7 minute read

AGGIORNAMENTO DEL CALCOLO DEI COSTI SOCIALI DEGLI INCIDENTI STRADALI Una stima economica per investire sulla sicurezza

di Lucia Pennisi (Coordinatrice Area Professionale Statistica ACI)

In tema di incidentalità stradale, al di là del tragico conto delle vittime che ancora ogni anno si registrano sulle nostre strade, un ruolo piuttosto rilevante, soprattutto nella prospettiva dei possibili investimenti per incrementare gli standard di sicurezza stradale, spetta al calcolo dei cosiddetti “costi sociali”, ovvero quella stima con cui si intende quantificare i danni economici subiti dalla società e conseguentemente dal singolo cittadino a seguito di un evento incidente stradale. Non si tratta quindi di una spesa effettiva, ma del valore economico che deve essere attribuito alle perdite e agli oneri che a diverso titolo gravano sull’intera collettività per un incidente avvenuto ad un singolo. Per riuscire a considerare tutte le poste in gioco che concorrono a determinare questi costi sociali vengono presi ovviamente in considerazione molteplici aspetti: la perdita della capacità produttiva, i costi umani, il danno morale, il danno biologico, i costi sanitari, i danni materiali e i costi amministrativi. I parametri prodotti per calcolare i costi sociali degli incidenti stradali sono inoltre differenziati in base all’esito del sinistro: decessi, feriti e feriti gravi.

Per valutare le politiche di contrasto da adottare è infatti utile poter confrontare i costi degli interventi volti a ridurre il rischio di mortalità con i benefici attesi, soprattutto in termini di vite salvate, che vengono espressi in termini di “valore statistico di una vita umana” e che rappresentano il valore attribuito ex ante al decesso di una persona. Un valore, è opportuno sottolineare, assai diverso da quello del risarcimento. Tale principio di valutazione costi/ benefici è esplicitamente richiamato nelle Direttive di Gestione della sicurezza delle infrastrutture 2008/96 CE e 1936/2019 CE, recepite in Italia rispettivamente con i d.lgs. 35/2011 e d.lgs 213/2021. Lo studio di valutazione effettuato in Italia nel 2010 dal Ministero dei Trasporti e dall’Università “La Sapienza” di Roma ha fissato in 1.530.990 € il valore economico di un decesso e, sulla base di questo valore e di parametri definiti in studi internazionali precedenti (European Conference of Ministers of Transport 1998), ha portato a determinare anche il danno economico attribuibile a ciascun ferito grave o lieve. I valori, in questi ultimi casi, sono stati rispettivamente fissati pari al 13% e all’1% del valore di un decesso, più il costo sanitario medio, mentre la ripartizione tra feriti gravi e lievi è stata stimata in 14% e 86%. Da tutto ciò consegue un costo sociale pari a 197.228 € per ciascun ferito grave in incidente stradale, pari a 16.985€ per ciascun ferito lieve e, in media, pari a 42.219 € per ciascun ferito. È stato infine valutato anche il costo da attribuire a ciascun incidente, pari a 10.986 € tra danni a cose, spese assicurative, amministrative e giudiziarie. Il più recente lavoro effettuato da ISTAT e ACI con il contributo del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dei Trasporti è nato dunque dalla necessità di aggiornare i parametri ufficialmente adottati a livello nazionale.

L’analisi svolta si basa fondamentalmente sulla metodologia ACI-ISTAT (Putignano C., Pennisi L., 1999) per giungere a quantificazioni attuali delle voci di costo finali da utilizzare per il calcolo - costo per decesso, costo per persona ferita e costo per incidente - migliorando le stime, ove possibile, grazie alla maggiore e più appropriata disponibilità odierna di dati aggiornati e più completi. Lo studio è in via di pubblicazione nella Collana ISTAT “Working Papers” ma una sintesi è già disponibile in allegato al Decreto Dirigenziale n. 37 del 17/02/2023 di Aggiornamento della metodologia per il calcolo del costo sociali degli incidenti stradali

Metodologie E Stime Aggiornate

In merito alla stima della perdita della capacità di produrre reddito, per la scelta dei parametri economici si è stabilito di utilizzare il Prodotto Interno Lordo (PIL), per i fattori demografici l’età e la speranza di vita, relativamente ai fattori sociali la probabilità che la persona deceduta fosse occupata o meno. Si è quindi proceduto col calcolo degli anni di vita attiva sperata, tenendo inoltre conto del fatto che la perdita di produzione può essere totale o parziale: per persone decedute è infatti totale, mentre per i feriti può essere parziale o totale in base al grado di lesione permanente e se temporanea al conseguente periodo di inabilità. Ma il danno che deriva dalla perdita totale o parziale di un bene intangibile, quale la salute o la vita, non può avere solo una valutazione meramente economica di perdita di produzione. Vanno anche computati i “costi umani”, ovvero quella parte di danno “non patrimoniale” (nel senso che non ha un contenuto riferibile a rapporti economici) che consegue alla perdita dell’integrità psicofisica della persona e/o dei congiunti, costituita dal danno morale (danno a fronte dell’evento morte) o dal danno biologico per le lesioni riportate dalle persone ferite. Per calcolare il valore di danno morale e danno biologico è stato scelto il “metodo tabellare”, basato sul sistema del valore del punto di invalidità, variabile in funzione dell’età del danneggiato e del grado di invalidità accertato in sede medico-legale, ma non dipendente dal reddito percepito dalla persona. Si è fatto poi riferimento alle Tabelle in uso presso il Tribunale di Milano e all’evento morte è stato attribuito il massimo dei punti di invalidità (100).

La maggiore novità introdotta rispetto alle valutazioni effettuate in precedenza e anche in tempi più recenti, è data dalla disponibilità del flusso informativo relativo alle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) a livello nazionale, grazie al quale è stato possibile distinguere i feriti gravi dai feriti lievi e stimare i costi sanitari gravanti sulle Strutture Ospedaliere. Si è infatti potuto disporre del contributo del Ministero della Salute con l’archivio nazionale delle Schede di Dimissione Ospedaliera la cui qualità dei dati, fortemente migliorata, ha permesso di individuare i ricoverati a seguito di incidente stradale e distinguerli altresì tra feriti gravi e lievi La distinzione è stata operata in base al criterio MAIS 3+ stabilito a livello europeo, applicando l’algoritmo che a partire dalle diagnosi registrate sulla Scheda in ICD9 CM, utilizzando la tabella di conversione appositamente predisposta per tutti i Paesi

UE, restituisce l’informazione se trattasi di ferito grave MAIS3+, lieve o di gravità non determinata. Per il calcolo dei costi sanitari ci si è infine basati sulla documentazione relativa ai DRG (Diagnosis Related Groups). Resta tuttavia la consapevolezza che si tratti di una stima base dei costi sanitari sia per la difficoltà di risalire al numero complessivo dei feriti che si recano al Pronto Soccorso a seguito di un incidente di minore entità in cui non siano intervenute le Forze di Polizia sia per la difficoltà di conteggiare altre voci di spesa sanitaria come, ad esempio, la spesa farmaceutica o quella per cure fisioterapiche o riabilitative.

L’analisi ISTAT-ACI ha infine stimato il costo medio per incidente pari a 12.393,91 €, cifra che comprende le seguenti partite:

• danni materiali ai veicoli o a cose di altri mediamente pari a 8.166,60 €;

• spese per il funzionamento delle assicurazioni, per la parte relativa alla RCA che ripartite sul numero dei sinistri gestiti risultano in media pari a 2160,19 € per incidente;

• costi amministrativi delle Forze di Polizia per il rilievo e la verbalizzazione degli incidenti per una media di 431,87 € per evento;

• costi medi di intervento dei VV.FF. 516,89 € per evento;

• costi dell’amministrazione giudiziaria per la parte relativa a contenzioso dovuto ad incidenti stradali per una media di 1.118,36 € per evento.

In conclusione sulla base dei dati riferiti al 2018 (ultimo anno disponibile quando è iniziata la ricerca) si è giunti alla determinazione dei valori riportati nella tabella che pubblichiamo a fianco.

Componenti per il calcolo dei costi sociali. Anno 2018

N.B. Il costo medio dei Feriti è stato calcolato considerando che i Feriti gravi siano pari a 8% del totale e solo se questa percentuale è rispettata il calcolo dei costi sociali usando i parametri dettagliati o i parametri medi coincide.

Da questi importi, opportunamente aggregati, derivano i parametri necessari per il calcolo del Costo sociale degli incidenti stradali. E qualora si sia a conoscenza della ripartizione tra feriti gravi e lievi si può anche scegliere di applicare parametri più dettagliati.

Considerazioni Finali Sul Fattore Et

I parametri così definiti sono parametri medi, come è giusto che sia per semplificare i calcoli giungendo allo stesso risultato.

Tuttavia la lettura più attenta dello studio e delle tabelle allegate evidenziano differenze sia a livello territoriale che in base ad altri fattori, quali in primis l’età. Tali differenze sono dovute a fattori economici, sociali, demografici o attuariali. Infatti, ad esempio, il PIL per occupato o per abitante varia a seconda della Regione di residenza così come varia il livello di occupazione, mentre l’età contribuisce a determinare il livello di reddito – che mediamente descrive una parabola con i valori massimi nella fascia di età 55-64 anni – e soprattutto gli anni di vita attesa sperata, nonché altri fattori, come il valore risarcitorio del punto di invalidità considerato per il calcolo del danno alla persona.

La combinazione di tutti questi elementi influisce sulla valorizzazione economica delle perdite di produzione a fronte di morti in incidente stradale più del fatto che i giovani tra i 15 e i 34 anni rappresentano in Italia il 24% circa dei morti e il 36% circa dei feriti in incidente (un deceduto su 4 e più di un ferito su 3).

Il 43% delle perdite di produzione futura attribuibile agli incidenti stradali deriva infatti dalla perdita di giovani vite umane, mentre se si guarda agli ultrasessantacinquenni, nonostante il numero di deceduti in incidenti sia maggiore rispetto a quello dei giovani, il valore delle perdite di produzione futura non arriva neppure a rappresentare l’1%.

Va inoltre aggiunto che la classe di età 25-34 è quella per cui il valore pro capite risulta più elevato, per via della speranza di vita e del tasso di occupazione

(quest’ultimo è maggiore rispetto a quello della fascia d’età 15-24).

Anche per quanto riguarda il danno alla persona si rileva che la Tabella utilizzata presso i Tribunali (nel lavoro ISTAT-ACI come detto si è fatto riferimento a quella del Tribunale di Milano) con il valore risarcitorio per punto di invalidità varia in funzione del grado di invalidità ma anche dell’età della persona: ad esempio il valore del punto di invalidità per i giovani di età 15-34 anni vale 1,5 volte l’ammontare del corrispondente valore riferito alla classe over 65.

Per contro tra i feriti gravi gli anziani sono la quota preponderante, infatti i giovani tra 20 e 29 anni rappresentano circa il 10% del totale mentre gli anziani over 70 rappresentano poco meno del 30% (vedi ISTATACI Incidenti Stradali Anno 2021, prospetto 9).

Tali considerazioni finali non per affermare che una vita umana valga più di un’altra, ma per aggiungere un tassello di riflessione su quanto sia importante investire nell’educazione e nella formazione dei giovani ad un comportamento su strada prudente, rispettoso delle regole e di tutti gli altri utenti, al fine di salvaguardare tante vite che sono il futuro e la ricchezza del Paese.

OSSERVATORIO STM-MIT: LE TENDENZE DELLA MOBILITÀ IN ITALIA NEL 2022

This article is from: