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Alessandra Gallone, insieme ad Elena Carnevali, con la quale condivide, su opposta sponda, un lungo percorso politico, è la donna bergamasca con maggiore esperienza amministrativa e di partito. Gallone e Carnevali hanno affrontato entrambe i passaggi classici della carriera (la cosiddetta “gavetta”). Tanti anni fa, la loro prima campagna elettorale, per entrare nel Consiglio Comunale di Bergamo, Ale a destra, Ele a sinistra. Poi, crescendo, sempre dopo essere passate da elezioni e consenso, hanno svolto ruoli da Assessore e infine sono arrivate in Parlamento, dove si trovano tutt’ora. La Gallone, senatrice nei banchi di Forza Italia, invece alla Camera dei Deputati, la Carnevali, in quelli del Partito Democratico.
ph. Beatrice Sana
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SINDACO? SE BERGAMO CHIAMA, IO CI SONO
Alessandra Gallone è stata una delle nostre copertine, esattamente la n°31 nel Giugno del 1995 all’indomani della sua prima elezione a Bergamo. Eravamo molto più giovani e certamente più ingenui entrambi. Sull’ultimo numero di questa rivista, dopo 26 anni, abbiamo fatto il suo nome circa una probabile candidatura a futuro sindaco di Bergamo. Una provocazione anche per far uscire allo scoperto il dibattito nel centrodestra. La chiamo al telefono un sabato mattina dopo aver concordato la chiacchierata via WhatsApp.
Buongiorno Senatrice, la disturbo? “Nessun disturbo anzi è un piacere potersi dedicare a una chiacchierata con un “vecchio” amico perché sono sempre in movimento seguendo il partito, le elezioni amministrative, i lavori parlamentari e il territorio in un momento così intenso, particolare e difficile. Con la famiglia che porta tanta pazienza. Ride. Non cerchi di evitare le domande che le ho mandato con la scusa della stanchezza… Perché Bergamo, dopo aver avuto un sindaco come Franco Tentorio, gli ha preferito Gori? Qual è stato l’errore del centrodestra alle passate elezioni? “Difficile rispondere. Sono dinamiche elettorali a volte spiazzanti. Bergamo è una città esigente. Gori rappresentava la novità e sicuramente è stato un ottimo comunicatore. E poi ha potuto godere della raccolta di molto che era stato seminato dal predecessore. Oggi chi lo sfiderà lo farà su quanto realizzato da lui in questo mandato effettivamente”.
Quale futuro vorrebbe per Bergamo? “Il futuro che merita. Un futuro luminoso. Degno di una città centrale in Lombardia che deve riuscire ad aprirsi ancora di più verso l’esterno e diventare attrattiva. Dopo quello che ha passato, la nostra città ha dimostrato forza e dignità uniche confermando di possedere un tessuto saldo che va affiancato, sostenuto e valorizzato per una ripartenza all’insegna dell’evoluzione che va oltre la resilienza. Pensando che abbiamo da gestire anche un momento storico particolare, quello della transizione ecologica per affrontare il quale bisogna essere pronti a realizzare la piena sostenibilità: ambientale, economica e sociale. È necessario un grande lavoro corale, con una regia decisa per volare alto anche fuori dai confini nazionali. E qua mi collego al tema dell’aeroporto che, lasciando per un attimo da parte le polemiche di invasività che ingenera e che andranno comunque affrontate e risolte, dimostra nei numeri di essere strategico per l’economia di tutto il territorio. Rimane comunque la questione infrastrutturale e dei collegamenti ferroviari che non sono adeguati a una città così vivace che ha bisogno di muoversi. Bergamo merita una visione di lungo respiro che la proietti nel futuro, condivisa e costruita insieme con il sistema universitario da sempre fucina di pensiero e competenze. Abbiamo oggi un’universita “diffusa” (una scelta precisa del nostro ateneo) che può agire usando il proprio policentrismo per valorizzare i vari territori. E ancora, l’Ospedale “nuovo”, il nostro Papa Giovanni XXIII”, che era stato concepito perché avesse curvatura universitaria con la facoltà di Medicina, adesso meriterebbe di diventare velocemente almeno Azienda Ospedaliera. E poi, lo stadio. Bellissimo nella sua ristrutturazione ma che avrebbe sicuramente potuto avere maggiore dimensionamento fuori dal centro città. Rimpiango il progetto della cittadella dello sport pensata dalla “mia” giunta Veneziani… (però confido nel progetto visionario ed ecologico di Chorus life). Bergamo ha tanti volti e altrettanti bisogna valorizzarne: Bergamo del lavoro, della salute, della famiglia, del volontariato, della cultura e della formazione. E a proposito di istruzione e formazione sono convinta dell’importanza di rafforzarne profondamente il sistema per poter essere pronti a governare l’innovazione che ci porterà nel futuro. Oggi una delle questioni fondamentali della transizione è il problema delle aziende nel trovare personale qualificato. Il sistema scolastico andrebbe rivoluzionato. Ogni indirizzo andrebbe denominato “liceo” anche per superare quel concetto per cui se vai al liceo sei uno bravo mentre se frequenti l’istituto tecnico sei di serie B. Oggi serve un sistema che coniughi la base culturale con il saper fare e Bergamo, in questo, potrebbe diventare un vero laboratorio”.
Chi vedrebbe come futuro candidato sindaco? “Ci vorrà qualcuno che, innamorato profondamente della propria città, chiuda gli occhi e getti il cuore oltre ogni ostacolo. Perché amministrare una città come Bergamo è estremamente impegnativo e totalizzante. Ci vuole entusiasmo, responsabilità e consapevolezza dell’impegno da profondere”.
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Nasce politicamente con Marzio Tremaglia in Alleanza Nazionale partito per il quale viene eletta consigliere comunale di Bergamo dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004, dal 2004 al 2009 (Pdl) e dal 2014 al 2019, dopo lo scioglimento del Pdl, per Forza Italia. È stata Assessore comunale alla pubblica istruzione dal 1999 al 2004. A palazzo Madama Senatrice nella XVI legislatura in quota Popolo della Libertà (2008-2013) allo scioglimento del movimento durante l’esperienza del governo Monti aderisce a Fratelli d’Italia rimanendo nella quota in cui era stata candidata ed eletta. Dal 20 dicembre 2012 ne è Capogruppo al Senato. Non rientra in Parlamento nella legislatura successiva e alla fine del 2013, in dissenso con la linea del partito aderisce a Forza Italia per la quale si presenta alle elezioni amministrative del 2014 a Bergamo. Viene eletta ancora una volta consigliere comunale e diventa subito esponente di spicco dell’opposizione. Torna a Palazzo Madama nel 2018, quando viene rieletta senatrice in quota Forza Italia, nel collegio uninominale Bergamo e Valli, sostenuta dal centro-destra unito. Vicepresidente del gruppo di Forza Italia del Senato, fa parte della commissione di vigilanza Rai (capogruppo di FI) è Segretario e capogruppo della Commissione Ambiente e membro della commissione Agricoltura. Componente della commissione di Inchiesta sul traffico illecito di rifiuti e gli ecoreati. Responsabile nazionale del settore Formazione e del dipartimento Ambiente, il 6 settembre 2019 viene nominata commissario di F.I. per la provincia di Bergamo.
Nel 2019 ha sfiorato il 100% di presenze nell’aula del Senato (99,9%).
SINDACO? SINDACO? SE BERGAMO CHIAMA, IO CI SONO
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ALESSANDRA GALLONE
Preferirebbe candidarsi a Sindaco o tornare in Parlamento? “Ho deciso dal primo giorno di impegnarmi in politica per essere al servizio del nostro territorio e per essere una delle voci dei miei concittadini. In consiglio comunale come in Parlamento. Bergamo è la mia città. Ci sono nata, cresciuta, ci ho studiato e lavorato. Il primo bacio a mio marito l’ho dato sulle nostre Mura. Qui è nata nostra figlia. Il mio collega Adriano Galliani mi dice sempre che ho una visione Tolemaica con Bergamo sempre al centro. Quando Bergamo chiama io rispondo”.
Cosa ne pensa di Mario Draghi? “È stato l’uomo della svolta e, francamente, fa piacere sapere di avere un Presidente del Consiglio autorevole, competente, apprezzato, che porta il nome dell’Italia in alto e, ancor più con l’uscita di scena di Angela Merkel, constatare che tutti in Europa vedono in lui un punto di riferimento importante. Chi fa politica è sempre allergico ad avere un primo ministro tecnico, ma siamo caduti in piedi. Inoltre Draghi è sempre stato molto apprezzato anche da Silvio Berlusconi che lo ha sempre sostenuto nominandolo col suo governo al vertice della Banca d’Italia e poi appoggiandolo fortemente quando il Consiglio Europeo lo nominò a capo della Banca Centrale Europea ed è stato il primo a esprimersi favorevolmente quando si è trattato di formare un governo di unità nazionale. Un presidente che fa della competenza e della serietà il suo modus operandi ha dato un ordine, una guida sicura in un momento così difficile per il nostro Paese. In Senato è cominciata la sessione di bilancio e il mio lavoro adesso, insieme a quello dei colleghi bergamaschi, sarà quello di dare un contributo per integrare le proposte del governo: penso alla proroga e all’estensione dei bonus edilizi alla luce dell’aumento del costo delle materie prime, alla revisione del reddito di cittadinanza che così non funziona, al sistema di incentivi strutturali per le riconversioni aziendali e per la sicurezza sul lavoro, al sostegno alla libertà di scelta educativa, alle zone a economia speciale per i comuni di montagna, alla nostra sanità, alla possibilità di rivedere le tasse di successione per chi ha perso familiari per il covid e tanto altro. Bisogna avere una visione sistemica e non lavorare a compartimenti stagni”.
Berlusconi Presidente della Repubblica? “Se lo meriterebbe. Sarebbe un grande Presidente”.
Sarebbe anche a capo del Consiglio Superiore della Magistatura dopo anni di scontri con le toghe… “Chi conosce bene Silvio Berlusconi sa che persona di altissima statura sia. Non sarebbe un problema.”
Salvini? “Matteo Salvini è nostro alleato e, all’interno della coalizione di centro destra porta avanti le proprie battaglie, anche quando fa parte del governo. In questo momento comunque è essenziale guardare tutti nella stessa direzione se si vogliono portare a casa risultati importanti e mi fa piacere che tutti insieme si lavorerà anche sulla legge di bilancio per supportare il governo e sostenere i territori senza disperdere le risorse in mille rivoli ”.
Il ricordo più bello? “Sono tanti. Ma penso sempre al giorno in cui venne approvata in Senato la legge di cui vado fiera e di cui sono stata relatrice: quella sull’equiparazione dei figli. Una legge di civiltà che ha reso i figli tutti uguali. Non esistono più nel codice civile aggettivi dopo la parola figlio. Tutti hanno gli stessi diritti. Mi emoziono ogni volta che ripenso al momento di quel voto che al Senato riuscii a portare all’unanimità”. (V.E.Filì)
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