Dpi in odontoiatria

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Dispositivi di Protezione Individuale


Riferimenti normativi

D. Lvo 475/92 D.Lvo 81/08 Titolo III

D.Lvo 19/14


DEFINIZIONE Dispositivo di Protezione Individuale Capo II art. 74 D. Lvo 81/08

“Attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”


Non costituiscono DPI ( Art. 74 comma 2 D.Lvo 81/08) 

 

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Gli indumenti da lavoro ordinari e le uniformi non specificatamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore. Le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio. Le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell’ordine pubblico. Le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali. I materiali sportivi quando utilizzati a fini specificatamente sportivi e non per attività lavorative. I materiali per l’autodifesa o per la dissuasione. Gli apparecchi portatili per individuare o segnalare rischi specifici.


OBBLIGO DI USO Art. 75 D.Lvo 81/08

I DPI devono essere impiegati quando: i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione


A COSA SERVONO?

Hanno la funzione di salvaguardare la persona che li indossa da rischi per la salute e la sicurezza (Art. 1 c. 2 D.Lgs 475/92)


Requisiti dei DPI art. 76 D.Lvo 81/08   

Devono essere conformi alle norme del D.Lvo 475/92 Essere adeguati ai rischi da prevenire Essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro Tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore Poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità


Caratteristiche generali dei DPI   

COMFORT: dovrebbero essere leggeri, adattabili, tali da assicurare comfort termico, traspirabilità, dimensioni limitate ECONOMICI: il costo unitario non deve essere troppo elevato. Devono essere di alta durata ed efficienti REQUISITI INFORMATIVI: devono esserci indicazioni su limiti d’uso, tempo utile prima della scadenza, istruzioni per l’uso, corretta manutenzione ed immagazzinamento REQUISITI DI SICUREZZA: deve esserci assenza di rischi aggiuntivi, innocuità, solidità, efficienza protettiva, adeguata durata della potenziale protezione, e data di scadenza utile REQUISITI PRESTAZIONALI: ridotto disagio nell’indossarli, funzionalità pratica, compatibilità con altre protezioni


Obblighi del datore di lavoro (art. 77 D.Lvo 81/08)

 

Analizza e la valuta i rischi. Individua i DPI che hanno le caratteristiche necessarie per proteggere i lavoratori dai rischi a cui è esposto, scegliendo fra i disponibili sul mercato quelli che meglio rispondono alle esigenze di protezione del lavoratore. Fornisce DPI idonei, assicura il loro mantenimento in efficienza e le condizioni d’igiene anche mediante la manutenzione, la riparazione e la sostituzione. Provvede a fornire istruzioni comprensibili, informa preliminarmente i lavoratori dei rischi dai quali il DPI lo protegge, assicura un’adeguata formazione del personale sull’impiego dei DPI e se necessario organizza uno specifico addestramento circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico dei DPI, classificati di IIIa categoria dal decreto legislativo 475/92 e per tutti i dispositivi di protezione dell’udito.


Obblighi dei lavoratori (art. 78 D.Lvo 81/08)     

Partecipazione ai programmi di formazione e addestramento. Provvedere alla cura dei DPI messi a loro disposizione. Non apportare modifiche di propria iniziativa. Al termine dell’utilizzo seguono le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI. Segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto e/o inconveniente rilevato nei DPI messi a loro disposizione.


COSTRUZIONE DEI DPI 

Il D.Lvo 475/92 modificato dal D.Lvo 10/09 individua i requisiti essenziali di sicurezza e salute dei DPI indispensabili per la loro produzione, la commercializzazione e la classificazione:

Marcatura CE visibile, leggibile, indelebile (qualora ciò non sia possibile deve essere posta sull’imballaggio) Procedure di certificazione Nota informativa (UNI 10913) Classificazione I, II, III CATEGORIA

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Le caratteristiche specifiche dei DPI sono riportate nelle norme tecniche armonizzate.


CATEGORIE DEI DPI DPI di 1° categoria Rientrano esclusivamente nella prima categoria i DPI che hanno la funzione di salvaguardare da:  a) azioni lesive con effetti superficiali prodotte da strumenti meccanici;  b) azioni lesive di lieve entità e facilmente reversibili causate da prodotti per la pulizia;  c) rischi derivanti dal contatto o da urti con oggetti caldi, che non espongano ad una temperatura superiore a 50° C;  d) ordinari fenomeni atmosferici nel corso di attività professionali;  e) urti lievi e vibrazioni inidonei a raggiungere organi vitali ed a provocare lesioni a carattere permanente;  f) azione lesiva dei raggi solari.


CATEGORIE DEI DPI

DPI di 2째 categoria Appartengono alla seconda categoria i DPI che non rientrano nelle altre due categorie.


CATEGORIE DEI DPI DPI di 3° categoria Appartengono alla terza categoria i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. Nel progetto deve presupporsi che la persona che usa il DPI non abbia la possibilità di percepire tempestivamente la verificazione istantanea di effetti lesivi. Rientrano esclusivamente nella terza categoria:  a) gli apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas irritanti, pericolosi, tossici o radiotossici;  b) gli apparecchi di protezione isolanti, ivi compresi quelli destinati all'immersione subacquea;  c) i DPI che assicurano una protezione limitata nel tempo contro le aggressioni chimiche e contro le radiazioni ionizzanti;  d) i DPI per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non inferiore a 100° C, con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione;  e) i DPI per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non superiore a -50° C;  f) i DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto;  g) i DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attività che espongano a tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per alte tensioni elettriche;  h) i caschi e le visiere per motociclisti.


D.Lvo 4.12.1992 n. 475 Tavola riassuntiva

Categoria di DPI

Obblighi collegati

- DPI di Ia categoria: La cui efficacia è valutabile dal soggetto: prevengono danni di lieve entità (Es. alcuni tipi di guanti da lavoro)

Dichiarazione di conformità CE da parte del costruttore Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio

- DPI di IIa categoria: Quelli che non entrano nelle altre due categorie

Dichiarazione di conformità CE da parte del costruttore Rilascio di attestato di certificazione CE da parte di un organo di controllo Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio

- DPI di IIIa categoria: Come i DPI di II categoria + controllo di Proteggono da rischi poco controllabili dal qualità da parte del costruttore soggetto che li utilizza; prevengono danni gravi e lesioni permanenti. (Es. dispositivi di protezione delle vie respiratorie)


DPI Protezione mani guanti Protezione occhi da gocce e spruzzi occhiali a mascherina o visiere Protezione viso calotta e visiera in policarbonato, cuffia monouso in TNT Protezione corpo grembiule impermeabile, tuta, camice monouso, soprascarpe, copricapo. Protezione vie respiratorie facciale filtrante (di diversa tipologia a seconda della lavorazione da effettuare)


Protezione delle mani


Tipologia di guanti IN BASE AL MATERIALE  in LATTICE con polvere o powder-free  in VINILE con polvere o powder-free  In NITRILE  In POLIETILENE o PVC  In MAGLIA di Acciaio  In TEFLON


TIPI DI GUANTI ATTIVITA'

GUANTI ALTERNATIVI

GUANTI CONSIGLIATI Guanti chirurgici sterili in LATTICE con talco

Operazioni chirurgiche svariate Strumentisti

Guanti sterili in VINILE

Medicazioni Indagini "strumentali"

Guanti per visita non sterili in LATTICE

Medicazioni "sporche" Contatto con materiale biologico Manipolazione rifiuti ospedalieri Cure igieniche

Guanti in POLIETILENE O PVC

Cure igieniche

Guanti in MAGLIA DI ACCIAIO

ATTIVITA’ ATTIVITA’ SALA SETTORIA, PROCEDURE VETERINARIE

GUANTI IN TEFLON Guanti da cucina personalizzati

Guanti sterili in neoprene o duraprene Guanti chirurgici sterili in lattice non talcati

Guanti per visita non sterili in vinile (da preferirsi a quelli in lattice)

LAVAGGIO STRUMENTARIO CHIRURGICO Attività Attività domesticodomestico-alberghiere: pulizie ambienti lavaggio stoviglie lavaggio strumenti

(*) a seconda del tipo e della gravità della patologia presente, da dare al personale affetto da patologie cutanee e/o respiratorie e all’intera equipe.


I GUANTI VANNO INDOSSATI QUANDO...       

Vi é la possibilità di venire a contatto con materiale biologico (sangue, secreti ed escreti) Si eseguono manovre invasive (interventi chirurgici, indagini diagnostiche, esplorazioni, etc.) Si manipolano recipienti contenenti liquidi o prodotti biologici Si manipolano prodotti chimici (disinfettanti, acidi solventi, farmaci) Si procede al lavaggio di materiale e strumenti chirurgici Si manipolano rifiuti contenenti materiale biologico La cute delle mani dell’operatore presenta delle lesioni cutanee

N.B. INDOSSARE PLURIUSO SPESSI E/O GUANTI ANTITAGLIO QUANDO SI MANIPOLANO FERRI CHIRURGICI O DA MEDICAZIONE O ALTRI PRESIDI TAGLIENTI


Indicazioni generali per l’uso di guanti medicali Avere le mani pulite -per prevenire la trasmissione di infezioni: i guanti non rappresentano una barriera assoluta; in caso di rottura o microforatura la flora cutanea (residente e transitoria) presente sulle mani potrebbe contaminare il paziente o gli oggetti (ferri, sonde, cateteri,...) che si stanno manipolando - per non contaminare il contenitore da cui i guanti sono prelevati Tenere le unghie corte - per evitare sollecitazioni eccessive sulla punta delle dita dei guanti e conseguenti lesioni Non indossare anelli e braccialetti in quanto non consentono una buona igiene delle mani e potrebbero lesionare i guanti Evitare che le maniche della divisa vengano a contatto con i guanti. Se necessaria una protezione per braccia e corpo, usare camici monouso (o riutilizzabili con capacitĂ di barriera) a manica lunga Evitare l'applicazione di creme prima di indossare i guanti in quanto alcune creme possono interferire con la permeabilitĂ del guanto e la calzata del guanto può risultare ostacolata


NOTE

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Sostituire i guanti se lesionati Sostituire sempre i guanti tra un paziente e l’altro, nelle cure igieniche e nel cambio di sistemi di raccolta diuresi, drenaggi, etc. Non riutilizzare i guanti monouso Il guanto pluriuso deve essere personale, lavato dopo l’uso e, dopo contatto con materiale biologico, disinfettato e riutilizzato asciutto.


COME USARLI 1) Lavare e asciugare le mani prima di indossare qualsiasi tipo di guanto 2) Indossare i guanti immediatamente prima di eseguire le procedure a rischio e rimuoverli al termine 3) Lavare sempre le mani dopo la rimozione dei guanti 4) Sostituire i guanti durante le diverse attività espletate sullo stesso paziente 5) Evitare il piÚ possibile l’utilizzo continuativo dello stesso paio di guanti 6) Indossare il guanto della giusta misura


Procedura di utilizzo Indossare i guanti:  evitandone l'eccessivo stiramento  tirandoli alla base delle dita per calzarli  verificando che non siano troppo stretti o eccessivamente larghi sui polpastrelli o sul palmo della mano Sostituire i guanti:  tra diversi tipi di procedure sul paziente se rimangono a lungo a contatto con sangue o altri liquidi organici  in caso di contatto con sostanze chimiche in grado di danneggiarli  con cadenza regolare in caso di intervento chirurgico prolungato (verificare il tempo di permeazione con il fornitore)  se occorre una pausa durante le manovre asettiche  se c'è un prolungato contatto con sudore o altri liquidi organici  tra un paziente e l'altro  quando presentano lacerazioni, fori, danneggiamenti  dopo ogni procedura in cui può aver avuto luogo una contaminazione


Corretta sequenza di rimozione guanti 1. Sfilare il primo guanto rovesciandolo, partendo dal polso fino alla punta delle dita

2. Raccoglierlo nell’altra mano ancora protetta dal guanto


3. Sfilare il secondo guanto allo stesso modo, introducendo la mano scoperta tra pelle ed interno del guanto

4. Racchiudere il primo guanto dentro il secondo, smaltirli nel contenitore per rifiuti infetti


Lavaggio delle mani e cura della cute integra Lavare le mani: - dopo essere entrati in contatto con sangue, fluidi corporei, secrezioni, escrezioni e quando è possibile la contaminazione; - immediatamente dopo la rimozione dei guanti; - quando è possibile il passaggio di microrganismi dalla persona alle apparecchiature; - tra compiti e procedure di una stessa persona per prevenire le contaminazioni crociate di altre parti del corpo


RESISTENZA ALLA PERMEAZIONE DI SOSTANZE CHIMICHE

Definizione di permeazione La permeazione è un processo tramite il quale una sostanza chimica può passare attraverso una barriera protettiva (ad es. un guanto) priva di aperture visibili, come pori. Le molecole della sostanza penetrano la barriera "facendosi strada" attraverso le molecole che costituiscono il composto del guanto. In molti casi il materiale permeato può apparire inalterato all'occhio umano.


Permeazione

I livelli di prestazione relativi alla permeazione vengono valutati misurando il tempo impiegato da una sostanza per attraversare il materiale di cui è costituito il guanto. Alcuni campioni, ritagliati dai palmi dei guanti, vengono posti in una cella di permeazione che consente alla sostanza chimica di entrare a contatto con la superficie esterna del guanto. I laboratori di controllo sono equipaggiati con vari strumenti di misura in grado di individuare qualsiasi sostanza chimica (ad es. solventi, acidi, alcali e sali) che possa penetrare la superficie interna del campione di guanto. In base allo standard EN374-PT3, i test relativi ai tempi di penetrazione vengono condotti su intervalli di tempo che possono durare fino a otto ore.


Permeazione 

EN374:2003 - Protezione chimica. Questo grafico viene usato per guanti impermeabili che assicurano un tempo di penetrazione superiore ai 30 minuti per almeno 3 delle sostanze comprese nell'elenco seguente (le lettere EJL rappresentano il codice relativo a 3 sostanze per le quali il guanto ha fatto registrare un tempo di penetrazione superiore ai 30 minuti).

A Metanolo B Acetone C Acetonitrile D Diclorometano

  

E Bisolfuro di carbonio F Toluene G Dietilammina H Tetraidrofurano

I Acetato di etile J n-eptano K Idrossido di sodio 40% L Acido solforico 96%


Permeazione 

Livello di prestazione relativo alla permeazione e tempo di penetrazione

livello O livello 1 livello 2

livello 3

livello 4

livello 5

livello 6

<10 mins

>60 mins

>120 mins

>240 mins

>480 mins

x = nessun test

>10 mins

>30 mins


Permeazione 

LINEE GUIDA PER LE SOSTANZE CHIMICHE

I guanti di nitrile sono ideali per l'utilizzo con sostanze chimiche a base oleosa, come solventi, oli e grassi. Vi sono però numerose eccezioni: gli idrocarburi alogenati (la cui denominazione contenga le parole cloro, fluoro, bromo e iodio) e quelli aromatici (fenolo, xilene, toluene, benzene e derivati) ne sono gli esempi principali. Se esposti a queste sostanze, i guanti di nitrile hanno tempi di utilizzo bassi, spesso inferiori ai 30 minuti. I guanti in lattice di gomma naturale e nitrile possono essere usati con soluzioni chimiche a base acquosa (soluzioni acquose). Il loro tempo di utilizzo è generalmente lungo (fino alle 8 ore) con alcune eccezioni. Ciò è dovuto generalmente al basso tasso di degradazione con le soluzioni. Acidi e alcali rientrano in questa categoria, anche se occorre fare attenzione nel consigliare guanti per acidi concentrati, in quanto questi rientrano nelle eccezioni sopra citate. I guanti esposti a soluzioni saline (cloruro di sodio, ecc.) avranno tempi utili generalmente prolungati


Tipi di lavaggio 1. Lavaggio sociale Con detergente per almeno 15-30 secondi con sfregamento 2. Lavaggio antisettico Con clorexidina al 4% o con iodopovidone 7,5% per almeno 1-2 minuti e non meno di 30 secondi 3. Lavaggio chirurgico Come lavaggio antisettico + uso spazzolini monouso sterili per almeno 3-4 minuti


Protezione degli occhi


Occhiali e Maschere

VANNO INDOSSATI DURANTE LE PROCEDURE ASSISTENZIALI CHE POSSONO DETERMINARE CONTAMINAZIONE DEGLI OCCHI DOVUTE A : EMISSIONE DI SPRUZZI O GOCCIOLINE DI SANGUE O ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI


Visiere

viene utilizzata nei casi in cui si prevede contatto tra la mucosa oculare e gli spruzzi o goccioline di sangue o altri liquidi biologici


NOTE 

Non toccare gli occhiali, maschere o visiere con i guanti contaminati Non lasciare i DPI dopo l’uso, sul vassoio o sui ripiani. Lavare e disinfettare i DPI dopo l’uso, dopo ogni paziente.


Le mascherine

Sono indicate per prevenire l’inalazione e la trasmissione di droplets (goccioline), che generalmente si diffondono a breve distanza (inferiore a un metro) e di nuclei di goccioline e nuclei evaporati, che invece restano sospesi nell’aria e possono percorrere distanze maggiori. Le mascherine contribuiscono inoltre a scoraggiare chi le indossa a toccarsi naso e bocca.


Tipo di protezione ed impiego delle mascherine

Mascherine in TNT a 3 strati  Manovre invasive, paziente in isolamento da droplet Mascherine in TNT a 4 strati  Intervento chirurgico, manovre odontoiatriche Filtrante FFP2  Assistenza a pazienti con infezione trasmessa per via aerea  Assistenza a pazienti con SARS Filtrante FFP3  Assistenza a pazienti con infezione trasmessa per via aerea, durante esecuzione di broncoscopie, induzione dell'espettorazione, manipolazione intenzionale di agenti biologici di gruppo 3 e 4 in laboratorio.


Facciale filtrante - Protegge da agenti biologici a trasmissione aerea tramite un’azione filtrante di tipo fisico ed adsorbente. - Non protegge dalle sostanze gassose tossiche.


Facciali filtranti Vengono suddivisi e contrassegnati, in base alla loro efficienza filtrante nelle seguenti classi:   

Classe FFP1 efficienza > al 78% Classe FFP2 efficienza > al 92% Classe FFP3 efficienza > al 98%


Mascherina chirurgica

Costituisce una barriera tra operatore – paziente e tra paziente – operatore


Protezione del corpo


CAMICE, TUTA, GREMBIULE VANNO INDOSSATI: DURANTE LE PROCEDURE CHE POSSONO DETERMINARE SCHIZZI DI SANGUE O ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI яБо


Camice monouso -

-

-

Prima di indossare camice e guanti, indossare, se necessario, nell'ordine: copricapo, maschera (o filtrante facciale) e visiera o occhiali. Nei pochi casi in cui è richiesto l'uso dei calzari, indossarli prima del camice e prima di lavarsi le mani per evitarne la contaminazione Prelevare il camice dalla confezione, dispiegarlo tenendolo per il girocollo senza farlo toccare terra per prevenirne la contaminazione Tenendo il camice a livello della spalla destra , infilare il braccio omolaterale e viceversa per il sinistro; adattare bene i polsini e chiudere il camice all'altezza della nuca e sul retro, sovrapponendo i due lembi dell'apertura. Questo garantisce una copertura completa del corpo e degli indumenti indossati. Indossare il camice avendo cura di allacciarlo correttamente. Smaltire immediatamente dopo l’uso nell’apposito contenitore per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.


COPRICAPO EVITA LA CONTAMINAZIONE DELLA CAPIGLIATURA DA PARTE DI MICRORGANISMI PROVENIENTI DAL PAZIENTE


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA DPC Per DPC si intendono, generalmente, quei sistemi che intervengono direttamente sulla fonte inquinante prima che sia coinvolto il singolo lavoratore oppure che tende a ridurre l’impatto delle sostanze pericolose sui lavoratori presenti in quell’ambiente.


DPC Dispositivi di protezione collettiva

Un dispositivo medico per la prevenzione della puntura accidentale (comunemente detto anche NPD, Needlestick Prevention Device) è un dispositivo che incorpora un meccanismo di protezione grazie al quale è possibile prevenire la puntura accidentale durante e dopo l’uso, durante e dopo l’eliminazione del dispositivo stesso.


DPC

E’ importante sottolineare, inoltre che, a differenza dei dispositivi di protezione individuale, un NPD è assimilabile ad una “misura di protezione collettiva”, in quanto i benefici ottenuti dall’utilizzo di tali dispositivi sono goduti da tutti gli operatori che potenzialmente potrebbero venire a contatto con il dispositivo utilizzato.


Una nuova generazione di presidi protettivi di sicurezza

Sono presenti in letteratura ormai diversi dati relativi all’efficacia di questi dispositivi nel ridurre il tasso di incidenti da dispositivo tagliente. In realtà, già nel 1991 l’OSHA* affermava che “... il 75% delle esposizioni accidentali è causato da siringhe monouso e potrebbero essere evitate usando siringhe con scudi di protezione o meccanismi di retrazione dell’ago”. *Occupational Safety and Health Administration


Approfondimenti allegati

- D. L.vo 475-92 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE - DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81 - Obblighi del datore di lavoro e del dirigente - DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81 - Obblighi del lavoratore - DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81 - Obblighi del preposto - DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81 - Servizio di prevenzione e protezione


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