Parola&parole & Settembre 2021 • Numero 32
M O N O G R A F I E
Dante Alighieri e la Bibbia Letture ed interpretazioni a cura di Ernesto Borghi contributi di Carlo Galfrascoli - Daniele Christen Joël Vaucher de la Croix - Emilio Pasquini
Indice
EDITORIALE Perché leggere Dante Alighieri oggi? (di Ernesto Borghi) . . . . . . . .
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1. Il substrato biblico negli ultimi cinque canti del Purgatorio (di Carlo Galfrascoli) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 1.1. La Bibbia nel Medioevo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 1.2. Dante e la Bibbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 1.3. La processione allegorica sulla cima del Purgatorio . . . . . . . . . . . 12 1.4. Osservazione conclusiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 2. Metamorfosi del desiderio. Il problema della conoscenza e la Bibbia tra Vita Nuova, Convivio e Paradiso (di Daniele Christen) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1. Il fine di tutt’i desii. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2. Beata Beatrice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3. Il pane de li angeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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3. «Tanta ira li vinse». Immagini dell’ira nell’Inferno dantesco (di Joël Vaucher De La Croix) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.1. Un peccato controverso: le molte nature dell’ira . . . . . . . . . . . . . . 3.2. Oh cieca cupidigia e ira folle (If XII,49). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.3. Ira mala e drittum zelum: Dante e Filippo Argenti. . . . . . . . . . . .
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4. Il canto XI del Paradiso (di Emilio Pasquini) . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 4.1. Il testo dantesco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 4.2. Linee di commento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68 absi: presentazione e pubblicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 3
Editoriale
Perché leggere Dante Alighieri oggi?
Nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321, dunque settecento anni fa, moriva uno dei più grandi poeti e intellettuali del Medioevo euromediterraneo e della letteratura italiana ed europea di ogni tempo. Dante Alighieri fu poeta nel senso più stretto e pieno del termine: la Commedia, per tacere della Vita Nova e di tanti altri componimenti, lo dimostra senza equivoci di sorta, Fu un intellettuale secondo un’accezione ampia ed esistenziale: opere letterarie come Convivio, De vulgari eloquentia, De monarchia e l’azione politica, a Firenze e altrove, denotano che il fiero avversario dei Guelfi Neri e di Bonifacio VIII ha cercato costantemente di vivere una cultura della mente e del cuore, dall’immanente al trascendente, tra luci e ombre, tra sofferenze e gioie, tra fede tenace e infedeltà relazionali. La cultura universale, dall’Italia all’Europa al mondo, gli deve moltissimo per tutto quanto attiene, in primo luogo, all’uso più ampio possibile della parola. Basta scorrere le sue opere letterarie sino alle tre celeberrime cantiche per avere almeno un’idea di quanto formativo sia, anche per le donne e gli uomini della cultura essenzialmente visiva del nostro tempo, un confronto con l’arte compositiva, la fantasmagoria lessicale, l’intensità morale che i vocaboli danteschi sanno manifestare. I quattro saggi contenuti in questo numero di “Parola&parole monografie” sono testi, diversificati per complessità e profondità, che testimoniano, in modo eloquente, l’eccellenza anche verbale dell’Alighieri. Il rapporto del grande fiorentino con le parole bibliche fu di notevolissima importanza: basta ripercorrere l’intera Commedia per cogliere a livello esplicito o allusivo concetti, immagini e suggestioni che da testi e valori scritturistici sono ispirati. Ma perché leggere ancora le opere di Dante Alighieri oggi? E perché farlo nelle classi scolastiche, dalla scuola media inferiore a quella supe5
riore? La risposta a questa domanda è certamente complessa e richiede competenze letterarie che esulano da quelle del sottoscritto. D’altra parte, se solo si pensa alle nozioni di amore, ricerca intellettuale, impegno sociopolitico, fedeltà al cuore del Vangelo di Gesù Cristo, fuga dall’ignavia esistenziale, le affermazioni e le riflessioni dantesche, dalla Commedia a varie altri suoi scritti presentano spesso un’intensità e una capacità di interpellazione interiore e sociale di grandissimo rilievo. Certo: occorre evitare ogni moralismo e aiutare allieve ed allievi, ma anche qualsiasi altra persona interessata al di fuori del sistema scolastico, a sapersi confrontare con una lingua italiana d’altri tempi, di una ricchezza culturale che è indubbiamente al di là dei nostri ridotti lessici contemporanei. E bisogna poter entrare nei contesti sociali, politici e religiosi in cui l’Alighieri ha vissuto. Ne vale davvero la pena? Mi pare proprio di sì e penso che tanti altri sarebbero d’accordo con me. L’augurio più cordiale che rivolgo a lettrici e lettori è che, dopo le pagine di questo numero della nostra rivista, possano avere ragioni ulteriori per leggere Dante sia nei suoi rapporti con le Scritture bibliche che con i valori dell’amore e dell’impegno socio-politico, dal suo tempo al nostro.1 Ernesto Borghi
Tra le tantissime iniziative formative multimediali che in quest’anno “dantesco” sono state realizzate segnaliamo il percorso della RSI (Radio Televisione della Svizzera Italiana) “Io sto con Dante” e la lettura dell’intera Commedia realizzata dall’attrice e autrice di teatro fiorentina Lucilla Giagnoni per RAI 5, intitolata “La Divina Commedia - Vespri danteschi” (fruibile tramite Rai Play). 1
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