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INTRODUZIONE
Il viaggio parte dagli abissi. La risalita porta alla scoperta di relitti indecifrabili.
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ABSTRACT
LAYOUT
CONCEPT
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ATMOSFERA
BOARDS
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EVOLUZIONE
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AMBIENTE
FOTO
VIDEO MUSICA
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La percezione dell’osservatore nell’ambiente dà vita e corpo all’opera esplodendola in un caleidoscopio di visioni e forme differenti ed è raccogliendo e portando a galla gli oggetti ancorati alla struttura che verrà ricreato il nostro mondo.
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ABSTRACT
Un gioco di rimandi e sfalsate analogie, una metafora, un’ambivalenza percettiva oltre che la creazione di un grande mito: tutto sta in quel che volete credere. Da un lato il caos candido, dall’altro ordine materico: apparizioni enigmatiche e sospese si alternano a gigantesche masse che dominano gli abissi.
Ciò che accade al momento dell’immersione in acqua è la perdita di tutte le percezioni motorie e respiratorie; ci si ritrova immersi in un liquido: il corpo è come sospeso e non è in grado di muoversi nel modo in cui è abituato, cambiano radicalmente le posizioni da mantenere.
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Nelle profondità degli abissi il corpo ha bisogno di adattarsi allo spazio per soddisfare i suoi bisogni. Mentre il corpo si adatta, lo spazio assume una nuova definizione soggettiva e temporale, unica per ogni occupante. Viene stabilita una relazione armoniosa tra il corpo e lo spazio. L’ambiguità dell’acqua offre un’architettura sorprendentemente flessibile, ed è questa l’idea che esplora gran parte del lavoro sia concettuale che costruito.
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CONCEPT Stack 10
C’è uno sgradevole senso di caos in mezzo alla calma estetica dell’installazione.
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Ci sono situazioni in cui qualcosa è differente: i bambini per esempio hanno una dote innata nel vivere senza timori il rapporto con l’elemento acquatico, sono ottimi subacquei istintivi, ne sono incuriositi, ci giocano e scoprono in esso mondi immaginari e segreti: un sasso può diventare una montagna, un carrello può trasformarsi in un dirigibile, un palloncino in una mongolfiera.
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Il processo di ripetizione fisica all’interno dell’ambiente trasforma i materiali in complesse accumulazioni visive. Queste si connotano però come tracce e ricordi di luoghi, e memorie di un vissuto che non c’è più. Puoi salvare un oggetto, un semplice elemento da riportare a galla nel corso della travagliata risalita che porta a creare il nostro mondo.
Un piccolo sasso viene oltrepassato come se fosse una montagna ancora piuttosto bassa, un arbusto come una di maggiori dimensioni ed, infine, un tronco d’albero tagliato appare ai suoi piccoli occhi come l’Everest: il più alto, invalicabile, sul quale il bambino non può che inciampare e sbattere. Ecco cosa ci ha ispirato: una semplice scena di un famoso cartone animato che raccontava i pensieri di quel bimbo man mano che procedeva nello spazio. Una semplice avventura che sa spiegare come tutto sia straordinario se vissuto e percepito in modo non convenzionale ed infantile.
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Stupore, volontà di scoprire, capacità di astrarre sino al massimo delle possibilità.
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EVOLUZIONE Stack 14
Tutto iniziò cosi: un bimbo che saltella per strada osservando ciò che lo circonda incuriosito.
È irrequieta, è energia ed implica sempre una trasformazione, una rinascita. È sulla forza di questo elemento che si fonda la cosmogonia: sulla capacità di riflettere, creare doppioni, generare e distruggere.
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Se un adulto non è più in grado di vedere queste magie, il bambino esce dalla grigia realtà dei grandi con una trottola improvvisa. Perlustra ogni luogo quatto quatto e quando qualcosa lo attrae vi si avvicina il più possibile e ne fa esperienza senza alcun timore. Si immerge negli abissi e scala le montagne, immagina anche lo spazio, perché le dimensioni e le distanze sono una convenzione degli adulti: con l’immaginazione, persino il suo corpo percepisce tutti i luoghi in qualunque momento.
Abbiamo scelto l’acqua che distorce, purifica, che genera vita, mondi ed effetti straordinari: assomiglia all’anima dell’essere vivente.
Immaginavamo una caduta improvvisa, uno scivolo evanescente, cascate che scorrono sempre più rapide, ponti appesi ad un filo.
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Genuinità, leggerezza, predisposizione naturale alla comprensione dell’ambiente attraverso il corpo, attrazione nei confronti del rischio, propensione a produrre originali pensieri associativi nelle qualità di dimensionamento del mondo.
Ad ogni nostro spostamento ciò che è avvenuto è stata una vittoria del cubotto giallo su quelli più piccoli. Da ogni cubo era, pertanto, possibile trarre qualcosa ma la scelta, anche involontariamente, ricadeva sempre su uno stesso fattore, su un elemento unificatore che, nel nostro caso, è stato rappresentato dalla maggior dimensione e dal colore più acceso del cubo giallo.
In ogni caso molteplici isolotti, diverse realtà che al termine del nostro percorso sono diventate masse dalle forme e dai materiali tra i più variegati. E in queste masse abbiamo ritrovato loro: oggetti di ogni forma e dimensione, oggetti comuni e meno, oggetti che in una fase del nostro percorso hanno lasciato il posto alle sole percezioni e sensazioni acquatiche.
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Abbiamo cercato di riprodurre un allestimento di cui noi fossimo i protagonisti, che richiamasse la nostra idea di percorso, che si sviluppasse mediante l’attraversamento di mondi diversificati. Adattando il nostro modo di muoverci e di relazionarci con l’ambiente che ci circonda, abbiamo generato uno spostamento determinante e non più reversibile.
In quella situazione erano container, in altre dei sottili fili ancorati con oggetti al fondo del mare che si sarebbero potuti facilmente slegare e far risalire a galla, in un altro momento persino cornici quadrate immerse in un percorso acquatico mobile e scandito in verticale, una struttura particolare che ben riusciva a mettere in luce la leggerezza quanto la profondità dell’ambiente marino simulando delle vere e proprie onde.
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Poi qualcosa è cambiato.
Ordine e disordine, caos e regolarità, scenari fluttuanti dove le interazioni con l’ambiente e gli oggetti risultano essere difficoltose proprio per il loro essere sfuggenti. Tali principi si sono sempre alternati fra loro accompagnando l’intero percorso progettuale fino al raggiungimento della meta finale: un perfetto bilanciamento che ben sa mostrare i segreti nascosti del nostro pianeta.
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Poi forme geometriche realizzate con un solo filo nero rappresentano la scelta che ciascuno di noi potrà compiere e i materiali e le consistenze degli aggregati racchiudono in sé tutte le percezioni legate al mondo del mare.
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Le masse, gli oggetti hanno condensato ciascuno di questi aspetti: piccoli oggetti reali, quotidiani, uniformati cromaticamente fra loro: oggetti portati al massimo grado di astrazione e semplificazione.
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Evoluzione della figura umana in un processo di progressiva astrazione finalizzata ad evidenziare la sensorialità tattile ed olfattiva
I suoi edifici e le case sperimentali creano spazi all’interno di spazi che si confondono l’uno nell’altro e non hanno confini definiti o percorsi predeterminati attraverso essi, richiedendo all’utente di creare la loro definizione attraverso l’uso. In Primitive Future Fujimoto esplora un’architettura che inizia a rinunciare agli spazi prescritti.
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STUDIO #1
PRIMITIVE FUTURE HOUSE
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Un’opera che spiega eloquentemente il nido di Fujimoto, che implica uno spazio che è stato specificamente preparato per l’abitazione umana. Una grotta è l’opposto di questo: uno spazio formato naturalmente, che per essere usato per l’abitazione richiede un atto creativo per conto di un essere umano. La grotta altera il comportamento del suo occupante offrendo un modo chiaro in cui utilizzare lo spazio. Sebbene in una certa misura questa ambiguità sia inerente a tutti gli spazi, la grotta è completamente indefinita.
Il recupero dei tesori è attestato da fotografie, video e un filmato. Resta il dubbio se e quanti siano gli oggetti che Hirst ha effettivamente fatto affondare e poi recuperato, e quanti invece provengano direttamente dal suo laboratorio e su quale sia l’ipotesi più affascinante e coerente: che sia tutto uno scherzo o che abbia portato avanti il gioco fino a ricreare l’affondamento di un vero vascello e il recupero dei suoi tesori.
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STUDIO #2
TREASURES FROM THE WRECK OF THE UNBELIEVABLE
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Damien Hirst riporta l’arte alla dimensione del coinvolgimento fisico, almeno come prima reazione spontanea difronte all’opera, e non più esclusivamente emotivo. L’impatto alla vista delle sue opere è talmente forte e violento che lo spettatore è portato ad avere dapprima una vera e propria reazione fisica, un sussulto, un brivido o un senso di vuoto, come fosse stato colpito da un pugno allo stomaco, e solo successivamente un coinvolgimento mentale atto a indagare il senso dell’opera.
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L’idea nasce dall’esperienza con Boffi, i portasalviette Shortcut (2009), caratterizzati proprio da un tondino ininterrotto di acciaio verniciato bianco. I prototipi in mostra alla Saatchi Gallery l’anno successivo superano il valore funzionale per esprimere temi ricorrenti nella progettulità giapponese: la purezza della forma e la sua espressività, il minimalismo e la ricerca della leggerezza visiva.
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STUDIO #3
THIN BLACK LINES
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I lineamenti di Nendo si condensano in espressioni di significato, come per la calligrafia giapponese. Costantemente mutanti, si muovono alternando divenire e collasso di forme. La traduzione avviene con il sottile estruso di metallo verniciato nero, unica componente degli oggetti.
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Le opere stesse sono astratte dal loro vero scopo e sono rimaste solo le forme organiche che rappresentano i dati di accumulazione nel tempo. Descrive il suo processo come estremamente rigido, implicando la creazione di regole rigorose su come i dati vengono raccolti, documentati e infine trasformati in queste installazioni pseudo-scientifiche. In questo modo crea la distanza dalle informazioni e oggettiva l’esperienza, dando un falso senso che il corpo sia accessibile e facilmente comprensibile.
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201 DAYS
STUDIO #4 Stack 30
Katie Lewis sviluppa metodi elaborati per registrare dati su se stessa, sia che si tratti di sensazioni percepite da varie parti del corpo o altri aspetti delle minuzie della vita tracciate nel tempo usando poco più che appuntamenti, fili e matita segnati.
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Le sculture di Zang-Huan sono realizzate in vari materiali, che vanno dall’incenso dei templi buddisti, alle pelli di animali, fino ai metalli più disparati, ritraenti per lo più immagini sacre del credo buddista e non solo. In queste grandi sculture emerge la capacità dell’artista di creare connessioni estetiche e culturali tra la civiltà rinascimentale fiorentina e quella cinese, che ha riportato alla mente quella Via della Seta che già in passato aveva collegato l’Oriente con l’Occidente, offrendo una privilegiata chiave di lettura per comprendere la Cina contemporanea, una realtà affascinante e complessa.
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STUDIO #5
L’ANIMA E LA MATERIA
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Art cannot change the world but it can raise the questions and help more people to think about the future in a wider context. L’arte non può cambiare il mondo, ma può porre delle domande ed aiutare più persone a pensare al futuro in un contesto più ampio.
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STUDIO #6
IN BETWEEN
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Le suggestive opere di Chiharu Shiota sono fatte di fili e oggetti comuni, che riescono a catturarci come dei moscerini nella ragnatela. Per l’opera, Shiota utilizza vecchie porte in disuso, ritrovate nei magazzini di Palazzo Strozzi, di cui la storia non è più tracciabile con esattezza. La porta che non delimita più uno spazio diviene un oggetto che ricorda la vita che ha avuto luogo, ma dove tutto è stato coperto e fermato in uno dimensione ormai irraggiungibile se non dalla memoria. La creazione con i fili è una trasposizione dei miei sentimenti mentre lavoro. Shiota trova l’obiettivo della sua ricerca nell’essenza dell’essere, in un’idea entropica di energia e nella dimensione del ricordo individuale e collettivo, sperimentando la nostra percezione dello spazio e del tempo resi permeabili alla vis ta.
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STUDIO #7
BONZANOS ART GROUP
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Produce sculture in filo di rame modellato e saldato a mano. In Riflettendo il Cosmo è evidente la segmentazione del corpo umano, come dell’anima, e dell’esistenza di tanti piccoli e grandi mondi da esplorare ma che spesso spaventano. Equilibristi è una scultura che sa condensare in sé la leggerezza generata dal sottile avvolgersi del filo metallico con il tema del corpo inteso come architettura interattiva e connettiva tra l’individuo e gli altri, tra l’io e l’universo. Questo contenitore di domande e dubbi è forma visibile e materia tangibile di ciò che nell’essere umano é invisibile e inafferrabile: emozioni e anima. Viaggio Onirico rappresenta il passo successivo: la presa di coscienza delle proprie capacità. L’individuo è in grado di viaggiare e conoscere la realtà. Il visitatore è persino accompagnato nel suo viaggio da un personaggio accessorio.
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Emerge con essi la stretta relazione fra tempo, spazio e colore, il quale, fattore scatenante della nostra percezione, ci coinvolge efficacemente nell’ambiente acquatico. Il colore va considerato nel suo contesto e mai slegato da esso: un mondo stabile e ben strutturato oltre che libero e privo di regole ben precise.
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ATMOSFERA Stack 38
Cubi che parlano, cubi che raccontano una storia profonda, cubi che condensano profonde sensazioni.
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Una massa indecifrabile, una micorealtà sgradevole: rifiuti, petrolio che si aggrega sulle rocce, alghe putrefatte. Un lucido, variegato, viscido effetto che genera curiosità estrema verso gli abitanti acquatici e non solo. Il richiamo alle persone è forte, tanto che tendono ad avvicinarsi ad esso per venirne a contatto anche solo con un dito. Apparentemente viscoso , quasi disgustoso nei suoi toni oscuri e metallici, in realtà è solido e stabile, saldamente ancorato agli abissi marini tanto da riuscire a dominarli con forza. Ne deriva un effetto variegato, enorme, fragile, potente, smisurato, sgraziato o leggero a seconda della visuale . Le alghe non solo testimoniano il nostro passato, ma rappresentano un’ancora di salvezza per il nostro futuro, il viscido inquinamento invece si oppone radicalmente a ciò in un gioco di scontri ed ambivalenze.
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È un mare denso di cose, un mare che raccoglie elementi, elementi che lo rendono denso. La sua trasparenza viene contrastata da elementi più carichi che hanno impatto sull’ambiente esterno. La consistenza caratterizzante? Il corallo, in ogni sua forma, colore e diemensione. Non è nitido, né tantomeno uniforme ma è facilmente comprensibile da chiunque, in particolare è ciò che in primo luogo nasce nella mente di un bambino. Radunati tipicamente in colonie di molti individui simili sono indispensabili nell’ambiente marino e danno vita ad effetti e consistenze tra le più variegate ed intense, riportando chi li guarda ad un immersione totale, forse nei pressi di una lunga e spettacolare barriera.
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Concretezza, solidità materica, stabilità e struttura. Una leggera sembianza di sospensione. Rocce ancorate alle profondità degli abissi sono le principali strutture di sostengo e riferimento di un mondo così incosistente quale quello acquatico. Accompagnano ogni elemento del nostro percorso fino in superficie, in corrispondenza della quale affiorano trasformandosi in scogli. Qui la massa raggiunge l’apice della sua solidità in completo contrasto con l’ambiente circostante. Gli effetti di luce rifatta dall’acqua, inoltre, generano un caleidoscopio di colori sulla roccia destando uno strano senso di confusione.
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Un tuffo nell’oceano, miglia di distanza dalla terra ferma ed un abisso sottostante. L’acqua muta forma, da sicurezza e natalità ad angoscia e mistero. Il visitatore si troverà perduto in un ambiente quasi impermeabile alla vista, dove l’unica possibilità di comprensione è data da ombre vaghe ed illusorie. Piccoli buchi attraverso cui vedere, atmosfera di respiro e leggerezza, una consistenza spugnosa e porosa: muschi, licheni, coralli dalle forme più varie vivono quest’ambiente. La spugna assorbe tutto, il colore, gli odori, le sostanze disperse nell’acqua e genera nuovi spazi di vita. Non solo, corpi ricchi di pori e canali permettono all’acqua di circolare attraverso essi e generano una delle maggiori irregolarità e appigli per oggetti sul fondale.
Un color board che si mostra in tutto e per tutto per richiamare quegli effetti di deterioramento e arrugginimento metallico dovuti alla presenza dell’acqua. Stack ricerca colori che sappiano mostrare la contrapposizione di un ambiente calmo, ordinato e rilassante, ma al contempo generatore di vita e movimento.
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BOARDS Stack
Materiali tra i più vari ed inconsueti, il material board descrive la contrapposizione delle matericità della rappresentazione e di ciò che si cela nei fondali marini.
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Per restituire l’atmosfera ed il concept del progetto nel mood board di Stack domina il dinamismo. Il tutto richiama l’acqua, oggetti sparsi e ripetuti, cromie unificate, scogli con effetti cangianti e rocce che contrastano la leggerezza del tessuto. Il trend board definisce la linea di appartenenza di un progetto che si definisce minimalista e molto Japan style da un lato ma caotico e ricco di matericità dall’altro, trasformandosi così in una vera e propria tendenza del momento.
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Material board: cotone, poliuretano espanso, spugne, tessuti, tubi in plexiglass e das modellato, poi alghe, scogli, conchiglie, molluschi, coralli dalle forme e dalle consistenze più diversificate
Color board: rosso, azzurro, un effetto metallico del rame e dell’acciaio, il nero più profondo e un bianco opalino che quasi scompare
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Mood board e trend board: suggestioni, rappresentazione, tattile, persino olfattiva dell’identità di Stack
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LAYOUT Stack
Un percorso di risalita in superficie totalmente in preda alla vertigine, un caos che si ordina sempre più. È proprio la vertigine, manifestazione evidente di una percezione alterata del proprio corpo in relazione ad uno spazio immenso, che domina scenari fluttuanti dove le interazioni con l’ambiente e gli oggetti risultano essere difficoltose proprio per il loro essere sfuggenti.
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I fili tesi nello spazio divengono segni espliciti della traiettoria del passaggio, mai lineare e quasi ossessivo, che crea nodi e grumi nel protrarsi temporale della medesima azione, come avesse compiuto una performance.
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Scalinata
scalinata raccolta
Slalom
slalom
Equilibrismo
cammino sui fili mobili-instabilità
Arrampicata Stack
Salto
salto
Stack
arrampicata
Raccolta scalinata raccolta slalom cammino sui fili mobili-instabilità
salto
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arrampicata
Arrampicata
raccolta
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Equilibrismo
raccolta raccolta
arrampicata
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arrampicata arrampicata
equilibrismo equilibrismo
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equilibrismo
raccolta Raccolta
Perni, chiodi neri si accumulano sulla base in gruppi o sciami, la trama si intreccia in una rete caotica, in una massa nera che si sovrappone fino a quando una superficie non riesce più a tenere insieme se stessa. Poi masse dalle forme e dimensioni tra le più variegate, masse vive e dotate di ogni consistenza: accrocchi di materiali e sensazioni.
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L’ancora di tutto questo mondo primordiale sono lunghe e sottili aste, metalliche, grezze, pure, filettate e pronte a generare un dinamico moto ascensionale. Tutto esiste perché è trattenuto da queste, tutto nasce dal loro innalzarsi, tutto dipende dalla loro forza.
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COSTRUZIONE Stack 64
Sviluppato come un trattato concettuale, lo schema di Stack consiste in un elemento, la lastra, riconfigurata e riutilizzata. Le lastre stesse, uniformemente impilate e distanziate, fungono tanto da struttura portante quanto da scalinata. Un percorso in ascesa, quasi evanescente, che ricrea con leggerezza estrema l’ambientazione acquatica.
20 80
4
40
932
1020
1304
1160
Prospetto quotato Scala 1:100
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300
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20
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470 20
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364 20
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Nel modello: cotone, poliuretano espanso, spugne, tessuti, tubi in plexiglass e das modellato al posto di alghe, scogli, conchiglie, molluschi, 1600 coralli dalle forme e dalle consistenze più diversificate
1600
Pianta quotata Scala 1:100
1600
Ciascuno compirà una scelta differente influenzata dal proprio vissuto. Ma alla base di tutto, di ogni geometria complessa, di ogni oggetto vi è sempre qualcosa di più semplice, di intuitivo e facilmente comprensibile. Non si tratta di forme perfette, ma di elementari scomposizioni realizzate esattamente allo stesso modo in cui un bambino inizia a disegnare ciò che vede attorno a sé. Una forma. Questa è la scelta.
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Oggetti di ogni genere, natura e dimensione, oggetti comuni protagonisti della vita quotidiana, oggetti che non hanno possibilità di distaccarsi dalla massa alla quale si trovano incastrati. Oggetti in trappola che puoi riportare a galla.
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AMBIENTE Stack 70
Sfere sensoriali, globi integrati agli abissi marini fatti di rocce, coralli, rifiuti, molluschi, conchiglie, alghe, muschi e licheni. Tutto quel che saremmo in grado di trovare nelle profondità dell’oceano: primordiali elementi ai quali variegati gruppi di oggetti si sono incastonati. La cosmogonia sono loro.
caos e disorientamento
caos e disorientamento Caos e disorientamento
ascesa e ancoraggio
ascesa e ancoraggio
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matericità e disomogeneità Matericità e disomogeneità
evanescenza e profondità
matericità e disomogeneità
evanescenza e profondità
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Ascesa ed ancoraggio
instabilità e tensione
Evanescenza e profondità
instabilità e tensione Instabilità e tensione
brezza marina Brezza marina
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brezza marina
degli odori da più
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intensità degli odori da più forte a meno forte
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Intensità degli odori
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Creare un alto grado di dinamismo senza che sia troppo fotografico, sebbene molto spesso alcune forme assumano una natura quasi astratta.
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- Elliasson Olafur
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Discese e risalite continue, questi sono i movimenti prediletti con i quali Stack è attraversabile.
Abissi scuri, cupi, tetri, abissi le cui profondità sono differenziate dalla concentrazione di un gioco di fili neri tesi e intrecciati, abissi da indagare: la telecamera si è muove come un esploratore tra la base della struttura. Dall’evanescenza acquatica si giunge con un’esplosione di luce alla concretezza delle masse incastonate in fondo al mare, agli accrocchi di materiali che dominano questi abissi nei quali gli oggetti sono rimasti intrappolati. Con l’avvicinarsi e l’allontanarsi si mettono in luce tutte le variegate qualità materiche che li costituiscono.
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Stack si mostra prima nel suo riflesso e solo in seguito per com’è realmente. La scelta è dovuta alla volontà di enfatizzare la qualità riflessiva dell’acqua, gli straordinari giochi di luce ed ombre che si possono generare in essa, oltre che concentrare l’attenzione di chi guarda solo sull’ambientazione semplificata dell’intero progetto.
Una lunga risalita dagli abissi.
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VIDEO Stack
Attraversare abissi proibiti, navigare nelle acque più profonde, muoversi in totale libertà, quasi in assenza di peso e consistenza.
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Stiamo salendo. Giriamo attorno al tutto per vederlo da ogni prospettiva: la luce, lo spiraglio che si rifrange nel mare e che mostra l’arrivo.
Ad essa si aggiunge un forte effetto elettronico-metallico rafforzato ulteriormente dai suoni da noi generati con parti dello stesso modello: distanziatori di plexiglass che scorrono su di un’asta filettata.
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Ad un tratto una nube nera cerca di avvolgere la scena, ruba spazio alla luce per generare un senso di confusione e cancellare tutto ciò che ormai è stato lasciato in profondità.
MUSICA
Nasce da una base di un gruppo di performer - Unicorn Paris - The Look Elsewhere (2018) - che ben sa ricreare sensazioni di vertigine, tensione e sospensione.
Un’ulteriore traccia, tratta dalla clip Club Palace - Real or CGI? (2018), in sottofondo sottilmente rimanda al mondo acquatico.
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Tutto la clip gioca su continui momenti di perdita di messa a fuoco e sfocature affinché si possa percepire il tutto come se ci si trovasse davvero immersi nell’acqua, con la vista un po’ appannata e la difficoltà di comprendere realmente ciò che ci circonda.
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Valentina Tanni (2018), Il falso documentario di Damien Hirst sbarca su Netflix, https://www.artribune. com/ Nendo (2011), thin black lines, http://www.nendo.jp/
Italo Calvino, Tutte le cosmicomiche, Milano, Mondadori, 1997
Juxtapoz (2012), 201 Days by Katie Lewis, https:// www.juxtapoz.com/
Aleksandra Mizielinska, Daniel Mizielinski, Sott’acqua. Sotto terra, Milano, Electa, 2015
Valentina Nencini (2013), Zhang Huan. L’anima e la materia, http://www.scenecontemporanee.it/
Antoine de Saint-Exupéry, Le Petit Prince, New York, Reynal & Hitchcock, 1943
Strozzina (2012), In Between, http://www.strozzina. org/ Bonzanos Art Group, http://www.bonzanos.com/
Stack
Rebecca Dautremer, Le petit théâtre de Rebecca, Paris, Gautier Languereau, 2012
Frac Centre-Val de Loire (2003), Primitive Future House (N House), http://www.frac-centre.fr/
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Jules Verne, Vingt mille lieues sous les mers, Paris, Pierre-Jules Hetzel, 1870
SITOGRAFIA
BIBLIOGRAFIA Stack 100
Riccardo Falcinelli, Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo, Torino, Einaudi, 2017