PLAY PADOVA. Report

Page 1



#P L A Y P A D O V A è la nostra risposta al bando di idee per la valorizzazione della competitività e attratività sostenibile di “PADOVA SOFT CITY” promosso dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Padova. // sviluppata da inTerritori, Guerrarchitetti e abacO, in collaborazione con A. Bisello (EURAC), E. Bramerini e F. Gelli (IUAV). La nostra proposta si è aggiudicata il sesto posto.


AREA DI PROGETTO: CONTESTI TERRITORIALI E QUESTIONI SOSPESE.

Le città e le aree urbane costituiscono elemento chiave nell’intreccio tra economia,energia, ambiente e società. Esse sono al tempo stesso il più grande problema e la maggiore risorsa per la ricerca di nuovi equilibri, per un cambiamento in chiave compatibile dei modi di vivere, abitare, produrre, muoversi e gestire il territorio. L’area di progetto è localizzata in una parte della città di Padova in cui, nel tempo, si sono sovrapposti alcuni sistemi (insediativi, produttivi e strutturali) della città ottocentesca e novecentesca, generando un mosaico di situazioni territoriali critiche e spesso irrisolte. Queste problematiche rappresentano da un lato il conflitto (ancora irrisolto) tra le strategie urbane generate dalle rivoluzioni industriali precedenti (vicinanza ferrovia e fiera, espulsione del distretto industriale, localizzazione del distretto direzionale e dell’industria ICT lungo la principale via di accesso su gomma); dall’altro lato esse possono essere lette come soluzioni forzate di continuità nelle prassi urbane (progettuali e pianificatorie). Per mettere nuovamente a sistema l’a-

rea proponiamo di superare l’urbanistica funzionalista (che suddivideva il territorio) grazie ad un’urbanistica emozionale, in grado di concepire il capitale umano come risorsa e non come semplice utenza.





VISION GENERALE: PERCHE’ ABITARE E PRODURRE A SOFT CITY?

Soft City sarà un laboratorio pulsante nel cuore di Padova. Risiedere e lavorare all’interno del laboratorio urbano di Soft City sarà un’esperienza unica nel suo genere: sarà possibile infatti partecipare alla vita, all’innovazione e allo sviluppo dell’area attraverso un set specifico di applicazioni (per dispositivi wireless e desktop) che aiuteranno a trasformare l’esperienza urbana in un gioco fisico-digitale. Abbiamo scelto poi di implementare all’interno dell’area alcune strategie per la generazione di un nuovo valore d’uso. La somma di valore immobiliare e valore d’uso costituirà un complessivo valore urbano, funzione non solo del mercato ma anche dell’azione efficace di ecosistemi di vicinato. Per questo abbiamo progettato un masterplan urbano-digitale, con parti di design urbano (dal carattere fortemente simbolico) interconnesse da app, utilizzate come strumento per connettere esperienze, condividere spazi, proprietà e saperi. Abbiamo chiamato tutto questo urbanistica app-based, ipotizzando di investire principalmente sul capitale sociale piuttosto che sullo sviluppo di nuova volume-

tria urbana. La realizzazione di applicazioni dedicate al capitale sociale e ad una maggiore coesione tra ricerca e impresa potrà costituire inoltre un interessante volano per lo sviluppo di nuove attività urbane (servizi, condivisione delle risorse, prototipazione e vendita, apertura di nuovi segmenti di mercato, implementazione del comfort effettivo nei contesti urbani dell’aera di progetto) Nella nostra vision (che fonde strategie della smart city con quelle della rigenerazione urbana) gli aspetti energetici costituiscono un ulteriore pilastro di una nuova strategia olistica urbana. Soft City, letta in chiave energetica, è una città che vuole massimizzare la sostenibilità, autosufficienza e resilienza dei sistemi energetici, assicurando la loro adeguatezza e competitività, nel quadro di riferimento di uno sviluppo integrato verso una economia “low carbon”. Questo è ottenuto attraverso un’applicazione innovativa e razionale dell’ICT, così come attraverso un approccio integrato, esteso e partecipativo. Approccio integrato significa considerare al contempo politiche e piani, dal livello europeo a quello locale e urbano,

connettendo orizzontalmente domini di intervento di tipo “materiale” (edifici e infrastrutture-spazi pubblici di quartiere, trasporti e mobilità, infrastrutture energetiche e reti) e “sociale” (pianificazione partecipata, strumenti di management della domanda e di analisi dei profili d’uso). Approccio partecipativo significa coinvolgimento e collaborazione in ogni fase dello sviluppo della Soft City di principali portatori di interesse, ovvero: (i) decision makers (ii) fornitori di beni e servizi (iii) target groups (iv) altri portatori di interesse (media, opinion leaders, associazioni).






STRATEGIE GENERALI: DA DOVE INIZIARE?

Come prima azione programmatica il nostro masterplan prevede di rilocalizzare l’attuale fiera, ipotizzando la realizzazione di un nuovo polo fieristico (di superficie doppia e con migliori connessioni infrastrutturali) nell’aerea nord di San Lazzaro. La successiva riconversione dell’area dell’attuale fiera permetterà la realizzazione di un nuovo ecosistema urbano, alimentato primariamente dalla ricerca universitaria: l’Università di Padova avrà il compito di essere partner attivo e catalizzatore di questo set di processi strategici. Il nuovo piano guida per l’area prevede di rendere disponibili nuovi spazi di espansione per l’Università di Padova, integrandoli con il (previsto) nuovo auditorium e altre funzioni miste. La mixitè funzionale verrà garantita, coordinata e implementata da un layer connettivo immateriale, che integri ICT dedicata e comunità locale. Si realizzerà così un contesto urbano disponibile ai cambiamenti che l’imprenditorialità e le comunità locali richiedono per corrispondere alle proprie necessità. Questo sarà possibile grazie ad una sensibilità aumentata dello spazio cittadino, sviluppata tramite interventi localizzati di sostituzione/trasformazione urbana inte-

grati ad un uso specifico di applicazioni mirate a condividere risorse urbane pubbliche. Rilasciando in forma aperta i dati (open data) sull’uso dello spazio pubblico (utili allo sviluppo di un ecosistema produttivo di applicazioni ICT) sarà possibile poi elaborare creativamente (e in modo inclusivo) nuove funzioni urbane temporanee o di medio periodo, condividere conoscenza e strategie (per una generale riduzione dei costi di ricerca e sviluppo), nonché aprire nuovi segmenti locali di mercato urbano.


OBIETTIVI SISTEMICI: VISIONE OLISTICA E PRIORITÀ D’AZIONE

OBIETTIVI ECO-SISTEMICI: SPAZIO ALL’INNOVAZIONE EMERGENTE

All’interno del laboratorio urbano della Soft City potrà essere più semplice gestire i rapporti economici tra i portatori di interesse (pubblici e privati). Come indicato dalle direttive europee dovrà essere più conveniente per le imprese investire in obiettivi sistemici (come la riduzione del carico ambientale), potendo gli stessi essere tradotti in una riduzione del carico tributario locale. Ulteriore obiettivo sistemico dovrà essere l’implementazione capillare del Piano Energetico Strategico, puntando ad una revisione intelligente della griglia energetica urbana. I principi specifici da seguire, in ordine di priorità per la trasformazione energetica urbana sono: (i) uso razionale dell’energia; (ii) aumento dell’efficienza energetica; (iii) aumento della generazione energetica da fonti rinnovabili locali, relegando le fonti fossili ad un’eccezione, e considerando i trade-off tra benefici e costi.

Rientrano in questo capitolo progettuale a comunità attive, poiché il suo impegno le ipotesi volte alla valorizzazione del con- sociale per il bene comune gli garantirà testo urbano, secondo strategie di me- vantaggio economico diretto. dio-lungo periodo. Il nostro masterplan prevede, come detto, un uso innovativo dell’ICT. Nello specifico proponiamo di implementare un’infrastruttura informatica geolocalizzata (Spatial Data Infrastructure - SDI) in grado di agevolare sia i rapporti orizzontali (da cittadino a cittadino) sia quelli verticali (dalle istituzioni al cittadino e viceversa). L’eco-design strategico prevede così di rendere accessibile in modo massivo un’economia circolare interna, passando per ‘ticket’ o ‘punti’ accessibili a tutti i cittadini e raccolti da specifiche applicazioni. Ad ogni azione virtuosa (dal conferimento volontario dei rifiuti solidi urbani al parco del riciclo, all’apertura di negozi temporanei per promuovere nuovi prodotti, fino ad attività educative gratuite per bambini) sarà possibile, secondo le strategie lean della nostra proposta fisico-digitale, ottenere punti-premio. Questi potranno dare accesso gratuito o calmierato a servizi urbani solitamente a pagamento. Ogni cittadino della Soft City sarà così potenzialmente interessato a partecipare



OBIETTIVI A SCALA METROPOLITANA: CONNETTERE LA CITTÀ AL SUO TERRITORIO

> Ibridare l’università e la ricerca con il mondo dell’artigianato digitale; > Istituzionalizzare le nuove dinamiche tra i produttori-consumatori, gli spazi pubblici, i luoghi della ricerca e i luoghi della produzione; > Rappresentare attraverso un’architettura simbolica una nuova identità urbana resiliente, aperta, inclusiva, creativa e produttiva. STRATEGIE A SCALA METROPOLITANA > Avvicinare e includere (in uno stesso ecosistema) università, residenzialità e incubatori d’azienda. Il catalizzatore/attivatore saranno gli spazi pop-up, dunque box standard (dal design innovativo e molto simbolico) in grado di ospitare per periodi limitati piccoli prototipi aziendali e/o culturali. Gli spazi pop-up potranno essere replicati nel resto della città (eventualmente autoprodotti, secondo i principi dell’open source, e installati gratuitamente su suolo pubblico). L’attivazione degli spazi pop-up dovrà essere semplice; gli spazi pop-up dovranno essere off-grid e la loro gestione dovrà essere affidata ad

una nuova istituzione locale, che accolga le istituzioni comunali e i principali rappresentanti delle locali comunità makers e di civic hackers. La sede di questa nuova istituzione sarà l’Urban Center, che avrà dunque sia funzioni di comunicazione che quelle di attivazione e gestione di nuove funzioni urbane; > Le ulteriori nuove istituzioni proposte per Soft City sono: - Le Torri per la ricerca strategica (o smart specialisation strategy - localizzate lungo via Friburgo), nelle quali troveranno sede specifici laboratori di ricerca applicata trans-disciplinare. Nello specifico si tratta di tre Torri: la Torre per multimedialità e nuove forme di didattica, la Torre per biomedica e ambiente urbano, la Torre per IoT e nuove forme di mobilità. Le Torri saranno collegate tra loro da una corsia sperimentale, un luogo in cui testare sensori, dispositivi e veicoli innovativi; - L’Accademia per l’Urbanità 3.0 completerà poi il fronte commerciale lungo via Venezia proponendo alla città un luogo in cui ripensare le funzioni, le strategie e le tipologie urbane, affiancando ad esse i risultati e i prototipi elaborati e

testati nelle tre Torri per la Ricerca Strategica. L’Accademia per l’Urbanità 3.0 costituirà l’attivatore istituzionale dell’ecosistema ICT già in fase di sviluppo tra via Venezia e via della Croce Rossa, elaborando progetti specifici per una città app-based; - Il Centro Studi per il restauro (che troverà sede di fronte al tribunale) costituirà la connessione culturale tra le arti urbane (dal ‘500 e al ‘900) del centro storico e lo sviluppo di nuove strategie culturali e turistiche da implementare nella Soft City e nei suoi spazi pubblici di nuova generazione; - Il vicino Centro per l’Artigianato Glocale sarà un prototipo urbano in cui lo spazio pubblico e lo spazio privato si ibrideranno per permettere ai cittadini di Padova di visitare, apprendere, acquistare i prodotti delle principali culture artigianali mondiali. > Una porzione di via Venezia verranno trasformate in spazio condiviso (shared space), senza più privilegiare il solo transito carrabile. In tal modo si aumenterà la permeabilità della viabilità agli attraversamenti, con incremento della visitabilità e accessibilità dei fronti commerciali.


OBIETTIVI A SCALA URBANA: ATTIVARE COMUNITÀ E FUNZIONI

> Implementare la connettività tra funzioni, attori e spazi urbani; > Attivare nuove forme di comunità a progetto; > Agevolare le rappresentazioni culturali delle etnie urbane come consolidamento della mixitè urbana; > Rendere più agevole la migrazione funzionale interna. STRATEGIE A SCALA URBANA > Sviluppo di strategie di info-mobilità e implementazione di una nuova rete di percorsi ciclo-pedonali che connettano la viabilità intraurbana esistente con i luoghi di maggiore pedonalizzazione (zona universitaria e centro storico); > Per la realizzazione di nuove forme di comunità (e mantenere attive quelle esistenti) il progetto prevede di ridurre al minimo gli interventi di trasformazione urbana nelle aree attualmente destinate alla residenza, realizzando al contempo (nel quartiere del Pescarotto) nuove tipologie ad alta densità che includano spazi multifunzionali a disposizione del quartiere; > Il progetto prevede inoltre la realizzazione di luoghi rappresentativi e accessibili

alle imprese emergenti (spazi pop-up), all’artigianato di nuova generazione, e anche alle diverse etnie (il Salone dei 101 Luoghi, in cui esporre e commerciare i sapori e le spezie del mondo).










STRATEGIE DI FINANZIAMENTO: CIVIC CROWDFUNDING E SOCIAL IMPACT BOND PER LA TRASFORMAZIONE URBANA

La nostra proposta, intervenendo al contempo sullo sviluppo urbano fisico e sull’implementazione di una infrastruttura digitale di nuova generazione, riduce in parte la necessità di capitale iniziale. Inoltre, facilitando lo sviluppo di ICT dedicato attraverso la creazione di un contesto volto all’innovazione e alla ricerca, sarà possibile rendere più agevole lo sviluppo condiviso e bottom-up di un ICT molecolare e reticolare, certamente meno costosa di quella centralizzata e verticale. Questo contribuirà a dare chiarezza ai processi e alla pianificazione, che, unitamente alle garanzie date dalle municipalità locali, sono fattori chiave per ogni processo di trasformazione urbana che intenda utilizzare non solo risorse finanziarie pubbliche ma anche capitali privati. Queste forme di finanziamento riguardano principalmente processi di trasformazione di medio-lungo periodo. Tuttavia la rapidità di trasformazione/evoluzione delle necessità e delle criticità nel contesto urbano portano a dover integrare questi strumenti finanziari con altre strategie rivolte al medio-breve periodo. In questo senso, attivando le comunità locali e implementando la connettività

globale, sarà possibile proporre ulteriori strumenti di finanziamento per la Soft City, quali obbligazioni di impatto sociale (social impact bond) e crowdfunding civico. Si tratta di strumenti indirizzati ad un paniere di investitori molto più ampio (per disponibilità) e al contempo molto più specifico per campo di interesse (sostanzialmente orientati verso il sociale e forme economiche alternative).


IPOTESI PER NUOVE LINEE GUIDA: LE RISORSE UMANE E IL CAPITALE SOCIALE COME MOTORE DI RIGENERAZIONE URBANA

ACCOGLIENZA La città dell’accoglienza

ARTE/CULTURA La città della conoscenza

LAVORO La città dell’emancipazione

SVAGO La città da vivere

1. Ripensare l’identità; 2. Garantire a tutti l’accesso alle tecnologie dell’informazione; 3. Generare mix, promuovere la trasversalità; 4. Protezione sociale e accesso equo ai servizi; 5. Difendere la diversità; 6. Miglioramento dei servizi di base per le popolazioni urbane; 7. Sostenere cittadinanza attiva, pari opportunità e coesione; 8. Costruire interventi mirati alle differenze sociali e culturali; 9. Beneficiare di una partecipazione socio-politica egualitaria.

1. Far parlare il territorio; 2. Rendere trasversale la conoscenza; 3. Sviluppare le competenze per la società della conoscenza; 4. Favorire la creazione di spazi artistici aperti e informali; 5. Creazione di un network tra musei, gallerie, teatri...; 6. Sviluppare un indirizzo culturale basato sulla partecipazione; 7. Ottimizzazione del calendario dell’offerta culturale; 8. Ampliare la capacità di attrarre investimenti e capitali; 9. Attrarre e produrre creatività.

1. Promuovere l’innovazione; 2. Ripensare ad un modello di sviluppo equo e responsabile; 3. Accesso equo all’occupazione; 4. Conciliazione tra ambiti di vita lavorativa e personale; 5. Inserimento lavorativo di gruppi svantaggiati; 6. Incoraggiare gli studi scientifici e tecnici; 7. Sfruttare sostenibilmente le risorse disponibili; 8. Sviluppare lo spirito imprenditoriale; 9. Rafforzare la cooperazione Europea.

1. Disegnare una molteplice geografia dei luoghi; 2. Favorire più spontanee relazioni e scambi positivi; 3. Favorire l’ibridazione delle funzioni; 4. Aumentare la flessibilità degli spazi; 5. Creare mercati liberi ed equo solidali; 6. Rafforzare i legami tra mondo del lavoro, ricerca e società; 7. Aumentare la mobilità e gli scambi; 8. Aumentare la qualità degli stili di vita; 9. Moltiplicare la dinamicità con usi, funzioni, attività ed eventi.


IPOTESI PER NUOVE LINEE GUIDA: DALL’OBBLIGO ALLE OPPORTUNITÀ’

SPAZI PUBBLICI La città dell’incontro

ISTRUZIONE/EDUCAZIONE La città dei talenti

1. Celebrare la complessità; 2. Dare priorità all’interazione; 3. Educare i cittadini alla vita collettiva e al rispetto degli spazi; 4. Aumentare la quantità e la qualità degli spazi pubblici; 5. Sensibilizzare tutti all’importanza dello spazio collettivo; 6. Promozione di luoghi di identità collettiva; 7. Permettere l’incontro e lo scambio culturale; 8. Creare reti, articolare luoghi; 9. Connettere la discontinuità;

1. Migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione; 2. Favorire il plurilinguismo; 3. Garantire un’istruzione accessibile a tutti; 4. Aprire l’istruzione e la formazione al mondo esterno; 5. Migliorare l’istruzione e la formazione degli insegnanti; 6. Creare un ambiente aperto all’apprendimento; 7. Accrescere l’attrattività dello studio; 8. Creare comunità di apprendimento democratiche; 9. Processi di apprendimento a livelli formale e informale. .

> Cedere il piano terra alla PA in cambio di premialità in termini di cubatura edilizia. L’uso di tali spazi andrà determinato su proposte progettuali e imprenditoriali (start-up e imprese sociali), coordinate dalle attività di pianificazione strategica all’interno dell’Urban Center; > Incentivare processi di negoziazione con i fornitori di servizi locali (educazione, svago, biblioteche, ecc…) per rinsaldare le reti locali ed alimentare economie di uso condiviso; > Convenzionare ad attività pubbliche (temporanee o permanenti) la produzione di surplus energetico, in cambio di riduzione proporzionale dei tributi comunali che gravano sugli immobili; > Incentivare la linea d’acqua come via di trasporto pubblico est-ovest; > Valorizzare e comunicare l’efficacia del registro di crediti edilizi per gestire il transito di volume urbanistico derivante da processi di perequazione interna; > Convenzionare la realizzazione di coperture verdi (che contribuiscono alla riduzione dell’isola di calore, al contenimento dei consumi per il raffrescamento estivo, all’abbattimento delle polveri sottili e alla riduzione del run-off delle acque

derivanti da precipitazioni atmosferiche) in modo che vengano assimilati ad interventi sul bene comune urbano, in cambio di una riduzione proporzionale dei tributi ambientali.


#P L A Y P A D O V A nasce dall’incontro di professionisti, talenti e competenze che lavorano a progetti personali e indipendenti. Ma credendo che solo dalla collaborazione e dall’incrocio dei saperi, si possano creare scenari nuovi e condivisi. // Potete seguire le nostre ricerche e gli aggiornamenti sul nostro lavoro qui: www.abaco.me www.eurac.edu www.padovafirst.it www.guerrarchitetti.it www.interritori.it www.iuav.it www.lattepiu.us


E L

N

A

R

I

I

C

O N

UN TEAM MULTIDISCIPLINARE: PERSONE & COMPETENZE

Direzione e coordinamento generale: Enrico Lain (inTerritori); Diagramma concettuale preliminare: Adriano Bisello (EURAC), Simone Cappellari (Cardiff University - inTerritori), Valerio Guerra (Guerrarchitetti), Enrico Lain; Urban planning: Francesca Gelli (IUAV), Enrico Lain; Urban design: Alice Braggion (abacO), Alessandro Carabini (abacO), Valerio Guerra, Enrico Lain; Architectural design: Alice Braggion, Alessandro Carabini, Valerio Guerra; Strategie energetiche e per la sostenibilità urbana e low carbon: Adriano Bisello e EURAC; Strategie per lo sviluppo territoriale: Enrico Bramerini; Strategie per ICT e app-based urbanism: Alessio Barollo (inTerritori), Alice Braggion, Alessandro Carabini. Immagini e progetto grafico: abacO in collaborazione con Alessio Barollo.

Architetto, pianificatore ed editorialista. Nel 1999 si è laureato con lode in progettazione architettonica allo IUAV di Venezia, dove ha poi conseguito il dottorato di ricerca in composizione architettonica nel 2003. Si è recentemente dedicato alla progettazione e sviluppo di ecosistemi dell’innovazione, (FIRST a Padova, ed. 2014 e 2015). Dal 2014 promuove e organizza l’attività di InTerritori (di cui è co-fondatore), un’agenzia di consulenza, pianificazione e progettazione per un nuovo set di strategie ibride di sviluppo del territorio urbanizzato.

V A L E R I G U E R R

O A

Architetto. Laureato a Venezia nel 1993, nello stesso anno risiede a New York partecipando ad un Seminario internazionale di Progettazione presso il N.J. Institute of Tecnology nel New Jersey sul tema “ un museo per gli Indiani Americani ad Ellis Island - N.Y. (primo classificato). Apre un suo studio a Padova nel 1999, realizzando a Padova progetti pubblici (Sala Polivalente “P. Mennea” a Selvazzano) e residenziali (ville a Montegrotto, nuovo quartiere ad Altichiero) e nuovi stabilimenti industriali in India (Pune) e in Cina (Quingdao).

S I M O N E C A P P E L L A R I

Geografo umanista e imprenditore. Si è laureato in letteratura e filosofia all’Università di Padova nel 1999. Nel 2000, dopo la laurea, ha insegnato italiano alla Scuola Comboniana di Cartun, in Sudan, proseguendo le sue ricerche affiancando alcuni ricercatori locali delle Nazioni Unite. Tornato in Italia ha lavorato per cinque anni all’Università di Venezia nel Centro di Eccellenza in Sviluppo Sostenibile. Dal 2014 promuove e organizza l’attività di InTerritori (di cui è co-fondatore). Nel 2015 ha conseguito il Master di Spatial Planning all’Università di Cardiff (UK).

A L I C E B R A G G I O N

Architetto e Designer Creativo. Laureata all’Università di Architettura IUAV di Venezia in Architettura Sostenibile. Alla ricerca di nuove sfide, si è trasferita a Parigi, dove abita e lavora attualmente. Dal 2012, Alice collabora con diversi studi, principalmente con Djuric-Tardio Architectes, sviluppando progetti e ricerche a diverse scale urbane. Nel 2013 fonda abacO | collaborative design studio, che lavora all’intersezione di architettura, arte e tecnologia. abacO espone al Fuori Salone di Milano, alla mostra Replay a Padova ed è recentemente stato premiato con una Menzione d’onore alla Biennale Maggia 2015.


A L E S S A N D R O C A R A B I N I

Architetto e Computational Designer. Laureato all’Università di Architettura IUAV di Venezia con una tesi sperimentale sulla progettazione urbana tramite l’utilizzo di software generativi. Ha lavorato a Londra, Barcellona e Parigi prima di fondare abacO | collaborative design studio, nel 2013. Si interessa di pensiero computazionale e fabbricazione digitale, tecnologie intelligenti applicate alla città e spazi connessi. Attualmente dirige progetti di ricerca di fabbricazione robotica e stampa 3d. Scrive sulla cultura collaborativa, sul social design e sugli strumenti generativi, promuove e insegna nei workshop di architettura “Reaction”.

A L E S S I O B A R O L L O

Architetto e futuro maker. Alessio Barollo prova a contaminare l’architettura con il Crowdsourcing, il Civic Crowdfunding e i Fabrication Laboratory. Cuoco per genetica, sportivo per natura. Dal 2014 collabora con Omeostudio per lo sviluppo di strategie di marketing e comunicazione per aziende, privati e amministrazioni. Nello stesso anno è entrato nell’agenzia di pianificazione urbana Interritori come partner con il ruolo di social-media manager, e responsabile di strategie di finanziamento collaborative.

A D R I A N O B I S E L L O

Conseguita la laurea specialistica in pianificazione per la città e il territorio allo IUAV di Venezia, dal 2007 al 2012 svolge attività di pianificatore territoriale. Collabora con Enti locali e professionisti alla redazione di numerosi piani urbanistici e valutazioni. Dal 2012 si occupa di ricerca energetica applicata a scala urbana e territoriale per l’Accademia Europea di Bolzano/Bozen (EURAC). Partecipa a progetti europei a supporto della low carbon economy e smart cities. E’ esperto designato della delegazione italiana per il tema energia all’interno della Convenzione delle Alpi. Dal 2014 frequenta la Scuola di Dottorato in Ingegneria Gestionale ed Estimo dell’Università di Padova.

F R A N C E S C A G E L L I

Architetto, ricercatore universitario confermato in Scienza Politica e professore aggregato (dal 01.10.07), Dipartimento di Progettazione e Pianificazione in Ambienti Complessi, Università Iiuav di Venezia. Vicecoordinatore e Membro del collegio interno del Dottorato in Pianificazione Territoriale e Politiche Pubbliche del Territorio, Università Iuav di Venezia (da Ottobre 2012 a Aprile 2013 con funzione di coordinatore, per aspettativa del titolare). Senior Fellow del Politische Italienforschung-PIFO TeamInstitut für Politikwissenschaft Justus-Liebig-Universität, Gießen, Germania.

E N R I C O B R A M E R I N I

Senior consultant per ricerche, progetti e interventi di marketing, comunicazione, management, organizzazione, gestione delle risorse umane, pianificazione strategica, community planning & development e sviluppo territoriale; in collaborazione con università, istituti di ricerca, società di consulenza, pubbliche amministrazioni, aziende e organizzazioni del Terzo settore.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.