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Anno XL n. 9 Settembre 2018 Euro 2.50 - I.P.
SOCIETÀ
INTERVISTA
Un trend in crescita, mentre le sale cinema diminuiscono
Danilo Rea, da oltre 40 anni sulle note del pianoforte
«La musica jazz? Per me Rapporto Cinema 2018: sempre più spettatori over è libertà espressiva»
CONCORSO 50&PIÙ
SCIENZE
Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia
Progetto Asbesto 2.0: contro l’amianto nelle scuole
Alla XXXVI edizione, centinaia di over 50 in gara per l’arte
Arriva la tecnologia dei droni per scovarlo e bonificarle
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IN QUESTO NUMERO
5. Editoriale 6. Periscopio 8. Zoom 76. Dentro la rete 90. Vivere in armonia 92. Bacheca 94. Giochi 95. Stuzzica cervello 96. Oroscopo/ Soluzioni 97. Lettere
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società i
30
30. Le Olimpiadi del ’68 La rivoluzione nello sport di Luisella Berti
Il Terzo Tempo Ricominciare come a scuola di Lidia Ravera
12.
Meglio un capo “senior” Lo dicono proprio i giovani di Lavinia Viti
14.
anteprime
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/company/50epiu
__SOCIETÀ__ Al cinema, tra il pubblico, aumentano i senior Spettatori sempre più over ma le sale di città diminuiscono di Anna Maria Melloni
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__le INTERVISTE__ Danilo Rea: l’improvvisazione sui tasti del pianoforte Il jazz di sicuro non dà certezze, ma può regalare una grande libertà di Paola Stefanucci
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www.50epiu.it
INDICE
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SETTEMBRE 2018
18
__ATTUALITÀ__ Alle spalle della Monna Lisa forse aleggia un mistero Il capolavoro di Leonardo, protagonista di alcune ricerche di Romina Vinci
16. Ivrea, nella lista Unesco Città industriale del XX secolo di Carlo Penguin
Cittadini meno depressi Grazie alle aree verdi di Rossana Martini
17.
26. Beautiful minds Margherita Hack di Sadìa Maccari
28. Basta essere il 25%
Per avviare un cambiamento di Giovanni Orso
42. Storia di un successo L’Enciclopedia Treccani di Tullio Gregory 68. Stickers o stencil? Tante idee per decorare di Giulia Rachele Deli
SETTEMBRE 2018 I 3
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cultura
concorso
37. Libri 38. Arte 39. Teatro 40. Musica 41. Cinema
Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi
44. Concorso Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia Tutte le opere vincitrici della XXXVI edizione di Luisella Berti
Direttore Editoriale Maria Laura Rondini @ l.rondini@50epiu.it
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Direttore Responsabile Giovanna Vecchiotti @ g.vecchiotti@50epiu.it
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Art Director Elisa Rossi @ elisa.rossi@50epiu.it
parliamo di... scienze
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70. Arrivano i droni nelle scuole
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Un progetto per telerilevare la presenza di amianto di Rita Nicosanti
77. Spazio50
Incontri, eventi, tempo libero, cultura e tanto altro nel mondo di 50&Più a cura di Luisella Berti
86. Previdenza di Gianni Tel
72. Ricordi d’infanzia?
Secondo la scienza, scene “rubate” dai racconti dei familiari di Rachele Randon
74. Nel Dna la nostra salute
Come scoprire se siamo a rischio genetico a cura di Fondazione U. Veronesi
89. Fisco
di Alessandra De Feo
98. Bazar
a cura del Centro Studi 50&Più
Credit foto: Agf, Contrasto, Marka, Masterfile, Shutterstock, Sintesi, Antonio Barella, Massimo Cervoni, Romina Vinci, © Francesco Giusti, Ufficio Stampa D. Rea, Maurizio Gjivovich / © Guelpa Foundation, Unesco World Heritage Centre/whc.unesco.org, www.olympic.org, © mezcal&tequila FLICKR, © Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos, Shutterstock: BigTunaOnline, Nido Huebl, Ververidis Vasilis. Foto di copertina: Massimo Cervoni Illustrazioni: Enrico Riposati
ANNO XL - n. 9 settembre 2018
Per posta: Largo Arenula, 34 - 00186 Roma Per telefono: 06.68134552 - Per fax: 06.81151914 m@il: redazione@50epiu.it
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Anno XL n. 9 Settembre 2018 Euro 2.50 - I.P.
SOCIETÀ
Rapporto Cinema 2018: sempre più spettatori over
Un trend in crescita, mentre le sale cinema diminuiscono
ABBONAMENTI Italia: annuale (11 numeri) euro 22,00 sostenitore euro 40,00 copia singola euro 2,50 copia arretrata euro 4,50 Estero: annuale euro 41,50 Tel. 06.68134552 Fax 06.81151914 INTERVISTA
CONCORSO 50&PIÙ
SCIENZE
«La musica jazz? Per me è libertà espressiva»
Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia
Progetto Asbesto 2.0: contro l’amianto nelle scuole
Danilo Rea, da oltre 40 anni sulle note del pianoforte
Aderente a:
Alla XXXVI edizione, centinaia di over 50 in gara per l’arte
Arriva la tecnologia dei droni per scovarlo e bonificarle
Finito di stampare: 23 agosto 2018
Per il pagamento effettuare i versamenti sul c/c postale n. 98767007 intestato a 50&Più Srl - Roma. L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile e può avere inizio in qualunque momento dell’anno, ma avrà comunque validità annuale.
Concessionaria esclusiva pubblicità: 50&PiùMedia Srl - Via del Melangolo 26, Roma Tel. 06.68883469 - mail: 50epiumedia@50epiu.it Per la pubblicità: Luigi Valitutti - Tel. 335491325 - mail: l.valitutti@50epiumedia.it
4 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
Editoriale 50&Più Srl Amministratori Casu Sebastiano (Presidente) Bonini Franco Bossi Migliavacca Dario Dolci Alberto Fanucchi Antonio Procuratore Gabriele Sampaolo
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ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
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UN NUMERO PER RIFLETTERE
di Maria Laura Rondini Direttore Editoriale 50&Più
EDITORIALE
editoriale SETTEMBRE 2018
LA NOTIZIA DIROMPENTE, SE FOSSIMO UN QUOTIDIANO, potrebbe avere uno titolo da prima pagina di questo tipo: “8mila morti che non dovrebbero esserci” oppure “8mila morti di troppo”. Però, per quelle strane contraddizioni che caratterizzano il diffondersi delle notizie, questa non è mai comIL 90% DEGLI parsa in nessuna edizione straordinaria, OVER 65 MUORE neppure quando, dopo aver controllato A SEGUITO DI e tirato le somme, se ne è accertata la veMALATTIE PREVENIBILI ridicità. Eppure questi 8mila morti, il CON I VACCINI 90% sono over 65enni, ci sono, ogni anno, da anni, e potrebbero, dovrebbero, non esserci. Ci riferiamo ai dati dei decessi che si sono registrati in Italia nel 2017 (ma anche negli anni precedenti), a seguito di malattie prevenibili con i vaccini, vaccini che, va sottolineato, nella maggior parte dei casi sono distribuiti gratuitamente dalle regioni. Quindi morti per mancata vaccinazione! E se i decessi sono dovuti alla “semplice“ influenza, ad aggravare le conseguenze per le mancate vaccinazioni - pure consigliate agli anziani contro polmonite e Herpes zoster (conosciuto da tutti come fuoco di S. Antonio) - vanno considerati anche tutti coloro che contraendo queste malattie sono rimasti in condizioni menomate, di non autosufficienza, con un carico di sofferenze e complicazioni che mortificano la qualità della vita non solo dei colpiti, ma anche dei loro familiari. Qui non si tratta, evidentemente, della polemica pro o contro i vaccini o delle diverse posizioni dei ministri della Salute che si sono succeduti nel tempo, non si tratta di avere posizioni ideologiche, si tratta degli esiti fatali di preconcetti che fanno ritenere, ad esempio, che i vaccini siano cose da bambini, si tratta di un deficit di consapevolezza e superficialità da parte di cittadini che ritengono inutile vaccinarsi perché si sentono in perfetta forma, ma anche da parte di troppe figure legate alla tutela della salute pubblica, che magari risparmiano su campagne d’informazione temNESSUNO PUÒ pestive e convincenti! Come dice il OBBLIGARCI presidente di Italia Longeva RoberA VACCINARCI, to Bernabei, presentando e com- MA PERCHÉ SCEGLIERE mentando questi dati con un una DI RISCHIARE LA VITA? nota di sarcasmo più che giustificata: «Chi si vaccina corre il rischio di campare a lungo e meglio». Insomma nessuno può obbligarci a vaccinarci, ma perché scegliere di rischiare così tanto soprattutto se questo tanto è addirittura la vita? La stagione autunnale è alle porte, non facciamoci del male da soli, verrebbe da dire, e per non farcene, basta veramente poco. SETTEMBRE 2018 I 5
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IN AGENDA DAL MONDO
06
STREET FOOD FESTIVAL
settembre
06
BELLINZONA (SVIZZERA) Due giorni per lo Street Food Festival a Bellinzona, nel Canton Ticino. I visitatori potranno degustare i cibi di molti Paesi del mondo tra musica e divertimento. www.streetfood-festivals.ch
FESTIVAL CULINARIO BRUXELLES (BELGIO)
06
FIERA DEL VINO BUDAPEST (UNGHERIA)
settembre Per 3 giorni, la Regione di Bruxelles-
settembre Fino al 9 va in scena la Fiera del Vino al Ca-
Capitale e la Città di Bruxelles vi invitano al festival culinario. Gastronomia locale affidata a chef e piatti d’autore. https://visit.brussels.it
stello di Buda. Da oltre 2.500 anni l’Ungheria è coinvolta nel processo di vinificazione ed è perciò famosa in tutto il mondo. www.aborfesztival.hu
A PROPOSITO DI... SALUTE
CAFFÈ IN CAPSULE
A piedi nudi
i STATISTICHE
MOLTO PRATICO... SÌ - È facile e veloce da
preparare. Niente caffettiera da lavorare. Risulta ormai ampia la varietà dei gusti.
L’Italia in povertà
Oltre 5 milioni di persone in Italia vivono in povertà assoluta. Lo rivela l’Istat. Un milione e 778mila le famiglie in tale condizione con un’incidenza del 6,9%. Per i singoli la percentuale è addirittura dell’8,4. www.corriere.it
Il Dvd fronteggia il digitale
Lunga vita al Dvd che soffre ma resiste ancora. Secondo il rapporto di Univideo e Gfk, crescono i suoi collezionisti anche se oramai un quarto del fatturato dell’audiovisivo domestico deriva dal digitale. www.corrierecomunicazioni.it
i CURIOSITÀ
Macellai minacciati
...MA COSTOSO NO - Costa più del caffè tradizionale: 45 euro al kg contro i 10. Ogni capsula costa circa 30 centesimi.
Macellai e salumieri francesi hanno chiesto protezione alla polizia, dopo che numerosi negozi sono stati assaltati da estremisti vegani e antispecisti (militanti secondo cui ogni specie vivente ha pari dignità). www.ilgiornale.it
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Studi dell’Università della California Irvine evidenziano come il barefooting, ossia il camminare scalzi, abbia influenza positiva sulla circolazione contribuendo a migliorare la qualità del sonno. www.sole24ore.it
TECNOLOGIA
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SCUOLA
Gli ultimi vanno peggio
GIOVANI LAUREATI E LAVORO
FONTE: EUROSTAT
Migliora un po’ la percentuale dei giovani laureati italiani occupati entro tre anni dal titolo: nel 2017 - secondo Eurostat - risultava occupato il 58% delle persone under 35 a fronte dell’82,7% nell’Ue a 28.
2017 - GIOVANI OCCUPATI A 3 ANNI DALLA LAUREA
58%
2016 - GIOVANI OCCUPATI A 3 ANNI DALLA LAUREA
57,7%
6 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
2014 - GIOVANI OCCUPATI A 3 ANNI DALLA LAUREA
49,6%
Per la rivista americana Public Library of Sciences, un cognome che inizia con V o Z influisce negativamente sulla carriera scolastica: chi è in fondo all’appello, infatti sarebbe meno seguito e interrogato. www.magazine-italia.it
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IN NUMERI
PERISCOPIO
PUGLIA, RICCA DI TURISMO
a cura di Samuela Gangi
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13 settembre
SAGRA DEL TORTELLINO FERRARA Fino a fine mese c’è la Sagra del Tortellino di Reno Centese. Una manifestazione che vanta una storia trentennale per un piatto tipico della tradizione locale. www.lasagradeltortellino.it
20 settembre
FESTIVAL DEL GUSTO ROMA Fine settembre all’insegna del piacere culinario col Festival del Gusto, una consuetudine che ormai si svolge nelle più grandi città d’Italia. Fino al 23. www.tasteofroma.it
22
FESTA DELL’UVA E DEL VINO
settembre
Il borgo di Chiusi, in Toscana, organizza da 30 anni la Festa dell’Uva e del Vino. I visitatori sono attesi per ottime degustazioni. www.festadelluvaedelvino.com
CHIUSI
CLIMA
Temperature estreme
Esistono luoghi sulla Terra dove la temperatura raggiunge in media i 50°C: la Death Valley in California; El-Azizia in Libia; Dallol nel Nord-Est dell’Etiopia; Wadi Halfa nel deserto del Sudan. www.businessinsider.com
i TECNOLOGIA
Troppo tempo sull’iPhone
Tim Cook, il Ceo di Apple, ha recentemente dichiarato: «È diventato chiaro a tutti che alcuni di noi spendano troppo tempo sui nostri dispositivi mobili». A parlare non è uno qualsiasi, ma proprio il successore di Steve Jobs. www.repubblica.it
i WEB
IL BEST VALUE DESTINATION ASSEGNATO DAL NATIONAL GEOGRAPHIC è toccato quest’anno alla Puglia. Il meridione d’Italia si conferma tra le mète più ambite del turismo internazionale. Per l’esattezza, in questo 2018, la regione più bella al mondo. Il Best value travel destination in the world Prize ha premiato, oltre al fascino dei luoghi da un punto di vista culturale e paesaggistico, la possibilità di vivere esperienze uniche tra borghi e realtà rurali ma anche in castelli,
cattedrali e grazie alle peculiarità enogastronomiche. Un riconoscimento che dimostra ancora una volta la ricchezza turistica dell’Italia. Il premio alla Puglia, secondo il National Geographic, è stato assegnato perché la Regione «Vanta il meglio dell’Italia meridionale: i ritmi di vita, le tradizioni, la bellezza dei luoghi». La conferma anche dalla prestigiosa guida Lonely Planet, dal New York Times, che ha intitolato un recente articolo “Italy’s Magical Puglia Region”.
Occhio alle bufale
Un post provocatorio scritto su Facebook chiede l’introduzione dei numeri arabi a scuola in omaggio agli immigrati. Aspra polemica social. Peccato che quelli arabi siano quelli già utilizzati quotidianamente... www.fanpage.it
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Lo sperone roccioso di Polignano a Mare (Ba).
SETTEMBRE 2018 I 7
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ZOOM APPUNTI SUL PRESENTE
Con questo provvedimento, l’amministrazione comunale vuole supportare il welfare familiare sempre più in crisi sia per l’allungamento della vita che per le nuove dinamiche economiche e sociali
FIRENZE PER I FAMILIARI CAREGIVER
8 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
A PARTIRE DAL MESE DI SETTEMBRE il comune di Firenze stanzia un nuovo fondo da 1 milione di euro per gli anziani non autosufficienti che si avvalgono dell’assistenza di un familiare che assume le funzioni di caregiver. Il familiare che si prenderà cura dell’anziano facendosi garante dell’assistenza necessaria affinché possa rimanere a domicilio, deve essere maggiorenne, non occupato, pensionato o lavoratore (per non oltre 20 ore settimanali). In base alle graduatorie e nei limiti delle risorse disponibili, potranno ricevere il contributo gli anziani non autosufficienti in lista di attesa per l’accesso al “Contributo di sostegno alle cure familiari”. L’importo annuo del sostegno varierà, in base all’Isee, da 1.000 a 4.000 euro. A Firenze gli over 65 sono quasi 100mila e di questi 10mila vivono soli. Con questo provvedimento, l’amministrazione comunale vuole supportare il welfare familiare sempre più in crisi sia per l’allungamento della vita che per le nuove dinamiche economiche e sociali.
© HENRI CARTIER-BRESSON / MAGNUM PHOTOS
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1947, SRINAGAR (KASHMIR, INDIA). DONNE MUSULMANE, SULLE PENDICI DELLA COLLINA DI HARI PARBAL, PREGANO VERSO IL SOLE
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+ È solo uno dei 105 scatti della mostra Henri Cartier-Bresson. Landscapes/ Paysages, sino al 10 ottobre al Forte di Bard (Aosta). Protagonista dell’obiettivo del grande fotografo francese, questa volta è il paesaggio, ma non di una zona circoscritta, bensì di tutto il mondo
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______IL TERZO TEMPO______
COME IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA di Lidia Ravera QUANDO L’ESTATE SCIVOLA NELL’AUTUNNO, c’è un sentimento che perdura nel tempo: il sentimento del primo giorno di scuola. Non importa quanto lontana sia l’esperienza della fine delle vacanze, è entrata nel nostro inconscio, si è incistata là dove non comandiamo noi, con la nostra mente razionale, bensì l’inconscio, il riemergere del passato, la memoria. Ricordate quanto era eccitante andare a comprare i quaderni nuovi? Entravi in cartoleria e ti avvolgeva, come una nuvola fresca, l’odore di cuoio delle cartelle (gli zaini, che non profumano di nulla, erano ancora lontani), i quaderni avevano per lo più la copertina nera, erano a righe o a quadretti e i margini erano righe verticali rosse che non dovevi oltrepassare. Sentivi, forte, il senso di un inizio, sfogliando quelle pagine intonse. Poi andavi a comperare il “sussidiario” e il “libro di lettura”. Io non resistevo alla tentazione di leggere subito 12 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
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le ultime pagine, per vedere dove sarei arrivata, come sarei stata sapiente nel giugno dell’anno dopo. Un anno, quando ne avevi sette, era lungo un settimo della tua vita, non finiva mai, adesso è un sessantesimo, un settantesimo, un ottantesimo delle nostre vite... Perciò dura pochissimo, sempre meno. Ma non dobbiamo farci scoraggiare, da questa accelerazione inevitabile. Dobbiamo ritrovare quel sentimento, il senso dell’inizio, di buoni proponimenti. Carichi della vitamina D, assunta con il sole dell’estate, nutriti di riposo, dobbiamo tornare bambini e affrontare l’autunno come se fosse l’inizio di un anno di scuola. Del resto, non siamo forse alle prese con la materia più difficile da imparare? Sì, lo so io e lo sapete voi: la materia difficile è “invecchiare”. Dobbiamo imparare a proteggerci ma anche a rilanciare, a non farci sopraffare dalla malinconia, dai rimpianti, a continuare il lavoro su noi stessi per essere ogni giorno migliori, più aperti, più saggi, più forti. Entriamo in una cartoleria, anche se non profuma più di niente e comperiamoci un bel quaderno. Ripromettiamoci di scrivere almeno una frase tutti i giorni. Poi passiamo in libreria e cerchiamo un libro, un romanzo se ci piace sentir raccontare la vita oppure un saggio se preferiamo ragionare sulle cose o un libro di poesie se vogliamo che l’emozione di vivere affiori fra le parole, coinvolgendoci e facendoci vedere l’invisibile. Torniamo a casa con i nostri libri e il nostro
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PARLIAMONE... CHI VOLESSE SCRIVERE A LIDIA RAVERA PUÒ FARLO: PER POSTA C/O REDAZIONE 50&PIÙ LARGO ARENULA 34 00186 ROMA PER FAX 0668130280 PER MAIL REDAZIONE@50EPIU.IT
quaderno. Se siamo corti di soldi, dopo le vacanze capita, possiamo prendere i libri in prestito dalla biblioteca (nel Lazio ce ne sono quasi trecento, me ne sono occupata personalmente quando ero assessore alla Cultura, ma penso che siano diffuse in tutte le regioni). Arrivati a casa scegliamoci una “postazione apprendimento” e incominciamo il nostro personalissimo nuovo anno di scuola. C’è un modo di leggere per passare il tempo, e un modo di leggere per “usare il tempo”, il primo è lasciarsi portare dalla trama galleggiando distratti fra le parole, il secondo è leggere con carta e penna, attenti a sottolineare, o a ricopiare sul quaderno, le frasi che ci hanno colpito, che ci hanno fatto pensare. Se in un libro non c’è neppure una frase che vi viene voglia di sottolineare, vuol dire che è un libro inutile, buttatelo e passate ad altro. Siete voi i padroni, voi lettori. Leggere deve essere un piacere e un arric-
chimento del vostro bagaglio di parole e pensiero e emozione. Siate severi con gli scrittori, bocciateli se non vi servono, non c’è più la maestra, non c’è il percorso obbligato del sussidiario, del libro di lettura. Ma, se volete, dal prossimo mese, qualche consiglio ve lo posso dare. Che cosa leggere e che cosa non leggere. Sono opinioni personali, d’accordo, ma visto che ho passato la vita a leggere romanzi (e ne ho anche scritti una trentina), forse posso giocare il ruolo della maestra, nella nostra scuola virtuale, che inizia con l’autunno e finirà nel giugno del 2019. Buon lavoro!
C’è un modo di leggere per passare il tempo, e un modo di leggere per “usare il tempo”
SETTEMBRE 2018 I 13
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__SOCIETÀ__
NEI TEAM MULTIGENERAZIONALI
IL CAPO È SENIOR
INNOVAZIONE, PROGRESSO E CRESCITA, i gruppi di lavoro composti da giovani e meno parole che se applicate al mondo del lavoro ri- giovani sono maggiormente portati al progresso chiamano team composti e alla crescita e i risultati da giovani. In realtà, se la si raggiungono più rapiIN UN’INDAGINE CONDOTTA SUI squadra è multigeneraziodamente perché il clima è LAVORATORI È EMERSO CHE SE nale, non solo c’è una spinpiù piacevole e si lavora GIOVANI E ADULTI LAVORANO INSIEME, ta all’innovazione ma i dimeglio. Il 92% dei lavoraIDEE E SOLUZIONI INNOVATIVE SONO PIÙ FREQUENTI. I GIOVANI, PERÒ, pendenti hanno perfortori italiani considera i tePREFERISCONO UN “CAPO” SENIOR mance migliori. A dirlo è am multigenerazionali più PERCHÉ CONSIDERATO AUTOREVOLE un’indagine condotta in 34 idonei a “proporre idee e di Lavinia Viti Paesi su di un campione di soluzioni innovative”, 400 lavoratori di età commentre il 70% (la percenpresa fra i 18 e i 65 anni, da Randstad Wor- tuale sale al 78 tra gli under 34) preferisce un kmonitor, azienda leader nel campo occupa- leader senior, in quanto prestigio ed autorezionale. I risultati della ricerca affermano che volezza sono considerati correlati all’età.
+
14 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__ IL SOGNO INFRANTO
Il massimo sviluppo di Ivrea avviene con Adriano Olivetti, che non riuscirà, però, a vedere completato il suo sogno umanitario.
È il 54esimo sito italiano iscritto nell’elenco dell’Unesco e il quarto della regione Piemonte
IVREA, UN PATRIMONIO DELL’UMANITÀ DAL VOLTO INSOLITO E MODERNO
di Carlo Penguin
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DENTRO LA NOTIZIA
Un padre e un figlio, un’azienda all’avanguardia e una città ideale, dove il benessere dei lavoratori è al primo posto L’INTUITO DI CAMILLO E ADRIANO
La storia di Olivetti e di Ivrea inizia nei primi anni del Novecento con Camillo Olivetti, un ingegnere che crea un’azienda produttrice di macchine da scrivere. È sua l’idea di fondare, nel 1908, la città industriale di Ivrea e di produrre, nel 1911, il suo primo modello di macchina da scrivere, quella M1 che nell’arco di un ventennio raggiungerà la produzione di 13mila pezzi l’anno. Al fianco di Camillo, suo figlio Adriano (nella foto), che sarà protagonista del boom economico italiano, produttore della “Lettera 22”, una macchina da scrivere che farà epoca, ma anche di calcolatrici meccaniche e computer.
16 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
È IL SITO NUMERO 54 e forse quello che sorprende di più fra tutti quelli iscritti nella lista Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Ivrea, città industriale del XX secolo, infatti, non è una città dalle origini millenarie né un sito creato dalla natura, ma un’area poco più che centenaria nata dalla volontà di offrire un’urbanizzazione alternativa a quella standard del periodo di riferimento. “Ivrea - si legge nelle motivazioni dell’Unesco - rappresenta una delle prime e più alte espressioni di una visione moderna in relazione alla produzione, alla progettazione architettonica e agli aspetti sociali su scala globale, alla storia dell’edilizia industriale e al passaggio dalle tecnologie industriali meccaniche a quelle digitalizzate”, un progetto che ha
tenuto conto “delle mutevoli esigenze industriali e sociali” e ha saputo dare una risposta al cambiamento dei tempi. Nato per volere di Adriano Olivetti, tra gli Anni ’30 e gli Anni ’60, il complesso venne realizzato dai più famosi architetti e urbanisti dell’epoca - Marcello Nizzoli, Annibale Fiocchi, Pietro Porcinai, Gian Antonio Bernasconi -, che hanno progettato sia le aree industriali che quelle residenziali e i servizi sociali. La zona diventata Patrimonio Unesco copre un’area di 70mila metri quadrati e si compone di 27 tra edifici e complessi architettonici: stabilimenti produttivi, uffici, residenze per dirigenti e operai, servizi per la comunità come asilo nido, mensa, biblioteca, centri ricreativi e una scuola per disegnatori meccanici.
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__ATTUALITÀ__
DEPRESSIONE ADDIO CON AREE VERDI BEN CURATE Il profumo dell’erba tagliata di fresco, di Filadelfia, hanno rilevato una diaiuole coperte di fiori, panchine che minuzione del 41,5% di depressione, punteggiano giardini quando gli spazi verdi ben curati... Se in un abbandonati, venivano ELIMINARE IL DEGRADO quartiere ci sono aree liberati dai rifiuti e cuNEI QUARTIERI ISTITUENDO verdi a disposizione dei rati. Il benessere menSPAZI VERDI, MIGLIORA residenti, l’umore delle tale aumentava se nei LA SALUTE MENTALE DEI RESIDENTI, CON UNA persone migliora notelotti degradati, oltre alla SIGNIFICATIVA DIMINUZIONE volmente e la depressiorimozione della spazzaDELLA DEPRESSIONE ne diminuisce in modo tura, venivano piantati di Rossana Martini significativo. È ciò che alberi, falciata l’erba, inhanno scoperto i ricerstallata una recinzione catori della Perelman School of Mein legno ed effettuata una manutendicine e la School of Arts & Sciences zione mensile. Nelle aree un tempo presso l’Università della Pennsylvania particolarmente degradate, la depresche, in uno studio sulle aree degradate sione diminuiva del 68%.
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__SOCIETÀ ATTUALITÀ__
Dal 2001 al 2016, gli italiani tra i 65 e i 75 anni che hanno frequentato le sale dei cinema sono aumentati dell’11,5%. Un trend in crescita
METTI UNA SERA AL CINEMA... di anna maria melloni centro Studi 50&più
Seduti in una Sala cinematografica, in ultima fila, in un giorno infraSettimanale, potremmo avere la SenSazione che il pubblico che ci circonda ci somigli, per età, sesso, abitudini... potremmo addirittura riconoscere persone che, come noi, erano nella stessa sala, alla stessa ora, alcune settimane prima. Sì, potremmo, ce lo confermano i dati del nono Rapporto Cinema 2018 - Strumenti, spettatori, scenari, realizzato dalla fondazione ente dello Spettacolo, e presentato lo scorso mese di magEPPURE CHIUDONO gio presso la sede di radio vaticana. Le sale di città scompaiono lentamente risulta infatti dal rapporto che gli In quattordici anni, dal 2000 al 2014, in Italia hanno spettatori over 60 sono abitudinari, chiuso i battenti ben 888 cinema di città. Si tratta in fedeli, amano frequentare la stessa prevalenza di monosala per un totale di 1.083 schermi, sala, possibilmente non troppo lonche cedono il passo a strutture più moderne, spesso tana da casa. fedeli, abitudinari e decentrate e talvolta difficilmente raggiungibili.
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in costante crescita. dal 2001 al 2016, gli italiani tra i 65 e i 75 anni che vanno al cinema sono cresciuti dell’11,5%, un numero che non incide ancora significativamente sul totale complessivo degli spettatori, ma che è da osservare con grande attenzione. in francia, germania e regno unito si è infatti registrato un trend analogo, con numeri anche maggiori rispetto alla realtà italiana. Se questa fascia di età è quella
che più sta crescendo nella fruizione di proposte cinematografiche, non è possibile puntare su un mercato basato esclusivamente sui multisala ubicati fuori dal territorio metropolitano, occorre difendere e salvaguardare anche le sale di città. in tal senso i dati non sono incoraggianti: in quattordici anni, dal 2000 al 2014, in italia hanno chiuso 888 cinema, prevalentemente monosala, per un totale di 1.083 schermi, con una significativa perdita culturale e di occasioni di aggregazione sociale. il rapporto offre uno sguardo approfondito sui comportamenti dei Senior, ma dedica anche grande attenzione ai millennials (i giovani nati tra i primi anni ottanta e il 2000, nello specifico la ricerca si concentra su quelli che attualmente hanno tra i 20 e i 34 anni); offre così un’analisi dettagliata dei trend di consumo delle due classi anagrafiche più rappresentative del pubblico italiano. i millennials amano i film: il 49,3% ne vede più di uno a settimana, il 90% almeno uno, ma fanno fatica ad andare al cinema sia perché costa molto, sia perché i palinsesti delle sale sono più
rigidi rispetto a quelli offerti dagli apparecchi elettronici a cui sono maggiormente abituati (con un uso sia legale, che illegale). netflix, amazon, tim vision e le diverse pay-tv mettono a dura prova la tradizionale distribuzione cinematografica. andare al cinema rappresenta un’esperienza ludica, i multiplex (preferiti alle sale con un solo schermo) offrono la possibilità di unire alla visione di un film, occasioni di socializzazione, fruendo di tutta una serie di servizi tra cui quelli di ristorazione. come detto, a tenere lontani i millennials dalle sale è soprattutto il costo del biglietto, infatti il 46,4% dichiara che andrebbe più spesso al cinema se costasse di meno e se esistessero agevolazioni per i giovani (16,6%). mentre per i giovani, in materia di generi preferiti, dominano i thriller (per gli uomini) e le commedie (per le donne), i più anziani mostrano una netta predilezione per i prodotti nazionali e in particolare per i film caratterizzati dalla presenza di attori noti, magari conosciuti grazie al piccolo schermo. non cercano necessariamente una storia nella quale immedesimarsi,
infatti non privilegiano le pellicole con personaggi loro coetanei. Sono gli interpreti a rappresentare il maggiore richiamo, mentre il pubblico giovane è maggiormente interessato agli effetti speciali. l’approfondimento sul pubblico anziano ha consentito di suddividerlo in sei diversi profili, definiti tramite una serie di focus group condotti in diverse aree geografiche: • le “nuovamente single” (signore che dopo aver perso il marito riscoprono il piacere di uscire con le amiche e del cinema); • “i nonni”, che portano in sala i nipotini; • “quelli del Bar Sport”, soprattutto uomini, che vivono i luoghi d’aggregazione nel quartiere di riferimento; • “gli eremiti”, anche questi soprattutto uomini, che vogliono scegliere cosa vedere autonomamente e preferiscono andare al cinema da soli; • “l’élite”, con un’elevata predisposizione per i con- »
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ANCHE IN FRANCIA, GERMANIA E REGNO UNITO SI È ASSISTITO AD UN AUMENTO DELLA QUOTA DEGLI OVER 60 AL CINEMA, CON NUMERI TALVOLTA MAGGIORI RISPETTO AL NOSTRO PAESE
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NEL BUIO DELLA SALA CINEMA E RETI SOCIALI
Un antidoto contro la solitudine Andare al cinema per molti rappresenta un tempo di socializzazione, scambio, confronto con altri. È quindi estremamente positiva la crescita degli spettatori over 65, a fronte dei dati allarmanti che l’Istat ha reso noti nel suo Rapporto annuale 2018, lo scorso mese di maggio. Sembra infatti che ogni persona, in Italia, passi da sola mediamente il 38,5% del tempo, ma questo tempo cresce vertiginosamente se parliamo di persone anziane. La carenza di relazioni può sfociare in un vero e proprio isolamento: gli anziani trascorrono il 70% del tempo in cui sono svegli senza alcuna compagnia e interagiscono con altre persone solo per quattro ore al giorno, soprattutto con familiari non coabitanti (65,1%), con amici (31%) e con vicini (3,9%).
sumi mediali e culturali; • “i coniugi propositivi” che vivono il consumo culturale come risorsa per alimentare la propria vita di coppia. la professoressa mariagrazia franchi, dell’università cattolica di milano, curatrice del capitolo dedicato agli spettatori anziani, sottolinea che «il pubblico over 60 ha sicuramente un grande desiderio di relazione. l’aumento della presenza in sala delle persone con più di 50 anni si lega a un cambiamento della generazione: un cambiamento di ordine demo-
grafico, legato all’aspettativa di vita, e un cambiamento di stile di vita. È infatti in atto un processo di giovanilizzazione degli anziani, che sono sempre più attivi, desiderano sperimentare, cambiare, ridefinire il loro presente». conclude poi la professoressa franchi, sottolineando che gli over 60 sono oggi caratterizzati da una grande fiducia nelle proprie capacità e nelle proprie possibilità, dato che in qualche modo aiuta a comprendere l’eclatante crescita della loro presenza nelle sale.
L’Associazione 50&Più promuove la seconda edizione del concorso internazionale di cortometraggi “Corti di Lunga Vita”. Le opere dovranno contenere espliciti riferimenti all’invecchiamento o alle persone anziane. La partecipazione al concorso è aperta a tutti, il bando non prevede vincoli di nazionalità, età o professione. La giuria del concorso sarà presieduta dal Maestro Pupi Avati.
Le opere dovranno pervenire entro il 13 ottobre 2018 Il bando è reperibile sul sito www.cortidilungavita.it
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Per informazioni Centro Studi 50&Più Via Luigi Masi, 7 - 00153 Roma E-mail cortidilungavita@50epiu.it - Telefono +39 06 5882587 – 5818626
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intervista di Paola Stefanucci
IL JAZZ NON DÀ CERTEZZE, MA PUÒ REGALARE UNA GRANDE LIBERTÀ 22 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
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__le INTERVISTE di 50&Più__
DANILO REA
È caPace - come Pochi - di conSegnare al Pubblico, magnetizzato, concerti irriPetibili. l’improvvisazione, naturalmente, è il suo tratto inconfondibile. immediata e coinvolgente, per un repertorio senza barriere. anche per questo danilo rea - il pianista di fiducia dell’indimenticabile Pino daniele, di mina, di claudio baglioni… - ha ormai conquistato e consolidato un ruolo singolare nel paesaggio musicale contemporaneo. non a caso, giovanissimo, era conteso dai più grandi solisti statunitensi in tournée in italia negli anni Settanta. Si è esibito con leggende del jazz quali chet baker, lee Konitz, John Scofield, Joe lovano, art Farmer. oggi è lui, pendolare intercontinentale, a girare il mondo. Sulle ali del successo. ma con i piedi ben piantati nella normalità. Sessantuno anni com-
Da oltre quarant’anni “improvvisa” sui tasti del pianoforte acclamato dai jazzofili, ma non solo, di tutto il pianeta. Il suo è tra i pochi nomi italiani accolti nell’élitaria e ambita the biographical encyclopedia of Jazz, di Leonard Feather e Ira Gitler
cilia con il massipiuti il 9 agosto scorso, mo dei voti. due matrimoni, due fiho avuto ottimi insegli, protagonista e tegnanti. ma mi sono stimone del rivoluziosempre detto: «non ho nario linguaggio muil temperamento da sicale nato un secolo concertista classico». fa, ne ha di cose di racTra i suoi maestri contare. lo abbiamo ce n’è qualcuno che intervistato. ricorda con partiDanilo Rea, è vero colare affetto? che da piccolo gioliliana Vallazza. discecava con il piano? pola di alfredo casella, ho cominciato a studiare pianoforte presto, all’età di 6 «BACH, BEETHOVEN, MOZART SONO anni. i miei geniSTATI I PRIMI IMPROVVISATORI. tori si erano acCIÒ CHE HANNO LASCIATO corti che ero porSCRITTO È SOLO UNA PARTE DI QUELLO CHE SUONAVANO. tato per la musica. POI LE PARTITURE SCRITTE non erano musiSONO DIVENTATE LA BIBBIA...» cisti, ma amavano la musica e asseenfant prodige già a condavano la mia pastredici anni, al Premio sione. nella migliore clementi era arrivata tradizione della media prima davanti ad arborghesia, mi affidaroturo benedetti micheno ad un’insegnante langeli. la maestra liprivata. Poi mi regalaliana non si limitava rono il primo pianoforall’insegnamento al te, un hoffmann & conservatorio. Se inKuhne verticale. travedeva delle potenChe allievo era? zialità, integrava con incostante. non amalezioni supplementari vo il solfeggio. ma è a casa sua. stata la mia fortuna. Lei, tuttavia, nonoEppure si è diplostante la sua solida mato al Conservaformazione classitorio di Santa Ce-
ca, grazie anche all’intransigenza di Liliana Vallazza, ha imboccato tutt’altra strada. la musica per me è libertà espressiva, anche se da tutte le parti si cerca continuamente di tracciare dei confini. alla fine penso di aver ottenuto nel jazz gli stessi risultati che avrei conseguito nella classica. i miei coetanei allora non pensavano al jazz. il rock era il padrone assoluto della scena musicale nel mondo. Il primo brano jazz che ha ascoltato? My favourite things di John coltrane. mi sentii inquadrato in un fascio di luce divina, come John belushi nella chiesa battista di James brown. Debutto ufficiale? nel 1975. con roberto gatto (batteria) ed enzo Pietropaoli (polistrumentista). decidemmo di chiamarci Trio di Roma e ci presentammo al primo Festival jazz di »
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DANILO REA testaccio. capimmo qual era il nostro futuro. Ricorda il suo primo assolo? Sì. con il Trio partimmo per ragusa, per suonare con lee Konitz. in treno l’avevamo visto e non avevamo avuto il coraggio di salutarlo. tanta era la soggezione. alla prova un’ora prima del concerto, Konitz mi disse: «danilo parti tu da solo, poi entro io e facciamo un duo». idem a roberto gatto e a enzo Pietropaoli. l’ho poi incontrato, Konitz, in occasione di un mio concerto all’auditorium Parco della musica, a roma, nella Sala Santa cecilia, quella da 2.700 posti. alla fine dello spettacolo bussò al mio camerino e mi chiese: «Perché io ho suonato nella sala piccola e tu nella grande?». gli risposi che una sala grande non fa necessariamente un grande musicista, e viceversa. Davvero Chet Baker non era molto loquace? la prima volta che l’ho incontrato, andai a prenderlo con la macchina di mio padre. dovevamo suonare a isernia. Quattro ore di viaggio da roma. dormì tutto il tempo sul lato passeggero. il volto segnato da anni di droga pesante. la tromba sul sedile posteriore. Quanto hanno contato nel suo percorso umano e artistico i grandi jazzman che ha “accompagnato” agli esordi della sua carriera? molto. hanno fatto di me ciò che sono. ho imparato l’importanza dell’umiltà e la superficialità del virtuosismo se non è sorretto da una profonda componente di umanità. ho appreso che «L’IMPROVVISATORE PUÒ la tecnica è solo un mezzo CONTARE SOLO SULL’ISPIRAZIONE al servizio dell’emozione. DEL MOMENTO E SULLA PROPRIA Lei è un artista che CAPACITÀ DI TRAMUTARE I PENSIERI IN NOTE, PROPRIO COME smentisce lo stereotipo FA CHI LI TRADUCE IN PAROLE» che vuole certe categorie di musicisti (dal jazz al rock) tutti eccesso e trasgressione, dediti all’alcool e alla droga. È stato difficile nella sua gioventù non cadere in tentazione? Farsi era considerato “fico”. la droga ce l’avevo intorno. la prendevano tutti i miei
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Sopra, Danilo Rea insieme alla figlia Oona. In alto, nel giugno 2011, durante un concerto jazz a Roma per una raccolta fondi.
idoli, i grandi musicisti. io ho sempre resistito alla tentazione. mi hanno sempre accusato, con una punta di disprezzo, di essere un bravo ragazzo. come se fosse una brutta cosa. «non sei yeah», mi dicevano. Torniamo alla musica. Il suo cd “Lirico” segna un ritorno alla classica? il disco, del 2003, è composto da due brani più mossi tratti dalla Carmen di bizet e quasi esclusivamente da arie liriche delicate, in gran parte pucciniane. il successo di Lirico ha dato
inizio a una lunga serie di concerti nei teatri tradizionalmente consacrati alla classica, come il Petruzzelli di bari o il rossini di Pesaro, dove il jazz era sempre stato tabù. e pensare che i grandi compositori classici, bach, beethoven, mozart sono stati i primi improvvisatori. ciò che hanno lasciato scritto è solo una (minima) parte di quello che suonavano. Poi le partiture scritte sono diventate la “bibbia” e tutto è stato ingabbiato in una presunta perfezione. Qual è per lei il luogo
BIOGRAFIA
1957
2006: a “4EU: Musica anima d’Europa”.
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IL DIPLOMA Nasce a Vicenza il 9 agosto. A quattro anni si trasferisce a Roma. Studia pianoforte prima al Conservatorio di Frosinone poi al Santa Cecilia, dove si diploma con il massimo dei voti. Maturità classica al Giulio Cesare.
1975
IL DEBUTTO NEL JAZZ Forma il Trio di Roma. Entra contemporaneamente nel gruppo New Perigeo (progressive) di Giovanni Tommaso. Tournée storica (72 concerti in 70 giorni) con Rino Gaetano e Riccardo Cocciante. Album: Q Concert.
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DUETTI
«La musica per me è libertà espressiva, anche se da tutte le parti si cerca continuamente di tracciare dei confini»
Aprile 2005, all’inaugurazione della “Casa del Jazz” a Villa Osio. Rea è al pianoforte, Paolo Fresu alla tromba.
per la migliore ispirazione? davanti al pubblico, dal vivo. mi siedo e parto, senza sapere dove arriverò. Un “segreto” da tener sempre presente? il suono non è nelle dita ma nella testa. con uno stesso accordo, due pianisti esprimono due emozioni diverse. Fino all’anno scorso, lei era in cattedra al Santa Cecilia. Si può insegnare l’improvvisazione? Sì. ho dovuto smettere. non riuscivo più a conciliare concerti e didattica. Quando
1997
Paolo damiani, capo del dipartimento jazz, mi arruolò, temevo di non essere un buon insegnante. avevo imparato a suonare jazz attraverso l’ascolto e nell’esperienza diretta dei concerti. il primo giorno mi ritrovai a parlare ad una cinquantina di studenti. a fine discorso, uno di loro si alzò e disse: «ahò, ma ve rendete conto che c’avemo lo Schumacher der pianoforte?». ho cercato di evitare troppa teoria e di coinvolgere gli allievi del mio corso nell’esecuzione pratica dei miei sug-
LA SCOMMESSA VINCENTE Decolla il trio Doctor 3, con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra. The Tales of Doctor 3: miglior disco di jazz italiano (1998). The songs remain the same: miglior disco jazz di Musica&Dischi (1999).
2014
BACH IS IN THE AIR
Il duetto pianistico Bach is in the air di Danilo Rea e Ramin Bahrami (nella foto, a destra) ha entusiasmato platee molto varie, di tutte le età, da quella dell’Aula magna de La Sapienza per la stagione dell’Istituzione universitaria dei concerti (Iuc) a quella dell’Auditorium del Parco della Musica. E di tutte le latitudini, considerato la tournée di quest’estate in Asia. «Bach è rispettato nella partitura. Io mi aggiungo - ci dice Danilo Rea - con le mie improvvisazioni, quando voglio. Ne è nato un disco, a mio avviso, molto bello. Ramin, che ha una personalità dirompente, a volte si mette a improvvisare pure lui, al punto da dovergli ricordare che tale compito spetta a me». Bahrami è uno dei massimi interpreti mondiali di Bach, è fuggito da ragazzo dall’Iran khomeinista, vive a Fano ed è sposato con un’italiana.
gerimenti. il jazz è una musica che non dà certezze. tutto può cambiare in un attimo. l’improvvisatore può contare solo sull’ispirazione del momento e sulla propria capacità di tramutare i pensieri in note, proprio come fa chi li traduce in parole. La più bella citazione sul jazz? “il jazz è assoluta libertà”. Di chi è? mia. Ha altre passioni? le motociclette. con i primi risparmi comprai una honda 750. ho alcune bmw e una harley davidson. Lei è due volte padre. oona, mia figlia, ha 25 anni, è cantante. ha studiato con mariapia de Vito. ha una sua band. abbiamo anche condiviso il palco e fatto una tornée in cina e giappone. leonardo ha 11 anni ed è un “campioncino” di scherma. È appena apparso in libreria Il Jazzista imperfetto (Ed. Rai Eri), la sua prima autobiografia, scritta con Marco Videtta. A chi è dedicata? a mio padre e mia madre, renato e anna, che mi hanno lasciato libero di inseguire il mio sogno. e ai miei figli, oona e leonardo, liberi di inseguire il loro.
SANREMO E... Partecipa al Festival di Sanremo con Gino Paoli. Poi i Cd: Something in Our Way (repertorio tra Beatles e Rolling Stones, 2015), Notturno (2016) e, con il pianista iraniano Ramin Bahrami, Bach is on the air (2017).
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__BEAUTIFUL MINDS__
FINO ALLE STELLE
“
MARGHERITA HACK
C’È UNA CASA POCO DISTANTE DA CAMPO DI MARTE, A FIRENZE, nei pressi di un grande prato dove atterrano piccoli aerei con ali di tela. È là che nasce Margherita, figlia unica, bimba solitaria, vivace mentalmente come poche. Il suo compagno di giochi preferito è il papà, che le dedica tutto il tempo dal momento che ha perso il lavoro non essendo iscritto al partito fascista. Un impiego stabile non lo troverà più e sarà la moglie a mantenere la famiglia: dipinge miniature dei quadri degli Uffizi che vende ai turisti. È diplomata all’Accademia di Belle Arti.
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”
quello di Bobolino. Un argento vivo, il suo, che ben si addice allo sport che inizia a praticare con costanza: salto in lungo, salto in alto e bicicletta. Antidi Sadìa Maccari fascista convinta, durante il liceo vede compagni e professori La prima donna ebrei cacciati da scuola per via delle leggi a guidare un razziali. Un’infamia che non tollera e di cui osservatorio astronomico racconterà spesso nel corso degli anni.
Sono anni duri per Margherita che frequenta la scuola elementare da privatista per poi iscriversi al ginnasio Galileo Galilei, il più antico di Firenze. A scuola va bene e ha una tale smania in corpo che, appena può, se ne scappa ai giardini. Il preferito è LA SCUOLA
La scelta della facoltà universitaria avviene piuttosto per caso. È brava nei temi: si iscrive a Lettere che ben presto abbandona annoiata. Complice un’amica che frequenta Fisica, opta anch’essa per quella facoltà intuendo subito che fosse quella giusta. GLI STUDI
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Lo studio l’appassiona e colleziona risultati e riconoscimenti da parte dei docenti. L’attrazione fatale è per l’astronomia e l’astrofisica e il periodo di tesi coincide con gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale. La sera del 7 agosto 1944 i tedeschi si ritirano da Firenze: la città è in ginocchio e i ponti - eccetto Ponte Vecchio - sono rasi al suolo. Dovrà arrivare gennaio del 1945 perché l’Università riapra e Margherita possa finalmente laurearsi. Sport, studio e un legame profondo con la famiglia. Ma non è il solo perché Margherita, già nel 1933, aveva incontrato l’uomo della sua vita: Aldo De Rosa, letterato che dedicherà la sua di vita alla scienziata, accompagnandola da un capo all’altro del mondo. Sì, perché le occasioni professionali per Margherita non si faranno attendere, mentre il matrimonio non avverrà che nel 1944: cerimonia breve, senza messa né comunione né vestito bianco, niente viaggio di nozze e un pranzo da soli con cibo razionato, essendo ancora in tempo di guerra. L’AMORE
Il primo lavoro non si fa attendere, anche se l’astrofisica non le dà ancora di che vivere. Insegna prima all’Istituto di Ottica per poi trasferirsi a Milano, dove ottiene un posto alla Ducati: scrive le istruzioni per una nuovissima macchina fotografica, la Sogno, particolarmente in voga. Però poi torna a Firenze dove ottiene finalmente l’incarico di assistente universitario conducendo la sua prima ricerca autonoma sulla stella Zeta Tauri. Sono anni in cui Margherita e Aldo gi-
rano il mondo frequentando i maggiori istituti di ricerca: Parigi, Brera, Utrecht e Berkeley in California. Nel ’59 tornano in Italia stabilendosi a Trieste dove la ricercatrice diventa direttore dell’Osservatorio - è il 1963: un polo che, da quell momento, inizia ad attrarre giovani da tutto il mondo fino a diventare una struttura all’avanguardia a livello internazionale -. Trieste, grazie a
lei, si trasforma in un’autentica “città della scienza”. Nemmeno gli anni che passano l’allontaneranno dalle sue passioni né la pensione che arriva a 75 anni, nel 1997. Da allora, anzi, prenderanno sempre più piede gli impegni civili e della divulgazione scientifica. Quando si spegne, nel 2013, per motivi cardiaci, è acclamata quale icona dell’astrofisica mondiale.
OLTRE LE STELLE
La scienza e il senso della vita «Non ho paura della morte. Le mie battaglie e il mio impegno proseguiranno, nei limiti del possibile, sia come astrofisica sia come cittadina». Così parlava Margherita Hack in un’intervista rilasciata in occasione della pubblicazione del libro Io credo (Nuovadimensione), scritto assieme a don Pierluigi Di Piazza, una sorta di testamento spirituale di una studiosa atea che credeva nella scienza e nel rispetto verso ogni forma di essere vivente. Ha pubblicato decine tra libri e divulgazioni scientifiche. Amava dire: «L’astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell’Universo, ma un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell’evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri».
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IL LAVORO
+ 1 - Margherita Hack, una vita dedicata all’astrofisica; 2 - Nell’Osservatorio Astronomico; 3 - Ospite a “Che tempo che fa” nel 2009; 4 - Con il marito, Aldo De Rosa. 4
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__SOCIETÀ__
CON IL 25% DELLE PERSONE
SI PUÒ CAMBIARE Quante persone sono necessarie affinché un che veniva mostrato loro. Una volta concordato atteggiamento attecchisca o la maggioranza il nome, all’interno del gruppo venivano cambi idea su di un argointrodotti dei “complici mento? In uno studio pubdei ricercatori” i quali, inGLI SCIENZIATI HANNO DIMOSTRATO CHE LA blicato su Science, i ricerdicando un nome diverso PERCENTUALE DI PERSONE catori dell’università della da quello stabilito dagli alNECESSARIA AD ATTIVARE Pennsylvania e di Londra tri membri, tentavano di UN CAMBIAMENTO ALL’INTERNO hanno dimostrato che per far cambiare loro idea. La DI UN GRUPPO È DEL 25%. UN PRINCIPIO APPLICABILE ANCHE AI innescare un cambiamento maggioranza “resisteva” MUTAMENTI SOCIALI E ORGANIZZATIVI è sufficiente il 25% della finché il gruppo dei “disdi Giovanni Orso popolazione. Nell’esperisidenti” non si attestava mento veniva chiesto ai al 25%: a questo punto partecipanti, divisi in gruppi (20 persone ognu- la maggioranza cambiava rapidamente opino), di accordarsi sul nome da dare ad un volto nione, allineandosi “ai nuovi arrivati”.
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__ANNIVERSARI__
Con le Olimpiadi di Città del Messico, 50 anni fa, anche lo sport ebbe il suo ’68. Un’edizione rivoluzionaria: innovazioni tecniche, tecnologiche e record inaspettati. Simbolo della denuncia pacifica contro il razzismo, si trasformò in un grande esempio di solidarietà. I ricordi di Paola Pigni, pioniera del mezzofondo
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1968, LE OLIMPIADI DELLA RIVOLUZIONE di Luisella Berti
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PER LA PRIMA VOLTA VENNERO INTRODOTTI IL CONTROLLO ANTIDOPING E IL CRONOMETRAGGIO INTEGRATO PER EVITARE OGNI DUBBIO SULLA LINEA DEL TRAGUARDO
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IN QUEL 1968 DOVE TUTTO SEMBRAVA POSSIBILE, le Olimpiadi di Città del Messico interpretarono in pieno l’onda del cambiamento che stava attraversando il mondo. Quell’edizione, infatti, ebbe un’enorme connotazione politica, sociale e di rivendicazione dei più elementari diritti come l’uguaglianza tra bianchi e neri, tra uomo e donna. Su tutte, l’immagine simbolo di quell’edizione fu una: i pugni guantati di nero puntati verso il cielo in segno di protesta dei due velocisti afroamericani Smith e Carlos, una scelta che ebbe enormi ripercussioni sulle loro vite e non solo. Lo vedremo alla fine. Le Olimpiadi di Città del Messico furono precedute da numerose polemiche a causa della strage
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del 2 ottobre nella Piazza delle Tre Culture, dove migliaia di studenti si radunarono per manifestare pacificamente contro il Governo di Gustavo Díaz Ordaz. Una protesta finita nel sangue, con centinaia di morti e migliaia di feriti sui quali spararono polizia ed esercito. I Giochi si tennero comunque, ma il mondo non rimase fuori. «All’esterno c’era la protesta dei cittadini messicani, all’interno quella dei neri afroamericani che chiedevano gli stessi diritti, in un mondo che era razzista», ricorda Paola Pigni, campionessa e pioniera del mezzofondo - tra il gruppo esiguo delle 15 atlete azzurre - che partecipò a quella Olimpiade, giovanissima e alla prima esperienza olimpica. Quella fu la prima Olimpiade in una città latinoamericana. La scelta della megalopoli messicana suscitò non poche perplessità a causa dei 2.280 metri di altitudine. «Non
era tanto una questione di rarefazione dell’aria, ma più che altro di pressione. Chi aveva un apparato cardiocircolatorio non proprio ricco di globuli rossi, rischiava di svenire dopo pochi minuti. Come è accaduto a me e ad altri campioni». L’altitudine avvantaggiò gli atleti dello sprint e dei salti, non le corse lunghe. «Io feci i 400 e gli 800 metri nella staffetta e soffrii moltissimo». In compenso la XIX edizione dei Giochi olimpici si presentò con importanti novità, anche tecnologiche. «La pista di atletica - ricorda Paola Pigni - venne fatta con un nuovo materiale, il tartan. Prima, invece, si correva su terra rossa, su piste dove in certi punti era più morbido e in altri più duro, tanto che ero costretta a limare i “chiodi” delle suole a seconda della situazione». Con il tartan tutta un’altra storia, sembrava di volare, e con il nuovo materiale sintetico cambiarono anche »
1 Olimpiadi 1968, premiazione dei 200 mt: Tommie Smith (al centro) e John Carlos (a destra) alzano il pugno della protesta. Peter Norman indossa una spilla del Progetto olimpico dei diritti umani 2 Le Olimpiadi di Città del Messico furono le prime in una città latinoamericana (12-27 ottobre 1968) 3 L’atleta Enriqueta Basilio accende il braciere olimpico dei Giochi di Città del Messico 4 Il salto in lungo di Bob Beamon che raggiunse gli 8,90 mt. Un record superato solo nel 1991 5 Il rivoluzionario salto di schiena di Dick Fosbury, medaglia d’oro con 2,24 mt 6 Paola Pigni, record mondiale del miglio con 4:29.5 (1973) 7 Luz Long e Jesse Owens, una amicizia nata sul campo di gara delle Olimpiadi di Berlino nel 1936, in pieno regime nazista
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ANNIVERSARI le scarpette, fu la Puma a sostituire i “chiodi” con delle dentature nelle suole. Mentre nell’aria soffiava il vento della contestazione ed era ancora forte il ricordo della strage di Piazza delle Tre Culture, i Giochi si aprirono con un’altra novità: per la prima volta come ultimo tedoforo a correre i 92 scalini che portavano all’accensione del braciere olimpico fu una donna, la velocista messicana Enriqueta Basilio. Oggi 69enne, in più occasioni ha ricordato quell’esperienza straordinaria: «Mentre in molti mi dicevano che non ce l’avrei fatta, che non potevo reggere alla pressione, io mi allenai tantissimo. E non accesi soltanto il braciere olimpico, ma il cuore di tutte le donne per rivendicare la pari dignità». «In quel gesto - ricorda Paola Pigni - vedevo più l’atleta che la donna. Pensavo a lei, all’onore che dava al suo Paese che l’aveva scelta, e a tutti noi». L’Olimpiade delle grandi imprese, dicevamo. E allora cominciamo dalla prima che lasciò tutti a bocca aperta, il protagonista per primo. Si trattò del salto in lungo di Bob Beamon, statunitense, che riuscì a raggiungere gli 8,90 mt, un record superato soltanto nel 1991. E poi il fantascientifico salto in alto di Dick Fosbury, altro statunitense, che saltò il regolo di schiena anziché con le gambe a forbice o piegandosi sul ventre. Fu medaglia d’oro con 2,24 mt. Fosbury rivoluzionò il salto in alto. Altra impresa fu quella di Jim Hines nella finale dei 100 mt che batté il muro dei 10 secondi, corsa disputata in-
NAZIONI E ATLETI
112
furono le Nazioni partecipanti per un totale di 5.516 atleti (4.735 uomini e 781 donne).
171
furono gli atleti italiani partecipanti in totale: 156 uomini e “solo” 15 donne.
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teramente da neri, mai successo prima. Come non ricordare l’appassionante gara di salto triplo che, dopo una serie di primati (il record venne battuto 10 volte in 2 giorni), finì con il bronzo di Giuseppe Gentile, l’argento di Nelson Prudencio, e l’oro di Viktor Sanayev. E veniamo all’evento clou, la finale dei 200 mt, di quel podio indimenticabile, a sei mesi dall’assassinio di Martin Luther King e a quattro da quello di Bob Kennedy. È oro e record per Tommie Smith, 24 anni, il bronzo va a John Carlos, 23 anni, e l’argento a Peter Norman, australiano, 26 anni. Carlos e Smith si presentano alla premiazione con i piedi scalzi, capo chino, con il pugno alzato e un guanto nero ciascuno come segno di protesta contro la segregazione razziale e le ingiustizie subite dai neri negli Usa. Norman decide di aderire alla causa e indossa una spilla del Progetto olimpico per i diritti umani. Da questo gesto la vita dei tre atleti cambierà irrimediabilmente. «Non rimasi stupita del gesto di Smith e Carlos, mi stupì invece quello del velocista australiano Norman - racconta
PAOLA PIGNI, mamma e nonna, è ancora oggi la stessa donna determinata che nel 1969 riuscì nella notturna di Milano a stabilire il record mondiale dei 1.500 mt (4:12.4) superando l’olandese Maria Gommers. Paola Pigni è stata la prima atleta italiana a spingersi oltre gli 800 mt ed abbattere il muro del pregiudizio che, a differenza degli uomini, considerava le donne non in grado di sostenere le lunghe distanze. Prima, però, di ricordare le fatiche dei suoi successi, c’è qualcosa che le preme dire: «Vorrei salutare tutti gli over 50 e lanciare un messaggio: abbiamo un importante ruolo in questa società, prima di tutto quello storico e di testimonianza, perché senza un passato non ci può essere un futuro. Non penso che “anziano” significhi inutile. Ci sono anziani che hanno grandi capacità ed energia intellettuale. Non bisogna fare una gara tra giovani e meno giovani. In ambito lavorativo è stato dimostrato che la combinazione e collaborazione tra i giovani e le persone mature genera grandissimi risultati sulla produttività. Dico a tutti i non-
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25^ EDIZIONE
Le Olimpiadi 50&Più (15-23 settembre San Vincenzo - LI) vivranno un’edizione speciale. A renderla ancora più bella sarà Paola Pigni, testimonial della 25esima edizione
RICORDI DI UN’ATLETA, TRA ORGOGLIO E TENACIA ni che non dobbiamo “sentirci”, ma che siamo». Riguardo poi l’attività fisica, suggerisce: «Alla nostra età non dobbiamo aspirare a un risultato assoluto, ma personale, secondo le proprie possibilità. Soprattutto, l’attività fisica deve essere un momento di rilassamento e di divertimento. Se non si hanno problemi di salute, non si hanno dolori, l’importante è non fermarsi e andare avanti facendo quello che piace». Come si mantiene in forma? Ho un problema a un ginocchio, quindi la sera faccio una camminata sul tapis roulant, addominali e ginnastica. Leggo anche molti libri e ascolto la radio. Tutto questo mi rilassa e mi aiuta ad affrontare le problematiche della vita. Come ha fatto a farsi strada nel mezzofondo, specialità dominata dagli uomini? Grazie all’educazione scolastica ricevuta: sono nata a Milano, dove ho frequentato la scuola tedesca. Esisteva solo l’essere umano e le opportunità. Sono stata la prima a fare i 1.500, i 3.000, i 5.000. Dicevo che nes-
suno doveva impedirmi niente. E lo penso ancora. Come si allenava? Ho iniziato a correre per le strade di Milano, la gente mi prendeva in giro. Poi non ho avuto una vita facile. Mio padre è morto quando avevo 23 anni, per aiutare mia madre ho iniziato a lavorare. Mi allenavo alle cinque del mattino, poi andavo a lavorare, non mangiavo, la sera tornavo ad allenarmi. Diventavo sempre più forte e ho trovato chi credeva in me. I record prima o poi vengono battuti, ma l’unica cosa irripetibile è essere i primi a fare qualcosa. Significa aprire una strada, essere uno “scopritore”. Questo non me lo può togliere più nessuno. Dagli atleti ha ricevuto incoraggiamento? Mi allenavo con gli uomini. Mi allenava mio marito (Bruno Cacchi, ndr). Correvo per le strade di Milano, con una nebbia e un freddo pazzeschi. Dopo le Olimpiadi del ’68 partecipò a quelle di Monaco del 1972, funestate dall’attentato palestinese.
Fu una tragedia. Da quell’Olimpiade è cambiato tutto riguardo alla sicurezza, divenuta ormai predominante. Una tristezza. Ma è la realtà dei nostri tempi e occorre essere pragmatici. Parliamo del bronzo che vinse proprio in quelle Olimpiadi. Quella medaglia fu un furto che mi fecero. Chi era davanti a me era drogato fin sopra ai capelli: Russia e Germania dell’Est. Poi si scoprì che fu un doping di Stato. Molte atlete hanno pagato con gravissime malattie, con situazioni personali e umane terribili. Comunque, è stata “ripagata” da tutti i record che ha conquistato, sul miglio, sui 1.500, sui 3.000... No, affatto: io, come tanti atleti, ci siamo ammazzati di fatica per giocare pulito. Io correvo 45 km tutti i giorni, sono stata incredibilmente brava in quell’Olimpiade (con 4:02.85 si piazzò a un soffio dalle prime due, ndr). Il brutto è il messaggio che si manda. Purtroppo il doping non sarà mai sconfitto. È una pura illusione. Davanti ai soldi si fa di tutto. Comunque, poi la storia ci ha dato ragione.
Paola Pigni -. I due atleti afroamericani facevano parte di un movimento, di un gruppo che li ha eletti a simboli e a propri eroi, Peter Norman no. Quando tornò in Australia gliela fecero pagare cara, gli fu impedito di gareggiare, pur detenendo il record australiano, venne considerato un traditore, la sua vita fu distrutta. Norman era un uomo all’avanguardia, che credeva nell’uguaglianza e nella fratellanza. Questa è stata la sua colpa. Il suo gesto mi ricorda quello che fece il saltatore tedesco Luz Long quando aiutò l’afroamericano Jesse Owens, in difficoltà, a definire lo stacco che gli valse la qualificazione e l’oro proprio davanti al tedesco. Erano le Olimpiadi del 1936, quelle di Hitler. Infatti, Long fu poi mandato a morire in guerra». Gesti che la Pigni spiega così: «Penso che nel mondo sportivo, chi ha la stessa passione, pratica la stessa disciplina, pur vedendo l’avversario come “nemico assoluto”, provi un profondo senso di fratellanza e di condivisione certamente molto più forte rispetto a persone che vivono nella stessa città, dove uno fa il filosofo e l’altro l’imbianchino». Dopo quel fatidico gesto compiuto davanti al mondo, Smith e Carlos vennero cacciati dal villaggio olimpico e per anni furono vittime di una vera persecuzione. Peter Norman morì nel 2006, Smith e Carlos volarono in Australia e portarono in spalla la sua bara. Soltanto il 28 aprile 2018, dopo quasi 50 anni, Norman è stato riabilitato con il conferimento dell’Ordine al merito del Comitato Olimpico australiano. SETTEMBRE 2018 I 33
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__SOCIETÀ CULTURA__
Lo studioso Riccardo Magnani, che da anni si interessa del quadro, svela i segreti che potrebbero celarsi nel famoso capolavoro di Leonardo da Vinci
IL MISTERO ALLE SPALLE DI MONNA LISA di Romina Vinci
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«QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO CHE VOLGE A MEZZOGIORNO TRA DUE CATENE NON INTERROTTE DI MONTI…»: è l’incipit del capolavoro che Alessandro Manzoni ha ambientato nella sua Lecco, diventando un colosso della letteratura italiana, e facendo conoscere il territorio lariano in tutto il mondo. Eppure quella de I Promessi Sposi non è stata la prima ambientazione d’autore del versante lecchese del lago di Como. Anche Leonardo da Vinci, infatti,
avrebbe scelto il paesaggio di Lecco come sfondo delle sue numerose opere. È quanto sostiene Riccardo Magnani (nella foto in alto, a sinistra), uno studioso mutuato dal mondo professionale, che da otto anni si è appassionato al genio leonardesco. Una laurea in Finanza Aziendale conseguita presso la Bocconi, anni e anni trascorsi lavorando come economista che cercava di intervenire nella riorganizzazione delle aziende in situazioni patologiche, e poi la folgorazione
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NON SOLO MONNA LISA IL RESEGONE
L’Ultima Cena è allineata con il monte di Lecco
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NEL 2019 VERRANNO CELEBRATI I 500 ANNI DALLA MORTE DI LEONARDO. L’UOMO DI INGEGNO DEL RINASCIMENTO È MORTO AD AMBOISE IL 2 MAGGIO 1519
e l’immersione nel mondo leonardesco e rinascimentale. Oggi è uno dei più appassionati studiosi di Leonardo, autore di pubblicazioni, conferenze e seminari che cercano di fornire una lettura diversa delle opere del genio da Vinci. «Tutte le opere di Leonardo, sia pittoriche che grafiche (ovvero gli schizzi contenuti nei suoi codici), raccontano pezzi di paesaggio lombardo. Del resto - sostiene Riccardo Ma-
gnani - la presenza di Leonardo presso il Ducato degli Sforza è certificata anche dagli studi canonici. Leonardo è arrivato nel 1482 e vi è rimasto fino al 1499, era affascinato dalle montagne lecchesi, quindi è abbastanza logico che rappresentasse il territorio lombardo nelle sue opere». Ma non si tratta di semplici riproposizioni paesaggistiche, le une uguali alle altre, ma riferimenti singolari, individuali, legati a punti in cui la viabilità dell’epoca incrociava delle fortificazioni, dei castelli, dei conventi che garantivano il controllo del territorio ducale. Riccardo Magnani sostiene
che La Gioconda, l’opera per eccellenza di Leonardo, ritragga nel paesaggio alle spalle della Monna Lisa non i territori toscani e umbri, men che meno il Montefeltro, contrariamente a quanto sostengono gli studi canonici, bensì la Lombardia, le montagne lecchesi e l’antico ponte all’imbocco del capoluogo, costruito tra il 1336 e il 1338 per migliorare i collegamenti tra la città e il ducato di Milano. «Dietro La Gioconda - spiega Magnani - c’è il ponte Azzone Visconti, con le sue inconfondibili arcate, mentre alla sua sinistra svetta il San Martino nel profilo che si vede da Calco, paese importante dal punto di vista simbolico perché proprio lì gli Sforza, nel 1449, sconfissero i veneziani dando vita al ducato di Milano». In realtà il paesaggio si comporrebbe di otto paesaggi, tre a sinistra, tre a destra, uno risultante »
Il Resegone è un monte che sovrasta Lecco, il suo nome prende origine dal suo profilo frastagliato e dall’italianizzazione del termine lombardo “resegón” (grande sega), visto che le sue punte ricordano la lama di una sega. Si narra che questo monte fu uno dei quattro punti cardinali individuati dai Celti per costruire la città di Milano, ed infatti da tutta la città, nei giorni di cielo terso, si riusciva a vedere ad occhio nudo. Il legame tra il Resegone e la città meneghina è sempre stato importante, tanto che fino alla fine dell’Ottocento esisteva un vincolo urbanistico per cui non si poteva costruire in direzione del Resegone nessun edificio che superasse il secondo piano, perché ne avrebbe appunto occultato la vista. Ebbene, secondo lo studioso Riccardo Magnani, il dipinto dell’Ultima Cena è perfettamente allineato con il Resegone: «Il modo in cui Leonardo la raffigura si lega al culto solare, le tre finestre dietro il Cristo raffigurano i momenti di solstizio ed equinozio del sole - afferma Magnani -. La parete su cui si pone l’Ultima Cena è orientata verso Nord Est. Se noi togliamo quella parete, alle spalle dei commensali avremmo visto il Resegone. Ma c’è di più: la sagoma degli Apostoli esprime esattamente la sagoma del Resegone, che è appunto retrostante al dipinto».
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Secondo Magnani, dietro a La Gioconda vi sono diversi paesaggi del Lecchese. Nel quadro, indicati con numeri (che richiamano la carta geografica accanto), vi sarebbero: 1) veduta dell’Adda da Calco/Brivio; 2) la parte terminale del ramo del Lago di Como; 3) Mandello; 4) le punte di Olgiasca, Dervio e Bellano.
dalla posizione delle mani, che alluderebbe al Monte Melma e al Monte Due Mani, importanti all’epoca perché contenevano il paesaggio che da Lecco portava alla Valsassina. Ed infine un ultimo livello è rappresentato dal profilo stesso de La Gioconda, che con le innaturali balze del vestito descriverebbe il Triangolo Lariano, ovvero la porzione del territorio compresa tra i due rami del lago. È difficile comprendere appieno l’intuizione di Magnani, senza conoscere e apprezzare la geografia di questo territorio, un territorio scolpito tra lago e monti. E la Monna Lisa non è l’unico quadro che riproduce il paesaggio lecchese. La Vergine delle Rocce, tela conservata al Louvre, dove la Madonna è rappresentata con il Bambino e San Giovannino, sarebbe ambientata in una grotta a Laorca, rione di Lecco. Nell’opera si vedrebbero gli spuntoni della valle Calolden, il Sasso Cavallo e il Sasso Carbonari. Ma non è finita: Pascal Cotte, uno studioso francese che ha analizzato per oltre un decennio il dipinto tramite una tec-
nica non invasiva che utilizza le luci multispettrali, ha ravvisato all’interno della testa della Monna Lisa delle abrasioni, che lasciano intendere degli spilloni di ferro, imputabili, secondo lo studioso francese, alle acconciature tipiche delle donne rinascimentali. Riccardo Magnani, riprendendo gli studi di Cotte, fornisce un’altra chiave di lettura: a suo dire, infatti, la presenza di quegli spuntoni si riconduce alla cosiddetta “Sperada”, ovvero la pettinatura con cui le donne dell’epoca annunciavano la loro condizione di promessa sposa, riconoscibile ad esempio nelle raffigurazioni del personaggio manzoniano di Lucia Mondella. Ed il parallelismo tra l’opera leonardesca e quella manzoniana è al centro di uno scritto di Magnani che presto verrà pubblicato. Insomma, siamo davanti ad una completa rivisitazione dell’opera di Leonardo e Riccardo Magnani ne è cosciente: «Goethe diceva che la cosa più difficile è vedere quello che abbiamo davanti agli occhi; ed è per questo che dobbiamo rileggere Leonardo mettendo da parte le nostre sovrastrutture culturali». La sfida è lanciata.
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cultura __LIBRI CULTURA__
DICE ATIQ RAHIMI: «Ogni pensiero viene dalla nostalgia, a volte scrivo di cose che non ho vissuto, ma mi sono immaginato o sognato, l’immaginazione fa parte della mia vita». Il 56enne scrittore afgano, che vive da tempo a Parigi, considera “la passione della parola e il rifiuto della rassegnazione e del silenzio il filo conduttore di tutto quello che fa”. Documentari, foto, saggi, film premiati a Cannes e romanzi che, con Terra di pazienza, gli hanno dato il Goncourt, hanno come tema la guerra e il lutto, la vendetta, la rivolta, la pazienza. Sullo sfondo, c’è una potente suggestione, la spina dell’esilio, anzi la Grammatica di un esilio: «Ogni esiliato alla fine deve fare una scelta, lasciarsi opprimere dal senso di colpa oppure provare a liberarsene». Ma che cosa è per Rahimi l’esilio oggi?
«Ora mi sento un nomade, un cittadino del mondo. È come se si lasciasse alle spalle una parte del corpo, i suoi tratti psicologici, culturali, politici. In esilio si diventa la traccia, l’ombra di se stessi. L’esilio è queUn racconto intimo st’ombra». L’esilio non si scrie poetico, quello di Rahimi, ve, ma si vive, è una costante meditazione un’esperienza, cosulla vita e su ciò me la nascita, la che si prova perdendo morte. «Per capire cos’è, bisogna la propria terra viverlo - continua Rahimi -, altrimenti ogni storia di Renato Minore scritta si somiglia, è subito dimenticata. La scrittura stessa è LE LETTERE DI OTTAVIA un’esperienza d’esiLuigi Malerba Archinto Editore - 96 pagine lio, è un momento di 13,00 euro separazione, con Giudizio di 50&Più: cui ci si separa Rileggere Luigi Malerba a dieci anni dalla da un framsua scomparsa. Accanto a un delizioso vomento di se lume di racconti inediti, Sull’orlo del cratere stessi».
LA STRADA + SENZA RITORNO DELL’ESILIO
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GRAMMATICA DI UN ESILIO BBE EDIZIONI 176 PAGINE 13,00 EURO Giudizio di 50&Più:
(Mondadori), che ripercorre stili e motivi delle sue narrazioni brevi, è stato riproposto un volume introvabile datato anni Cinquanta, Le lettere di Ottavia. Sono le confessioni di una bella e molto poco ingenua ragazza di provincia che tenta il cinema e racconta al fidanzato avventure e disavventure tra registi e produttori. Tra cui un tuffo con “un paio di slip pantera” nella Fontana di Trevi, un episodio che forse suggerì a Fellini l’idea del bagno della Ekberg ne La Dolce Vita. Storie grottesche nelle quali il comico del singolo individuo mette in luce un’intera società. Malerba, narratore leggero ed elegantissimo, navigando in superficie, mina le sicurezze che riteniamo intoccabili e profonde.
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__ARTE CULTURA__ INFORMAZIONI
Palazzo Loredan - Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti Campo Santo Stefano, 2945 (Ve). Durata: dal 16 settembre al 20 gennaio. Orari: da martedì a domenica 10,00/18,00 (lunedì chiuso). Biglietti: € 8; ridotti € 7; ridotto bambini 4/12 anni € 4. Tel. 0412705616. www.fondazioneligabue.it
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DA NON PERDERE
PALERMO
La biennale Manifesta 12 Evento clou dell’anno in cui la città siciliana è “capitale della cultura italiana”, la biennale di arte contemporanea Manifesta - l’unica senza sede fissa vi tiene la 12a edizione. Cinquanta gli artisti protagonisti, che operano in 20 sedi differenti sul tema Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza. Con l’idea di rappresentare “un mondo mosso da reti informative invisibili, interessi transnazionali, intelligenza algoritmica, processi ambientali e ineguaglianze in costante aumento”, propongono giardini urbani senza bisogno di acqua, percorsi panoramici nel cemento, foreste carbonifere in miniatura, montagne di sale alla Paladino, intrecci arabo-normanni e molto altro. Ai loro video, performance, installazioni e via dicendo, che si possono vedere sul sito http://m12.manifesta.org, si sommano un’ottantina di eventi collaterali. Fino al 4 novembre
Un centinaio di suggestive sculture raffiguranti il corpo umano illustrano l’arte tra neolitico ed età del bronzo
LE ORIGINI DELL’UMANITÀ E IL POTERE DEGLI IDOLI NEL 2019 IL GRUPPO LIGABUE FESTEGGERÀ I CENTO ANNI DI ATTIVITÀ nell’ambito del catering e dei servizi marittimi. Con 400 punti operativi, oltre 6.000 addetti e un fatturato di 285 milioni, è una delle grandi realtà economiche italiane che fanno acquisizioni all’estero, dove sviluppa il 70% del business. Però il nome Ligabue agli appassionati d’arte ricorda non solo il grande pittore naïf, ma anche l’attività di Giancarlo, che - oltre ad aver condotto la sua società al successo - fu uno dei maggiori archeologi del XX secolo. Le sue 150 spedizioni ottennero risultati incredibili, dal rinvenimento di
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dinosauri alla scoperta di civiltà, dal Turkmenistan al Niger, dal Perù alla Mongolia. Oggi, a Venezia, la Fondazione che ne porta il nome presenta l’avvincente rassegna Idoli. Il potere dell’immagine, con 100 opere tra il quarto e il secondo millennio a.C. Oltre a esempi fondamentali (come la Venere Ligabue, datata 2.000 a.C. circa) della ricca collezione dell’imprenditore-studioso, un’ottantina provengono dai musei archeologici di Madrid, Cagliari, Bruxelles, Oxford, e da collezioni di Parigi e Londra, da cui molte non erano mai uscite. Le superbe statuette ci parlano da secoli lontanissi-
MOSTRE di Ersilia Rozza
mi, esprimendo sia l’universalità del concetto di divinità (tra l’altro, confermando l’iniziale devozione dell’uomo a una Dea Madre, cui succedette un Dio Padre solo con la prima “urbanizzazione”, attorno al 3.000 a.C.) sia l’interculturalità già presente in epoche remote, tanto che i reperti iberici, italiani, egizi, indiani, mostrano imprevedibili caratteri di vicinanza sia per i materiali che per le raffigurazioni, da geometriche a naturalistiche, a reali.
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__TEATRO CULTURA__
IL TEATRO ELISEO DI ROMA festeggia cento anni e il suo direttore artistico, Luca Barbareschi, considera questo anniversario la «Celebrazione di una nuova partenza, di una rinascita culturale». Quattro anni fa si è buttato in questa avventura convinto che «per Roma e la cultura italiana le
storiche sale di Via Nazionale sono state, devono essere e saranno luoghi essenziali di elaborazione dove impastare e ricreare». E in effetti questo spazio è diventato un faro culturale per la città, un luogo di aggregazione, di conoscenza, una casa per gli artisti ma anche un laboratorio di idee,
MILANO
Fernanda Wittgens, omaggio alla tenacia femminile Straordinaria donna di cultura e grande esempio di giustizia, Fernanda Wittgens, milanese, è stata una figura di rilievo per il capoluogo lombardo, dove mise al sicuro preziose opere d’arte, difendendole da bombardamenti e da razzie naziste nel periodo bellico. Si adoperò nel salvare famiglie perseguitate e lottò per la tutela del bene comune e la raccolta di fondi per la ricostruzione. A lei Milano rende omaggio. Il Piccolo Teatro (Teatro Grassi, il 26 e 27) e il Museo del Cenacolo Vinciano (il 25, due recite) organizzano infatti un evento breve ma intenso, che racconta la tenacia di questa donna, che ha dedicato la vita all’arte e agli altri. A dar corpo e voce alla raffinata studiosa, l’attrice milanese Sonia Bergamasco, con letture de Il miracolo della Cena, della Wittgens, curate da Marco Rampoldi. Info: 0242411889
FOTO ALESSANDRO SCHINCO
TEATRO
FOTO MARCO ROSSI
EVENTO “CLOU” AL TEATRO PERGOLESI DI JESI, IL 22, CON “LE METAMORFOSI DI PASQUALE” DEL XVIII FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI (1-30 SETTEMBRE). INFO: 0731206888
FOTO MICHELE CROSERA
L’ARTE E I SUOI DIVERSI LINGUAGGI
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Dopo la pausa estiva, il teatro si risveglia. Da Roma a Milano, passando per le Marche, ecco i primi spettacoli di Mila Sarti
Il Teatro Eliseo compie cento anni celebrando la passione e la creatività. Tante e diverse le proposte culturali del ricco cartellone di creatività. Un palcoscenico dove l’arte parla vari linguaggi in un continuo scambio culturale che è anche arricchimento spirituale e civile per tutti. Accanto ai cartelloni del Teatro Eliseo e del Piccolo, prosegue dallo scorso anno Eliseo Off e, forte della presenza di migliaia di persone, riprende Eliseo Cultura, a cura di Alessandro Vaccari, con 37 appuntamenti fra scienza, letteratura, poesia e arte. Quindi Eliseo Ragazzi, Eliseo per la Scuola, Eliseo Musica fra jazz, classica, pop e musica contemporanea, Eliseo Extra
con mostre e il Teatro Patologico, La Storia a Processo! e il Progetto Periferie. A conferma del vivace fermento che anima questa stagione teatrale, il mese di settembre parte con un Prologo di Stagione ricco di appuntamenti: da Kamikaze napoletano a Medea per strada a Ogni bellissima cosa, da L’ammore nun’è ammore a Spregevole e Io lavoro per la morte. In scena tra Foyer Platea e Piccolo Eliseo con uno spettacolo itinerante a bordo di un furgone. Info: 0683510216 SETTEMBRE 2018 I 39
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__MUSICA CULTURA__ CURIOSITÀ
Fino al 30, la Reggia di Venaria (To) propone Preziosi strumenti, illustri personaggi, con le chitarre di Paganini (che non suonò in pubblico), gli archi degli zar, il mandolino di Maria Teresa di Borbone e vari altri, costruiti da sommi liutai e mai esposti prima.
Si annuncia come l’evento della stagione il nuovo album di canzoni inedite Egypt Station
di Raffaello Carabini
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PAOLO CONTE
MUSICA
50 anni fa, l’estate di uno dei brani più famosi al mondo. Un successo intramontabile 1968-2018 “AZZURRO” COMPIE MEZZO SECOLO
«L’ho scritta perché volevo fare una canzone dal taglio antico nel periodo del beat e del rock‘n’roll», dice Paolo Conte, che di Azzurro è l’autore insieme a Vito Pallavicini. «Una canzone che non ho mai dimenticato e, dalla quale però, non sono stato condizionato stilisticamente. Subito Celentano mi è sembrato l’interprete ideale per quel suo modo da strada di cantare». Aveva ragione, la canzone fu il tormentone di quell’estate del 1968 e continua a piacere anche alle nuove generazioni, nonostante «di quel mondo lì oggi sia scomparso quasi tutto».
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IL MISTERIOSO RITORNO “EGIZIANO” DI PAUL McCARTNEY LO HA CONCEPITO COME UN VIAGGIO. Con una stazione di partenza nella terra delle piramidi e una di arrivo nell’empireo dove regna la pace, quella di People Wants Peace, l’inno culmine del nuovo cd Egypt Station, che prende il titolo dal quadro dello stesso sir Paul riportato in copertina, offre 14 canzoni che sono “location da sogno dalle quali proviene musica senza tempo”. A cinque anni di distanza dal precedente New, album top one, il nuovo lavoro - su cui si erano spese varie supposizioni per la cancellazione dell’account Instagram di McCartney e alcune sue apparizioni inattese a Liverpool - ce lo riporta in ottima forma, fantasioso e pieno di curiosità sonore, come mostra soprattutto il brano-capolavoro De-
spite Repeated Warnings, sette minuti di epiche cavalcate tra mille sfaccettature. Le collaborazioni con Kanye West, i Foo Fighters e l’ex-partner Ringo Starr, come probabilmente la ristampa di alcuni dischi precedenti - tra cui Flowers In The Dirt, Tug Of War e Thrillington -, hanno dato frutti importanti, che passano da momenti tipicamente alla Macca (in primis il singolo I Don’t Know) alla “meditazione acustica su quanto di piacevole c’è anche nei nostri giorni tribolati”, intitolata Happy With You. Egypt Station presenta un personaggio ancora con le idee chiare, compresa quella della campagna antinquinamento “One Day a Week”, in cui sensibilizza tutti al non mangiare cibi animali almeno un giorno a settimana.
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__CINEMA CULTURA __
Il “sequel” del musical con Meryl Streep è un inno alla gioia di vivere, sempre: «Che il resto della vita sia il meglio della vita»
di Alessandra Miccinesi
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FILM IN USCITA
MAMMA MIA! CI RISIAMO
COMMEDIA
BLACKKKLANSMAN REGIA di Spike Lee con: J. D. Washington Giudizio di 50&Più:
COMMEDIA
IN VIAGGIO CON ADELE REGIA di Alessandro Capitani con: A. Haber e S. Serraiocco Giudizio di 50&Più:
Ritorno agli Anni ’70 per il regista Spike Lee che usa l’arma della commedia biografica e parodistica per stigmatizzare l’America intollerante di oggi, con stile provocatorio. La pellicola è un adattamento del libro Black Klansman di Ron Stallworth. Mentre negli Stati Uniti la lotta per i diritti civili infiamma il Paese, il detective Stallworth entra nel dipartimento di polizia di Colorado Springs, tra sguardi ostili e scettici. Dovrà intrufolarsi nella divisione del Ku Klux Klan della sua città, per denunciarne i crimini.
Che succede se Adele, 25enne con sindrome di Asperger che ha appena perso sua madre, e Aldo, noto attore teatrale chiamato per le esequie della donna, scoprono di essere padre e figlia? A incorniciare il tutto la solare terra di Puglia, in un viaggio esistenziale che trasformerà le vite dei protagonisti. Come quella di Aldo, che dovrà accompagnare Adele dalla nonna materna, l’unica disposta ad accogliere la ragazza e a dirle la verità.
CINEMA
LA STORIA SI RIPETE, e non è solo magia della cinematografia: è la forza viva dell’amore. Sono passati due lustri dal primo festaiolo e coloratissimo Mamma mia! che ci ha fatto ballare sulla sedia al ritmo delle canzoni degli Abba. Lo scintillio delle paillettes e il carisma dei protagonisti, strizzati nei loro vestiti di scena sui titoli di coda - irresistibili Meryl Streep e Pierce Brosnan, Julie Walters e Christine Baranski, Colin Firth e Stellan Skargaard - lasciava già presagire il sequel-prequel che arriva sugli schermi diretto da Ol Parker. La storia guarda al futuro ma strizza l’occhio al passato. Perché il musical che ha incassato oltre 600 milioni di dollari, incastonato nell’isola greca di Kalokairi, è attraversato da canzoni evergreen come Waterloo, I have a dream, Kisses of fire, Thank you for the music, When I kissed the teacher, e riallaccia i fili della storia per
mostrare come le relazioni forgiate nel passato risuonino nel presente. Per sapere come tutto è cominciato, spostiamo le lancette al 1979. L’avventurosa Donna (interpretata da Meryl Streep in tandem con Lili James) dopo il college si trasferisce in Grecia. Qui entra in contatto con i tre “padri” della sua futura figlia. Il racconto del passato s’intreccia all’oggi senza effetto nostalgia ma con sguardo tenero e divertito, perché la realtà - e il futuro che da esso trae linfa - ci mostra una famiglia che nonostante le difficoltà continua ad allargarsi. E a fare dell’inclusione il suo punto di forza. Tra le new entry, oltre alle star Cher e Andy Garcia, anche Alexa Davis, Jessica Keenan Wynn, Jeremy Irvine, Josh Dylan e Hugh Skinner. Regia: Ol Parker Genere: commedia musicale Giudizio di 50&Più:
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__PATRIMONI DA SALVAGUARDARE__
IL FASCINO DISCRETO DELLA CONOSCENZA di Tullio Gregory
Nonostante il Web, l’enciclopedia continua a tenere testa. Perché non offre solo informazioni, ma strumenti di interpretazione della realtà
LA CONTINUA RICHIESTA DI ACQUISTARE L’ENCICLOPEDIA ITALIANA DI SCIENZE, Lettere e Arti nei suoi 56 volumi - nella prima edizione più 20 di Appendici - e l’impegno dell’Istituto della Enciclopedia Italiana a renderla costantemente disponibile aggiornandola periodicamente, indicano la vitalità di un’opera che resta sempre “aperta” registrando nelle periodiche Appendici i mutamenti sia delle realtà geopolitiche, sia dei saperi, della ricerca, dei gusti. L’aggiornamento tramite corposi
TEMPI DI COESISTENZA
Tra il cartaceo e l’informatico Internet ha certamente rivoluzionato il consumo dei prodotti editoriali, ma il fascino del libro stampato è destinato a durare. Lo stesso Umberto Eco aveva previsto una lunga fase di coabitazione tra le due diverse realtà.
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volumi pubblicati con cadenza mediamente decennale - fino a 5 volumi per la V Appendice - costituisce una caratteristica propria dell’Enciclopedia Italiana rispetto ad altre enciclopedie europee nelle quali ci si è limitati a modificare o introdurre qualche voce nella ristampa dell’opera originale, senza sostanziali aggiunte. Va sottolineato come l’Enciclopedia Italiana, con le sue Appendici, che quasi ne hanno raddoppiato le dimensioni, costituisca un tutto unitario che rispecchia con attenzione lo stato e lo sviluppo delle conoscenze, con un grande equilibrio fra i vari settori disciplinari e la collaborazione di autori che sono i massimi studiosi o protagonisti della vita politica, economica, scientifica, letteraria, artistica contemporanea.
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Per questo l’enciclopedia non può trovare concorrenti in rete: essa infatti non offre solo informazioni, ma anzitutto strumenti di lettura, di interpretazione e di sistemazione di problemi all’interno di più ampi riferimenti interdisciplinari, sempre attraverso la voce dei protagonisti. Si pensi ad atomo di Enrico Fermi, a matematica di Federigo Enriques, a radiocomunicazioni di Guglielmo Marconi, a Nerve Growth Factor (NGF) di Rita Levi Montalcini, a neuroni specchio di Giacomo Rizzolatti; o ancora all’attenzione posta alla creazione letteraria (da futurismo di Filippo Tommaso Marinetti a letteratura di Melania Mazzucco), ai problemi dello spettacolo e della comunicazione, alle voci regia di Silvio d’Amico, poi di Luigi Squarzina, a rete di Tomás Maldonado con tutto un contesto di voci relative all’informatica, sotto il profilo tecnico-scientifico e per l’incidenza della vita quotidiana. Potremmo ricordare, fra i collaboratori stranieri, Marc Fumaroli, con la voce retorica, e Marc Augé con nonluogo. Sullo sfondo sempre precisi inquadramenti delle realtà geopolitiche (tutti gli Stati del mondo sono presenti con i fondamentali indicatori per la popolazione, le strutture istituzionali, l’economia, la cultura), l’attenzione ai processi di globalizzazione e insieme ai nuovi regionalismi, ai problemi dei diritti dei popoli, della condizione delle donne, dell’eutanasia, del testamento biologico fino alla crisi del diritto e degli ordinamenti statali. L’Enciclopedia può vantare così di essere un osservatorio privilegiato sul mondo contemporaneo.
DA YOUTUBE AL PUNK ROCK
Tra le sue pagine anche i nuovi divi della musica Grande è sempre stata l’attenzione nell’Enciclopedia e nelle sue Appendici al mondo della musica e dello spettacolo, ma particolarmente rilevante nell’ultima Appendice (la IX) è la presenza di voci dedicate alla musica contemporanea e alle nuove modalità di fruizione: da Musicale, fruizione a YouTube, da Video virale a Videoclip e a Talent show, da Teen pop (con i nuovi idoli dei giovanissimi, come Miley Cyrus e Justin Bieber) a Latin pop (con Shakira ed Enrique Iglesias tra gli altri), da Indie rock (con le indie bands lanciate negli anni Duemila da Myspace, che hanno raggiunto il successo mondiale: come The Killers, gli Strokes, gli Interpol, i Beirut di Zachary Condon) alla nuova rinascita dell’Opera lirica, passando per il Rap (di Fedez e JAx tra i citati) e la Minimal music. E con le biografie dei cantanti più noti e amati: dai Coldplay a Lady Gaga, da Vasco Rossi a Ligabue, non dimenticando il collettivo punk rock delle Pussy Riot.
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A cura di
Fisica, geopolitica, informatica, processi di globalizzazione, testamento biologico: ogni argomento viene affrontato attraverso la voce dei protagonisti
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__EVENTI ASSOCIATIVI__
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SONO STATE ASSEGNATE 20 FARFALLE D’ORO, 4 LIBELLULE D’ORO, 55 MENZIONI SPECIALI, 10 SEGNALAZIONI DELLA GIURIA E 4 SUPERFARFALLE
di Luisella Berti
IL FERVORE DI PARTECIPARE Questo è quello che muove, ogni anno, centinaia di over 50 con la passione per la scrittura, in prosa o in poesia, per la pittura o la fotografia, a voler partecipare al Concorso 50&Più. Un’occasione per ritrovarsi con se stessi e condividere con gli altri quel gesto creativo che è un compagno di vita, è forma e sostanza
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È IL TEMPO DEL TEMPO RITROVATO, di quello da inventare, di uno spazio riconquistato, riempito dall’arte e dalla creatività. È il tempo dell’età matura, una spinta ad andare avanti con la consapevolezza di sé e del proprio passato. È il tempo del fervore che preme a partecipare per condividere qualcosa con gli altri. Di rendere pubblico quello che è personale. È il tempo della ricerca della bellezza, è il tempo della pausa mentre tutto intorno corre veloce. Tutto questo è il Concorso 50&Più ed è quello che, ogni anno, muove a partecipare centinaia di over 50 dal Nord al
Sud della Penisola. Il dove e come poco importa. L’importante è esserci. Così anche quest’anno, lasciate le rive del Lago Maggiore, il Concorso 50&Più per la sua XXXVI edizione è approdato a Salsomaggiore Terme, dove l’arte in tutta la minuziosità del liberty ha accompagnato i finalisti verso il fatidico giorno della proclamazione dei vincitori. Un’edizione ricca di opportunità per i partecipanti, che hanno avuto la possibilità di approfondire e accrescere le loro competenze nelle discipline artistiche grazie a seminari e laboratori tenuti da grandi artisti e professionisti della »
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__EVENTI ASSOCIATIVI__ cultura. Gli appassionati di fotografia hanno potuto seguire il workshop Salsomaggiore, città del liberty, tenuto da Lina Pallotta; gli amanti della pittura il laboratorio Colore come magia, con il pittore Enrico Benaglia; per esercitarsi nella scrittura narrativa l’appuntamento è stato con il laboratorio Una foto immaginaria, del maestro di scrittura Francesco Tarquini, mentre per gli amanti della parola poetica Le ragioni della poesia, con il poeta Elio Pecora. Per la prima volta quest’anno è stato organizzato un laboratorio di lettura ad alta voce, Leggere per raccontare, tenuto dall’attrice e scrittrice Fiorella Magrin e l’attore Vittorio Viviani. A fare da cornice non sono mancati gli spettacoli serali tra concerti, ballo, comicità e magia. Anche quest’anno a giudicare le opere, una giuria di spicco formata da grandi artisti e personalità della cultura: Renato Minore, scrittore, giornalista e critico letterario; Elio Pecora, uno degli scrittori capostipiti del Novecento, autore di poe-
Le opere Sono state 800 quelle in gara e 500 gli over 50 provenienti da tutta Italia. Una partecipazione anche dal Canada.
Classifica Tra le regioni più “creative”, al primo posto la Lombardia con 65 partecipanti, seguita dal Veneto con 60 artisti e dalla Toscana con 52.
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Sopra, Silvia Mezzanotte al Concorso 50&Più con il concerto “Le mie regine”, al Teatro Nuovo. Sotto: il giorno della finale con il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi (a sinistra), e il segretario generale Gabriele Sampaolo (a destra). Al centro la Giuria del Concorso: da sinistra, Giulio Rigoni, Lina Pallotta, Duccio Trombadori; da destra, Renato Minore, Paolo Di Paolo ed Elio Pecora.
sie, romanzi, saggi critici; Lina Pallotta, docente e fotografa pluripremiata; Giulio Rigoni, pittore dallo stile minuzioso, in bilico tra estetica classica e contemporanea; Duccio Trombadori, personalità eclettica, giornalista, scrittore, critico d’arte; e, per la prima volta in giuria, Paolo Di Paolo, giovane scrittore di successo. La premiazione, al Teatro Nuovo di Salsomaggiore, condotta dal giornalista Rai Paolo Notari, è stata emozionante. Delle 800 opere in gara, sono state assegnate 20 Farfalle d’Oro, 4 Libellule d’Oro, 55 Menzioni speciali e 10 Segnalazioni della Giuria. Soddisfazione e complimenti a
tutti i partecipanti dai vertici dell’Associazione 50&Più. «Complimenti sinceri a tutti coloro che hanno partecipato e hanno deciso di mettersi in gioco. Siete nel cuore della missione di 50&Più», ha affermato il segretario generale, Gabriele Sampaolo. «È un onore per noi offrire la possibilità, soprattutto a chi non ne ha mai avuta una prima, di avvicinarsi all’arte in tutte le sue forme. L’incontro con l’arte - ha aggiunto - diventa un incontro anche con se stessi e con il prossimo: un momento di ascolto, vicinanza e condivisione». «Siamo arrivati alla XXXVI edizione, animati dallo stesso en-
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I premiati con le Farfalle e Libellule d’Oro: da sinistra, P. Assanelli, M. T. Mazzotta, R. Zega, M. F. Cocchi, E. Mayer, O. Semino, F. Picciolo, G. Zagaglia, G. Calore, W. Vallesi, L. Mariotti, P. Bozzon Pillon, B. M. Rorato.
tusiasmo e passione del primo anno», ha sottolineato il presidente nazionale Renato Borghi. «La nostra Associazione ha proseguito - è fatta » LA NUOVA LOCATION
«AVETE ONORATO DELLA VOSTRA PRESENZA LA NOSTRA CITTÀ, PORTANDO UNA VENTATA DI NOVITÀ», COSÌ FILIPPO FRITELLI, SINDACO DI SALSOMAGGIORE TERME, CHE HA PATROCINATO L’EVENTO
INCONTRO CON PAOLO DI PAOLO
Il giovane scrittore per la prima volta nella Giuria del Concorso 50&Più. Le sue impressioni e consigli per chi vuole fare il mestiere dello scrittore: leggere tanto, lasciarsi ispirare ma poi lavorarci sopra
HA 35 ANNI, 15 anni di carriera alle spalle, e un buon numero di romanzi pubblicati, tra i più recenti: Dove eravate tutti, Mandami tanta vita, Una storia quasi solo d’amore, tutti pubblicati per Feltrinelli. In cantiere un nuovo romanzo: «Spero di ultimarlo per l’autunno. La fase della stesura è sempre molto delicata». Cosa l’ha colpita maggiormente di questo Concorso? L’atteggiamento dei partecipanti: sanno che non diventeranno mai scrittori professionisti - benché ci siano sempre delle eccezioni -, eppure voler ricavare dalla propria giornata uno spazio
per la scrittura lo trovo molto bello. In questo caso è come se la scrittura avesse davvero una funzione terapeutica, serve a te. È uno spazio della giornata che si riempie e lo intensifica. Quali sono stati i suoi parametri di giudizio? Mi sono concentrato sull’intensità del sentimento tradotto in parola: un ricordo, un episodio della propria vita, un riferimento al proprio vissuto. Ho trovato spesso racconti o poesie con questi contenuti. Ho considerato anche degli elementi estetici, ma soffermandomi soprattutto sull’intensità di quello che veniva scritto. Consigli per chi vuole
fare la professione dello scrittore? Il primo è quello più banale: leggere. Non solo con la passione del lettore puro, ma con l’occhio di chi vuole capire come sono fatti. Come funzionano, come sono stati scritti. Il secondo è la consapevolezza, che non è la maniera o il mestiere, ma un continuo domandarsi cosa si sta facendo e come lo si vuole fare. Non esiste uno scrittore inconsapevole e il mito dell’ispirazione va abbattuto: è il momento iniziale, ma poi l’ispirazione va lavorata. L’intervista completa a Paolo Di Paolo è su 50epiumagazine.com
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__EVENTI ASSOCIATIVI__
L’EDIZIONE 2017 I SUPERVINCITORI
Il giudizio del pubblico
SOPRA, IL LABORATORIO DI LETTURA AD ALTA VOCE, “LEGGERE PER RACCONTARE”. IN BASSO, ALCUNI MOMENTI COLTI DURANTE I LABORATORI DI FOTOGRAFIA, PITTURA, PROSA E POESIA
per dare a tutti gli over 50 un’opportunità. Cerchiamo di farlo senza alcuna presunzione, ma facendo del nostro meglio. Grazie a tutti coloro che hanno voluto condividere la propria creatività e il proprio tempo con noi». A conclusione della manifestazione, per suggellare il sodalizio con l’arte, lo spettacolo 50&PiùShow, frutto del laboratorio musicale del Maestro Vincenzo De Filippo. Ed ora è tempo di pensare alla prossima edizione.
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Alla XXXVI edizione del Concorso 50&Più di Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia sono stati premiati anche i Supervincitori dell’edizione 2017, votati dai lettori della rivista 50&Più e attraverso il sito 50epiu.it. Per la sezione Prosa, con 1.085 voti, ha ricevuto la Superfarfalla Pietro Garuccio, di Trapani, con il racconto Viaggio in fondo alla vita. «Questo premio è una piacevole sorpresa. È una gioia partecipare a questo Concorso. Ho iniziato a scrivere da pochi anni e questo racconto è uno dei primi che ho scritto. Lo avevo riposto in un cassetto, l’ho ripreso e quasi riscritto. Direi che è andata molto bene. Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato». Per la Poesia, con 1.271 voti, Superfarfalla a Gabriella Zagaglia, di Pollenza (Mc), con I vecchi. «È una grande emozione e gratificazione questo premio. La poesia è un hobby che è stato sempre presente nella mia vita. Lavoro in ospedale, sono una fisioterapista e sono molto a contatto con gli anziani. La poesia è ovunque, è in ognuno di noi. La vita stessa è una poesia». Gabriella Zagaglia è candidata anche per la Superfarfalla 2018, avendo vinto, anche in questa edizione, la Farfalla d’Oro nella sezione Prosa. Per la Pittura, con Libera e con ben 4.402 preferenze, la Superfarfalla è stata consegnata a Maria Antonietta Franciulli, di Roma. «Grande gioia per questo riconoscimento. Sono anche molto contenta perché sono alla mia prima partecipazione. La pittura è una passione che coltivo da una vita, ma ultimamente sto cercando di perfezionarmi. Sono molto felice di condividere l’arte con tante persone che hanno la mia stessa passione». Per la Fotografia, al primo posto e Superfarfalla a Roberta Lucarelli, di Lucca, con Oman, il ritorno dalla pesca, che ha ricevuto 837 voti. «È un premio che mi dà molta soddisfazione. La foto è frutto di un viaggio in Oman ed è stato un istante che ho voluto cogliere. Sono felice che sia stata scelta dal pubblico. Mi dedico alla fotografia da quando sono in pensione. Prima non avevo proprio il tempo».
XXXVI
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SCHEDA DI VOTAZIONE PER IL CONCORSO PROSA, POESIA, PITTURA, FOTOGRAFIA
È questo il momento più atteso dai finalisti: superare la selezione. I cinque candidati al premio finale per le sezioni Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, attendono ora il giudizio inappellabile dei lettori. Come ogni anno, con la
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scheda di votazione qui proposta, sarà scelto il vincitore per ogni disciplina. Dunque, votate secondo le vostre preferenze: quella crocetta che traccerete sul quadratino posto a lato di ogni nome, sarà decisiva.
Da ritagliare e inviare in originale a 50&Più - Via del Melangolo 26 - 00186 Roma entro il 31/01/2019 (eventuali schede fotocopiate/scansionate saranno ritenute nulle). La votazione può essere effettuata anche sul sito di 50&Più, all’indirizzo www.50epiu.it
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Acconsento al trattamento da parte di Editoriale 50&Più S.r.l. dei dati personali da me forniti. Tale trattamento avverrà nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento (UE) 2016/679 e delle disposizioni per l'adeguamento della normativa nazionale, ed ai soli fini della registrazione del voto da me espresso. Firma
c «Nevrotika#Blues» Gennaro Saccone
c «Lettera a Plinio» Mario Scetta
c «Il ponte rotto sul Rio» Osvaldo Semino
c «Ritorno a casa» Walter Vallesi
c «Quel che resta del giorno» Gabriella Zagaglia
POESIA c «A mio padre» Annunziata Bertolone
c «Solstizio d’estate 1950» Licia Mariotti
c «Simulacri» Maria Teresa Mazzotta
c «Vita» Ida Lucia Musci
c «La terra promessa» Amalia Pasti
PITTURA c «Luce a Castelluccio di Norcia» Maria Cristina Bigerna
FOTOGRAFIA c «La fiducia nel papà» Piero Assanelli
c «Le barene sulla laguna di Venezia» c «I lavatoi di Mumbai - India...» Giorgio Calore Pierina Bozzon Pillon c «...promettimi che ricorderai» Claudia Giani
c «...all’improvviso un raggio di sole» Maria Flora Cocchi
c «Tramonto nel canneto» Gian Piero Penne
c «C’era una volta» Evelina Mayer
c «Torre del Lago Puccini» Gavina Solinas
c «Buona Notte» Romano Zega
> LIBELLULA D’ORO PER LA PROSA: Marisa BERTOZZI di Novellara (Re), con l’opera «Tintinnano i coperchi e fischia il vapore»; > LIBELLULA D’ORO PER LA POESIA: Bianca Maria RORATO di Salgareda (Tv), con l’opera «Resilienza»; > LIBELLULA D’ORO PER LA PITTURA: Claudio ORLANDINI di Ancona, con l’opera «La regata del Conero»; > LIBELLULA D’ORO PER LA FOTOGRAFIA: Francesco PICCIOLO di Roma, con l’opera «Il venditore di caldarroste». MENZIONI SPECIALI PROSA: Maria Luisa ALBERICO, Rossana BERNACCHIA, Mauro CARLESSO, Bruno CIVRAN, Alfredo DINI, Desiderata Antonella ERRANTE, Merville FERRARI, Anna GENNA, Armando GIORGI, Fabio GRANCHI, Emilia MASTRANGELO, Arturo MERCADANTE, Anna PELLIZZARO, Ilde ROSATI, Anselma ROVIDA, Ave VASI. POESIA: Sebastiano ADDABBO, Marcello ARIANO, Maurizio BALLERIO, Gioconda BELLINASO, Luciana BERNARDINELLI, Pierangelo BONELLO, Rosa Maria CIMINO, Alberto CORSARO, Giovanna DADONE BORMIDA, Eugenia Gabriella GAMMARROTA, Enrica MELI, Gerardo MOSCARIELLO, Paola NOVEL-
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PROSA
LETTO, Bianca PANTERNA, Laura PISANO, Luciana PROTANI, Nazario RICCHI, Antonio SANI, Vittoria SCHIAVONI, Adriano TAGLIAPIETRA, Rainalda TORRESINI, Anna Maria VALSECCHI, Claudia VIGO, Romano ZEGA. PITTURA: Maria Grazia ANSELMI, Clara BERGOMI, Rosalba CRILLISSI, Gabriella MERLINI, Gianni MOLENA, Rossana PIANIGIANI, Francesca SANNA, Pasquale SCANNICCHIO, Claudia Alessandra TENANI, Francesco TRUGLIA. FOTOGRAFIA: Lina D’ARPA, Marilena DESALVATORE, Annalisa GATTI, Arturo MERCADANTE, Enzo RUBIN.
SEGNALAZIONI Prosa: Michele GILLANI, Marcello PIERUCCI, Mario SIMONATO. Poesia: Mario CAPUCCI, Giulio Rocco CASTELLO, Luciana CERNE. Pittura: Maria BUSATO, Ugo DI PASQUANTONIO. Fotografia: Maria Luisa MASETTI, Laura MENESINI.
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__CONCORSO POESIA__ Ti brillavano gli occhi sotto la visiera arrivavi a cavallo e mi prendevi con te. Ti adoravo padre mio. A MIO PADRE
Nella mia casa nuova che sconosci in mio figlio risuona la tua voce uguali le sue dita alla chitarra uguale è il suo sorriso a quello tuo.
Quando il dolore le sue grinfie allunga sul mio cuscino sosta il tuo respiro. È la tua mano che la mia fronte accarezza allontanando il buio.
di Annunziata Bertolone Vive a Castroreale (Me). Insegnante elementare in pensione. Definisce la scrittura una terapia. Ha pubblicato i libri: Il tempo e le parole, Contatti al femminile, Favole per Pietro, La scuola raccontata agli insegnanti e Oltre il sentiero, gli ulivi d’argento, e alcuni suoi testi si trovano in antologie e riviste del settore. Al Concorso 50&Più ha vinto: quattro Menzioni speciali per la Poesia, una Farfalla d’Oro per la Prosa e, sempre per la Prosa, cinque Segnalazioni per la Libellula d’Oro.
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Un fazzoletto di asfalto in mezzo alla chiostra delle case dove si affacciavano finestre aperte e stoini arrotolati che lasciavano uscire suoni di vita quotidiana. Note di canzoni popolari, rumori di stoviglie ed il ritmo, sempre uguale, di una macchina per cucire in una armonia complessa che si andava a miscelare alla voce alta e squillante di bambini gioiosi che scandivano il tempo nella conta monotona degli intervalli di corse frenetiche e di giochi fatti di niente. SOLSTIZIO D’ESTATE 1950
I gerani, sfacciatamente rossi in mezzo al verde intenso delle foglie, orlavano i davanzali e segnavano il proscenio di un palcoscenico illuminato dal sole. Sono scomparsi oggi quegli angoli di teatro dove si rappresentava la vita in un mondo dove forse tutto sarebbe stato possibile nell’attesa solo di essere scoperto per realizzare i nostri sogni di bambini.
di Licia Mariotti Funzionario presso la locale Azienda Sanitaria e presidente associazione volontariato Auser Pontedera prima e come responsabile Area Formazione Auser Regionale Toscana poi. È stata inoltre consigliere comunale a Pontedera, città in cui vive. Da oltre vent’anni scrive narrativa e poesia ottenendo riconoscimenti a concorsi nazionali e internazionali. Sue opere figurano in numerose antologie e pubblicazioni. Al Concorso 50&Più - nel 2012, 2014, 2015 e 2017 - ha ricevuto la Menzione speciale della Giuria per la Prosa. Nel dicembre 2015 ha pubblicato il romanzo I ricordi non hanno anima.
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Volti tesi e stanchi sorrisi dietro maschere colorate che mimano gioie immaginarie. SIMULACRI
Nudi silenzi, carichi di tacite accuse, rivestiti di parole prese in prestito al banale quotidiano. Bisogno di verità soffocato dall’abitudine; dignità e amor proprio sacrificati sull’altare dell’opportuno e delle convenienze...
Stretto nel proprio involucro, ciascuno vive simulacro di se stesso.
di Maria Teresa Mazzotta Vedova, mamma e nonna, ha svolto per 38 anni il lavoro di impiegata amministrativa di ruolo nelle scuole secondarie e superiori statali. Ha partecipato a diversi concorsi di poesia banditi da svariate associazioni culturali e ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Al Concorso 50&Più partecipa per la seconda volta. Vive a Lecce.
Quando sul suo viso si disegnerà la terra promessa e i capelli costretti in una crocchia parleranno di estati migliori... la vedrò così seduta fra odori sconosciuti le calze molli sulle gambe a penzoloni la brezza a sollevarle le sottane su giarrettiere di elastico marrone... LA TERRA PROMESSA
Le palpebre cadenti racconteranno di vacanze mai viste evitate alla vigilia delle feste comandate.
E sarà lei la regina incontrastata del suo metro quadrato di asfalto e afa dove stanca ma appagata giocherà la sua ultima partita calando la sua briscola il suo asso pigliatutto.
di Amalia Pasti Laureata in Lingue e Letterature straniere, insegnante di Inglese in scuole pubbliche e private, amante da sempre della poesia con predilezione dei poeti modernisti del ’900. Collezionista di bambole e animalista convinta. Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta; nel 2017 ha ricevuto la Menzione speciale della Giuria per la Poesia. Vive a Monza.
Vita stringimi ancora tra le braccia tue in questi miti giorni di autunno intenerito. Tra magnolie, eucalipti, rossoverdi oleandri, donami ancora scherzi di sole e vapori di brume. Sento schegge di note e richiami di voci e il mare che sussurra la sua lieve risacca. Mi richiamano a te perse campagne di olivi serpeggianti tra solchi aspri e pungenti gramigne. Il fiore del cardo sta sperdendo nell’aria le sue lievi manine piumosi sogni rapiti alle trame del sole!
VITA
di Ida Lucia Musci Docente di Lettere in pensione. Attualmente docente di Letteratura e Storia presso l’Unitre di Bisceglie, città in cui vive. Socia del “Paesino del Libro” di Bisceglie e appassionata di lettura e scrittura. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta.
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__CONCORSO PITTURA__
di Giorgio Calore Pittore autodidatta, ha partecipato a un mostra collettiva, qualche anno fa, presso il circolo culturale artistico al Caffè Pedrocchi di Padova, città in cui vive. Al Concorso 50&Più partecipa per la terza volta. LE BARENE SULLA LAGUNA DI VENEZIA
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» di Gavina Solinas Dopo gli studi universitari a Pisa e Cagliari, ha insegnato Lettere e Storia dell’arte nei licei classici e nelle scuole medie. Autodidatta nel disegno e nella pittura, ha partecipato a diverse mostre collettive ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Partecipa al Concorso 50&Più per la terza volta. Vive a Sassari. TORRE DEL LAGO PUCCINI
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di Gian Piero Penne Nato a Genova, vive a Ronco Scrivia (Ge). Al Concorso 50&Più partecipa per la seconda volta. TRAMONTO NEL CANNETO
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di Maria Cristina Bigerna Ha una formazione artistica acquisita all’Istituto d’Arte “Bernardino di Betto”, di Perugia. Nelle sue opere spazia tra diversi soggetti, sperimentando materiali e tecniche e cercando di far conoscere attraverso di esse quello che porta dentro di sé. Al Concorso nazionale Fighille Arte, nel 2016, ha ricevuto la menzione della Giuria. Vive a Corciano (Pg). Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. LUCE A CASTELLUCCIO DI NORCIA
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di Claudia Giani È nata a Torino dove vive. Dopo la maturità scientifica, ha lavorato nel campo informatico. Ha frequentato per diversi anni una scuola di danza classica, successivamente un corso di teatro e negli ultimi anni si è avvicinata alla pittura. «Ho sempre cercato di dare sfogo alla parte più creativa di me - dice -, dipingere e farsi guidare dal cuore e dalla passione è ciò che più soddisfa la cura dell’anima». Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta. ...PROMETTIMI CHE RICORDERAI
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__CONCORSO FOTOGRAFIA__
di Evelina Mayer Nonna attiva di cinque nipoti, ama viaggiare e l’arte in tutte le sue forme. Dipinge ad acquarello e olio e, di recente, ha scoperto con entusiasmo la xilografia. Al Concorso 50&Più ha vinto nel 2010 la Farfalla d’Oro per la Pittura e nel 2011 e 2014 la Menzione speciale per la Prosa. Vive a Selvazzano (Pd). C’ERA UNA VOLTA...
di Pierina Bozzon Pillon Imprenditrice, amante della fotografia, dei viaggi e dell’arte in genere. Nel tempo libero si dedica al volontariato insieme al marito. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Oderzo (Tv). I LAVATOI DI MUMBAI - INDIA (VITA A CONFRONTO)
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di Piero Assanelli Autodidatta, scrive poesie e fotografo per passione. Ha partecipato a vari concorsi, ricevendo premi ed è autore di tre libri di poesie e foto. Il silenzio, la natura, gli animali, i bambini e gli anziani sono punti fermi per le sue ispirazioni poetiche e fotografiche. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta. Vive a Genova. LA FIDUCIA NEL PAPÀ
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Geometra, libero professionista ora in pensione. Scrittore per diletto e fotografo per passione. Partecipa al Concorso 50&Più per la sesta volta. Vive a Salerno.
BUONA NOTTE
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di Romano Zega
di Maria Flora Cocchi Ex docente di Disegno e Storia dell’Arte al liceo scientifico, costumista teatrale, e fotografa per passione. Ha partecipato a vari concorsi con lusinghieri risultati e sue opere sono inserite nell’Annuario di Arte e Letteratura Contemporanea 2018 e nelle pubblicazioni “Italian Contemporary Art”. Al Concorso 50&Più nel 2017 ha ricevuto la Menzione speciale della Giuria per la Fotografia. Vive ad Arezzo. ...ALL’IMPROVVISO UN RAGGIO DI SOLE
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di Gennaro Saccone Ingegnere, esperto della protezione civile per eventi naturali e verifiche sismiche. Appassionato di viaggi, fotografia e tango argentino, recita in commedie d’autore della tradizione napoletana. Vincitore di numerosi premi letterari, collabora con riviste scientifiche. Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta; nel 2012 ha ricevuto la Menzione speciale della Giuria per la Prosa e, nel 2015, la Menzione speciale della Giuria per la Poesia. Vive a Caserta. __CONCORSO PROSA__
NEVROTIKA #BLUES
N
NON C’ERA VENTO... ma c’era un albero che oscillava come mosso dal vento... gli altri erano immobili. Questo ho notato... solo questo. Quando si comincia a scrivere è come parlare con il migliore amico. Solo che nessuno può interromperti per dirti che sei un idiota. No, non bisognerebbe mai scrivere, si finisce con lo sporcare fogli bianchi con tutto il nero che si nasconde nell’anima. Scrivere è tenere un mondo intero sul palmo della mano e poi soffiarci sopra. Nonostante tutto amo i fogli bianchi, anche quelli inaspettati, i cartoncini nelle confezioni della biancheria, le pagine inespresse prima che cominci un libro, quelle completamente vergini, che suggeriscono, magari, tutta un’altra storia, con altri protagonisti. Che ha un potenziale persino il retro appiccicoso di un post-it, dove c’è ancora spazio per un seguito, per un inaspettato messaggio lasciato cadere nella tasca di una giacca o in una borsetta, prima di andare via. Un frammento di carta perché non si perdano del tutto le tue tracce, perché ti cerchino persino tra le righe, se è necessario. Che ogni spazio vuoto nell’agenda non è semplicemente un giorno perso, ma si può sempre tornare indietro a riempirlo con ciò che trasuda e trabocca da un altro giorno troppo denso e pieno, perché certe cose se ne fottono del tempo e sanno restare conficcate dentro per una vita intera. Non sono capace di stare seduto a guardare, non per niente sono sempre un ottimo esempio di cattivo soggetto. Sì, ho deciso, scappo via, ho seppellito i miei ricordi e tutto ciò che ho perso. Ho imparato che la calma è molto più destabilizzante della rabbia. Il coraggio di fuggire lo trovi in sogni che ti bruciano dentro anche da sveglio, quella febbre che fa guarire dall’abitudine e dalla routine. È un fuoco che distrugge ciò che lo ha generato, è un fuoco che diverrà umile cenere grigia, che darà vita a nuova erba, ecco la vera ribellione. Parto adesso, non ho più un passato. No, non accetto di adattarmi ad uno stile di vita che non è il mio, perché intorno c’è solo chi ti vuole tirare giù nel gorgo, mentre vorresti volare... Quello che mi atterrisce è di sparire da un momento all’altro, improvvisamente,
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senza mai essere riuscito a sapere chi ero davvero. Ci sono dei momenti in cui non fa bene pensare, più ci rifletti e più ti sembra folle, più cerchi di trovare la via, e più ti appare come labirinto, più tenti di arrivare al cuore del problema, più i fili della ragione si aggrovigliano, ti si attorcigliano intorno. Sono quei momenti in cui devi fare una sola cosa: agire d’istinto. Non pensarci più. Decidi, agisci, corri, dillo, fallo. Ogni mattina alzarsi dal letto e ricominciare a sbattere contro il muro dell’universo, sapendo di avere sempre Saturno contro. Meraviglie ed incubi, avanti verso il traguardo finale, perdendo ogni giorno qualcosa lungo la strada, fino a vedere il cielo scardinarsi e scomparire lontano. Si può precipitare anche verso l’alto, e il senso della vita non lo trovi più. Non disprezzare i tuoi demoni: nessuno ti conosce meglio di loro. Non comparire sulla scena della rappresentazione visiva costituisce certo una cosa negativa, come il continuo esporsi. In sintesi, qualsiasi cosa non va bene. La sintesi è sempre spietata. Ovvio. (Parte il sottofondo musicale mentale “My way#Frank Sinatra”). Si è convinti che arrivando ad una certa età, le cose cominceranno ad avere un senso, invece scopri l’angoscia di essere perso esattamente come prima. No, non si deve aver paura dello sguardo maligno della nera signora, la vita fa molto più male. Tutto è bene ciò che finisce bene. Dicono. Ma come si fa a sapere se è bene davvero? Bisogna, quindi, aspettare la “fine”... La vita non prende forse luce dalla fine? Diverse da quelle che si crede, altre sono le cose che un uomo rimpiange quando sente la vita finire. E non sono mai quelle che si considerano importanti abitualmente. I soldi, il successo non contano più un cazzo. No, al momento della conclusione tutto diventa finalmente chiaro, ed è una sola la cosa da rimpiangere:
l’amore rimasto sepolto dentro, inespresso, il non essere stati capaci di essere più felici... cadranno le maschere. Non si ricorderanno i giorni, si ricorderanno gli attimi. Quel giorno capiremo tutto. Allora vorresti rifugiarti in un inferno sicuro, l’eternità è lunga da passare, specialmente verso la fine. Avrò sempre affetto per lei, ma certe volte la vita ti trascina troppo lontano, troppo per poter tornare indietro. Certo che ci siamo fatti del male. Certo che te ne ho fatto, che me ne hai fatto. Ma questa è la condizione stessa dell’amare. Farsi primavera, significa aver accettato il rischio dell’inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza. È molto difficile che tu conosca te stesso, senza aver visto il tuo volto riflesso nei suoi occhi, occhi che ti hanno amato, che ti detestavano, che non ti hanno mai perdonato. Il passato pretende di convivere con l’oggi e confonde un quadro già caotico, ologrammi sbiaditi che galleggiano. Non capisco chi sono, so che appena ieri ero giovane, solo l’altro ieri ero un bambino. Più diventi grande e più corri il rischio di cadere. Un bambino è fatto per cadere, un adulto deve rialzarsi o perde la corsa se rimane a terra. Rialzarsi di continuo. Guai se non sei capace di rialzarti, anche se hai perso il lavoro, hai perso l’amore, ti ammali, se non si è capace di rialzarsi ti lasciano a terra e vanno avanti. Quanto fa male rialzarsi continuamente. Ed oggi chi è lo sconosciuto che mi guarda negli occhi dallo specchio, l’estraneo che mi ha fatto sempre sentire in soggezione, che ha percorso, passo dopo passo, la mia vita senza sapere dove andava e che ha diviso con me lo stesso corpo. La realtà è l’unica cosa che non riusciamo ad accettare. È il tempo che all’improvviso è scivolato, rotolando giù per il precipizio. È così, sento i battiti impazziti dell’orologio che la natura mi ha messo in petto. Le lancette
ruotano furiosamente creando vortici nell’aria seduti sul fondo di quella scatola aperta sul nulla. Guarderò ovunque e lì ti vedrò. Ci sono due persone che non sono riuscito a capire. La prima sono io. L’altra è lei, con occhi, e sorriso ogni volta diversi, di cui con sincerità ero convinto di essere innamorato. No, tu non c’entri più. Per così tanto tempo non ti ho cercato, che quasi non ti trovavo. Le porte si sono chiuse. “Siediti! Resta ancora un po’, qui con me” - ti chiedo. E il tuo sorriso sarà l’ultima cosa che vedrò. Recitare l’ultima scena. Cominciamo ad amarci, inventando inesplorate facce dell’amore. No, non si è persa la vertigine del desiderio, bisogna solo trovare il coraggio ancora una volta. No, se smetti di crederci il mondo perderà un po’ di magia. Se una persona ti è piaciuta dal primo momento che hai incrociato il suo sguardo, fidati, non smetterà mai di piacerti. Vesto di nero perché il nero è umile e arrogante al tempo stesso, perché c’è sempre qualche perdita, sepolta in fondo all’anima, ancora da elaborare; vesto di nero perché è come portarsi addosso certe notti senza stelle, senza nemmeno i fari di una fottuta macchina che passa, maledette notti perse a far tacere le follie del cuore. Vesto di nero perché devo compensare i colori che mi esplodono in testa. Il nero è un rifugio perfetto. Il grigio è una malattia che corrode l’anima. E la testa non si china, non si è chinata mai... non si rende conto ancora se è corpo o pensiero, l’anima non sa se è eterna o solo un lampo nel buio, soltanto un semplice e banale contatto elettrico tra sinapsi e neuroni. È notte. Il pensiero t’insegue. Nei nulla su cui galleggia la vita. Oggi è nero tutto quello che dico, il nero dura più del bianco. Il nero è bello, infinito, nulla può corromperlo. Il nero è ribelle, un grammo di nero lo trovi dappertutto a sporcare, solo per ricordarci che il paradiso non esiste.
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di Mario Scetta Pensionato, medico chirurgo e direttore sanitario per 14 anni. Attualmente sindaco e membro del Consiglio Nazionale “Città del vino”. Dipinge, fotografa e scrive solo per se stesso. Ama il mare. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Castelvenere (Bn).
__CONCORSO PROSA__
LETTERA A PLINIO
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MAESTRO, ho letto più volte la lettera di Vostro nipote. Ho raccolto ogni testimonianza dei Vostri ultimi giorni di vita. Sono risalito tante volte sulle colline di Miseno ad osservare il Vesuvio. Da una di quelle anche Voi osservaste il “Vesuvius” quel pomeriggio d’agosto. Ricostruisco le sequenze di quegli eventi drammatici con lucidità quasi surreale. Rivedo i volti, gli occhi persi, sento le voci, le grida di tanta gente. Occhi e grida di sempre. A Voi, Maestro, ho dato un volto, severo e rassicurante, una voce roca e profonda. Vedo le Vostre vesti modeste, i calzari. Forse, accanto a Voi, un cane di cui nessuno parla ma che, sono certo, vi accompagnava anche in mare. Nell’aspetto le cinquantasei primavere e l’autorevolezza del capo. Nel cuore, forse un amore (Rectina). Riesco ad immaginare ogni cosa ma mi sfugge quella verità che solo Voi conoscete. Verità che mi tormenta e mi affascina. Perciò, Maestro, se potete, se volete, rispondete almeno ad una domanda, una soltanto. Non interesserà a molti ma per me è essenziale. Qualunque sarà la Vostra risposta, la accetterò senza né commenti, né stupore anche se vorrei che Voi rispondeste con un pensiero che potrà anche non essere la verità, ma che vorrei che fosse.
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Talvolta, commettendo un errore grave, giudichiamo per ciò che desideriamo od immedesimiamo in personaggi che ci affascinano, che amiamo. Desideriamo rivivere eventi e circostanze allontanandoci dalla realtà, condizionati dall’immaginazione che lenisce il dolore, alimenta la bontà, genera il coraggio e che enfatizza, fino a distorcerla, persino la storia. Ma con Voi, Maestro, non è così. Forse la storia non è stata del tutto veritiera nei Vostri riguardi e gli storici non sempre hanno compreso l’essenza del Vostro pensiero. O, forse, non potevano comprenderlo nella sua essenza. E così penso Maestro, alle ultime ore della Vostra vita che hanno innalzato la Vostra storia fino al mito ma, più per ciò che colpisce l’immaginario della gente, che per l’essenza di un epilogo ineluttabile. Mi sono immedesimato nella Vostra vicenda, mi sono mischiato alla gente, ho rivisto i luoghi che vedeste Voi, gli stessi di oggi. Ho cercato e provato emozioni. Ho tentato di capire il senso e il significato delle Vostre decisioni: dello studioso, del naturalista, del capo, dell’uomo che soccorre gli altri. “Deus est mortali iuvare mortalem et haec ad aeternam gloriam via”. Aiutare da uomo mortale gli altri mortali, questo è l’unico modo di essere Dio ed è la sola via di procurarsi gloria eterna. Perciò, Maestro, non voglio enfatizzare la Vostra persona, che non ha bisogno di enfasi ma auspico che la Vostra risposta confermi non una fine coraggiosa da personaggio mediocre, ma una scelta tanto più razionale per Voi quanto più irrazionale e incomprensibile per tanti. L’evento stesso, così drammatico e tumultuoso ha rappresentato una sorta di opportunità irripetibile. E, tutto ha concorso a caratterizzare l’epilogo non di una vita, ma di una scuola di pensiero.
Il luogo, battezzato “flegraios” dai Greci, pervaso dalla sacralità della Sibilla cumana, ridondante di naturalità, di fascino. La scena ricca di una moltitudine di personaggi, soldati, marinai, nobili e schiavi, mercanti e pescatori; una flotta, la più potente del mondo. Ma, anche la Vostra scarna famiglia; la Vostra frugalità. Il bagno freddo dopo tanto sole. Sì, i Vostri bagni di sole. “Sol remediorum maximum”. Quel sole che amavate sentire bruciare sulla Vostra pelle, che Vi penetrava nel sangue, fino all’anima. Insomma, la Vostra figura così schiva e severa ma, al tempo stesso, decisa e altruista che domina una scena complessa. L’icona del vero capo, di colui che serve. Ho immaginato la concitazione della partenza. I curiosi, i paurosi. Le invocazioni agli Dei. Gli ordini dei comandanti che si propagano sulle acque calme del porto. L’incredulità e la fiducia dei Vostri marinai. La fretta. Erano circa le sedici quando la Vostra nave, sospinta dal grecale, uscì dal porto e salutò lo scoglio di Miseno che incantò Voi, che incantò Virgilio, che incanta chi vuole essere incantato ancora oggi. Seguirono, precedute dalle agili liburne, le belle e possenti quadriremi con la prua rivolta al Vesuvius per scomparire dietro l’isolotto di Nisida. Ho sentito il battito di remi sempre più cadenzato e le voci dei marinai divenire sempre più fioche e rare, fino al silenzio. Ho immaginato le navi lungo le coste di Pompei e poi di Stabia già coperte di cenere e pomice in una atmosfera surreale, illuminate dalla poca luce del tramonto. Il mare sempre più agitato. I bagliori e i boati del vulcano. Un Inferno! Un inferno nel quale sguardi, paure, morte, esalazioni, incredulità, non consentivano più ai pensieri di esternarsi, di tramutarsi in parole, in pianto. Nemmeno di invocare aiuto. Ma, conta poco.
“Domina te stesso” era il Vostro motto; la sintesi del Vostro credo. Di fronte alla paura doveva prevalere la sicurezza per infondere fiducia negli altri. Un inferno. Ma, conta poco! Altri hanno vissuto drammaticità simili, altri si troveranno in circostanze, forse, ancora più drammatiche. Altri si sacrificheranno; altri hanno fatto e faranno ciò che avete fatto Voi. Ma, è dalla discesa sulla battigia che la storia cambia. La storia diventa la Vostra storia. Non quella di un eroe, ma quella del filosofo, dell’uomo di pensiero, del naturalista. E, la Vostra morte alimenta dubbi e fantasia; rafforza il mio pensiero, dà vigore al mio desiderio. La Vostra morte, per tutti, anche per Vostro nipote Plinio, è stata una disgrazia. Forse sì; forse no. In ogni caso ha avuto il pregio di creare un eroe, un mito e, in chi la possiede, una fede. Dunque la domanda: disgrazia, protagonismo, fede, ruolo del capo? O piuttosto, la volontà, la scelta di entrare in un sogno, in un fenomeno; di essere attore e non spettatore di un evento forte e travolgente della natura? Di essere, insomma, un elemento attivo di quella natura che per Voi Maestro, è l’unica realtà, se pur non divina? Oppure per Voi, Maestro, è stato il desiderio il sogno di varcare quelle colonne oltre le quali Voi riteneste non regnare il nulla? Vorrei chiedervi: e Dio, anzi gli Dei? Almeno uno, in questa storia compare? Vi vedo sorridere! Dunque, Maestro, posso sperare in una Vostra risposta? Vi vedo sorridere ancora una volta. Credo che lascerete a me quella risposta. Sappiate, comunque, Maestro, che Vi stimo per il Vostro pensiero e che Vi invidio solo se avete scelto e non subìto. Un Vostro allievo Un giorno di novembre
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di Osvaldo Semino Studia Lingue e Letterature straniere all’Università di Genova. Ha lavorato per 40 anni nel campo del turismo a Milano. Ora dà libero sfogo alla sua passione: scrivere. Ascolta musica lirica, è appassionato di storia medievale e legge libri gialli. Partecipa al Concorso 50&Più per la quarta volta. Vive a Novi Ligure (Al). __CONCORSO PROSA__
IL PONTE ROTTO SUL RIO
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BRUNA QUANDO VIDE SUO PADRE E SUO ZIO CHE SALUTAVANO Lorenzo Canta, il conduttore di buoi, attese paziente seminascosta dietro una colonna del fienile, che i suoi rientrassero in casa e mentre l’uomo era quasi arrivato alla fine della stradina che immetteva sulla provinciale, prese a correre sulla strada bagnata di quella fredda primavera del 1944, schizzando fango. Mentre correva chiamò: - Lorenzo, aspetti, mi ascolti un attimo -. L’uomo, massiccio e corpulento che aveva già preso il ritmo della sua camminata lenta e cadenzata, si arrestò e appena giratosi, si trovò di fronte la ragazza che ansimava per la corsa, infreddolita e mal coperta da un maglioncino leggero. - Lorenzo, - supplicò la ragazza - è vero che andate verso Aureliana? - e senza attendere la risposta, tutto d’un fiato proseguì: - Avrei un biglietto da consegnare a una persona. È vero che mi potete fare questo favore? Siate buono, vi prego - finì con aria supplichevole. Lorenzo, si allentò la sciarpa, si grattò il mento e rispose: - Dunque, vediamo, prima passo dalla cascina Luigione, poi alla Bellavista e prima di sera dovrei arrivare all’Aureliana, se non mi fanno perdere tempo dalle altre parti -. In risposta alle espressioni di gioia della ragazza, continuò con fare burbero: - Sì, ma non ci prendere l’abitudine, e per chi è il biglietto? -. Bruna nel porgere il biglietto, accuratamente piegato rispose, abbassando la voce: È per Attilio, il figlio di Pietro, l’ultimo, il più giovane -. Ah, bene - ribattè Lorenzo - è proprio da Pietro che devo andare - e per tutta risposta alle feste che dimostrava la ragazza, emise un grugnito e riprese la sua strada, aggiustandosi prima il berretto e poi la grande sciarpa. Lorenzo Canta era una figura importante, una istituzione. In quei tempi, quello che nelle zone del basso Piemonte ai confini con la Liguria si chiamava un “bergamino” (che non è il liquore calabrese e neanche l’allevatore di bovini lombardo), ma molto più semplicemente un conduttore di buoi (o
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tori o vacche). Era conosciuto da tutti gli abitanti delle cascine della valle perché il suo era un mestiere essenziale. Portare gli animali da una parte all’altra, o alle fiere o al macello. Era una specie di lavoro in via di estinzione, ma con la guerra che durava ormai da quattro anni, lui aveva libera circolazione in tutti i luoghi, sia che ci fossero tedeschi, repubblichini o partigiani. Per questa sua libertà d’azione era spesso anche utilizzato come una specie di corriere e gli innamorati se ne servivano per scambiarsi messaggi d’amore, anche perché non poteva leggerli, essendo analfabeta, pur sapendo benissimo fare di conto quando c’era da farsi pagare (poche volte in denaro, per la verità e molto di più in natura con pane, uova, polli ecc). Bruna rientrò in casa infreddolita ma soddisfatta e, mentre si avvicinò alla stufa per scaldarsi, affrontò lo sguardo indagatore della sorella Amelia. - Di’ la verità hai mandato un biglietto ad Attilio, vero? Chissà quali parole d’amore gli hai scritto... -. Bruna rispose seccata: - Smettila, scema, l’ho avvisato che in paese si dice che tedeschi e repubblichini faranno un grande rastrellamento entro breve tempo. Che stia attento. Io ho un fidanzato a cui pensare, non come te che fai gli occhi dolci ad ogni giovanotto o a nostra sorella maggiore Tea che, già sposata, ha il marito che combatte in Africa e non lo vede da anni -. Attilio era nell’età in cui, come molti suoi coetanei non si erano presentati alla chiamata alle armi dell’esercito repubblichino e aveva ormai deciso di raggiungere le formazioni partigiane in montagna, sull’Appennino, dove era già stato a portare vivande per suo fratello e suo cugino
più vecchi di lui. Aveva deciso. Il giorno dopo sarebbe partito a piedi per la Benedicta, dove c’èra il comando delle formazioni partigiane. Pietro, suo padre, dopo aver scosso la testa, gli disse di fare quello che sentiva giusto. La madre Cecilia si dava da fare per preparare un po’ di provviste da mettere dentro un fazzolettone di canapa e da dividere con fratello e cugino, allorquando fosse arrivato. Aveva deciso, sarebbe partito l’indomani mattina alle quattro, col favore del buio. Avrebbe raggiunto la strada delle Parodine, poi attraversato il ponte sul Rio e, quindi dopo Parodi, percorrendo sentieri tra i boschi, fino a Bosio e poi su, fino alle rovine dell’antica abbazia della Benedicta. Ci avrebbe impiegato un giorno di viaggio, ma conosceva la strada e poi era già conosciuto. Lo aspettavano. Attilio dormì poco e al canto del gallo, si vestì e, dopo aver preso le provviste preparate dalla madre, bussò lievemente alla porta della camera dei genitori. Fece loro un cenno. Erano svegli anche loro. Si erano già salutati la sera prima. Scese le scale, mentre sentiva i suoi genitori parlare piano, per non disturbare le sorelle che dormivano nell’altra stanza. Appena aperta la porta fu assalito da un vento gelido che subito lo svegliò per bene. Si avviò nella notte con la luna piena che permetteva di vedere distintamente i contorni delle cose. Aveva salutato Bruna qualche giorno prima e tanto bastava, in un periodo in cui i collegamenti erano difficili e l’aveva informata della sua decisione. Mentre la mente era affollata da mille pensieri, dopo aver camminato per quasi due ore, scorse, in lontananza la fi-
gura di uomo che veniva nella sua direzione. Chi poteva essere a quell’ora? Prestò attenzione e quando fu un po’ più vicino, riconobbe la figura inconfondibile e ben conosciuta di Lorenzo Canta, il bergamino, ma si accorse che stranamente zoppicava. Attilio saluto l’uomo: - Lorenzo, ma siete proprio voi? Mio padre vi aspettava ieri sera -. - Già - grugnì Lorenzo -. Se non sbaglio tu sei Attilio, il figlio di Pietro: ho un biglietto per te. È inutile che ti dica di chi è, vero? - e glielo diede. Poi spiegò il motivo del ritardo. Disse che a causa del crollo del ponte sul Rio, aveva dovuto fare un giro largo e allungare la strada, passando da San Cristoforo e quindi, sopraggiunta la notte, dormire nella stalla della cascina Costanza, anche perché si era procurato una storta dolorosa e non se la sentiva di proseguire. Ma siccome ci teneva agli impegni aveva deciso di ripartire prestissimo per essere a destinazione all’alba. Attilio era concentrato sul contenuto del biglietto che gli aveva scritto Bruna e anche sulle ultime frasi d’amore che chiudevano il messaggio. Non aveva sentito una parola di quanto aveva detto Lorenzo. - Ah sì certo... come dite? - si riprese Attilio. - Dico che sei innamorato e che a causa del crollo del ponte sul Rio non puoi proseguire la strada e poi ti chiedo di accompagnarmi da tuo padre perché questo piede mi duole molto rispose l’uomo. Attilio, viste le condizioni di Lorenzo e, soprattutto a causa della notizia del crollo del ponte pensò di ritardare un giorno la partenza e riaccompagnò in Aureliana l’uomo. Molti anni dopo, le voci di Attilio
e Bruna tremano ancora per l’emozione mentre mi ricordano la vicenda. Infatti il giorno dopo, il 6 aprile 1944 iniziò il tanto temuto rastrellamento da parte dei reparti tedeschi e repubblichini, che partendo contemporaneamente da Busalla, Campo Ligure, Masone e Bolzaneto, sul versante ligure e da Momese e Lama, sul versante piemontese, circondarono completamente la zona del monte Tobìo dove si trovava la Benedicta. Negli scontri che durarono dal 6 all’11 aprile caddero ben 147 partigiani, quasi tutti giovanissimi e male armati, 75 dei quali furono sommariamente fucilati all’istante davanti a fosse comuni fatte scavare da loro stessi. L’episodio è ricordato come l’eccidio della Benedicta ed ebbe risonanza internazionale. Molto semplicemente, è il caso di ricordare quanto sia casuale la storia degli uomini. Un biglietto d’amore e un ponte crollato su un rio fecero sì che due innamorati proseguissero felicemente la loro esistenza. Il ponte sul Rio esiste ancora ed ora è costruito in modo che certamente non crollerà più, anche perché la speranza è che gli uomini siano diventati un po’ più saggi e rifiutino la guerra come strumento per risolvere le loro diatribe. Anche le cascine menzionate resistono tuttora e sono quasi tutte trasformate in case di campagna. Quello che certamente è scomparso è la figura romantica di bergamino, perchè i trattori da centinaia di cavalli vapore hanno sostituito i buoi nel lavoro dei campi. E chi scrive non può che essere felice di come si sia sviluppata la storia, in quanto se esiste, se è nato, lo deve ad Attilio e Bruna che sono stati i miei genitori.
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di Walter Vallesi Consulente di marketing e comunicazione. Skipper vela d’altura, anche per diversamente abili. Ideatore di progetti turistici e didattici per la conoscenza del mare. Scrittore di racconti brevi, romanzi e opere teatrali. Al Concorso 50&Più del 2017 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Poesia. Vive a Porto San Giorgio (Fm).
__CONCORSO PROSA__
RITORNO A CASA
I
IN QUELLA NOTTE DI NOVEMBRE DEL ’44, fredda e umida sotto la luce argentata della luna piena, Max riuscì ad infilarsi nel vagone puzzolente di un treno che saliva a nord. Appena dentro, passando a fatica attraverso una fessura dovuta agli innumerevoli colpi d’arma da fuoco durante le battaglie, stramazzò sulla paglia umida che olezzava di sterco animale. Come riuscì a sedere per prendere fiato, dal lato opposto al suo, fu attratto dal bagliore di una sigaretta accesa. Il fumo lo colpì con l’odore inconfondibile del tabacco che stava bruciando rigettato nell’ambiente. L’astinenza dalla nicotina gli provocò un capogiro e capì immediatamente che non era solo in quel vagone. Si irrigidì e si preparò, non sapendo ancora bene, se per attaccare o difendersi. Ad un tratto una voce lo investì facendolo trasalire e stringere forte con entrambe le mani lo zainetto pieno di vettovaglie. Dal fondo, dove il suo sguardo fisso era attento a qualsiasi reazione, gli arrivò una raffica di parole: “Non muoverti o sei un uomo morto, chiunque tu sia..., partigiano o fascista di merda! Dimmi subito chi sei o ti sparo!”.
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Max rispose con una voce ferma e chiara, istintivamente, come sapeva fare da buon caporale nel dare ordini, ma anche come chi, ragionevolmente, non ha oramai più niente da perdere: “Né l’uno e né l’altro! Sono un aviere costretto a scappare per tornare verso casa. Sono due mesi che fuggo sputando sangue per trovare la via più sicura lontano da questa guerra insensata, rinnegata persino dal Re. Sono due mesi che mi trascino dall’Africa all’Italia. Laggiù ho salvato la pelle, ma molti miei amici sono morti per difendere gli interessi di un governo da ricoverare in manicomio. Dopo l’armistizio sono riuscito a fuggire per evitare l’accusa di diserzione ed essere messo davanti al plotone di esecuzione”. Dal punto oscuro che fissava terrorizzato, gli arrivò una voce più calma intervallata da colpi di tosse: “Di dove sei?”. “Marchigiano” - rispose. Tossendo dall’oscurità: “Bene fratello, anch’io sono nato in un paesino del fermano e, come te, sto cercando di tornare a casa. Sono ferito ad una gamba e penso che difficilmente riuscirò a camminare senza un aiuto. Non so se posso fidarmi di te e per questo ti tengo una pistola puntata contro. Convincimi che posso fidarmi”. Max disse: “Dove pensi di scendere? Sai se ci sono controlli fino a Porto San Giorgio?”. Dall’oscurità ritornò una voce sempre più debole: “Controlli? Dobbiamo scendere quando il treno rallenterà poco prima della pista di atterraggio sull’erba a sud del paese che dici tu. Per prudenza non possono tenere la stessa velocità di ora, bensì andranno a passo d’uomo. Una volta saltati giù dal treno vorrà dire che proseguiremo a piedi, ognuno per la sua strada. Basta che mi aiuti a saltare e poi trovare qualcosa che mi faccia da stampella. Hai da mangiare qualcosa? Sono ore che
non tocco cibo e acqua”. “Certo”e così dicendo, Max gli lanciò un tozzo di pane, un trancio di carne secca e la borraccia d’acqua. Dall’oscurità questa volta la voce arrivò come un rauco sussurro: “Mi posso fidare! Io mi chiamo Sergio, e tu?”. “M... schh! Silenzio!”, sussurrò Max in fretta, “Ascolta..., sopra di noi!”. Il ritmo armonico dello scorrere del treno sulle rotaie, veniva stonato da un calpestio sul tetto del vagone. Rimasero in silenzio e Sergio nascose nell’incavo della mano il bagliore della sigaretta accesa. Dopo qualche istante il rumore dei passi si attenuò fino a scomparire, mentre il treno riprese la sua monotona e ansiosa sinfonia verso la meta. Sergio divorò in fretta il cibo e l’acqua che gli aveva lanciato Max e disse sottovoce con tono strozzato: “Sto male. Sto molto male. Il dolore della gamba mi sta prendendo alla testa e mi mancano le forze. Ho il voltastomaco. Aiutami”. Max si avvicinò all’angolo dove poteva intravedere la sagoma di quel corpo appoggiato con la schiena alla parete. In quel buio puzzolente, lo vedeva trafitto dalla poca luce della luna che filtrava dalle numerose fessure delle pareti di legno. Il suo corpo sembrava gigantesco, il respiro era pesante, affannato, e uscendo dalle narici nella penombra si tramutava in vapore, dando l’immagine di un toro ferito nell’arena. Era allo stremo delle forze. Appena Max si acclimatò alla poca
luce che filtrava dalle tavole di rivestimento del vagone, si accorse che Sergio era un omone inerme ferito su ambedue le gambe. La destra aveva il ginocchio maciullato e la sinistra perdeva sangue dal polpaccio. Con la voce rotta dall’emozione gli chiese: “Dammi un fiammifero e lasciami vedere la ferita”. Non voleva dirgli della seconda ferita al polpaccio per evitare una ulteriore preoccupazione. In silenzio Sergio gli diede la scatola di fiammiferi facendola scivolare sul palmo della mano, senza presa e senza più forza. Dopo tre tentativi, Max riuscì ad accenderne uno, tenendo il palmo dell’altra mano in modo che la fiammella dirigesse la luce verso il basso. Per prudenza, spense subito il fiammifero ancora a metà. Si era subito reso conto che in quelle condizioni, senza farmaci e senza le cure di un ospedale, per lui c’era rimasto ben poco da fare. Non tanto per l’entità delle ferite, ma perché queste erano in uno stato avanzato di infezione. Guardò l’uomo che respirava a fatica e cominciava ad avere uno sguardo vitreo e immerso nel vuoto nonostante il freddo intenso. Era troppo pallido e sudaticcio. Sudava per la febbre altissima. Sicuramente era denutrito da giorni e quelle ferite gli stavano dando il colpo di grazia. Max pensò di non toccarlo ulteriormente per non accentuargli il dolore fisico, e pensò di non stimolarlo a parlare per evitare lo stress emotivo che avrebbe potuto acuirgli lo stato febbrile. Rimasero in silenzio per un bel po’ di tempo, mentre il treno procedeva la sua lenta corsa nella notte fredda. Volse lo sguardo a Sergio e vide che si era appisolato mentre i capelli bagnati gli si erano appiccicati sulla fronte color perla sotto i bagliori che filtravano dall’esterno. Mancava poco alla meta e Max decise di organizzare per Ser- »
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CONCORSO PROSA gio la difficile discesa dal treno in corsa. Allargò con fatica la fessura per facilitare il salto dal vagone e toccò il ferito sulla spalla sinistra sussurrando il suo nome sottovoce. Il treno stava rallentando e l’aria fredda che entrava dalla fessura stava scompigliando i capelli bagnati sulla fronte imperlata di Sergio. Dall’apertura poteva vedere i tamerici che facevano da barriera tra la pista di atterraggio e la ferrovia. Da lì a pochi minuti avrebbero dovuto saltare. Il treno si stava quasi fermando procedendo a singhiozzo. Dalla fessura aperta per non più di trenta centimetri, Max vedeva scorrere un paesaggio familiare, muto ma con il solito profumo di casa. Non si rese conto nemmeno del sorriso di gioia che si stava imprimendo sul suo volto stanco e incenerito dal viaggio. La luna ancora alta ed il freddo gelido di quell’ora, il profumo della campagna, gli davano la sensazione che presto avrebbe raggiunto i suoi familiari nella chiesa del Duomo, come accadeva per la messa di mezzanotte di Natale. Trasalì appena il treno frenò di colpo riprendendo in un istante il movimento avanti e indietro a singhiozzo. Quello sbalzo aveva fatto reclinare Sergio verso sinistra, facendogli sbattere con violenza la testa sulla parete di legno. Da Sergio non uscì un minimo lamento. Vide al-
Il treno stava rallentando e l’aria fredda che entrava dalla fessura stava scompigliando i capelli bagnati sulla fronte imperlata di Sergio
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l’altezza della sua tempia sinistra aprirsi una ferita e scorrere un piccolo rigagnolo di sangue verso la guancia. Nonostante tutto, Sergio non aprì gli occhi. Il sangue smise di scorrere e Max si avvicinò mettendogli le dita sul collo per sentire le pulsazioni che non c’erano più. Una mano sul petto per sentire il cuore che oramai taceva per sempre. Avvicinando le sue labbra all’orecchio di Sergio lo chiamò, ma non ebbe alcuna reazione. Sergio era morto. Nel trambusto Max aveva perso la sensazione della realtà e non si stava accorgendo che il treno aveva aumentato la velocità superando la pista di atterraggio e le tamerici che avrebbero dovuto fare da materasso saltando dal treno. Istintivamente prese lo zaino e saltò ruzzolando tra i sassi acuminati che intervallavano le zolle di terra bagnata e le tamerici su quel lieve pendio di un paio di metri. Rimase nascosto fino al passaggio dell’ultimo vagone. Pregò per l’anima di Sergio e si rammaricò di non aver avuto la sua stessa determinazione, la sua personalità. Non aveva trovato il tempo di chiedergli notizie più approfondite della sua vita. Non era ancora giorno, ma un piccolo bagliore proveniente dall’orizzonte del mare accompagnato dal
tramonto della luna nel cielo turchese, lo svegliò di colpo dallo stato d’ansia. Rimase immobile di fronte allo scenario campestre che gli ricordò quelle famiglie contadine che tradirono fuggiaschi e partigiani ingenerosamente trucidati. Con gli occhi sbarrati, gli vennero davanti i volti dei suoi amici che avevano perduto la vita proprio per queste orribili situazioni. “Dio mio!”, imprecò rivolgendosi ad un crocefisso nella radura di fronte alla facciata della chiesa, “come si fa a perdere la vita da servitori della patria, solo perché non si ha il coraggio di ribellarsi alle ingiustizie della guerra!!”, e con gli occhi lucidi e la voce strozzata dal pianto, “Come si fa?” - con più disperazione urlando - “Che senso ha?”. Inginocchiandosi ed abbassando il capo tenendo il volto tra le mani bagnate di lacrime: “A chi gioverà tutto ciò?”. Alzando lo sguardo verso la collina che lasciava intravedere le antiche abitazioni medioevali con le finestre già aperte al nuovo sole appena sorto, pensò a sua madre che a quell’ora stava preparando la colazione prima di accudire gli animali nella stalla respirandone il calore familiare. “Sto tornando a casa, mamma, libero di giocare insieme ogni giorno della prossima vita”.
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di Gabriella Zagaglia Si diploma in maturità artistica a 18 anni e in seguito si laurea in Fisioterapia specializzandosi poi in Psicomotricità e Arte terapia a Parigi con il massimo dei voti. Consegue importanti premi: primo premio Confcommercio “Marguttiana” 2009; nel 2011, come “artista designata” alla realizzazione “Manifesto città di Macerata”; nel 2012 primo premio giuria popolare. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta; nel 2017 ha vinto la Farfalla d’Oro per la Poesia e la Menzione speciale per la Prosa. Vive a Pollenza (Mc).
__CONCORSO PROSA__
QUEL CHE RESTA DEL GIORNO
L
LENTAMENTE, AVVOLTI IN UN PASSO MUTO, i due si inoltrarono lungo il viottolo alberato. Sbadigliava una città di provincia, al chiarore avanzante di un giorno sempre uguale a se stesso. L’aria prometteva consuetudine, propagando esalazioni al caffè e brioche al miele appena sfornate. I parcheggi, ancora rarefatti, sembravano madri in attesa di ritorni annunciati. Antonio strinse ancora un po’ a sé Chiara. Lei guardò oltre i suoi capelli argentati e soffiò dolcemente su di loro divertita. L’uomo, un tempo alto e robusto, era ripiegato in avanti, con le spalle “intra-ruotate” e smussate. Era una postura rigida, ma accogliente, la »
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CONCORSO PROSA sua. Un porto nel quale affidarsi, teneramente. Non indossava mai guanti, neanche nei giorni invernali più rigidi eppure, le sue mani secche e tortuose erano un inno alla gentilezza, alle carezze. Le sopracciglia folte e ribelli, sovrastavano due fari profondi, neri come la notte ed accompagnavano con enfasi ogni espressione del viso. C’era ancora un ragazzo in lui, lo si capiva dalla luce in fondo alle pupille e dalle pieghe laterali della bocca, sempre rivolte in alto. Un modo strano di ingoiare amarezze, consapevole, leggermente ironico. Non sapeva essere diverso, non voleva. Chiara era minuta, dall’aspetto fragile. Appariva “eterea”, con il passo leggiadro che le conferiva una dimensione quasi spirituale, magica. Non aveva mai avuto una propensione per gli aspetti materiali dell’esistenza. Orfana, allevata in collegio, aveva incontrato giovanissima l’uomo dei suoi sogni. La vita le aveva rubato un’infanzia dorata, ma poi le aveva riconsegnato la felicità, a piene mani. Un matrimonio perfetto, una casa confortevole, due figli maschi, diligenti e con il pallino della scienza. Uno purtroppo, qualche mese prima che lei si ammalasse, morì in un incidente stradale. L’altro era felicemente sposato ed occupato all’estero come fisico ricercatore. Quel mattino di novembre, l’aria era piuttosto umida e l’alba emetteva timidi messaggi rosati tra i tetti delle case. Antonio impresse un’andatura leggermente più rapida alla sua compagna. L’uomo, l’aveva vestita completamente, curando ogni minimo particolare: la biancheria intima, le calze, la gonna ampia e lunga, il maglione, il cappellino beige di feltro, il cappotto di lana cotta con la cintura in vita, i guanti felpati e le scarpette di pelle morbida a pianta
Chiara era minuta, dall’aspetto fragile. Appariva “eterea”, con il passo leggiadro che le conferiva una dimensione quasi spirituale, magica
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larga. Lei, docile come una bambina, si era affidata a lui e poi, come accadeva ogni volta, guardandolo negli occhi aveva sussurrato “Ci conosciamo?”. Alla fine del viale, una linea bianca orizzontale a terra, definiva il limite di un’area di sosta. I due, dopo averla scorta, si guardarono e unendo i piedi, la scavalcarono con un saltello. Era il loro gioco, da sempre. Questa era una traccia di memoria, una di quelle su cui Antonio sapeva di poter contare, uno dei loro piccoli frammenti di vita in comune, rimasti in piedi. Complici, ovunque e comunque. Come il giorno che adolescenti, rubarono ciliegie e furono inseguiti da un contadino arrabbiato, per quasi un km. Quelle furono le ciliegie più dolci della loro vita, consumate tra baci e risate. L’enorme portone dell’ospedale spalancato, si presentò cupo e annoiato, al chiarore delle luci bianche e fredde, posate sulle poltroncine rosse di velluto dell’atrio, consapevoli ed invitanti. Antonio si diresse verso una di loro, quella centrale, al riparo dalle correnti d’aria e fece sedere Chiara, poi andò a strappare il suo numero di fila, docilmente. Il tempo passò indefinito e anonimo, tra un vocio
eclettico di suoni umani e metallici, intercalato da una ripetitiva chiamata numerica registrata che conferiva al tutto un’aria irreale. Risuonò, più o meno puntuale il numero “8”. Un quadro rosso lampeggiante in alto a destra, segnalava la direzione associata alla chiamata. La coppia si alzò lentamente, ma sicura, ed intraprese il bianco corridoio indicante “Neurologia”. Era mercoledì, ed erano ormai le nove del mattino. Tutto era come previsto, da mesi ormai. La dottoressa arrivò con un ritardo di cinque minuti e si sedette in fretta, avvolta nel bianco camice stirato di fresco, davanti alla coppia, separati come di solito dalla enorme scrivania metallica trasbordante di cartelle e documenti. Antonio non riusciva a “leggere” lo strano stile della giovane neurologa. Era decisamente disordinata, pensava tra sé e sé. Come poteva una persona così caotica nell’organizzare i suoi spazi professionali, in un turbinio di matite, penne, pennarelli e PC, telefoni e strumentazioni varie, tentare di mettere “ordine” nel cervello di sua moglie? Era un pensiero settimanale costante che precedeva sempre la somministrazione dei test sulle capacità cognitive residue. Ormai esso era parte integrante dell’esame. Antonio emise soltanto un rispettoso e flebile “Buongiorno Dottoressa Marzí, siamo qui”. “Vedo”. Rispose la giovane donna dall’altra parte del tavolo, coperta parzialmente dalle ultime cartelle cliniche, depositate da un’efficiente segretaria. La Marzí odiava la sua segretaria. Avrebbe tanto voluto godere della sua assenza, ogni tanto, giusto per dimenticare il pressante lavoro, ma lei era sempre lì, presente e martellante. Ogni mattina, con il suo sorrisetto sarcastico, depositava sul suo tavolo, pile instabili di cartelle “vissute” e tra-
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boccanti di inserti, accompagnando l’atto ad un cinguettante “Buon lavoro Dottoressa!”. “Lunedì Parkinson, martedì ictus, mercoledì Alzheimer...”. Velocemente la Marzí visualizzò il film dei suoi impegni settimanali. Era un caso qualunque per lei, una coppia come ne aveva già viste a centinaia. L’aria persa e disorientata di lei, la premura ed il sogno impossibile di lui sotto gli occhi di Chiara, passarono in rassegna una serie di immagini classificate come “associazioni logiche”. La donna era piuttosto annoiata e non sembrava proprio cogliere quei legami dati per scontati per tutti, tra parole e oggetti, o tra situazioni e soggetti: era altrove. “Niente di nuovo, signor Antonio”. Sentenziò la Marzí, “Ci rivediamo il mese prossimo, mi raccomando, abbia cura di lei, potrebbe commettere qualche sciocchezza”. “E perché avrebbe dovuto?”. Pensava Antonio sulla via del ritorno. Lei non era un “caso clinico”, lei era Chiara, la “sua” Chiara che di sciocchezze non ne aveva mai fatte. Accadde tutto in un attimo e quello, fu l’attimo più lungo della sua vita. Da un lato della strada, alla fine del viale alberato, spuntò una sagoma minacciosa. Un uomo sui trenta, con un pas-
samontagna scuro sul volto, alto e robusto con occhi neri e sopracciglia folte, li assalì brandendo un’asta metallica. “Datemi il portafogli e l’oro, se ne avete, altrimenti vi ammazzo!”. Sibilò l’aggressore. Istintivamente, Antonio alzò le braccia per proteggere la donna e, come risposta dallo sconosciuto, ebbe un colpo in testa che lo tramortì, facendolo rotolare a terra ai suoi piedi. La sagoma minacciosa si avvicinò a Chiara, come per sferrare un colpo. Antonio, dolorante, cercò invano di rialzarsi, ma le sue gambe e la sua testa rimanevano dissociate e confuse, incapaci di compiere un atto motorio coordinato. Chiara, improvvisamente, sfoderò un sorriso incontenibile di gioia che disorientò per un attimo l’aggressore. Dolcemente, con gesta misurate e materne, sfilò il passamontagna dal volto dell’uomo ed iniziò ad accarezzare il suo volto duro e inasprito. Poi, con estrema dolcezza, rivolgendosi a lui disse: “Enrico, sei tornato finalmente! Ti stavo aspettando, questa sera cenerai con noi, ne avrai di cose da raccontare!”. Dagli occhi di Antonio, commosso ed impaurito, sgorgarono rivoli caldi e, rivolto a sua moglie disse: “Amore, lui non è Enrico, nostro figlio è
morto! Questo è solo uno sconosciuto che vuol farci del male!”. Chiara sembrava non aver sentito la voce di suo marito e, con calma e affetto materno, continuava a ricoprire l’uomo di baci e carezze. Fu allora che lo sconosciuto mutò espressione e, guardando dritto negli occhi della donna, le disse: “Ciao mamma, sono tornato”. Poi, così come era apparso nella loro vita, si dileguò nel nulla. Antonio si rialzò lentamente e, incredulo, avvolse Chiara in un lungo abbraccio. Con la testa stordita e le gambe barcollanti, guidò Chiara verso casa. Era un mercoledì di Novembre, un giorno qualunque. C’era stata una visita di controllo, come tante altre prima, e tante altre ancora ne sarebbero seguite. La Dottoressa Marzí, persa nel suo disordine e nella sua professionalità, non aveva rilevato niente di nuovo. “In questo giorno”, pensava Antonio durante il cammino, “c’è tutta la nostra vita: la realtà, il dolore e l’amore”. Sì, l’amore. Per lui era quella imprevedibile ed inestinguibile scintilla che poteva illuminare il buio più cupo. Quel dono prezioso che nessuna malattia poteva vanificare o estinguere, che nessun test poteva valutare e codificare. L’amore era un’entità pura, di fronte ad essa ogni essere vivente era nudo e disarmato. Erano le braccia di una madre, il ritorno di un figlio, lo sguardo di un uomo perduto. L’aria stava cambiando e Novembre regalava colori rosso-violacei ai loro occhi. C’era ancora tempo per rientrare. Chiara distolse gli occhi persi dal vuoto e, fissando Antonio, disse: “Ci conosciamo?”. “Sì”, rispose Antonio. “Da sempre”. Lei soffiò sui suoi capelli argentati e, sorridendo, si preparò a saltare la prossima linea bianca orizzontale sull’asfalto insieme a lui. Il giorno aveva ancora vita in grembo e la notte era lontana.
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__ATTUALITÀ TENDENZE__
DESIGN&CO
SE VOLESSIMO CAMBIARE IL VOLTO DELLA NOSTRA CASA SENZA SPENDERE CIFRE ECCESSIVE, è possibile darle un tocco di personalità e decorarla con originalità, non ricorrendo alla carta da parati. Quest’ultima, infatti, già da tempo, non raccoglie grandi favori da chi ha in progetto di ristrutturare un appartamento. Sarà per le difficoltà nella posa o per quelle che si presentano nel momento in cui deve essere sostituita, di fatto la carta è sempre meno richiesta rispetto
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senza per questo ricorrere a colori molto vivaci? La risposta è semplice, basta usare stencil e stickers. Lo stencil è una tecnica di pittura in cui si utilizzano delle maschere di carta intagliata da appoggiare sul muro e riempire con il colore tramite un rullo, un pennello o una di Giulia Rachele Deli spugna; lo sticker, invece, è un adealla tinteggiatura, che oggi vede andare per sivo murale che, a differenza dello stencil, la maggiore il “total white” in ogni stanza. si può applicare e rimuovere con relativa Ma se temiamo che tinteggiare di bianco facilità, così da cambiare il disegno. le pareti possa renderle troppo monotone, Nati come decorazioni per la stanza dei come possiamo farle apparire più allegre bambini, stencil e stickers, per le loro
TOCCHI CREATIVI
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Avere pareti decorate, allegre e divertenti, senza per questo spendere una fortuna, oggi si può. Basta ricorrere agli stencil, pitture murali realizzate con la carta intagliata, e agli stickers, adesivi murali di facile applicazione, che vivacizzano le stanze e danno un tocco di personalità. E quando si è stanchi di vedere lo stesso disegno, pochi gesti e si cambia diverse fantasie e forme, sono arrivati a rappresentare un vero e proprio complemento d’arredo. Molto di moda sono quelli con citazioni famose, ma si possono anche realizzare con le frasi che meglio rappresentano noi stessi o la nostra famiglia. Altre tipologie di decorazioni molto richieste sono le floreali e quelle a forme geometriche, di stampo minimal o con disegni molto complessi, che ripropongono effetti ottici anche divertenti. Un tipo particolare di stencil è quello specchiato, che fa sembrare la stanza più ampia e offre infiniti giochi di luce riflessa. Molto divertenti sono gli alberi stilizzati con cornici per fotografie che pendono dai rami come fossero frutti. Ricordano un po’ gli alberi genealogici con i ritratti di antico sapore. Le foto possono essere applicate direttamente sul muro o sovrapposte agli spazi previsti dallo stencil. Esistono poi gli adesivi murali per bambini, con i disegni dei cartoni animati o figure fantastiche. Ma stencil e stickers si possono far realizzare su di un disegno specifico. Verranno poi stampati su apposita carta e potrete applicarli in ogni ambiente della casa, anche in bagno e cucina.
IL LATO POSITIVO
Stanchi dell’adesivo? Un po’ di calore e via... Gli adesivi murali sono davvero in grado di modificare la percezione dell’ambiente, e quando ci saremo stancati potremo cambiarli in meno di cinque minuti. Basterà prendere un asciugacapelli, scaldare la superficie e verranno via senza danneggiare la parete e senza bisogno né di rasare né di ristuccare. Garantiscono anche una lunga tenuta. Quelli neri possono durare anche 5 anni, mentre quelli colorati durano leggermente meno ma comunque arrivano ai 2 anni. Pensate che tragedia sarebbe cambiare la carta da parati ogni due anni!
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PRIMA DI APPLICARE UNO STICKER È OPPORTUNO ATTENDERE ALMENO UN MESE DALLA TINTEGGIATURA. È NECESSARIO, INFATTI, CHE LA PITTURA SIA BEN ASCIUTTA ALTRIMENTI, SE SI DESIDERA RIMUOVERE L’ADESIVO, SI RISCHIA DI STACCARE PEZZI D’INTONACO
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scienze SALUTE PSICOLOGIA PREVENZIONE TECNOLOGIA
È questo l’obiettivo di “Asbesto 2.0”, progetto che ad Avellino, Pisa e Alessandria impiega i droni per il telerilevamento a infrarossi della presenza di amianto negli edifici scolastici __SALUTE__
DRONI A SCUOLA PER SCOVARE L’AMIANTO di Rita Nicosanti
È SCADUTO LO SCORSO 30 APRILE PER I COMUNI ITALIANI IL TERMINE per presentare la domanda di finanziamento per la progettazione degli interventi di rimozione e bonifica dell’amianto dagli edifici pubblici. È quanto è stato previsto dal bando del Ministero dell’Ambiente (Decreto 562 del 2017), in attuazione della norma del Collegato Ambientale che assegna 16 milioni di euro, in tre anni, alla progettazione preliminare e definitiva di interventi di bonifica dall’amianto. Una specifica attenzione è dedicata agli edifici scolastici e alle strutture circostanti: in ben 2.400 scuole in-
fatti si vive ancora con l’eternit tra i banchi. Nel gennaio 2017 un asilo romano veniva chiuso per rischio sanitario da amianto, mentre in due scuole di Oristano e di Firenze i presidi con un’ordinanza invitavano a non chiudere con forza le finestre e a non forare le pareti. E, nella Capitale, nel settembre scorso veniva chiusa la scuola Francesco Crispi, a causa della mancata rimozione di vecchi cassoni dell’acqua, che erano stati realizzati in amianto. Ma perché l’eternit non viene rimosso dovunque? La risposta va data tenendo conto di tre livelli: la mappatura dei siti a rischio è ancora in-
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completa; i costi delle bonifiche sono molto elevati e mancano le discariche specializzate dove smaltire questo materiale. Per quanto concerne la prima carenza, però, un importante passo in avanti è stato fatto grazie al progetto “Asbesto 2.0”,
+
I RISULTATI DEL PROGETTO “ASBESTO 2.0” VERRANNO RACCOLTI IN UN DATABASE, CHE SARÀ DI DOMINIO PUBBLICO, E NEL QUALE LA PRESENZA DI PUNTINI ROSSI RAPPRESENTA GLI EDIFICI CONTAMINATI
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L’Oms lancia l’allarme amianto
L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) sostiene che ci siano 107mila lavoratori italiani uccisi da malattie correlate con l’amianto. Il V Rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi segnala ben 62 nuovi casi nella scuola: 6 bidelli, 5 tecnici chimici, 9 professori, 3 ricercatori. Per i dati sugli alunni si dovrà aspettare qualche anno. nato dalla collaborazione tra la Struttura di Missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Ambiente. Un piano che, mediante il ricorso a tecnologie di telerilevamento che fanno uso di droni dotati di telecamere ad alta risoluzione, mira a fornire un primo, omogeneo e scientifico quadro del fenomeno a livello nazionale. Una mappatura che, ad oggi, è ancora carente, e che invece rappresenta un requisito imprescindibile. Per questo progetto sono stati individuati tre territori pilota: le province di Avellino, Pisa e Alessandria. È qui che, grazie alla tecnologia 2.0, si procederà ad una precisa mappatura di tutti gli edifici scolastici nei quali è ancora presente dell’amianto, una sostanza che, nel corso degli anni, è stata diffusamente usata nei sottotetti e come coibentante. I risultati verranno raccolti in un database, che sarà di dominio pubblico, e nel quale la presenza di puntini rossi rappresenta gli edifici contaminati. Il puntino rosso diventerà verde soltanto a conferma delle bonifiche effettuate.
NELLE REGIONI
GLI SCORSI INTERVENTI
In Piemonte sono state finanziate 42 attività per quasi 200mila euro, in Toscana sono stati impiegati 162mila euro per 23 interventi e in Lombardia 124mila per 25 istanze.
Il primo bando riferito al 2016 ha visto la presentazione di 235 istanze: interventi consistenti sono stati finanziati nel Nord-Ovest (353mila euro) e al Centro (314mila euro).
Sono passati 26 anni da quando in Italia veniva approvata la Legge numero 257, che consentiva di dotarsi di uno strumento all’avanguardia per la messa al bando di tutti i prodotti contenenti amianto. Non siamo più nel 1992, eppure secondo i dati Censis, la fibra velenosa è oggi presente in almeno il 10% delle strutture scolastiche. Sarebbero infatti 2.400 le scuole dove ragazzi e docenti respirano la polvere killer. Si tratta di 350mila studenti e 50mila docenti, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Ed un bambino di 5 anni ha 5,3 volte più probabilità di contrarre il mesotelioma entro gli 80 anni se è stato esposto all’amianto.
NUMERI CHE FANNO PAURA: 2.400 SCUOLE CON L’AMIANTO
Dal 1994 esiste la figura del “Responsabile amianto” che controlla e coordina
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__SCIENZE PSICOLOGIA__ NON È VERO MA CI CREDO
I falsi ricordi sono frammenti di eventi accaduti in tempi diversi o mai avvenuti, ma intesi dal cervello come veri.
Dei primi anni di vita non c’è vera memoria, ma una rielaborazione delle notizie da parte del cervello
I RICORDI D’INFANZIA? SCENE “RUBATE” DAI RACCONTI DEI FAMILIARI +FELICITÀ SULLE SETTE NOTE
di Rachele Randon
Le canzoni amate nell’adolescenza suscitano ricordi ed emozioni positive. Per questo vengono ascoltate per il resto della vita MUSICA PER SEMPRE
Rock, Pop, Folk, Jazz, musica classica, etnica o elettronica... Ognuno ha il proprio genere musicale preferito, canzoni che fanno rilassare, divertire, ricordare ed emozionare, e che si ascoltano per tutta la vita, soprattutto se risalgono all’adolescenza. È ciò che hanno scoperto i ricercatori britannici, analizzando i risultati di un’indagine condotta da Deezer, un provider di musica in streaming. Su 1.000 persone, oltre il 60% ascoltava continuamente canzoni amate negli anni giovanili e dopo i 30 non desiderava ascoltare altri generi musicali. Motivo? Le note conosciute fanno rilasciare dopamina, serotonina e ossitocina, i neurotrasmettitori deputati alla felicità.
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UN SORSO DI TÈ, BRICIOLE DI MADELEINE MESCOLATE ALLA DELICATA BEVANDA e la mente di Marcel Proust corre veloce a quando, da bambino, tutte le domeniche mangiava i soffici dolcetti preparati dalla zia Léonie. È questo uno tra i più celebri passi de Alla ricerca del tempo perduto, in cui lo scrittore ripercorre con la memoria gli avvenimenti risalenti alla propria infanzia. Ma a che età è possibile iniziare a mettere insieme i ricordi? La scienza ci dice che fino a 3 anni, 3 anni e mezzo non è possibile avere memoria di ciò che ci è accaduto, eppure le persone credono di ricordare eventi risalenti ai primissimi anni della propria vita. Ciò è stato dimostrato dai ricercatori dell’Università di Londra, che ad un campione composto da 7mila persone, hanno
chiesto di raccontare ciò che ricordavano della propria infanzia e di dire a che età gli episodi in questione erano accaduti. Il 40% degli intervistati ha fatto risalire i primi ricordi a due anni d’età ed un terzo di essi, addirittura all’età di un anno e, comunque, quando erano sul seggiolone. Qualcuno ha ricordato quando ha iniziato a camminare o a parlare, il 30% ha raccontato di episodi accaduti in famiglia e il 18% di eventi spiacevoli. E tanto più le persone erano in età avanzata, maggiori erano le distorsioni dei ricordi, frutto evidente di “appropriazione” di racconti dei famigliari rielaborati e trasformati in ricordi. Un inganno della memoria reso evidente anche da un altro esperimento, nel quale i ricercatori hanno “fatto ricordare” a oltre 200 persone su 400, un evento mai accaduto.
ABBIAMO SCOPERTO CHE C’È VITA DOPO LA VITA. Grazie al tuo lascito testamentario a Fondazione Umberto Veronesi la ricerca potrà andare avanti e migliorare la vita delle generazioni future.
Dal 2003 Fondazione Umberto Veronesi sostiene i migliori ricercatori, impegnati a trovare nuove terapie per i tumori, le patologie cardiovascolari e neurodegenerative. Scopri di più su lasciti.fondazioneveronesi.it Per saperne di più e ricevere gratuitamente la guida informativa sui lasciti, telefona allo 02.76018187 o scrivi una e-mail a lasciti@fondazioneveronesi.it In alternativa, compila il coupon e invialo via fax al numero 02.76406966 oppure in busta chiusa a Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5 - 20122 Milano.
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__SCIENZE PREVENZIONE__
+ UN’ANOMALIA SILENZIOSA COLESTEROLO ALTO
Quando c’è predisposizione
Familiarità non vuole dire ereditarietà. Per capire la predisposizione genetica ad una malattia, l’unica soluzione restano i test genetici
MALATTIE DI FAMIGLIA: COME PREVENIRLE a cura di Fondazione Umberto Veronesi
Anche l’ipercolesterolemia, o l’eccesso di colesterolo nel sangue, può dipendere da caratteristiche genetiche familiari. La predisposizione nelle sue forme più lievi è presente in una persona su 200-250. Nelle forme gravi è molto più rara, ma se non riconosciuta può causare seri problemi cardiovascolari anche in giovane età. I sintomi sono un livello anomalo di colesterolo nel sangue a volte sin dall’infanzia e in alcuni accumuli di grasso localizzati in vari punti del corpo. Sapere di essere portatori di rischio permette di proteggersi con dieta, movimento, controlli e terapie mirati.
QUANDO NEL DUEMILA FU ANNUNCIATO IL COMPLETAMENTO DELLA MAPPATURA DEL GENOMA UMANO, il presidente degli Stati Uniti parlò di «una delle più importanti, più sorprendenti mappe prodotte dall’umanità». Si apriva l’era della medicina genomica, con la speranza di rivoluzionare la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie grazie alla conoscenza del Dna. A mano a mano che la ricerca apriva nuove porte, si comprendeva che non c’erano sono bacchette magiche. Ma oggi, ad esempio, possiamo prevedere se e quanto una terapia sarà efficace, proporre cure ad hoc per una data ma-
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lattia in un dato individuo, sapere se c’è un rischio più alto della media di ammalarsi di alcuni tipi di tumore, malattie cardiovascolari, obesità, diabete o asma, se si può trasmettere tale propensione a un figlio. Molte malattie dipendono da mutazioni genetiche (le malattie monogeniche note, secondo l’Oms, oggi sono almeno 10mila, fra cui la fibrosi cistica, la talassemia, l’emofilia, l’ipercolesterolemia familiare). Altre, chiamate multifattoriali, sono invece il risultato di un intreccio fra fattori genetici e ambientali (ad esempio l’ipertensione, il diabete, la celiachia, l’Alzheimer,
certi tumori del colon). Non sempre avere avuto tanti casi in famiglia è segno di una predisposizione genetica: familiarità non significa ereditarietà. Se si hanno familiari che hanno avuto la stessa malattia nel tempo, i motivi possono essere vari, compresa la condivisione di fattori di rischio comuni (l’abitudine al fumo, ad esempio, oppure l’obesità). Diverso è un danno genetico che si può trasmettere ai figli. È il caso, ad esempio delle mutazioni a carico dei geni BRCA1 e BRCA2, geni coinvolti nei meccanismi di crescita e di regolazione delle cellule. Resi molto noti dalla storia dell’attrice ame-
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TEST GENETICI IN CASO DI DUBBIO
Cosa sono i tumori ereditari?
ricana Angelina Jolie, questi geni mutati espongono a un rischio significativamente aumentato di tumore al seno e di tumore all’ovaio e sono attualmente allo studio anche per altre forme di tumore. Fra il 5 e il 10% dei tumori della mammella sono da associare a una predisposizione ereditaria, e nella metà di questi casi si tratta di un gene BRCA. I portatori della mutazione hanno il 50% delle probabilità di trasmetterla ai figli. È importante chiarire che quella che si trasmette è la predisposizione ad ammalarsi, non la malattia. Oltre ai tumori di seno e ovaio, si conoscono mutazioni genetiche correlate soprattutto a tumori dell’endometrio, della pelle, della tiroide, dello stomaco e del colon retto. Circa un caso su cento di tumore colorettale, ad esempio, è collegato a una condizione genetica definita poliposi adenomatosa
familiare (Fap). È presente dalla nascita e si manifesta, di solito dopo i 20 anni, con la comparsa di centinaia o perfino migliaia di adenomi nel colon retto che, se non curati, portano alla formazione di tumori. Si stima che la Fap riguardi da 1 a 9 persone su centomila. Come capire se si è a rischio genetico per alcune malattie? La prima regola è porre le giuste domande al nostro Dna, a noi stessi e al nostro medico: cosa posso fare per ridurre il rischio di ammalarmi? E come mi sentirò dopo? I test genetici oggi permettono di raccogliere un enorme numero di informazioni, che però non possono sempre essere tradotte in decisioni scientificamente corrette per la no-
stra salute. È necessario quindi affidarsi a una consulenza genetica specialistica presso un centro adeguatamente attrezzato, che ci aiuterà a capire molte cose: se un test è utile o no; che non siamo malati ma possiamo avere il rischio di ammalarci; che questo tipo di informazione potrà avere delle conseguenze importanti sulla nostra vita e su quella dei nostri familiari. E se si scopre di essere a rischio aumentato? A seconda della situazione, con i medici si potranno discutere dei programmi di controlli su misura, della possibilità di terapie o interventi preventivi. Ogni scelta va discussa a fondo e non esistono soluzioni valide per tutti.
Se più familiari si ammalano di uno stesso tumore si parla di familiarità. Le cause possono dipendere dall’ambiente, dai comportamenti o dalla genetica, ovvero da un difetto nel Dna delle cellule, presente dalla nascita e trasmissibile ai discendenti. In questo caso si parla di ereditarietà. Quando si può pensare a una consulenza genetica? Quando il tumore è stato diagnosticato in giovane età, quando ci sono stati diversi tumori in una stessa persona, quando si sono manifestati in parti del corpo insolitamente colpite dalla malattia, ad esempio nella mammella maschile, quando più persone di uno stesso ramo della famiglia sono state colpite da una stessa forma di tumore. A cosa può servire un test genetico? Se il tumore è stato già diagnosticato: permette di identificarne la natura “ereditaria”, di verificare la predisposizione in altri membri della famiglia e predisporre eventualmente strategie di prevenzione. Se, invece, il tumore non c’è consente di discutere strategie per ridurre i rischi di ammalarsi.
+ CELLULE TUMORALI SETTEMBRE 2018 I 75
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Lo spazio di archiviazione foto sullo smartphone è agli sgoccioli? Google vi regala spazio illimitato
DENTRO LA RETE AVVISO AI NAVIGANTI
a cura di Paolo Negrini
VENDITE IMMOBILI
Aste pubbliche in rete: dove trovarle?
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ASSISTENZA ONLINE
Trucchi per disegnatori inesperti
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CONCORSO
Immagini dal mondo
Dal 2017 è attivo il Portale delle vendite pubbliche gestito dal Ministero della Giustizia. Il portale raccoglie i dati delle vendite relative alle procedure esecutive e concorsuali a livello nazionale. Accedendo all’area pubblica l’utente comune potrà: leggere informazioni sulle vendite pubblicate, richiedere la visita degli immobili, compilare offerte telematiche.
Autodraw è un originale progetto di assistenza online al disegno per “artisti” inesperti. Con il mouse tracciate un disegno nell’area di lavoro. Nella parte superiore dell’interfaccia alla voce “do you mean” (vuoi dire, intendi), saranno automaticamente generate miniature di disegni che più si avvicinano al vostro. Un clic su una di queste completerà il disegno.
Sul sito italiano del National Geographic è disponibile una selezione dei migliori scatti fotografici partecipanti al concorso National Geographic Travel Photographer of the Year, da scaricare e salvare come sfondo per il computer, tablet o smartphone. Sotto la foto prescelta sono presenti le icone dei dispositivi con le istruzioni.
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FOTOGRAFIA
Un album digitale e senza limiti
UN’APP PER ARCHIVIARE GOOGLE FOTO è un servizio che consente il backup illimitato e gratuito delle foto nel Cloud che Google fornisce agli utenti, a patto però che l’App sia impostata per trasferirle in alta qualità rispetto all’originale. Per gli utenti Android: avviare l’App, aprire il “menu”, premere “impostazioni», “backup” e “sincronizzazione”. In “dimensioni caricamento” scegliere “alta qualità”. Gli utenti di iOS, creando un account Google - se già non ne dispongono -, potranno scaricare l’App. Al primo avvio dell’App premere “confermare l’accesso alle foto”. Seguire la procedura guidata fino alla scelta della qualità (“alta” o “originale”). La qualità “originale” limita lo spazio disponibile a 15 Gb.
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spazio INCONTRI EVENTI TEMPO LIBERO CULTURA
VENETO E PIEMONTE: NUOVO GEMELLAGGIO 50&PIÙ
BELLUNO E VERBANIA
Scambi di esperienze
Tre giornate di condivisione e scambio di esperienze. Queste le premesse del gemellaggio tra la 50&Più provinciale di Belluno e quella di Verbania. Per la delegazione di Verbania l’incontro è stata l’occasione per visitare il territorio bellunese e le Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità. Il folto gruppo di partecipanti, accompagnati dal presidente provinciale 50&Più di Verbania, Egidio Lanza, è stato accolto dal presidente provinciale di Belluno, Giuseppe Benozzi, assieme a una rappresentanza del Consiglio Direttivo. La visita è iniziata con il Mu-
seo Fulcis di Belluno che custodisce, tra le tante opere di pregio, alcune sculture lignee di due illustri artisti bellunesi: l’intagliatore Valentino Panciera Besarel e il “Michelangelo del legno” (così lo definì Honoré de Balzac), Andrea Brustolon. Il momento clou del gemellaggio è stato l’incontro nella sala Consigliare del comune di Belluno con l’assessore alla Cultura, Marco Perale, che ha consegnato al gruppo di Verbania una targa rappresentativa dei luoghi identificativi della Città. Dopo il suo benvenuto, l’Assessore ha illustrato le peculiarità del territorio interamente montano, sottolineando anche che nel
2017 Belluno è risultata prima città in Italia per la qualità della vita. Qualità e bellezza apprezzate grazie alla visita guidata del centro cittadino. Non poteva mancare una visita all’area dolomitica fino a Cortina d’Ampezzo, proseguendo poi per Misurina con le tre Cime di Lavaredo. Nel corso dell’itinerario, una sosta obbligata a Longarone con visita alla chiesa monumentale eretta in memoria delle duemila vittime del disastro del Vajont. La tre giorni bellunese si è conclusa con la visita al Borgo Verticale di Feltre, cittadina ricca di storia e di arte. Info: 0437215264 032352350
INCONTRO INTERREGIONALE NUOVI TRAGUARDI
Una giornata di condivisione
Il tradizionale incontro interregionale tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, quest’anno si è tenuto a San Daniele del Friuli (Ud). Per le tre delegazioni 50&Più è stata l’occasione di potersi confrontare per uno scambio di idee e di esperienze sulle iniziative attuate dalle singole realtà provinciali. Una giornata intensa e proficua, organizzata dal presidente provinciale 50&Più di Udine, Aldo Sbaiz, coadiuvato dal consigliere Guido De Michelis. Il programma ha incluso la visita ad un prosciuttificio, pranzo a base di prodotti locali, visita guidata del centro storico ricco di bellezze artistiche, come la Biblioteca Guarneriana, e la visita ad una casa vinicola. Una giornata per rinsaldare lo spirito associazionistico e di appartenenza alla 50&Più. Appuntamento il prossimo anno in Veneto. info: 0432538706
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NAPOLI
VERONA
INAUGURAZIONE
FOTONOTIZIA
La nuova sede: un “concentrato” di servizi
A spasso tra natura e arte
È stata inaugurata la nuova sede 50&Più Sistema Associativo e di Servizi in Via Cervantes 55. Al taglio del nastro il presidente nazionale 50&Più, Renato Borghi, il presidente provinciale di Napoli, Vincenzo Cozzolino, e il segretario generale 50&Più, Gabriele Sampaolo. All’apertura dei nuovi uffici ha partecipato una delegazione della direzione nazionale oltre che i presidenti provinciali e segretari della 50&Più Campania e Basilicata. Il presi-
dente Borghi e il segretario Sampaolo si sono complimentati con il presidente Cozzolino per la tempistica, l’organizzazione e la nascita della nuova sede che riunisce le attività associative con i servizi di Patronato e il Caaf. In chiusura è intervenuto il coordinatore metropolitano di Napoli, Massimo Ursilli, che ha ringraziato gli ospiti intervenuti e i dipendenti tutti della struttura. info: 0815518187-2514037 www.50epiu.it/napoli
Una splendida giornata di sole ha accompagnato i soci 50&Più della provincia di Verona alla scoperta delle sponde del fiume Sile e della Laguna Veneta. Un’escursione totalmente immersi nella natura e nell’arte. Il percorso ha previsto anche la visita all’Isola di San Francesco, di Burano e di Torcello con la sua Basilica. info: 045953502
FIRENZE NUOVO CALENDARIO
Presentazione delle prossime attività
TRAPANI SPETTACOLO
Teatro vuol dire solidarietà
Sono stati oltre 200 gli spettatori al Cine Teatro “Don Bosco” di Trapani per lo spettacolo di beneficenza dei soci e del Coro 50&Più che ha portato in scena I Teatrini di Corte. A fine serata il presidente della 50&Più provinciale di Trapani, Antonello Frattagli, ha ringraziato il pubblico ed ha evidenziato le doti di partecipazione, solidarietà ed affiatamento dei soci. info: 0923547829
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Dopo il successo del ciclo di conferenze “L’avventura di essere un anziano… attivo, consapevole, utile” che ha concluso le attività del 2017/2018 (foto in basso), la 50&Più provinciale di Firenze è proiettata verso un 2018/2019 ricco di appuntamenti e nuove iniziative. La presentazione del nuovo programma si terrà martedì 9 ottobre 2018, alle ore 15,30, presso il Teatro della Compagnia di Firenze (Via Cavour 50/r). Nel corso della presentazione sarà consegnata una copia dettagliata di tutto il programma annuale. info: 055664795 - www.50epiu.it/firenze
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SAVONA PREMIAZIONE
Maestri del Commercio, maestri di impegno
Sono alla guida della loro attività da oltre 25, 40 e 50 anni e, per questo impegno, la 50&Più di Savona ha assegnato a 56 imprenditori del terziario della provincia il riconoscimento di Maestri del Commercio. Sono stati premiati con l’Aquila d’Argento (25 anni di attività): Bruna Badoino, Mirko Del Signore, Iosella Ferraris, Rossana Ferraris, Lorenza Giudice, Laura Isetta, Giancarlo Manfrotto, Valeria Nari, Luigi Ottonello, Angela Pastrengo, Nicolò Toscano, Fiorella Turco, Pierluigi Vieri, Stefano Vio, Riccardo Zolfo, Alberto Zunino; con l’Aquila d’Oro (40 anni di attività): Luigi Andina, Emilio Bianchi, Maria Angela Brossido, Castrenze Carrubba, Agnese Dabove, Enrico Danio, Carmelo Divizia, Pierina Drammis, Emilio Paladin, Claudio Pasquarelli, Margherita Racca, Silvio Ratto, Antonio Saettone, Franco Sanlorenzo, Franco Scrigna, Gianluigi Selva, Salvatore Severino, Elisabetta Tallarico, Angelo Trotta, Luigi Trotta, Mario Trotta, Massimo Trotta; con l’Aquila di Diamante (50 anni di attività): Giacomo Airaldi, Leonardo Anerdi, Bruna Aschero, Elena Bertuol, Lidia Briozzo, Anna Cassalino, Giobatta Cervetto, Giovanni Poggi, Gianfranco Pons, Sergio Saraceno, Giulio Sottimano, Arturo Torrengo, Vandro Vio, Eugenio Zappa. Infine, le Aquile alla memoria per Sante Giacometti, Giovanni Pons e Claudio Zunino. Durante la cerimonia di premiazioni sono intervenuti, presentati dal presidente provinciale 50&Più, Vincenzo Bertino, il presidente nazionale, Renato Borghi, il presidente regionale, Brigida Gallinaro, il presidente di Confcommercio Savona, Vincenzo Bertino, l’Assessore al Commercio in rappresentanza del Sindaco di Savona, Maria Zunato, ed il Vescovo Emerito Mons. Vittorio Lupi. Info: 019853582
LE SEDI 50&PIÙ NEL MONDO Argentina Buenos Aires
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La Plata 1555
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001 6135674532
St. Catharines
001 9056466555
Toronto
001 4166523759
Germania Mettmann
Telefono 0049 21045089160
Moldavia Chisinau
Telefono 00373 22855600
Svizzera Ginevra
Telefono 0041 223214535
Uruguay Montevideo
Telefono 0059 825076416
USA Fort Lauderdale
Telefono 001 9546300086
SPAZIO AUGURI GENOVA PROSSIME ATTIVITÀ
A settembre e ottobre, nuovi appuntamenti
Il 29 settembre, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, la 50&Più provinciale di Genova ha organizzato un convegno a Palazzo Ducale, Sala del Munizioniere alle ore 10,00. Inoltre, dalle 14,30 alle 18, in Piazza Da Ferrari screening e misurazione gratuita della pressione atriale e dimostrazione della manovra antisoffocamento. Ad ottobre gli appuntamenti sono: - il 2, Festa dei Nonni e Bambini per Unicef, presso il Parco dell’Acquasola Genova; - il 27, alle ore 15,30, Festival della Scienza: “100 giri intorno al sole. Un secolo di cambiamenti vissuti da protagonisti”. Appuntamento all’Auditorium E. Montale del Teatro Carlo Felice di Genova. info: 010543042 - www.50epiu.it/genova
TANTI AUGURI A
Anna Giannone e Francesco Vitale PER I LORO
50 ANNI
DI MATRIMONIO
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CASERTA TEATRO E PREMIAZIONI
A settembre si ricomincia con l’anno 2018/2019
Uno spettacolo teatrale per chiudere in bellezza l’anno sociale 2017/2018 e proiettarsi verso le prossime attività associative a partire proprio dal mese di settembre. È stata un successo la rappresentazione al Teatro “Don Bosco” di Caserta dell’opera di Peppino De Filippo Miseria Bella, portata in scena dal gruppo di attori 50&Più, con la regia del socio Andrea Pota. Dopo il saluto della presidente della 50&Più provinciale di Caserta, Maria Pia Ciannarella, è avvenuta la cerimonia dell’assegnazione delle medaglie del Gold Age ai soci: Filomena Bottone, Giuseppina Guerriero, Tonia
Quero, Elvira Pirro, Giacomo Carfora, Maria Santoro e Rosaria Di Palma. A seguire, l’esibizione del coro della 50&Più diretto dal maestro Maione Raffaella, accompagnato alla tastiera dal maestro Dario Basso. Si è poi passati alla premiazione dei vincitori della IV edizione del Concorso di poesia della 50&Più casertana: al primo posto, ex aequo, Italo Panico e Gennaro Saccone; al secondo Antonio Lillo e al terzo Vincenzo Della Ragione. A tutti i partecipanti è stato rilasciato un attestato di partecipazione. info: 0823326453 www.50epiu.it/caserta
UNIVERSITÀ LUCCA
Una nuova e prestigiosa collaborazione
La 50&Più Università di Lucca ha avviato un rapporto di collaborazione con il prestigioso I.M.T. School for Advanced Studies, un’istituzione accademica pubblica impegnata nello studio e analisi dei sistemi economici, sociali, tecnologici e culturali. Frutto della collaborazione, due conferenze tenute da neuroscienziati di altissimo livello che hanno trattato: Un cervello per parlare: le neuroscienze del linguaggio umano e Perché dormiamo? Le neuroscienze del sonno e del sogno. Seguiranno altri incontri nel corso dell’Anno accademico che sta per iniziare. In attesa delle prossime attività 2018/2019, la “Allegra Compagnia” della 50&Più Università di Lucca ha presentato, presso il Teatro San Girolamo, la commedia brillante di George Feydeau La palla al piede. Grande divertimento tra il pubblico per l’esilarante recitazione dei dodici attori soci, 50&Più. La regia è stata curata da Francesco Tomei. Tra gli attori, una socia di eccezione: Elide Losso di 92 anni. info: 0583473170 www.50epiu-unilucca.it
Tecnologie digitali alla prova
È iniziato il tour per diffondere le attività del Silver Lab, il laboratorio di 50&Più per rendere la tecnologia a portata dei Senior. Le prime due tappe sono state Roma e Milano. L’interesse suscitato dall’iniziativa è stato molto alto. In entrambi gli incontri gli ambasciatori 50&Più del digitale hanno avuto un ruolo centrale. Sono state innanzitutto ribadite le finalità del Silver Lab: comunicare alle aziende fornitrici di soluzioni digitali quali sono i bisogni delle persone anziane e soprattutto quali sono gli strumenti migliori da mettere a loro disposizione. Infatti - come è stato sottolineato - i bisogni non sono solo legati ai problemi di salute. Come ha ricordato il presidente nazionale 50&Più Renato Borghi nel suo intervento, accanto ai servizi e alle applicazioni dedicati alla popolazione anziana non autosufficiente (il 12%) occorre pensare anche a quella parte, ancora molto ampia, di popolazione anziana attiva che potrebbe trarre straordinari benefici dal digitale ma non lo usa ancora come dovrebbe. Qui si concentreranno le attività del Silver Lab. In occasione del primo incontro a Roma, Andrea Colucci ha esposto le finalità del Silver Lab e sottolineato la sua importanza come luogo di elaborazione e diffusione della cultura digitale. A Milano, invece, è stata illustrata in modo diffuso una delle applicazioni in questo momento oggetto di valutazione da parte del Silver Lab: eMemory, piattaforma software la cui finalità è creare, proteggere, valorizzare il patrimonio digitale, sia personale che collettivo (di una famiglia, di una comunità, di un gruppo di interesse). Nelle parole di Alessandro Macagno di eMemory, l’obiettivo della piattaforma è raccogliere e archiviare digitalmente “tutto ciò che è importante” e quando si decide di selezionare una foto fra le cento fatte, associare una storia che la renda memorabile. Dario Bossi - componente del gruppo di lavoro ha ribadito uno dei punti cardine del progetto: diffusione degli ambasciatori su tutto il territorio nazionale e creazione di focus group per valutare le soluzioni digitali “sotto osservazione”. «Quando sarà a regime - ha continuato Bossi - il Silver Lab potrà dare una vera e propria certificazione alle soluzioni digitali, diventando un’opportunità importante per le aziende digitali che vogliono affrontare in modo sistematico il mondo dei Senior». info: 0668883230 - silver.lab@50epiu.it
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in viaggio VIAGGI CROCIERE SOGGIORNI PELLEGRINAGGI
con 50&Più
>> PROGRAMMAZIONE TURISMO 50&Più
PARTENZE PREVISTE Da ottobre a dicembre 7 notti/8 giorni GRAN TOUR DEL PORTOGALLO Il Portogallo affascina per il patrimonio architettonico, storico-culturale e la cucina tradizionale con prodotti e spezie locali. Quote a partire da € 1.350 Dal 31/10 al 4/11 4 notti/5 giorni LISBONA e dintorni Un’immersione nella “Città Bianca”, Lisbona, ricca di monumenti e di locali storici senza tralasciare i suoi affascinanti dintorni: Obidos, Batalha, Fatima, Sintra, Cabo da Roca e Cascais. Quote a partire da € 890 Dal 12 al 14 ottobre 2 notti/3 giorni SAPORI D’AUTUNNO Weekend in Vallo di Diano (Sa) Un weekend tra cultura e natura da Cava de’ Tirreni alla Certosa di Padula, passando tra i castagneti di Sicignano degli Alburni e l’azienda vinicola a Sant’Arsenio. Quote a partire da € 175 (min. 35 partecipanti, gruppo precostituito) Quota apertura pratica per i non soci: € 45,00
Da ottobre a gennaio 2019 3 notti/4 giorni PRAGA MAGICA In questa affascinante città regna in ogni periodo dell’anno una magica atmosfera che si diffonde sulle piazze, sui vicoli da fiaba e sul famoso Ponte Carlo. Quote a partire da € 500 Dal 29/12 al 4/01/2019 6 notti/7 giorni SLOVENIA e ISTRIA “ARTE E BENESSERE” Il soggiorno in hotel con centro termale a Portorose è punto di partenza per visitare le grotte di Postumia, Lubiana e la penisola istriana. Quote a partire da € 1.110 MERCATINI DI NATALE 2 notti/3 giorni Un’occasione per immergersi nel magico periodo del Natale tra luci, melodie, dolci tipici. Sono previste partenze per gruppi precostituiti (min. 25 partecipanti). MATERA: Presepe vivente dal 14 al 16 dicembre (bus + soggiorno) PRAGA: dal 15 al 17 dicembre (volo + soggiorno) Quote a partire da € 325
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50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURI
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GRANDI CROCIERE 50&PIÙ L’Oriente, fra spiagge e cultura con Costa Fortuna dal 29 gennaio al 5 febbraio 2019 Partenza dall’Italia con voli diretti da Roma e Milano Solo l’Oriente sa essere sintesi fra bellezza della natura e intervento dell’uomo. Soprattutto ci colpisce per il senso di quiete e purezza che sa trasmetterci. Un invito alla meditazione che ritroviamo in più mete della nostra crociera. La caotica Singapore è il nostro punto di partenza e arrivo, una città pulsante e in continuo movimento, dove il bambù e l’acciaio convivono. In mezzo, giornate intense in Malesia e in Thailandia, nella mitica spiaggia di Phuket.
ITINERARIO Part. Arr. Giorni Porto Italia - Partenza con volo per Singapore 1° Arrivo e trasferimento per l’imbarco 2° 20.00 a Singapore (imb. dalle 15.00) In navigazione 3° 08.00 20.00 Langkawi (Malesia) 4° 08.00 Phuket (Thailandia) 5° 18.00 Phuket (Thailandia) 6° 08.00 18.00 Penang (Malesia) 7° 08.00 18.00 Kuala Lumpur-Port Klang (Malesia) 8° 09.00 Singapore 9° NB: Nella quota è inclusa una visita guidata delle principali attrazioni della città di Singapore, che termina con il trasferimento in aeroporto. QUOTE DI PARTECIPAZIONE PER PERSONA: TIPO CABINA CAT. IN CABINA DOPPIA Interne IC € 1.470 (tasse escluse) Esterne EC € 1.620 (tasse escluse) Esterne con balcone BC € 1.770 (tasse escluse) Supplementi e tasse Tasse Portuali € 150 Supplemento doppia uso singola* Su richiesta Quote di servizio (obbligatorie) Da pagare a bordo € 70 adulti € 35 ragazzi Volo da Roma € 80 Assicurazione annullamento viaggio € 50 * su richiesta e in numero limitato Quota d’iscrizione per i non soci € 45
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Le quote comprendono: Volo da Milano o Roma per Singapore e viceversa compresi trasferimenti per il porto • Sistemazione nella cabina prescelta dotata di ogni comfort: servizi privati, aria condizionata, telefono, filodiffusione, Tv via satellite, cassaforte e frigobar (su alcune navi) • Trattamento di pensione completa a bordo: caffè mattutino, prima colazione, pranzo, cena, tè pomeridiani, buffet e sorprese gastronomiche di mezzanotte • Utilizzo (non in esclusiva) di tutte le attrezzature della nave: piscine, lettini, palestra, vasche idromassaggio, discoteca, sauna, bagno turco, biblioteca • Partecipazione (non in esclusiva) alle attività di animazione di bordo, spettacoli musicali o di cabaret nel teatro di bordo, balli e feste in programma tutte le sere durante la crociera • Corsi di ginnastica (aerobica, stretching, bodydancing, ecc.) e l’assistenza di istruttori nella palestra • Polizza Medico Bagaglio Europ Assistance • Assistenza di personale di lingua italiana durante tutta la crociera (non in esclusiva) • Facchinaggio dei bagagli nei porti d’imbarco e di sbarco • Mezzi d’imbarco e di sbarco nei vari scali (non in esclusiva). Le quote non comprendono: Bevande ai bar e ai pasti • Tasse portuali (€ 150) • Eventuali adeguamenti carburante • Escursioni e i tour organizzati • Quote di servizio • Polizza Annullamento Crociera • Servizi di carattere personale (trattamenti estetici, acquisti nelle boutique di bordo, telefonate dalla nave a terra etc.) • Extra in genere e quanto non espressamente indicato alla voce “Le quote comprendono”.
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TURISMO • 50&PIÙ TURISMO • 50&PIÙ TURISMO
in viaggio con
TANZANIA
INDIA RAJASTHAN
Safari nei Parchi del nord e soggiorno mare a Zanzibar
Tra i colori e i tesori dei Maharaja
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Itinerario: Arusha - Lake Manyara - Ngorongoro C. A. Serengeti Nat. Park - Karatu - Tarangine Nat. Park - Zanzibar
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Più di qualsiasi altro luogo selvaggio al mondo, la Tanzania è la terra dei grandi safari. In tutto il Paese si possono vivere esperienze Serengeti National Park naturalistiche uniche, alla scoperta Ngorongoro dei celebri Parchi dove lasciarsi sorprendente dalla fauna Arusha selvaggia e da paesaggi Lake Manyara incredibili. Al termine si aggiunge un piacevole TA N Z A N I A soggiorno: bel mare e meritato relax sull’Isola di Zanzibar. Zanzibar QUOTE DI PARTECIPAZIONE:
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La quota comprende: Voli di linea - Trasferimenti con mezzi 4x4 e autista/guida - Tutti i safari fotografici - Sistemazione in Hotel e Lodge - Trattamento di pensione completa durante il safari (pranzi a box-lunch) e pensione completa con bevande ai pasti a Zanzibar - Ingressi ai Parchi indicati in programma Accompagnatrice 50&Più dall’Italia. La quota non comprende: Assicurazioni - Tasse aeroportuali - Visto d’ingresso in Tanzania (all’arrivo a Kilimanjaro Airport: 50 USD) - Tasse d’ingresso ai Parchi per le apparecchiature fotografiche - Bevande e quanto sopra non specificato.
Un viaggio in Rajasthan per scoprire la terra dei grandi Re Maharaja, le loro infinite ricchezze e tradizioni dove usi e costumi mantengono tuttora una forte identità. Dalle meravigliose dimore di Jaipur, Udaipur e Jodhpur al Deserto del Thar con la medievale Jaisalmer; Delhi da Agra con il Forte Rosso Jaisalmer Khimsar Osyian Agra e il Taj Mahal, simbolo Jaipur Fatehpur dell’India, alla capitale Delhi, Jodhpur metropoli cosmopolita con uno sguardo nel futuro. QUOTE DI PARTECIPAZIONE:
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La quota comprende: Voli di linea - Trasferimenti in pullman privato - Sistemazione in hotel 5 stelle lusso / 5 stelle / 4 stelle Heritage - Trattamento di pensione completa in ristoranti durante il tour e cene in hotel - Guida/accompagnatore locale parlante italiano - Accompagnatrice 50&Più dall’Italia - Ingressi ai siti e luoghi turistici. La quota non comprende: Bevande - Visto - Assicurazione - Tasse aeroportuali e quanto sopra non specificato.
Quota d’iscrizione per i non soci € 45 Per informazioni e programmi dettagliati rivolgersi alle proprie sedi provinciali oppure a 50&Più Turismo
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LE SEDI 50&PIÙ PROVINCIALI IN ITALIA Abruzzo L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F Chieti - Via Giovanni Antonio Santarelli, 219 Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 Teramo - Via Guglielmo Oberdan, 47 Basilicata Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 Potenza - Via Centomani, 11 Calabria Cosenza - Viale degli Alimena, 5 Catanzaro - Via Milano, 9 Crotone - Via Regina Margherita, 28 Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 Vibo Valentia - Via Spogliatore snc Campania Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 Benevento - Via delle Puglie, 28 Caserta - Via Roma, 90 Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 Salerno - Corso Garibaldi, 23 Emilia Romagna Bologna - Strada Maggiore, 23 Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 Modena - Via Begarelli, 31 Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti Parma - Via Abbeveratoia, 63/A Ravenna - Via di Roma, 104 Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 Rimini - Viale Italia, 9/11 Friuli Venezia Giulia Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 Trieste - Via Mazzini, 22 Udine - Viale Duodo, 5 Lazio Frosinone - Via Moro, 481 Latina - Via dei Volsini, 60 Rieti - Largo Cairoli, 4 Roma - Via Cola di Rienzo, 240 Viterbo - Via Belluno, 39/G Liguria Genova - Via XX Settembre, 40/5 Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 La Spezia - Via del Torretto, 57/1 Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 Lombardia Bergamo - Via Borgo Palazzo, 154 Brescia - Via Giuseppe Bertolotti, 1 Como - Via Bellini, 14 Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 Mantova - Via Valsesia, 46 Milano - Corso Venezia, 47 Pavia - Corso Cavour, 30 Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C Varese - Via Valle Venosta, 4 Marche Ancona - Piazza Repubblica, 1 Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48/48a
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Telefono 0862204226 087164657 0854313623 0861252057 Telefono 0835385714 097122201 Telefono 098422041 0961721246 096221794 0965891543 096343485 Telefono 082538549 0824313555 0823326453 0812514037 Telefono 0516487530 054324118 0532234211 0597364211 0523461831 0521944278 0544515707 0522708552 0541743202 Telefono 048132325 0434549462 0407707340 0432538707 Telefono 0775855273 0773611108 0746483612 0668891796 0761341718 Telefono 010543042 0183275334 0187731142 019853582 Telefono 0354120126 0303771785 031265361 037225745 0341287279 0371432575 0376288505 0276013399 038228411 0342533311 0332342280 Telefono 0712075009 0736051102 0733261393
Pesaro - Strada delle Marche, 58 Molise Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 Isernia - Via XXIV Maggio, 331 Piemonte Alba - Piazza S. Paolo, 3 Alessandria - Via Trotti, 46 Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 Biella - Via Torino, 18 Cuneo - Via Avogadro, 32 Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 Torino - Via Andrea Massena, 18 Verbania - Via Roma, 29 Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 Puglia Bari - Piazza Aldo Moro, 33 Brindisi - Via Grazia Balsamo, 2/B Foggia - Via Luigi Miranda, 8 Lecce - Via Cicolella, 3 Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 Sardegna Cagliari - Via Santa Gilla, 6 Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 Sicilia Agrigento - Via Imera, 223/C Caltanissetta - Via Messina, 84 Catania - Via Mandrà, 8 Enna - Via Vulturo, 34 Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 Palermo - Via Emerico Amari, 11 Ragusa - Viale del Fante, 10 Siracusa - Via Eschilo, 11 Trapani - Via Marino Torre, 117 Toscana Arezzo - Via XXV Aprile, 12 Carrara - Piazza 2 Giugno, 11 Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 Livorno - Via Serristori, 15 Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio Pisa - Via Chiassatello, 67 Prato - Via San Jacopo, 20-22-24 Pistoia - Viale Adua, 128 Siena - Via del Giglio, 10-12-14 Trentino Alto Adige Bolzano - Mitterweg - Via di Mezzo ai Piani, 5 Trento - Via Solteri, 78 Umbria Perugia - Via Settevalli, 320 Terni - Via Aristide Gabelli, 14/16/18 Valle d’Aosta Aosta - Piazza Arco d’Augusto, 10 Veneto Belluno - Piazza Martiri, 16 Padova - Via degli Zabarella, 40/42 Rovigo - Viale del Lavoro, 4 Treviso - Via Sebastiano Venier, 55 Venezia Mestre - Viale Ancona, 9 Vicenza - Via Luigi Faccio, 38 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B
0721698224/5 Telefono 0874483194 0865411713 Telefono 0173226611 0131260380 0141353494 01530789 0171437261 032130232 011533806 032352350 0161250045 Telefono 0805240342 0831524187 0881723151 0832343923 0997796444 Telefono 070282040 0784232804 078373287 079243652 Telefono 0922595682 0934575798 095239495 093524983 090673914 091332447 0932246958 093165059 0923547829 Telefono 0575354292 058570973 055664795 0564410703 0586898276 0583473170 05025196-0507846635/30 057423896 0573991500 0577283914 Telefono 0471978032 0461880408 Telefono 0755067178 0744390152 Telefono 016545981 Telefono 0437215264 049655130 0425404267 042256481 0415316355 0444964300 045953502
Senza una esplicita richiesta alcuni trattamenti assistenziali e previdenziali che ti spettano, non vengono riconosciuti. Sono i “diritti inespressi”. Vieni a verificarli gratuitamente presso i nostri uffici di Patronato. RIENTRANO NEI DIRITTI INESPRESSI: • l’assegno per il nucleo familiare; • l’assegno familiare; • l’integrazione al trattamento minimo; • le maggiorazioni sociali; • la maggiorazione per ex combattenti; • la 14esima mensilità • l’aumento al “milione” • le prestazioni a favore degli invalidi civili
Rientrano, inoltre, i diritti insorti dopo il pensionamento, come il Supplemento di Pensione.
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__PREVIDENZA__ IL SISTEMA TRIBUTARIO ITALIANO RUOTA INTORNO ALL’IMPOSTA SUI REDDITI. L’Irpef è l’imposta che dovrebbe garantire la progressività del sistema; quel principio per cui a chi più ha viene chiesto uno sacrificio economico maggiore rispetto a chi meno ha. Certamente un principio di solidarietà economica, ma soprattutto un vincolo della nostra Costituzione. Tuttavia, negli ultimi cinquant’anni, l’esigenza di aumentare la pressione tributaria, da un lato, e di mantenere il consenso elettorale, dall’altro, è stata costruita su un sistema impositivo con una fitta e distorta applicazione di diverse imposte e agevolazioni fiscali. Attualmente il contribuente non sa se i suoi pagamenti rispecchino quelli altrui e a cosa servano i soldi che si versano. In altre parole, il sistema fiscale nella totale opacità e confusione ha sempre disatteso, oltre al criterio della progressività, il senso dell’equità. Ma vediamo quali sono i principali obiettivi in ambito tributario sottoscritti dalla nuova compagine di Governo ed in particolare: - la revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese basata sull’introduzione della Flat Tax (cioè “tassa piatta”), allo scopo di ridurre il livello della pressione fiscale; - sterilizzazione delle “clausole di salvaguardia” in materia di Iva, cioè bloccare gli incrementi delle aliquote già programmati dai precedenti Governi; - attuare la “pace fiscale” fra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti, per favorire l’estinzione del debito “in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica”; - abolizione dello spesometro e redditometro.
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FLAT TAX: SOLO UN PROBLEMA DI FINANZA PUBBLICA? I benefici maggiori della nuova tassazione dovrebbero interessare i redditi medi, anche se resta qualche dubbio sulle coperture finanziarie
a cura di Gianni Tel
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PER L’IRPEF DOVREBBE SCOMPARIRE L’ATTUALE SISTEMA CON CINQUE ALIQUOTE DIVERSE DI TASSAZIONE PROGRESSIVA PER SCAGLIONI DI REDDITO, CHE VERREBBERO SOSTITUITE DA DUE SOLE ALIQUOTE: DEL 15 E DEL 20%.
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Tali obiettivi sono già largamente condivisi e stanno incontrando il favore della stragrande maggioranza dei cittadini, anche se i dubbi non mancano; in alcuni casi, sulla reale applicazione di detti cambiamenti epocali e, in altri, sull’effettiva possibilità di realizzazione di quanto annunciato, con il reperimento delle coperture finanziarie. Il tutto nella cornice degli impegni europei, che il nostro Paese è tenuto a rispettare, e con l’obiettivo di rafforzare la fiducia degli investitori esteri e nazionali nella stabilità finanziaria nazionale. Le incertezze, per esempio, sono sorte sulla fattibilità entro dicembre prossimo, per tutti i contribuenti, dell’operazione Flat Tax, il cui costo annuo è stimato in 50 miliardi di euro. Il tiro, però, è stato lievemente modificato prevedendo tra i primi beneficiari le famiglie numerose, coloro con partita Iva, incluse le ditte individuali, i professionisti e le società di persone, nel complesso circa 4 milioni di beneficiari. » LA FLAT TAX
Nel dettaglio, per l’Irpef dovrebbe scomparire l’attuale sistema con cinque aliquote diverse (vedi Tabella A) di tassazione progressiva per scaglioni di reddito, che vengono applicate al singolo contribuente. Verrebbero sostituite da due sole aliquote (è più corretto parlare di Dual Tax anziché di Flat Tax) del 15% per i redditi familiari - non più individuali - fino a 80.000 euro e, oltre tale importo, del 20% da applicare sull’intero ammontare e non più sulla parte eccedente la soglia indicata. Per garantire, poi, in qualche modo il rispetto del principio costituzionale di » DUE SOLE ALIQUOTE
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progressività, è previsto il riconoscimento di una deduzione di 3.000 euro, correlata all’entità del reddito familiare: - spetta a tutti, se tale reddito non supera i 35.000 euro; - compete solo per i familiari a carico, se si colloca nella fascia tra i 35.000 e i 50.000 euro; - per i redditi oltre tale importo, nessuna deduzione. » I BENEFICI DELLA “TASSA PIATTA”
È evidente che i benefici maggiori della nuova tassazione, cioè i risparmi d’imposta più significativi, dovrebbero ricadere sui redditi medi (dai 50/60.000 euro in su), quelli che attualmente subiscono le aliquote più onerose. Di contro, più il reddito posseduto è basso, più diminuiscono gli effetti positivi della Flat Tax. Uno studio di “Prometeia” ha calcolato che in media il reddito aumenterebbe del 5,5% per ogni famiglia, con la seguente modulazione: un vantaggio dello 0,7% per i redditi minori e del 12,8% per quelli più elevati. Un’altra considerazione riguarda le imprese, per le quali la Flat Tax al 15 o al 20% rappresenta un vantaggio rispetto all’attuale. Va detto, poi, che in tante situazioni c’è anche il rischio che il nuovo sistema possa rivelarsi meno favorevole di quello al momento in vigore. La principale spiegazione sta nel fatto che, sebbene le attuali aliquote vadano
dal 23 al 43%, in realtà il peso effettivo della tassazione è spesso abbastanza inferiore, visto che la concreta percentuale di prelievo tiene conto delle detrazioni e deduzioni che oggi riducono il peso delle tasse e che, con il nuovo regime, sono probabilmente destinate a scomparire. Ad esempio, i lavoratori dipendenti e i pensionati appartenenti alla “no tax area”, cioè titolari di reddito imponibile non superiore a 8.000 euro l’anno, risultano oggi del tutto esenti da imposizione fiscale. In altre parole, il combinato di aliquote, detrazioni e deduzioni comporta una progressività di tassazione inferiore, formale ed effettiva del sistema fiscale (vedi Tabella A). Essendo tante le variabili in gioco, non sarà facile prestabilire automatismi capaci di assicurare a tutti, se non vantaggi, quanto meno nessuna penalizzazione del nuovo meccanismo. Bisognerà tener conto anche che
TABELLA A - LE ALIQUOTE FISCALI ATTUALI*
EFFETTIVE**
Fino a 15.000 euro
23%
5,2%
15% (fino a 80.000 euro)
FLAT TAX***
da 15 a 28.000 euro
27%
14,4%
20% (oltre 80.000 euro)
da 28 a 55.000 euro
38%
21,4%
da 55 a 75.000 euro
41%
27,4%
oltre 75.000 euro
43%
33,2%
* Imposta di reddito annuo individuale. ** % di reddito destinata all’Irpef per scaglione e per effetto di deduzioni e detrazioni. *** Importo di reddito familiare.
l’eliminazione delle deduzioni farà crescere la base imponibile e le addizionali all’Irpef applicata da Regioni e Comuni. Infatti, il valore su cui si calcolano i balzelli locali è rappresentato dal reddito complessivo Irpef al netto proprio degli oneri deducibili. Questo effetto collaterale della riforma va certamente scongiurato. La soluzione più “garantista” potrebbe essere quella di mantenere in vita entrambi i regimi (l’attuale Irpef progressiva e l’istituenda “tassa piatta”), lasciando al singolo contribuente la facoltà di scegliere - supportato dai Caf - la soluzione impositiva che più si addice al proprio caso, così come avviene da alcuni anni per la cedolare secca sui redditi fondiari derivanti dalle locazioni abitative. Sappiamo bene che questi processi di cambiamento contengono pericoli e potenzialità, possono estendere benessere e conoscenze o esportare squilibri e ingiustizie. Come sempre non è lo strumento ad essere buono o cattivo, ma dipende da come viene orientato e usato. Auguriamoci che queste scelte possano riflettere tante speranze e poche paure per questo nostro Paese. SETTEMBRE 2018 I 87
Rivolgiti ai nostri uffici per tutte le pratiche di successione e le relative volture catastali. La dichiarazione di successione va presentata dagli eredi entro UN ANNO dalla data del decesso del titolare dei beni. EVENTUALI DOCUMENTI DA PRESENTARE
n Delega a 50&PiùCaaf per la presentazione della dichiarazione n Certificato di morte (in carta semplice) n Certificato di stato di famiglia del defunto o autocertificazione rilasciata dall’erede n Certificato di stato di famiglia degli eredi e legatari (o autocertificazione) n Autocertificazione “status eredi”, fotocopia dei documenti, dei codici fiscali del defunto e degli eredi n Atti di acquisto e vendita del patrimonio immobiliare, se in possesso n Certificazione comprovante le passività e le detrazioni n Certificato rilasciato dal gestore di eventuali c/c, libretti postali, azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento, ecc n Certificato di destinazione urbanistica per i terreni n Eventuali donazioni effettuate in vita
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__FISCO__ IN QUESTO NUMERO TRATTEREMO ALCUNI ARGOMENTI DI INTERESSE GENERALE, partendo dal provvedimento n. 127680/2018 del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, il quale dispone che - dal 1° luglio scorso - possono essere versate con il Modello F24 (delega bancomat o postale) anche le imposte ipotecarie e di bollo, le tasse ipotecarie, le sanzioni amministrative tributarie e le spese di notifica dovute perché impresse in avvisi di liquidazione o atti di contestazione, relativi a operazioni riguardanti il servizio ipotecario, prodotti dopo il 1° luglio 2018. Tuttavia resta esclusa la possibilità di compensare eventuali crediti derivanti da versamenti eccedenti connessi agli importi in questione. L’Agenzia delle Entrate, con successiva risoluzione, stabilirà i codici di tributo da utilizzare per eseguire i versamenti. Passiamo ora all’esenzione del canone Rai 2018. Anche quest’anno, per poter avere il riconoscimento di tale esenzione, sono previsti gli stessi requisiti soggettivi ed oggettivi previsti per il 2017, fatta eccezione per il limite reddituale che passa da 6.713,98 euro ad 8.000 euro, come indicato in 50&Più di aprile 2018 (pag. 89). In particolare, per l’anno di interesse, la richiesta di esenzione può essere presentata dai cittadini che hanno compiuto 75 anni e che, nell’anno precedente a quello per cui si richiede l’esenzione, hanno un reddito familiare (proprio e del coniuge) complessivamente non superiore a 8.000 euro. Per usufruire dell’agevolazione bisogna presentare la dichiarazione redatta sull’apposito modulo pubblicato sui siti www.agenziaentrate.gov.it e www.canone.rai.it. Ad essa va allegata la copia fronte/retro di un documento di riconoscimento valido. Infine, qualche accenno alla detraibilità dell’assegno periodico corrisposto al coniuge. Come indicato anche nella circolare n. 7/e/2018 dell’Agenzia delle Entrate, la deduzione è prevista solo per la quota corrisposta al coniuge e non per quella prevista per il mantenimento della prole. In caso non fossero indicate separatamente nel provvedimento di separazione (o di divorzio), si deve intendere che questa sia ripartita al 50% dell’importo previsto tra il coniuge e i figli. In materia, prima di inserire gli importi in una delle dichiarazioni dei suddetti coniugi, bisogna fare molta attenzione a quanto è indicato dal giudice nel provvedimento. Ad esempio, le maggiori somme corrisposte al coniuge a titolo di adeguamento Istat sono deducibili solo nel caso in cui la sentenza del giudice preveda espressamente un criterio di adeguamento automatico dell’assegno dovuto all’altro coniuge. Inoltre, sono deducibili: • gli assegni alimentari periodici corrisposti dal contribuente all’ex coniuge, tramite trattenute sulle rate di pensione o anche, qualora tali importi siano utilizzati dal contribuente in compensazione di un credito vantato nei confronti dell’ex coniuge per somme eccedenti il dovuto, versate in suo favore; • le somme pagate a titolo di arretrati, anche se versate in un’unica soluzione, costituenti un’integrazione degli assegni periodici corrisposti in anni precedenti (invece non è deducibile l’assegno corrisposto al coniuge in un’unica soluzione o una tantum); • il cosiddetto “contributo casa”; • le somme corrisposte in sostituzione dell’assegno di mantenimento per il pagamento delle rate di mutuo intestato all’ex coniuge nel caso in cui, dalla sentenza di separazione, risulti che l’altro coniuge non abbia rinunciato all’assegno di mantenimento (non è invece deducibile qualora la rata di mutuo venga versata dal coniuge in sostituzione dell’assegno di mantenimento, nel caso ci sia stata rinuncia a quest’ultimo).
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INTERESSANTI NOVITÀ FISCALI PER IL 2018
Estensione dell’uso del modello F24, innalzamento della soglia di deducibilità del Canone Rai, detraibilità degli assegni di mantenimento: ecco qualche novità
a cura di Alessandra De Feo
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A BREVE, L’AGENZIA DELLE ENTRATE STABILIRÀ I CODICI DI TRIBUTO PER ESEGUIRE TRAMITE F24 ANCHE IL VERSAMENTO DI IMPOSTE IPOTECARIE, IMPOSTA DI BOLLO, TASSE IPOTECARIE, SANZIONI AMMINISTRATIVE TRIBUTARIE E SPESE DI NOTIFICA
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__VIVERE IN ARMONIA SEGUENDO LE STAGIONI__
Arriva il Sole al primo punto di libbra eguagliandosi perfettamente i giorni alle notti, nel giorno 23. Settembre comincia l’Autunnale Stagione, deliziosa ai villeggianti, ottima ed abbondante sarà la raccolta di uva, d’olive, e di castagne.
A
ADDIO, CALDA ESTATE
Almanacco Barbanera 1815
a cura di
LE GIORNATE SONO ANCORA LUMINOSE E LE TEMPERATURE GRADEVOLI, ma la bella stagione è ormai alle spalle. L’estate, alle battute finali, conclude ufficialmente il suo corso domenica 23, con l’Equinozio d’Autunno, quando il Sole lascia la Vergine ed entra nel segno della Bilancia. Il termine latino aequinoctium, “notti uguali”, sta ad indicare come in questo periodo il giorno e la notte abbiano la stessa durata, ma presto la luce cederà il passo al periodo più oscuro dell’anno, che culminerà con il Solstizio d’Inverno. Adesso la natura comincia a spogliarsi, ma il tempo è ancora generoso di frutti e pieno di tante cose da fare. Perché è in autunno che si gettano i semi della bella stagione che verrà.
SETTEMBRE IL DRAGONCELLO (Artemisia Dracunculus)
Fa bene perché... Ha proprietà eupeptiche, stimola l’azione del fegato e aiuta a digerire cibi proteici e grassi. Capaci di esaltare i sapori, le foglie del dragoncello possono risultare molto utili per insaporire i cibi a coloro che non possono usare il sale. Il proverbio Lana sulla pelle, erba in orto e brodo in corpo. Coltiviamolo così Erbe, radici e fiori curano tutti i dolori. Facile da coltivare, per il dragoncello l’ideale sono i vasi di forma rettangolare, con una profondità di almeno 40 cm, con piante che vanno collocate distanti 20 cm l’una dall’altra. Si preparano mettendo argilla o ghiaietto sul fondo, per far drenare facilmente l’acqua. Semina Si effettua in Luna calante a primavera oppure tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, in luoghi soleggiati e protetti dal freddo. Il dragoncello russo si può coltivare da seme, mentre quello francese, che ha la caratteristica di essere più aromatico, si ottiene solo per divisione dei cespi. La pianta adulta, che misurerà tra gli 80 e i 150 cm, in estate va annaffiata frequentemente. Raccolta Le foglie fresche si raccolgono e si essiccano in Luna calante nel periodo che va dalla primavera all’estate, prima che i fiori si aprano. Per conservarle, vanno essiccate in estate in luoghi freschi e asciutti facendo mazzetti da appendere a testa in giù. Le foglie possono anche essere congelate in buste per alimenti.
NEL CESTINO DEL MESE ORTAGGI: bietole, carote, cavoli broccoli, cavoli cappuccio, cavoli verza, cetrioli, cicorie, cipolle, fagioli, fagiolini, indivie, lattughe, melanzane, patate, pomodori, peperoni, piselli, porri, radicchi rossi, rape, ravanelli, rucola, sedani, spinaci, valerianella, zucche e zucchine. FRUTTA: fichi, limoni, mandorle, mele, meloni, nocciole, noci, pere, pesche, pompelmi, susine tardive e uva. AROMI: basilico, maggiorana, peperoncino, prezzemolo, rosmarino e salvia.
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BUONO A SAPERSI!
Colla casalinga per bambini Per i collage e i giochi dei piccoli di casa, al bando le pericolose colle chimiche! Meglio prepararla in casa, la colla, che si fa incorporando lentamente a 20 gr di farina bianca, o amido di mais, 150 gr di acqua demineralizzata. Far sciogliere bene - non ci devono essere grumi -, poi aggiungere 10 gr di glucosio e, a bagnomaria, lasciare rapprendere. Versare la colla in un barattolo e quando è fredda chiuderlo. Si stende con un pennellino, funziona benissimo, ma ci si deve ricordare che non si conserva per più di tre giorni.
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COLTIVARE CON LA LUNA NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONE
Le giornate si accorciano, le temperature si fanno più miti e ormai si va con passo deciso verso la stagione autunnale. Ma nell’orto, in giardino e sul balcone c’è ancora da fare. Con la Luna calante nell’orto seminare anche all’aperto spinaci, radicchi, carote e prezzemolo, in semenzaio scarole, lattughe, bietole, finocchi e valerianella. Nel giardino trapiantare in piena terra le piantine biennali, mentre negli agrumi troppo vigorosi potate per contenere. Preparare i letti di terra per piantare i bulbi. Con la Luna crescente continua la raccolta degli ultimi pomodori, delle zucchine, dei fagiolini, dei broccoli e delle insalate per il consumo fresco. Ma è bene già guardare anche all’autunno, effettuando trapianti a terra di cavoli e verze. Nel giardino e sul balcone si prosegue con le talee di gerani, rose (legno di due anni), ligustri, ortensie e alloro. È inoltre il momento giusto per seminare il prato, magari aggiungendo anche semi di fiori selvatici per aumentare biodiversità e colore, e attrarre così a primavera gli insetti utili alle impollinazioni. Riportare al riparo le piante grasse, che potrebbero venire danneggiate dalle piogge autunnali.
SE HAI ½ GIORNATA PER LE ERBACCE CI VUOLE L’ACETO!
Soprattutto in questo mese, dopo l’irrigazione copiosa dell’estate, si ritrovano molti nuovi ospiti vegetali. Se è importante avere un giardino in armonia con la natura, si può però fare qualcosa per non usare la chimica. Le erbacce possono essere eliminate in modo delicato, senza danneggiare l’ambiente. Come? L’aiuto, inaspettatamente, arriva dal vino, o meglio dal vino fermentato, cioè l’aceto. Spruzzato puro sulle piante in fase di Luna calante, distruggerà le foglie delle malerbe. Non arriverà ad essiccare la pianta fino alle radici e dunque serviranno più applicazioni per eliminarla.
Dice il proverbio... Di settembre l’uva rende e il fico pende. A settembre pioggia e luna son dei funghi la fortuna. Di settembre di frutti ce ne son sempre.
IL SOLE E LA LUNA IL SOLE
Il 1° sorge alle 06.25 e tramonta alle 19.34. L’11 sorge alle 06.36 e tramonta alle 19.17. Il 21 sorge alle 06.46 e tramonta alle 18.59. Le giornate si accorciano. Il 1° settembre si hanno 13 ore e 08 minuti di luce solare e il 30 se ne hanno 11 e 48 minuti. Si perdono 1 ora e 21 minuti di luce.
LA LUNA
Il 1° tramonta alle 12.10 e sorge alle 22.56. L’11 sorge alle 08.18 e tramonta alle 20.37. Il 21 tramonta alle 02.53 e sorge alle 17.29. Luna calante dal 1° all’8 e dal 26 al 30. Luna crescente dal 10 al 24. Luna Nuova il 9. Luna Piena il 25.
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giochi 2
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CRUCIVERBA Lello
ORIZZONTALI 1. Produzione, lavorazione; 10. In Cina e in Cile; 12. Competizione, duello, gara; 17. Una pianta rampicante; 18. La catena montuosa più lunga del mondo; 19. Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia; 21. Un’imposta sul valore della produzione; 22. Il Guido grande pittore bolognese del Seicento; 23. Senza forma definita; 26. Rivolger, riservar; 28. Confederazione Italiana Sindacati Nazionali Lavoratori; 30. Difensore, fautore; 32. Ente Teatrale Italiano; 34. Li previene il bagnino; 38. L’inizio dell’eclissi; 39. La cosa dei Latini; 40. Nel 1974 portò al ripristino della democrazia in Portogallo; 44. Non richiedono versamenti contributivi; 45. Chi macchina, ordisce qualcosa; 46. Percorsi prestabiliti; 48. La svasatura di una gonna; 49. Poco originale; 51. Impegna lo studente; 52. Le consonanti in dono; 53. Lo sono tra gli altri i numeri interi e quelli razionali; 55. Il più interno dei satelliti galileiani di Giove; 57. Il capoluogo della Sabina; 60. Una è Amnesty International; 62. Il simbolo del Niobio; 63. Il portoghese António Guterres ne è l’attuale segretario generale; 65. Molto asciutta e magra; 67. Fiume della Svizzera;
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VERTICALI 1. Il David campione spagnolo del tennis; 2. L’inferno di Virgilio; 3. Roberto, generale e politico italiano che fece parte dell’Assemblea Costituente; 4. Animazioni, vivacità; 5. Ai lati della radura; 6. Fu spodestato dalla rivoluzione russa; 7. Un mezzo infame; 8. Componimenti poetici; 9. A fin di bene;
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69. Grande calciatore brasiliano degli anni Ottanta; 71. Danno luogo alla formazione di catene montuose; 74. Impedisce l’accensione del motore; 77. Unità di misura degli intervalli musicali; 78. Galleggia sull’acqua; 79. Serpenti del genere Zamenis di cui esistono due specie in Italia; 80. L’aria di Londra.
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42. Una veloce imbarcazione; 43. Fu capitale d’Italia dal 1865 al 1870; 45. È famoso il suo ciclo della termodinamica; 47. Riunione sportiva al coperto; 50. Breve corso di aggiornamento professionale; 54. Il più grande fiume spagnolo; 56. Erano di seppia quelli di Montale; 58. L’opera di Mascagni con l’Inno al sole; 59. Il più elevato capoluogo d’Italia; 61. Il nome della Lollobrigida del film Pane, amore e fantasia; 64. Lo si mette sull’altro; 66. Un pronome dimostrativo; 67. Si intima per fermare; 68. Film di Kurosawa ambientato nel Giappone feudale del 1500; 70. Così era detto il TCI negli anni Quaranta; 72. È opposto a off; 73. Tra Sharm e Sheikh; 75. Sono doppie nei prodotti; 76. A me.
10. Irreprensibili, morigerate; 11. Piene di ostacoli; 13. Un marchio automobilistico; 14. Spruzzata, aspersa; 15. Una preposizione semplice; 16. Lo sono i quadri alle pareti di un museo; 19. I giorni come la domenica; 20. Di colore grigio chiaro; 23. Acconsentire; 24. Luigi, coreografo italiano dell’Ottocento; 25. Un ingrediente dei saponi; 26. Stanley, regista del film Cantando sotto la pioggia; 27. Aiutò Giuseppe d’Arimatea a seppellire Gesù; 29. Impregna l’aria al mare; 30. Si accostano alla tavola; 31. Scrisse Pel di carota; 33. Persona originale; 35. Famosa battaglia fra Piemontesi e Austriaci; 36. Lo staterello sui Pirenei; 37. La Golda famosa statista israeliana; 41. Prescrive la chemioterapia;
CRUCIVERBA SILLABICO Lello ORIZZONTALI 1. La suonava Jimi Hendrix; 7. Sono tra i siciliani; 8. Il Nat King che fu un grande pianista e cantante jazz; 9. La frazione organica del rifiuto solido urbano; 10. L’eroe dei Due Mondi; 13. Nell’immaginario collettivo non deve chiedere mai; 15. Lo sono Adriatico e Tirreno; 16. Disgiunto, separato; 17. La Moric della tivù; 18. In questo modo;
20. Tipo di unione sessuale caratteristica di alcune specie animali; 22. Sensazione soggettiva di sofferenza. VERTICALI 1. La ragazza spagnola; 2. La più comune nel Mediterraneo è la Caretta caretta; 3. Anfibi Anuri; 4. Edizioni Scientifiche Italiane; 5. Estroflessioni delle cellule epidermiche vegetali; 6. Corrispondeva in gran parte all’odierna Scozia; 9. Gli organi sensoriali che consentono
11. 12. 14. 15. 1
di sentire; A volte è calcolato; Una riserva di cibo per erbivori; Ospedali; Canaglia, delinquente; 2
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19. Catena montuosa della Sicilia; 20. Alcuni le preferiscono alle bionde; 21. Stato dell’Africa centrale.
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MINI CRUCIVERBA Lello 1
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CERVELLO
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Enrico Diglio
TEST 1
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Osservate attentamente la sequenza di figure sotto e andate a pag. 96. 9 10
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ORIZZONTALI 1. Ricurve verso l’interno; 8. Il componente che ha reso fuori legge l’Eternit; 9. Si prepara con il pancarré; 10. Lo raggiunge chi persevera; 12. Uno dei condimenti più usati; 13. Comporta una condanna; 16. Iniziali del creatore di Sandokan; 17. Ciascuno; 19. Una trasmissione che prosegue per diverse puntate; 21. Proibizioni. VERTICALI 1. Le facilita la taglia; 2. Si getta nel Lago Turkana; 3. Grande lago africano; 4. Le controfigure che lavorano nelle scene più rischiose; 5. Raccolte di brani scelti; 6. Sigla della provincia con Tarquinia; 7. Il dio dei venti; 11. Nei limiti del possibile; 14. Quelli là; 15. Fuggono davanti al pericolo; 18. Spiriti del Buddismo; 20. Evolvere... senza volere.
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TEST 2
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b)
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Osservate attentamente a destra le sequenze verticali di figure e numeri e dite quale numero va inserito, secondo logica, all’interno dell’ultima figura in basso a destra.
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INDOVINELLO Favolino
e)
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INDOVINELLO Favolino
» IL MIO MASTINO NAPOLETANO
» I CANTI DI LEOPARDI
Lo portavo legato alla catena ben sapendolo caro da gran tempo; ma un giorno si è fermato e non si è mosso finché a colpi di corda l’ho domato.
Leggo, pensando spesso all’Infinito... Come cambiano i tempi! In tutti i modi quel passato remoto ci ha insegnato a guardare al futuro che verrà!
__SOLUZIONI A PAGINA 96__
REBUS Lionello 7 7 SETTEMBRE 2018 I 95
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oroscopo di Aldebaran
SETTEMBRE
Scrittore, regista e autore televisivo ANDREA CAMILLERI
soluzioni
GIOCHI
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bilancia
24 AGO. I 22 SET. Saprete cosa fare e chi frequentare per ottenere quello che vorreste. La salute sarà ottima sotto tutti gli aspetti. Le stelle indicano spostamenti utili ad abbinare l’utile al dilettevole.
23 SET. I 22 OTT. Plutone vi farà viaggiare più del solito. Un amico o una persona della vostra famiglia vi deluderà con un comportamento poco etico. Per ciò che riguarda la salute, non ci saranno problemi.
ariete
scorpione
21 MAR. I 20 APR. Tante le gioie di questo mese. Un’intensa emozione portata da una persona giovane della famiglia vi riempirà di orgoglio. Non trascurate quel prezioso sentimento che è l’amore. Mangiate sano.
23 OTT. I 22 NOV. Con il Sole nel segno sarete brillanti. Sarà un mese impegnativo: affrontatelo con metodo altrimenti potreste dimenticare qualcosa di importante. Attenti al nervosismo.
toro
sagittario
21 APR. I 20 MAG. Sarà un mese da dedicare alla famiglia. Che siate in ferie o no, vi verrà spontaneo spendere molte delle vostre energie per i parenti più cari. Avrete contatti gioiosi con bambini, vostri o di persone care.
23 NOV. I 21 DIC. Vi attende un mese di riflessione e di attesa. Impiegate bene il vostro tempo! Gli astri sono vostri alleati: proteggeranno la sfera affettiva. Non progettate cambiamenti repentini.
gemelli
capricorno
21 MAG. I 21 GIU. Sarete brillanti ed efficienti. Grazie al vostro acuto spirito di osservazione, saprete cogliere le buone occasioni e scartare quelle ingannevoli. Dovreste fare delle lunghe passeggiate in mezzo al verde.
22 DIC. I 20 GEN. Vi gioveranno i contatti con bambini e giovani, e molti di voi scopriranno di possedere una grande sensibilità pedagogica. Saturno vi stimolerà all’azione, facendovi fare numerosi viaggi.
cancro
acquario
22 GIU. I 22 LUG. In questo mese si verificheranno grandi cambiamenti in campo sentimentale. E spesso l’amore sarà abbinato all’amicizia. Alcuni eventi potranno non essere graditi, ma porteranno novità positive.
21 GEN. I 19 FEB. Potrete fare un viaggio o una crociera. Riuscirete a ottenere documenti e permessi senza alcun problema. Giove proteggerà casa e famiglia. Il mese vi riserverà colpi di fortuna.
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INDOVINELLI
Il mastino napoletano = L’orologio I canti di Leopardi = Il verbo REBUS (9 7 7) CO N testardi: vette B O; rio SE; = Contestar divette boriose REBUS (7 7) miss I, va E, va S, I va = Missiva evasiva
stuzzica
CERVELLO
TEST 1
Quale delle seguenti quattro figure completa, secondo un criterio logico, la sequenza prima vista? a)
b)
c)
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TEST 2
leone
pesci
23 LUG. I 23 AGO. A volte sarete crudeli con chi vi sta vicino, ma saprete farvi perdonare! Non appoggiatevi agli altri. Rilassatevi concedendovi qualche week-end in campagna. Attenzione agli sbalzi di temperatura.
20 FEB. I 20 MAR. Probabili momenti di crisi a causa di incomprensioni con il partner. Nascerà una preziosa amicizia. Incontri con dietologi o esperti di cure a base di erbe. Controllate documenti e scadenze.
96 I 50epiumagazine.it I SETTEMBRE 2018
Il numero da inserire nell’ultima figura è 4. Esso, infatti, permette di rispettare il criterio logico valido per tutte le altre sequenze verticali: il numero che compare nella figura posta più in basso di ogni sequenza si ottiene sommando il numero dei lati delle figure verdi e sottraendo il numero dei lati delle figure rosse della sequenza stessa. Quindi: esagono verde, pentagono rosso, triangolo verde sei (lati) - cinque (lati) + tre (lati) = 4.
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SCRIVETECI: PER POSTA LARGO ARENULA, 34 00186 ROMA PER FAX 06 68130280 PER MAIL G.VECCHIOTTI@50EPIU.IT
lettere Risponde Giovanna Vecchiotti - Direttore Responsabile 50&Più
INSIEME ALL’ETÀ AVANZA ANCHE IL SENSO DI SOLITUDINE
Si stanno moltiplicando gli episodi che hanno per protagonisti gli anziani soli che mettono in atto espedienti, più o meno fantasiosi, per eludere l’isolamento e cercare compagnia
GENTILE DIRETTORE, vi leggo da tanti anni e so quanta sensibilità avete nei confronti di certi problemi che affliggono quelli che, come me, fanno parte della schiera dei non più giovani. Le scrivo perché questa estate sono stata colpita da alcune vicende riguardanti persone anziane, e che mi hanno toccata nel profondo e lasciata con l’amaro in bocca. Mi riferisco a quegli anziani che, ognuno con modalità diverse, hanno chiesto aiuto perché afflitti da una struggente solitudine: una signora di Napoli di 91 anni, che ha chiamato le Forze dell’Ordine dicendo di aver subìto una rapina, ma che in realtà voleva solo fare una passeggiata e non aveva nessuno che la accompagnasse; un’altra di Roma, che lavorava a maglia per la strada solo per avere un po’ di compagnia; o, ancora, quel signore di Gaeta che tutte le mattine portava in riva al mare la foto della moglie scomparsa da poco, raccontandole le cose belle della vita. Piccole storie che sono venute alla ribalta sui
giornali o rimbalzate sui Social, ma che sono solo la punta di un iceberg, fatto di dolore e solitudine, e che la presenza dei figli - quando ci sono - non sempre riesce a colmare, essendo questi presi dal lavoro e dalle incombenze quotidiane. E tanto più si è avanti negli anni e si è meno autosufficienti, maggiore è la solitudine che assale gli anziani che diventano depressi. E, si sa, di depressione si può anche morire. Allora, mi chiedo, perché non si cerca di porre rimedio a questa piaga? Giuseppina Corniati Il tema da Lei affrontato, signora Giuseppina, sta diventando cruciale in molti Stati con un alto tasso di invecchiamento e lo diventerà sempre di più negli anni a venire, soprattutto nel nostro Paese. Basti pensare che in Italia le persone over 65 sono quasi 14 milioni e che, negli ultimi dieci anni, la popolazione con più di 80 anni è cresciuta di oltre un milione di persone. Si stima che nel 2050 ci saranno 74 persone con più di 65 anni ogni 100 abitanti; attualmente ce ne sono 38. Dati che richiedono urgenti politiche sociali, sanitarie e assistenziali che sopperiscano ai legami comunitari e familiari, ormai ridotti ai minimi termini. Di tentativi sul territorio ce ne sono, ma non bastano se non c’è un progetto nazionale di più ampio respiro. SETTEMBRE 2018 I 97
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bazar a cura del Centro Studi 50&Più
RETE SOCIALE CURE TECNOLOGIA PET THERAPY LIBRI
Questo spazio offre informazioni, curiosità, notizie utili. Come ogni bazar, sarà luogo d’incontro e di scambio. Potete quindi inviarci le vostre segnalazioni e quesiti a: centrostudi@50epiu.it oppure al 0424708910.
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RETE SOCIALE
PAVIA: PER PRENOTARE LE VISITE Il comune di Pavia lancia il progetto “Cittadino digitale si diventa”. L’iniziativa consente alle persone anziane, non utilizzatrici di computer, di prenotare visite mediche, ritirare referti o effettuare pagamenti a favore di enti pubblici rivolgendosi alle sedi decentrate del Comune dove, con la collaborazione di consulenti digitali (studenti universitari), potranno sbrigare le pratiche e, se interessati, ricevere anche una formazione di base sull’utilizzo del computer.
+ CURE NON RINUNCIARE ALLA VACANZA In Italia sarebbero circa 3 milioni i caregiver che rinunciano alle vacanze o a un viaggio per continuare ad assistere un loro familiare. A queste persone il portale www.bedandcare.it propone una serie di mete
e consente di richiedere stanze accessibili, ausili e personale qualificato per l’assistenza. La proposta ha un prezzo più alto del 5-10% rispetto alla cifra normalmente richiesta dalle strutture di accoglienza.
L’IMPORTANZA DELLA CONTINUITÀ TERAPEUTICA La “continuità terapeutica”, ossia avere sempre lo stesso medico sia di base che specialista, può salvare delle vite. Confrontando gli studi condotti in nove nazioni con sistemi sanitari molto diversi tra loro, i ricercatori dell’università di Exeter (GB) hanno riscontrato che, nell’80% dei casi, avere lo stesso medico nel tempo abbassa il livello di mortalità. Nel contatto interpersonale, infatti, i pazienti riferiscono più apertamente i loro sintomi e si verifica una maggiore aderenza alle terapie. Tel: 0322841903 800995988
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TECNOLOGIA SE È DIFFICILE ARRIVARE, CI PENSA IL DRONE Un recente studio del Karolinska Institute di Stoc-
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colma ha dimostrato che i droni (aeromobili a pilotaggio remoto) sono molto più veloci delle ambulanze, ad esempio nel far arrivare un defibrillatore a una persona colpita da arresto cardiaco in un contesto urbano. Sempre grazie all’utilizzo dei droni, in alcuni Paesi africani è già possibile distribuire vaccini, farmaci salvavita o sangue per trasfusioni in villaggi sperduti.
RADIO 50&PIÙ Nasce Radio 50&Più, il podcast di informazione, news e curiosità dal mondo over 50. Una breve rassegna stampa sulle notizie più interessanti e utili estratte dalla banca dati del Centro Studi 50&Più (oltre 15mila che trattano di invecchiamento e anzianità). I podcast sono disponibili sul sito del Centro Studi, per ricevere le notifiche tramite WhatsApp, occorre inviare un messaggio al numero 3346390205 chiedendo l’“iscrizione al podcast”. Tel: 0322841903 800995988
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PET THERAPY QUALE RAZZA DI CANE PER LE PERSONE ANZIANE? Per gli anziani possedere un cane può avere effetti positivi, ma occorre sceglierlo con attenzione. Le razze migliori fra gli animali da compagnia per una persona anziana sono: il Maltese, piuttosto longevo, sano, educato e dal pelo ipoallergenico; il Barboncino nano, dal temperamento fedele e protettivo; lo Shih Tzu, che tende a seguire il
padrone in tutti gli spostamenti in giro per casa, e il Bulldog francese, un cane di dimensioni ridotte, che ama appisolarsi sulle gambe del padrone e trascorrere intere giornate in casa. Tel: 0322841903 800995988
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LIBRI RITRATTI DI DONNE DA VECCHIE di Ricaldone Luisa, Iacobelli Editore, 2017, pp. 136
L’Occidente invecchia, ma gli occidentali sembrano del tutto impreparati ad accettarlo. C’è un rifiuto della nostra epoca a confrontarsi con l’invecchiamento del corpo e con le emozioni che ne derivano. Le narrazioni sembrano il terreno più adatto per affrontare questo tabù, come dimostra la crescente produzione di storie che hanno al centro personaggi in età avanzata. Più donne che uomini, per la verità, poiché se per tutti si è modificata la mappa della vita, sono più le donne degli uomini a essere state coinvolte in un cambiamento radicale nella concezione, percezione e figurazione della vecchiaia; perché soprattutto il corpo delle donne è al centro di sperimentazioni biologiche e dell’ingegneria della riproduzione; perché, in tempi molto recenti, è in atto un ritorno di mentalità che sembrano ignare della libertà delle donne; infine, perché le ragazze del Sessantotto, che hanno imparato a riflettere su se stesse, sono quelle della “prima volta” anche per quanto riguarda la vecchiaia.