ITA Distribu zione G RATU
QUINDICINALE INDIPENDENTE DI GIUGLIANO E DINTORNI Questo giornale non riceve contributi economici, né da enti pubblici, né da enti privati
Fondato nel 1998 - Direttore: Sergio Pacilio - Anno XV - N. 15 - Sabato 14 Luglio 2012
GIUSTIZIA NELL’AREA NAPOLI NORD
Dal cilindro di Monti rispunta a sorpresa il fantasma del Tribunale di Giugliano
Sembrava definitivamente archiviato per carenza di fondi. Invece, ora l’ipotesi di realizzare il presidio giudiziario in città, torna in ballo proprio con un decreto taglia spese. E la notizia arroventa il clima politico in vista delle prossime elezioni
TRIBUNALE A NAPOLI NORD MONTI SCEGLIE GIUGLIANO
ULTIMORA
Arrestato il latitante Francuccio ’o Napulitan’, il clan Mallardo resta al momento senza capi
Quello appena istituito con legge del Governo italiano non è il Tribunale di Giugliano, è invece il Tribunale di Napoli con competenze su un comprensorio a nord di Napoli che conta 700mila abitanti, almeno 20 clan ed un tasso di criminalità macro e micro, tra i più alti d’Italia.
L’uomo era da solo in una villetta a Lago Patria. L’operazione dei carabinieri
SERVIZI a pagina 4 e 5
IL PERSONAGGIO
Addio a Granata Trattò con Cutolo
L’ex sindaco si recò nel carcere di Ascoli Piceno per chiedere al capo della Nco di salvare Cirillo dalle Brigate rosse
SERVIZI a pagina 5-6
Come ogni latitante che si rispetti, anche Francesco Napolitano, 56 anni, alias Francuccio ’o Napulitan’, aveva scelto di rimanere a Giugliano consapevole che tra amici e parenti, avrebbero assicurato una latitanza di lusso e al riparo da ogni possibile tradimento. Ma laddove finisce l'omertà di chi da dicembre scorso lo accudiva nel villino di Lago Patria, arriva il fiuto investigativo dei carabinieri del reparto investigativo della compagnia di Giugliano, che ieri hanno fatto irruzione nel nascondiglio del boss ponendo fine alla sua latitanza. Il blitz è scattato alle prime luci dell'alba. I militari hanno circondato il covo e ostruito ogni via di fuga. Poi l'irruzione nel villino. L'attuale reggente dei Mallardo non ha opposto resistenza e si è lasciato portar via dal rifugio. In manette anche due donne, madre e figlia che da tempo si prendevano
REPORTAGE
Viaggio a Zungoli della compagnia di Teresa Barretta
Sono stati invitati dall’amministrazione del Comune dell’Alta Irpinia a rappresentare “La vecchia scorticata” di Giovan Battista Basile. Grande festa per i 40 ospiti del sindaco Zevola SERVIZIO a pagina 8-9
cura del camorrista. La casa, piena di confort e dotata di tutte le misure di sicurezza, è stata sequestrata. Per difendersi dal caldo torrido di queste settimane, nel giardino dell'abitazione il boss si era fatto installare persino una piscina. Dalle attività investigative è emerso che Napolitano è l’attuale reggente del citato clan, riorganizzato sul territorio dopo la disarticolazione del gruppo camorristico, a seguito della condanna all’ergastolo dei capi storici, i fratelli Giuseppe e Francesco Mallardo, mantenendo il controllo delle attività estorsive e dei traffici di droga nell’area. Napolitano era stato raggiunto da diverse ordinanze di custodia cautelare. Era il 6 giugno quando sfuggì alla cattura. In carcere ci finirono però altre 47 persone, indagate per i reati associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata con il metodo mafioso e detenzione di armi da guerra. I provvedimenti restrittivi scaturirono dalle indagini avviate nel 2009 dal Ros dei carabinieri nei confronti dei sodalizi camorristici operanti nei territorio dei comuni di Giugliano, Castelvolturno e nel litorale domitio. Nel blitz di un mese fa fu catturato Raffaele Mallardo, detto Lelluccio Schicchirò. Dalle indagini è emerso che il gruppo Mallardo manteneva rapporti con una componente del Cartello di Secondigliano e con i Casalesi. Con la sua cattura il clan Mallardo resta al momento senza capi.
4
Attualità
N. 15 del 14 Luglio 2012
Da oramai 14 anni si parla di istituire un palazzo di Giustizia. Il Ministro Paola Severino riformula la legge
Tribunale sì, Procura no: Giugliano sezione di Napoli L’ipotesi al momento genera scetticismo per via delle troppe occasioni sprecate il graffio
A volte ritornano di MARCO ARAGNO
“Non servono cattedrali nel deserto”, aveva tuonato Raffaele Cantone lo scorso ottobre da Piazza Matteotti. La scenografia in cui pronunciò quella bocciatura fu surreale: una festa del Pd bagnata da una pioggia torrenziale, con Andrea Orlando seduto al suo fianco come emissario della nomenklatura di partito. Tuttavia sembra che l’esorcismo celebrato dal magistrato nel centro cittadino non sia servito a scacciare il fantasma del tribunale dalle prime pagine dei giornali. Questa volta, infatti, lo spettro più evocato da tredici anni nella campagne elettorali e nelle manifestazioni pubbliche giuglianesi rischia di materializzarsi per davvero. A richiamarlo dal limbo delle promesse mancate, dopo che lungaggini burocratiche e veti incrociati ne avevano impedito la comparsa, è il Ministro Paola Severino, che nell’ultimo Cdm ha presentato la bozza del decreto legislativo con cui i tecnici portano avanti spediti la riorganizzazione dei tribunali varata dal Governo Berlusconi nell’agosto del 2011. Secondo il piano del Guardasigilli, verrebbero cancellati dalla carta geografica 37 tribunali e 220 sezioni distaccate (fra cui Marano). Unico superstite scampato alla mannaia del Governo sarebbe il tribunale di Giugliano, che anziché essere soppresso verrebbe rinominato in Tribunale di Napoli Nord raccogliendo nella sua circoscrizione ben 19 Comuni limitrofi. A differenza di quanto recitava la legge n. 491 che ne prevedeva l’istituzione nell’ormai preistorico 1999, la cittadella giudiziaria giuglianese non disporrebbe però della Procura. I p.m. competenti sarebbero quelli di Napoli e Torre Annunziata. Da quest’opera di sfoltimento abbattutasi sul settore della giustizia, i tecnici calcolano di recuperare, di qui al 2014, circa 51 milioni di euro. Spiccioli, certo, a confronto delle batoste fiscali degli ultimi tempi. Resta però da chiedersi come il Tribunale di Giugliano possa destreggiarsi fra i tagli del Governo e pescare nel forziere ministeriale le risorse per la sua costruzione. In un vecchio project financing presentato nel 2003 dai tecnici del Comune al Dicastero si partiva da una cifra pari a 35milioni di euro, di cui il 50% da coprire con gli investimenti privati e il restante 50% a carico del Ministero. I fondi ministeriali però non furono mai stanziati. Di fronte a questo precedente c’è chi si chiede: anche risparmiando sulla costruzione della Procura, il Governo troverà, in tempi di spread e tagli lineari, quei finanziamenti che in 13 anni non sono mai arrivati? E riuscirà a far fronte ai costi di gestione della struttura? Le perplessità restano. E si moltiplicano se si pensa ai grandi disagi economici che vivono i tribunali in attività su tutto il territorio nazionale. “Servono magistrati e personale di cancelleria per realizzare un tribunale. Le risorse economiche per farlo non ci sono”, fu la sentenza definitiva che Cantone emise dal palco del Pd. E, in fondo, non è detto che anche questa volta i proclami legislativi giunti da Roma non restino tali. E che il fantasma del Tribunale continui a infestare la città Giugliano. Per altri 13 anni o più…
di MONICA D’AMBROSIO
È bene chiarirlo subito. Quella a cui assistiamo in questi giorni non è l’ultima puntata di una lunga telenovela, ma è come un remake dello stesso soggetto cinematografico, e questa volta ci si aspetta un finale davvero diverso. Quello appena istituito con legge del Governo italiano non è il Tribunale di Giugliano, è invece il Tribunale di Napoli con competenze su un comprensorio a nord di Napoli che conta 700 mila abitanti, almeno 20 clan ed un tasso di criminalità macro e micro, tra i più alti d’Italia. La sede, per il momento virtuale, del presidio di Giustizia,
Con legge n. 491 del 1999 il Tribunale di Giugliano avrebbe dovuto avere un organico di 18 giudici, incluso il presidente, e la Procura della Repubblica avrebbe dovuto avere un organico di 8 pm, compreso il procuratore. Quel tribunale sulla carta esiste ancora (peraltro è solo la che sempre esistito) e fatte salve informazioni non rese pubbliche, nessuna legge del Governo ha cancellato quella che lo istituiva. La storia è nota. Anche perchè per tanti politici navigati è divenuta cavallo di battaglia per le migliori campagne elettorali. Ma è sulla sede da dare al Palazzo di Giustizia che erano nate numerose diatribe, frutto più di una malcelata riluttanza a veder istituire a Giuglia-
di perdere i soldi stanziati. Anzi, in parte li aveva già persi e comunque assieme al tempo erano cambiati anche i costi da sostenere per la realizzazione del palazzo di Giustizia. Così a qualcuno della precedente amministrazione di centrosinistra venne l’idea di costruire il presidio attraverso un “progetto di finanza”. Vale a dire, assieme ai soldi pubblici, i soldi di un privato che avrebbe ovviamente tratto guadagni nella fase successiva all’investimento dal tribunale metropolitano. La sede? Quale posto migliore della ex concessionaria d’auto un tempo del temuto boss Rea. Un presidio di legalità in un’area sottratta alla ciminalità organizzata. L’idea piacque a tal punto che fu
L’ex sindaco Taglialatela sigla il patto col Governo per realizzare il tribunale
sarà Giugliano, ma non è neanche detto visto che il dl prevede il trasferimento della sezioni in nuovi uffici entro 5 anni dal varo del decreto. Insomma, per il momento la Procura di Napoli, unica competente nel circondario, potrebbe continuare ad avvalersi delle sezioni di Marano, Afragola, Casoria e Frattamaggiore. Sono dunque ben 19 i comuni che faranno capo al Tribunale di Giugliano. Calvizzano, Giugliano, Marano, Mugnano, Qualiano e Villarica, Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito e Sant’Antimo, Afragola, Caivano, Cardito e Crispano. Ora, dando per scontato che la presenza di un presidio di legalità su uno dei territori più complessi del meridione d’Italia rappresenterebbe di sicuro un deterrente in più all’escalation criminale, gli organici, gli strumenti e gli investimenti in termini di tempo ed energia da parte della Procura di Napoli non cambierebbero rispetto a quelli attuali. Altra storia sarebbe invece stata l’istituzione del Tribunale metropolitano, il famoso tribunale fantasma istituito con una legge del 1999 e che avrebbe reso Giugliano circondario a se stante, dotato di propria Procura.
no un tribunale autonomo e dunque costoso in termini di mantenimento, più che di una reale assenza di spazi. Ma tra chi è sempre stato contrario e chi è sempre stato favorevole, correva la necessità di rispettare la legge. Così furono individuati alcuni terreni in via Pigna. Iniziò la trattativa con i proprietari dei suoli, ma come spesso accade da queste parti, la trattativa fallì. Nessuno ha mai saputo spiegare perché. Forse perché dietro i palazzoni che con i loro colori sgargianti se non altro danno un tocco di brio al quartiere più grigio della città, c’era una volontà più ferrea di quella a realizzare proprio lì il palazzo di giustizia. Niente paura però. Fallita una trattativa i nostri amministratori ne avviarono subito un’altra. Quella sul famoso palazzo Coppola, ex sede del liceo scientifico. Indovinate anche in quel caso come è andata a finire? Basterebbe leggere stralci di una qualunque delle ultime ordinanze che hanno riguardato il clan Mallardo per sapere esattamente come andò quella trattativa. Basta passare in via Pirozzi per vedere cosa sorge al posto del Tribunale. Case. Sempre e solo case. Gli anni passavano e il comune rischiava
celebrata in pompa magna con un’inaugurazione vera e propria, alla quale prese parte l’allora guardasigilli, il Ministro Clemente Mastella. Una farsa senza eguali. Passato qualche mese Mastella capitolò, con lui il Governo e anche l’illusoria idea di veder finalmente avviare i lavori di realizzazione del Tribunale. Sono trascorsi 5 anni da allora, i fondi sembrano definitivamente spariti. L’attuale amministrazione, sin dal suo insediamento, non ha mai portato avanti la questione perché, come ha più volte ribadito il sindaco in carica Giovanni Pianese, sostenere le spese di mantenimento di un Tribunale metropolitano, significherebbe gravare ulteriormente sulle già deboli finanze di un comune sottodimensionato. Questione dunque accantonata. Questione da non confondere con quella discussa in questi giorni. Se Giugliano avrà la sua sede distaccata del tribunale di Napoli di sicurò il territorio ne trarrà vantaggio. Anche in termini di indotto. Ma gli amministratori stavolta dovranno essere bravi ad individuare spazi e almeno per una volta a sottrarli alla cementificazione selvaggia. Le case a Giugliano, almeno quelle, di sicuro non mancano.
5
Attualità
N. 15 del 14 Luglio 2012
Il personaggio
Addio all’ex sindaco Granata Andò da Cutolo per salvare Cirillo Nel 1981 fu protagonista della trattativa con le Br che si concluse con la liberazione in cambio di un riscatto
Diario di bordo
Rispunta il fantasma del tribunale
Sembra la solita barzelletta che, però, ha come protagonisti un giuglianese, un maranese e un napoletano. Resta da stabilire a chi assegnare la parte del furbo. Il fantasma del tribunale ritorna ancora una volta per liberare Napoli, ma mentre Marano ha una sede bell’è pronta (i lavori nell’ex Pretura sarebbero in dirittura di arrivo), Giugliano ce l’ha solo sulla carta. E dal lontano ’99. E con le elezioni in vista in entrambi i comuni antagonisti, verrà eletto il sindaco più furbo. A Giugliano, quello che riuscirà a dire quanto è folle un progetto simile senza accreditarsi come un delinquente o un fiancheggiatore della camorra. Difficile convincere i più. Oppure, quello più bravo a sostenere pubblicamente una tesi a favore per poi non concretizzare il progetto una volta eletto. Insomma, dipende da dove si vogliono pescare i propri voti. La contesa a Marano - da cui si urla allo “scippo”, esattamente come nel ’99- sarà più facile: vince chi strappa coi denti il tribunale a Giugliano. Impresa ardua: ci provano da tredici anni. All’epoca, fece furore un balletto di accuse tra i sindaci per un presunto scambio inceneritore- tribunale. Entrambi i progetti sono ancora in ballo, pare. Comunque vada, sarà il caos. Un’unica certezza: ancora prima di diventare progetto vivo, il tribunale resta il tema più gettonato delle campagne elettorali. Le perplessità fioccano. “Ma come, per risparmiare si realizza ex novo in città anziché sfruttare la sede dell’ex Pretura di Marano, dove ci sono pure già i lavori in corso?”, si chiedono gli ingenui ai quali non interessa la guerra di campanile, ma solo rendere più veloce ed efficace la giustizia. Chi lo agogna, si lamenta che sia stata soppressa la Procura, unica novità rispetto al progetto originario, e dimentica che è diventata fantasma anche la commissione votata dal Consiglio comunale per monitorare l’iter della sua realizzazione. Insomma, l’argomento scala la classifica delle emergenze sulle quali litigare, facendo retrocedere i ritardi della raccolta differenziata, il piano sosta, l’inquinamento, le clientele vere e presunte, il nuovo bando del servizio Nu. Il tribunale si piazza così, al primo posto dell’agenda politica. O meglio, della bagarre politica. Noiosa, inutile, propagandistica. t.l.
di TONIA LIMATOLA
Per salvare Ciro Cirillo dalle Br, nel 1981 andò con una cravatta di Hermès nel carcere di Ascoli Piceno a chiedere aiuto a Cutolo. E ora l’ex sindaco Giuliano Granata, 70 anni compiuti a febbraio scorso, porterà per sempre con sé il segreto di quella trattativa durata 89 giorni e che nemmeno tre anni di istruttoria, otto mesi di processo, quarantuno udienze sono riusciti a svelare. Durante la lunga intervista che gli avevo fatto (“Io, Cirillo e Cutolo”, Cento Autori, 2009) aveva in un primo momento negato di essere andato da Cutolo per conto della Dc, ma - dopo la morte di Gava, avvenuta in quei giorni - aveva ammesso che i vertici della Dc sapevano della trattativa. A colloquio con il capo della Nco ci andò accompagnato dai servizi segreti e da due camorristi, di cui uno di Giugliano, Corrado Iacolare. Poi, mi aveva aiutato a ricostruire il contesto storico e sociale di quell’epoca a Napoli, devastata dal terremoto, e a Giugliano, dove si cominciava già a sversare rifiuti tossici. Era orgoglioso di aver accelerato il progetto del Mog. Dagli incontri, veniva fuori il ritratto di un uomo le cui aspettative erano state deluse, ma che non aveva mai rinunciato ai lussi (donne, cravatte e profumi francesi). Era malato da anni e a stroncarlo sarebbe stata una febbre altissima, forse conseguenza
di un’encefalite. Ora in città c’è chi dice che si fosse ridotto quasi sul lastrico, ma resta forte l’idea che abbia vissuto una vita straordinaria, dal punto di vita degli incontri e delle occasioni. Ha senz’altro ricoperto un ruolo importante in una delle vicende più intricate della storia e della politica nazionale. La trattativa fu il momento in cui camorra, imprenditoria, politica, apparati dello stato e brigate rosse dialogarono tra di loro. Ora quel punto di contatto si chiama corruzione, scandali giudiziari, appalti pilotati. I suoi funerali sono stati celebrati la mattina del 3 luglio, da don Angelo Parisi, nel santuario dell’Annunziata. Giuliano Granata era stato sindaco di Giugliano della Dc negli anni Ottanta, e braccio destro prima in Provincia e poi in Regione di Cirillo, grande elettore di
Antonio Gava. C’erano anche il sindaco Pianese (suo successore prima per delega e poi per elezione) e l’ex consigliere regionale Esterino Mallardo. A dargli l’ultimo saluto, Cirillo, ormai plurinovantenne, invece, è andato la sera prima nella casa di via Licante. Sulla porta dello studio campeggia la scritta “Strategic management”, che Granata aveva sistemato lì dopo che per anni l’aveva tenuta sulla porta del suo studio romano. Attività alla quale si era dovuto adattare di malavoglia dopo aver perso ogni chance di restare in politica. L’ex sindaco ha avuto una vita sotto i riflettori per molti anni, ma poi dopo la liberazione di Cirillo, venne abbandonato dal partito. La stessa sorte la subì Cirillo, sequestrato dalle Br perché sembrava destinato a gestire i fondi della ricostruzione post-terremoto. Granata sognava di fare il parlamentare dopo essere stato sindaco di Giugliano, come lo era stato già suo padre.
Doppio appuntamento al Comune: 16 e 17 luglio
Mog, in aula il dibattito per il rilancio Doppio solito appuntamento al Comune. Il 16 luglio, alle 9.30, si svolgerà il Question Time, per discutere le interrogazioni/interpellanze: Condizioni mezzi di trasporto urbano, condizioni mezzi nettezza urbana, nomina nuovo Commissario Taverna del Re, Piano Urbanistico Comunale, Resit continui episodi di autocombustione, Degrado via San Rocco - problemi ratti. Orari apertura villa Comunale, degrado via Santa Caterina da Siena, pagamento bollette idriche, lavori rifacimento Piazza Gramsci, Riqualificazione area a verde in via Casacelle adiacente Parco Regina, gara d’appalto per la fornitura sacchetti raccolta differenziata, regolamento per l’istituzione e funzionamento della Commissione per le Pari Opportunità, legge 219/81 - Erogazione fondi, Istituzione sede Tribunale Napoli Nord nel territorio di Giugliano (Na), Bando di gara per l’appalto relativo alla realizzazione del centro sportivo Antares, valorizzazione mercato ortofrutticolo. Il 17 luglio, alle ore 9.30, la seduta del Consiglio Comunale con eventuale prosieguo pomeridiano, si terrà la seduta del Consiglio Comunale: Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti, Lavori di rifacimento di piazza Gramsci e realizzazione di una strada - parcheggio all’interno dei giardini de I° Circolo Didattico - Discussione e proposte, Modifiche piano sosta a pagamento - Discussione e proposte. Incendio discariche località Tre Ponti - Proposte. Utilizzazione di un’area comunale in località Casacelle per sosta e parcheggio mezzi comunali e mezzi della C.T.P. - Determinazioni. Adeguamento del Piano di Protezione Civile (delibera C.C. n.16 del 31.03.2009). Regolamento Comunale per il servizio di distribuzione dell’acqua potabile. Determinazioni.
6
Attualità
N. 15 del 14 Luglio 2012
Un episodio di violenta insofferenza sociale tra due tipici caratteracci giuglianesi
Quando Esterino Mallardo in Consiglio comunale lanciò la bottiglia contro il Sindaco Giuliano Granata Una sera del 1980 (o forse dell’81), arrivai in ritardo alla seduta del Consiglio comunale, che allora si teneva nell’Edificio scolastico di Piazza Gramsci. All’ingresso, sul marciapiede, vi era un gruppo di cittadini, alcuni dei quali, appena mi videro, esclamarono: «Avvocà, avvocà, venite nu mumento accà!». Avvicinatomi, vidi seduto a terra un uomo che piangeva a dirotto; mi sembrò un vecchio, che io conoscevo, ma non aveva più di sessant’anni; sapevo che era un pensionato della Cementir e che era un compagno comunista. Riuscito a calmarlo, mi feci spiegare il perché del suo pianto. «Avvocà, mi disse, sulo vuje me putite aiutà! Vuje ‘o ssapite: io ho dovuto smettere di lavorare alla Cementir perché mi hanno trovato i bronchi pieni di cemento e tengo l’asma, tanto che a’ notte non posso dormire e mi debbo mettere ‘ncoppe ‘o balcone a respirare. Io, con la liquidazione avuta e con la misera pensione, mi sono comprato un’abitazione nella cooperativa dietro la villa di Micillo, ‘ncimme ‘a cupa [ora Via Aviere Mario Pirozzi]. Niente di meno che stasera il consiglio comunale, contro ogni legge, vuole deliberare favorevolmente per autorizzare a costruire sopra alla villa Micillo. Vogliono costruire due o tre piani, accussì mi occupano il balcone ed io non pozzo pigliare aria e debbo solo morire. Aiutatemi, aiutatemi: facitele pe’ ll’anima ‘e papà vuoste!». Entrai in Consiglio e chiesi a Franco Di Nardo di aggiornarmi sulla questione che si doveva dibattere. Mentre questi mi ragguagliava, notai che il Sindaco stava per mettere ai voti la delibera e chiesi la parola. Non sapevo nulla dell’argomento. Immaginando solo che dovessero costruire una sopraelevazione sulla villa, e sperando che mi avrebbero dato un input gli esperti Bruno Coppola e Nicola Pugliese, con estrema cortesia avanzai la proposta di rinvio dell’approvazione della delibera ad altra seduta consiliare, al fine di valutare e studiare meglio la legge ed i regolamenti. La mia richiesta provocò lo sbalordimento di tutti i Consiglieri! Capii che tutti ritenevano la cosa fattibile e che tutti avrebbero votato contro la mia proposta, perché il Sindaco Giuliano Granata faceva cenno di non aderire alla mia richiesta. Fu allora che iniziò lo scontro tra due caratteracci! In fondo eravamo
Prima Comunione
Auguri a Mariantonietta L’8 Luglio scorso la piccola MAr iAnt o niet t A con la gioia nel cuore, s’è accostata all’Altare del Signore per ricevere la prima Comunione. Mariantonietta ha festeggiato, insieme alla mamma t eresa Cante, al papà Sabino Di Vicino, parenti ed amici al Golding. Auguriamo alla comunicanda un felice cammino spirituale illuminato dall’amore di Gesù.
L’immediata emozione suscitata dalla morte dell’Avv. Giuliano Granata ha fatto riaffiorare nei concittadini tanti ricordi ed episodi legati alla sua vita politica, soprattutto nel periodo in cui ha ricoperto la carica di Sindaco a Giugliano, e poi per le dimissioni rassegnate a seguito del suo personale coinvolgimento nella vicenda della liberazione di Ciro Cirillo, che era stato rapito dalle Brigate Rosse il 27 aprile del 1981. Ma, nella confusa congerie dei tanti ricordi, era rimasto memorabile, ma sfocato, il ricordo di un incidente avvenuto durante una seduta del Consiglio comunale, riferito al lancio di una bottiglia effettuato dall’Avv. Esterino Mallardo col preciso intento di colpire il Sindaco. Quel lontano grave episodio di combattività politica è stato ora sommariamente riesumato su qualche giornale, lasciando magari credere che quell’acredine politica si fosse mantenuta negli anni come una inimicizia personale. Così non è, ed è per questo che abbiamo ritenuto opportuno raccontare l’episodio con le parole dell’autore di quel gesto, traendo il brano inedito dai capitoli che l’Avv. Esterino Mallardo aveva già scritto circa un anno fa per essere pubblicati nel secondo volume di ‘‘Mi racconto’’. Abbiamo mantenuto inalterato il riferimento temporale del brano, che era stato scritto mentre Giuliano Granata era ancora in vita. fatti della stessa pasta giuglianese: nessuno dei due voleva o poteva cedere! Iniziai, però, a capire che c’erano degli interessi per il voto di quella sera, ma non sapevo di che cosa si trattasse. Nella Sala consiliare stazionava una copiosa rappresentanza dei Carabinieri, mentre alla porta dei soliti questuanti privilegiati si allungava una fila di persone che prima di quella sera non avevo mai visto seguire i nostri dibattiti. Nello spazio riservato al pubblico si accalcava, come sempre, un gran numero di cittadini che ci seguivano abitualmente e con particolare attenzione. Sicuro che mi sarebbe stato opposto un No deciso, iniziai a perorare la causa di quel buon uomo che avevo visto piangere, col dire che sarebbe stata un’ingiuria alla città di Giugliano consentire che una delle più pregiate e civili costruzioni fosse cementificata; affermai, inoltre, che i Consiglieri dovevano stare attenti nel votare a favore del provvedimento prospettato, perché sarebbe potuta intervenire anche la Procura della Repubblica. Quindi, smisi di parlare dopo circa un’ora, quando ritenni che qualche Consigliere di maggioranza si era deciso ad intervenire a favore della mia richiesta di rinvio. Infatti, appena seduto, chiese la parola Gaetano Corvino, il quale espresse altre considerazioni che rafforzarono la mia tesi. A seguire, presero la parola i miei compagni di gruppo Nicola Pugliese e Bruno Coppola, i quali, intelligentemente, misero a fuoco alcuni argomenti perché la votazione fosse rinviata ad altra seduta. Intervennero anche altri Consiglieri della maggioranza, che venivano continuamente interrotti dal Sindaco. Convinto ormai che la decisione poteva essere cambiata, mi preparai a fare un altro intervento, dopo aver bevuto con gusto un bicchiere di acqua frizzante Ferrarelle che mi ero versato dalla bottiglia di vetro che stava sul mio banco. Dopo il compagno Pugliese, altri Consiglieri di maggioranza si pronunciarono a favore del rinvio, contrastando di fatto il Sindaco che continuava ad interferire nei loro interventi. Fu a questo punto che chiesi la parola, ed il Sindaco, per innervosire me, che ero il suo avversario, disse in
tono ironico: «Ora l’avvocato Mallardo ci terrà un’altra lezione». Ma l’ironia servì ad accrescere la mia testardaggine, per cui feci richiesta al Segretario comunale di raccogliere il verbale della seduta insieme con gli interventi e la delibera che sarebbe stata eventualmente approvata e di consegnare il tutto alla Procura della Repubblica. Terminai il mio intervento esclamando soddisfatto: «E adesso andate avanti!». Alla mia richiesta esasperata, Giuliano Granata, riassumendo il coordinamento della seduta, dichiarò in modo altrettanto esasperato: «Sì, andiamo avanti; tanto, che cosa possiamo fare se la cultura del Consigliere Mallardo risente delle sue umili origini contadine?». A seguito di questa frase, attratto irresistibilmente dalla bottiglia di acqua Ferrarelle che stava proprio lì, davanti a me, la afferrai sbagliando - e gliela tirai! Sciolta la seduta, i Carabinieri presenti inoltrarono denunzia nei miei confronti. Convocato dal Pubblico Ministero Franco Esposito, gli raccontai come erano andate le cose, affermando che mi ero ritenuto offeso in quello che era il mio più grande orgoglio, di essere figlio di contadino. Chiamato a sua volta dal Pubblico Ministero, Giuliano Granata confermò di avere anche egli sbagliato, ed il Giudice archiviò la denunzia scrivendo: ‘‘Trattasi di un diverbio tra due pubblici ufficiali che ammettono di essersi reciprocamente provocati e di essere caduti entrambi in errore’’. Di quell’accadimento, in me è rimasto solo e sempre un amaro ricordo, essendo stato provocato non da avversari politici, ma da quelli che io ritenevo essere politici amici e vicini di ideali. Infatti, poiché di quell’avvenimento per diversi giorni avevano continuato a parlare i giornali, la radio e la televisione, e per le strade erano stati affissi diversi manifesti da parte delle locali Sezioni della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista, improvvisamente i muri del paese furono tapezzati dai manifesti del Partito Comunista, che così titolava a carattere cubitali: ‘‘Ma perché non la smettono questi due?’’. Allora capii che anche a Giugliano era finita la vecchia guardia comuni-
sta di Frezza e di Ciccio Di Nardo, di Giacomo Mallardo e di tanti altri compagni che si sarebbero offesi essi stessi allorquando, seppure involontariamente, era stata offesa la classe contadina ed operaia nell’espressione del loro lavoro che nella cultura delle loro origini. Una considerazione a margine. - Un capitolo del libro ‘‘Io, Cirillo e Cutolo’’ è intitolato ‘‘La mia disavventura iniziò con la liberazione di Cirillo’’, ed a seguire Giuliano Granata scrive testualmente: «Come sindaco di Giugliano avevo avuto un plebiscito di voti, ribaltando la posizione della vecchia amministrazione socialcomunista. Sarei dovuto rimanere al mio posto, invece chiesero la mia testa». Se Giuliano ha scritto questo per rivolgersi al suo partito, cioè alla Democrazia Cristiana, ritengo abbia ragione; se, invece, si rivolge - come io credo, con grande e giusta amarezza - al Consiglio comunale di Giugliano, debbo dire a Giuliano che egli ricorda male. Io vissi e partecipai al suo dramma. Alcuni giorni prima si era verificato il fattaccio della bottiglia. In Consiglio comunale il gruppo del Partito Comunista chiedeva con forza la sue dimissioni per l’aiuto prestato a Cirillo; qualcuno della Democrazia Cristiana faceva ‘‘il pesce in barile’’ (ovvero: liévete tu, ché mi metto io); ma il gruppo del Partito Socialista, nella sua interezza e con grande affetto, benché fuori dalla Giunta, fu vicinissimo a Giuliano Granata. Moltissimi cittadini presenti nella sala quella sera pensavano che io avrei sparato a zero su Granata, furioso di certo ancora per quello che era avvenuto in precedenza. Ma il mio intervento fu questo: «Il gruppo consiliare del Partito Socialista e tutti i suoi iscritti ritengono che Giuliano Granata abbia operato benissimo per salvare la vita a Ciro Cirillo. Innanzitutto, è dovere di ogni cittadino adoperarsi per salvare la vita ad un proprio simile; in particolare, Granata vedeva in Ciro Cirillo un secondo padre, essendo suo collaboratore da anni». E terminavo dicendo che egli da Sindaco non era tenuto a dimettersi. Sul piano personale, poi, consigliavo all’amico Giuliano Granata che, se lo riteneva opportuno, poteva mettersi ‘‘in aspettativa’’ fino a quando non avesse chiarito con la Giustizia la sua posizione. Ricordo a Giuliano Granata che, nell’intervento conclusivo della seduta consiliare, egli stesso ringraziava il Partito Socialista per la posizione politica ed umanitaria assunta e dichiarava di accettare il consiglio del collega Mallardo. Quindi, in un momento difficile della sua vita personale e politica, Giuliano Granata, almeno a Giugliano, non fu solo. Piccola soddisfazione, è chiaro. Ma fu evidente che, con il mio intervento - sentito politicamente ed umanamente - tra i due ‘‘caratteracci giuglianesi’’ era scoppiata la pace. ESTERINO MALLARDO
(Tratto dal 2° volume inedito di ‘‘Mi racconto’’)
7
Cronaca
N. 15 del 14 Luglio 2012
Maxioperazione della Dda di Napoli contro il boss dei Polverino, amico dei Casalesi, Angelo Simeoli
Sotto chiave beni per 800 milioni, nella rete Angelo “o bastone” di MONICA D’AMBROSIO
L’indagine Stando al cartello affisso all’esterno di uno dei numerosi cantieri attualmente aperti, la società che stava eseguendo i lavori per la realizzazione di box auto lungo la no-
SOS Sicurezza
Aggredita una dipendente dei servizi sociali La donna vittima di un utente di 60 anni, al quale era stato rifiutato il contributo per il fitto della casa Ancora episodi di violenza agli uffici dei Servizi Sociali di Giugliano. Nella mattinata di Mercoledì 4 luglio, infatti, la Responsabile Luisa Grasso è stata minacciata e aggredita nel suo ufficio. L’uomo, identificato e denunciato, si era ripetutamente recato nelle ultime settimane presso il polo dei Servizi Sociali avendo effettuato una richiesta per l’assegnazione di contributi per i canoni di locazione. Quando gli è stato comunicato che la richiesta era stata respinta perché la documentazione risultava mendace, l’uomo ha cominciato a dare in escandescenze. Vittima della sua violenza, la funzionaria Luisa Grasso, minacciata di morte e poi aggredita con degli oggetti presi dalla scrivania. Una volta allontanato l’aggressore, la Responsabile, sotto shock è stata medicata al San Giuliano. C’è un precedente. Era stata già aggredita la dirigente dei servizi Rosa Ariano. I funzionari della sede di Via Aniello Palumbo, essendo quasi esclusivamente donne e quindi più esposte a tali episodi, reclamano una maggiore sicurezza. Pronta la solidarietà del sindaco. “Ci adopereremo affinché le colleghe ed i colleghi possano operare serenamente e con la professionalità di sempre, nel continuare a dare un servizio importante alla cittadinanza”, dice il primo cittadino Giovanni Pianese, il quale condanna l’episodio e annuncia che “l’Amministrazione Comunale sta attivando tutte le procedure al fine di tutelare il personale in quel presidio”. Anna Andreozzi
Per il colonnello del Gico l’imprenditore per 30 anni ha reinvestito i proventi dei traffici illeciti della camorra bile via Aniello Falcone al Vomero, aveva aderito all’associazionismo antiracket. Un fatto degno di nota soprattutto perché la società in questione intestata a Carlo Simeoli era una delle tante riconducibili al boss napoletano per eccellenza: Angelo Simeoli, 70 anni, uomo di punta prima dei Nuvoletta prima, dei Polverino poi e contro il quale è scattata una maxioperazione della Dda di Napoli che ha portato al sequestro di beni per 800 milioni di euro, una piccola manovra finanziaria. Grazie alla speculazione edilizia e alle lottizzazioni abusive aveva costruito un impero con estensione dalla Campania sino al Lazio e alla Toscana. Ad Angelo Simeoli, il Gico della guardia di finanza ha sequestrato alberghi, appartamenti, terreni, bar, ristoranti, società: un elenco lunghissimo quello compilato dagli investigatori in mesi di lavoro con il coordinamento dei pm Giovanni Conzo, Raffaello Falcone e Maria Cristina Ribera. Ricostruire il patrimonio di Simeoli, al quale è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, non è stato semplice: l'imprenditore, infatti, poteva contare su un folto numero di prestanome, almeno 50, alcuni dei quali insospettabili perché incensurati. E proprio a dei prestanome per esempio, aveva intestato decine di appartamenti realizzati senza concessione edilizia nella zona di Marano: certo che non si riuscisse a scoprire l'illecito e che non si potesse risalire alla sua identità, per vendere gli appartamenti aveva organizzato una campagna pubblicitaria in grande stile; alcune persone ignare hanno già acquistato le case senza sapere ora cosa accadrà dei loro immobili per i quali è scattato il sequestro e del quale le banca pretenderanno comunque il pagamento attraverso la rata del mutuo.
I sequestri Gli stessi box costruiti dalla società del genero del boss, sono in fase di realizzazione al di sotto di alcuni campi da tennis, che però non rientrano nell'inchiesta. I militari hanno invece sequestrato l'impresa costruttrice dei garage, la
Holding project, di cui Carlo Simeoli amministratore unico, nonchè le quote del suolo riconducibili a lui. L'Acen, l’associazione dei costruttori che ha siglato il patto antiracket cui faceva cenno il cartello esposto da Simeoli, in una nota, sottolinea che la Holding project non figura tra i suoi associati, ed esclude che Simeoli, malgrado il cartello in bella mostra, possa aver aderito al patto antiracket. Tra i beni finiti sotto sequestro ieri mattina c'è il ristorante Villa Borghese di Marano, ma anche il cantiere del Patto Antiracket di Via Aniello falcone al Vomero. C'erano campi da tennis e un parcheggio interrato da 112 box. Quindi dietro l'etichetta "Antiracket", che tutto lasciava intendere meno che le infiltrazioni camorristiche, c'erano i clan di Marano: Nuvoletta e Polverino. Oltre all'arresto di Angelo Simeoli, l'imprenditore dominus, ci sono anche 55 indagati, denunciati e a piede libero. Molti di loro provengono da Marano, ma alcuni provengono rispettivamente da Giugliano, Qualiano, Villaricca, Calvizzano e Napoli. Tra i sequestri quelli di società provenienti anche da altre città tra cui Roma e Milano. Tra i beni sequestrati, oltre a Villa Borghese a Marano, e il cantiere del Patto Antiracket, vi sono anche appartamenti tra Napoli, Caserta, Arezzo e Latina, l'Hotel La Mela di Giugliano, terreni tra Napoli e Caserta, Il Domitia Village di Castelvolturno (già sequestrato in precedenza ma solo in parte), il Palazzo Polar di Secondigliano, imbarcazioni, auto di lusso e moto, l'Impresa Paragliola di Antonietta di Marano, l'impresa Simeoli Carlo di Marano, l'impresa Simeoli Renato di Marano, l'impresa Simeoli Vincenzo dei Camaldoli, Areas Immobiliare di Giugliano, Artigian Progress di Marano, Bamanvi Costruzioni di Giugliano, C.D.P. di Roma, Coop. Costruzioni Generali di Produzione e Lavoro di Giugliano, Copoperativa San Ciro di Marano, Costruzioni Edil Sole di Frattamaggiore, Domitia Residence Tour di Giugliano, Domitia Village di Giugliano, Edil Costruzioni di Calvizzano, Edil Progress soc. coop di Giugliano, Euro Ri. Costruzioni di Qualiano, Flaure Costruzioni di Marano, Gesim s.r.l. di Ma-
rano, Giuseppe Simeoli Servizi Immobiliari di Marano, Gruppo P.I. di Orta di Atella (Ce), Hermes Immobiliare di Milano, Holding Project di Chiaia, Immobiliare Belvedere di Milano, Immobiliare Marina di Marano, Immobiliare Posillipo di Giugliano, Immobiliare San Marco di Milano, Industrial Service di Marano, Iniziative Immobiliari e Turistiche di Poggioreale, Ital Group di Orta di Atella, L'Antica Roma di Giugliano, La Nuova Gazzetta di Napoli soc. coop. di Poggioreale, Liternum coop. Produzione e Lavoro di Giugliano, Merlin Costruzioni di Napoli, Mediterranea Costruzioni di Milano, Parco Crtistina soc. coop. di Marano, Polar di Milano, Posillipo Immobiliare di Roma, Mugnano soc. coop. di Quarto, San Marco & C. Tribunali di Napoli, Sider Art di Marano e Sirio Costruzioni Società coop. edilizia.
Chi è Angelo Simeoli Unico incontrastato boss, erede del potere e dell’impero dei pericolosi Nuvoletta e dei loro immediati successori, i Polverino, Angelo Simeoli era anche legato al clan dei Casalesi. E proprio per aver agito nell’interesse dei gruppi camorrisici Zagaria e Bidognetti, nel febbraio 2011 Simeoli era stato coinvolto nell'inchiesta che aveva portato all'arresto di 14 persone. Angelo Simeoli, con tutta probabilità era la Banca della camorra. A “Il Mattino”, il Colonnello Roberto Prosperi del Gico di Napoli ha dichiarato: " Simeoli in 30 anni ha reinvestito il prodotto lordo della camorra..." Il tesoro della camorra è frutto di 30 anni di riciclaggio Angelo Simeoli, detto 'bastone', il cui ruolo è definito da alcuni collaboratori di giustizia, ha coinvolto numerosi prestanome, anche di nazionalità non italiana, nello spostamento di ingenti somme di denaro soprattutto attraverso la creazione di società immobiliari e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Al centro della sua 'rete', la srl Antica Roma nella quale confluiscono una finanziaria svizzera amministrata da un suo fedelissimo, Walter Hagen, due societa' immobiliari e una di costruzioni del napoletano e una con sede a Roma amministrata da cun cittadino svizzero, Valerio Casellini Chiamare “cassiere” l'imprenditore edile Angelo Simeoli è riduttivo. Lo spiega ancora il colonnello Prosperi. «Cassiere sarebbe come dire che custodiva i beni della camorra. In realtà - spiega - ha riciclato per trent'anni proventi enormi dei clan Mallardo e Polverino. Era, riteniamo, il riciclatore, colui che consentiva a fiumi di denaro sporco di crescere e moltiplicarsi. Il tutto, tenga conto, per trent'anni».
8
Speciale
N. 15 del 14 Luglio 2012
Una giornata particolare: da
Reportage degli ‘‘ambasciatori culturali’’ della Città di Giugliano
Il taglio della torta presso il Ristorante L’Angolo Verde.
Il Sindaco Zevola ci ha guidati in un’entusiasmante visita nel centro
a cura degli Allievi de IL TEATRO DI DIONISO*
Ci piace aver letto, sull’ultimo numero di AbbiAbbè, che l’Assessore Angela Rispo ci aveva applauditi a Zungoli come ambasciatori culturali della città di Giugliano. Questo ci ha oltremodo rincuorati per aiutarci a rimuovere l’incubo del rientro notturno in paese, quando il nostro pullman, appena svoltato l’angolo di Via Aniello Palumbo, è stato violentemente assalito da una banda di teppisti motorizzati che stavano ancora a festeggiare a modo loro la vittoria dell’Italia sulla Germania. Ci hanno terrorizzati piazzandosi davanti al pullman per impedirci di proseguire; abbiamo avuto paura quando li abbiamo visti arrampicarsi sul davanti e scardinare i tergicristalli; abbiamo temuto che si potessero aprire le porte del pullman mentre picchiavano forte sulle fiancate con le aste delle bandiere tricolori. Nel nostro pullman c’erano diverse mamme che ci avevano accompagnati a Zungoli e che avevano trascorso insieme a noi una giornata di particolare entusiasmo e serenità. Quelle mamme cercavano di calmare le ragazzine che piangevano, mentre si affannava-
Dona un Libro alla Biblioteca della tua Città La casa dei libri è la casa di tutti
La Libreria Giunti al Punto, ubicata nella Galleria del Parco Commerciale Auchan, si è fatta promotrice di una singolare iniziativa a favore della Biblioteca comunale di Giugliano: dal 1° al 31 agosto 2012 si potrà acquistare un libro - con lo sconto del 15% - da donare alla Biblioteca e personalizzando la donazione scrivendo una dedica sull’apposito adesivo fornito dalla Libreria. L’iniziativa promossa a livello nazionale dalle Librerie Giunti al Punto è alla sua terza edizione. Nell’estate 2010 sono stati raccolti 37.420 libri da donare all’Aquila per la ricostruzione delle biblioteche distrutte dal sisma. L’anno successivo, con ben 113.885 volumi raccolti, l’operazione è stata denominata ‘‘In ospedale c’è un bambino che...’’, ed i libri sono stati distribuiti negli Ospedali pediatrici d’Italia. L’iniziativa di quest’anno può essere seguita su Facebook alla pagina Dona un libro alla biblioteca e sul sito www.giuntialpunto.it
no a telefonare ai carabinieri per chiedere di venirci in aiuto. Sono riuscite a parlare con qualcuno, ma forse i carabinieri credevano che si trattasse di uno scherzo, perché nessuno si è preoccupato di venire a vedere quello che ci stava capitando. Dovevamo scendere in Piazza Gramsci, da dove eravamo partiti verso le otto e mezza del mattino, quando non sapevamo ancora di essere gli ambasciatori culturali della città di Giugliano, ma soltanto gli allievi del Laboratorio teatrale di Teresa Barretta. Carlo, il nostro autista, ha detto che sarebbe stato pericoloso scendere in piazza, perché quei giovani teppisti avevano continuato a seguirci minacciosamente. E così ha ritenuto più prudente per noi farci proseguire il viaggio fino al deposito di Calvizzano, da dove avremmo potuto avvisare i familiari per farci venire a prendere. Ma, dopo esserci allontanati dal centro di Giugliano, ci siamo resi conto di essere ancora inseguiti dai motorini impazziti. L’autista ha telefonato a qualcuno della sua ditta e ha ordinando di aprire il cancello del deposito e di richiuderlo immediatamente dopo esserci entrati con il pullman. E così è stato. I nostri facinorosi coetanei finalmente sono ritornati indietro per continuare ad impazzare nelle strade di Giugliano come indisturbati ambasciatori tribali della più incivile e bestiale violenza. A distanza di tre giorni, la sera del 1° luglio, che era domenica, chissà quanti di noi avranno pensato che era stato meglio che l’Italia
aveva poi perso la finale degli Europei contro la Spagna. Solo così, infatti, è stata risparmiata alla città di Giugliano un’altra nottata di violenza, con quei vigliacchi che si saranno ritirati a casa con la coda tra le zampe. Ma noi, ragazzi e ragazze del ‘‘Teatro di Dioniso’’, probabilmente della stessa età di quei facinorosi, siamo orgogliosi di essere considerati diversi da loro e addirittura ‘‘ambasciatori culturali della città di Giugliano’’, perché così ci siamo sentiti a Zungoli, ed il ricordo che ne conserviamo ci appaga, insieme con le espressioni di solidarietà che il Sindaco ed il Dirigente scolastico di quel paesino ci hanno fatto pervenire quando hanno saputo che eravamo stati vittime di quelle vergognose manifestazioni di inciviltà. Per questo motivo abbiamo scelto di essere noi gli autori del reportage annunziato sull’ultimo numero di AbbiAbbè e di raccontare ai nostri civili concittadini l’invidiabile esperienza di Una giornata particolare trascorsa a Zungoli per contribuire a rendere veramente efficace quel Patto di Gemellaggio culturale che il nostro Sindaco Giovanni Pianese aveva sottoscritto a Giugliano, il 28 maggio 2012, insieme al Sindaco Armando Zevola. Ci era stato raccomandato di trovarci puntuali a Piazza Gramsci, alle ore 8 di giovedì 28 giugno, perché si dovevano caricare nel pullman anche gli oggetti della scenografia, oltre alle abbondanti provviste di tortani pizze e dolciumi che avevamo previsto di distribuire alla fine dello spettacolo da tenersi nella Piazza del Castello di Zungoli. Le mamme che ci avrebbero accompagnati, anche loro come rappresentanti della città di Giugliano, si erano assunto l’onere abituale di preparare tutto quel bendiddio. La partenza da Giugliano è stata tempestivamente sollecitata dal dott. Emmanuele Coppola, che stava lì a coordinare le attività del Gemellaggio culturale per conto dell’Amministrazione comunale. Il viaggio in pullman è durato circa due ore, dalle 8:40 alle 10:45, con la piacevole attesa di essere catapultati in una realtà geografica così distante da noi, per il diverso impatto
ambientale, dalla nostra pianura afosa alla ventilate colline dell’alto avellinese. Saremmo dovuti arrivare a Zungoli, che si trova ad una quindicina di chilometri da Ariano Irpino ed a confine con la Puglia. Usciti al casello autostradale di Grottaminarda, abbiamo percorso in pullman venti chilometri di curve abbordabili, con diversi tratti di pendenza, ma senza alcun sintomo di malessere. Nell’avvicinarsi al paese, quando stavamo attraversando il centro abitato di Villanova del Battista, siamo diventati un po’ più euforici, perché Emmanuele Coppola, telefonicamente, aveva preannunziato a Teresa Barretta che ci stava già ad aspettare in piazza insieme con il Sindaco Armando Zevola. E, difatti, dopo dieci minuti siamo entrati a Zungoli, dove era stato già tutto predisposto per il nostro arrivo, con i Vigili Urbani posizionati all’incrocio e nello spiazzo antistante i Giardini pubblici. Il Sindaco, che noi avevamo già conosciuto a Giugliano il 27 maggio scorso, ci è venuto incontro prima ancora che cominciassimo a scendere dal pullman, manifestandoci una sincera e gioviale familiarità. Insieme a lui c’erano altri amministratori, tra i quali abbiamo riconosciuto l’Assessore alla Cultura Lidia De Paola. Mentre poi stavamo più o meno raccolti nello spazio ombreggiato della Villetta comunale, avendo praticamente preso d’assalto le fontanine, le altalene e gli altri giochi dei bambini, siamo stati invitati a prepararci per andare a visitare il centro storico. Ma, prima di questo, il Sindaco ci ha voluto offrire qualcosa di rinfrescante al più vicino bar, dove ci si è trattenuti oltre il tempo previsto, per soddisfare altre diverse esigenze personali. Poi, finalmente, seguendo il Sindaco e la signora Carmen De Meo, che fungeva da guida informatissima sulla storia del paese, ci siamo inoltrati nelle stradine incassate tra le case del centro storico, arrampicate l’una sull’altra, scoprendo il fascino dell’antico che si è conservato inalterato, così come era forse all’inizio del Seicento, quando Giovan Battista Basile vi soggiornò per circa due anni, ospite nel Castello di Francesco Di Loffredo, per il quale stava ad esercitare la carica di Governatore feudale. Siamo scesi così in alcune grotte che nei secoli addietro (ma si dice ancora fino ad una cinquantina di anni fa) erano adibite a stalle e depositi, per la custodia degli animali e la stagionatura dei formaggi tipici ricavati dal latte delle –––––––––––––––––
In esplorazione nel Centro storico di Zungoli.
*Angelo Rega, Carmen Rega, Carmine Taglialatela Scafati, Celeste Fonderico, Federica Divano, Francesca Iannicelli, Gianluigi Bottiglieri, Giulia Pirozzi, Giuseppe Iannicelli, Luigi Fonderico, Luigi Sequino, Maria Taglialatela Scafati, Marianna Cipolletta, Martina Divano, Mia Tommasino, Orazio Taglialatela Scafati, Raffaella D’Angelo, Sabrina Palma, Sofia Distratto. Fotografa della Compagnia: Mora Jagoda.
9
Speciale
N. 15 del 14 Luglio 2012
Giugliano a Zungoli con ritorno a casa storico del paese mucche podoliche. Ad una di queste grotte si accede attraverso una cantina che è rimasta arredata come se fosse ancora in attività commerciale. Percorrendo in discesa le tortuose stradine delle ‘‘case pontile’’ dell’antico quartiere giudeo, siamo arrivati davanti ad alcuni palazzi nobiliari, nei pressi dei quali ci è stata offerta l’opportunità di visitare il seminterrato adibito a torchio pubblico ed il locale dell’antico granaio costruito in legno. Infine ci siamo ritrovati in basso, fuori il perimetro del centro storico, nello spiazzo antistante il Convento francescano del Cinquecento, che ovviamente il Sindaco ci ha fatto visitare e dove ci saremmo dovuti ritrovare nel pomeriggio, per riposare, dopo il pranzo. Poiché ci sarebbe stato da fare un percorso in salita per ritornare nei pressi della Villetta comunale, cioè circa 450 metri, il Sindaco aveva già predisposto il servizio di trasporto con un pulmino del Comune, e così, verso le ore 13, siamo stati accompagnati davanti al Ristorante L’Angolo Verde, dove abbiamo trovato ad aspettarci i tavoli pronti per quello che noi pensavamo dovesse essere un dignitoso pranzo frugale. Con tempestiva puntualità, come previsto dagli organizzatori dell’escursione culturale, alle 13:30 è arrivata la Dott.ssa Angela Rispo, Assessore alla Cultura del Comune di Giugliano, accompagnata da Antonio Simeone, che è il Vice Presidente dell’Associazione N’Azione Napoletana, ed è quindi anche uno degli organizzatori del Progetto ‘‘Giugliano, la Città della Fiaba’’ e del Gemellaggio culturale con Zungoli. Sapevamo che doveva venire anche il Sindaco Giovanni Piane-
se, ma poi ci è stato detto che all’ultimo momento ha dovuto rinunziarvi a causa dei suoi impegni politici. In ogni caso, l’Assessore Angela Rispo, così come aveva promesso un mese prima, era venuta per rappresentare tutta l’Amministrazione comunale di Giugliano. Per il pranzo, al tavolo delle autorità, insieme con il Sindaco Armando Zevola erano seduti il Dirigente scolastico Marino Perrina, l’Assessore Angela Rispo, il Direttore della Biblioteca comunale Emmanuele Coppola, la Direttrice del Laboratorio teatrale Teresa Barretta e l’attrice Antonella Raimondo, le prof.sse Maria Grande e Maria Felicita Perrina, il già ricordato Antonio Simeone ed il nostro autista Carlo. Il pranzo, per la varietà delle portate e la sua raffinata bontà, è stato oltremodo gradito da tutti noi, spaziando da un antipasto di salumi e formaggi tipici locali ad un primo piatto di pasta lavorata a mano, dai contorni ai tranci di coniglio fritto e al forno, bistecca a richiesta, acqua minerale, coca-cola e vino (per gli adulti), frutta, torta, spumante e caffè. La torta è stata un’ulteriore sorpresa, con sopra scritto ‘‘Ben-
venuti a Zungoli’’. Ovviamente, ci siamo attardati a tavola più del previsto, ed è quindi saltato il trasferimento al Convento per il riposo pomeridiano. Abbiamo preferito oziare sui divani e nelle accoglienti pertinenze esterne del Ristorante, mentre Teresa Barretta e Antonella Raimondo cominciavano ad occuparsi del materiale di scenografia, del trucco e dei costumi da farci indossare per lo spettacolo che avremmo tenuto nella Piazza del Castello. Bisognava affrettarsi, cercando magari di anticipare di una mezz’ora l’inizio della nostra rappresentazione teatrale, alla quale sarebbero seguite le esibizioni delle ragazze e dei ragazzi di Zungoli e Villanova del Battista per la conclusione del loro anno scolastico. Tutta la fretta era dovuta al fatto che alle 20:45 sarebbe iniziata la semifinale del Campionato Europeo di calcio tra l’Italia e la Germania. Era ovvio che non ci saremmo stati nei tempi, e già noi siamo scesi in piazza con un po’ di ritardo, alle 19:20, dando inizio alla rappresentazione della fiaba ‘‘La vecchia scorticata’’, tratta da ‘‘Lo cunto de li cunti’’.
Intanto, al cospetto del pubblico che riempiva la piazza, il Sindaco Armando Zevola e l’Assessore Angela Rispo avevano già reso reciprocamente omaggio alle due Amministrazioni comunali di Zungoli e di Giugliano che si erano ritrovate ad essere rappresentate nella sottoscrizione del Patto di Gemellaggio culturale nel nome di Giovan Battista Basile. Mentre uscivamo di scena, a conclusione dello spettacolo, abbiamo distribuito tra il pubblico tranci di pizze e tortani nostrani. Intanto stava per iniziare l’attesissima partita tra l’Italia e la Germania; ma noi, in ogni caso, ci eravamo già rassegnati ad aspettare soltanto il risultato finale, perché dovevamo risalire in pullman per far ritorno a Giugliano. Tuttavia, ci è sembrato giusto rimanere ancora in piazza per tutta la durata dei saggi coreografici e delle proiezioni storiche preparate dagli studenti della Scuola Media di Zungoli e Villanova del Battista per una rivisitazione artistica degli anni ‘50 ed a seguire, fino agli anni ‘80. Nel frattempo l’Italia aveva segnato due goal contro la Germania. Durante l’intervallo della partita, tra il primo ed il secondo tempo, ovvero verso le ore 21:40, quando tutte le manifestazioni si erano ormai concluse nella Piazza del Castello, abbiamo salutato gli amici di Zungoli avviandoci verso il pullman parcheggiato nei pressi della Villetta comunale e ci siamo messi in viaggio per fare ritorno a Giugliano, dove poi avremmo saputo che purtroppo l’Italia aveva vinto per 2 a zero.
A sinistra: Foto ricordo davanti al Castello dove abitò Giovan Battista Basile. A destra: Ospiti a pranzo con le autorità di Zungoli.
A sinistra: La rappresentazione teatrale in piazza: “La vecchia scorticata”. A destra: Il saggio delle ragazze di Zungoli e Villanova del Battista.
10
N. 15 del 14 Luglio 2012
Attualità
Considerazioni a margine del Gemellaggio culturale costituito con la città di Zungoli
Si continua a parlare di Giovan Battista Basile per ricreare un interesse culturale a Giugliano di EMMANUELE COPPOLA
Scorrendo veloce il titolo, immagino che qualcuno vorrebbe venirci a dire che si continua a battere con eccessiva insistenza su qualsiasi cosa riesca ad avere un’attinenza con la questione di Giovan Battista Basile, passando così a sfogliare oltre le pagine di questo giornale per lasciarsi andare alla ricerca smodata di altre più attraenti curiosità, che siano di preannunziata attualità politica, in vista delle prossime elezioni amministrative, o - meglio ancora - di cronaca nera, trovando facile soddisfazione, come quando ci si accalca morbosamente in capannelli, a distanza ravvicinata di un qualsiasi incidente, per sapere che cosa è successo. Per questo argomento, invece, parlando ancora di Giovan Battista Basile, riusciamo ad avere una platea di lettori scarsamente rappresentativa e fortemente disinteressata, al punto che la Redazione ha
pensato bene di relegarlo tra le ultime pagine, poco prima del carosello pubblicitario, come tutti gli altri argomenti che puzzano di cultura, quelli che di solito si è sempre creduto che dovessero andare in Terza pagina. Si ha l’impressione che, nella distribuzione degli argomenti nelle pagine di questa rivista periodica quindicinale, sia stata tacitamente individuata un’area di stoccaggio e di decantazione del superfluo, che io non esito a definire come l’anticamera del cestino. Penso questo, perché la cultura e le considerazioni di ordine sociale ed intellettuale sono pazientemente sopportate (certamente per non dire no a qualche amico che, tutto sommato, sa anche scrivere abbastanza bene), a condizione che non vadano ad intaccare la corposa priorità del cicaleccio e del cronacume pseudo-sociale. Ma la cultura deve sottostare alla legge del mercato, che si fonda sulla soddisfazione delle attese generalizzate, e quasi niente può con-
Riceviamo e pubblichiamo
Postilla al Diario di bordo “Dallo scranno al busto di marmo” Innanzitutto congratulazioni alla giornalista Tonia Limatola per i suoi due articoli riferentisi al cimitero (AbbiAbbè del 30/6/2012) e ciò sia per il coraggio di una denuncia (probabile sanatoria abuso edilizio), sia per il dissenso formulato con arguzia e con sottile umorismo alla megalomania di coloro che agognano a un cippo marmoreo o stele funeraria alla propria “perpetua memoria storica in un paese (suburra) di “anime morte”. Su questo punto si vuole aggiungere qualcos’altro. Egregia Limatola, gli eventuali “papabili” (“politici”) illuminati o altri, fraintendendo i versi foscoliani de “I Sepolcri”: “…a’ generosi / Giusta di gloria dispensiera è morte”, ritengono di poter passare alla futura memoria solo per aver svolto un ruolo nella “res publica” o aver avuto una modesta carica onorifica e/o passare per intellettuale o uomo di pensiero e di cultura. È pur vero che la storia italica è pur ricca di simili oltraggi: ai ricchi, ai potenti e ai mafiosi tombe monumentali; ai poveri onesti lavoratori e professionisti un modesto loculo, magari in “compagnia” di non pochi altri familiari o consanguinei. Così come epitaffi enfatici e ipocriti per gli altolocati, il solito “cliché” per i “bassolocati”: “Qui riposa ecc. ecc.”. Leopardi pianse davanti alla misera tomba
del grande poeta T. Tasso, constatando oltretutto la solitudine intorno alle ceneri di un sì grande poeta. Parole di Leopardi: “…il cenere di Tasso, coperto e indicato non d’altro che da una pietra larga e lunga circa un palmo e mezzo…”. È pur vero che l’attuale civiltà è quella dell’immagine. Bisogna fare attenzione però al fatto che talune immagini, busti marmorei o epigrafi possono provocare naturalmente irrisione per i più svariati motivi. I mediocri, purtroppo, non solo non possono comprendere la profondità dei versi di Foscolo, né le parole di Leopardi, ma da vere “anime morte” di gogoliana memoria, vivono e operano per sé e per i suoi; così come intendono lasciare ai loro prediletti eredi perfino una lapide su cui si possa leggere chiaramente un’epigrafe che confermi l’enfatica e stereotipa omelia sacerdotale approntata per il rito funebre. Anziché porre tante stele funerarie presso il luogo sacro di via Verdi, perché non si edifica un cimitero per questi grandi? Come a Firenze (in S. Croce) vi sono le tombe di Machiavelli, Dante, Michelangelo, Galileo, Alfieri, Foscolo… così anche a Giugliano (“pardon” suburra) si potrà avere il tempio sacro con le tombe dei grandi. Raffaele Di Girolamo
cedere alla proposizione di offerte formative. Ricordo, a tal proposito, e per rimanere sul campo di un giornaletto periodico locale, che a Giugliano, circa trent’anni fa, c’era una Redazione che aveva il vezzo di inventarsi le notizie a tavolino, che poi, opportunamente agghindate, sarebbero state sparate in prima pagina per far vendere più copie. Si ebbe poi la riprova, con qualche altro periodico locale, che il popolo voleva la notizia di sapore forte, che fosse minuziosamente documentata in tutta la sua piena truculenza, che trattasse - dunque - di rapine, stupri, scandali, inciuci, arresti eclatanti ed omicidi efferati. Ed io mi chiedevo, allora come adesso, di che cosa si sarebbe dovuto scrivere, a Giugliano, per sradicare la perversione della superficialità sociale dall’anima di questa gente. Mi dicevo che la cronaca avrebbe dovuto servirci per imbastire altre più utili considerazioni di ordine sociale e culturale, senza farci fagocitare l’intelligenza dall’incantesimo della sua potenza occasionale. Ed è per questo che io, di cronaca, non ho mai voluto scrivere niente; intendo dire di quella cronaca, laboriosamente rimasticata e riscodellata nella ripetizione oscena delle cose già dette, perché anche nell’acqua bassa della superficialità sociale - il mestierante della penna sa che ‘‘repetita iuvant’’. Invece, io continuo ad essere convinto e a propugnare che un giornale periodico locale debba avere altri più nobili obiettivi, per diventare nel tempo un archivio ricognitivo della trasformazione politica sociale e culturale del paese, avendo contribuito a divulgare, con il suo incisivo sostegno testimoniale, una diversa progettualità in itinere, rimanendo saldamente fondato sul principio che ‘‘verba volant, scripta manent’’. Ma, intanto, va riconosciuto un gran merito a chi si industria a mandare avanti questo giornale periodico, cercando - ovviamente - di riempire qualche pagina in più con la pubblicità, non so se riuscendo o meno a coprire tutte le spese nette per la sua impaginazione e stampa. Perciò, non me la sento di recriminare se gli argomenti di diversa accezione culturale non trovino spazio in Terza pagina. Sarebbe presuntuoso pretendere tanto, per quanto io creda che un corposo dibattito permanente sulle questioni locali di invivibilità sociale sarebbe tanto più utile e necessario di tre
pagine di cronaca nera sparate sulla cattura di un qualsiasi boss del malaffare, perché tutto questo serve al ‘‘paesone’’ soltanto per continuare a piangersi addosso e a trovare giustificazioni svicolanti per non aprire un dibattito con le voci dissonanti delle coscienze critiche. Dopo circa trentacinque anni, io continuo a scrivere ormai soltanto di argomenti culturali, e me lo si lascia fare perché sono chiacchiere inoffensive, alabarde spuntate per simulare gli assalti di Don Chisciotte contro i mulini a vento, là dove si confondono, nelle nebbie rassicuranti, i confini protetti delle trincee nemiche. A questo punto, sarei tentato di rispondere alle asserzioni di due stimati amici, Renato Scalfato e Raffaele Di Girolamo, che io considero per gran parte ingiustificate, ma comunque provocatorie, quando affermano - sulle pagine di questo periodico quindicinale - che a Giugliano «vi è una certa deficienza di cosiddetti intellettuali». Questa è la sintesi che il 30 giugno ha fatto Raffaele Di Girolamo a commento di quanto aveva scritto Renato Scalfato il 16 giugno, il quale, addebitando agli amministratori degli ultimi trent’anni la colpa di non essersi «minimamente interessati di fare qualcosa per promuovere attività culturali nella città di Giugliano», affermava che «la stessa accusa è da addebitarsi anche agli intellettuali, agli uomini di cultura giuglianesi, perché anche loro sono sempre stati sordi ed inattivi circa la divulgazione della cultura nella loro città». Condividendo appieno altre giustificate considerazione dei due autori, non sono d’accordo sulla presunta latitanza dei «cosiddetti intellettuali», perché questi hanno continuato ad agitare inutilmente la propria appassionata intelligenza davanti ad «una cronica ‘‘sordità’’ delle istituzioni», col risultato di essere stati sempre ignorati e, in qualche caso, messi a tacere. Io non so se mi si vorrà annoverare tra i ‘‘cosiddetti intellettuali’’, ma continuo a giocare le mie poche carte scoperte, convinto che soltanto la Cultura è in grado di rinvigorire le coscienze critiche e di risvegliare al senso di una più ampia responsabilità personale gli amministratori politici della nostra città, là dove per ‘‘Cultura’’ essi dovrebbero cominciare a intendere anche la capacità di non stabilizzarsi nelle acque morte della ‘‘cronica sordità delle istituzioni’’.
11
Attualità
N. 15 del 14 Luglio 2012
Carenze & Disservizi
Con sei mesi di ritardo riapre la biblioteca comunale di Giugliano di IVANA CICCARELLI
Lavori di ristrutturazione questa la motivazione che diversi mesi fa fece sì che la biblioteca comunale di Giugliano chiudesse costringendo centinaia di studenti a trovare un altro luogo tranquillo dove poter studiare. Secondo un primo bilancio i lavori sarebbero terminati entro il 31 dicembre 2011, consentendo così agli universitari di avere a disposizione durante i mesi di preparazione degli esami l’accogliente struttura di via Verdi, ma purtroppo non è andata così. Problemi burocratici, questa la causa sostanziale che ha fatto sì che i lavori slittassero per diversi mesi. Ma per far fronte alle necessità dei giovani cittadini giuglianesi, il 4 novembre 2011, in seguito ad un accordo tra il Sindaco Giovanni Pianese e il guardiano del convento francescano “S. Maria delle Grazie” Padre Nando Russo, gli studenti hanno trovato ospitalità nel refettorio del vicino Convento dei Frati Minori. Riqualificazione dell’audito-
Da lunedi 16 luglio gli studenti giuglianesi potranno di nuovo accedere alla struttura di via Verdi rium, adeguamento degli impianti, ricostruzione del palco, lavori per la sala regia, camerini e servizi igienici, realizzazione di un’altra sala e di una scala interna per accedere agli uffici, copertura di attraversamento in plexiglass, tanti e importanti i lavori che sono stati svolti per l’auditorium e per la biblioteca, e per i quali è valsa la pena aspettare tutto questo tempo. Ma finalmente qualcosa sembra essersi smosso. Percorrendo via Verdi si intravede la facciata della biblioteca completamente nuova; una pennellata di colori caldi ha dato vita alla struttura che dopo diversi anni aveva assunto un aspetto scalcinato. Sul portone principale si intravede un foglio di carta con un avviso. Arriva la buona notizia “RIAPRE LA BIBLIOTECA”. Nella porticina accanto all’ingresso principale alcuni funzionari sommersi dai libri, e il direttore Dott. Emmanuele Coppola stanno ultimando alcune cose, ed è stesso il direttore a confermare la notizia: “A partire da lunedì 16 Luglio daremo la possibilità agli studenti di usufruire di una sala per la preparazione degli esami in corso e fino al 31 agosto andrà in vigore l’orario estivo che prevede l’apertura dalle 8:30 alle 13:00”. Inoltre a partire da settembre numerose saranno le inziative che si svolgeranno presso la biblioteca e il teatro che assumono il nome di “Centro polifunzionale per i servizi educativi”.
SOS Igiene dei cittadini
Colline di pattume e tanfo per le vie della città Il sindaco Pianese scrive all’Asl per la derattizzazione e disinfestazione del territorio, poi sollecita la Senesi a rimuovere i rifiuti accumulatisi sul territorio Sembra non essere migliorata, anzi degenerata la condizione di molte strade di Giugliano, terreno fertile per enormi cumuli di immondizia che oltre ad ingombrare marciapiedi, infettano l’aria con lo sgradevole odore che risulta talvolta tossico per la salute di bambini, anziani e malati. Da troppo tempo, ormai, si avverte tra gli abitanti del Comune un certo disappunto verso la gestione dei rifiuti urbani all’interno dei centri abitati. Polemica, denunce, rabbia da parte di cittadini residenti, che non ne possono più. Lamentano il disagio di svegliarsi la mattina, di aprire le finestre e di sentire l’aria che emana mal odore. “Non ci sono orari, buttano l’immondizia senza civiltà, di mattina, pomeriggio. È capitato proprio alle 4 del mattino di un paio di giorni fa, che un pescivendolo ha scaricato un grande contenitore di pesce avariato. La mattina non si potevano aprire le finestre, ho una bambina di pochi mesi a casa, e inoltre la distanza tra i contenitori e il balcone della mia abitazione è minima. Si tratta del Corso Campano, persino quando passò la Madonna della Pace si dovette assistere ad una condizione simile.
Perché tutti i comuni hanno raggiunto un equilibrio per quanto riguarda la raccolta differenziata e Giugliano resta ancora all’oscuro di tutto ciò?”. “Via Francesco Frezza è diventata territorio funebre per topi e covo di insetti: oscena è la distesa, lungo il marciapiede e oltre, di rifiuti di ogni genere, che vengono depositati in qualunque momento della giornata, senza la minima discrezione né curanza. Il caldo di queste settimane non aiuta di certo, visto che dormire di notte con le finestre aperte risulta complicato, si sente accentuatamente l’odore pesante. L’amministrazione non trova rimedi e soluzioni efficaci, l’inciviltà dei cittadini aumenta sproporzionatamente, e se i presupposti sono questi, come si può giungere un giorno alla concretizzazione di questo problema, di questa mancanza, di questa totale piattezza e indifferenza.” Esorbitanti sono il malcontento di residenti e commercianti, la mancanza di fiducia nell’amministrazione, i disservizi relativi alla nettezza urbana e lo smaltimento dei rifiuti. Non ci resta che attendere ancora? Angela Ariano
Sarà creata un’emeroteca storica contenente un archivio di tutti i giornali a partire dal 1970; ci sarà un incontro con i dirigenti scolastici che prevede una convenzione di utilizzo reciproco tra scuole e bibilioteca; sarà istituito il servizio di volontariato che coinvolgerà gli studenti che a partire dal terzo anno potranno ottenere il credito formativo. Inoltre ci sarà un ufficio di ricerca storica con la conseguente creazione di un archivio storico della città di Giugliano che sarà gestito con il prezioso contributo dei cittadini giuglianesi. Insomma tante iniziative proposte dal direttore e appoggiate dall’assessore alla cultura Angela Rispo. Un’altra probabile innovazione sarà costituita dalla possibile apertura del parco semipubblico confinante con la biblioteca. Sarà aperto un vano di
accesso che darà la possibilità agli studenti di occupare anche gli spazi esterni della struttura, permettendo così agli stessi di studiare all’aperto durante le ore più calde. Ovviamente ci sono alcuni disagi chiosa il Dott. Coppola, come ad esempio la mancanza di personale. La struttura avrebbe bisogno almeno di dieci dipendenti qualificati; invece, almeno per il momento, oltre ai tre dipendenti comunali a rischio prossimo pensionamento, ci sono due uscieri suddivisi in due turni. Inoltre l’eccessivo caldo e la mancanza di impianti di climatizzazione crearà disagi e lamentele da parte degli studenti; ma nonostante ciò i giovani saranno entusiasti per poter popolare nuovamente il luogo dedicato alla cultura, allo studio, agli incontri e allo scambio di informazioni.
Potenziati i controlli sul territorio
Nasce la Sezione delle Guardie Ambientali di Italia "È una grossa opportunità per i comuni la nascita della sezione di Giugliano delle Guardie Ambientali di Italia - commenta Andrea Piane-se - Presidente Responsabile della sezione che raggruppa già molti paesi del circondario infatti già in molti comuni le nostre guardie affiancano la Polizia Municipale nelle attività di vigilanza e controllo del territorio con ottimi risultati. Inoltre a breve come da programma, verrà inaugurata la sede e partiremo, mediante dei corsi per la formazione delle Guardie Ambientali, dando la possibilità a chiunque voglia partecipare di potersi iscrivere". Ma che cosa sono le guardie ambientali di Italia? È un ente di volontariato riconosciuto come associazione di protezione e tutela ambientale ed è uno tra i pochi enti riconosciuto dal Ministero dell'Ambiente e del Mare. Il territorio di competenza della sezione in questione è quello dei comuni di Giugliano, Villaricca, Calvizzano, Mugnano, Qualiano, Marano, Melito, S. Antimo, Frattamaggiore e diversi comuni ancora da definire. Le Guardie ambientali d'Italia operano in qualità di Pubblici ufficiali con funzioni di Polizia amministrativa o Polizia giudiziaria ed hanno il compito di vigilare sul rispetto delle leggi e dei regolamenti a tutela dell'ambiente. Offrono il loro servizio a titolo di volontariato nei seguenti settori: supporto alle Forze dell'Ordine ed Enti preposti sia a livello locale che istituzionale; controllo e smaltimento rifiuti; controllo e monitoraggio discariche abusive; tutela della fauna e della flora; supporto straordinario nei servizi di polizia stradale, su richiesta ed in ausilio degli organi competenti. "L'obiettivo delle convenzioni che verranno sottoscritte con i Comuni e sicuramente quello di innalzare la coscienza civica in tema ambientale" conclude Pianese. Roberta Marano
Emergenza rom senza casa
Da un terreno a un altro per sfuggire allo sgombero Il provvedimento della Procura sarebbe stato eseguito il 13 luglio dalle forze dell’ordine, ma i duecentocinquanta rom destinatari dell’ordinanza, seguita alle denunce dei proprietari del terreno- che si trova in aperta campagna, tra la Circumvallazione esterna e Varcaturo – hanno deciso di lasciare l’area ventiquattro ore prima della scadenza intimata, per stabilirsi alle spalle della stazione ferroviaria, a Ponte Riccio 8zona del Tiro al volo), dove è stato allestito un nuovo mini campo abusivo. Con questo nuovo trasferimento, il terzo nel giro di un anno, diventano più di 500 le persone che ritornano nell’area a ridosso della zona Asi, dalla quale oltre 600 erano state sgomberate ad aprile 2011. In cantiere, l’organizzazione di un mini campo su un terreno di proprietà della Provincia, destinato a deposito per attrezzature stradali e attualmente occupato abusivamente da una decina di famiglie rom. Maria Antonietta D’Ausilio
12
Attualità
N. 15 del 14 Luglio 2012
Il volume è stato presentato il 29 giugno 2012 nella Sala Teatro di Piazza Gramsci
Il libro “Mi racconto”, di Esterino Mallardo, è un affresco letterario di memoria storica di FRANCESCO SAVERIO IACOLARE francescosaverioiaco@libero.it
Da sinistra: Emmanuele Coppola, Nico Pirozzi, Esterino Mallardo, Giovanni Pianese, Vincenzo Cappello, Francesco Caia, Tobia Iodice
In una splendida serata, profumata di virtù contadine, gli ottimi Emmanuele Coppola e Tobia Iodice hanno dato luogo alla rappresentazione di un ‘‘Tempo’’ che era figlio di una cultura ‘‘altra’’, là dove abitava la ‘‘Persona’’, sostituita oggi dall’individualismo protagoreo, il DIRETTORE Direzione, Redazione, Amministrazione RESPONSABILE:
Sergio Pacilio
Via 4 Giornate, 29 - Giugliano (NA) Tel./Fax 081.19973264 - 081.19973265 E-mail: abbiabbe@libero.it
Hanno collaborato a questo numero: TONIA LIMATOLA, Valentina Angelini, Marco Aragno, Angela Ariano, Chiara Buonavolontà, Ivana Ciccarelli, Emmanuele Coppola, Monica D’Ambrosio, Antonio D’Angelo, Valentina Di Lauro, Barbara Donisi, Maria Rosaria Ferrara, Elio Guerriero, Francesco Saverio Iacolare, Serena Li Calzi, Francesca Ortese, Arianna Pacilio, Carla Pacilio, Eduardo Pellegrino, Lello Pianese, Giuliano Russo, Renato Scalfaro. Grafica e Concessionario per la pubblicità: ABBiABBè - Via Quattro Giornate, 29 - 80014 Giugliano (Napoli) Stampa: GRAPHIC PROCESSING s.r.l. - Acerra (Napoli) Registrazione Tribunale di Napoli N. 44 del 26-04-2004 - N. Iscrizione ROC 11606
Un uomo in conflitto tra l’Etica della Giustizia e l’esercizio della Legge
cui principio recita che «l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono». Protagonista della rappresentazione di questo Tempo è stato un ‘‘ragazzo’’ di ottanta primavere, Esterino Mallardo, noto avvocato penalista e uomo politico di alto rilievo sociale, un ragazzo baciato dalla dimensione interiore del ‘‘bene’’, dalla quale ha saputo trarre quella bellezza capace di abitare solo nelle anime semplici - ma... burbere - dei contadini. Un’occasione nella quale si è dimostrato che la ‘‘Persona’’ è viva e non subisce l’eclissi del cattivo laicismo che esalta l’individuo. La lettura del libro ‘‘Mi racconto’’ ha donato un quadro più completo dell’appartenenza antropologica di Esterino Mallardo. L’immaginario collettivo presenta i soggetti e i fatti sempre in modo alterato, sia in bene che in male, comunque aleatorio; di conseguenza, non ci si può fidare. Diversamente, il racconto ti fa partecipe di una emotività che si divide nell’essere, contemporaneamente, attore e spettatore sul grande palcoscenico del mondo (così come ci ricorda William Shakespeare), di cui il libro rappresenta il canovaccio di un’esistenza singolare, come quella del protagonista. L’essere spettatore, il nostro autore l’ha dimostrato rifiutandosi di essere organico al potere, proprio perché abitato nell’animo dalla cultura verticale con la tensione verso il ‘‘Bene’’, che si è conservata all’ombra dell’albero della sapienza valoriale contadina, di cui oggi si sono notati gli effetti, vista la presenza al tavolo dei relatori di autorità che hanno confortato l’operato di una vita autorevole, messa in risalto dall’intervento del prof. Giovanni Bottone, rievocando la bellezza e la solidarietà dell’agire umano che rendeva il mondo più ‘‘pulito’’. La lettura ci descrive una vita fatta anche di sofferenze, ma in modo particolare di virtù genitoriali, le quali, con il loro carico di tensione, tendevano verso la convergenza dell’essenza come patrimonio ideale del proprio esser-ci nel
L’atteso evento, organizzato dalla Pro Loco Città di Giugliano con il patrocinio dell’AREC (Associazione Regionale Ex Consiglieri) si è finalmente realizzato il venerdì sera 29 giugno 2012, nell’affollata Sala Teatro del 1° Circolo didattico di Piazza Gramsci. Parte del pubblico, per sottrarsi alla calura asfissiante del locale sprovvisto di climatizzatori, ha seguito la presentazione del libro dell’Avv. Esterino Mallardo standosene all’aperto, visto che il Presidente della Pro Loco, Mimmo Savino, si era premurato di allestire l’impianto di amplificazione anche all’esterno della Sala. Al tavolo innalzato sul palco sedevano, con Esterino Mallardo, il moderatore Emmanuele Coppola, il relatore culturale Tobia Iodice, il Sindaco Giovanni Pianese, il Presidente dell’AREC Enzo Cappello, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, Francesco Caia, ed il referente dell’editore ‘‘Cento Autori’’, Nico Pirozzi. Il Presidente della Regione, Stefano Caldoro, ha fatto pervenire una lettera personale all’amico Esterino, perché costretto a trasferirsi a Bruxelles per impegni istituzionali. Dopo la mirabile disamina letteraria del prof. Tobia Iodice, tutti gli altri relatori hanno approfondito particolari evidenze del libro ‘‘Mi racconto’’, testimoniando all’autore la capacità di aver reso plasticamente immediata la rappresentazione di un territorio storicamente ancorato alle passioni dei suoi più umili protagonisti. Tutto questo è ben significato nel titolo completo del libro, che è ‘‘Mi racconto la mia vita insieme a quella di tanti altri nel secolo scorso’’. Patrocinato dall’Amministrazione comunale di Giugliano, da settembre il libro sarà presentato nelle Scuole Superiori e distribuito gratuitamente agli studenti. mondo e la tragica realtà dell’esistenza che, con la propria miseria, rendeva impari la lotta. Tuttavia, la tensione della bellezza del vivere non poteva escludere dal processo osmotico il suo rappresentarsi nel mondo dell’etica pubblica, diversa dall’etica privata. Questo sforzo è stato preceduto dalla forte volontà di spoliazione di tutti gli egoismi della corruzione, che hanno fatto di Esterino, fin dagli esordi sociali e professionali, un candidato ad essere ‘‘persona’’, distaccandosi dalla pletora degli individui che hanno preferito il ‘‘canto delle sirene’’. La capacità di evidenziare - forse inconsapevolmente - uno sforzo spirituale, attraverso la sua professione nel difendere quelli che avevano le ‘‘pezze sul culo’’, non gli derivava dalla convinzione che amasse l’abito della legge (ché questo gli è stato sempre stretto), perché il suo sguardo interiore si è levato oltre l’orizzonte nasale dei più. Il recondito pensiero verso l’assoluto», inteso come giustizia, dal quale si dipana come ipostasi la legge, è stato sempre un inedito sogno che solo oggi, con la saggezza del tempo, ha saputo scoprire. L’intelletto non ci permette di ‘‘comprendere’’ questo passaggio qualitativo, dalla giustizia alla legge, tanto meno può venirci incontro la limitata ragione. Tuttavia, ci è dato intuire la giustizia come assoluto, e la legge come relativa. La conseguenza di questo conflitto l’avvertiamo quando sentiamo dire «Giustizia è fatta», in modo particolare quando nei tribunali ci si illude di dire «Aula di giustizia», o peggio - quando si legge «La legge è uguale per tutti». L’uso di questi gettoni linguistici-sociali hanno
causato, nel corso del tempo, mille incomprensioni e conflitti logici. L’uomo ha voluto, con la forza del diritto, sposare la giustizia e la legge, confondendoli come sinonimi. Le conseguenze di questa confusione sono state, e sono tutt’ora, devastanti. Infatti, nel campo teologico, il filosofo e teologo francese Jean Colson ebbe a dire: «Se la giustizia si ha attraverso la legge, allora è stata inutile la venuta di Cristo; di conseguenza, la sua morte non ha motivo». Il nostro don Lorenzo Milani, nella famosa ‘‘Lettera ad una professoressa’’, scrisse: «Guai a fare parti uguali tra disuguali». La nostra società non è ancora preparata a codesta comprensione; molti uomini sono mossi dall’impotenza di non sapere amare il frammento di umanità che ci sta di fronte; tuttavia, questa è già una preghiera che diventa amore rispetto a chi disprezza questo frammento. Il nostro cammino è spesso ostacolato da differenze, provocate dalla conflittualità degli individui che rifiutano di essere persone, e ciò impedisce di percepire il motivo di eternità comunicatoci dall’altro. Esterino Mallardo è stato educato all’insegna dell’essere persona; questo perché la coppia genitoriale, educata alla cultura dell’animo e non a quella libresca, ha saputo testimoniare il meglio della spiritualità di un mondo, la cui ‘‘povertà di spirito’’ rimane sempre una ricchezza. Il suo è stato un coraggioso tentativo di strappare il velo del suo essere ‘‘inedito’’ - di balducciana memoria - per cercare di rappresentarsi nelle vesti della nudità di Francesco, per essere se stesso.
13
Attualità
N. 15 del 14 Luglio 2012
Si fa sempre più consistente il numero dei fedeli per onorare la Madre di tutti
Dall’1 all’8 luglio oltre 20mila devoti hanno affollato piazza Madonna delle Grazie di LELLO PIANESE pianeseraf@libero.it
Un momento durante una serata di festa
Incomincia a diventare piccola la piazza antistante la parrocchia Madonna delle Grazie e lo spazio adiacente per il parcheggio. Infatti, non è stato possibile contenere l’enorme flusso di devoti accorso nelle otto serate in cui preghiera e intrattenimento si sono fusi per onorare Maria SS. delle Grazie. Ogni sera, dal 1° al 8 luglio, tra cantanti, comici e intrattenitori con giochi e balli, si sono alternati per divertire il pubblico; intanto, una trentina di laici appartenenti ai vari gruppi impegnati nei vari settori parrocchiali, hanno preparato con cura ed abbondanza, succulenti pietanze per otto sere tali da far cenare e bere chiunque ne facesse richiesta. Queste persone che hanno rinunciato alla festa e al tempo libero, si sono veramente sobbarcati di un lavoro immane tale da far sfinire chiunque fosse di turno alla fine di ogni serata. Però i risultati sono stati ottimi e soddisfacenti. Intanto, il parroco don Francesco
Teatro all’aperto
al Centro Socio Pastorale “Giovanni Paolo II” Via S. Vito n. 10 - Giugliano Sabato 21 luglio 2012 alle ore 20.00
l’Associazione culturale “Eugenio Cucciariello”
presenta: “SPETTACOLANDO COL VARIETÀ” Spettacolo di Cabaret, Musica e Recitazione
Regia di Nando Filo con la partecipazione dei Fratelli Pragliola (figli di Cucciariello)
Lo spirito della festa è ben altro, è partecipazione di massa, è divertimento della famiglia, è riconoscenza per la Vergine Maria. Senza tener conto che anche chi produce i fuochi produce lavoro così come chi produce le luminarie fa lavoro
Due dei quattro evangelisti affrescati
Russo non poteva scegliere occasione migliore per presentare ai fedeli e visitatori occasionali altri quattro tasselli incastonati sotto la navata principale che dà sull’altare; ovvero, gli affreschi dei quattro evangelisti artisticamente riprodotti dai maestri Cristiano e Patrizio De Biase da Portici, gli stessi che hanno realizzato la pala alle spalle dell’altare maggiore. Adesso manca solo un pavimento degno che completi l’opera di ricostruzione ed abbellimento della chiesa. Il parroco consiglia di non disperare poiché alcuni importanti passi sono stati fatti e probabilmente, per questo, forse, non si debba aspettare molto. Alcuni “ignuni” continuano a lanciare le solite zippate contro lo spreco dei fuochi d’artificio e delle
CHIAIANO
La Caritas riapre a settembre
In cantiere il coinvolgimento dell’Asl ed il Centro di Igiene mentale
Mense cittadine, il punto della situazione in un incontro nella Casa dei diritti Alle ore 10.00, nei locali dei Servizi Sociali di piazza Gramsci, si sono riuniti i responsabili delle mense sociali con l’assessore prof. Mario Delfino, la dirigente Rosa Ariano, la responsabile del settore mense dr.ssa Raffaella Ciccarelli, la dr.ssa M. Grazia Chianese per le indagini di settore, dr. Rosario Di Lorenzo - dr.ssa Rosy Esposito - dr.ssa Aurora Caliendo della Fondazione Leone per la formazione e le indagini, per fare il punto su ciò che è stato prodotto dopo un anno di attività dalle mense di Sacra Famiglia, Centro Uria, Centro Giovanni Paolo II e Regina Pacis. Il professor Delfino ha ben considerato l’operato dei vari centri-mensa ed ha invogliato il personale volontario a fare meglio e a cercare attraverso alcuni canali istituzionali, risorse derivanti da bandi e da opportunità messe a disposizione dalla Regione e dall’Europa. Insomma sono partite bene le nuove mense sul territorio mentre quelle già esistenti, hanno continuato a fare bene e come è stato sempre ribadito sia dall’assessore Delfino che dai for-
luminarie, ma la loro povertà d’animo non va oltre alcuni punti dopo lo zero. Essi rappresentano quella nutrita schiera di “ignuni” e di pseudo cattolici che per giustificare accidia e avarizia, osano blaterare senza senso. Mentre, lo spirito della festa è ben altro, è partecipazione di massa, è divertimento della famiglia, è riconoscenza per la Vergine Maria. Senza tener conto che anche chi produce i fuochi produce lavoro così come chi produce le luminarie fa lavoro. In effetti, si è fatto festa come quando due si sposano oppure si festeggia un compleanno o ancora per una ri-
correnza di onomastico. Forse in tali occasioni non si fa spreco? L’importante è che la gente lo vuole e lo sostiene e l’unico misuratore è la partecipazione come in questa occasione. E senza voler ripetere sempre le stesse cose, tutti i festeggiamenti, gli spettacoli, i giochi e le gare inclusi nel programma, sono stati autofinanziati dal popolo fedele e dalla parrocchia; mentre dalle istituzioni: “costo zero”. Siamo arrivati alla sera del giorno 8. Alle ore 17.00 un carro finemente allestito, ha portato in giro per le strade del territorio parrocchiale Maria Ss che ha salutato i suoi fedeli e dall’altro canto, fuochi, fiori e coltri preziose sono state esposte per onorare il suo passaggio. Alle ore 23.00 seguìto da una processione di diverse centinaia di persone, il carro si è presentato davanti alla parrocchia e davanti a migliaia di fedeli che l’attendevano per l’ultimo saluto dopo la festa. Il parroco, stanco come il vice parroco, i seminaristi e quanti hanno partecipato alla processione, ha ringraziato tutti per aver contribuito in modo esemplare e spettacolare alla buona riuscita della festa benedicendo la platea nel nome del Signore e di Maria con l’augurio di rivedersi l’anno prossimo con tempi migliori e con maggior ardore.
matori della Fondazione Leone, lo scopo della mensa non deve limitarsi alla semplice offerta di un pasto, ma creare quel rapporto umano-familiare da consentire all’assistito di risorgere dal torpore indigente e riprendersi il posto che gli compete nella società. Continuerà, quindi, un percorso formativo curato dalla Fondazione Leone e che avrà come obiettivo primario “l’accoglienza e l’umiltà nel porsi”. A ciò si aggiunge la possibilità di mettere a disposizione da parte dei Servizi Sociali un camper per l’accoglienza medica e un’ambulanza per sostenere eventuali richieste specialmente nella periferia dove le difficoltà sono diverse ed impellenti rispetto alla città. Saranno inoltre, coinvolti al progetto, l’Asl e il Centro di igiene mentale per ottenere in sinergia risultati migliori ed efficaci. Il prossimo incontro per pianificare interventi e modalità è stato fissato il 25 settembre p.v. alle ore 10.00 sempre nei locali di piazza Gramsci. Angela Ariano
I cittadini di Chiaiano (quelli che fanno parte della Parrocchia di San Giovanni Battista) possono tirare un sospiro di sollievo. Da settembre, o comunque a ottobre in poi i più bisognosi riceveranno di nuovo il pacco di generi alimentari. La Caritas di Via XX Settembre a maggio sospese il pacco in quanto alcuni di questi poveri non si comportavano bene, in parole povere facevano gli scostumati, gli incivili, ecco, allora la decisione del giovane parroco Giuliano di tagliare i viveri. Ora a settembre, chi vorrà, per continuare a ricevere zucchero, pasta, scatolette di tonno e carne eccetera dovrà presentare una carta dove dichiara di avere i requisiti per avere diritto alla “spesa”. In via Tiglio, sul Tirone, nel campo a piazza Margherita, via Napoli, via XX Settembre, vico Molino vi sono numerose famiglie che si puzzano di fame. In piazza Margherita n. 3 c’è una famiglia di 4 persone: padre, madre e 2 figli. Lui, disoccupato, ogni tanto fa lavori di muratura, anche un mezzo ubriacone, lei la moglie (Mariagrazia), pure senza lavoro, si arrangia un po’ con le pulizie, ma più delle volte si “prostituisce” per 20 euro. Lo fa così, aumm, aumm. Purtroppo i tempi sono quelli che sono (con tanti giovani e famiglie sbandate) ci si arrangia come meglio si può. A Città della Scienza a Bagnoli si è svolto un interessante Congresso di medicina durato 4 giorni. Si è parlato e discusso di tumori endocrini, obesità, osteoporosi e diabete. Al quarto Forum hanno partecipato circa 300 esperti su queste patologie più diffuse in Europa. Annamaria Colao (moglie del presidente Caldoro), coordinatore scientifico del Forum degli endocrinologi dichiara: ”Unire le tante competenze eccellenti della nostra regione per assicurare uno scambio utile ai medici, ai pazienti e consentire anche un risparmio in termini economici nella sanità campana”. Il Congresso ha avuto la Presidenza onoraria dei professori Antonio Bellastella, Gaetano Lombardi, Lucio Zarrilli, Gianfranco Fenzi ed è stato articolato in tavole rotonde, dibattiti, seminari e confronto sulle nuove terapie. Fatto sta che il comune denominatore è una corretta alimentazione, fatta con pochi grassi e pochi alcolici, e l’esercizio fisico è fondamentale. Elio Guerriero
14
Sport
N. 15 del 14 Luglio 2012
il GUERRiER
sportivo
Mazzarri prepara la sfida alla Juve L’ex presidente del Napoli Fiore ha scritto un libro dei suoi tempi
Roberto Fiore (a sinistra), ex presidente del Napoli con un tifoso (Foto Elio Guerriero)
Calato il sipario sugli Europei 2012, ora tengono banco il calcio mercato e il calcioscommesse coi vari interrogatori, in attesa del campionato 2012-2013 che prende il via il 26 agosto, per concludersi il 19 maggio 2013. Tuttavia il giorno 11 agosto c’è un antipasto importante: a Pechino (Cina), Napoli e Juve si sfidano per la conquista della Supercoppa Italiana. Certo, le 2 squadre arriveranno a questo appuntamento non al 100 per 100, perdipiù l’allenatore della Juve Conte dovrà rinunciare a quei giocatori che hanno partecipato agli Europei. La partita sarà trasmessa alle 14 da Rai Uno. Intanto a Pechino non ci saranno tifosi del Napoli, la trasferta è onerosa e con questi chiari di luna meglio rinunciare. Prima di questa gara il Napoli ha in programma una
serie di partite amichevoli, che servono per studiare moduli e tattiche e verificare la forma dei singoli giocatori, attualmente a Dimaro. Il 29 luglio ci sarà il debutto al San Paolo con il Leverkusen, il primo agosto ancora a Fuorigrotta contro il Bordeaux, il 7 contro Pechino e Shangai, un triangolare prima della partita vera l’11 agosto contro la Juve per la Supercoppa. Dunque, Mazzarri prepara la squadra proprio in prossimità della sfida coi bianconeri campioni d’Italia. Oltre Lavezzi ceduto in Francia, mancherà anche l’altro “tenore” Cavani, impegnato colla la Nazionale uruguaiana alle Olimpiadi di Londra. Il “cafone” De Laurentiis vorrebbe vincere anche questa gara, ma sarà difficile. In attacco ci saranno Pandev e Vargas, il cileno avrà la possibilità di avere un po’ di gloria, cosa che è mancata nel passato campionato, da quando a gennaio fu preso dal club azzurro.
rittura in finale, ma contro gli spagnoli Buffon ha dovuto inchinarsi ben 4 volte. Gli azzurri dopo la fatica colla Germania hanno avuto poco tempo per recuperare le energie e la Spagna cinicamente ci ha castigati. Amen. Neanche il giovane Balotelli non ha avuto occasioni di “sverginare” la porta spagnola, nel mentre contro i tedeschi segna 2 grandi gol e mostra i muscoli al mondo intero. Ai quarti di finale facemmo fuori l’Inghilterra ai calci di rigore con quel “cucchiaio” di Pirlo che ci fece alzare la pressione. Ora si volta pagina, a settembre la Nazionale torna in campo pensando ai Mondiali in Brasile del 2014. Intanto la signorina Fico, dopo la finale ha annunciato che aspetta un bebè dal signorino Balotelli. I 2 piccioncelli s’erano lasciati circa 3 mesi fa, il giocatore ora ha chiesto l’esame del DNA. La fico è figlia d’un povero fruttivendolo abitante a Casalnuovo.
Quella brutta partita colla Russia in amichevole e persa 3-0 aveva fatto presagire in molti un pessimo Europeo per la Nazionale di Prandelli. Ma proprio l’allenatore a fine gara non aveva dato molta importanza a quella scoppola, i fatti poi gli hanno dato ragione. L’Italia è arrivata addi-
L’ex presidente del Napoli Roberto Fiore nonostante gli 88 anni gode ancora di discreta salute. Certo, l’età ci sta e gli acchiacchi pure, ma il suo obiettivo è di arrivare ai 90 e festeggiarli come si deve. Nel frattempo per sentirsi ancora un po’ parte del mondo pallonaro si è sentito il dovere di
scrivere un libro di quando faceva il presidente, raccontando fatti e fatterelli di quel periodo, di quel Napoli composto da giocatori come Juliano, Sivori, Altafini, Montefusco, Panzanato, il portiere Bandoni, Ronzon eccetera. “Chi sono stato”?, questo il titolo del libro, presentato di recente alla libreria Loffredo al Vomero. Il giornale Roma ha dedicato a Fiore e al suo libro addirittura una pagina intera. Peccato che il libro non ha un editore ed è stato stampato a spese di Fiore. Il prezzo del volume? 15 euro. Stentiamo credere che possa vendere più di 10 copie. Onestamente il libro è mediocre.
Le olimpiadi di London si avvicinano, ma sui Giochi c’è il pericolo del terrorismo. I poliziotti tuttavia vigileranno attentamente per scongiurare qualsivoglia testa di minghia. Intanto gli atleti della Campania si preparano indefessamente per fare bella figura. Purtroppo, Antonietta Di Martino non ce l’ha fatta a recuperare dall’infortunio alla gamba destra e quindi addio Olimpiadi. Una rinuncia grave per l’atletica leggera dove Antonietta era (e resta) una bandiera. Elio Guerriero
elio.guerriero@libero.it