovare l’equilibrio perfetto in uno scenario sempre più interconnesso e cross device, garantendo al proprio interlocutore un’esperienza completa ed efficiente a 360 gradi. Di tutto ciò parla il Ceo di PayClick, Luca Formicola, che introduce anche un’importante novità nell’offerta dell’agency come la Video Dem e anticipa le novità in cantiere per il 2016. Iab Forum, una tappa fissa «Anche quest’anno siamo presenti in qualità di espositori. IAB Forum rappresenta un’eccellente occasione per presentare i nostri servizi, le nostre novità e i progetti futuri. Allo stand F3 saremo lieti di accogliere chiunque voglia conoscere la nostra attività e tutte le opportunità che offre il mondo del digital marketing. E’ inoltre

«siamo molto orgogliosi del nostro team di esperti, composto da ragazzi e ragazze preparatissimi in materia di digital marketing», ha affermato il ceo di payclick luca formicola (primo in basso in questa foto)

un’occasione per incontrare clienti, partner ed esperti del settore con i quali abbiamo sempre il piacere di confrontarci sugli sviluppi del mercato». Lo scenario che ci troviamo di fronte è sempre più cross device. In quest’ottica, come si adattano i servizi offerti da PayClick? «Assolutamente vero. Le abitudini dei navigatori in Internet si sono evolute negli ultimi anni e prevedono sempre più l’uso di diver-

si dispositivi. Oggi abbiamo la tecnologia per identificare su un device, ad esempio uno smartphone, un utente che abbia in precedenza interagito con un altro dispositivo, ad esempio un notebook. Questo scenario rappresenta un’ottima opportunità per gli inserzionisti che possono raggiungere il proprio target di utenti su tutti i device. In questo scenario interconnesso, in cui una stessa persona utilizza diversi dispositivi dalle risoluzioni diverse, è necessario veicolare messaggi responsive. Tutte le nostre campagne

lo sono, sviluppiamo formati capaci di essere fruibili da qualsiasi tipo di dispositivo, per garantire all’utente finale un’ottima visualizzazione dei contenuti». Fra i trend che stanno caratterizzando il mercato digitale italiano e internazionale spiccano sicuramente i video. Alla luce di ciò, come si è mossa PayClick? Avete introdotto novità? «I video rappresentano una grande opportunità per il

nostro mercato, abbiamo acquisito spazi importanti per veicolare campagne video e abbiamo realizzato importanti investimenti per la realizzazione di un player affidabile, capace di tracciare tutti gli eventi necessari alla misurazione della campagna. Infine abbiamo ampliato la nostra offerta con la Video Dem, un nuovo strumento che arricchisce la classica Dem con un video caricato in streaming. Si tratta di una grande innovazione nel panorama del digital advertising, in quanto consente di visualizzare

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ti, composto da ragazzi e ragazze preparatissimi in materia di digital marketing. Da quando siamo nati non abbiamo praticamente mai smesso di investire in formazione e sviluppo di nuove tecnologie e questa scelta è stata ampiamente premiata».

luca formicola

un video attraverso un’email che non risulta pesante in termini di dimensioni. Ovviamente si adatta a qualsiasi tipo di device utilizzato dall’utente finale, risultando strategicamente perfetta in uno scenario sempre più cross device. Nelle prime campagne realizzate abbiamo registrato risultati straordinari: l’engagement è letteralmente schizzato alle stelle, con un Open Rate del 28% e un CTR superiore al 3% sull’invio. Abbiamo dunque praticamente raddoppiato i numeri ottenuti in passato con una tradizionale Dem. La

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fruibilità del servizio è garantita dalla tecnologia sviluppata: quando la Video Dem viene aperta riconosce il device, client o sistema operativo utilizzato, garantendo la corretta visualizzazione del contenuto». Parliamo di formazione, di investimenti tecnologici mirati e di sviluppo. È questa una delle chiavi del successo riscosso da PayClick in questo 2015? «Esattamente, siamo molto orgogliosi del nostro team di esper-

Come chiuderete l’anno a livello di fatturato? Avete ulteriori novità in programma oppure in fase di lancio per il futuro? «Prevediamo di chiudere l’anno con un fatturato superiore agli 8 milioni di euro, continuando quindi a crescere rispetto al 2014, che abbiamo chiuso a 7 milioni. Per il 2016 ci sono tante novità in cantiere. Innanzitutto sarà pronto il motore di Audience Analysis che l’Università di Trieste sta sviluppando per noi, grazie al quale potremo veicolare campagne altamente profilate e raggiungere solo ed esclusivamente gli utenti in target. Risultato? I nostri clienti non disperderanno il loro budget pubblicitario verso utenti non interessati al loro prodotto/servizio. Acquisiremo, inoltre, nuove esclusive con editori importanti, per offrire ai nostri clienti nuovi posizionamenti per le pianificazioni di campagne display di formati standard e speciali. Nel 2016 la nostra offerta continuerà ad avvalersi della tecnologia di Nugg.ad, già oggi utilizzata, e sarà dunque sempre più ricca. Gli investimenti e le scelte strategiche compiute mireranno sempre allo stesso obiettivo: differenziarci, offrendo servizi unici e altamente personalizzati». ANNO VI | #191 | MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015


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di

claudio vaccaro, ceo di bizup

la tredicesima edizione di iab forum è l’occasione del debutto come “espositori”

BizUp attrezza la piattaforma UpStory al lancio dei formati in versione native advertising Dopo un 2015 che con grande probabilità si dovrebbe chiudere con una crescita attestata intorno al 25 per cento, la società si prepara a puntare forte sul lancio dell’offerta di UpStory in programmatic e sullo sviluppo di tool di marketing automation a supporto delle attività. e anche sul rafforzamento dell’area content 34

Francesco Lattanzio

BizUp ha individuato nel native advertising l’anello di congiunzione tra i banner e il mobile. È abbastanza intuitivo, anche senza scomodare Chomsky e la sua gerarchia che dà vita a diverse tipologie di linguaggio, che il messaggio è più efficace quando interagisce col contesto, specialmente quando viene indirizzato a device dalle dimensioni limitate; e staccare contenuti e adv significherebbe relegare quest’ultima in spazi poco rilevanti. Claudio Vaccaro, Ceo di BizUp, è preparato a questa sfida e sta armando UpStory, a partire da Iab Forum, con nuovi formati come UpFeed - che si inserisce nel news feed dei siti in home page, venduto a cpm e cpc -, UpVideo - video in scroll-to-play che appare all’interno di un articolo e venduto a cost per complete view - e UpContent - un insieme di immagine e testo inserito all’interno di una pagina in maniera contestuale, disponibili attraverso vendita diretta e, dal 2016, anche in programmatic -. 360com ha raccolto le sue dichiarazioni. Quali sono stati i lanci più importanti di questo 2015? Sicuramente UpStory, la piattaforma per la pianificazione di campagne sponsored post e native advertising sul nostro

network di 3.500 publisher, lanciato ufficialmente a inizio 2015. Il prodotto si è talmente evoluto e ha raggiunto risultati così importanti che ormai rappresenta una business unit a sé all’interno di BizUp. Durante il prossimo anno aggiungeremo la modalità programmatica alla vendita diretta, entrambe gestite con il nostro partner Veesible. Il mercato pubblicitario sta prendendo la via del native, distaccandosi dai classici banner e andando incontro al mobile, dove gli ads devono essere coerenti col contesto. Individuato il trend, non possiamo che seguirlo. Su cosa vi focalizzerete, invece, nel 2016? Investiremo la maggior parte delle energie su tre progetti: il lancio di tutta la nostra offerta di native advertising in programmatic su UpStory; lo sviluppo di tool di marketing automation a supporto di tutte le nostre attività; il rafforzamento della nostra area content, visto sempre di più come un processo integrato di produzione e distribuzione a supporto delle strategie di content marketing delle aziende. Sempre più spesso, infatti, vista la nostra esperienza in attività di content marketing e content distribution, veniamo coinvolti in progetti importanti di produzione di branded content, dalle infografiche a video, da guide scaricabili fino a progetti edito-

riali complessi e strutturati. Com’è andato quest’anno? E cosa vi aspettate per il prossimo? Abbiamo confermato l’ottimo trend di crescita anno su anno e, con ogni probabilità, chiuderemo con un +25%, dopo l’incredibile +80% dell’anno scorso. Con l’ingresso di Fausta Sposato, nuova Head of Sales & Marketing, i nostri obiettivi sono molto ambiziosi, puntiamo ai 4 milioni di fatturato. Vogliamo, inoltre, rafforzare molto le nostre attività di marketing e comunicazione, visti gli innumerevoli prodotti e servizi che offriamo ai nostri clienti. Infine, stiamo lavorando per affinare i nostri tool di reportistica e analisi. Cosa vi aspettate, poi, da Iab Forum? Potrebbe farci un’introduzione ai temi che tratterete nel workshop? Quest’anno è il nostro debutto come “espositori”, con un grande stand che ci darà modo di incontrare clienti e prospect. Pensiamo che, soprattutto per prodotti advertising come UpStory, lo IAB rappresenti un’ottima opportunità di raccontare la propria proposition commerciale. Visto il successo dei workshop tenuti negli anni scorsi, abbiamo deciso di replicare anche quest’anno. La novità è che terremo il workshop con

Veesibile, la concessionaria ufficiale di UpStory. Focalizzeremo l’attenzione sulle opportunità che i branded content e il native advertising possono rappresentare per le aziende, fornendo esempi e case history. Presenteremo, inoltre, le grandi novità della piattaforma, sia lato advertiser sia lato publisher, che dal 2016 potranno monetizzare il proprio sito con i nostri formati nativi. L’argomento UpStory e il native saranno al centro del workshop: come si stanno evolvendo, invece, i business relativi a Seo ed ecommerce? Nonostante la nostra forte spinta verso una continua innovazione dei nostri prodotti e servizi non ci dimentichiamo che la seo è tra i nostri asset principali. La nostra strategia di crescita sui motori di ricerca e la relativa gestione operativa è sempre più apprezzata dai nostri clienti, come testimonia l’altissimo tasso di rinnovo. Vediamo, poi, sempre più logiche di integrazione tra l’area Seo e l’area content/native, come facce della stessa medaglia. Anche UpCommerce sta crescendo molto bene: abbiamo di recente avviato gli store di NGM, Caffé Bonomi, Vergani e GiòStyle, un segno evidente del fatto che l’approccio orientato alla performance è vincente sul mercato.

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SPECIALE

COM

Friwix, il “second screen” per tutti i media

La capacità di generare forme immediate di conversione è l’elemento essenziale di ogni forma di engagement

Alessio Abbateianni racconta le potenzialità, le caratteristiche e gli obiettivi di una piattaforma che intende rivoluzionare il mondo dell’interazione, favorendo semplicità e immediatezza attraverso il ricorso a un’unica opzione. A disposizione di tutti gli utenti e personalizzabile da ciascun operatore Alessio Abbateianni

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di Daniele Bologna

Il fenomeno si può osservare da più prospettive, ma resta la sostanza. Stanno cambiando le piattaforme, entrano nuovi soggetti, si perfezionano le tecnologie e i modelli audiovisivi. Realtà aumentata e virtual reality vanno ad ampliare le possibilità di storytelling in rete. Da Facebook a Google, da Vine a Instagram, solo per citare alcuni protagonisti della trasformazione in atto, tutti si stanno muovendo, così come tanti altri player digitali. Sempre in rete, poi, il numero delle connessioni sta salendo, vorticosamente, e il contenuto principale degli scambi sul web è sempre più il video: nascono, allora, partnership tra broadcaster e player, tra social network e studios. Si impongono novità clamorose. Tutto questo per favorire l’esperienza dell’utente, e offrire alle aziende possibilità di comunicazione inim-

maginabili fino a poco tempo fa, con elevata efficacia. Insomma, sta nascendo un sistema mediale diverso, evoluto, dinamico. Caratterizzato in maniera profonda dalla convergenza. Un sistema di cui devono tenere conto tutti coloro che producono contenuti. Ma non solo. E’ qui che si innesta l’innovativa piattaforma di contextual experience denominata Friwix, nata dal fervido spirito imprenditoriale di Alessio Abbateianni. Un’iniziativa dalle rivoluzionarie funzionalità di engage intelligence e digital out of home interaction. «Nell’era della digitalizzazione si aprono continue possibilità, si intensificano le esperienze, si evolvono mezzi e strumenti. Penso ai ledwall, che stanno conquistando continuamente nuovi spazi nelle città, non solo grazie alla versatilità di una tecnologia avanzata, ma anche per una potenza comunicativa che permette di condividere contenuti sem-

pre più sofisticati in tempo reale. La forza del digitale sta qui: riuscire a generare conversioni immediate. Lead, interazione, engagement. E poi l’acquisto, la massima espressione della conversion». Il pensiero di Abbateianni si concentra su questo aspetto, Friwix trova proprio qui la sua origine, in uno spazio di interazione di enorme potenza. «Storicamente il web ha fatto sempre questo: interazione. La rete ha permesso alle persone di interagire. Prima, i media, nel mondo analogico, erano solo ambiti promozionali. C’era solo la speranza di un’interazione. Che in ogni caso poteva soltanto essere fisica. La capacità di generare conversion la garantisce solamente il web. E in questo scenario nasce, tra le persone, l’esigenza del cosiddetto “second screen”. Ecco, Friwix l’abbiamo creato per essere un second screen per tutti i media». In effetti, la sfida di Friwix è semplice, come

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devono esserlo tutte le proposte che vogliono arrivare al cuore dell’interazione: riuscire a standardizzare le differenti interazioni con i media. «Viviamo una fase, sul fronte dell’offerta, in cui ognuno propone il proprio second screen. I processi, in questo modo, si complicano, perché ognuno di noi si trova alle prese con un numero troppo elevato di richieste di interazione. Ognuna con moda-

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lità differenti di procedura. Ognuna legata a determinate modalità di accesso. Ognuna connessa ad applicazioni esclusive. In pratica, l’istantaneità e la facilità d’uso vengono meno, riducendo notevolmente la possibilità di ottenere redemption. E, nel contempo, abbassando notevolmente il livello di identificazione dell’utente con una determinata app. Ecco perché serve una standardizzazio-

ne. Friwix nasce per questo» sottolinea Abbateianni. Si tratta, allora, di promuovere un’unica piattaforma, ribaltando, per certi versi, quanto avvenuto fino ad ora: è l’utente ad avere la possibilità di gestire, con estrema semplicità, lo strumento per interagire con le proposte dei diversi media che suggeriscono una call to action. Friwix ingaggia, informa, intrattiene l’utente, facendolo interagire con

qualsiasi proposta. Non si deve più rincorrere ogni richiesta, scaricare decine di app, registrarsi di continuo, compilare schiere di moduli. Basta entrare nel sistema Friwix la prima volta. Poi, grazie a un solo click, aprire prospettive di interazione senza più limiti. «Anche i mezzi analogici sono pienamente coinvolti da questa possibilità. Proponiamo la semplificazione del processo contro le attività

sporadiche, che generano dispersione e frammentazione, diminuendo il flusso delle interazioni» aggiunge Abbateianni. Friwix, allora, vuole ritagliarsi un ruolo da “potenziatore” del valore di ogni offerta, proveniente da qualsiasi media. Una soluzione destinata a mettere ordine lungo le strade, spesso tortuose, dell’interazione. E vuole farlo garantendo vantaggi per tutti. Non solo per un singolo

operatore. E oltre alle concessionarie, che godrebbero il prezioso contributo di un unico centro di contatto, anche in chiave “white label” - quindi, con la possibilità di personalizzare la propria versione dello strumento - pure i centri media sono pienamente coinvolti: «Possono avere a disposizione un elemento chiave per incrementare la misurabilità delle diverse operazioni interattive, ad esempio. Oltre a sfruttare in modo altrettanto personalizzato la grande versatilità di Friwix» precisa Abbateianni. Che ribadisce come anche la creatività possa ricavare ulteriori benefici dalla presenza sul mercato di Friwix: «Si possono utilizzare modelli standard della piattaforma, così come sviluppare opzioni creative connesse a ogni singola azione promozionale. Ecco perché parliamo di un’icona di conversione,

o meglio di una conversion platform. L’idea, ribadisco, è di semplficare il più possibile la fruizione da parte dell’utente, nella logica di utulizzo di un’unica engagement platform che sa lavorare in forma cross mediale, facilitando la contextual experience». E’ una piattaforma, Friwix, che si vuole affiancare agli aggregatori potenti di oggi, a fianco dei motori che unificano il search, dei social che riuniscono l’esperienza interattiva di milioni di persone, adesso anche sul fronte dei contenuti informativi e non più solo dell’intrattenimento. Uno sforzo di semplificazione enorme, che ha richiesto anni di sperimentazione e di perfezionamento. Ora c’è la sfida del mercato. L’equipe che lavora a stretto contatto con Alessio Abbateianni è pronta. Friwix non vuole attendere oltre. La partita inizia adesso.

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Digilant, la media company leader nel programmatic a livello mondiale, si è affacciata anche sul mercato italiano

Completa connessione di DMP e DSP La perfetta integrazione delle due piattaforme end-to-end proprietarie della società guidata in Italia da Florence Malaud riduce del 30% la possibilità di data degradation, ovvero della perdita di informazioni florence malaud

di Antonella Rocca

Il vantaggio di avere una DMP (Data Management Platform) e una DSP (Demand Side Platform) proprietarie li pone in una posizione senza paragoni nell’offerta programmatica italiana. Stiamo parlando di Digilant, la media company leader nel programmatic advertising a livello

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mondiale che si è affacciata in tarda primavera anche sul mercato italiano, offrendo soluzioni pubblicitarie personalizzate e strategiche ad agenzie e brand. La caratteristica che rende unica l’offerta di Digilant consiste proprio nella sua capacità di garantire un’integrazione fluida ed efficace dei dati di prima parte (proprietari del brand) con

i dati di seconde (Digilant proprietary) e terze parti favorendo una gestione lineare del media buying. «L’esperienza costruita negli anni in altri mercati più avanzati - spiega Florence Malaud, country manager Digilant Italy - ci ha insegnato che non esiste altra soluzione che la costruzione di DMP custom e proprietarie. Ogni brand possiede dati e clienti differenti, raccolti dal proprio crm nel tempo, con profondità ed in situazioni diverse. Non è possibile una soluzione standard valida per tutti i brand, ma al contrario bisogna mettere in atto un vero e proprio rapporto di consulenza tailor made. Noi lo possiamo fare integrando l’esperienza dei nostri data analyst (esperti in Data Science e Data Management) con i team del cliente, per la definizione di progetti di comunicazione rilevanti ed efficaci. Siamo in grado di aiutare i brand a individuare quali target non siano stati correttamente o efficacemente stimolati e perché, arricchendo la profondità di dettaglio del CRM di origine».

Quello che Digilant propone in estrema sintesi è la connessione perfettamente integrata di due prodotti, DMP e DSP, senza alcuna perdita di dato (data degradation). A una soluzione DMP completamente personalizzabile per i brand, in grado di definire e gestire attività di comunicazione digitale integrata con uno dei più alti livelli di targettizzazione a oggi raggiungibili, altra caratterista chiave del prodotto, si aggiunge non solo la possibilità di veicolare con estrema granularità messaggi rilevanti, a ogni singolo consumatore o prospect, garantendo la totale residenza dei dati, estratti ed elaborati, all’interno dell’ambiente cliente ma di contribuire alla definizione di strategie non solo comunicative ma di marketing. «Questo ci consente di far fronte in maniera ottimale al problema, ad oggi sottovalutato, dei linguaggi non compatibili all’interno delle aziende che si trovano a dover far dialogare il dipartimento CRM con quello Digital – precisa Simone Fortunato, business development manager Digilant

Italy -. L’aiuto nella costruzione di una DMP totalmente custom consente di raggiungere quel perfetto grado di integrazione tra le attività data driven anche dove gli ambienti non sono omogenei, per esempio integrando una metrica digitale altrimenti ignorata dagli operatori di CRM e viceversa. Unificare tutti i dati e i linguaggi già esistenti con i profili digitali significa personalizzare l’approccio a livello di singolo ID. Lato prettamente media, applicare lo storico della comunicazione dell’azienda a livello digitale significa creare un messaggio adattato totalmente in funzione di contenuti rilevanti per un determinato utente. Inoltre creare un flusso di informazioni il più pulito possibile dalla DSP alla DMP semplifica e riduce del 30% la possibilità di perdita di informazione. E parlando con gli esperti di gestione del dato ci si rende conto di come questo numero sia importante».

che connesse alla gestione del dato sono piuttosto legati alle soluzioni percorse dalla propria media agency e quelli che stanno sviluppando un approccio personalizzato e indipendente, valutando in concreto l’idea di integrare internamente una propria DMP. E’ questa seconda categoria che si avvicina maggiormente al nostro modo di intendere la nuova era digitale evoluta , categoria che sta dimostrando grande interesse nelle soluzioni proposte. Sono i brand che per natura ingestionano e gestiscono grandi sciami di dati, ad esempio quelli del settore finanziario, che hanno bisogno sempre più di definire una maniera unica e personale di gestione e utilizzo efficace delle

informazioni, siano esse semplicemente di prima parte o arricchite. A volte però ne sono spaventati. Quello che stiamo facendo oggi sul mercato italiano è di lavorare su progetti custom a lungo termine, dando supporto con tutta la nostra forza consulenziale, fin dal primissimo passo ». La scelta di aprire una sede italiana è stata dettata per Digilant dalla potenzialità dell’attuale stato del settore dell’online advertising che ha raggiunto nel nostro Paese un buon livello di maturità. Nello stesso tempo, però, offre ancora grandi opportunità di crescita soprattutto per quanto riguarda l’area del programmatic/ data driven.

simone fortunato

Ma come hanno accolto i clienti italiani, la proposta di Digilant? «Abbiamo osservato due categorie di brand, tra quelli che hanno approcciato questo mondo attivamente – risponde Malaud -: brand che per le loro attività programmatiANNO VI | #191 | MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015


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PUBLIC-IDEAS

Offerta ancora più integrata, estesa al programmatic per rafforzare la propria posizione di leadership

Sta per terminare un anno molto particolare: la società specializzata in performance marketing ha festeggiato dieci anni a livello internazionale e inaugurato una nuova sede nel centro di Milano di

Marianna Marcovich

Sta per terminare un anno che per Public-Ideas è stato molto particolare: la società specializzata in performance marketing ha festeggiato dieci anni a livello internazionale e inaugurato una nuova sede nel centro di Milano. «Abbiamo rafforzato i rapporti in essere con molti clienti - spiega Francesca Pinzone, country manager di Public-Ideas Italia - e ci siamo occupati in modo preponderante di riorganizzare i flussi e i processi operativi in termini di team e risorse. La struttura organizzativa è stata recentemente potenziata grazie all’ingresso di Raffaella De Martini, in qualità di team leader, e di due account a cui si aggiungerà una terza persona a metà dicembre». Da un punto di vista commerciale, nei primi nove mesi dell’anno, Public-Ideas ha dato vita a una nuova of-

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francesca pinzone

ferta integrata che si è estesa al programmatic, consolidando la sua posizione di leadership nel mercato del digital. «La nostra piattaforma realizza e rende concreto un grande progresso per l’intera industria basandosi su tre tipi di competenze e tre punti chiave: lo strategic planning, per una profonda comprensione del target, il data scientist per l’analisi dei dati rilevanti, e il media trader per una configurazione di acquisti automatici secondo il giusto “value target”.

Inoltre, coerentemente con i trend di mercato dell’advertising, abbiamo assistito a un intensificarsi e diversificarsi degli investimenti di molti inserzionisti e a un interesse crescente nella nostra piattaforma di programmatic buying soprattutto nei settori travel ed ecommerce». Public-Ideas ha ancora in cantiere numerose novità di cui però potrà anticipare qualcosa soltanto nel 2016. «Posso però dire che il nostro focus per il 2016 sarà sempre di più sul programmatic grazie al supporto di un trading desk indipendente, intercettazione della giusta audience tramite segmentazioni mirate, media activation su profili di audience simili a quelli dell’inserzionista, approccio multichannel (RTB display, social, mobile e video con una visione globale unificata), accesso a Premium Inventory tramite acquisti garantiti e investimenti con part-

ner tecnologici in grado di ottimizzare la delivery; One-Stop Shopping: copertura dell’intera catena del valore (dal bidding, all’adserving, dalla gestione ed elaborazione dei dati di prime e terze parti, ai banner intelligenti, al video, senza tralasciare naturalmente il prospecting & retargeting)». In un mondo digitale che cambia e che è ormai diventato multi-dimensionale, Public-Ideas occupa una posizione unica al centro del flusso dei dati tra editori e inserzionisti: la piattaforma di performance e di programmatic sfrutta in modo ottimale i dati raccolti per metterli al servizio dei propri interlocutori e quindi presiedere alle fasi di collecting, segmenting e delivering in un approccio omni-channel (web, mobile, video e social) che si sviluppa intorno a tre valori chiave “Dati+ Persone + Tecnologia”. Questo innovativo approccio al busi-

I N N O V AT I V E

ness sviluppato da PublicIdeas offre servizi a valore aggiunto per i clienti attraverso un’articolata gamma di soluzioni. Branding: per la copertura del target, con formati e canali innovativi ed efficaci strumenti di misurazione, inventory premium, acquisto garantito e ambiente brand safe.

P E R F O R M A N C E

Prospection: metodologia che comprende strumenti per il raggiungimento mirato del target, DCO (banner dinamici contestuali, di prodotto, di rendimento), misurazione e analisi, pacchetti tematici. CRM Onboarding: segmentazione dell’audience per rispondere ad esigenze di acquisizio-

ne nuovi clienti, riattivazione clienti inattivi, upselling di prodotto, conversione utenti offline verso online. Scenario: tecnologia “cluster-edit” che permette la creazione di segmenti di audience praticamente infiniti. Social: sviluppo della dimensione social in RTB tramite Facebook Exchange per reach addizionale. Con il programmatic buying, Public-Ideas si propone di offrire servizi a 360° fornendo una soluzione in grado di coprire l’intero percorso digitale. Public-Ideas partecipa allo Iab Forum 2015 in qualità di espositore. «Presenteremo in maniera approfondita l’offerta che ruota intorno a Performance e Programmatic sempre con un approccio basato sul Roi. Presso lo stand numero A4 incontreremo clienti e soprattutto editori. Infatti, nelle passate edizioni a cui abbiamo partecipato, abbiamo riscontrato una particolare attenzione da parte dei publisher: si tratta di un momento particolare sia per consolidare le relazioni in essere, sia per attività di scouting di nuovi partner. Sarà l’occasione altresì per presentare ufficialmente il nuovo team composto oltre che da Raffaella De Martini da Marco Nenzi (account manager) e Simone Gamasco (campaign manager).

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SPECIALE

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Pro Web Consulting

La navigazione sicura nel “mare magnum” della Seo Duccio Lunari, Sales & Marketing Director della struttura, racconta in questa intervista quali sono stati gli avvenimenti più importanti vissuti in azienda nel 2015. A partire dalla forte conferma ricevuta dal mercato di

Davide Sechi

Da Chiasso all’Europa, ma in punta di piedi. E sempre con il polso della situazione ben stretto. Pro Web Consulting naviga sicura nel “mare magnum” della Seo, focus aziendale ma anche trampolino di lancio verso ulteriori conquiste quali, per esempio, incremento della propria brand awareness e espansione verso i mercati di lingua tedesca. Prima, però, ci sono i riflettori di Iab Forum. Questi e altri temi sono stati affrontati incontrando Duccio Lunari, Sales & Marketing Director di Pro Web Consulting. Iniziamo dalla cronaca: quali sono

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stati gli avvenimenti più importanti che avete vissuto nel 2015? In primis, la forte conferma che abbiamo ricevuto dal mercato: clienti di rilievo con i quali collaboriamo ci hanno confermato la loro fiducia grazie all’ottimo lavoro svolto. La stima professionale di brand del calibro di Sky, Mondadori e LG conferisce senza dubbio a Pro Web Consulting lo status di agenzia Seo d’eccellenza nel panorama italiano e internazionale. In secondo luogo, abbiamo investito molto sulle persone e sui processi interni: siamo diventati grandi, con un vero salto di qualità in

duccio lunari

termini di struttura, organizzazione del lavoro e risorse disponibili. Un’altra questione:

alla luce della migrazione dell’audience su mobile e delle mosse di Google, come sta

evolvendo la vostra attività? In realtà, l’importanza della fruizione in mobilità sta crescendo da diversi anni e Pro Web Consulting lavorava sull’ottimizzazione per mobile già prima che Google ne facesse un vero “spauracchio” per le aziende con il recente Mobilegeddon. La nostra estrema specializzazione ci porta non solo a tenerci costantemente aggiornati ma anche ad anticipare le mosse del mercato. La verità è che il mobile non è di per sé un “problema” Seo, perché Google ragiona in modo simile sull’indicizzazione, per desktop e per dispositivi mobili. Il mobile amplifica, tuttavia, una prospettiva nella quale noi crediamo molto: la Seo deve influire profondamente sull’architettura dei contenuti, sulla UX, sul codice e sulla configurazione del sito e dei server. Come vi proponete sul prossimo scenario di Iab Forum 2015? Siamo soci Iab e quest’anno saremo presenti con un workshop il 2 dicembre,

ovviamente nella sezione Search Engine. Si tratta di una case history che presenteremo insieme a Mondadori: la messa online della storica rivista Sale&Pepe. Vogliamo mettere in luce principalmente due aspetti che hanno contributo al vertiginoso successo di questo progetto: il cambio di metodologia a livello strutturale, da Seo compliant a Seo driven, e la forte integrazione con i team del cliente. L’approccio Seo-driven, che si è rivelato vincente anche in questo caso, implica che sia la Seo a guidare le scelte strategiche insieme al reparto marketing e content, fin dalle primissime fasi di concepimento del progetto. La volontà di integrarsi a tutti gli effetti nel team dell’azienda-cliente è qualcosa di profondamente radicato nel nostro metodo di lavoro: offriamo presenza costante in sede, formazione, partecipazione attiva alla definizione di ogni dettaglio e condivisione di rischi e sfide. Solo così si può fare il salto di qualità e diventare veri partner, anziché semplici fornitori di un servizio.

Concludiamo con una vision orientata al futuro: il prossimo anno, come lo vedete? Dal 2016 ci aspettiamo grandi soddisfazioni soprattutto in due ambiti specifici: la comunicazione e i mercati Dach. Innanzitutto, già a partire dalla fine del 2015 abbiamo impostato una nuova strategia di comunicazione corporate. Siamo sempre stati un’agenzia specializzata, e l’alta qualità dei nostri standard di servizio ci ha sempre garantito un’ottima reputazione nella cerchia dei nostri clienti e sostenitori. Nel 2016 siamo decisi a incrementare la nostra brand awareness, con l’obiettivo di rendere Pro Web Consulting un punto di riferimento non solo per gli addetti ai lavori, ma per tutto il comparto digital. Il secondo focus su cui stiamo puntando è quello di consolidarci nei Paesi di lingua tedesca, Svizzera, Germania e Austria, ampliando il nostro portfolio clienti e la nostra notorietà. Per esempio, dopo la collaborazione avviata con Zalando, la recente acquisizione di Germanwings si rivela un ottimo presupposto per un nuovo anno caratterizzato da una ulteriore espansione di profilo internazionale.

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COM

l’idea che anima l’iniziativa è quella di dare voce a tutti, senza barriere o privilegi

Blasting News, porte aperte a chi si sente giornalista dentro

Un progetto editoriale divenuto realtà e poi, con il successo e la notorietà, un vero e proprio caso. Il primo social magazine globale indipendente arriva a IAB Forum 2015. A rappresentarlo Il ceo e founder, Andrea Manfredi. che qui racconta tutto di Davide Sechi

Stanchi del solito giornalismo, quello ufficiale, iper prodotto, super azzimato, patinato e ben profumato? Non vi fidate più, non solo di news riguardanti interni, esteri, cronaca, ma neanche della precedentemente imperdibile pagina dell’oroscopo? E non avete tutti i torti. Troppe le intromissioni commerciali, le carezze, gli ossequi. Il tipo in auto si è appena sporto dal finestrino e giurerei abbia gridato “venduti!”, che a occhio non dovrebbe essere catalogato tra i complimenti più frequentati. E allora, che ne dite di un giornale fatto da voi? Voi, ovvero chi si sente giornalista, chi lavora sul campo come freelancer, ma anche come professionista, oppure nelle vesti di blogger, categoria tra le più famigerate e seguite della nostra epoca. Ci pensa Blasting News, progetto nato un paio di anni fa con l’intento di dare voce a tutti, senza barriere o passaggi privilegiati. Un vero e proprio so-

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andrea manfredi

cial magazine. Che si presenta allo IAB Forum. Ma intanto, attraverso le parole del Ceo e Founder Andrea Manfredi, ecco la situazione attuale e futura. Non si può non iniziare questa intervista con una breve cronistoria di Blasting News... Blasting News nasce nel 2013 con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo del giornalismo applicando i principi della sharing economy. Il nostro è il primo social magazine globale indipendente che dà la possibilità a professionisti, freelancer, blogger e appassionati di scrittura di

proporre le proprie news e guadagnare fino a 150 euro per news sulla base del merito, vale a dire i lettori raggiunti con i propri pezzi. Blasting News è un sistema democratico: chiunque può iscriversi e proporre i propri pezzi diventando un Blaster. Tuttavia democrazia dell’informazione non significa anarchia: i meccanismi di controllo dei contenuti sono molto rigidi. Tutti gli articoli sono verificati sia da algoritmi (ad esempio, per verificare siano contenuti originali e non copiati da altre testate) sia dai Blaster Senior, esperti di lungo corso selezionati dal nostro staff in-

terno. Se la qualità non è rispettata, il contenuto viene rifiutato. Il guadagno è su base strettamente meritocratica: più lettori leggono la news, più sarà alto il compenso. Che risultati sono stati raggiunti a oggi? In poco più di due anni di vita, Blasting News ha raggiunto 32 milioni di lettori unici ogni mese, pubblicando 15.000 news al mese in 34 paesi ed in 24 lingue, grazie ad una community di 500.000 Blaster. Ogni mese in Europa raggiungiamo circa 19 milioni di lettori unici, l’Italia da sola conta 12 milioni, insieme al Brasile con ulteriori 12 milioni. Da settembre abbiamo avviato gli Usa con segnali incoraggianti. Stiamo crescendo il doppio più velocemente di come il nostro principale competitor, BuzzFeed, abbia fatto nella loro fase di start-up. Stiamo andando veloci anche sullo sviluppo internazionale, ponendo molta attenzione alla costruzione del brand e all’apertura di concessionarie pubblicitarie nei paesi principali in cui operiamo. A novembre abbiamo avviato la concessionaria in Brasile insieme a un partner d’eccezione: André Zimmermann, l’artefice del successo di Havas Brasile e oggi co-founder di Blasting News Brasile.

Chi sono i vostri lettori? Più del 50% dei nostri lettori sono i millennials, cioè le ragazze e i ragazzi tra i 18 ed i 34 anni. Sono le persone che non si riconoscono nell’informazione tradizionale, nell’informazione di sistema, che non guardano più la televisione. E sono le persone con cui i brand oggi hanno maggiormente bisogno di comunicare. Chiedete a un editore tradizionale quale sia la percentuale di questi lettori e capirete perché i brand faticano sempre più a spendere budget pubblicitario sui “soliti noti”. Chi sono i Blaster? I nostri blaster sono gli influencer 2.0: tipicamente opinion leader in determinati verticali che scelgono Blasting News per la flessibilità operativa e per la grande capacità di condivisione delle news. E’ un processo di attrazione naturale: per noi è normale attrarre chi fa tendenza, dato che paghiamo di più chi è più ascoltato nella rete. A livello di produzione di contenuti, in Italia le tre aree in cui siamo più forti sono Entertainment, Sport ed Economia. Quali risultati che intendete raggiungere in Italia nel 2015? L’Italia è un mercato molto

importante, è stato il primo in cui abbiamo consolidato la nostra posizione. Entro la fine del 2015 finiremo di strutturare la nostra concessionaria pubblicitaria interna rafforzando il team esistente e ricercando grandi professionalità e competenze. L’obiettivo è concentrarsi sullo sviluppo dell’area sales. Che uso fate di native e programmatic? Programmatic e native sono i nostri due punti di forza. Sul programmatic abbiamo investito dal lancio dell’azienda, quando ancora nessuno riteneva si sarebbe sviluppato così in fretta. Abbiamo competenze e tecnologia proprietaria che ci hanno permesso di essere connessi con numerosi trading desk globali. In particolare, stiamo lavorando insieme a molti grandi clienti diretti che hanno deciso di iniziare a comprare pubblicità in autonomia dai centri media e si sono rivolti a noi per un supporto tecnologico ed operativo. Sul native abbiamo sviluppato un prodotto di branded content davvero molto innovativo, che presenteremo allo Iab durante un workshop dedicato. E’ un prodotto molto social, dato che i nostri Blaster sono in grado di produrre una fortissima attività di condivi-

sione, creando un vero e proprio “social wave” sui social network. Presenterete qualche novità in occasione dello Iab Forum? Sì, presenteremo il nostro prodotto di native marketing durante il workshop che terremo il 2 dicembre alle 15:00. Si tratta di un modo completamente diverso e innovativo di produrre e distribuire i contenuti per i brand. L’advertorial classico fa parte del passato, oggi bisogna offrire ai brand contenuti di qualità realizzati attraverso uno storytelling “sartoriale” insieme a una distribuzione molto efficace. Il nostro native marketing è speciale: innanzitutto nella creazione dei contenuti, fatta attraverso una competizione creativa tra i nostri Blaster esperti sull’argomento da trattare; e poi nella distribuzione, dato che questa viene curata direttamente dagli opinion leader e dagli influencer della rete per quell’area di discussione. E’ un prodotto molto ricco, che assicura una visibilità garantita al brand e garantisce il raggiungimento dei lettori in target, anche in termini numerici, proprio avvalendosi della disponibilità privilegiata di un bacino di opinion leader 2.0 unico al mondo, i nostri Blaster.

ANNO VI | #191 | MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015


IL GRANDE GRANDE CINEMA CINEMA VIILSTA STA ASPETTANDO... IL IL GRANDE VI GRANDE CINEMA ASPETTANDO... IL GRANDE CINEMA VIILSTA GRAN CINE ASV

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MON ROI - IL MIO RE

THE VISIT NATALE ALL’IMPROVVISO IL SAPORE ILDEL VIAGGIO SUCCESSO ILVISIT SAPORE ARLO DEL 3D SUCCESSO IL VIAGGIO IL SAPORE DI ARLO DEL ILTHE VIAGGIO SUCCESSO 3D THE NATALE ALL’IMPROVVISO VISIT DI ARLO 3D DAL 26 NOVEMBRE ALDI CINEMA DAL 26 NOVEMBRE AL CINEMA

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11 DONNE A PARIGI

CHIAMATEMI FRANCESCO

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DAL 3 DICEMBRE AL 3 DICEMBRE CINEMA DAL DICEMBRE AL CINEMA AL CINEMA DAL 3 DAL DICEMBRE AL 3CINEMA GUARDA IL TRAILER GUARDA IL TRAILERIL TRAILER GUARDA IL TRAILER GUARDA IL TRAILER GUARDA

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crossmedialità

di Francesco Lattanzio

Adtz: dopo il lancio della soluzione di Moment Mktg sviluppa nuove competenze sem e mobile La soluzione che sincronizza in tempo reale l’advertising su Facebook, Twitter e Instagram con eventi esterni come spot, programmi tv e previsioni meteo sarà uno dei driver della società nel 2016, insieme alle competenze su sem e mobile integrate da RocketRoi e Adgage Per quanto si possa studiare con attenzione una strategia crossmediale avrà sempre dei margini di errore quando si entra nel campo delle previsioni. Finchè si parla di rete, non c’è dubbio che la cultura del dato fornisca abbastanza indizi e conferme tecnologiche per avere la certezza dell’interesse e dell’attenzione dei consumatori. Ma quando la palla passa alla tv, l’amplificazione del messaggio può fallire, e il second screen, che dovrebbe essere l’arma dell’accerchiamento mediatico, diventa una lama a doppio taglio. La soluzione di Moment Marketing di Adtz consente di sincronizzare in tempo reale l’advertising su Facebook, Twitter e Instagram con eventi esterni come spot, programmi tv e previsioni meteo. Una soluzione interessante per molti business, che Maurizio Boneschi, sales

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director del team italiano, auspica sarà una delle chiavi per migliorare gli ottimi risultati di quest’anno, che ha fatto registrare ricavi con una crescita media del 70% ogni trimestre. Boneschi ha raccontato il presente di Adtz a Netforum, con alcune anticipazioni sul 2016. Nella prima parte dell’anno avete lanciato una soluzione di Moment Marketing per integrare campagne social e tv. Quali riscontri ha avuto? E quali sono i possibili sviluppi futuri dell’integrazione dei due mezzi? Abbiamo già utilizzato questa soluzione in Italia con alcuni importanti brand realizzando campagne su Facebook sincronizzate con lo spot in tv: i risultati sono molto positi-

vi con una crescita fino al 27% dell’engagement con il messaggio pubblicitario. Le prime esperienze dimostrano ancora una volta come internet e tv siano media complementari in grado di migliorare l’efficacia della campagne in termini di brand awareness e interazione. La social tv è un fenomeno in continua crescita: ciò che vedremo in tv potrà proseguire in modo sempre più fluido e immediato sui social offrendo agli utenti contenuti sempre più coinvolgenti e ricchi di stimoli e, ai brand, di comunicare a target mirati con soluzioni pubblicitarie sempre più evolute. Il Ceo Juan Dominguez ha dichiarato che l’obiettivo per il 2015 è raggiungere ricavi per 37 milioni di euro a livello globale. Siete

Maurizio boneschi

in linea con questo obiettivo? L’Italia quale traguardo si è posta? Siamo in linea a livello globale con l’obiettivo richiesto dal nostro Ceo e registriamo anno su anno incrementi significativi nei ricavi in ogni paese in cui siamo presenti. In Italia stiamo sviluppando rapidamente la nostra base clienti acquisendo brand di molteplici settori quali il fashion, retail, ecommerce, largo consumo, telco, editoria, travel, etc. L’intensa attività di new business unita all’ampliamento del nostro team locale di specialisti, raddoppiato negli ultimi sei mesi, sta portando già nel 2015 ottimi risultati nei ricavi con una crescita media del 70% ogni trimestre.

Da qualche mese gestite anche le campagne adv su Instagram. Qual è la reazione degli inserzionisti all’esplosione di questo social? E come viene utilizzato nelle strategie? In qualità di Instagram Partner, da settembre offriamo ai clienti la nostra tecnologia e servizio di consulenza per le attività pubblicitarie su questo social network. In poco più un anno, Instagram è la piattaforma leader nella condivisione di immagini con i suoi 400 milioni di utenti nel mondo e circa 8 milioni in Italia. La vasta audience e le grandi potenzialità di comunicazione offerte stanno decretando il successo

di questo media che ha raccolto da subito l’interesse di molti inserzionisti. Molti brand sono attivi con campagne advertising, in particolare del settore fashion, con obiettivi di branding e di engagement. Stiamo registrando ottimi risultati con valori sulle principali kpi, quali cpm, video views e cpc simili a quelli delle campagne su Facebook, quindi tra i più competitivi in ambito digital. Inoltre alcuni clienti hanno già scelto una strategia di comunicazione che prevede campagne pubblicitarie in contemporanea su Instagram e Facebook: sfruttando le potenzialità di profilazione comuni ai due social network è possibile presidiare ed essere pervasivi su audience mirate con attività di prospecting e remarketing molto efficaci. L’acquisizione di RocketRoi e Adgage vi hanno dato una marcia in più su sem e mobile. Quali innovazioni hanno portato all’interno di Adtz? E quali sono gli orizzonti di sem e mobile? L’idea che supporta le recenti acquisizioni è di attrezzarci adeguatamente per offrire soluzioni di digital marketing completamente integrate. Già oggi e sempre di più in futuro per soddisfare le complesse esigenze dei clienti, si dovrà disporre di competenze in molteplici aree. Pertanto stiamo sviluppando tecnologie e know how specifici sul sem e

sul mobile che uniti alla consolidata esperienza sui social ci consentiranno di offrire al mercato soluzioni sempre più complete e scalabili. Avete novità pronte per essere svelate nell’immediato futuro? Cosa vi aspettate dal 2016 in termini di traguardi raggiunti? E in termini di nuove tendenze? Il 2016 sarà un anno ricco di novità per i social con un ulteriore sviluppo delle attività in ambito direct response soprattutto su mobile. Stiamo realizzando nuove soluzioni per rendere sempre più efficaci e immediate queste attività sui social: a breve saranno disponibili nella nostra ADAM Suite le statistiche di AppsFlyer, azienda leader nel tracciamento delle app. Offriremo maggiori possibilità di ottimizzazione delle campagne di app engagement su mobile rispetto alle azioni generate dagli utenti nelle app che adottano questa tecnologia, come i click, la registrazione ad eventi, l’acquisto di prodotti e servizi etc. consentendo agli inserzionisti un maggior controllo dei processi di acquisizioni per massimizzare il roi. Come Adtz nel 2016 consolideremo la nostra leadership nei paesi in cui siamo presenti, proseguiremo con lo sviluppo di nuovi mercati e continueremo a crescere nei ricavi con i trend positivi di quest’anno.

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SPECIALE

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77 agency

di Francesco Lattanzio

Nella battaglia per spartirsi i budget con la tv, il web deve imparare a portare gli utenti nei punti vendita

Internet deve dimostrare di essere un media maturo e diventare “mainstream”. È questo il progetto più importante dell’agenzia guidata da Amedeo Guffanti, che ha raccontato a Netforum la sua filosofia e gli obiettivi per il 2016. Il 2015 è stato un successo grazie a una crescita sui fatturati intorno al 15% Il web cresce, cresce e continua a crescere. Ma si deve liberare dal complesso di inferiorità che subisce dalla tv. Per diventare un media mainstream deve riuscire a indirizzare le sue audience verso i punti vendita. È la rete che assorbe i maggiori traffici di utenza, ma è al piccolo schermo che sono destinate le maggiori percentuali dei budget pubblicitari. L’ecommerce è sicuramente un servizio di grande utilità e grande guadagno, ma per raccogliere l’eredità di una tv che segue logiche antiche bisogna saperne svolgere gli stessi compiti. Il più importante dei quali è appunto il digital-to-commerce. È questo l’obiettivo che si è posto Amedeo Guffanti, general manager di 77Agency, lo stesso che ha raccontato a Netforum all’interno di una visione più ampia del web e delle sue tendenze.

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amedeo guffanti

Su cosa vi siete concentrati quest’anno? Abbiamo dedicato la maggior parte delle energie alle politiche di espansione all’estero, con l’obiettivo di trasformarci da piccola azienda a piccola multinazionale. Dagli uffici olandesi gestiamo clienti molto grossi attivi nell’Europa centrale, stiamo acquisendo una grande esperienza. In Italia stiamo continuando a lavorare sul nostro servizio digital-to-commerce, attivo da un anno e mezzo, che fotografa la nostra filosofia. E in cosa consiste? Internet, ormai, è un media maturo, che può essere un grande business per le aziende. Bisogna però es-

se internet vuole essere mainstream deve fare molta attenzione a trovare i modi per condurre i consumatori nei punti di vendita, elemento ben più importante che i droni per le consegne o l’ecommerce stesso

sere realisti e non guardare alla rete come un ecosistema a sé stante, in cui inizia e finisce il percorso d’acquisto. Per concorrere ad armi pari con gli altri media e dare lo strappo finale che trasformerà internet da cuginetto piccolo della tv a mezzo di riferimento, è necessario saperlo utilizzare per portare clienti nei punti vendita. Social, browsing, mobile, sono tutti segmenti con un’utenza più voluminosa delle audience tv, più misurabile, più definita e più facilmente raggiungibile. Conoscere l’identità, gli interessi, le abitudini e la posizione di ogni interlocutore offre agli inserzionisti grandi vantaggi per quanto riguarda efficacia e pertinenza dell’annuncio. Reach nazionale, messaggi locali. Con queste premesse riusciamo a dirigere grandi affluenze verso punti vendita, oltre al fatto che la rete rappresenta di per sé un negozio. Anche a livello di costi, non c’è paragone. Il costo per contatto del piccolo schermo è molto alto, perché il messaggio raggiunge una percentuale a target interessata bassissima, al contrario di quello web, che è veicolato a un’utenza selezionata, eliminando la dispersione. Qual è la ricetta perché internet diventi mainstram?

Se internet vuole essere mainstream deve fare molta più attenzione a trovare modi per condurre i consumatori nei punti vendita, invece che dedicare tutto il tempo ai droni per le consegne o all’ecommerce. La pubblicità online deve prendere questa direzione: ridurre dispersione e portare gente nei negozi. Questo è il modo che porterà il digital a recuperare budget dalla tv, che presto utilizzerà le stesse logiche del web. Cosa ne pensa dei bottoni “compra” sui social? Come si inseriscono nelle dinamiche ecommerce? È un servizio aggiuntivo, non sostitutivo. Si aggiungerà alle convinzioni consolidate sull’ecommerce. Il seo rimarrà il primo driver, ma questa tipologia di ecommerce riscuoterà grande successo perché accorcia la catena che porta all’acquisto, ma funzionerà solo con alcuni brand. Infatti chi dimostra di essere più affidabile godrà dei massimi vantaggi. Come pensate di chiudere il 2015? E cosa vi aspettate dall’anno venturo? Abbiamo registrato una crescita intorno al 15% sui fatturati. Per l’anno prossimo ci aspettiamo un anno positivo per tutti e lavoreremo per affinare il servizio di digital-to-commerce.

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COM

Per migliorare

il posizionamento

In questa foto, pasquale silvi, Ceo di Ad Intend: ha anticipato che l’agenzia ha in serbo molte nuove idee che contribuiranno a migliorare il posizionamento del brand sul mercato

SPECIALE performance e content marketing

Sforzin Illuminazione e AD intend insieme per incrementare le vendite online

La collaborazione, iniziata grazie alla promozione dell’e-shop italiano, punta all’aumento del volume della piattaforma eCommerce in ambito nazionale, estendendo le campagne anche sui principali mercati europei di Vera Modesto

Ad intend, agenzia digitale specializzata nel performance marketing e content marketing, ha annunciato la collaborazione con Sforzin Illuminazione, azienda leader nella produzione di articoli per l’illuminazione di design e rivenditore ufficiale dei principali brand di settore. La partnership nasce dall’esigenza di Sforzin di incrementare il volume delle vendite online partendo dal mercato italiano, con l’intenzione poi di ampliare la propria presenza sugli altri mercati europei, in particolare quello tedesco. Il primo step della collaborazione prevede la gestione, la manutenzione e l’hosting della piattaforma eCommerce e il lancio di campa-

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gne display, di ricerca e di remarketing tramite Google Adwords, di cui Ad intend è Agenzia Partner. Parallela-

mente, l’agenzia sta gestendo i contenuti realizzati dal cliente e la loro condivisione social tramite campagne

mirate su Facebook. La strategia congiunta dei due player prevede inoltre la revisione delle schede prodotto tramite la realizzazione di contenuti premium in ottica Seo. «La collaborazione con Sforzin, nata da pochi mesi, ci incoraggia a fare il nostro lavoro sempre meglio. Sin dall’inizio della collaborazione i due team hanno dimostrato di saper interagire con entusiasmo e un buon affiatamento - spiega Pasquale Silvi, Ceo di Ad intend - . Di fatto abbiamo in serbo nuove idee, sempre legate al content marketing che ci aiuteranno a migliorare il posizionamento del brand sui motori di ricerca nonché di migliorare la user experience del sito».

Chi è AD iNTEND Fondata nel febbraio 2012 ad Alessandria da Pasquale Silvi e Stefano Loberti, Ad intend è un’agenzia digitale specializzata nel performance e nel content marketing. Con uffici a Milano e appunto ad Alessandria sin dall’inizio mette a segno una crescita costante nel fatturato al ritmo del 16% anno su anno. Nonostante i forti investimenti in innovazione e acquisizioni, il 2014 si chiude con un progresso del 20% sull’anno precedente. Tendenza in crescita anche per il numero di dipendenti che, dal nucleo iniziale di cinque specialisti, sale a oltre una decina di risorse. Nel 2013 la società acquisisce il dominio Usato.it, che è stato sviluppato internamente per renderlo un nuovo prodotto di classified per il mercato italiano con oltre 800 mila utenti medi mensili. Sfruttando in modo sinergico produzione, diffusione e monetizzazione dei contenuti Ad intend consente ai suoi clienti di “amplificare” i risultati delle loro campagne di content marketing. Engagement e performance sono il core di ogni investimento proposto da Ad intend ai suoi clienti. Per ottenerli vengono studiate e realizzate per ogni progetto specifiche lading page e alberature di navigazione. Tra i clienti e i partner dell’agenzia ci sono Istituto Estetico Italiano, Outbrain, OpenX, ClickAdv, Kelkoo. ANNO VI | #191 | MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015


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SPECIALE SPECIALE

nel corso del quinquennio il gruppo ha investito nel nostro paese oltre 400 milioni di euro

I primi cinque anni italiani di Amazon. E la storia continua

Amazon.it è stato aperto il 23 novembre del 2010 con sei categorie di prodotti: elettronica, Cd, Dvd, Elettronica, Orologi e Giocattoli e naturalmente libri. E oggi impegna ben 830 dipendenti di Matteo Dedé

Amazon ha festeggiato i cinque anni dall’inizio delle sue attività in Italia. In occasione di questo anniversario, Amazon.it ha raddoppiato le giornate di offerte: oltre alla tradizionale giornata statunitense di shopping che ha seguito il Giorno del Ringraziamento, venerdì 27 novembre, si è aggiunto anche il giorno dell’anniversario di Amazon.it, lunedì 23 novembre. Nel corso di queste due iniziative, i clienti hanno avuto l’opportunità di acquistare oltre 2.000 prodotti scontati, grazie a Offerte Lampo e Offerte del Giorno, e di ricevere il tutto con spedizioni veloci. Le offerte sono state rese disponibili dalla mezzanotte; ulteriori offerte sono state poi lanciate nel corso della giornata. «Siamo felici di festeggiare questo quinto anniversario di Amazon in Italia attraverso un’iniziativa pensata per tutti i clienti: la loro soddisfazione ci ha permesso di crescere. Durante questi cinque anni abbiamo investito oltre 400 milioni di euro e abbiamo proposto un numero sempre maggiore di categorie, prezzi bassi e servizi innovativi ai clienti di Amazon.it, come dimostra il recente lancio di Prime Now a Milano - afferma Francois Nuyts, Country Ma-

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nager di Amazon Italia e Spagna -. Per questo abbiamo voluto organizzare una giornata speciale di shopping nel giorno stesso del compleanno, il 23 novembre, con centinaia di offerte speciali. Inoltre, il venerdì successivo abbiamo messo a disposizione dei clienti un numero di offerte tredici volte superiore a quello dello scorso anno».
Amazon.it è stato aperto il 23 novembre 2010 con sei categorie di prodotti: Libri, Cd, Dvd, Elettronica, Orologi e Giocattoli.
Da allora, Amazon ha investito 400 milioni di euro in Italia e ora conta 830 dipendenti a tempo indeterminato presso il Centro di Distribuzione di Castel San Giovanni (nei pressi di Piacenza),

250 al Servizio Clienti di Cagliari e 270 presso l’ufficio milanese.
Inoltre, Amazon ha aumentato costantemente la selezione e le categorie disponibili ad oggi sono oltre venti: Libri, Musica, Film e Videogiochi, Elettronica, Informatica, Casa e Cucina, Giardino e Giardinaggio, Prima Infanzia, Scarpe e Borse, Orologi, Gioielli, Giochi, Sport e Tempo Libero, Auto e Moto, Prodotti per ufficio, Strumenti Musicali, Moda, Bellezza e cura della persona, Alimentari e cura della casa, Commercio Industria e Scienza. Nel corso del primo anno di attività le categorie più vendute sono state Libri, Elettronica, Musica, Dvd e Videogame.

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SPECIALE

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SMARTCLIP

Il momento cruciale è arrivato: sforzo massimo nell’Addressable Tv

Luca di cesare, Managing Director per l’italia di smartclip

Intervista al Managing Director per l’Italia della struttura, focalizzata sui primi nove mesi di un anno che si è rivelato cruciale. E redditizio. Intanto, le novità si sommano a ritmo incessante. Il manager le racconta tutte, confidando in un 2016 ancora più soddisfacente di Antonella Rocca

Per smartclip il 2015 è stato un anno cruciale, sia in Italia che all’estero. Esordisce così Luca Di Cesare nel tracciare un bilancio dei primi nove mesi della piattaforma specializzata in Addressable Tv di cui è Managing Director nel nostro Paese. «A livello locale - spiega - abbiamo assistito a un consolidamento nella crescita del fatturato e a un assestamento organizzativo volto a rafforzare la struttura, manageria-

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le e commerciale, del nostro team. Sono state valorizzate le competenze più tecniche in cui rientra anche il recente ingresso di Giuseppe Bronzino, ultimo tassello per affrontare il 2016 con un’importante prospettiva di crescita». Le prime posizioni tra le custom property dell’audience mobile, secondo il Mobile e Total Audience di Audiweb, conquistate più volte nel 2015, hanno confermato l’impegno di smartclip nella distribuzione di video premium di alta

qualità e rappresentano un riconoscimento del lavoro e dello sviluppo tecnologico della società. «A settembre abbiamo registrato 9,8 milioni di utenti unici mensili con una active reach mobile del 47,5% grazie a una costante espansione. Oggi il network italiano della piattaforma di smartclip conta 48 editori e 114 app mobile e m-site». L’Addressable Tv e la piattaforma proprietaria “SmartX Platform” sono i temi dominanti su cui la società sta lavorando con

l’obiettivo di portare il Programmatic Video Advertising su tutti gli schermi, inclusi quelli tv. L’annuncio della partnership con MediaMath per integrare la piattaforma SmartX, che si aggiunge a quelle con DBM, Adform, Turn, Audience Science, Apt.tv, Pilot, The Trade Desk e altre ancora, è un esempio della dinamica che consente ai marketer di dare impulso alle attività cross-channel su tutti gli schermi, compresi pc e laptop, mobile, tablet e con-4

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nected tv. «La piattaforma SmartX - commenta Di Cesare - rappresenta al tempo stesso lo stato dell’arte dell’adserving e la principale video SSP privata, in grado di offrire un’ottimizzazione olistica delle varie sorgenti di demand, sia programmatiche che dirette. Crediamo fermamente che il prossimo anno sarà all’insegna del Programmatic RTB e i numeri ci stanno dando ragione: nel 2015, il 100% del nostro fatturato è passato in maniera programmatica attraverso SmartX. E oltre al fatturato gestito sulla piattaforma dal nostro team, sempre nel 2015 più del 20% del fatturato è stato generato in modalità programmatica; e ci aspettiamo che questa quota raddoppi nel 2016. Abbiamo, inoltre, appena lanciato la prima SSP video privata per permettere ai nostri principali editori di creare in completa autonomia un private marketplace in un ambiente controllato, garantendo viewability,

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brand safety e scalabilità agli acquirenti. Grazie alla nostra soluzione e con il supporto del nostro team di consulenti, gli editori possono gestire ogni tipo di Private Auction e Direct Deal, generando così diversi flussi di fatturato in modalità programmatica. Come nostro secondo obiettivo, stiamo guardando con profonda attenzione a un trend in costante evoluzione e che costituisce il tema centrale del nostro intervento a Iab Forum: l’Addressable Tv, nuova frontiera della pubblicità che permette di distribuire e analizzare i formati pubblicitari durante i normali programmi tv attraverso ad-server, garantendo vantaggi a brand, publisher e advertiser. Quando si guarda l’offerta dei player sul mercato ci si rende conto che hanno una semplice distribuzione Ott oppure non stanno facendo nulla di diverso dalla semplice prenotazione, con un flusso automatizza-

to, di spazi che saranno poi distribuiti in maniera tradizionale sulla tv lineare. Ma non è innovazione: servono piattaforme che consentono di misurare in tempo reale i dati di visualizzazio-

ne e, di conseguenza, di distribuire annunci in linea con i dati rilevati, sempre in real-time. Tutto questo grazie a una vera integrazione dell’ad-server con il flusso della tv lineare che consen-

te ai player presenti sul mercato di gestire la pubblicità tv in un modo nuovo». Il mercato Addressable Tv si sta muovendo molto più velocemente di quanto si potesse prevedere e smartclip, da sempre leader nell’innovazione del digital adv, ha aperto un centro di sviluppo a Berlino pochi mesi fa, in cui un team di specialisti in HbbTv svilupperà e migliorerà le soluzioni tecnologiche che sono alla base della piattaforma proprietaria. «Un portale white-label creato per la tecnologia HbbTv che consente alle emittenti

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tv di offrire in modo semplice, redditizio e personalizzabile ai telespettatori servizi aggiuntivi: sarà il nostro prossimo importante obiettivo» sottolinea Di Cesare. Partecipare a Iab Forum, per smartclip, significa proseguire con le attività di comunicazione e di education volte a un’audience sempre più ampia interessata alle nuove forme di gestione e distribuzione dell’adv. Il focus dell’intervento sarà l’Addressable Tv, settore per il quale smartclip ha già le soluzioni per sostenere le pianificazioni di campagne vi-

deo. «Da tempo ci siamo impegnati nello sviluppo di soluzioni per app e portali delle smart tv, per set top box, console di gioco e monetizzazione di applicazioni broadcaster accessibili tramite il red button del telecomando e adesso, a conferma del ruolo di leader che abbiamo conquistato nell’evoluzione del programmatic, la nostra piattaforma permette di distribuire annunci in linea con i dati rilevati, sempre in real-time, ottimizzando la distribuzione multiscreen», conclude Luca Di Cesare.

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SPECIALE

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ben cinquecento ospiti all’evento di milano e 35 speaker di prestigio per il secondo open summit

Per “SEND 2015” ancora un grande successo di pubblico

affluenza notevole e spiccato interesse per l’appuntamento targato ContactLab, dal forte contenuto ispirazionale, dedicato all’evoluzione delle relazioni tra i consumatori e i brand di Luca Anelli

Grande successo di pubblico alla seconda edizione di SEND15, l’appuntamento targato ContactLab dal forte contenuto ispirazionale, dedicato all’evoluzione delle relazioni tra i consumatori e i brand. Ben 500 ospiti, per un evento sold out già due settimane prima del suo inizio, quasi 1.500 tweet dedicati tanto da far raggiungere a #SEND15 il secondo posto dei Trending Topic italiani su Twitter del 9 novembre 2015 (al primo posto più diffuso solo l’hashtag #murodiberlino), una plenaria, 15 sessioni parallele pomeridiane, 35 speaker, una serie di workshop specifici per il settore Fashion&Luxury, 100 persone collegate in streaming, il cantante milanese Nanni Svampa: sono, dunque, questi i numeri di SEND15, il secondo Open Summit targato ContactLab che si è svolto nella prestigiosa cornice del Teatro Franco Parenti, una location ad altissimo impatto emotivo con un taglio urban-ground nei colori dell’evento e di ContactLab, fuxia e blu. Ad aprire i lavori della giornata, quest’anno interamente dedicata al customer engagement e all’innovazione nelle strategie di digital direct marketing, Carlo Alberto Carnevale Maffé, do-

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Un momento dei lavori di send 2015 al teatro parenti di milano

cente di Strategia aziendale presso l’Università Bocconi - SDA Bocconi School of Management di Milano, che ha offerto alla sala la propria visione del futuro del digitale, sempre più automatizzato e legato allo sviluppo di big data e intelligenza artificiale. Secondo la vision di Carnevale Maffé, «La comunicazione è un patto: chiunque tocchi il linguaggio firma un contratto. La comunicazione digitale che verrà è già e sempre più dovrà diventare leggera, in grado di apprendere e responsabile, caratterizzata da nuovi processi di verifica e da un ancor più stretto patto di fiducia tra domanda e offerta». A seguire è intervenuto l’Amministratore Delega-

to di ContactLab, Massimo Fubini, per raccontare alla nutrita platea di clienti e ospiti il nuovo assetto strategico della società e la nuova roadmap di prodotto, già in fase di sviluppo, che impegneranno l’azienda in una profonda evoluzione dell’offerta e del suo posizionamento. «A un anno dall’ingresso del fondo P101 in ContactLab e dalla nostra trasformazione in spa il bilancio è assolutamente positivo. Quest’anno chiuderemo di nuovo in crescita, seppure leggera, rispetto all’anno scorso - ha dichiarato Fubini -. Voglio sottolineare che il 2015 ci ha trovati impegnati a gestire grandi investimenti, sia in termini di prodotto che di risorse umane» ANNO VI | #191 | MARTEDÌ 1 DICEMBRE 2015


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