Sanpolopolis

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SANPOLO P O LIS

RIFLESSIONI dal CIRCOLO

e PROPOSTE SAN POLO

NUMERO 131 - DICEMBRE 2021


Editoriale

È Natale, giù tutti i muri! di Laura Di Palma C’era una volta il Muro di Berlino: un imponente sistema di recinzione in calcestruzzo armato, lungo 155 km e alto 3,6 metri, che separava la Germania dell’Est da quella dell’Ovest, impedendo, di fatto, la libera circolazione delle persone da una parte all’altra del Paese. Il Muro di Berlino venne eretto nel 1961, salvo poi crollare (o meglio, essere abbattuto) nel 1989. L’Unione Europea, grazie al Trattato di Schengen, era riuscita a convincere i propri membri ad abolire le frontiere interne e riteneva il crollo del Muro di Berlino come un atto positivo e decisivo. A distanza di trentadue anni dallo storico crollo, però, le cose paiono essere radicalmente cambiate: dopo la caduta del muro di Berlino, la costruzione di barriere è aumentata; uno studio del 2020 ha evidenziato che, nel 1989, le barriere fisiche nel mondo erano sei, mentre ora sono ben 70! L’enorme differenza sta anche nel loro scopo: la funzione della recinzione berlinese era quella di impedire la fuga a chi abitava nel blocco orientale, mentre, i muri di oggi servono per impedire agli altri di entrare. Inoltre, oggi, la Commissione Europea, che tanto si era battuta per l’abolizione del Muro, ha fatto sapere di “non avere nulla in contrario” alla costruzione di nuovi muri; tuttavia, nonostante la richiesta ricevuta da 12 Stati membri dell’U.E. di finanziare la costruzione di questi eventuali nuovi muri alle frontiere con i fondi europei, la Commissione ne ha negato, almeno per ora, l’utilizzo. Con la crisi migratoria iniziata nel 2015, sono stati realizzati ben 1000 km di muri di vario genere: dal cemento al legno, fino al filo spinato. Tanti, troppi, i muri europei: nei terreni spagnoli di Ceuta e Melilla, in Marocco, ci sono muri di filo spinato; stessa situazione in Ungheria, dove un muro costruito nel 2015 al confine con la Serbia si estende per 175 chilometri e ha un filo spinato alto quattro metri. Il muro ungherese, progettato per motivi religiosi, ha poi ispirato Slovenia, Austria,

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Macedonia e Bulgaria che hanno fatto lo stesso sui loro confini. Ci sono poi i muri a Nord dell’Europa: quelli in Estonia, Ucraina e Lituania che affiancano il muro tra Grecia e Turchia, a sua volta divisa dall’Iran da una barriera in costruzione. Accanto ai muri europei, molti altri si trovano nel continente africano, così come in America e in Asia. Ma a quale scopo nascono questi “moderni” muri?! I flussi migratori sono diventati la principale causa per la quale i governi innalzano muri, anche se, di fatto, i muri non hanno mai funzionato nel trattenere le migrazioni. Una persona che ha una valida motivazione per fuggire da un luogo, se vede chiudersi una via farà di tutto per aprirsi una nuova e diversa via, riuscendo, quasi sempre, nell’impresa. E i muri, costruiti per evitare un “miscuglio” di “me” e “te”, non rimangono, purtroppo semplici barriere simboliche. Spesso, in prossimità degli stessi, si consumano violenze e repressioni. Scellerate scelte politiche costringono uomini, donne (spesso incinte) e bambini a dormire all’addiaccio, stremati da fame e freddo, bloccati dal filo spinato e da chi li considera un pericolo, un “di più inutile” e non degli esseri umani. Si avvicina il Natale, festa dell’accoglienza per eccellenza. E tornano attuali le parole che Papa Francesco pronunciò alcuni anni fa: “Anche Gesù proveniva da un altro luogo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, ai nostri limiti e ai nostri peccati, per donarci l’amore…Quando l’ira violenta di Erode si abbatté sul territorio di Betlemme, la Santa Famiglia di Nazareth visse l’angoscia della persecuzione e della migrazione. Il piccolo Gesù ci ricorda così che la metà dei profughi di oggi, sono bambini, incolpevoli vittime delle ingiustizie umane”. Riusciremo anche noi ad abbattere i “nostri muri”?!


In questo numero…

Gli argomenti Editoriale La politica locale, nazionale, internazionale Dal circolo ACLI e dintorni La Cultura

Dal Territorio

I colori della società Giornate per riflettere

Punto Comunità S. Polo Cimabue Chiesa e società In ricordo di… Guerra e pace La mina vagante

Pag. 2 Pag. 5 Pag. 7 Pag. 8 Pag. 9 Pag. 4 Pag. 22 Pag. 22 Pag. 19 Pag. 20 Pag. 10 Pag. 12 Pag. 14 Pag. 21 Pag. 21 Pag. 17 Pag. 23 Pag. 24 Pag. 18 Pag. 18 Pag. 25 Pag. 27 Pag. 28 Pag. 29 Pag. 30 Pag. 15 Pag. 26 Pag. 6 Pag. 11 Pag. 13 Pag. 16 Pag. 16 Pag. 21

di Laura Di Palma di Angelo Alioto di Dante Mantovani Chi mandiamo al Quirinale? di Federico Manzoni La nuova linea del tram finanziata dal Governo di Daniela del Ciello Consigli di Quartiere, facciamo il punto? a cura di Centina Bazzana “Immigrazione: libertà, diritti, responsabilità” a cura del circolo ACLI Tour della Sicilia a cura del circolo ACLI Tesseramento ACLI 2022 di Ernesto Paroli Per sentito dire… di Ernesto Paroli Il Topo di biblioteca di Umberto Dell’Aversana Brescia, città della pace a cura del Circolo ACLI Tavola della Pace Brescia Est: il Mese della Pace 2022 a cura della redazione “We care insieme” – un concorso per il territorio a cura del Gruppo AVIS-AIDO Gli auguri del Gruppo AVIS - AIDO a cura della Redazione I lavori alla Tintoretto Diffondere la cultura del rispetto nei confronti delle donne di Fabio Basile di Fausto Piazza Viganò, un cardinale sconcertante di Dante Mantovani Due parole sulla magistratura di Elisa Lavanga 1° gennaio: Giornata mondiale per la pace di Elisa Lavanga 27 gennaio: Giornata della memoria di Beppe Foresti Assegno Unico Universale per figli di P.P. La mia esperienza con Recovery Colab a cura di Recovery Colab I corsi in programmazione Recovery College di Brescia a cura di Gianni Rossini Lo Sportello dei Reclami e delle Proposte a cura del Punto Comunità Tutti gli orari degli Sportelli di Dante Mantovani Consigli Pastorali rinnovati, per... a cura del circolo ACLI … Rina Torquati di Giorgio Beretta KLP: “Non investiamo più in armi” di Mauro Scaroni Seduti sulla bomba Appello di 50 premi Nobel: ridurre le spese militari del 2% Di Ernesto Paroli di Dante Mantovani Fondo di solidarietà bocciato, da chi? a cura della Redazione Uno straordinario gesto di altruismo di Giorgio Pellegrino Un linguaggio inclusivo È Natale, giù tutti i muri!

Tra Polonia e Bielorussia muoiono persone e principi etici

In copertina In coerenza con le riflessioni proposte dalla nostra direttrice nell’editoriale, la copertina propone la contraddizione che stiamo vivendo proprio di questi tempi. Mentre ci apprestiamo a vivere il Natale di quel Gesù che è venuto a condividere l’esperienza umana per proporre un mondo in cui siano abbattuti tutti i muri ed in cui la fratellanza possa sconfiggere ogni divisione, nell’Europa che vanta radici cristiane ed in specifico nella “cattolicissima” Polonia, si erigono barriere per respingere uomini, donne e bambini disperati. Si chiedono contributi all’Unione Europea per costruire muri… (La grafica della copertina è stata realizzata da due studenti dell’Istituto Golgi in stage per alternanza scuola lavoro presso il circolo ACLI S. Polo).

Hanno collaborato Redazione:

Laura Di Palma - Dante Mantovani – Centina Bazzana – Ernesto Paroli – Gianni Rossini – Angelo Alioto – Giorgio Pellegrino – Fabio Basile – Elisa Lavanga – Fausto Piazza

Stampa - assemblaggio – distribuzione:

Liliana Serventi - Antonio Bologna - Marino Corato - Luigina Scalvini - Vincenzo Zaltieri – Giuliana Lussignoli – Romeo Bani – Teresa Facchetti – Guglielmo Tinti - Centina Bazzana – Ernesto Paroli – Nicoletta Postiglione – Andrea Garzoni – Clara Signorelli – Sara Savoldi – Luigi Mancini – Vladimiro Pezzotti – Zaverio Trentarossi – Marisa Santini – Ottorino D’Alesio – Giuseppina Battaglia – Augusto Arduini – Fabiana e Gianni Bussi – Davide Riccardi – Lia Matti – Luigi Bazzana – Dante Mantovani – Isa Zanetti – Carmelo Sanfilippo – Laura Pirotti – Sergio Salice – Carmelo Sanfilippo – Mariella Mentasti

"SanpoloPolis" - periodico bimestrale del Circolo ACLI S. Polo - Brescia Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 10 del 13/2/2009. Direttore Responsabile: Laura Di Palma Editore: Circolo ACLI San Polo - via Cimabue 271 – 25134 Brescia Coordinatore di Redazione: Fabio Basile

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Dal Circolo ACLI

“Immigrazione:

libertà, diritti, responsabilità”

a cura di Centina Bazzana Come ci poniamo di fronte a questo fenomeno? Ecco il tema dell’incontro tenutosi presso il circolo Acli venerdì 10 dicembre alla presenza di due relatori e una onlus che ci ha allietato con canti e suoni. Ha iniziato Franco Valenti che con la consueta competenza e richiamandosi a Papa Francesco e a Ursula Von Der Leyen ha evidenziato come le tre parole del titolo siano pesanti per la Chiesa e per la democrazia europea. Entrambe ritengono un diritto potersi muovere per salvare la propria vita, per evitare le guerre e la fame. Libertà di muoversi, anche se in occidente chi fugge dalla guerra ha diritto all’asilo politico, chi fugge dalla fame e dai cambiamenti climatici no! Valenti ricorda che il 3,6% della popolazione mondiale si muove, la maggior parte all’interno dei propri Paesi o verso quelli confinanti. Per quanto riguarda la responsabilità, l’Europa deve ricordare di aver conquistato e sfruttato quasi tutti gli altri Paesi del mondo e continua con le monoculture a portare via le terre coltivabili agli indigeni: questa non è giustizia, non è rispettare i diritti altrui. Fatichiamo a includere gli immigrati che accogliamo sia per la religione, sia nella partecipazione alla vita pubblica, negando o rendendo molto difficile la cittadinanza e quindi il diritto di voto. Dopo l’intermezzo musicale è intervenuto Younes El Sharkawi del Centro Islamico di via Corsica. È un giovane studente di medicina e ha espresso la sua preoccupazione per le notizie terribili che arrivano dal confine Polonia/Bielorussia, dall’Iran, dall’Afganistan, dalla Libia! La sua famiglia è arrivata nel ’90 a Brescia e anche lui, come tanti suoi coetanei, si sente sospeso in una sorta di limbo tra Italia ed Egitto. La situazione economica nel suo Paese non consente ai molti giovani laureati di poter lavorare sfruttando il proprio titolo di studio, perciò ripiegano su attività manuali, più redditizie. È convinto che in Italia la laurea si possa far valere di più. Anche Younes sottolinea che i migranti sono stati usati come merce di scambio per fini politici (vedi oggi la Bielorussia), per indebolire l’Unione Europea e i suoi principi fondanti: è vergognoso che si continuino a pagare miliardi a Paesi di dubbia democrazia per tener fuori le persone dall’Europa. I migranti non sono solo numeri, sono persone da accogliere, curare ed aiutare. Infine sono iniziate le domande al dott. Valenti che ha precisato numeri e dati riferiti all’Italia e a Brescia

sia sul trend in calo dell’immigrazione, sia sui tassi di natalità che permane più alto fra gli stranieri, ma tuttavia in calo, nonostante la percentuale più alta di lungoresidenti e quindi di cittadinanze acquisite. Purtroppo ribadisce che l’informazione manipola gli eventi (si parla solo di sbarchi), si enfatizza la tragedia soprattutto se colpisce un bambino e si dimentica il resto! Le informazioni libere ci sono, cita l’Avvenire, i dati oggettivi vengono pubblicati, ma non pubblicizzati. Ad esempio chi sa che il rapporto tra contribuenti stranieri e pensionati stranieri è di 24 a 1? Anche Younes risponde a una domanda sulla seconda generazione in Italia. Naturalmente il problema più sentito è quello della difficoltà ad acquisire la cittadinanza pur essendo arrivato in Italia a 3-4-5 anni e ha percorso tutto il curriculum scolastico, spesso fino all’università. Anche per quanto riguarda l’aspetto religioso ci sono stati molti problemi per farsi riconoscere il diritto ad avere luoghi di culto ufficiali; i giovani che frequentano la moschea sentono molto la questione identitaria e spesso la esprimono con la propria fede. Ma ci sono anche molti di loro che preferiscono rinunciarvi per confondersi meglio nella nuova società. Infine un rappresentante dell’associazione “SPAZIO SOLIDALE onlus” ci ha raccontato brevemente il loro impegno in Somalia a favore delle donne e delle bambine con scuole, laboratori e biblioteche, per aiutarle a conquistarsi una vita indipendente ed incidere sulla situazione politica di quel Paese martoriato. Il calendario interreligioso “L’orologiaio matto” viene realizzato ogni anno e i fondi raccolti dalla vendita inviati totalmente a sostegno del progetto in Somalia. Il calendario, miniera di informazioni, è a disposizione presso il Circolo Acli, per chi volesse contribuire.

Chi volesse rivedere l’incontro, può andare sulla pagina Facebook del circolo:

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@aclisanpolo


La politica internazionale

Tra Polonia e Bielorussia muoiono persone e principi etici di Angelo Alioto

Continua l'odissea dei migranti (circa 7.000 donne, uomini e bambini) al confine tra Polonia e Bielorussia. Esseri umani disperati vengono usati come proiettili dalla Bielorussia per condurre quella che oggi viene chiamata “guerra ibrida” contro le sanzioni dell'UE, inflitte alla Russia ed al regime del contestato presidente Lukashenko. Le conseguenze di questa spietata strategia ricadono su una umanità dolente, già martoriata nei luoghi d'origine, in cerca di quelli che ogni comunità democratica riconosce come diritti fondamentali dell'uomo: pace e lavoro. La crisi migratoria al confine della Polonia (cioè dell'Europa) è stata creata dalla Bielorussia che ha usato cinicamente anche la propria compagnia aerea per scaricare migliaia di migranti, provenienti dai campi profughi del Medio Oriente, alle porte dell'Europa. Dove la truffaldina illusione di una vita migliore si spegne davanti al filo spinato del confine polacco. Dietro le sofferenze di questi migranti che vagano nei boschi al confine tra Polonia e Bielorussia, soffrendo fame e freddo fino a morirne (si contano già 12 morti tra cui un bambino), si nascondono complicate strategie per la difesa di interessi nazionali. Alcuni osservatori politici ritengono che la mente di questa crisi migratoria ai confini orientali dell'Unione Europea, sia Putin e Lukashenko la sua longa mano; sapendo entrambi che la politica migratoria è il punto debole dell'Unione Europea.

Proprio in questi giorni alcuni satelliti hanno registrato una notevole affluenza di truppe e mezzi militari russi ai confini con l'Ucraina. Ciò autorizza a pensare che la Bielorussia strumentalizzando il flusso migratorio proveniente dai campi profughi voglia creare un diversivo a copertura delle mire espansionistiche dell'alleato russo. Più volte Putin ha ritenuto intollerabile e pericoloso che l'Ucraina, uno Stato confinante, possa entrare nell'orbita della NATO, suggerendo un'analogia con la crisi successiva allo schieramento dei missili sovietici a Cuba nel lontano 1962. Il tentativo di indebolire l'Unione Europea è tutt'altro che trascurabile e qualche segnale in questo senso è già evidente. La Polonia, membro dell'Unione, è stata minacciata di sanzioni dalla Commissione europea per il trattamento particolarmente crudele riservato ai migranti (come altrimenti definire il tentativo di respingere con getti di acqua fredda chi strenuamente resiste a temperature ormai sotto zero) e per la palese mancanza di rispetto della Convenzione di Ginevra del 1951 che regola l'accesso alla domanda di asilo di chi fugge da paesi dove rischia la vita. L'intervento della Commissione è un atto dovuto, perché non è ammissibile che un membro dell'UE non rispetti le norme internazionali relative al diritto di asilo, riconosciuto valore fondante dell'Unione, presente nei trattati sottoscritti da ogni Paese della Comunità. Se così non fosse acquisterebbero consistenza le proteste di Viktor Orban che vuole cancellata la già avviata procedura di infrazione contro l'Ungheria per la legge anti-migranti. Sarebbe un bel guaio se Bruxelles per difendere i confini dell'Europa, dovesse cedere al ricatto dei Paesi sovranisti. A tutto questo occorre aggiungere le proteste di Lituania, Estonia e Polonia, che si sono sentite scavalcate dalla mediazione tentata da Merkel direttamente con Lukashenko per convincerlo ad interrompere il flusso dei migranti alle frontiere con Lituania e Polonia.

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La politica internazionale In questo senso si può dire che se l'obiettivo di Putin era quello di far litigare gli Stati membri dell'Unione, in parte c'è già riuscito. Conforta che per contrasto alla brutalità del governo polacco, alcuni contadini che vivono nella zona di confine con la Bielorussia, offrono nelle loro case (riconoscibili perché illuminate da una luce verde) viveri e coperte a quei pochi che, riusciti a superare la barriera di filo spinato, vagano nascondendosi nei boschi con il

rischio di morire assiderati. Per mettere fine a questa catastrofe umanitaria, che non deve farci dimenticare i morti nel Mediterraneo, è ormai necessario, pena il dissolvimento dell'Unione, che venga modificato il Regolamento di Dublino del 2013, come già indicato nel “Nuovo Patto sulla migrazione e sull'asilo” presentato dalla Commissione il 23 settembre del 2020. Essendo l'obiettivo finale una equa distribuzione dei migranti tra i paesi dell'Unione.

Guerra e pace

KLP: “Non investiamo più in armi” di Giorgio Beretta La notizia non ha fatto tremare la Borsa, ma è rilevante. Giovedì scorso, il KLP (Kommunal LandsPensjonskasse), il più importante fondo pensione privato norvegese ha annunciato di non investire più in 14 grandi aziende coinvolte nella produzione di armi, compresa l’italiana Leonardo. Il fondo gestisce asset per un totale di 90 miliardi di euro e investe in circa 7.000 imprese di 70 nazioni. Le aziende coinvolte hanno sede in Italia, Gran Bretagna, Francia, Israele, India, Cina e Stati Uniti e sono state escluse perché producono armi o componenti di armi nucleari, mine antiuomo, bombe a grappolo, ordigni che violano i principi umanitari fondamentali. Per quanto riguarda in particolare Leonardo, il fondo ha precisato che “si tratta di una multinazionale con una vasta presenza in Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Polonia. Produce caccia e elicotteri da combattimento, ordigni per artiglieria navale, munizioni, carri armati e altri veicoli militari ed è responsabile dell’assemblaggio degli F-35 Joint Strike Fighter per l’aviazione italiana, velivolo in grado di sganciare ordigni nucleari”. Il KLP ha, inoltre, sottolineato che “Leonardo detiene il 25 percento di una joint-venture, la MBDA, che produce missili nucleari”. La decisione di KLP fa seguito alle iniziative intraprese già da tempo dal Fondo Pensione del Governo norvegese – il maggior fondo sovrano mondiale con 930 miliardi di euro di patrimonio investito – che ha escluso investimenti nel settore degli armamenti nucleari e ad aziende produttrici di sistemi militari coinvolte violazioni dei diritti umani. Sono decisioni che appartengono alla “responsabilità sociale d’impresa”, ambito che non riguarda solo né principalmente la legalità di un investimento, ma considera il suo impatto sulla comunità, locale e internazionale, sull’ambiente, sulla sostenibilità. È in questo contesto che si colloca anche la richiesta, di cui è portavoce da anni la Campagna di pressione alle “banche armate”, agli Istituti di non concedere finanziamenti e servizi bancari alle aziende militari che esportano armamenti a governi di Paesi coinvolti in conflitti armati, a regimi repressivi e che violano gravemente i diritti umani. Il sistema della produzione militare si avvale, infatti, non solo di canali di finanziamento pubblici, ma anche privati, spesso poco noti e sui quali, anche in Italia, il controllo degli organi preposti, a cominciare dal Parlamento, è superficiale. Ne parleremo nella tavola rotonda “L’economia degli armamenti: per una finanza responsabile e disarmata” che si terrà nell’ambito del Festival della Pace, venerdì 19 novembre (ore 17.30) al Teatro San Carlino; interverranno, oltre al sottoscritto, Martina Pignatti Morano (Presidente del Comitato Etico di Banca Etica) e Francesco Vignarca (Coordinatore delle Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo).

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La politica italiana

Chi mandiamo al Quirinale? di Dante Mantovani

Parlando di elezione del Presidente della Repubblica, prevista per l’inizio del 2022, non è possibile non rivolgere un pensiero al Presidente in carica Sergio Mattarella che sicuramente è da annoverare tra i Presidenti della Repubblica che maggiormente hanno svolto il proprio ruolo con serietà, competenza, imparzialità, precisione, sensibilità, responsabilità, credibilità, statura morale e fedeltà assoluta alla Costituzione. Mattarella è stato un Presidente che in sette anni non ha mai prestato il fianco a critiche e pettegolezzi, è rimasto sempre “una spanna” al di sopra di qualsiasi dibattito politico; non perché non sia intervenuto sui contenuti, ma è sempre intervenuto con argomentazioni irreprensibili sul piano politico ed ineccepibili sul piano morale ed istituzionale. Riuscirà la politica ad individuare una personalità in grado di sostituirlo senza far rimpiangere il predecessore? Questa è la grande scommessa che i partiti ed i parlamentari si trovano di fronte nelle prossime settimane. Ma, è in questa direzione che si sta andando? Le avvisaglie fino ad ora registrate, lasciano parecchio perplessi, ed anche più che perplessi. Vorrei proporre tre brevi riflessioni che riguardano criteri di merito e di metodo che dovrebbero guidare nella scelta dei possibili candidati. La scelta deve essere sganciata dagli interessi di parte. Sembra una “frase fatta”, demagogica che molti pronunciano, pur sapendo che molto spesso viene disattesa. Troppo spesso, le scelte politiche dei partiti non sono dettate dalla ricerca di soluzioni e di proposte in grado di migliorare la vita dei cittadini e della collettività, ma da convenienze elettorali e di consenso. Molto spesso si propone e si vota una legge

non perché è giusta, ma perché crea consenso e voti. La stessa cosa ha riguardato spesso anche le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica: pensiamo alla vicenda del “siluramento“ di Prodi di sette anni fa. Le scelte fatte in funzione dell’interesse di parte, difficilmente possono portare ad individuare un presidente che risponda a quelle qualità che ho elencato all’inizio. La persona deve essere irreprensibile. Per il ruolo ed il significato che la Costituzione assegna alla figura istituzionale del Presidente della Repubblica, la persona chiamata a ricoprire questa carica deve essere irreprensibile sul piano etico/morale, sul piano della credibilità, sul piano del rispetto della legge e delle istituzioni. Soprattutto per questo ruolo è necessario che vita personale e vita pubblica non presentino contraddizioni di nessun tipo affinchè il Presidente della Repubblica possa rappresentare un esempio viventi di rispetto e di incarnazione dei valori costituzionali: sia veramente il Primo cittadino. Una scelta di genere. L’Italia, nei suoi settantacinque anni di Repubblica democratica, non ha mai avuto un presidente donna, né alla presidenza del Consiglio, né alla presidenza della Repubblica. Il concetto non deve comunque essere: “chiunque, basta sia una donna”, sarebbe una visione ideologicamente femminista che difficilmente risponderebbe ai criteri di cui fin qui abbiamo parlato. Ma, in Italia, di donne serie, competenti, imparziali, precise, sensibili, responsabili, credibili, con statura morale e fedeltà assoluta alla Costituzione, ce ne sono molte, sia nel mondo politico che in quello della società civile, donne che potrebbero occupare onorevolmente il più alto ruolo della Repubblica. Nel momento in cui scriviamo, circolano soprattutto due nomi: Draghi e Berlusconi. Riguardo al primo, credo debba rimanere a Palazzo Chigi fino a scadenza naturale della legislatura, sarebbe illogico utilizzare Draghi per risolvere il problema politico del Quirinale senza sapere poi come risolvere quello di Palazzo Chigi. Riguardo al secondo nome, non voglio esprimere valutazioni, rimandando però ad una valutazione del possibile candidato rispetto ai criteri esposti in questo articolo. Tenendo conto anche del

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La politica italiana detto che “chi entra papa in conclave, ne esce sempre,

o

quasi,

cardinale”.

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La politica locale

La nuova linea del tram finanziata dal Governo di Federico Manzoni * Nelle scorse settimane il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha ripartito i fondi statali del 2021 (circa 700 milioni €) destinati agli investimenti per il trasporto rapido di massa (metropolitane, tramvie, filovie) e ha ottenuto parere favorevole dalla Conferenza Unificata (Stato-Regioni-Autonomie Locali) sul relativo schema di decreto. A fare la parte del leone è stato il Comune di Brescia con il progetto della “nuova linea tranviaria Pendolina-Fiera (T2)”, il cui costo totale di 363 milioni di euro sarà finanziato dallo Stato pressoché integralmente, con uno stanziamento di oltre 359 milioni di euro. Un riconoscimento straordinario (superiore in termini assoluti anche allo stesso finanziamento che lo Stato riconobbe per la realizzazione della metropolitana), che consente di guardare con ottimismo alla futura gestione dell’opera. Un risultato ancor più positivo se solo si consideri che, a fronte di 82 istanze presentate nel gennaio 2021 dai Comuni con almeno 100 mila abitanti, l’istruttoria ministeriale ha attribuito al progetto presentato dal nostro Comune il punteggio più elevato. Il progetto della nuova linea tranviaria T2 è figlio di un lungo lavoro, avviato ancora nello scorso mandato amministrativo con la redazione del PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, di cui Brescia è stata tra le prime città in Italia a dotarsi. Dopo un percorso di confronto e di sintesi tra diversi scenari alternativi, che sono stati sottoposti a Valutazione Ambientale Strategica, il PUMS ha infatti previsto, in stretta sinergia con la metropolitana automatica (linea M1), di cui il Piano prevede nel lungo periodo il prolungamento a nord fino a San Vigilio di Concesio, la realizzazione nel medio periodo di tre linee di forza del trasporto pubblico di superficie, per meglio coprire le aree urbane non servite dalla metropolitana e migliorare la capacità di intercettare il traffico privato in ingresso alla Città. Si tratta delle due tramvie T2 (PendolinaVolturno-Centro-Stazione-Orzinuovi-Fiera) e T3 (Violino-Sant’Anna-Volturno-Centro-Diaz-Piave-Bornata) e della busvia B4 (Oberdan-Veneto-Ring-Foro Boario). Coerentemente con lo scenario del PUMS, che il Consiglio comunale ha approvato nel febbraio 2018, Brescia Mobilità ha sviluppato, su mandato dell’Amministrazione comunale, la progettazione di fattibilità

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tecnica ed economica delle due linee tramviarie, la prima delle quali (T2) è stata, come detto, candidata con successo all’Avviso ministeriale. Il progetto redatto prevede un tracciato del tram che per circa il 70% si svilupperà in sede propria, garantendo così una apprezzabile velocità commerciale e soprattutto una affidabilità nei tempi di percorrenza, e consentirà, in base alle previsioni di traffico, di far fare un ulteriore balzo al trasporto pubblico urbano. Già grazie alla metropolitana, Brescia aveva registrato un incremento del 41% dei passeggeri tra il 2012 (ultimo anno pre-metro) e il 2019 (ultimo anno precovid) e aveva ottenuto una discreta riduzione del traffico veicolare privato. Il progetto del Tram potrà dare un rinnovato impulso a questo trend, in uno con le altre politiche di mobilità sostenibile previste nel PUMS (in primis, lo sviluppo del servizio ferroviario suburbano nel Nodo di Brescia e l’estensione e il miglioramento della rete ciclabile). Ma la realizzazione del tram non sarà soltanto una importante operazione trasportistica, in quanto costituirà anche l’occasione per un generale intervento di riqualificazione degli assi viari attraversati (oltre 11 chilometri). La tabella di marcia per la nuova linea T2 è particolarmente serrata: nel prossimo biennio si dovrà procedere alla progettazione definitiva ed esecutiva e alla selezione dell’appaltatore. Così facendo nel 2024 potranno avviarsi i lavori, che da cronoprogramma impiegheranno circa cinque anni. Per Brescia dunque inizia una nuova, grande sfida. * Assessore alle Politiche della Mobilità e ai Servizi Istituzionali Comune di Brescia


La politica locale

Consigli di Quartiere, facciamo il punto? di Daniela Del Ciello Forse, ci chiediamo, c’è un po’ di confusione e sovrapposizione di compiti tra i Consigli di Quartiere e i Punti Comunità? Questi però non sono presenti in tutti i quartieri e avrebbero una vocazione specificatamente orientata al welfare e ai servizi sociali, operano attraverso numerosi volontari per orientare i cittadini tra i vari servizi e migliorare la vita del loro territorio. Questa incertezza sui ruoli crea inevitabilmente attriti tra persone che, dall’una e dall’altra parte, dedicano il loro tempo e vorrebbero vedere la loro attività riconosciuta e avere competenze chiare. La revisione del Regolamento non ha portato molta chiarezza su questo punto. È ancor prima della nascita di questi organismi intermedi, cioè dal 2014, che le Acli bresciane guardano con interesse ai Consigli di Quartiere come esperienza di partecipazione. Quando l’Amministrazione eletta nel 2013 li ha istituiti, dopo un lungo dibattito consiliare, abbiamo salutato con favore questa scelta coraggiosa. Siamo ormai al secondo mandato dei 33 Consigli di Quartiere, e si possono già fare alcune considerazioni che speriamo possano essere costruttive e utili per il continuo miglioramento di questi organismi. Le prime differenze si possono notare già tra il primo e il secondo “mandato” dei CdQ. Il primo turno si caratterizzava per una intensa attività pubblica e una frequente consultazione e convocazione da parte dell’Amministrazione, anche su temi importanti come il Bilancio o la raccolta differenziata. Un vero tramite tra cittadini e Loggia. L’azione dei consiglieri era quindi qualificata e realmente propositiva, come il Regolamento prevede. Quello che si sta verificando in questo secondo mandato è invece un po’ diverso, in parte per influenza del Covid19 che ha messo in campo bisogni nuovi e non prevedibili. Infatti in questi ultimi due anni l’attività dei Consigli di Quartiere si è fatta molto intensa e operativa (si pensi alla consegna delle mascherine casa per casa, nelle prime settimane di pandemia). Un’attività preziosa e che ha reso forse più visibile ai cittadini l’operato dei consigli stessi, ma che forse non corrisponde allo scopo per cui i consigli sono nati.

Il rapporto con l’Amministrazione e in particolare con la Giunta è generalmente positivo e tempestivo per quanto riguarda la risoluzione dei problemi, ma meno aperto quando si tratta di accogliere nuove proposte che tuttavia dovrebbe essere parte del carattere propositivo dei Consigli di Quartiere. Non manca la buona volontà di interagire con questo organismo, non più nuovissimo, ma ancora forse in cerca di sé stesso. L’esperienza di questi anni speriamo sia utile per migliorare sempre di più questo strumento che è innegabilmente, quello sì, palestra di partecipazione e impegno per il proprio territorio. In alcuni casi i CdQ sono anche una vera palestra di politica amministrativa. Ultimo aspetto, non secondario, è legato al budget di spesa, che i Consigli di Quartiere di fatto non hanno e che rende più faticosa l’attività di chi cerca di impegnarsi per il proprio territorio. È materialmente e fisicamente faticosa, perché, concretamente, non ci sono i soldi nemmeno per realizzare e distribuire i volantini delle iniziative e quindi i consiglieri lo fanno spesso di loro pugno e con le loro gambe. È davvero così che vogliamo disperdere queste preziose energie? Li ringraziamo, in ogni caso, anche per questo, e in generale per il lavoro svolto fin qui. Tutti loro sono frutto di una scommessa - secondo noi con bilancio tutto sommato positivo - che però non è conclusa e su cui non si può interrompere la riflessione, perché tanto c’è ancora da sistemare, per renderla solida e organica ai meccanismi comunali.

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Dal territorio

Brescia città della pace di don Umberto Dell’Aversana Si è conclusa da pochi giorni la quarta edizione del Festival della Pace, che l’anno scorso non si era potuta effettuare per via dell’evolversi negativo della situazione pandemica. Nato da una proposta di OPAL (Osservatorio permanente per le armi leggere) di Brescia, Comune e Provincia l’hanno fatto proprio e sono diventati catalizzatori di un ampio gruppo di istituzioni, enti, associazioni, tra cui le Acli Provinciali e la Diocesi di Brescia, sotto l’Alto patrocinio del Parlamento Europeo e quest’ anno di Amnesty International. Il filo conduttore di queste edizioni è stato quello di declinare il tema della pace nella sua proposta costruttiva e non violenta, nella creazione di legami positivi, nel superamento di muri e barriere e nella tutela dei diritti umani. Non solo eventi e dibattiti, ma mostre, films, spettacoli teatrali e musicali, performance artistiche, presentazioni di libri, tavole rotonde e nelle ultime due edizioni il dar voce ad artisti dissidenti come Zehra Dogan (2019) e Badiucao (2021). Quest’anno un ruolo particolare è stato riservato al tema della minaccia nucleare, con gli interventi da remoto di SetsukoThurlow, sopravvissuta al bombardamento di Hiroshima, di Izumi Nakamitsu, Alto rappresentante ONU sul disarmo e di Daniel Hogsta, coordinatore di ICAN, premio Nobel per la pace 2017, che ha generato un trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari, in vigore dal 22/1/2021 e in Italia, che ancora non aderisce al trattato, la campagna “Italia ripensaci”, che vede proprio a Brescia e Provincia il suo cuore pulsante. Il Festival si è di fatto inserito in un periodo di grande turbolenza negli equilibri geostrategici mondiali. La diffusa corsa al riarmo, con costi stratosferici, come è stato rilevato da Giorgio Beretta e Francesco Vignarca, ai danni delle politiche familiari e d’inclusione sociale e ai costi sanitari crescenti, in un mondo che non riesce a sfamarsi e a curarsi, è legata alla rinnovata volontà di potenza della Russia ( con gli incerti sviluppi delle tensioni ai confini ucraini) e della Cina, che vuole l’annessione di Taiwan, consolidare la sua egemonia economica sull’Africa ed esprimere il suo ruolo di potenza globale, che mira superare gli USA. È diventata così ancor più attuale la mostra, pensata lo scorso anno, ma concretizzatasi solo il mese scorso, dell’artista dissidente Badiucao. Potente nell’

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evocazione, originalissima e d’immediata comunicazione nella realizzazione, con varie tecniche artistiche, mette a fuoco, con estrema efficacia, le contraddizioni del gigante asiatico, la Cina, “che non è più così vicina”, come l’immaginario della sinistra della fine degli anni ’60 voleva far apparire, alla luce della Rivoluzione culturale maoista. Dalla strage di piazza Tienanmen, alla censura sul Covid 19, dalle persecuzioni degli Uiguri, alla repressione delle proteste a Hong Kong, al controllo orwelliano dei media (30.000 poliziotti dedicati al controllo di internet), la Cina di Xi Jinping è un gigante che cerca di coniugare, tra troppe contraddizioni, il liberismo economico col ferreo controllo politico del partito Comunista. Hanno fatto discutere la protesta o per meglio dire l’intimidazione ufficiale dell’Ambasciata cinese, cui per bocca del sindaco Del Bono Brescia non si è piegata, con il pubblico elogio di Amnesty International, che ha così sugellato un precedente articolo del New York Times, che ne elogia la resilienza. Altri momenti forti il dibattito su una Carta Costituzionale Planetaria e il premio a Patrick Zaki, che ha fatto da felice prologo almeno alla sua scarcerazione. Brescia, città gemellata con Betlemme, in cui Cristo, Re di pace, è nato, si candida dunque anche per gli anni futuri a farsi paladina di riflessioni analoghe, per rinnovate considerazioni su una pace solidale, accogliente ed inclusiva. Buon cammino dunque agli organizzatori e alle realtà a vario titolo coinvolte, che già guardano alla prossima edizione e al 2023 con Brescia e Bergamo Capitali italiane della cultura.


Guerra e pace

#ItaliaRipensaci

Seduti sulla bomba di Mauro Scaroni

Prosegue, ostinatamente - anche nel bresciano tramite una serie di associazioni laiche e religiose - l'iniziativa per sollecitare il Governo italiano alla ratifica del TPWN (il TrattatoONU per la proibizione delle armi nucleari) che attualmente vede la firma complessiva di86 Stati, 56 dei quali lo hanno ratificato consentendone l'entrata in vigore. In particolare il territorio della provincia di Brescia si distingue nella Campagna “Italia Ripensaci” con 56 enti locali (su 205 comuni), 170 associazioni, gruppi, parrocchie, emigliaia di cittadini e cittadine che chiedono che anche il nostro Paese ratifichi il Trattato. Gli attuali dati sullo stato degli arsenali nucleari sono allarmanti. Oltre 13.000 testate intutto il mondo, di cui 2.000 in stato di massima allerta operativa, cioè pronte all’uso(stime SIPRI – Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace – www.sipri.org).Di queste 13.000 bombe (150 delle quali sono nei paesi europei della NATO), almeno 20 sono dislocate a Ghedi (che dista circa 20 Km da Brescia), ciascuna con un potenzialeben oltre 3 volte superiore a quello della bomba sganciata su Hiroshima, che era disoli (!?!) 15 Kilotoni (ossia 15.000 Tonnellate di tritolo!) e che causò

80.000 morti immediatamente e, per effetto delle radiazioni provocate, 250.000 complessivamente(fonte www.treccani.it). Solo quella su Hiroshima! Intanto, come se niente fosse, la base di Ghedi si rinnova: si lavora per ristrutturare glialloggiamenti delle nuove bombe atomiche B61-12 e per gli hangar destinati ad ospitarei nuovi aerei F-35 destinati al trasporto di tali ordigni.E tutto ciò mentre l'87% degli italiani è favorevole all’adesione dell’Italia al TrattatoONU per la proibizione delle armi nucleari ed il 74% vuole che le testate nuclearistatunitensi attualmente presenti in Italia vengano rimosse dal nostro territorio (sondaggio YouGov del novembre 2020). Non solo l’uso degli ordigni atomici, ma anche il loro possesso è assolutamente immorale. La sola presenza di ordigni atomici in Italia confligge pesantemente ed inequivocabilmente con l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana nonché con il Trattato ONU contro la proliferazione nucleare (art. 2) ratificato dall'Italia il 2 maggio 1975. Le armi nucleari sono infatti armi di distruzione di massa, che nulla hanno a che vedere con la difesa della patria, la quale avrebbe invece bisogno di incrementare ben altri sistemi di difesa (sociale, sanitaria, ambientale…). Queste reali e gravi emergenze sono invece fortemente pregiudicate dall’ingente spreco - destinato a crescere, nonostante la pandemia in atto - di risorse destinate alle spese militari. Questa evidenza ci spinge ancor di più a sollecitare la società civile italiana - partendo dal favorire la consapevolezza dei cittadini - a lavorare “insieme agli/ alle hibakusha (i sopravvissuti e le sopravvissute di Hiroshima e Nagasaki) nonché tutte le persone che hanno subìto le conseguenze dei test nucleari” per sollecitare governo e parlamento affinchè sia scongiurato l’uso futuro di queste armi mettendole al bando “con l’obiettivo del loro smantellamento totale e la messa in atto di un sistema fondato su strumenti di verifica e controllo internazionali”.

#ItaliaRipensaci!!! 11


Dal territorio

Tavola della Pace Brescia Est: il Mese della Pace 2022 a cura del Circolo ACLI S. Polo Restrizioni per la pandemia permettendo, quest’ anno il Mese della pace si prevede possa realizzarsi “normalmente”. La Tavola della Pace Brescia Est, che raggruppa associazioni, parrocchie, istituzioni locali, gruppi spontanei, ha predisposto un programma di massima che, in buona parte, si sta definendo proprio mentre stiamo andando in stampa con SanpoloPolis. In questo numero riportiamo alcuni articoli che riguardano il tema della pace e degli armamenti. In un periodo di emergenza globale causata dalla pandemia che ha messo in evidenza molte carenze dei sistemi sanitari anche in molti Paesi sviluppati, non esclusa l’Italia, stiamo registrando ovunque un aumento esponenziale delle spese per gli armamenti. Nella legge di bilancio per il 2022 è previsto un aumento delle spese militari pari a 2 miliardi di euro, tutti per investimenti per sofisticati sistemi d’arma e nuovi caccia Tempest che andranno ad aggiungersi ai già tristemente famosi F-35. Iniziative come il Mese della Pace servono quindi a creare una cultura di pace che disarmi le coscienze e disarmi quindi anche gli arsenali.

Ecco il programma di massima del Mese: Nel mese di dicembre, a distanza di una settimana l’uno dall’altro, sono stati pubblicati sul canale YouTube della tavola della Pace Brescia Est quattro brevissimi video che introducono i temi che saranno al centro della riflessione durante il Mese di gennaio. 1° Gennaio 2022: Marcia della Pace con l’ormai tradizionale tragitto da Caionvico al Convento francescano di Rezzato. Ore 14,15 partenza della marcia dal piazzale della chiesa di Caionvico Ore 15,00 – arrivo al santuario di Valverde a Rezzato con breve riflessione di Roberto Rossini sul messaggio del papa per la Giornata Mondiale per la Pace Ore 15,45 – arrivo previsto al convento francescano con intervento di Camilla Bianchi, portavoce del comitato dei Comuni per il disarmo. Durante il Mese di gennaio, sono previsti due incontri di approfondimento per i quali non sono ancora stati definiti luoghi, date ed orari: 

“Afghanistan, una storia di guerra senza fine” – con l’intervento del prof. Michele Brunelli, docente Università Cattolica ed una testimonianza di Fawad Raufi, profugo afghano  “Vaccini e brevetti, la salute è di tutti” – con l’intervento del dott. Francesco Castelli, docente Università Statale di Brescia In alcuni quartieri e Comuni verranno allestite le “Tende della Pace” in cui verranno proposte varie iniziative finalizzate a coinvolgere la popolazione sul tema della Pace. Le località dove probabilmente le Tende verranno allestite sono: S. Polo Cimabue S. Eufemia della Fonte Castenedolo Borgosatollo 12


Guerra e pace

Il fisico Carlo Rovelli lancia la proposta firmata da 50 premi Nobel:

“Ridurre del 2% le spese militari a cura di Ernesto Paroli

Una proposta-provocazione del fisico italiano Carlo Rovelli, firmata da 50 premi Nobel, tra cui Steven Chu e Carlo Rubbia. Un appello rivolto a tutti i governi del mondo che chiede di negoziare una riduzione equilibrata della spesa militare globale. Duemila miliardi possono sembrare tanti, ma in pratica si tratta di una riduzione minima delle spese militari globali, pari al 2% di ogni stato, visto che la spesa militare globale è stata calcolata nella cifra spaventosa di 2 trilioni di dollari. Duemila miliardi sono una cifra considerevole se si può impiegare nella lotta al riscaldamento globale, alle pandemie e alla fame nel mondo. Questa riduzione, si legge nel comunicato, potrebbe liberare enormi risorse, un grande "dividendo globale per la pace" da utilizzare per affrontare i gravi problemi dell’umanità. Anche il Dalai Lama ha espresso il suo sostegno per la proposta. "I singoli governi sono sotto pressione per aumentare le spese militari perché gli altri lo fanno. Il meccanismo di feedback sostiene una corsa agli armamenti a spirale: un colossale spreco di risorse che potrebbero essere utilizzate molto più saggiamente. Le passate corse agli armamenti hanno spesso avuto lo stesso risultato: conflitti mortali e devastanti. La spesa militare mondiale è raddoppiata dal 2000: si avvicina a 2 trilioni di dollari USA all'anno, ed è in aumento in tut-

te le regioni del mondo", sostengono i Nobel. "Abbiamo una semplice proposta per l’umanità: i governi di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite negozino una riduzione comune delle loro spese militari del 2% ogni anno, per cinque anni. La logica della proposta è semplice: le nazioni avversarie riducono le spese militari, quindi la sicurezza di ogni paese è aumentata, mentre la deterrenza e l’equilibrio sono preservati. Proponiamo che metà delle risorse liberate da questo accordo siano destinate a un fondo globale, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, per affrontare i gravi problemi comuni dell’umanità: pandemie, cambiamenti climatici e povertà estrema. L'altra metà resti a disposizione dei singoli governi". "L'umanità ha davanti rischi gravi che possono essere affrontati solo attraverso la cooperazione. Collaboriamo, invece di farci guerra", concludono i Nobel. “I negoziati da noi proposti avranno una buona possibilità di successo, perché fondati su un ragionamento logico: ciascun attore sarà in grado di beneficiare dalla riduzione degli arsenali del nemico, e così pure l'intera umanità. In questo momento, il genere umano si ritrova ad affrontare pericoli e minacce che sarà possibile scongiurare solo tramite la collaborazione. Cerchiamo di collaborare tutti insieme, anziché combatterci”. All’aumento delle spese militari non sfugge nemmeno l’Italia: per l’anno 2022 il bilancio del Ministero della Difesa sfiora complessivamente i 26 miliardi di euro (25.935 milioni per la precisione) con una crescita di 1.352 milioni di euro (+5,4% rispetto al 2021) circa un miliardo e duecento milioni di euro in crescita determinati soprattutto da stanziamenti per nuovi sistemi d’armamento. Anche il Papa ha recentemente deprecato questo aumento sconsiderato.

Prenotazione vaccino Covid-19 online (1^-2^-3^ dose) Acquisizione di SPID (Sistema Pubblico di Identità Personale)

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Dal territorio

“WE CARE INSIEME” Concorso per gruppi giovanili dei quartieri di San Polo Cimabue e Sanpolino di Brescia Finalità del concorso: Il concorso intende utilizzare il fondo in denaro del Premio Bulloni 2020 per alimentare nei giovani il desiderio di rendere bello e vivibile il loro quartiere attraverso azioni che comprendano la dimensione umana, il rispetto e il decoro dell’ambiente e l’attivazione di percorsi di interdipendenza tra cittadini diversi anagraficamente e nella provenienza socio-culturale. Per favorire percorsi di pari opportunità di genere, è auspicabile, anche se non vincolante, la presenza femminile nella misura almeno del 50% in tutte le fasi del progetto. Destinatari Il concorso è aperto a gruppi di almeno tre giovani tra i 18 e i 30 anni in maggioranza residenti nei quartieri di san Polo Cimabue e/o Sanpolino. Nel progetto dovrà essere riportato il ruolo di ciascun/a giovane e se la sua opera sarà svolta a titolo volontario o attingendo dal fondo destinato al gruppo di progettazione (max 2.000 euro). È possibile che sia coinvolto tutto il gruppo e che l’importo complessivo sia destinato alle attività del gruppo stesso o all’associazione cui appartengono. Il gruppo di giovani dovrà presentare un progetto così composto: 1. Breve descrizione del gruppo di progettazione 2. Obiettivi del progetto 3. Reti sociali del quartiere che si sono coinvolte 4. Attività proposte 5. Modalità di reclutamento delle persone coinvolte nelle attività 6. Risultati attesi 7. Budget di spesa con suddivisione per aree di intervento 8. Eventuali fondi offerti da associazioni, consulte, aziende, privati, ecc. ad integrazione del progetto Il tutto non dovrà superare n. 4 pagine A4 con margini 2 cm per lato, carattere Arial 11, interlinea 1. Budget a disposizione: EURO 10.000 Così suddiviso: • EURO 2.000 AI VINCITORI DEL PROGETTO con l’impegno a mantenere il coordinamento e l’organizzazione • EURO 5.000 per IMPEGNO DI N. 5/6 PERSONE DISOCCUPATE residenti nei quartieri San Polo Cimabue e Sanpolino in attività a favore del territorio • EURO 1.000 per l’ARTIGIANO E/O PROFESSIONISTA con funzione di MENTORE del gruppo. E’ possibile il coinvolgimento di altre figure professionali ma a titolo volontario. N. 2.000 per MATERIALI e ACQUISTI VARI Termine di consegna: 15 gennaio 2022 all’indirizzo: marimenta@libero.it. Nella mail dovrà essere riportato il recapito e il numero di telefono di uno/a dei/delle componenti

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del gruppo che farà da riferimento per le comunicazioni successive. Il testo del progetto dovrà essere inviato come allegato in formato PDF. Commissione esaminatrice: Mariella Mentasti (Premio Bulloni 2020), Dante Mantovani (Presidente Circolo ACLI San Polo), Clara Signorelli (Consiglio Direttivo Acli San Polo), Don Filippo Zacchi (Coordinatore Attività Giovanili Unità pastorale della Visitazione), Fabio Basile (presidente Consiglio di Quartiere San Polo Cimabue), Paolo Ferrari (Presidente Consiglio di Quartiere Sanpolino), Elena Palladino (Comune di Brescia, Casa delle Associazioni). Il giudizio della commissione è insindacabile. Comunicazione dei risultati: entro il 15 febbraio 2022. La comunicazione al gruppo vincente sarà effettuata via mail. Copia di detta comunicazione verrà estesa agli altri gruppi partecipanti. Nei giorni successivi, verrà inviata comunicazione ufficiale ai mass media con richiesta di pubblicazione. Criteri di valutazione I progetti saranno presi in considerazione solo se giunti entro la mezzanotte della data stabilita e con le caratteristiche tecniche e di formato richieste. La valutazione verrà effettuata in base ai seguenti criteri: - Dimostrazione di conoscenza del /dei quartieri, dei problemi e delle risorse, delle reti di associazioni, gruppi, organismi attivi nel territorio - Innovatività del progetto - Forza della ricaduta del progetto sia in termini di sensibilizzazione e coinvolgimento delle reti, sia in termini di attivazione di percorsi a sostegno delle persone più fragili - Attenzione alla parità di genere nelle varie fasi - Capacità di implementare il fondo a disposizione con azioni di found raising Inizio delle attività: entro il 31 marzo 2022 Termine delle attività: max 31 marzo 2023 Patrocinio: Circolo Acli San Polo, Coordinamento Attività Giovanili Unità pastorale della Visitazione, Caritas parrocchiale Sant’Angela Merici, Consigli di Quartiere San Polo Cimabue e Sanpolino, Comune di Brescia (Casa delle Associazioni, Assessorato politiche per la Famiglia, la Persona, la Sanità e all'Associazionismo). Diffusione del presente bando: tutta la stampa locale, notiziari e agenzie on line, SanpoloPolis, sito internet ACLI provinciali e Circolo Acli San Polo, sito internet Oratorio Sant’Angela Merici, sito internet Comune di Brescia, mail Consigli di Quartiere, canali social vari.


Fede Chiesa e società

Consigli Pastorali rinnovati, per… di Dante Mantovani

Nella penultima domenica di novembre, in tutta la diocesi di Brescia sono stati rinnovati i Consigli Pastorali Parrocchiali (CPP); organismi introdotti nei primi anni ’70 in applicazione dei principi della sinodalità e della valorizzazione del ruolo dei laici, ampiamente ripresi nei documenti del Concilio Vaticano II. Il ruolo dei CPP è consultivo, cioè di esprimere orientamenti e consigli al parroco, al quale spettano poi le scelte finali. Dipende quindi molto dalla sensibilità sinodale del parroco tener conto o meno di quanto i Consigli esprimono. Questo rinnovo avviene in un momento piuttosto critico per tutte le realtà “associative e collettive”, crisi alla quale non è rimasta immune la Chiesa; crisi che è direttamente collegabile ai quasi due anni di pandemia, con le conseguenti inevitabili restrizioni sul piano sociale. Abbiamo avuto più volte occasione di condividere su queste pagine il principio secondo il quale la fede non è misurabile con alcun parametro oggettivo e quindi nemmeno mediante il conteggio delle frequenze alle liturgie, ma le presenze alle Messe domenicali, così come alle proposte formative e liturgiche, rappresentano comunque un segnale. Anche perché la fede cristiana, lo vediamo dal Vangelo e lo ribadisce il Concilio, non può essere una fede individualistica, ma comunitaria. Quindi, la partecipazione ai momenti comunitari è fondamentale, per cui anche le presenze alle Messe domenicali possono rappresentare un segnale non tanto della fede, ma di appartenenza ecclesiale, sicuramente sì. Ebbene, rispetto al periodo pre pandemia, le presenze alle Messe della domenica si sono pressochè dimezzate ovunque. “Un’opera di scrematura operata dal Covid”, cioè un abbandono da parte di chi partecipava ancora sulla base del “precetto” o dell’abitudine e non della convinzione, dice qualcuno. Anche questo un segnale di cui tener conto, così come l’assenza dei giovani ad una età sempre inferiore: chi ha figli o nipoti sa quanta fatica a portarli alla Messa…

Se poi volessimo misurare la presenza attiva di cattolici negli ambienti della vita politica, sociale, economica, educativa… non potremmo che trarne conclusioni deludenti. “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”, sono le ultime parole di Gesù nel Vangelo di Matteo, è la missione della evangelizzazione affidata alla Chiesa. Di fronte alla crisi di cui parlavo, due possono essere gli atteggiamenti delle nostre comunità cristiane: quello di chiudersi nella difesa di “ciò che è sempre stato” ritenendo che la responsabilità sia solo di chi abbandona; oppure mettersi in un atteggiamento di ascolto e di apertura che papa Francesco ci propone nei suoi insegnamenti. L’atteggiamento da assumere deve essere quello di “andare” per portare il Vangelo, non di invitare la gente a “venire” ad imparare la sequela di Cristo, o comunque i due atteggiamenti devono integrarsi. È ormai indispensabile interrogarsi sui motivi che allontanano dalla Chiesa, per cercare di eliminare le cause che dipendono dalle nostre comunità. Credo sia oggi necessario porsi nella prospettiva del Vangelo e mettere al centro la proposta di vita buona e felice che Gesù è venuto a proporci, nella prospettiva del Regno che è già tra noi. Occorre avere il coraggio di ridimensionare tutto ciò che nel passato è servito alla evangelizzazione, ma che oggi rischia di essere ostacolo alla evangelizzazione. Il Vangelo che la Chiesa è chiamata a proporre agli uomini e alle donne di questo tempo non cambia, mentre gli strumenti utilizzati nelle varie epoche per facilitare la proposta devono necessariamente essere adeguati ai tempi. È questo il difficile compito al quale è chiamata la Chiesa a tutti i livelli e che anche i CPP, appena eletti, sono chiamati ad affrontare con decisione e con coraggio, rischiando anche di sbagliare, come ci dice papa Francesco, consapevoli anche che, dentro la Chiesa, si scontrano le posizioni di chi vorrebbe ritornare al passato e di chi guarda invece al futuro, aperti al cambiamento. Per fare un esempio molto attuale, credo ci si debba interrogare fortemente se spendere milioni di euro per costruire un nuovo santuario a Fontanelle di Montichiari, con strutture di accoglienza annesse, sia strumento utile alla evangelizzazione delle donne e degli uomini del nostro tempo, o se risponda ad una visione del passato oltre che agli interessi economici di qualcuno… Auguri quindi di buon lavoro ai nuovi CPP.

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La mina vagante

Fondo di solidarietà bocciato, da chi? di Dante Mantovani Uno delle finalità generali che il circolo ACLI S. Polo ha assegnato a SanpoloPolis è quella di perseguire “una corretta informazione e, quando si ritiene necessario, una informazione alternativa” per offrire la possibilità ai lettori di poter giudicare in modo autonomo i fatti che interessano l’intera collettività. Durante il dibattito politico sulla legge di bilancio 2021, il Presidente del Consiglio Graghi aveva formulato la proposta dell’istituzione di un “Contributo di solidarietà” da chiedere ai percettori di un reddito annuo superiore ai 75mila euro (valore 248 milioni), annullando gli effetti del taglio dell’IRPEF per questa fascia di redditi alti. Il contributo doveva essere utilizzato per offrire un sostegno alle famiglie con redditi più bassi, per far fronte al rincaro delle bollette. La notizia che il provvedimento proposto da Draghi è stato bocciato è risultata abbastanza chiara a tutti, chi l’abbia bocciata è una notizia che è stata molto più sfumata dagli organi di informazione di massa. Crediamo quindi utile informare bene i nostri lettori, che nella stragrande maggioranza non supera i 75mila euro di reddito, quali siano le forze politiche che si sono opposte ad un provvedimento che avrebbe dato concretezza al principio costituzionale della solidarietà fiscale. Queste forze sono: Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, Forza Italia di Tajani e Berlusconi e Italia Viva di Matteo Renzi. Noi non esprimiamo alcun giudizio politico, lasciamo ai lettori la libertà di valutazione di merito, ci premeva però offrire una corretta informazione sul caso.

Uno straordinario gesto di altruismo a cura della Redazione Molti dei lettori avranno letto, nella cronaca dei giornali locali, la notizia di un salvataggio avvenuto verso la fine del mese scorso nel canale Schiannini che attraversa da nord a sud tutto il territorio di Bedizzole. Un canale che, a causa delle sponde in cemento inclinate a 45° ed ovviamente ricoperte di melma scivolosa, risulta molto pericolosa perché, senza appigli, è pressochè impossibile uscirne nel caso di cadute accidentali, anche per la velocità sostenuta dell’acqua. Caduta accidentale nella quale è incorso quel giorno un giovane cacBeppe Este subito dopo il ciatore che, dopo avere percorso parecchie centinaia di metri trascinato salvataggio dall’acqua che in quel tratto entra anche in una galleria per centinaia di metri, è riuscito fortunatamente ad aggrapparsi ad un ramo che scendeva nell’acqua. È così che un gruppo di nostri amici camminatori, mentre camminavano sul sentiero del parco Airone, allarmati dalle grida di aiuto, hanno trovato quel povero sventurato. Dopo vari inutili tentativi per riuscire a portarlo in salvo e nella lunga attesa che arrivassero i soccorsi, nel momento in cui lo sventurato, ormai sfinito ed intirizzito dal freddo, ha perso la presa del ramo, Beppe Este non ha esitato a buttarsi nel canale nel tentativo estremo di salvare quell’uomo che ormai era sott’acqua e che non dava segni di vita. Mario ed alcuni ciclisti di passaggio sono riusciti finalmente ad estrarre dall’acqua gelida lo sventurato cacciatore, padre di una bambina di quattro anni, e Beppe che, con il suo slancio di generosità eroica, unitamente alle manovre di rianimazione messe in atto dagli uomini dell’ambulanza nel frattempo giunta sul posto, lo hanno salvato da una situazione che diversamente si sarebbe conclusa tragicamente. Beppe, che è da molto anni iscritto alle ACLI al circolo di S. Polo, lo conosciamo bene proprio per la sua generosità, sempre disponibile ad offrire il proprio contributo per il “bene comune”, ma con questo gesto credo abbia dimostrato fino a che punto possa spingersi l’attenzione verso l’altro: mettere a repentaglio la propria incolumità per salvare la vita altrui. Non possiamo che ringraziare Beppe per questa immensa testimonianza di coraggio altruista.

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I colori della nostra società

Diffondere la cultura del rispetto nei confronti delle donne di Fabio Basile

Aumentano femminicidi e violenza. I dati sono spaventosi e non vanno sottovalutati, un fenomeno costante che non accenna a diminuire. Il 25 novembre di ogni anno si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne per sensibilizzare su un fenomeno che è diventato una piaga sociale in continuo aumento. La nostra provincia, in relazione al fenomeno, è da ritenere un territorio martoriato! Tante le iniziative in questa giornata per tentare di invertire la rotta: convegni, flash mob, momenti di riflessione, panchine rosse, biciclettata al maschile, tutti momenti per conoscere ed approfondire le possibili azioni di contrasto alla violenza di genere. L’Istat ci ha fornito la proiezione di un 2020, anno del primo lockdown, con 106 femminicidi, 9 al mese, e un 2021 non ancora concluso, dove le donne uccise sono 109. La quasi totalità di questi fenomeni criminosi avviene in ambito familiare, ad opera di partner o ex, e quattro su dieci lasciano figli piccoli. Unica nota positiva è che aumentano (fino all’80%) il numero delle donne che riescono a rivolgersi al numero 1522, antiviolenza e anti-stalking, anche se poi non procedono con una denuncia vera e propria all’autorità giudiziaria. «Troppe le donne uccise, troppe le richieste di aiuto non adeguatamente e tempestivamente raccolte. Una vergogna della nostra civiltà», ha detto Marta Cartabia, ministra della Giustizia. Ed ecco allora che recentemente, ed atteso da oltre un anno, è stato presentato il “piano strategico antiviolenza per il 20212023”, che si propone di invertire la rotta attraverso il perseguimento di quattro direttrici fondamenta-

li: prevenzione del fenomeno, protezione e sostegno delle vittime, punizione dei colpevoli e assistenza e promozione. Uno strumento che dovrebbe portare a coordinare e concretizzare le varie azioni sia a livello centrale, sia sul territorio, per prevenire, sostenere le donne che denunciano e condannare i maltrattamenti. Un altro obiettivo del piano è quello di creare un’autorità che gestisca i fondi, tale da far arrivare a destinazione i finanziamenti (oggi occorrono sette mesi) ai centri antiviolenza e alle case rifugio che oggi si fermano al 2%. Le linee strategiche di detto piano si concentrano anche su potenziamento e autonomia economica, con alfabetizzazione finanziaria, tirocini retribuiti, norme per favorire l’inserimento lavorativo. «Continuano a mancare – dice la vicepresidente di Pangea Onlus Simona Lanzoni – politiche strutturali che permettano il potenziamento rispetto al problema di trovare un alloggio o un lavoro che permettano alla donna di costruire un’autonomia nel tempo». La presentazione del “piano strategico” viaggia di pari passo con le novità normative degli ultimi anni e nuovi interventi sono previsti per aumentare la tutela per le donne che subiscono violenza, per inasprire le pene e rendere più efficace la prevenzione. Sì, si stanno facendo passi in avanti ma non è ancora abbastanza. Oggi c’è ancora un elevato clima di sfiducia dettato da una risposta delle istituzioni che non è sempre adeguata alle leggi che già sono presenti. La donna che intende denunciare si trova spesso di fronte a chi minimizza la denuncia paragonandola a liti in famiglia che si possono sanare. Solo una donna su sette denuncia, forse per un fattore culturale, senso di colpa, inadeguatezza, vergogna e, non ultima, situazione economica. Bisogna quindi promuovere la cultura del rispetto nei confronti delle donne, perché, “il femminicidio non è un evento improvviso agganciato ad un gesto di follia, ma un gesto programmato che si snoda attraverso condotte violente prodromiche, realizzate da un uomo che a volte non accetta la fine della relazione da parte della donna. Come se si perdesse una cosa. Inaccettabile per chi gestisce situazioni di dominio basate sulla forza di genere. Bisogna capirlo e intervenire al primo segnale» (cit. Fabio Roia, commissione parlamentare sul femminicidio). Dobbiamo perseguire “il” cambiamento culturale!

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Le giornate internazionali

1°Gennaio: Giornata mondiale della Pace È stata voluta da Paolo VI nel 1967; la prima si celebrò il 1° gennaio 1968 di Elisa Lavanga La pace è senz’altro ciò che impegna le persone a riflettere e spesso porta a chiedersi se sarà possibile un giorno raggiungere la convivenza fra i popoli del mondo. Perché possa esserci la pace è necessario l ‘impegno, la buona volontà di tutti i ”Potenti“ della terra, ossia i capi di stato che spesso intraprendono guerre distruttive al fine di trarne benefici economici o personali, trascurando i reali problemi del proprio paese che dovrebbero essere una priorità. L’organo internazionale delegato a mantenere la pace nel mondo è L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite, nato il 24 ottobre 1945), istituzione però in profonda crisi di rappresentatività. L’ONU, avrebbe il compito di mantenere la pace indirizzata allo sviluppo della personalità umana e di garantire il rispetto dei diritti dell’uomo e della libertà (art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo). La pace, è il bene più grande che l’umanità possa desiderare, ma è stata tante volte negata da conflitti e guerre civili. Oggi dobbiamo impegnarci nella ricerca della pace perché essa è un “Valore“ essenziale. Solo in tempo di pace la cultura, l’arte, la letteratura, la scienza, la tecnica trovano il terreno ideale per svilupparsi e progredire. Solo in tempo di pace nella vita sociale si manifesta collaborazione senso della solidarietà. È pertanto indispensabile promuovere la sensibilità verso la pace soprattutto nei giovani e nelle nuove generazioni, per superare l’apatia e la superficialità che sembra oggi predominare.

27 gennaio: Giornata della memoria Istituita dalla legge n. 211 del 20 luglio 2000 L’evento del “Giorno della memoria “, si celebra il 27 gennaio in Italia e in tutto il mondo. Un po’ di storia per ricordare e mai dimenticare. Questa giornata fu istituita nell’anno 2000 in Italia e in tutto il mondo nel 2005. Il 27 gennaio del 1945 , alla fine della seconda guerra mondiale i cancelli di Auschwitz vengono abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico. I campi di concentramento che tutti conosciamo, come Auschwitz non molto distante da Cracovia in Polonia, si trovavano nei pressi di quelli che erano i confini tra la Germania e la Polonia. L’amata dell’esercito sovietico arrivò al campo di Auschwitz e si trovò davanti uno scenario terribile: migliaia di prigionieri stremati e fosse comuni in cui venivano accatastati i cadaveri, vittime degli eccidi scientificamente pianificati. In Italia il 20 luglio del 2000 è stata approvata una legge, la numero 211, composta da due semplici articoli. La legge istituisce ogni 27 gennaio il “Giorno della Memoria “, una giornata per fare memoria della “shoah” ma anche delle leggi razziali, di tutti gli italiani, ebrei e non, deportati, imprigionati ed uccisi. Non bisogna permettere mai più l’odio, l’aggressività verso persone e comunità di etnie diverse. La memoria non si deve fermare soltanto alla indignazione, ma deve soprattutto capire ciò che accadde in Germania dal punto di vista storico, per impegnarsi a fare in modo che tali atrocità non possano mai più ripetersi.

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La cultura

PER SENTITO DIRE di Ernesto Paroli È IL CINEMA BELLEZZA “Quante possibilità ha un poveraccio come me di stare alla larga dai guai quando incontra una donna come te? “ Don Johnson e Jennifer Cannelly in The hot spot 1991

Elena Loewenthal – LIBERTA’ VIGILATA - la nave di Teseo Le parole che usiamo ogni giorno, i gesti che compiamo, i commenti con cui accompagniamo i nostri pensieri, ci rappresentano molto più di quanto crediamo. Questo libro è un invito a sceglierli con cura, a partire da uno dei temi più dibattuti del nostro tempo, la discriminazione di genere. Elena Loewenthal racconta il grande inganno di una battaglia che guarda all'uguaglianza invece di rivendicare la complessità e la differenza. Un fronte che litiga sulle desinenze o gli stereotipi culturali, mentre il femminile viene offeso ovunque: all'anagrafe, nei posti di lavoro, sui giornali e nel web. Una riflessione sulle conseguenze delle parole.

LA CINA NON E’ VICINA - Badiucao – Museo di S. Giulia Brescia Badiucao si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la propria arte in tutto il mondo e sfida costantemente il governo e la censura cinese. La sua vocazione artistico-politica nasce nel 2007, quando, studente di Legge all’Università di Shanghai vede il documentario The Gate of Heavenly Peace, un girato clandestino diretto da Carma Hinton e Richard Gordon sulle proteste di Piazza Tienanmen. L'artista sviluppa una ferma decisione di esprimersi in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, a favore della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Il suo impegno politico si realizza, infatti, nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online. La sua arte è comunque pienamente inserita nei più importanti filoni espressivi contemporanei: Pop-Art, Graffitismo, digitale e Street art, fra Andy Warhol e Banksy del quale mantiene la fulmineità del messaggio.

Mariapia Veladiano – ADESSO CHE SEI QUI – Guanda Accudimento: una parola che suscita un sorriso di tenerezza, pensando al legame tra genitori e figli; una parola che turba, se invece la associamo alla mancanza di autonomia di una persona anziana. Eppure la presenza di una malattia devastante come l’Alzheimer non è sempre indice di disgregazione dei rapporti; può segnare, piuttosto, una trasformazione, un accomodamento delle proprie posizioni, pur di mantenere inalterata la comunicazione. Un libro intenso e commovente sugli affetti familiari e non. Quasi un manuale per apprendere come rapportarsi con un malato di questo terribile morbo, senza esserne travolti!

Miles Davis – MY FUNNY VALENTINE – CD Fu un concerto di beneficenza e Miles Davis pretese che tutti i musicisti suonassero gratuitamente, ma non tutti erano d'accordo. Ad ogni modo, Davis fu inflessibile e, a suo dire, l'arrabbiatura tra i componenti del gruppo creò una tensione che "fu uno dei motivi per cui ciascuno suonò con tanta intensità". Una grandissima forza espressiva per questo capolavoro del 1964, ma che sembra di oggi.

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La cultura “LA POESIA E’ L’ UNICA PROVA CONCRETA DELL’ ESISTENZA DELL’ UOMO”

IL TOPO DI BIBLIOTECA

Luis Cordoza y Aragòn poeta di La Antigua - Guatemala

di Ernesto Paroli

…Quando la promessa è infranta continui a vivere ma qualcosa nel profondo ti è stato rubato; quando la verità viene rivelata e non fa alcuna differenza, qualcosa nel tuo cuore si raffredda. Ho seguito quel sogno fino alle pianure del sud-ovest che vanno a morire in locali da due soldi e quando la promessa si è spezzata ero così lontano da casa: dormivo nel sedile posteriore di una macchina a noleggio… Bruce Springsteen da The promise (La promessa) dall’omonimo album del 2010

ANCORA UNA STORIA DI AMICIZIA Henry è un po’ prevedibile, forse, ma onesto e leale, porta avanti con fatica la fattoria del padre, è sposato da dieci anni con Beth, hanno due bambini. Lee è il suo amico del cuore, i bambini lo chiamano ‘zio’. Henry ha sempre creduto nel successo di Lee che è diventato un cantante di successo. Anche Kip ha avuto successo, in tutt’altro campo. E’ un broker ed ha guadagnato tanto, ma è sprezzante e arrivista. Il bere ha portato Ronny alla rovina. Era una star del rodeo. Poi l’incidente, quando era ubriaco, l’ospedale, la disintossicazione, la menomazione: è come se Ronny fosse rimasto un ragazzone per sempre. È bello il legame di amicizia che lega i quattro, ma quello tra Lee, la stella della musica e Ronny, l’ex stella del rodeo, è speciale, ci fa perdonare tutto a Lee, anche quel segreto che condivide con Beth, anche la cecità sentimentale che gli fa sposare la donna sbagliata e divorziare quasi subito. Il Wisconsin, nella regione dei grandi laghi, è grande poco più di metà dell’Italia e ha una densità abitativa più bassa della regione italiana a più bassa densità. È un posto dove davvero non esistono le mezze stagioni, con un autunno e una primavera stretti fra un inverno lungo, freddo e nevoso e un’estate lunga, calda e piovosa. La città più grande dello stato è Milwaukee. In questo scenario c’è l’immaginaria cittadina di Little Wing. Qui sono nati e cresciuti Kip, Ronny, Lee, Henry e Beth e qui si ritrovano tutti e cinque quando Kip torna in città per celebrare le sue nozze con ostentata fastosità. Tutti e quattro sono tornati in paese per il matrimonio. Ma vecchie rivalità si insinuano nel clima di festa e nella felicità del ritrovarsi. Poi, sotto i fumi dell’alcool, l’improvvida confessione di un segreto che minaccia di distruggere un matrimonio, un’amicizia. Ed è fra i rapporti dei cinque protagonisti che si spiega anche il titolo del libro, che l’editore italiano ha voluto mantenere nell’originale: Shotgun lovesongs (Canzoni d’amore del fucile da caccia nella traduzione letterale) che è poi il titolo del disco che porta Lee al successo. Cinque voci si alternano nel raccontare vite fatte di fatica, illusioni, sconfitte, rimpianti, resurrezioni. Un gruppo d’amici d’infanzia, uniti da un legame profondo, ma estremamente diversi tra loro, alla prova della vita: l’agricoltore mansueto, la star della musica, il manager ambizioso e il relitto umano raccontano la vicenda ognuno dal suo punto di vista, alternandosi capitolo dopo capitolo, ma sono gli altri, soprattutto Beth e le figure femminili, apparentemente in secondo piano, a incarnare il cuore della storia, che è la natura dell’amicizia, le bugie, i dolori, i segreti, i compromessi, gli amori. Un coacervo di tensioni e pulsioni che mette i personaggi uno contro l’altro, ma al tempo stesso li tiene legati, perché volenti o nolenti, condividendo le radici, sono una famiglia. Ancora un romanzo sull’amicizia dopo quello dei quattro compagni israeliani della precedente segnalazione. Un romanzo bellissimo questo, profondo, malinconico e struggente, come è struggente quando ti trovi a fare i conti con la tua vita. Bellissimo, disincantato ed espresso con una lingua asciutta, ma meravigliosamente efficace. Nickolas Butler, l’autore, qui al suo splendido esordio, è oggi considerato fra i migliori e più promettenti autori statunitensi.

Nickolas Butler - SHOTGUN LOVESONGS - Marsilio 20


Dal territorio

La “Tintoretto” in demolizione In ritardo rispetto ai tempi inizialmente previsti, sono iniziati i lavori di demolizione della torre “Tintoretto” di cui abbiamo parlato spesso in questi ultimi anni su SanpoloPolis. Aver escluso per precauzione il metodo dell’abbattimento per esplosione che provoca l’istantanea caduta su se stesso dell’immobile e l’aver scelto invece il metodo dello “smontaggio”, ha sicuramente allungato i tempi e provocato inconvenienti non sempre prevedibili. Per poter raggiungere la sommità del palazzo con la “pinza” che smonta pezzo per pezzo la struttura, è stato necessario costruire una collina con terreno di riporto, ricavato in loco mediante un profondo scavo. Tutti avranno notato che i lavori si stanno interrompendo di frequente per apportare modifiche alla collina e, probabilmente, per manutenzioni alla grossa macchina che porta la pinza alla sommità del braccio meccanico. Inizialmente era previsto che i lavori della demolizione fossero ultimati a fine anno 2021, ma crediamo che i tempi subiranno un allungamento di almeno un paio di mesi. L’operazione che si sta attuando appare molto complessa e forse comporta anche dei rischi per coloro che vi operano; ci auguriamo possa concludersi nel migliore dei modi.

La mina vagante

A proposito di linguaggio inclusivo di Giorgio Pellegrino In un documento sul linguaggio inclusivo pubblicato a fine ottobre dalla Commissione Europea, ma ad uso interno per i propri dipendenti, si raccomandava di non utilizzare espressioni come “periodo natalizio”, ma “periodo di festività” e non usare nomi come “Maria e Giovanni” di origine cristiana. Se pure l’obbiettivo di non discriminare persone di religione diversa era condivisibile, naturalmente gli esempi non sono stati scelti bene: infatti sono scoppiate le polemiche, soprattutto in Italia. Il documento è stato ritirato, ma come ogni dibattito di questo tipo lascia l’amaro in bocca, perché le forze politiche che strillano di più per mantenere queste parole, sono le stesse che nei fatti sono assai poco cristiane, come recentemente affermato da papa Francesco! A mio parere non si è ancora capito che nelle società multiculturali non bisogna cancellare riti e tradizioni, ma aggiungere ed arricchire anche con quelle dei nuovi abitanti.

Diventa anche tu un donatore! BUONE FESTE Scrivete le vostre idee, le vostre proposte, le vostre critiche, le vostre osservazioni… a SanpoloPolis

sanpolopolis@gmail.com 21


Dal Circolo ACLI

TOUR della SICILIA 12-19 maggio 2022 Programma del viaggio: 12 maggio – trasferimento in aereo a Palermo – Omaggio a falcone sulla strada per Capaci – Monreale 13 maggio – Visita a Palermo per tutta la giornata 14 maggio – Erice – Marsala – Isola di Mothia in traghetto 15 maggio - Gibellina Vecchia o Cretto di Gibellina – Agrigento 16 maggio – Piazza Armerina – Caltagirone – Siracusa 17 maggio – Cattedrale di S. Nicolò di Noto e visita a Siracusa con possibilità di assistere a tragedia al teatro greco 18 maggio – salita all’Etna – Taormina – trasferimento a Catania 19 maggio – Intera giornata a Catania e ripartenza per Brescia Il programma completo del viaggio si può ritirare presso il circolo ACLI S. Polo in orario di apertura

MODALITA’ di PARTECIPAZIONE Le iscrizioni si ricevono tutti i giorni feriali presso gli uffici del circolo ACLI via Cimabue 271 dalle ore 15,00 alle ore 18,00 • fino al 31 dicembre 2021 per i Soci ACLI • dal 1° gennaio 2022, fino esaurimento dei posti, per i non Soci

Campagna Tesseramento ACLI 2022 Ogni anno, le associazioni sono chiamate ad effettuare la campagna del tesseramento: tutti gli anni si deve quindi rinnovare la propria adesione. Guardandolo in negativo, questo “rito” annuale può essere considerato una “scocciatura”, ma visto con occhio ottimista, il rinnovo annuale rafforza le motivazioni della scelta, per cui può rappresentare una significativa operazione democratica. È ormai tradizione del circolo ACLI S. Polo anticipare un po’ i tempi ed iniziare la campagna per il tesseramento prima che inizi l’anno nuovo, per cui anche stavolta è stata aperta fin dal 1° novembre.

Come è possibile rinnovare l’adesione oppure iscriversi per la prima volta? • • •

Tutti i giorni feriali dalle ore 15,00 alle ore 18,00 presso gli uffici del circolo ACLI Presso i gazebo che vengono realizzati in due domeniche: uno a dicembre ed uno a febbraio Mediante bonifico bancario (IBAN - IT 54 W 08575 11201 000000182042) specificando nella causale: o Per i rinnovi: “Tessera 2022” - Nome e Cognome o Per nuova iscrizione: “Tessera 2022 – Nome e cognome – luogo e data di nascita – indirizzo completo – indirizzo e-mail (eventuale) – numero di telefono e/o cellulare (eventuale)

Le quote di adesione sono le seguenti: • • • •

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Tessera ordinaria – 20,00 euro Familiari dei soci – 15,00 euro Giovani fino a 32 anni – 5 euro Giovani alla prima iscrizione – 2 euro


I colori della nostra società

Viganò, un arcivescovo sconcertante di Fausto Piazza All’inizio del capitolo “La società italiana al 2021”1 del 55° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, pubblicato lo scorso 3 dicembre, si legge: «Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un’onda di irrazionalità. È un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni di persone) il Covid semplicemente non esiste. Per il 10,9% il vaccino è inutile e inefficace. Per il 31,4% è un farmaco sperimentale e le persone che si vaccinano fanno da cavie. Per il 12,7% la scienza produce più danni che benefici. Si osserva una irragionevole disponibilità a credere a superstizioni premoderne, pregiudizi antiscientifici, teorie infondate e speculazioni complottiste. [...] La teoria cospirazionistica del «gran rimpiazzamento» ha contagiato il 39,9% degli italiani, certi del pericolo della sostituzione etnica: identità e cultura nazionali spariranno a causa dell’arrivo degli immigrati, portatori di una demografia dinamica rispetto agli italiani che non fanno più figli, e tutto ciò accade per interesse e volontà di presunte opache élite globaliste.» Il capitolo andrebbe letto per intero, perchè disegna il quadro di un Paese in cui la pandemia ha fatto emergere con crudezza i risultati di decenni di scelte sbagliate, mostrando che il re è nudo mentre lo credevamo vestito, e ciò il Censis sostiene abbia favorito una fuga nell’irrazionale. Tuttavia a noi qui serve solo per inquadrare il comportamento sconcertante di Carlo Maria Viganò, arcivescovo di Ulpiana,2 già nunzio negli USA, noto per essere stato coinvolto nel primo scandalo “Vatileaks” un decennio fa e, nel 2018, per avere chiesto le dimissioni di Papa Francesco denunciando un suo intervento insufficiente nei confronti del cardinale statunitense Mc Carrick, accusato di abusi omosessuali.3 Circolano sul web suoi video-interventi4 in cui, mescolando in modo sapiente ed evidentemente deliberato affermazioni vere - ma distorte - e affermazioni palesemente false, si sostiene la tesi che siamo in presenza di un disegno globale ordito da una élite di “filantropo-capitalisti” come Bill Gates e George Soros, scopo del quale sarebbe portarli al controllo totale sulle società, limitando le nostre libertà naturali e costituzionali, in nome di un “Great Reset” (Grande Riassetto) che concentrerebbe il potere e la ricchezza nelle loro mani. In questo schema si inserirebbe la pandemia, costruita ad arte - vietando ai medici di curare i malati aspettando che la malattia si aggravasse - per far sembrare mortale l’equivalente di una banale influenza stagionale e così introdurre, tramite il “green pass”, la somministrazione di un farmaco sperimentale - il vaccino - che agisce sul nostro DNA rendendoci OGM. Nello stesso schema sarebbero comprese le ondate migratorie, alimentate - ben oltre i rifugiati o i richiedenti asilo - allo scopo di minare l’identità culturale e sociale del nostro Paese, fondata sul cristianesimo cattolico apostolico romano. La stessa recente enfasi sulla crisi ambientale sarebbe da ricondurre a tale piano. Gli attuali vertici della Chiesa sarebbero complici di un tale disegno per non opporsi ad esso con il necessario vigore e, anzi, per averne introiettato i disvalori sui temi dell’aborto e dell’eutanasia. Appare evidente l’assonanza delle tesi avanzate da Mons. Viganò con le posizioni irragionevoli riscontrate dal Censis fra gli italiani. Si tratta di affermazioni ancor più incredibili se poste sulla bocca di un alto prelato, che si suppone non privo di strumenti conoscitivi, e che trovano spiegazione solo nel tentativo strumentale di arruolare questa parte dell’opinione pubblica fra i ranghi della destra ultra conservatrice5 per rafforzare la propria critica al papato di Francesco. https://www.censis.it/rapporto-annuale/la-societ%C3%A0-irrazionale Sede vescovile soppressa, per cui la carica ha solo valore personale 3 Il prelato nel 2018 è stato condannato da un tribunale a pagare a uno dei suoi fratelli, don Lorenzo Viganò, sacerdote disabile, un maxi-risarcimento di quasi due milioni di euro, oltre gli interessi legali e le spese processuali, per aver gestito da solo i proventi dei beni immobili ricevuti in eredità dal padre, ma gli altri fratelli hanno solidarizzato con lui. Per una documentata biografia di Mons. Viganò vedere https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Maria_Vigan%C3%B2#Biografia. 4 Il più recente, 26 novembre, visibile qui: https://www.facebook.com/watch/?v=955185548719875 e pubblicato in occasione delle manifestazioni no-green pass di quei giorni. 5 Nell’ottobre 2020 Mons. Viganò ha scritto a Donald Trump indicandolo come l’ultimo presidio contro la dittatura mondiale - v. la citata biografia di Wikipedia. 1 2

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I colori della nostra società

Due parole sulla magistratura di Dante Mantovani Quante volte abbiamo sentito affermazioni quali: “Dobbiamo avere fiducia nella giustizia”, “L’ indipendenza della magistratura è un bene di tutti” ed altre ancora, che dimostrano quanto il terzo potere dello Stato sia sempre stato oggetto di particolare attenzione, di fiducioso consenso, di tendenziale stima. Questi sono i sentimenti che anch’io ho coltivato per molti anni, quando alcune “sbavature” le consideravo inevitabili errori dovuti alla naturale fallibilità umana. La prima incrinatura in questa mia tendenziale fiducia nei magistrati è arrivata agli inizi degli anni ’90 con tangentopoli. Che nella pubblica amministrazione fosse (sia) presente una diffusa corruzione che interessava (interessa) funzionari e politici era cosa abbastanza nota, che negli appalti pubblici fosse ormai consuetudine prevedere una quota per finanziare i partiti era pure cosa nota. Che la magistratura dovesse intervenire per porre uno stop a prassi corruttive diventate ormai la norma tra imprese appaltatrici e pubblica amministrazione/politica, era estremamente doveroso. Che, però, i magistrati praticassero modalità così spettacolari ed eclatanti e procedure inquisitorie generalizzate che screditassero l’intera classe politica, non era oggettivamente consona ad una giustizia che deve essere rigorosa ed imparziale, ma anche rispettosa sia della dignità delle persone che degli altri poteri dello Stato ed il più possibile lontana dai riflettori mediatici. Quanti politici coinvolti in tangentopoli, sbattuti in prima pagina, messi alla gogna e, dopo qualche anno, totalmente scagionati senza che nessuno se ne accorgesse. La seconda incrinatura è giunta nel 1994 quando fu recapitato un avviso di garanzia all’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi mentre presiedeva una riunione del G7 a Napoli. Era proprio così urgente e necessario scegliere quel momento? Cito altri tre casi dei tanti che si potrebbero elencare: il caso Dell’Utri condannato a 12 anni per trattive Stato/Mafia e poi assolto; il caso Marino, sindaco di Roma, prima accusato di peculato e falso ideologico e alla fine assolto con formula piena; ultimo, in ordine di tempo, il caso di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace che aveva realizzato un sistema di accoglienza degli immigrati ritenuto modello positivo di integrazione, non solo in Italia, condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere per irregolarità nella gestione di questo sistema.

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Avrete certamente notato che i casi di Giustizia “problematica” che ho citato, coinvolgono personalità politiche di schieramenti diversi, di centrodestra e di centrosinistra; il problema non è quindi di fare il tifo per la magistratura che accusa o condanna esponenti della parte politica avversa e di attaccare la magistratura che accusa o condanna i “tuoi”. Il problema è la magistratura che oggi appare quanto meno “malata”. Malata di protagonismo mediatico, malata di protagonismo politico e spesso malata di autoreferenzialità. L’autonomia della magistratura dagli altri poteri dello Stato, credo rappresenti una condizione essenziale da salvaguardare, ma ciò non significa che la magistratura debba rappresentare un sistema intoccabile e scevro da errori e da colpe. Errori e colpe che, come in qualsiasi campo della vita collettiva, ritengo debbano fare i conti con delle sanzioni; non è più ammissibile che errori giudiziari eclatanti o atti giudiziari con evidenti obiettivi politici di parte o modalità chiaramente finalizzate a personali esposizioni mediatiche, non possano imbattere in regole che determinino limiti di comportamento e livelli precisi di responsabilità individuali. È chiaro che tutto ciò deve coniugarsi con la necessità di non limitare la libertà di azione del giudice che non deve essere condizionata dal rischio delle sanzioni per eventuali errori. La materia è sicuramente difficile ed estremamente delicata, ma nonostante ciò, non sono oggi giustificabili ulteriori rinvii di una riforma che sia equilibrata, ma anche decisa nel contrastare le distorsioni che abbiamo cercato di evidenziare. Concludo con una famosa frase di Calamandrei: “Quando dalla porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra”.


Dal Punto Comunità

Assegno Unico Universale per Figli di Beppe Foresti * potrebbe essere peggiorativa con una possibilità di recupero dello svantaggio nei prossimi tre anni attraverso una maggiorazione molto macchinosa da calcolare. Le stime del Governo ritengono che il 50% delle famiglie avrà diritto all’importo massimo spettante.

A seguito della legge delega n. 46 del 1.4.2021 che, per sostenere le famiglie con figli, ha inteso istituire un assegno unico universale, è ora stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto delegato che sarà definitivo entro la fine dell’anno con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si rammenta che nel frattempo era stato approvato un decreto legge (d.l.79/2021) che ha istituito in via transitoria l’assegno per figli anche per le categorie prima escluse: in particolare i lavori autonomi (vedi SanpoloPolis n.129 del giugno 2021). Ora col nuovo decreto viene fatto un passo avanti decisivo nel senso che da marzo 2022 viene istituito per tutte le famiglie con figli un ASSEGNO UNICO UNIVERSALE (AUUF) che supera la norma transitoria e sostituirà il vecchio assegno al nucleo familiare per i lavoratori dipendenti, le detrazioni d’imposta per figli a carico, tutti i bonus temporanei decisi negli anni scorsi (bonus bebè, bonus mamme, ecc.). In sostanza si abbandonano i benefici fiscali delle detrazioni per figli a carico, si abbandona l’assegno al nucleo familiare che era una prestazione previdenziale (pagata anche con una aliquota contributiva a carico delle aziende, che tuttavia al momento resta in essere) e si introduce una prestazione sociale universale valida per tutte le famiglie con figli, di importo variabile sulla base della capacità economica misurata con l’ISEE, l’indicatore della situazione economica già in uso da tempo che tiene conto dei redditi, dei patrimoni rapportati ad una scala di equivalenza (un divisore) sulla base del numero dei componenti familiari. In linea di massima la nuova prestazione dovrebbe essere migliore rispetto alla somma dei benefici precedenti, di sicuro sarà meglio per i lavoratori autonomi in precedenza esclusi, per un numero limitato di famiglie

L’importo di base più elevato sarà di 175 € mensili per ogni figlio nelle famiglie con ISEE fino a 15.000 € e l’importo diminuirà gradualmente fino a 50 € con ISEE di 40.000 € e oltre. Infatti l’importo minimo di 50 € sarà percepito da tutti anche con ISEE superiore ai 40.000 €. L’assegno spetta dal 7° mese di gravidanza fino alla maggiore età, ma poi è previsto un importo massimo di 85 € anche per i figli maggiorenni fino a 21 anni se studenti, tirocinanti, in servizio civile, ecc ed anche per i figli maggiorenni inabili a carico. Inoltre vi sono molte maggiorazioni possibili che adeguano l’importo alle caratteristiche della famiglia: importo massimo di 85 € per figli successivi al secondo, 105 € per figli disabili non autosufficienti ed altre maggiorazioni in presenza di altre disabilità. Altre piccole maggiorazioni sono previste per madri giovani di età inferiore a 21 anni e al nucleo familiare se entrambi i genitori lavorano. Una maggiorazione importante di 100 € è prevista per il nucleo familiare con almeno 4 figli. Le domande potranno essere fatte dall’inizio dell’anno prossimo. Fino a giugno la domanda consentirà di ottenere l’assegno con la decorrenza da marzo 2022. L’assegno viene erogato mensilmente dall’INPS con pagamento attraverso IBAN ed è cadenzato da marzo a febbraio dell’anno successivo, salvo aggiornamento per ogni anno seguente sempre da marzo a febbraio dell’anno dopo, ferme restando, durante l’anno, le variazioni che intervengono nel nucleo familiare. Per l’inoltro delle domande, tramite il CAF ACLI è necessario dotarsi dell’ISEE e poi col Patronato ACLI inoltrare la domanda all’INPS. Chi conosce bene le disposizioni attuative ed ha dimestichezza coi mezzi informatici potrebbe fare richiesta anche direttamente online dal proprio computer con SPID. Con la seguente tabella proviamo a riassumere le possibili variabili dell’importo spettante con tre esempi: importo massimo, un importo intermedio ed importo minimo.

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Dal Punto Comunità

ISEE fino a 15.000 € Importo base

figlio minore € 175, figlio maggiore < 21 anni € 85, figlio disabile > 21 anni € 85

Maggiorazioni

Successivo al 2°figlio € 85, non autosuffic. € 105, disabilità grave e media € 95 e € 90, maggiorenne disabile <21 € 50 con madre <21 anni € 20

Maggiorazioni nucleo familiare

Con 4 o più figli € 100, con 2 genitori che lavorano € 30

ISEE di 25.000 € Importo base Maggiorazioni Maggiorazioni nucleo familiare

figlio minore € 124,5, figlio maggiore < 21 anni € 60,8, figlio disabile > 21 anni € 60,8 Successivo al 2° figlio € 56,7, non autosuffic. € 105, disabilità grave e media € 95 e € 90, maggiorenne <21 € 50 con madre <21 anni € 20 Con 4 o più figli € 100, con 2 genitori che lavorano € 17,9

ISEE di 40.000 € e oltre Importo base

figlio minore € 50, figlio maggiore < 21 anni € 25, figlio disabile > 21 anni € 25

Maggiorazioni

Successivo al 2° figlio € 15, non autosuffic. € 105, disabilità grave e media € 95 e € 90, maggiorenne <21 € 50, con madre <21 anni € 20

Maggiorazioni nucleo familiare

Con 4 o più figli € 100, con 2 genitori che lavorano € 0

In ricordo di...

...Rina Torquati Il 18 novembre scorso è deceduta, dopo una malattia piuttosto lunga, Rina Torquati. Per parecchi anni, Rina ha gestito, insieme al “suo” Franco”, il bar del circolo ACLI S. Polo e successivamente è sempre rimasta iscritta e affezionata al circolo che ogni tanto frequentava, anche per usufruire dei servizi del Punto Comunità. Rina e Franco, dietro il bancone del bar, erano una coppia assolutamente affiatata che trasmetteva serenità a tutti i frequentatori; soprattutto Rina, l’abbiamo sempre vista lavorare con un sorriso che trasmetteva a tutti serenità e ottimismo. Serenità e ottimismo che non ha abbandonato nemmeno durante la malattia; anche l’ultima volta che è stata al circolo insieme alla sorella, raccontava le sue traversie dentro la malattia, ma con tanta serenità. Franco ha preceduto Rina parecchi anni fa e questa era stata certamente la cosa che l’aveva maggiormente rattristata, una tristezza sempre però mitigata dal suo radicato ottimismo. Ora la copia si è ricomposta per poter esprimere al meglio la grande bontà d’animo di Franco e la serenità perenna di Rina: vogliamo salutare Rina proprio con questa commovente immagine.

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Dal Punto Comunità e dintorni

La mia esperienza con Recovery CoLab di P.P. Sono un medico in pensione con una vita passata ricca di lavoro professionale (medico ginecologo in ospedale e in Consultori) e sociale/politico, in gruppi a cui ho partecipato attivamente. Ho viagTutti i martedì dalle 14 alle 18 giato e conosciuto bei luoghi e tante presso il Recovery Colab è attivo un brave persone. info-point Insieme al lavoro è stata importante la aperto a chiunque voglia conoscere meglio il Recovery famiglia: la moglie G. sposata a soli 23 Colab e le sue opportunità. anni e a cui mi lega una relazione lunga L’ingresso è consentito con Green pass. e appassionata e le figlie L. e P. avute in momenti diversi. Ci trovate in via Cimabue 18, Brescia A sessantanove anni mi sono trovato (San Polo, al primo piano della Torre Cimabue) addosso la 3° ricaduta nella depressione, in un momento particolare in cui info@recoverynet.it avrei voluto e dovuto stare vicino alla www.recoverynet.it seconda figlia (emigrata all'estero) per il cell: 320 6058157 suo primo parto. Ho temuto di non poterne uscire e che la mia vita fosse finita. Non ho il tempo e lo spazio per raccontare i dettagli, ma mi preme sottolineare la sofferenza di questi ultimi 2 anni e la sofferenza di mia moglie che mi è stata vicina e ha cercato di aiutarmi in vario modo, nonostante io le rendessi la vita difficile con le mie critiche ed i miei malumori. L'esperienza del CoLab è arrivata dopo l'esperienza di un CPS, dove in 2 anni ho visto ridursi il tempo dedicato alle visite e allungarsi l'intervallo fra le stesse. Forse, alla fine, è stato un bene perché ho capito che dovevo cambiare approccio. Il CoLab ha offerto a me la speranza del cambiamento possibile, senza negare l’esperienza e a mia moglie la possibilità di essere accolta nel gruppo dei familiari, sentendo altre esperienze diverse e sentendosi meno sola. Mi ha colpito soprattutto la disponibilità e la bravura degli operatori (Ilaria e Gianpaolo), e la metodologia del Recovery, che prevede la partecipazione delle persone, viste nella loro sofferenza ma anche nelle loro potenzialità, l’intuizione che è possibile un approccio diverso alla salute mentale, che non supplisca solo alla carenza di personale, ma che sia più relazionale e meno medicalizzato (farmaci). Penso di essere ancora all'inizio del percorso e ho bisogno ancora di molto aiuto. Spero che l'esperienza del CoLab continui con altri appuntamenti, forse in gruppi più piccoli. SPERO di riscoprire le mie doti che temo ancora di aver perso. Spero di poter godere della presenza dei nipoti. Spero di appassionarmi a qualcosa, di amare la moglie e la vita, di sentirmi utile, di godere ancora delle cose belle della vita, lasciando perdere gelosie e invidie.

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Dal Punto Comunità

L’attività dello “Sportello dei Reclami e delle Proposte” Riconosciuto dal Comune di Brescia

a cura di Gianni Rossini

Problemi segnalati allo “sportello”

Segnalazione agli uffici competenti

Risposte ricevute e problemi risolti

A gennaio di quest’anno alcuni ciclisti/utenti delle piste della nostra zona ci hanno riproposto la necessità di intervenire agli incroci semaforici che interessano le vie Lonati e Tiepolo con la ciclabile di via San Polo; dove la regolamentazione, non del tutto chiara, é foriera sia di spiacevoli alterchi tra ciclisti ed automobilisti che di situazioni altamente rischiose.

Il 29 gennaio abbiamo trasmesso la segnalazione al Settore Mobilità e, per conoscenza, al Consiglio di Quartiere. Chiedendo una verifica della segnaletica sia orizzontale che verticale.

A febbraio di quest’anno ci è stato comunicato l’improvviso formarsi di un pericoloso cedimento ad un pubblico parcheggio della zona di via Bramante; con rischio infiltrazioni di acqua piovana e rifiuti negli scantinati delle schiere attigue. Altre segnalazioni ci sono giunte circa la necessità di intervenire su diversi percorsi ciclopedonali, interessanti le zone sia di San Polo che di Sanpolino a proposito di sicurezza e segnaletica. La scorsa estate abbiamo ricevuto diverse segnalazioni circa la necessità di intervenire per la potatura ed il contenimento della vegetazione presente nelle aree verdi e piazzole con panchine presenti nelle vie Bramante, Donatello, Verrocchio…...

Il 18 febbraio abbiamo illustrato la In data 11 marzo siamo stati informati situazione al Settore Strade ed al dal Settore Strade che, riscontratane Consiglio di Quartiere. la necessità, “è stato programmato entro la prossima primavera il relativo intervento”. Informeremo appena possibile.

Abbiamo sempre e tempestivamente chiesto una verifica della situazione al competente Settore Comunale ed informato il Consiglio di Quartiere.

Positivo ed altrettanto tempestivo è stato il riscontro del Settore Verde e Parchi. E, dopo gli interventi già effettuati e quelli in corso, ci è stato assicurato che il tutto sarà completato entro la fine dell’inverno.

Alcuni residenti in via Robusti ci hanno segnalato la situazione di rischio che caratterizza il vialetto in cemento che si trova al centro delle villette a schiera dal n.71 al 111. Una profonda e lunga crepa centrale costituisce serio pericolo per i pedoni, soprattutto bambini. Così come una caditoia per acqua piovana risulta sprofondata rispetto al piano di calpestio, tra i civici 71 e 73. Lo scorso mese di novembre alcuni residenti di una schiera di via Donatello ci hanno chiesto come ed a chi segnalare la necessità di intervenire a proposito della insistente presenza di topi sui tetti e nei box.

In data 16 aprile abbiamo comunicato il tutto al Settore Strade per una verifica ed un conseguente adeguato intervento.

A inizio maggio la caditoia è stata riportata a livello del marciapiede. Riferiremo, appena possibile, circa il resto.

Il Settore Protezione Ambiente e Civile del Comune, da noi interpellato, chiede agli stessi residenti l’invio di una succinta descrizione del problema e gli opportuni riferimenti per concordare una verifica e la programmazione degli eventuali interventi necessari.

In data 1 dicembre abbiamo comunicato il tutto ai residenti, chiedendo cortesemente di mantenere informati, per opportuna conoscenza, sia il Punto Comunità che il Consiglio di Quartiere.

In data 1 luglio 2021 l’Assessore alle Politiche della Mobilità ci ha comunicato che “I tecnici del settore hanno accolto la proposta di integrare la segnaletica orizzontale, evidenziando anche l’attraversamento ciclabile compreso tra via Tiepolo e via Lonati, P.S. a causa del danno al siste- oltre a quello-già in programma-in via ma informatico del comune, ab- San Polo”. biamo poi dovuto ritrasmettere il I lavori sono quindi in via di completamento. tutto il 9 giugno.

In data 3 giugno abbiamo trasmes- Riferiremo appena in possesso di riso il tutto al Settore Mobilità ed al scontro. Consiglio di Quartiere.

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Punto Comunità San Polo Cimabue Via Cimabue 271 – 25134 Brescia Telefono 030 2311303 – Cellulare 3476602343 puntocomunitasanpolocimabue@gmail.com www.aclisanpolo.it

Tutti gli sportelli e gli orari Sportello

Patronato Servizio Fiscale

Sportello InformaLavoro

Sportello Reclami e Proposte Sportello “Donna e famiglia”

Sportello Volontariato Microcredito Sportello Covid e SPID

Cosa offre

Apertura

Il Patronato ACLI offre un servizio di assistenza, in buona parte gratuiMartedì to, a tutti i cittadini, lavoratori dipendenti ed autonomi, pensionati in materia di: pensioni di ogni tipo, assegni al nucleo familiare, invalidità, 17.00 – 19.00 assistenza sociale… Il servizio fiscale per l’assistenza nella compilazione dei Modelli 730 e Mercoledì Unico (ex 740) e per le dichiarazioni e versamenti Imu, viene gestito in 15.30 – 17.30 collaborazione con la società provinciale “ACLI Servizi Brescia s.r.l.” e (aperto solo da marzo a giugno) con il CAAF ACLI. - Per qualsiasi problema di carattere fiscale – ISEE – Modello RED Giovedì Assegno di maternità – Bonus elettrico, gas, idrico – Modulo postale 10.00 – 12.00 per Carta Acquisti – IMU e TASI nei periodi di scadenza - Compilazione e aggiornamento del Curriculum Vitae Lunedì - Lettera di presentazione 15.00 – 18.00 - Aiuto nella ricerca di offerte di lavoro ed invio CV Martedì - Segnalazione di corsi di formazione professionale - Azione di accompagnamento, supporto e informazione a chi è in 10.00 – 12.00 cerca di lavoro Venerdì - Orientamento riguardo ai problemi del lavoro 15.00 – 17.00 - Segnalazioni a Dignità e Lavoro - Raccoglie segnalazioni di problemi riguardanti il territorio Venerdì - Trasmette le segnalazioni agli uffici ed enti competenti - Segue i problemi segnalati fino alla loro conclusione 18.00 – 19.00 - Informa sull’iter delle pratiche attraverso Sanpolopolis - Ascolto, informazione, orientamento ed eventuale accompagnamenMercoledì to delle donne per qualsiasi problema di disagio e di bisogno 15.00 – 16.00 - Problemi riguardanti i minori - Informa e orienta le persone che desiderano mettere a disposizione Mercoledì alcune ore per fare volontariato, sulle opportunità sul territorio e a li15.00 – 16.00 vello cittadino - Istituito dalla Caritas Zonale, il micro credito è finalizzato a sostenere Orario da definire l'avvio di un'attività imprenditoriale o per far fronte a spese d'emergenza da parte di persone in difficoltà economica, generalmente su appuntamento escluse dalla finanza ufficiale - Aiuta nella prenotazione online delle vaccinazioni anti-Covid19 - Aiuta nelle procedure per l’acquisizione dello SPID

Venerdì 10,00 – 12,00

Tutti gli sportelli, oltre al loro ruolo specifico, informano, indirizzano e orientano correttamente verso gli uffici e gli enti competenti a dare risposta ai vari bisogni e problemi di persone e famiglie Fino al termine della pandemia, tutti gli sportelli fanno consulenza solo su appuntamento telefonico 30


Non hai ancora rinnovato l’ISEE? CAF ACLI ti può aiutare CAF ACLI, dove tutto è più semplice tel. 030 2409884 caf@aclibresciane.it Brescia – via Spalto San Marco 37/bis dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, sabato 8-13 22 sedi ed oltre 100 recapiti in città e provinci a Il recapito CAF ACLI del Punto Comunità S. Polo Cimabue raccoglie già i documenti per l’acquisizione dell’ISEE per l’anno 2022 che servirà anche per la domanda di Assegno Unico Universale per i Figli. Per appuntamento obbligatorio, telefonate il lunedì dalle ore 15 alle ore 16 allo 030 2311303


a2a.eu

L’ENERGIA È VITA

E noi lavoriamo perché sia sempre più pulita.

Noi di A2A siamo una Life Company perché ci occupiamo della vita. L’energia è vita. Soprattutto se la produciamo dal sole, dal vento e dall’acqua, risorse da utilizzare al meglio per la tutela del nostro Pianeta. È questo il nostro impegno per una vita più azzurra.


CAMPAGNA TESSERAMENTO 2022

Cosa sono le ACLI (dallo Statuto)

Le adesioni al Circolo ACLI S. Polo si raccolgono presso gli uffici del circolo ACLI, tutti i giorni dalle 15,30 alle 18,00 oppure presso il Gazebo che viene allestito al mattino di alcune domeniche

Art. 1

Quote tessera Tessera ordinaria Tessera familiare Tessera giovani prima iscrizione Tessera rinnovo giovani

I valori che ci ispirano Il Vangelo Il lavoro La democrazia La solidarietà L’amicizia La partecipazione La pari dignità di ogni persona L’attenzione ai più deboli Il bene comune La giustizia sociale La pace e la nonviolenza Lo sviluppo integrale dei popoli La tutela dell’ambiente

€ 20.00 € 15.00 € 2.00 € 5.00

Circolo ACLI S. Polo APS

Le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI) fondano sul messaggio evangelico e sull’insegnamento della Chiesa la loro azione per la promozione dei lavoratori e operano per una società in cui sia assicurato, secondo democrazia e giustizia, lo sviluppo integrale di ogni persona.

Art. 2 Le ACLI promuovono solidarietà e responsabilità per costruire una nuova qualità del lavoro e del vivere civi- le, nella convivenza e cooperazione fra culture ed etnie diverse, nella costruzione della pace, nella salvaguardiadel creato. Le ACLI associano lavoratori, uomini e donne,di qualsiasi nazionalità, che ne condividano le finalità. Associano inoltre quanti vivono in condizioni di dipendenza e di emarginazione. Possono altresì essere affiliate alle ACLI esperienze associative che si riconoscano negli scopi del movimento e si impegnino a collaborare alla realizzazione delle attività.

TESSERAMENTO 2022

Cos’è e cosa fa il circolo Acli S. Polo Via Cimabue 271 25134 Brescia tel. 0302311303 acli.sanpolo@libero.it www.aclisanpolo.it Pagina Facebook - @aclisanpolo


Cosa offre ai soci il Circolo Acli S. Polo APS La Formazione

Punto mescita – ritrovo • Sono a disposizione giornali quotidiani e riviste

• La formazione è lo strumento principale attraverso il quale laACLI promuovono la crescita di una coscienza critica nelle persone • I contenuti della formazione sono: la fede, la politica, il lavoro,la partecipazione, lo stato sociale, la famiglia, gli stili di vita • Gli strumenti utilizzati sono: dibattiti, tavole rotonde, lavoridi gruppo, stampati, film

• Il Punto mescita-ritrovo ACLI S. Polo rappresenta un luogodi socializzazione giovani adulti, adulti e anziani

Sanpolopolis

“Punto Comunità” (riconosciuto dal Comune)

E’ la pubblicazione periodica del Circolo ACLI che esce regolarmente da 15 anni ogni due mesi in formato A4 con una media di 28 pagine

• Patronato – per il disbrigo di qualsiasi pratica di tipo previdenziale ed assistenziale • CAF Acli – per dichiarazioni dei redditi, ISEE, IMU • Sportello InformaLavoro – compila CV, aiuta e orienta nellaricerca del lavoro chi non ce l’ha o l’ha perso • Punto Comunità - informa, indirizza e orienta correttamente verso gli uffici e gli enti competenti a dare risposta ai vari

Gli obiettivi • Aiutare i lettori a guardare in modo critico alla realtà sociale epolitica che li circonda • Aiutare ad una lettura degli avvenimenti ispirata ai valorievangelici e alla laicità insegnataci dal Concilio Ecumenico Vaticano II

I contenuti • Temi di carattere generale quali le guerre – la pace – la giustizia internazionale – la politica – l’amministrazionelocale – il lavoro – l’economia – la chiesa

• Problemi locali riguardanti: i servizi sociali – l’ urbanistica – il quartiere – le associazioni – la viabilità • Rubriche riguardanti: cultura, servizi, vita quotidiana • Le attività del Circolo ACLI

• E’ possibile effettuare giochi da tavolo quali: carte, dama,scacchi • Si organizzano tornei di “scala 40” • Si organizzano iniziative di socializzazione

bisogni e problemi di persone e famiglie

• Sportello dei reclami e delle proposte – favorisce soluzione di piccoli e grossi problemi del territorio • Sportello “Donna e famiglia” - Ascolto, informazione, orientamento ed eventuale accompagnamento delle donne per qualsiasi problema di disagio e di bisogno; Problemi riguardanti i minori • Sportello Volontariato - Informa e orienta le persone che desiderano mettere a disposizione alcune ore per fare volontariato, sulle opportunità sul territorio e a livello cittadino

FestAcli • Da 25 anni si organizza la FestAcli nel piazzale antistanteil Circolo • Si organizzano spettacoli, dibattiti, balli, concerti • Vengono allestiti vari stand • Funziona ogni sera un ricco stand gastronomico • Si effettuano giochi e lotterie

Gite, viaggi, cultura • Ogni anno il Circolo propone un viaggio, in Italia o all’estero,della durata di una settimana • Organizza gite di uno o più giorni in Italia • Propone visite guidate a mostre, musei, esposizioni

• Microcredito - Istituito dalla Caritas Zonale, il micro credito è finalizzato a sostenere l’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza daparte di persone in difficoltà economica, generalmenteescluse dalla finanza ufficiale • Sportello prenotazioni vaccini – Acquisizione SPID – Domande Aler

Gruppo Acquisto Solidale (GasPolo) Gruppo promosso dal Circolo Acli, ma autonomo, che acquista merci direttamente dai produttori per le famiglie cge aderiscono al Gruppo

Unione Sportiva Acli S. Polo • Organizza corsi di ginnastica di mantenimento adulti • Organizza corsi di pre-atletica per bambini e ragazzipresso il campo di atletica di Sanpolino • Agape: Propone escursioni in montagna e pellegrinaggia piedi.


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